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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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Riconfermo: il grande avvocato pare essere in salvo.

27/3/2009 - LA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO PER L?EQUITY SWAP. LA PROSSIMA UDIENZA IL 21 MAGGIO

Processo Exor, smacco per Consob

I giudici: "tardiva" la richiesta di citare la nuova Exor e la Giovanni Agnelli & C.

AL. GA.

TORINO

Aula 44, arredata con legni chiari, e l?unica del Palagiustizia torinese completamente informatizzata. Ma i microfoni a disposizione dell?affollato collegio di difesa per l?inizio del processo per l?equity swap Ifil-Exor sono insufficienti. Cos?, dagli ultimi banchi, i legali si devono spostare al primo per elencare ai giudici le fonti di prova e i testimoni che intedono utilizzare. E subito emergono le prime sorprese.

Marco Ferrero, difensore di Gianluigi Gabetti, chiede di poter ?produrre il parere pro-veritate del professor Guido Rossi ?.

Citato a sua volta, con l?intera schiera del banchieri del prestito convertendo (Salza, Braggiotti, Profumo e Passera) dall?avvocato Ibrahim Diarra, centroafricano di origine che rappresenta i due piccoli azionisti (Bava e Zola), un?azione per ciascuno, che sono riusciti a costituirsi parte civile.

Invano contrastati dalla prima eccezione della difesa: ?Non sono legittimati, non hanno movimentato il titolo Fiat?.

Il primo vero smacco ? tuttavia dei legali Consob che, in apertura d?udienza chiedono di poter citare la nuova Exor (come erede Ifil) e la Giovanni Agnelli e C. S.a.p.az come responsabili civili, con la prospettiva di milioni di risarcimento in ballo. Giuseppe Casalbore, il presidente del collegio, parla subito di intempestivit?. Poi si chiude in camera di consiglio con i colleghi Fabrizia Pironti e Alessandro Santangelo. Due ore dopo i giudici ricompaiono e Casalbore legge veloce la prima ordinanza del processo: ?La richiesta della parte civile non ? da ritenersi intrinsecamente inammissibile, ma potrebbe risultare concretamente tardiva in relazione dell?attivit? che si svolger? nell?odierna udienza... Pertanto questo tribunale si riserva di decidere?. Poi dichiara aperto il dibattimento, ? la risposta vera: la richiesta di citazione di un responsabile civile ? rispedita praticamente al mittente.

L?avvocato di Consob, Manuela Di Lazzaro, si infuria silenziosamente. L?incipit tocca al pm Giancarlo Avenati Bassi, affiancato dall?ex procuratore capo e procuratore generale nuovo di zecca Marcello Maddalena. Il giovane magistrato d? per letto il capo di imputazione, gli imputati sono tutti presenti: Gabetti in prima fila, Franzo Grande Stevens in seconda, Virgilio Marrone in terza.

La relazione del pm ? rapida: ?La vicenda inizia il 25 aprile 2005 quando Exor Group e Merrill Lynch stipulano un contratto (derivato) di equity swap per 90 milioni di azioni Fiat. Una scommessa, se mi ? consentito usare un termine atecnico, con cui, a fine contratto, se il titolo fosse salito oltre i 6 euro Exor avrebbe incassato la differenza. In caso contrario sarebbe stata la banca d?affari americana ad essere pagata?. Avenati snocciola le date salienti sino a quella decisiva del 24 agosto, ?quando Ifil, in risposta a una richiesta ad hoc di Consob, emette il falso comunicato ?non abbiamo allo studio iniziative... sul convertendo...??.

Il processo si gioca l? e la riprova si ha quando sono i difensori degli imputati a prendere la parola. Ferrero lo fa per tutti (Franco Coppi, Cesare Zaccone, Alberto Vercelli, Guglielmo Giordanengo): ?Intendiamo provare l?insussistenza dell?accusa. Ricostruiremo i fatti in modo divergente sostenendo che il comunicato del 24 fu l?unico possibile in quel momento storico. Produrremo una copiosa documentazione in questo senso, fra cui le mail interne a Merrill Lynch di fine agosto e settembre 2005 sulle trattative per la modifica del contratto con Exor?. Il solo a discostarsi dalla linea di gruppo ? l?avvocato Guido Alleva, difensore di Marrone: ?Il 24 agosto il mio cliente si trovava in una condizione personale, del tutto particolare?. Tutti si dichiarano d?accordo nel chiedere l?esame o il controesame degli imputati eccellenti. Tre udienze previste fra maggio (il 21) e luglio.

Tempi lunghi in vista.

Ant?, te lo dissi: il cerchio si chiude !

:sisi:

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Marco Ferrero, difensore di Gianluigi Gabetti, chiede di poter ?produrre il parere pro-veritate del professor Guido Rossi ?.

Quando ieri mattina su La Stampa ho letto sto articolo qua stavo x vomitare..

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Quando ieri mattina su La Stampa ho letto sto articolo qua stavo x vomitare..

ormai ? tutto talmente chiaro,solo Rossi poteva garantire tutto e tutti, lui ? l'anello di congiunzione fra gli amichetti di Torino e gli amichetti di Milano e c'? chi ancora crede che sia stata una cosa seria

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edit.

c'era gi? il pezzo, pardon.

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Nasce la superscuola per manager Niente rette, scelti solo per merito

Repubblica ? 24 marzo 2009 pagina 5 sezione: TORINO

SCELTI per merito e non per censo. Non ? una novit? mondiale ma ? la prima volta in Italia (e gi? questo particolare dovrebbe far riflettere sui criteri di selezione della nostra classe dirigente). La scuola di alta formazione in management presentata ieri a Torino presso la sede della Fondazione Agnelli, cade in un momento particolarmente difficile per l' economia e per le imprese: ?? una scommessa sul futuro in un momento difficile?, dice John Elkann, presidente di Exor e numero due della Fiat. Una scommessa non solo per i 15 studenti che avranno la possibilit? di conseguire il master totalmente spesati dalle aziende ma per il sistema stesso della formazione italiana. In Francia il criterio di selezione in base al solo merito ? seguito da tempo dal ?College des Ing?gneurs? di Parigi, che collabora con il corso presentato ieri. Il master italiano nasce su impulso di tre fondazioni: la Giovanni Agnelli di Torino, l' Edoardo Garrone di Genova e la fondazione Pirelli di Milano. Come dire una joint venture di Fiat, Erg e Pirelli nel settore della formazione di alto livello. Gli allievi del corso seguiranno lezioni a Parigi, Torino, Stoccarda e a San Gallo, in Svizzera. Nei primi quattro mesi i 15 studenti italiani seguiranno lezioni in aula mentre nei successivi sei mesi lavoreranno alle dipendenze delle aziende che partecipano all' iniziativa (Fiat, Exor, Pirelli, Prisma, Erge Azi mut). Le stesse aziende si sono impegnate a versare alla scuola 25.000 euro per ogni allievo e ad assumere con contratti a tempo determinato coloro che svolgeranno il tirocinio presso i loro uffici. La selezione avverr? esclusivamente in base al curriculum e alla conoscenza della lingua inglese. Il corso inizier? a settembre 2009 e si concluder? a giugno 2010. ? rivolto a neolaureati in ingegneria e in discipline scientifiche ed economiche. Prossimamente verranno pubblicati i bandi per la selezione. Gi? oggi si possono ottenere informazioni e segnalare il proprio curriculum all' indirizzo di posta elettronica scuoladimanagement@fga. it. Il fatto di non dover pagare alcuna retta e di essere anzi retribuiti nel periodo di formazione rappresenta certamente una novit?. Le selezioni saranno naturalmente molto severe. Il preside del ?College des Ing?gneurs? Philippe Mahrer spiega che nell' istituto parigino su 14.000 domande sono stati selezionati 73 allievi. ? chiaro che chi supera la selezione e partecipa al master fino a completare il corso ha ottime possibilit? di essere assunto ai livelli dirigenziali delle aziende che danno vita all' iniziativa. Anche se, fa osservare Mahrer, ?circa un terzo degli allievi ha poi scelto di collocarsi in altre societ??. Per il corso italiano collaborer? anche il Politecnico di Torino che ha garantito la presenza di propri docenti al ciclo di lezioni introduttivo. - PAOLO GRISERI

CANNATELLI SALE SUL TRENO DI LUCA

Luchino di Montezemolo assiste divertito e in disparte alla battaglia che Mauro Moretti sta conducendo a colpi di battute e di carte bollate per difendere il primato dell'Alta Velocit?.

Il "ragazzo" dei Parioli non entra nella mischia ed ? probabile che assista divertito a questa polemica pettegola perch? dalla sfida pu? venire per lui e per i soci di Ntv (Nuovo Trasporto Viaggiatori) il beneficio di un'infrastruttura ancora pi? attrezzata.

In vista della liberalizzazione del settore ferroviario che avverr? il 1? gennaio 2010, Luchino insieme a Diego Della Valle, Gianni Punzo, Giuseppe Sciarrone, Alberto Bombassei e ai francesi di Sncf, pensa soprattutto a rafforzare la societ? che a gennaio ha ordinato ai francesi di Alstom 25 treni per l'Alta Velocit?.

In questa prospettiva si colloca la decisione di far salire a bordo di Ntv Vincenzo Cannatelli, un manager di 57 anni che avr? la carica di vicepresidente esecutivo con delega per la finanza, l'amministrazione e il new business.

L'ultima carica di Cannatelli era al vertice del gruppo Ferretti, azienda leader nelle imbarcazioni di lusso, i giocattoli del mare che Luchino e i suoi soci utilizzano per le loro performance intellettuali e sessuali.

Alle spalle si porta un curriculum che l'ha visto operare in societ? pubbliche di Finmeccanica, Stet e Enel dove il 6 novembre 2001 ? stato nominato amministratore delegato.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-4784.htm

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FIAT: MARCHIONNE, ENTRO FINE ANNO AVREMO FONTI DI FINANZIAMENTO ADEGUATE...

(Adnkronos) - 'Considerato che abbiamo aperto una linea di credito da un miliardo e che c'e' da parte della Bei l'assistenza ai finanziamenti, le fonti di finanziamento di questo gruppo si stanno allineando nella maniera giusta. Spero che entro l'anno avremo stabilito fonti di finanziamento che ci permettano di andare avanti nei prossimi anni senza difficolta'. Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo alla domanda di un

azionista nel corso dell'assemblea in corso al Lingotto. Marchionne ha quindi ribadito che non ci sara' un aumento di capitale.

FIAT: MARCHIONNE, PER ORA ASSETTO PRODUTTIVO SITI NON E' IN DISCUSSIONE...

(Adnkronos) - 'Fiat si e' impegnata a difendere tutti gli stabilimenti e le produzioni e malgrado la crisi, per ora non abbiamo messo in discusione l'assetto produttivo delle fabbriche'. Lo ha detto l'ad della Fiat, Sergio Marchionne, rispondendo ad un azionista nel corso dell'assemblea. 'Continuiamo a lavorare - ha aggiunto - per rivedere tutta la griglia dei prodotti che Fiat prevede di produrre nei prossimi anni dato che le esigenze di mercato stanno cambiando'.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-4809.htm

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Fiat/ Marchionne: senza operazione Ifil-Exor non saremmo qui

Torino 27 mar. (Apcom) - "Se quello non fosse avvenuto noi oggi non saremmo qui". Questa l'opinione personale di Sergio Marchionne sullla vicenda Ifil-Exor sul'equity swap che nel 2005 permise all'Ifil di mantenere il controllo del 30% della Fiat e per cui si ? aperto ieri il processo a Torino. Marchionne ha commentato la vicenda oggi, durante la conferenza stampa di chiusura dell'Assemblea degli Azionisti che si ? svolta a Torino e ha ribadito di non voler commentare la vicenda se non "a titolo personale". Il suo pensiero ha trovato il pieno consenso del Presidente di Fiat Luca Cordero di Montezemolo e del vice presidente John Elkann che hanno "sottoscritto" in pieno le sue parole.

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=683068

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Assemblea Fiat approva bilancio e cedola e rinnova cariche sociali

(Teleborsa) - Roma, 27 mar - L'Assemblea degli Azionisti di Fiat S.p.A., riunitasi in data odierna in sede ordinaria, ha approvato il bilancio dell'esercizio 2008 e la distribuzione agli Azionisti di risparmio di un dividendo lordo di 0,31 euro per azione che sar? messo in pagamento a partire dal prossimo 23 aprile, con stacco cedola il 20 aprile.

L'Assemblea ha quindi nominato il Consiglio di Amministrazione, approvando la proposta presentata dall'azionista Exor S.p.A. di confermare amministratori gli attuali consiglieri in carica, ovvero i Signori Andrea Agnelli, Roland Berger, Tiberto Brandolini d'Adda, Luca Cordero di Montezemolo, Ren? Carron, John Elkann, Luca Garavoglia, Gian Maria Gros-Pietro, Sergio Marchionne, Virgilio Marrone, Vittorio Mincato, Pasquale Pistorio, Carlo Sant'Albano, Ratan Tata e Mario Zibetti. Gian Maria Gros-Pietro e Mario Zibetti hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti di indipendenza di cui al D. Lgs. 58/98. Inoltre i Signori Roland Berger, Ren? Carron, Luca Garavoglia, Vittorio Mincato, Pasquale Pistorio e Ratan Rata possiedono i requisiti d'indipendenza gi? adottati dall'Assemblea del 2006 e confermati in data odierna.

E' stato inoltre nominato il Collegio Sindacale, nelle persone di Giuseppe Camosci e Piero Locatelli, sindaci effettivi indicati nella lista presentata da EXOR S.p.A., e Riccardo Perotta, cui spetta la Presidenza del Collegio, indicato nella lista di candidati presentata congiuntamente da azionisti di minoranza complessivamente titolari dello 0,97 delle azioni ordinarie. Sindaci supplenti sono stati nominati Lucio Pasquini, Fabrizio Mosca e Stefano Orlando.

L'Assemblea ha quindi rinnovato l'autorizzazione all'acquisto ed alla disponibilit? di azioni proprie anche attraverso societ? controllate, revocando contestualmente, per la parte ad oggi non ancora eseguita, l'analoga delibera assunta dall'assemblea del 31 marzo 2008. L'autorizzazione riguarda un numero massimo di azioni delle tre categorie tale da non eccedere il 10% del capitale sociale ed il controvalore massimo di 1,8 miliardi di euro, tenuto conto delle azioni Fiat gi? detenute dalla Societ? per 656 milioni di euro.

Infine l'Assemblea degli Azionisti ha approvato le modifiche al piano di stock option 2004 e l'adozione del piano di incentivazione 2009-2010.

http://finanza.repubblica.it

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"Se quello non fosse avvenuto noi oggi non saremmo qui". Questa l'opinione personale di Sergio Marchionne sullla vicenda Ifil-Exor sul'equity swap che nel 2005 permise all'Ifil di mantenere il controllo del 30% della Fiat e per cui si ? aperto ieri il processo a Torino.

Il suo pensiero ha trovato il pieno consenso del Presidente di Fiat Luca Cordero di Montezemolo e del vice presidente John Elkann che hanno "sottoscritto" in pieno le sue parole.

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In tutta franchezza, credo che "se quello non fosse avvenuto" nemmeno io starei qui, stasera, a scrivere su questa tastiera.

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Joined: 24-Oct-2006
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Su tre non ce n'? uno buono.

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I PRESIDENTI DI SERIA A TROVANO LA MAGGIORANZA: MAURIZIO BERETTA A CAPO DELLA LEGA - IL MANDATO: FARE LOBBY A ROMA PER NUOVI STADI E FISCALIT? MODELLO REAL-MANCHESTER - LOTITO ANDREBBE NEL GOVERNO FEDERCALCIO - UN POSTO A COBOLLI GIGLI O A MORATTI

Antonello Capone per La giornalaccio rosa dello Sport

Gioved? e venerd? sono stati decisivi per il futuro della Lega calcio. I presidenti della serieA ne avrebbero parlato esplicitamente nell'assemblea di gioved? e ieri nel corso di un fitto incrocio di telefonate e incontri riservati: in tarda serata la maggioranza avrebbe raggiunto l'intesa per lanciare la candidatura alla presidenza della Lega del manager Maurizio Beretta, 53 anni, giornalista milanese residente a Roma, con le esperienze e le conoscenze che secondo i presidenti servono al nostro calcio.

Ultimamente in Confindustria: direttore generale con Luca di Montezemolo dal 2004 al 2008. Prima in Fiat: dal 2001 direttore relazioni esterne e comunicazione e dal 2003 direttore relazioni istituzionali e internazionali. Crescita in vent'anni di Rai: al Tg1 redattore, inviato, caporedattore economia e sindacale, vicedirettore. Poi manager: direttore delle relazioni istituzionali e internazionali, direttore Divisione Uno con responsabilit? su budget e palinsesti di Rai 1, Rai 2, Tg1, Tg2 e Rai Sport (da lui ? dipeso l'acquisto degli highlight dalla Lega). Nel 2000 direttore di Rai Uno. E' stato anche consigliere dell'Upa, Utenti pubblicit? associati, intenditore di tutti i meccanismi che regolano l'Auditel.

I presidenti avrebbero discusso su quale mandato conferire a Beretta che proporrebbero dopo che sar? varato il nuovo regolamento (marted? o entro i primi venti giorni di aprile): effettuare un fitto e continuo lavoro di lobby per favorire il varo e lo sviluppo di leggi e strumenti per la realizzazione di stadi di propriet? di ultima concezione e per equiparare il sistema della fiscalit? italiana a quello dei club pi? forti concorrenti europei, per esempio Spagna e Inghilterra.

Ma anche strumenti per lo sviluppo commerciale e la tutela dei marchi, per una comunicazione di respiro nazionale e internazionale, per accordi con altre Leghe. Sar? un manager quindi che dovr? stare soprattutto a Roma, a diretto contatto con il Governo e il Parlamento, pronto a offrire spunti alle Commissioni. Ma i presidenti chiederebbero a Beretta di rendere continuamente conto ai nuovi organi della Lega, con l'assemblea sovrana. Tutti lavorerebbero con l'advisor Infront per i diritti tv. Prima, ma in futuro non sola fonte di ricavi.

Nell'assemblea di gioved? la serie A trova l'intesa sui rappresentanti in Consiglio federale: Lotito della Lazio e Cobolli Gigli o Moratti: i presidenti di Juventus e Inter troveranno l'accordo. Uno in Figc e l'altro in consiglio di Lega. Vice presidente vicario in Lega, Rosella Sensi. Gi? gioved? si d? qualche accenno anche al futuro presidente di Lega (?Uno che sappia fare lobby?) e all'organigramma.

Galliani sar? presidente della A, ma al di l? del ruolo la sua autorevolezza all'interno della Lega ? fuori discussione e riconosciuta da tutti. Anche dalla B che sa benissimo che se oppone un no al regolamento, dopo dieci minuti la A fa la Lega da sola.

Ma in Lega si tratta molto e la A, in definitiva, non desidera la scissione: ma chiede un regolamento nuovo che renda la Lega una vera confindustria efficiente e capace di contare, con chi muove il motore del calcio in grado davvero di guidare. Zamparini del Palermo con la concretezza friul-lombarda osserva: ?? il do ut des che la B chiaramente utilizza per domandare garanzie che sono soprattutto economiche. la capisco, troveremo un accordo?.

Galliani fotografa: ?Stiamo discutendo su un accordo, ma l'? dura?. Il presidente Matarrese: ?Faccio da collante tra le due categorie?. Nella sostanza la B chiede che anche dal 2010, cio? da quando i diritti saranno collettivi, venga garantito dalla A un gettito minimo di 70-80 milioni. Come trovarli? La linea ? destinare alla serie B gran parte di quel 6% dei diritti tv che per legge devono essere ridistribuiti nel sistema e con ci? contemplando anche le altre Leghe e altri sport.

I presidenti accelerano per dare un nuovo governo alla Lega, ma prima deve passare il regolamento e quindi ? difficile prevedere se marted? riusciranno a fare tutto. L'obiettivo ? votare almeno i consiglieri federali (due di A, uno di B) in modo da partecipare al consiglio federale del 3 aprile. E' stato dato tempo fino ad aprile per il presidente. Che potrebbe arrivare gi? marted? se l'ottimismo di alcuni sar? vincente. Ma potrebbe essere eletto anche prima o dopo Pasqua. Galliani: ?L'ipotesi commissariamento ? davvero remota?. Matarrese cerca la battuta: ?I commissari lasciamoli alla polizia?.

http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/articolo-4814.htm

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INSERTINO-INO-INO SPECIALE:

MOTOWN

.read.read.read

Obama rilancia l'alleanza Chrysler-Fiat

e attacca i manager dell'auto

Aiuti solo se ristrutturazione sar? radicale, oppure bancarotta

dal nostro corrispondente Anna Guaita

NEW YORK (31 marzo) - La General Motors ha due mesi di tempo per rimettersi in piedi, e la Chrysler ha un solo mese per finalizzare il ?matrimonio? con la Fiat.

Questo il messaggio del presidente Barack Obama ieri mattina alle due case automobilistiche di Detroit: quanto ? stato fatto finora ?non basta? e il governo continuer? a erogare i suoi aiuti solo se il processo di ristrutturazione proceder? in modo pi? spedito e radicale.

Dopo settimane di negoziati fra una task force federale e le dirigenze delle due aziende di Detroit, Obama ha ieri assunto toni populisti, come non aveva fatto nei confronti delle grandi banche fallimentari di Wall Street. Ad esempio, ha voluto che Rick Wagoner, da 9 anni amministratore delegato della Gm, si facesse da parte, e ha parlato con chiarezza di un ?fallimento della leadership?, sottolineando che le vittime degli errori del management sono stati soprattutto i lavoratori, che ?non hanno nessuna colpa?. A quei lavoratori, tuttavia, Obama ha chiesto nuovi sacrifici, cos? come ha chiesto sia ai manager che ai detentori di obbligazioni di fare la loro parte. L?alternativa ? che il governo federale smetta i suoi aiuti e sottoponga le aziende a un periodo di amministrazione controllata, una forma di bancarotta ?pilotata?, nella quale ovviamente tutti perderebbero molto di pi? di quanto non venga richiesto adesso. Per non causare la paura dei consumatori, Obama ha promesso che le garanzie delle auto acquistate saranno ?protette dal governo federale?.

I tempi sono brevissimi. Alla General Motors vengono concessi due mesi. E alla Chrysler solo uno. Ma Obama ha salutato con parole lusinghiere l?accordo di massima raggiunto fra la pi? piccola delle societ? automobilistiche Usa e la nostra Fiat. La Chrysler, ha precisato Obama, ?non pu? sopravvivere da sola?, ma con la Fiat, ?il cui attuale management ha saputo mettere a segno un turnaround impressionante?, potrebbe riuscire a produrre le auto di domani. La Fiat, ha sottolineato Obama, ?porter? in dote nuove tecnologie avanzate? per contribuire a costruire ?auto a basso consumo?.

Nel pomeriggio, l?amministratore delegato della Chrysler, Bob Nardelli ha rilasciato un comunicato in cui confermava che fra l?azienda di Detroit e quella di Torino esiste uno ?schema? di accordo: ?Anche se ci rendiamo conto che abbiamo ancora notevoli ostacoli da risolvere - ha precisato Nardelli- la Chrysler si impegna a lavorare in stretta collaborazione con Fiat, per garantire il necessario sostegno delle parti interessate?.

Alla General Motors Obama non perdona le lentezze nell?invertire un modello industriale improntato sulla grandiosit? e lo spreco. Staremo a vedere come reagir? quando sapr? che Wagoner ha diritto a una buonuscita di 20 milioni di dollari. Nelle scorse settimane, l?opinione pubblica ha reagito con profonda indignazione nello scoprire che i manager di alcune delle aziende fallimentari di Wall Street si erano portati a casa dei premi di fine anno ipermilionari.

Nel chiedere l?uscita di Wagoner, Obama ha spiegato che per andare avanti nelle riforme ci vogliono ?volti nuovi?. In realt? a succedere a Wagoner viene Fritz Henderson, una faccia nota, un manager che lavora alla General Motors dal 1984. Ma Henderson ? uno che conosce i numeri, e forse riuscir? meglio laddove Wagoner ? fallito miseramente: nel trattare con i detentori di obbligazioni e ridurre l?esposizione della societ?, attualmente a 27 miliardi di dollari.

ILMESSAGGERO.IT

Dunque l'accordo si far?.

Prima Obama tentennava, del resto questa operazione puzza di ciucciata degli italici dalle poppe della grande America; ora con qualche perplessit? ha accettato.

Forse ? andato Guido Rossi a convincerlo, oppure Stevens.

Non si sa.

Rocca ha scritto:

Breaking News

30 Marzo 2009

Era gi? noto da ieri che Il piano Obama sull'industria automobilistica prevedesse il licenziamento di Rick Wagoner da GM e l'accordo tra Chrysler e Fiat. Lo scoop che Camillo ? in grado di dare in anteprima mondiale ? che, nello scambio, alla Casa Bianca andr? Cobolli Gigli (pi? il prestito di Tiago e Almiron).

Christian Rocca

Inoltre il tema ha anche dei risvolti cinematografici.

Perch? anche su l'attualit? esiste una specie di asse Italia-Usa che stimola riflessioni incrociate.

Il nuovo film di C. Eastwood si intitola Gran Torino.

http://www.corriere.it/cinema/mereghetti/0...44f02aabc.shtml

Il film pare vada molto bene e piace parecchio.

(non so, io non l'ho visto)

I tifosi del Toro pare siano rimasti delusi, chiss? che si credevano.

Muuuuuuuuuuuuuuuuuuu!

Comunque, il film ha come titolo il nome di una vettura che la Ford fece tanti anni fa.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ford_Torino

La terza versione ? quella pi? famosa.

Infatti molti la ricorderanno nel mitico telefilm "Starsky e Hutch".

I due poliziotti americani, quelli che se avrebbero incontr?t a uno com'a Moratti lo scbattevano in cabbia e nun usciva pi?.

E anche il capitano Dooby gli avrebbe fatto il mazzo, sia a lui che a Tronchetto...

Sti piezz' emmm.....

Il Nome "Torino" dato alla vettura, deriva dal fatto che gli americani consideravano questa citt? come la Detroit dell'Italia in quanto sede della FIAT.

Che altro dire....

Ah, ecco.

Rocca mente.

Cobolli rimane qua e sono cavoli amari.

Sui prestiti non so.

Per quello che riguarda invece gli acquisti...

Non viene nessuno di questi:

http://www.youtube.com/watch?v=bhUkYF_gvQs

http://www.youtube.com/watch?v=UF6soVu_UlA

ecc

ecc

Gli ultimi citati (The Temptations), mi ricordano un p? la brutta copia sbilenca Italiana, I Neri Per Caso.

Un p? come molti di quelli seduti a Galfer.

I Bianconeri per caso.

Quelli che ogni volta che li vedo mi rinnovano diverse temptations, una tra tutte, mandarli a fare in C.

In serie C, s'intende. sefz

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Fiat- Chrysler: Montezemolo, orgoglio

Obama ha elogiato tecnologia Fiat, e Marchionne tratta a Detroit

(ANSA) - ROMA, 31 MAR -''Soddisfazione e orgoglio''di Luca di Montezemolo per l'intesa con Chrysler mentre l'ad Sergio Marchionne tratta a Detroit coi vertici Usa. L'alleanza con Fiat e' decisiva per la sopravvivenza della casa Usa ed e' la condizione posta dal presidente Obama per ottenere dal governo nuovi aiuti fino a sei miliardi di dollari, mentre e' probabile che l'ad del Lingotto Marchionne dopo Detroit fara' tappa a Washington viste le modifiche che danno a Fiat non piu' il 35% di Chrysler ma circa il 20%.

http://www.ansa.it

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Vanno avanti le trattative per trovare un partner europeo

La crisi dell'auto potrebbe approdare anche al G20 di Londra

A Torino l'orgoglio del Lingotto

"Salveremo posti anche negli Usa"

di SALVATORE TROPEA

TORINO - Un quarto di secolo dopo il suo ritiro dal mercato dell'auto americano la Fiat viene riposizionata tra i protagonisti di questo mercato nientemeno che dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama con un giudizio cos? lusinghiero sul suo "impressionante turnaround" che neppure le pi? fantasiose e rosee previsioni del Lingotto avrebbero saputo azzardare. "Un grande regalo di Obama" sussurra qualcuno. "Il riconoscimento delle nostre capacit?" dicono altri.

Per tutti a Torino ? il semaforo verde da parte della Casa Bianca verso l'accordo annunciato il 19 gennaio e che tra un mese potrebbe trasformarsi definitivamente nella nascita di un colosso dell'auto italo-americano da 4 milioni di vetture all'anno. La notizia della svolta, destinata a rivoluzionare l'industria mondiale dell'auto devastata dalla crisi, arriva in Italia intorno alle 12, ora americana, di ieri. Per il Lingotto ? una sorpresa, non tanto per i contenuti riferiti all'alleanza quanto per il riconoscimento dei risultati eccezionali degli ultimi cinque anni. Parole di apprezzamento e di incoraggiamento a finalizzare una solida alleanza con Chrysler alle quali Sergio Marchionne risponde, ringraziando pubblicamente il presidente Obama a nome di tutto il management del Gruppo Fiat. "Siamo fermamente convinti" dice l'ad del Lingotto "che le tecnologie ecologiche e le piattaforme per vetture medio-piccole sviluppate da Fiat giocheranno un ruolo fondamentale nel ricostruire uno stretto rapporto tra i marchi del Gruppo Chrysler e i consumatori americani".

Marchionne immaginava questa carta a suo favore giocata da Obama? Forse. Si limita a far presente questa alleanza oltre che a rafforzare la solidit? finanziaria dell'azienda americana e salvaguardare posti di lavoro negli Stati Uniti "riuscir? ad accelerare in modo significativo gli sforzi per produrre veicoli a basso consumo, portando quindi a un pi? rapido rimborso dei fondi pubblici messi a disposizione dalla societ? americana". Dopo di che restituisce la cortesia alla Casa Bianca ricordando che "i colloqui con la task force del presidente Obama sono stati serrati ma leali". E aggiunge un messaggio: "Siamo convinti di poter conseguire un risultato che, assegnando la giusta priorit? alla restituzione dei fondi dei contribuenti, dar? un futuro credibile a questo settore industriale che ? cruciale per l'economia". "Siamo davvero felici che Fiat possa giocare un ruolo chiave in questo importante sforzo". Si conclude cos? la dichiarazione di Marchionne che viene affidata alle agenzie intorno alle 19 di ieri, al termine di un pomeriggio che lo ha visto impegnato in colloqui con i collaboratori che seguono il capitolo Chrysler e telefonate con il presidente Luca di Montezemolo e il vice, John Elkann, attualmente in America. A quell'ora ha chiuso anche la Borsa che non sembra aver recepito il messaggio dagli Usa avendo "punito" il titolo Fiat con un calo di oltre un 9 per cento e una chiusura a quota 4,77.

Ma in quella che al Lingotto ricorderanno come una giornata memorabile l'attenzione pi? che su Piazza Affari ? concentrata su Washington. Adesso in casa Fiat hanno trenta giorni per chiudere con la Chrysler e sessanta per capire che cosa succeder? in GM e come sar? ridisegnata l'industria dell'auto negli Usa e nel mondo. Marchionne lo aveva anticipato all'assemblea degli azionisti di venerd? scorso quando, anche se a Torino non lo ammettono, aveva gi? qualche sentore su come sarebbero andate le cose in America. Ora ha la certezza nel senso che sa che l'epicentro della grande risacca dell'auto sono gli Stati Uniti. E certo ai vertici Fiat non dispiace di essere su questa scena. A Torino sanno che la mossa di Obama ? importante per affrontare il nodo della sovraccapacit? produttiva che imporr? presto un ridimensionamento del numero dei players.

E anche per i colloqui con altri interlocutori che continuano ad andare avanti, con particolare attenzione al versante francese dove i contatti con la Peugeot proseguono. E forse ora possono prendere una direzione diversa e meno problematica per i torinesi . Nel mondo si producono 94 milioni di vetture: ce ne sono almeno 30 in pi?, come risultato di una capacit? produttiva di un terzo superiore alla domanda del mercato. Questo vuol dire che o si riduce drasticamente il numero dei competitor o si procede a fusioni e ristrutturazioni. Con una novit?: il delicato processo vedr? sulla scena attori nuovi, ovvero i governi che hanno un ruolo importante nel finanziare la lotta alla crisi.

Questo vale per gli Stati Uniti ma anche per l'Europa dove gi? qualche governo ha preso decisioni autonome, come ha fatto Sarkozy. E' uno squilibrio che la Fiat continua a sottolineare indipendentemente dalla partita americana. Quando i vertici del Lingotto ripetono che gli aiuti devono essere dati in modo da non creare ingiuste posizioni di favore di fatto chiamano in causa il governo italiano. Anche se lo fanno indicando come decisiva una politica mirata a livello europeo. Che per? sinora non si ? vista. E che potrebbe riproporsi se, come dice qualcuno a Torino, la crisi dell'auto sar? portata al tavolo del G20.

http://www.repubblica.it

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Ferruccio de Bortoli designato direttore del Corriere della Sera

Milano, 30 marzo 2009 - RCS MediaGroup informa che il Consiglio di Amministrazione di RCS Quotidiani S.p.A., riunitosi in data odierna sotto la Presidenza del prof. Piergaetano Marchetti, all?unanimit? ha designato per la nomina a direttore del Corriere della Sera il dr. Ferruccio de Bortoli, gi? direttore del Corriere dal 1997 al 2003. Il Consiglio di Amministrazione di RCS MediaGroup, pure riunito in data odierna si ? all?unanimit? espresso favorevolmente. Il dr. de Bortoli si insedier? compiute le prescritte procedure.

Il Consiglio ha espresso vivo apprezzamento al dr. Paolo Mieli per l?attivit? svolta in contesti spesso delicati e complessi e per la disponibilit? a continuare, nelle forme che saranno concordate, a collaborare con il Gruppo, che ha verso il dr. Mieli profondi motivi di gratitudine.

In una situazione congiunturale di particolare gravit? per l?editoria, tutto il gruppo RCS ? impegnato a sostenere con energia e determinazione l?eccezionale e rinnovato impegno che oggi si richiede per assicurare al Corriere ed al sistema editoriale che ad esso fa capo la miglior efficienza e cos? un futuro al passo con i tempi. Una sempre maggior autorevolezza, basata anzitutto sulla qualit? e sull?indipendenza, costituiscono, anche in questa fase, cardini essenziali per continuare la gloriosa tradizione di leadership della testata.

Per maggior funzionalit? in questa impegnativa opera, su proposta del dr. Perricone, Amministratore Delegato di RCS Quotidiani, societ? che comprende anche le attivit? spagnole, il Direttore Generale di quest?ultima dr. Giorgio Valerio assume la qualifica di Amministratore Delegato per le attivit? italiane.

Il Consiglio di RCS MediaGroup ha ricevuto dal Presidente del Patto di Sindacato la comunicazione della lista dei candidati, che il Presidente del Patto depositer?, nei termini prescritti, per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di RCS MediaGroup (che si proporr? sia composto da 21 membri). La lista che si proporr? ? composta dai signori: Piergaetano Marchetti, Antonello Perricone, Raffaele Agrusti, Roberto Bertazzoni, Gianfranco Carbonato (Indipendente), Claudio De Conto, Diego Della Valle, John Elkann, Giorgio Fantoni (Indipendente), Franzo Grande Stevens, Berardino Libonati (Indipendente), Jonella Ligresti, Giuseppe Lucchini, Paolo Merloni, Andrea Moltrasio (Indipendente), Renato Pagliaro, Carlo Pesenti, Virginio Rognoni (Indipendente), Alberto Rosati, Enrico Salza e Antonio Segni (Indipendente).

Il Presidente del Patto ha pure comunicato unanime pieno consenso del Patto medesimo sull?indicazione del dr. Ferruccio de Bortoli per la direzione del Corriere della Sera.

http://www.rcsmediagroup.it

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Inviato (modificato)

Ipotesi Lapo: complotto di Moggi dietro il suo scandalo cocaina

Domenica 25 Febbraio 2007 alle 14:06 - ciccio85

Dopo tutte le accuse subite da Luciano Moggi a causa dello scandalo calciopoli, adesso ci si mette anche Lapo Elkann. Che i rapporti tra il brand-Manager della Fiat e l?ex dg. bianconero non fossero mai stati ottimi era risaputo, ma nessuno poteva pensare che si potesse arrivare a questo punto.

In un?intervista al giornale New York Times Lapo Elkann ha dichiarato: ?Una settimana prima dell?overdose, avevo litigato con Moggi?. E poi apre nuovi scenari su quella tragica sera in cui Lapo rischi? di perdere a vita: ?Come si spiega che ci fosse gi? un fotografo ad attendermi in ospedale quando sono arrivato in ambulanza??.

Pur non dicendolo espressamente, Lapo ha ipotizzato un complotto da parte di Moggi, per il quale stava diventando una persona un p? troppo scomoda. Moggi, infatti, non sarebbe rientrato nei piani della nuova operazione ?Smile? pubblicizzata da Lapo.

Lapo era, infatti, convinto che l?allontanamento di Big Luciano potesse essere una buona mossa di marketing prima del lancio della nuova operazione pubblicitaria. Non si ? fatta attendere, comunque, la replica di Moggi: ?mai litigato con Lapo Elkann?.

Sar? vero quanto dichiarato da Lapo o si tratta soltanto dell?ennesima dichiarazione del giovane ribelle della famiglia Agnelli? Certo ? che tutti i fatti che stanno intorno alla Juventus nel periodo compreso tra la fine del 2005 e la scorsa estate (non dimentichiamo anche il caso Pessotto), si coprono sempre pi? di mistero?

http://www.angolosport.com/ipotesi-lapo-co...ocaina-241.html

Roba vecchia, ma visto che l'ho trovata volevo condividere con altri.

Modificato da CRAZEOLOGY

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Fiat, incontro al Ministero

POMIGLIANO D'ARCO - E? in corso di svolgimento a Roma l?incontro tra i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm Farina, Rinaldini e Regazzi, ed il sottosegretario al Lavoro Gotti. I sindacati stanno discutendo con il sottosegretario l?ipotesi di prolungare il ricorso alla cassa integrazione ordinaria dalle 52 alle 104 settimane, cos? da scongiurare il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Un incontro che prelude a quello del 9 aprile, quando le segreterie sindacali nazionali incontreranno il ministro Scajola nell?ambito di un tavolo di confronto con Confindustria per discutere degli aiuti al settore auto. Al tavolo non parteciper? Fiat, perch? non ha ancora presentato un serio piano di rilancio in primis per lo stabilimento campano, in forte crisi. Nel frattempo gli operai del Giambattista Vico diffondono un documento, proveniente dal maggiore sindacato metalmeccanico serbo, che critica aspramente l?accordo capestro firmato dall?azienda torinese con lo stato serbo per la ricostruzione di una fabbrica. Una partnership per la produzione di 300mila vetture entro il 2011 in cui per? l?azienda torinese starebbe, secondo il sindacato serbo, tenendo una condotta da ?grande padrone?, con investimenti pari a zero. Commenta Gerardo Giannone, Rsu Fiat: ?E? un accordo truffa, siglato sulla testa degli operai. Ci piacerebbe discutere con gli operai serbi, e creare con loro occasioni di incontro ed iniziative su queste vicende che in un certo senso ci accomunano?.

http://www.ilnolano.it

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Fiat mette le ali, Marchionne continua a trattare

NEW YORK - Le trattative vanno avanti: gli incontri dell'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, negli Usa proseguono. E il mercato crede nel manager italo-canadese: il titolo Fiat segna il maggior rialzo della sua storia, guadagnando in chiusura il 27,12% a 6,75 dollari. In una sola seduta il titolo ha visto crescere il proprio valore di oltre un euro rivendendo i livelli di ottobre 2008. A disposizione per chiudere un eventuale accordo con Chrysler c'? tempo fino al 30 aprile: sembra plausibile - secondo fonti di mercato - che i trenta giorni concessi dall'amministrazione Obama siano troppi per giungere a una conclusione, ma allo stesso tempo sembra improbabile una chiusura molto ravvicinata.

Marchionne - secondo indiscrezioni - dovrebbe ripartire in serata dagli Usa, per poi farvi ritorno nei prossimi giorni o settimane. Con la task force designata dall'amministrazione Obama per supervisionare la ristrutturazione di Detroit e con l'amministratore delegato di Chrylser, Robert Nardelli, Marchionne starebbe definendo i punti cardine dell'alleanza, ritenuta l'unica strada per la sopravvivenza della pi? piccola delle case automobilistiche di Detroit. A mettere a punto i dettagli dell'accordo dovrebbe invece essere la squadra di Marchionne.

Da sciogliere in vista di una conclusione positiva delle trattative ci sono diversi nodi: dall'accordo con i sindacati alla ristrutturazione del debito. Secondo indiscrezioni la nuova ipotesi di alleanza fra Fiat e Chrysler prevedrebbe il Lingotto al 20% e non al 35% come stimato nei mesi scorsi. La casa torinese potrebbe salire fino al 49% a patto che restituisca prima interamente i fondi pubblici incassati da Chrysler. Rientrano in questa partita le quote di Cerberus (80%) e di Daimler (20%): secondo l'amministrazione Obama il fondo di private equity dovrebbe ridurre drasticamente la propria quota. Daimler ha gi? annunciato mesi fa la propria intenzione di disfarsi della sua partecipazione. I vertici di Cerberus, che puntano a salvare il salvabile, avrebbero incontrato la scorsa settimana la task force: al centro dei colloqui non solo la riduzione della quota in Chrysler ma anche un'eventuale fusione fra Chrysler Financial e Gmac, la divisione finanziaria di General Motors di cui controllano il 51%.

Da un'alleanza con Fiat, Chrysler ha diverse cose da guadagnare. "Non ? da sottovalutare la spinta psicologica di avere Marchionne nel board. Popolare nell'industria automobilistica, Marchionne - afferma il Wall Street Journal - ha saputo dare una svolta a Fiat e potrebbe dar prova di essere un leader illuminante, in contrasto con le relazioni tese che esistevano fra i management di Daimler e Chrysler ai tempi della fusione" conclusasi nel 2007. Fiat, inoltre, ? forte in termini di distribuzione sia in Europa sia in sud America, a livello di modelli non ci sarebbero sovrapposizioni e, inoltre, il Lingotto mette sul piatto tecnologie indispensabili, soprattutto trasmissioni che possono tagliare radicalmente le emissioni di Co2.

http://www.ansa.it

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avete visto l'intervento di Grillo a exit contro RCS, Telecom, ecc?

Ha detto che i giornali di rcs sonos enza credibilit? perch? hanno dietro poteri forti e banche

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avete visto l'intervento di Grillo a exit contro RCS, Telecom, ecc?

Ha detto che i giornali di rcs sonos enza credibilit? perch? hanno dietro poteri forti e banche

Visto.

Ha fatto una lunga sparata.

Non finiva pi?...

Ha colpito chiunque, destra, sinistra, economia, industria, banche...

Mi ha fatto molto riflettere il fatto che su La7 abbiano permesso.

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FIAT D?AMERICA - DATE A MARPIONNE I RITAGLI STAMPA SULL?INFAUSTA SPEDIZIONE DELLA DAIMLER ALLA CONQUISTA DI CHRYSLER, CHE LA STAVA PORTANDO ALLA ROVINA - L?IRONIA DI FRESCO: "UN AFFARE ECCELLENTE. PER CHRYSLER ? L?ULTIMA ANCORA DI SALVATAGGIO...

FIAT IN CHRYSLER - ACHTUNG: GI? I TEDESCHI CI SI SONO FATTI MALE

www.blitzquotidiano.it/

Che la Fiat prenda un pezzo di Chrysler ? una cosa che fa piacere e inorgoglisce molti italiani. E il fatto che a guidare la Fiat ci sia un capo che ? italiano solo nel cognome pu? aiutare a sfatare la tradizione non certo felice delle imprese italiane (con le dovute eccellenti eccezioni) e Fiat in particolare, quando si sono avventurate fuori dei confini nazionali.

Ma se pensiamo, come molti in Italia pensano, che i tedeschi siano pi? bravi di noi, allora ? bene che Sergio Marchionne si tenga sul tavolo una collezione di ritagli stampa che riassumano l'infausta spedizione della Daimler in terra d'America, proprio alla conquista della Chrysler, che la stava portando alla rovina.

L'industria dell'auto americana ? l? da ben prima che un'automobile viaggiasse sulle strade italiane. E gli americani saranno pur sull'orlo del fallimento, ma sono stracarichi di orgoglio nazionale e di disprezzo verso gli italiani. E dobbiamo sempre pensare che, disperati e con l'acqua alla gola, anche i migliori degli uomini possono fare cose strane. Un piccolo esempio delle possibilit? di "incomprensione" che possono nascere ( e di cui Daimler conserva ancora il ricordo) ? di pochi giorni fa, quando Chrysler ha scritto nel suo sito ufficiale che Fiat, rilevando il 35 percento, si sarebbe anche accollata una analoga quota dei debiti.

Era mossa per rendere pi? gradita l'invasione dei "maccheroni", agli occhi dei lavoratori americani, guidati da sindacati molto pi? duri e di sinistra dei nostri. Deve esserne nata una rissa internazionale, se alla fine Chrysler ha fatto marcia indietro, come racconta il pezzo linkato sotto dal sito Huffington Post

Se l'accordo andr? a buon fine, tutti ne saremo contenti e il fatto che la Fiat possieda una quota importante di quello che risulter? il sesto complesso automobilistico del mondo vale una vittoria ai mondiali per l'orgoglio nazionale.

Ma l'entusiasmo che anima molti ambienti italiani, a cominciare dai giornali, non sembra giustificato. La Fiat intanto ha gi? dovuto dire che prender? per iniziare solo il 20%. A fronte dell'apporto delle sue tecnologie, valutate tra gli otto e i dieci miliardi di dollari. Poi il governo americano ha gi? detto che se la Fiat vorr? crescere nel capitale Chrysler, dovr? mettere denaro contante e se la Fiat vorr? assumere il controllo del colosso con sede tra Torino e Detroit, la Fiat Chrysler dovr? prima restituire allo stato americano tutti i soldi che questo gli ha dato: i quattro miliardi di dollari gi? concessi e i sei che arriveranno se non ci sar? invece il fallimento.

Tutti in Italia probabilmente fanno il tifo per Fiat. Ma, se si leggono le analisi degli esperti americani, questi parlano di accordo impossibile, di tempi troppo stretti, di unica possibilit? per Chrysler quella di impiegare i 30 giorni concessi dal governo usa per fare pulizia in casa e prepararsi alla bancarotta.

Con un'ipotesi che pu? essere la migliore per Fiat sotto certi aspetti: quella che Fiat compri gli asset buoni da Chrysler prima che questa fallisca. Ma in questo caso non ci sarebbe apporto di tecnologie, che ? una versione elegante del carta contro carta o del cani contro gatti: in questo caso da Torino dovrebbero partire ordini di pagamento importanti.

L'IRONIA DI FRESCO FIAT: "UN AFFARE ECCELLENTE. PER CHRYSLER... affare eccellente?

Fresco: il Lingotto si rafforzer? all'estero ma a Torino serve un partner forte

Paolo Madron per "Il Sole 24 Ore"

Loro due si conoscevano bene. Un po' perch? Paolo Fresco, prima di diventare nel '98 presidente della Fiat, aveva speso gran parte della carriera oltreoceano, alla General Electric dove, per la serie com'? piccolo il mondo, lavorava alle sue dipendenze Bob Nardelli, l'attuale capo di Chrysler.

Ma soprattutto perch? con Richard Wagoner, il padre padrone della General Motors brutalmente silurato lo scorso fine settimana dal presidente Obama, nel 2000 Fresco aveva trattato l'alleanza con Fiat. Compresa la fatidica "put" che obbligava la casa di Detroit a comprarsi tutto il Lingotto, e che quattro anni dopo il neo amministratore delegato Sergio Marchionne avrebbe abilmente monetizzato a vantaggio delle sue casse.

Cos?, adesso che anche il potentissimo Wagoner ha gettato la spugna, abbiamo chiesto a Fresco di raccontarci quei mesi alla Fiat in cui si consum? il brevissimo e sfortunato (per gli americani) matrimonio.

Una volta era il presidente della General Motors che prendeva a schiaffi la Casa Bianca, non viceversa.

In effetti. Ma Obama doveva dare un segnale forte di cambiamento. E cosa c'? di pi? forte se non mandare a casa Wagoner, uno dei manager pi? potenti d'America?

A Torino dovrebbero fargli un monumento solo per il fatto di aver regalato 4 miliardi di dollari alla Fiat senza nemmeno toccare palla.

Di pi?. Sono 4,5 miliardi. Per la precisione 2,5 quando vendetti loro il 20% di Fiat Auto, e 2 a Marchionne per non essere costretti ad esercitare la put sul resto del capitale.

Per avere in cambio un pugno di mosche visto che la loro quota Fiat fu progressivamente svalutata.

E pensi che nell'accordo concluso da Marchionne per liberare Gm dalla put, il Lingotto si riprese anche le residue azioni Fiat, mi pare fosse un 5%, che erano rimaste agli americani.

Cornuti e mazziati. Eppure, nonostante i 4,5 miliardi gettati dalla finestra, nessuno all'epoca os? chiedere la testa di Wagoner. Pensare che quella di un suo predecessore, Robert Stempel, rotol? per molto meno.

No, non bisogna essere ingenerosi, perch? fin da subito Wagoner si ? trovato alle prese con una situazione difficile. I problemi di Detroit li ha ereditati, poi che non li abbia affrontati con la necessaria rapidit? e determinazione ? un altro discorso. Ma resta un bravo manager, e una persona onesta.

Dov'? caduto?

Su due ostacoli. Il primo gliel'hanno messo i sindacati di Detroit, dove il costo complessivo della manodopera ? pi? del doppio di quello che paga la Toyota nelle sue fabbriche americane. L'altro, ma pi? che ostacolo fu insipienza, di non essersi mosso prima. In fondo ? quello che gli imputa Obama, alla luce del fatto che Gm e Chrysler sono gi? da anni tecnicamente fallite.

Da un punto di vista simbolico un reale fallimento di Gm sarebbe per? devastante per l'immaginario americano.

Avrebbe delle enormi implicazioni emotive. Ma se voltiamo indietro ? fallita anche Pan Am, che era una delle industrie simbolo del sistema, il cui emblema era il grattacielo newyorkese su Park Avenue. Il tempo guarisce tutte le ferite, anche quelle che a tutta prima fanno pi? male.

Quando fece la famosa put con gli americani, era per evitare che si comprassero subito tutto?

Al contrario. Ero io che avrei voluto vendere tutta Fiat Auto. And? cos?. Io volevo un matrimonio con una societ? pi? grande di cui la famiglia Agnelli fosse socio di minoranza, e stavo trattando la cosa con Daimler arrivando a un passo dall'altare.

Perch? voleva vendere?

Perch? quello dell'automobile ? un business che appartiene al passato, che ? molto maturo e con una capacit? produttiva che supera di una volta e mezzo la domanda.

Solo che l'Avvocato non voleva passare alla storia per il liquidatore di una gloriosa storia centenaria.

Infatti mi chiese di cercare una soluzione in cui avremmo mantenuto il controllo. E io gli ho portato l'operazione con Gm. Ma ho insistito perch? venisse inserita una clausola che in futuro avrebbe consentito alla Fiat di vendere tutta l'Auto. Gli americani, se pur in minoranza, erano un socio molto ingombrante. Di qui la famosa put.

Che Wagoner accett? senza colpo ferire?

Tutt'altro. Loro si rendevano conto che firmavano una clausola che andava tutta a nostro vantaggio. Ma io ne feci una condizione sine qua non.

Come mai non riusc? a convincere Agnelli che era meglio vendere tutto?

Forse perch? non sono stato abbastanza bravo. Ma mi consola pensare che anche Enrico Cuccia qualche tempo prima aveva fallito nello stesso intento di farlo vendere ai tedeschi. E poi l'Avvocato in questa sua resistenza aveva alleato Paolo Cantarella, il suo amministratore delegato.

Ma suo fratello Umberto era invece d'accordo con lei.

A quell'epoca Umberto non contava nulla. Comunque ? vero che quando ne parlavo con lui lo trovavo d'accordo con le mie tesi. E poi bisogna dire che quella con Gm non si configurava certo come un'operazione svantaggiosa per Fiat.

Guardando all'agonia del colosso di Detroit, si potrebbe parafrasare all'incontrario, cio? che ci? che va bene per Gm non va bene per l'America.

Se Obama ha deciso di salvarla dimostra che tuttora quello che va bene per Gm va bene per l'America. Solo che stavolta l'Amministrazione ci ? andata dentro a piedi uniti.

E Fiat, che chiamando la fatidica put doveva essere inghiottita da Gm, ora si compra la Chrysler. Un buon affare secondo lei?

Chrysler ? in pessime acque, e questa ? una bella operazione se vista come occasione per rafforzare la presenza di Fiat nel mondo. Ma non ? la soluzione strategica in tema di alleanze. Se pensiamo che Fiat abbia bisogno di trovare un partner forte, quello non ? certo la pi? piccola delle Big Three.

E vista da Chrysler?

Un affare eccellente, anche perch? ? l'ultima ancora di salvataggio cui si possono aggrappare.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-4923.htm

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CRISI? QUALE CRISI! BIG COMPENSI PER GLI INDUSTRIALI (BATTONO I BANCHIERI) - CHE INTROITI STRAORDINARI PER TUNIOLI (8,3 MLN) MAJOCCHI (7,9) E GABETTI (6,6) - IN FRANCIA LA CACCIA DEI DISOCCUPATI FURIOSI AI ?MAGNAGER?: ACCADR? ANCHE DA NOI?

GIANNI DRAGONI PER "IL SOLE 24 ORE"

...

Nel gruppo Fiat sono dimezzati gli stipendi di Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne (circa 3,4 milioni ciascuno).

...

Tuttavia anche nel 2008 ci sono casi di incrementi di buste paga, oltre ai primi tre della graduatoria. Gianluigi Gabetti ha avuto dall'exIfil (ora Exor) un ?emolumento straordinario? di 5 milioni (ne ebbe un altro di 20 milioni nel 2005) e ha totalizzato 6,67 milioni.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-4916.htm

Tabella:

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...fc-a304b1bfe88c

4? Gabetti 6.672.000

16? Marchionne 3.418.600

18? Montezemolo 3.328.200

37? Blanc 2.210.000

51? Sant'Albano 1.569.000

56? Winteler 1.319.000

86? Franzo 1.014.000

97? J. Elkann 925.700

106? Marrone 832.000

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Pace a casa Agnelli per il matrimonio di Ginevra Elkann

TORINO 03/04/2009 - Il gran giorno sta arrivando. Ginevra Elkann, 29 anni, ultima figlia di Alain e Margherita Agnelli, il prossimo 25 aprile sposer? nella villa di nonna Marella a Marrakech il nobile trentacinquenne Giovanni Gaetani Dell?Aquila D?Aragona (una linea della famiglia ? imparentata con i Nasi), erede di uno dei casati pi? antichi d?Europa. L?annuncio ufficiale pochi giorni fa con un ricevimento al romano Circolo della caccia a Palazzo Borghese. C?erano tutti: pap? Alain con la moglie Rosi Greco, i fratelli John e Lapo, la zia Susanna e, soprattutto, la mamma Margherita. Un dettaglio questo non passato inosservato. Perch? ormai come ogni avvenimento nel clan di Villar Perosa, va pesato ogni singolo comportamento per cercare di sbrogliare la matassa degli assi ereditari: con la presenza della madre, Ginevra conferma il suo ruolo diplomatico all?interno della famiglia.

Margherita

? stata lei per prima, infatti, a riallacciare i rapporti con Margherita, assai deteriorati dopo le sue aspre contestazioni alla gestione dell?eredit? del nonno Gianni delineata dai due fiduciari di famiglia, l'ex presidente dell'Ifil Gianluigi Gabetti (prima di lasciare a John Elkann) e il legale Vittorio Chiusano.

La festa a moncalieri

A conferma dell?esito positivo del suo lavoro di ricucitura dei rapporti con i membri di casa Agnelli, Ginevra ha fatto stampare sulle pubblicazioni matrimoniali anche il nome di Margherita, e alla festa dedicata a chi non potr? recarsi in Marcocco, prevista dopo il matrimonio il 9 maggio a Moncalieri, non ? detto che arrivi anche la primogenita dell?Avvocato, lontana da Torino da parecchio tempo (oggi vive a Ginevra con il marito Serge de Pahlem e i figli da lui avuti).

L?appuntamento subalpino, nella villa degli Elkann a Moncalieri, dovrebbe essere anche l?occasione per confermare la gravidanza della sposa, che dar? alla luce un figlio entro e non oltre l?estate. Niente timore: anche mamma Margherita spos? Alain con il pancione (aspettava John).

Il futuro

Sar? solo allora che dovr? decidere se restare a casa (a Torino, a Roma o Parigi?) a fare la mamma, o continuare nelle sua attivit? e nei suoi progetti: quello cinematografico, la sua passione, di portare sul grande schermo la storia tratta dal libro ?Piazza Carignano? di pap? Alain su un ebreo fascista. Quello artistico cui tiene molto nel ruolo di vice presidente della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli al Lingotto. E ancora: quelli nel consiglio di amministrazione del Castello di Rivoli, nell'advisory board di ?Christie's?, nel comitato acquisizioni della ?Fondation Cartier? di Parigi. A lei la scelta. Di certo, con tutti questi impegni, non s?annoier?.

http://milano.cronacaqui.it

.penso

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L'incendio alla Fiat di Palermo non ? stato un caso

I vigili del fuoco hanno escluso l'ipotesi di corto circuito

Non ? stato un cortocircuito a provocare l'incendio di ieri alla sede della Fiat di Palermo di via Imperatore Federico. I vigili del fuoco hanno infatti accertato il normale funzionamento delle centraline elettriche. La circostanza ha indotto i tecnici ad ipotizzare, nella informativa consegnata alla magistratura, il reato di incendio. A questo punto i vigili del fuoco e la polizia scientifica - entrambi indagano su delega dei pm - dovranno accertare se si sia trattato di un fatto colposo, cio? se le fiamme siano state incautamente provocate da qualcuno, o se il rogo sia stato appiccato intenzionalmente. Luned? i tecnici svuoteranno il magazzino, che ? sotto sequestro, e cercheranno i reperti utili a stabilire quale sia stato l'innesco del rogo. Gli accertamenti sono limitati ad un'area ristretta dell'immobile dalla quale, secondo i vigili del fuoco, si sarebbero propagate le fiamme.

http://www.siciliainformazioni.com

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Ntv scalda i motori: l'alternativa alle Fs

Italia, anno 2011. Il primo viaggio del treno 'Italo' cambia la storia tricolore del trasporto ferroviario. Non si tratta di un improvviso viaggio nel futuro, ma dei primi dettagli del programma di Ntv, Nuovo Trasporto Viaggiatori, la societ? fondata da Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone. Un'azienda fondata per inserirsi nel mercato dei collegamenti ferroviari ad alta velocit? per creare la prima vera alternativa a Trenitalia.

A dispetto del nome del primo treno, per?, non si tratta di un gruppo tutto italiano: nella compagine azionaria ? infatti presente anche il gruppo ferroviario francese Sncf, che ha rilevato il 20 per cento delle quote, portando in cambio un know how ritenuto fondamentale per il successo dell'iniziativa. L'accordo, come pi? volte ribadito, ? stato definito nel rispetto delle norme europee e nazionali e quindi non configura alcuna forma di controllo da parte di Sncf.

L'obiettivo di Nuovo Trasporto Viaggiatori ? raggiungere una quota di mercato del 20 per cento entro la fine del 2013, o nei primi mesi del 2014. Per quanto riguarda invece gli investimenti, Montezemolo ha sottolineato che "600 milioni di euro sono stati gi? spesi, mentre per la data in cui partir? il primo treno, la previsione di investimento ? pari a un miliardo di euro". La spesa di Ntv per l'utilizzo delle rotaie sar? di 140 milioni l'anno. "La compagnia - ha aggiunto il presidente - lancer? il suo servizio nel 2011 e intende trasportare 10 milioni di passeggeri l'anno entro il 2015".

Le tratte principali su cui operer? Ntv saranno Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli-Salerno, Roma-Bari e Roma-Firenze-Bologna-Venezia. Quanto alla flotta, questa sar? composta da 25 nuovi treni Alstom ad altissima velocit?.

http://www.ttgitalia.com

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Fiat-Chrysler, Marchionne rifinisce piano e team Vendite boom in Brasile

Rientrato ieri dalla missione negli Stati Uniti, Sergio Marchionne ha subito riunito al Lingotto i manager pi? vicini per fare il punto sull?operazione Chrysler. Incontrati i vertici del gruppo americano, i rappresentanti del Tesoro, i leader del sindacato Uaw e le banche, l?amministratore delegato di Fiat ha tempo fino al 30 aprile per stilare un piano che vada incontro alle richieste dell?amministrazione Obama. ? il top manager di Torino, infatti, il punto di riferimento della Casa Bianca.

Al Lingotto, intanto, si lavora parallelamente sul team che, una volta ottenuto l?auspicato via libera alle nozze con gli americani e incamerato il finanziamento di 6 miliardi di dollari, si occuper? concretamente degli sviluppi dell?alleanza.

Marchionne a parte, i manager pi? coinvolti nell?operazione dovrebbero essere Alfredo Altavilla, in qualit? di responsabile degli accordi internazionali del gruppo e di Fiat Powertrain Technologies; Harald Wester, capo di tutta l?ingegneria del gruppo; Gianni Coda (acquisti); nonch? Stefan Ketter, che sovrintende agli impianti produttivi. A questo proposito l?ultimo numero di Business Week, in un lungo articolo dedicato al matrimonio italoamericano, oltre a ricostruire le tappe del recente risanamento del Lingotto, disegna Marchionne sia come il salvatore del gruppo di Auburn Hills sia come il futuro capo di una Chrysler sotto l?egida torinese.

Il jet privato della Fiat ? comunque pronto a ridecollare da Caselle per gli Usa in qualsiasi momento. ?La sensazione - dice una fonte vicina a Chrysler - ? che la situazione possa sbloccarsi prima del 30 aprile, intorno a met? mese. Poi la palla passer? alle due case per la definizione di tutti i dettagli?. A Torino, l?ad di Fiat Group ha intanto trovato un clima pi? che mai positivo con il titolo reduce dal balzo record del 27% di gioved?, il maggiore nella storia del gruppo. Scontati i realizzi di ieri che, comunque, non hanno impedito alle azioni di restare in prossimit? di quota 7 euro, toccando nel corso della seduta un massimo di 7,04 euro. La giornata si ? chiusa con una nuova crescita del titolo dell?1,78% a 6,87 euro; gli scambi hanno interessato circa lo 0,6% del capitale. L?andamento ? stato sostenuto anche dalla ripresa del comparto automobilistico a livello europeo salito mediamente di 3,3 punti percentuali. Durante la settimana, Fiat ? stata comunque la vera star del mercato (pi? 30,54%) sull?onda anche degli elogi pubblici arrivati direttamente dalla Casa Bianca.

Il momento favorevole del Lingotto, sottolineato dai dati di vendita di auto registrati in Italia, Germania e Francia, ha un appendice sudamericana. In Brasile il marchio italiano ? risultato a marzo il pi? richiesto, con 42.568 veicoli consegnati, seguito da Volkswagen (40.251), General Motors (29.303) e Ford (22.603). Complessivamente le immatricolazioni di nuovi veicoli sono aumentate, rispetto a febbraio, del 36,1 per cento.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=341305

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Anche su fiaz.

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MARPIONNE COMINCIA A METTERE LE MANI AVANTI SUL MATRIMONIO DEL SECOLO

? curioso che sia proprio la "Stampa", il quotidiano della Fiat, a buttare ombre sull'accordo con l'americana Chrysler.

Eppure ieri sul giornale di Torino ? apparso un articolo molto dettagliato sulle difficolt? che le banche americane starebbero creando nei confronti dell'intesa tra Torino e Detroit.

Sergio Marpionne ? tornato dall'America e sta rimettendo insieme in queste ore i tasselli dei numerosi incontri che ha avuto con il capo di Chrysler, Bob Nardelli, e con la task force di Obama.

Non tutti i pezzi del puzzle sembrano andare al loro posto perch?, secondo il resoconto della "Stampa", ci sono colossi del calibro di JP Morgan Chase, Goldman Sachs, Citigroup e Morgan Stanley che si oppongono alla conversione in azioni di circa 5 miliardi di dollari prestati a Chrysler. Addirittura si insinua che agli istituti (tra i quali JP Morgan Chase ? il pi? ostile) potrebbe convenire l'ipotesi della bancarotta e la liquidazione dei beni societari piuttosto che la ristrutturazione del debito.

Il manager italo-canadese dal pullover sgualcito l'aveva detto sin dall'inizio che l'intesa sembrava un biglietto della lotteria, e dopo il viaggio a Detroit e Washington ? tornato al Lingotto con un quadro preciso dei problemi che la Fiat dovr? affrontare.

Da una parte ci sono i circa 7 miliardi da restituire alle banche, dall'altra debiti con i fondi pensione del potente sindacato dell'automobile (Uaw) per circa 10,6 miliardi.

Ma c'? anche un'altra questione che pu? bloccare l'operazione e riguarda le risorse che Marpionne e la Sacra Famiglia degli Agnelli dovranno investire per portare in porto la grande alleanza. Non ? pensabile infatti che un'intesa di questa portata si possa realizzare a costo zero. Sul tavolo bisogner? mettere nei prossimi due anni una valanga di quattrini e trasferire a Detroit manager e quadri in grado di installare le piattaforme che la Fiat vuole portare in matrimonio come carta vincente.

E qui nasce il problema degli uomini, cio? dei manager e delle risorse professionali che da Torino, oppure dalla controllata americana New Holland, dovrebbero trasferirsi a Detroit, una questione tutt'altro che semplice e che balza sempre in primo piano quando due grandi societ? si fondono.

L'articolo pubblicato sul giornale della Fiat ha quasi il sapore di un segnale d'allarme ed ? cos? preciso da non sembrare affatto casuale. Forse Marpionne, dopo aver scoperto con sorpresa che Obama possiede una Ford Escape prodotta negli Stati Uniti, comincia a mettere le mani avanti sul matrimonio del secolo.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-5035.htm

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Fiat: da Antitrust multa 100.000 euro per pratiche scorrette

ROMA (MF-DJ)--L'Autorita' garante della concorrenza e del mercato ha comminato una sanzione di 100.000 euro a Fiat Group Automobiles per pratiche commerciali scorrette.

La sanzione, si legge nel bollettino Antitrust, riguarda i messaggi pubblicitari relativi alla Fiat Croma, che "facevano erroneamente credere che, nelle condizioni di acquisto dell'autovettura, era usualmente inserita anche una garanzia di 5 anni. Nessun riferimento a clausole di esclusione era contenuto" nelle pubblicita', "ma l'offerta prevedeva delle clausole di esclusione non evidenziate nei messaggi": la garanzia di 5 anni non era infatti prevista per chi avesse voluto destinare l'automobile ad attivita' professionale. "L'omissione" della clausola dai messaggi pubblicitari, rileva l'Antitrust, "riguarda un elemento fondamentale nella valutazione di convenienza che viene effettuata dai professionisti interessati dall'acquisto di un'autovettura per la propria attivita' professionale".

Nel dettaglio, l'Autorita' ha comminato una sanzione di 80.000 euro, portata a 100.000 euro dal momento che Fiat "risulta gia' destinatario di provvedimenti in tema di pratiche commerciali scorrette".

http://www.borsaitaliana.it

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L?operativit? ?mordi e fuggi? su Fiat

Gioved? 2 aprile abbiamo pubblicato un?analisi nella quale parlavamo delle caratteristiche che rendono in questo periodo FIAT un titolo molto appetibile per il trading speculativo di breve/brevissimo periodo (?Fiat, un esempio di moderno effetto sincrono?). Si faceva accenno soprattutto alle condizioni tecniche che rendono il titolo torinese, nella fase attuale, un ottimo strumento speculativo per chi opera con sistemi che intervengono sui break di volatilit? (?volatility breakout?). Facendo seguito a tale analisi, facciamo oggi il punto della situazione sui segnali che i nostri Trading Systems (appartenenti alla famiglia di sistemi citata) hanno generato negli ultimo mese, al fine di fornire una dimostrazione pratica di come la volatilit? stia generando su FIAT ripetuti cicli aventi ampiezza di oscillazione ottimale per i sistemi in oggetto:

- il 13/03 il nostro primo Trading System generava un segnale di acquisto in caso di superamento di quota 4,4 ?. Il giorno dopo il titolo apriva in gap-up (?strappava? al rialzo aprendo ben oltre tale livello), ma il sistema indicava un confine di oscillazione ampio in termini di volatilit?, e si indicava un prezzo limite massimo di acquisto fissato a + 3 % oltre 4,4 ? (cio? quota 4,46). Operando in questa maniera l?ordine di acquisto veniva eseguito intorno alle 10 del mattino, quando FIAT iniziava una correzione sui movimenti intraday (che l?avrebbe portata nel finale di seduta a chiudere bassa a 4,285).

- l?operazione aperta il 13/03 veniva mantenuta in essere fino al giorno 30/03, quando scattava poco dopo l?apertura un segnale di take profit (?prendi profitto?) nel momento in cui le quotazioni scendevano sotto 5,14. L'operazione veniva perci? chiusa con un guadagno del + 14 %.

- la volatilit? spinta e il beta alto continuavano nei giorni successivi a caratterizzare i movimenti sul titolo del Lingotto, annunciando un nuovo break sulla volatilit? di breve. Il giorno 1 aprile il nostro secondo Trading System generava un altro segnale di acquisto con prezzo limite del 3 % oltre quota 5,39 (cio?: ?buy se sopra 5,39 con prezzo limite 5,55?). Qui ? interessante verificare la precisione ?millimetrica? con il quale il metodo del ?compra ma non oltre il 3 %? identificava il confine inferiore del range di volatilit?: il giorno seguente, infatti, FIAT apriva alta a 5,6 facendo subito nei primi minuti una piccolissima discesa fino a toccare il minimo d?apertura a 5,54, per poi innescare nella giornata un fortissimo rialzo. Si comprava quindi in area 5,54 ? 5,55

- l?operazione aperta il 2 aprile veniva chiusa a met? mattinata di venerd? scorso, 3 aprile, quando il sistema generava segnale di ?take profit? a 6,57 ?. Guadagno del + 18,4 % in una giornata e mezza.

Per quanto riguarda la prima operazione, ci troviamo innanzi ad un range temporale e di volatilit? ?classico? per quanto rconcerne l?operativit? su questo tipo di sistemi. Nel secondo caso invece si tratta di un caso particolare di ?compressione del fattore tempo? che ha reso il ciclo velocissimo. Ci? in parole povere significa che quando incassi il + 18 % in una giornata e mezza c?? di mezzo anche la fortuna per ci? che concerne la rapidit? del guadagno, ma in ogni caso, dal punto di vista tecnico, sono dimostrazioni delle ottimali caratteristiche che il titolo continua a mantenere per l'operativit? speculativa con i trading systems del tipo "volatility breakout".

Sergio Nardini, trader resp. www.ShoTrading.com

http://www.trend-online.com

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Oggi sar? presentata in tribunale una memoria della figlia dell'Avvocato

Una cifra ufficiale non esiste. Citata a giudizio anche la madre Marella

"E' di due miliardi l'eredit? Agnelli"

Margherita reclama il tesoro segreto

di PAOLO GRISERI e ETTORE BOFFANO

"E' di due miliardi l'eredit? Agnelli" Margherita reclama il tesoro segreto

TORINO - Sette posti-barca per yacht di grandi dimensioni, tutti nelle localit? di mare pi? gettonate della Francia del Sud, per complessivi sette milioni di euro. Poi due alloggi sino ad oggi rimasti nell'ombra, uno a New York e l'altro a Parigi: altri tre milioni di euro. Infine l'indicazione di un elenco, per ora ancora limitato, di conti correnti e pacchetti azionari mantenuti riservati, a detta di Margherita Agnelli De Pahlen e del suo legale, anche dopo l'apertura della successione del padre: l'Avvocato, scomparso il 25 gennaio 2003. Soprattutto, un primo e ancora approssimativo conteggio del complessivo patrimonio personale di Gianni Agnelli, stimato al 2004, anno dell'unico accordo ereditario tra la figlia del "signor Fiat" e la madre, Marella Caracciolo.

Ancora secondo il legale di Margherita, l'avvocato Girolamo Abbatescianni, e i suoi consulenti finanziari quel "tesoro" sarebbe stato all'epoca di poco inferiore ai 2 miliardi di euro (circa un miliardo e 950milioni). Ma com'? sarebbe stata calcolata questa cifra? Partendo da una valutazione di Forbes del 1990 che attribuiva all'Avvocato un miliardo e 700milioni di dollari di quell'anno. Per rivalutare l'ammontare, si ? poi tenuto conto s? dei movimenti positivi della Borsa, ma anche di due eventi catastrofici: il crollo della "bolla" di internet e l'attacco alle Due Torri dell'11 settembre 2001.

Da questa mattina, tutti i ragionamenti e i calcoli saranno presentati dall'avvocato Abbatescianni nella sua memoria depositata presso il tribunale di Torino, dove riprende l'udienza avviata da Margherita Agnelli contro quelli che definisce i "gestori" del patrimonio del padre: Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e il commercialista svizzero Siegfried Maron.

Nell'udienza civile a porte chiuse, Margherita Agnelli chiede di ottenere il rendiconto esatto dell'asse ereditario. Citata a giudizio ? anche la madre Marella: secondo la figlia solo perch? coerede e dunque interessata al riesame dell'eredit?, secondo i legali della vedova Agnelli con un'azione riprovevole nei confronti dell'anziana madre.

Il procedimento era stato sospeso nel gennaio 2008 proprio perch? Marella Agnelli e Siegfried Maron, invocando la propria cittadinanza elvetica e la definizione in Svizzera dell'accordo sull'eredit?, avevano eccepito la competenza italiana. Il 28 ottobre scorso, invece, la Cassazione aveva dato ragione all'avvocato Abbatescianni e il procedimento ? stato riconvocato per questa mattina. Gabetti e Grande Stevens hanno gi? fatto pervenire al giudice Brunella Rosso le loro memorie difensive: il primo ribadisce con forza e argomenti giuridici la propria estraneit? rispetto alla figura di "gestore" del patrimonio dell'Avvocato, mentre il secondo precisa di aver sempre fornito solo consulenze legali. I difensori di Marella Caracciolo, infine, sottolineano ancora una volta la speranza che da parte della figlia si giunga "a un atto di resipiscenza".

Le prossime udienze sono gi? fissate per il 9 maggio e il 9 giugno ed ? possibile che in quelle occasioni Margherita Agnelli definisca, con ancora pi? ampiezza, la parte del patrimonio del padre che ritiene non sia stata conteggiata. In quel caso, la battaglia potrebbe spostarsi sulla verifica dell'ammontare di quanto la signora Agnelli De Pahlen ha gi? ottenuto nel 2004. Una cifra ufficiale non esiste: si va dai 109 milioni ricevuti da Morgan Stanley a un "molto, molto di pi?" indicato dal figlio John Elkann, vicepresidente della Fiat, in un'intervista del luglio 2007.

(9 aprile 2009)

Repubblica.it

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Compra una Ferrari ma poi si pente: ''Mi ha sedotto la venditrice''

Treviso, 11 apr. - (Adnkronos) - Industriale sottoscrive in concessionaria un contratto per l'acquisto di una Ferrari Scaglietti, valore 160mila euro ma dopo qualche giorno si pente e decide di rescindere il contratto affidando le sue ragioni a un fax dove spiega di essere stato sedotto dalla venditrice della concessionaraia e indotto a firmare. ''Quando ho firmato non ero in me - avrebbe sostenuto l'uomo nel fax, secondo quanto riportato oggi dalla Tribuna di Treviso - la venditrice della vostra concessionaria mi ha prima ubriacato dandomi da bere sette grappe e poi mi ha sedotto con uno strip. Tanto che nella mia auto ha lasciato anche gli slip''.

Cos? oggi l'industriale veneto si prepara a combattere due cause: una civile avviata dalla concessionaria, per l'inadempienza del contratto, e una penale, in arrivo, che la venditrice sembra voler avanzare. Nel primo caso l'azienda sostiene che l'auto e' venduta, e che per sciogliere l'impegno vi e' una salata penale da pagare (il 20% del valore del mezzo cioe' 32mila euro); al contrario l'imprenditore sostiene di aver firmato soltanto una proposta d'acquisto e che pertanto nessuna penale gli puo' essere addebitata. Nel secondo caso l'uomo ha spiegato in tribunale, durante la prima causa, di aver bevuto le suddette sette grappe e di aver assistito a uno strip tease il giorno che si e' presentato per acquistare il mezzo e quindi di essere stato sedotto dalla venditrice: la donna sembrerebbe non aver apprezzato e sta quindi meditando l'azione legale.

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3206024621

:haha::haha::haha:

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ORE 11, ENTRA LA CORTE! MARGHERITA CONTRO GRANDE STEVENS, GABETTI E MARON - "IO NON HO MAI VOLUTO FAR CAUSA A MIA MADRE. ME LO HA IMPOSTO LA LEGGE ITALIANA" - L?EREDE REIETTA DAI FURBETTI DEL LINGOTTO: "? DI DUE MILIARDI" IL TESORO SEGRETO

ORE 11, ENTRA LA CORTE!

Bignamino della prima udienza che si ? svolta questa mattina nel tribunale di Torino, alla presenza solo dei legali, dopo che la Cassazione ha dichiarato che la vertenza sull'eredit? di Gianni Agnelli va svolta su territorio italiano e non su quello svizzero (dove la mamma di Margherita, Marella Caracciolo. ha la residenza)

L'AVVOCATO ABBATESCIANNI DI MARGHERITA AGNELLI DE PAHLEN

ha precisato che quella odierna ? stata un'udienza di rinvio, richiesta dalla legge, per fissare i termini delle nuove memorie.

In merito alla memoria depositata, l'avvocato ha precisato di aver sottolineato che il rendiconto ? necessario per avere un completo elenco dei beni oggetto dell'eredit? ottenendo anche il chiarimento sui conti delle societ? italiane e straniere.

Tale richiesta, avanzata dalla signora Agnelli ai tre amministratori del patrimonio del padre, consentir? di definirne l'ammontare completo e puntuale oltre a quanto gi? diviso nel 2004.

Gli unici veri destinatari dell'azione giudiziaria in corso sono gli amministratori del patrimonio dell'Avvocato Agnelli. L'unico motivo per cui la madre di Margherita, Marella Caraccciolo, ? stata citata ? da ricercare nelle legge italiana, che impone di chiamare in giudizio anche il coerede.

- LA MEMORIA DI MARGHERITA

"Non ho mai voluto far causa a mia madre e tutto quello che ? stato ricamato e costruito sopra questo malinteso non ? che una strumentalizzazione, cercando ancora una volta di spostare l'attenzione dai fattori contingenti".

Sono certa che il rendiconto porter? alla luce conti di altre societ? - in Italia e all'estero - di tale complessit? che dimostreranno come n? io n? mia madre potessimo esserne a conoscenza.

E ancora "l'accordo concluso 2004 era volto a stabilire di nuovo il clima di pace e serenit? famigliare. Ciononostante la pace non ritorna poich? l'opacit? ha prevalso in quell'accordo e non la chiarezza di una comunione ereditaria condivisa."

- LA TESI DELL'AVVOCATO DI FRANZO GRANDE STEVENS

ribadisce di avere svolto, per oltre 50 anni, l'attivita' di avvocato e non quella di gestore del patrimonio di Gianni Agnelli.

- LA TESI DELL'AVVOCATO DI GIANLUIGI GABETTI

afferma che nell'accordo di divisione del 2004, cui egli e' rimasto totalmente estraneo, vi e' una rinuncia di Margherita Agnelli ad ogni pretesa nei confronti di terzi e che tale rinuncia trova applicazione anche nei suoi confronti. Gabetti ribadisce di non essere stato amministratore, ma solo consulente di Gianni Agnelli e, quindi, di non essere tenuto al rendiconto di un patrimonio di cui non conosce la consistenza non avendo neanche partecipato alla sua divisione.

- LA TESI DELL'AVVOCATO DI SIEGFRIED MARON

dichiara di essere stato solamente un dipendente della SADCO, societ? di gestione di patrimoni.

- LA TESI DELL'AVVOCATO DI MARELLA CARACCIOLO

Marella Caracciolo si augura che la figlia abbandoni un'azione considerata "tanto improvvida quanto infondata".

http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/articolo-5144.htm

9 April 2009

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SCAVA SCAVA, GUARDA UN PO? CHI MALCOSTRU? L?OSPEDALE DELL?AQUILA VENUTO GI? - L?APPALTO FU VINTO NEL 1991 DA UN CONSORZIO DI IMPRESE GUIDATO DA COGEFAR-FIAT - NEL 1992 ENZO PAPI, MANAGER FIAT, FU TRA I PRIMI A CONFESSARE LE TANGENTI PAGATE

Ci hanno messo le mani in tanti e per molti anni, e va bene. Anzi, va male. Ma non ? tanto difficile raccontare chi ha costruito il San Salvatore dell'Aquila, l'ospedale venuto gi? come un presepe di cartongesso alla prima scossa di terremoto.

Completata nel 2000, la struttura aveva aperto i battenti nel 1992 e si era man mano ampliata con una serie di appalti successivi. Il principale ? quello vinto nel 1991 da un consorzio di imprese guidato da Cogefar Impresit, il colosso delle costruzioni della galassia Fiat dalle cui ceneri ? poi nata Impregilo. Si trattava di una commessa da 74 miliardi di lire, assegnata dalla Regione Abruzzo, nell'ultimo anno "buono". Ovvero, prima di Tangentopoli.

Nel 1992, per le mazzette volate sui lavori pubblici in Abruzzo, l'intera Giunta guidata dal democristiano Rocco Salini fin? in galera. Ed Enzo Papi, top manager di Cogefar, fu tra i primi a confessare le tangenti pagate per gli appalti abruzzesi, dai lavori sotto il Gran Sasso al disgraziatissimo ospedale (vedi i lanci Ansa del 12 maggio '93).

Tra assoluzioni, depenalizzazioni e prescrizioni se la sono cavata pi? o meno tutti quanti (al solo Salini rest? una condanna definitiva per falso ideologico), ma qui ovviamente non sono in ballo le inchieste del passato.

Se mai la Procura dell'Aquila dovesse chiedersi come sono stati fatti i calcoli del cemento armato, e soprattutto che tipo di materiali ? stato impiegato davvero per costruire un ospedale diventato obitorio, non potr? certo trovare la risposta nelle vecchie carte di Mani Pulite. Per? potr? partire da l?, ovvero da Torino e dintorni, per provare a capire chi e come ha costruito il San Salvatore. E perch? i collaudi sono stati fatti alla "volemose bene". Il bene dei costruttori, non dei pazienti.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-5151.htm

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Mistero sull?eredit? Agnelli:

"Ci sono conti ancora nascosti"

di Tony Damascelli

Il prossimo venticinque di aprile, festa della Liberazione, tutti in Marocco, a Marrakech, nella villa di donna Marella Agnelli, confetti, champagne e partecipazioni XXL per Ginevra Elkann e Giovanni Gaetani dell?Aquila d?Aragona, sposi. Non si parlerebbe d?altro in casa degli Agnelli se ieri mattina, nel sito meno allegro del tribunale civile di Torino, corso Vittorio Emanuele, dirimpetto alle carceri Nuove, non fosse andata in aula la prima udienza, con rinvio da protocollo, della causa intentata da Margherita Agnelli de Pahlen alla madre sua donna Marella di cui sopra e, innanzitutto, ai tre gestori, detti tali, del patrimonio del padre Gianni: trattasi di Gian Luigi Gabetti, di Franzo Grande Stevens e di Sigfried Maron.

Rappresentata dal legale di fiducia e di battaglia, l?avvocato Abbatescianni, la figlia dell?Avvocato ha aggiunto gocce acide a una vicenda gi? avvelenata da qualche mese, chiarendo subito di essere stata costretta alla citazione in giudizio della propria madre: ?Perch? la legge italiana cos? impone per la coerede, ma si ? ricamato molto su questo malinteso, cos? strumentalizzando e cercando di spostare l?attenzione dai fatti contingenti?. Quali sarebbero i fatti contingenti? Elementare, il patrimonio effettivo di Gianni Agnelli, una cifra che si aggirerebbe sui due miliardi di euro e che risulterebbe dall?accertamento di numero 7 posti barca per imbarcazioni di prestigio, non dunque gozzi con tendalino, situati in 7 localit? di prestigio del sud della Francia; quindi un paio di dimore, avrebbe detto l?Avvocato, a New York e a Parigi, di cui non si conosceva l?esistenza, da parte dei parenti stretti e affini, dovrei ritenere; il resto della cifra deriverebbe da calcoli e proiezioni fatte sulla pubblicazione dei redditi dell?Avvocato, apparsa su un numero di Forbes dieci anni orsono: un miliardo e settecento milioni di dollari.

Mettici pure l?11 settembre, mettici la crisi delle Borse e la recessione ma il monte premi si sarebbe ulteriormente gonfiato e dunque Margherita Agnelli si ? stufata di sfogliarsi, vuole la verit? e per voce dell?avvocato Abbatescianni, dinanzi al giudice Brunella Rosso, ha precisato che ? necessario avere un rendiconto del patrimonio del padre che porter? alla luce altre propriet?, cio? societ?, in Italia e all?estero, di tale complessit? al punto che n? lei n? sua madre ne erano a conoscenza. Insomma un raggiro di quelli clamorosi, un gioco delle tre carte per far scomparire una colossale eredit? che non si ? esaurita, stando alla tesi di Margherita, nella suddivisione avvenuta nel duemila e quattro, quando l?accordo era soprattutto ?volto a stabilire di nuovo il clima di pace e di serenit? familiare?, queste ultime sono parole dell?erede ?tradita? che porta poi il colpo al fegato: ?Ci? nonostante la pace non ritorna perch? l?opacit? ha prevalso su quell?accordo e la non chiarezza di una comunione ereditaria condivisa?. Per firmare la pace non sono bastati 109 milioni liquidi che sarebbero stati versati a Margherita, anche se il figlio John, due anni fa, si lasci? andare a una strana frase a commento della vicenda sgradevole: ?Centonove milioni? Di pi?, molto di pi??.

Sar? pi? facile per Fiat raggiungere il patto con Chrysler che mettere d?accordo Margherita Agnelli con Gabetti-Grande Stevens-Maron, il trio che gi? si ? separato nelle tesi di difesa. Maron ha infatti tentato, insieme con donna Marella, di ritenere non competente la giustizia italiana, essendo lui, come la vedova dell?Avvocato, cittadino svizzero, richiesta respinta dal tribunale. Franzo Grande Stevens ha ribadito di avere svolto soltanto consulenze legali, infatti veniva chiamato l?avvocato dell?Avvocato; infine Gian Luigi Gabetti dice di essere totalmente estraneo alla gestione del patrimonio personale del presidente della Fiat.

Il nove maggio e il 9 giugno prossime udienze. Intanto il venticinque aprile tutti a Marrakech. Non proprio tutti.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=342809

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Margherita non molla sull?eredit? Agnelli

Lorenzo Dilena

Riparte la causa sull?eredit? di Gianni Agnelli. Un primo passo e poi il rinvio a fine giugno. L?udienza ? stata breve, tutta incentrata su questioni procedurali, con la presentazione delle difese delle parti coinvolte e la fissazione dei termini per le nuove memorie. Breve ma sufficiente a Margherita Agnelli, l?unica figlia superstite dell?Avvocato, per mettere nero su bianco una richiesta agli amministratori del patrimonio paterno. Vale a dire, la consegna del rendiconto dell?asse ereditario, con l?elenco completo delle propriet? del ?signor Fiat?.

La tesi sottostante ? che i beni che nel 2004 furono divisi fra Margherita e la madre Marella sarebbero solo una parte dell?eredit? Agnelli. Il cui vero ammontare, sempre secondo i calcoli dei consulenti di Margherita, sarebbe stato vicino a 2 miliardi di euro. Cinque anni fa la figlia dell?Avvocato ricevette invece solo 109 milioni, a sentire lei. ?Molto, molto di pi??, a dire di suo figlio John, attuale vicepresidente della Fiat ed erede designato del nonno. Che in tutta la vicenda ? schierato, con i fratelli Lapo e Ginevra, contro la madre.

?Sono certa che il rendiconto porter? alla luce conti di altre societ?, in Italia e all?estero, di tale complessit? che dimostreranno come n? io n? mia madre potessimo esserne a conoscenza?, ha dichiarato Margherita al termine dell?udienza. Ma l?unica figlia superstite dell?uomo che per mezzo secolo ? stato il padrone e il volto della Fiat ci tiene a chiarire ancora una volta che l?obiettivo dell?azione legale non ? la madre. Citata in giudizio per una ragione ?puramente tecnica?, sottolinea il team di avvocati ingaggiato per l?occasione e formato da Girolamo Abbatescianni, Luigi Guerrieri, Michele Vietti e da Romano Vaccarella. In questi casi, la legge italiana impone di chiamare in giudizio qualsiasi coerede. ?Non ho mai voluto far causa a mia madre - ha precisato Margherita - Tutto quello che ? stato ricamato e costruito sopra questo malinteso non ? che una strumentalizzazione, cercando ancora una volta di spostare l?attenzione dai fattori contingenti?.

Nella memoria depositata ieri ? stato precisato che ?gli unici veri destinatari dell?azione giudiziaria in corso sono gli amministratori del patrimonio dell?avvocato Agnelli?: l?avvocato Franzo Grande Stevens, il manager Gianluigi Gabetti e il gestore di patrimoni Siegfrid Maron. In precedenza, il primo ha detto di essere stato l?avvocato e non un gestore del patrimonio. Maron ha dichiarato di essere stato solamente un dipendente della Sadco, societ? di gestione di patrimoni, mentre Gabetti, manager di fiducia della famiglia torinese, sostiene di non poter rendicontare su un patrimonio di cui non conosce la consistenza. Viene fatto osservare, peraltro, nell?accordo firmato nel 2004 Margherita si impegnava a rinunciare a qualsiasi pretesa verso terzi.

Sul punto, per?, la figlia del signor Fiat rintuzza: l?accordo ?era volto a stabilire di nuovo il clima di pace e serenit? famigliare - ha rimarcato - Ciononostante la pace non ritorna poich? l?opacit? ha prevalso in quell?accordo e non la chiarezza di una comunione ereditaria condivisa?. La vedova Agnelli continua a sperare in un ?atto di resipiscenza? della figlia. Che al momento, per?, appare pi? combattiva che mai. Per il nuovo round bisogner? aspettare la fine di giugno o luglio.

Intanto, come in ogni vera dinasty che si rispetti, ci si potr? concedere una tregua. L?occasione ? il matrimonio di Ginevra, ultima figlia di Margherita e Alain Elkann. Madre e i figli si ritroveranno il 25 aprile a Marrakesh. Ovviamente, tutti nella villa di nonna Marella.

http://www.libero-news.it/articles/view/535331

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Dopo la ?mano tesa? di Gabetti alla figlia dell?Avvocato

Margherita insiste: trattative interrotte, si torna in tribunale

TORINO 10/04/2009 - La battaglia legale continua. Inaspettatamente. Gi?, perch? non pi? tardi di due mesi fa, Gianluigi Gabetti, forse l?unico, vero depositario di tutti i segreti dell?Avvocato, con un?intervista ad un quotidiano nazionale, tese una mano a Margherita Agnelli De Pahlen: ?Troviamo un accordo onorevole e pacifico?, fu il senso delle considerazioni di Gabetti. Non si fece attendere la risposta di Margherita : ?Pronta a farlo, in qualsiasi momento?.

La trattativa

Da allora, ? iniziato un fitto negoziato tra le parti, che si ? intensificato proprio in questi giorni.

La volont?, almeno da parte dei convenuti (Gabetti, Grande Stevens e Maron) era quella di evitare il primo appuntamento davanti al giudice torinese Brunella Rosso, poco pi? che una formalit?, trattandosi del deposito delle memorie di parte, gi? ampiamente diffuse e conosciute prima del ricorso in Cassazione intentato dalla vedova dell?ex Presidente Fiat. Non ci si ? riusciti, ma si confida di arrivare in tempo per il 9 maggio prossimo. Data dell?udienza di fronte al tribunale civile di Torino e nel corso della quale dovr? essere presente la figlia di Gianni Agnelli.

Coincidenze

Una concomitanza, casuale e singolare con un altro appuntamento, gi? fissato per la serata del 9 maggio: il festeggiamento ?postumo? del matrimonio della figlia di Margherita e Alan Elkan, Ginevra. Una giornata torinese, dunque, per la signora De Pahlen che Grabetti, Grande Stevens e Maron vorrebbero limitare alla sola serata.

Una via extragiudiziale ? possibile nella misura in cui Margherit? giudicher? credibile il rendiconto degli ex collaboratori del padre, altrimenti sar? il giudice a procedere alla ?collazione?. ?Il rendiconto - ha detto Margherita - porter? alla luce conti di altre societ?, in Italia e all?estero, di tale complessit? che dimostreranno come n? io n? mia madre potessimo esserne a conoscenza?.

Donna Marella

?L?unico motivo per cui mia madre ? stata citata - ha aggiunto la figlia dell?Avvocato - ? da ricercare nelle legge italiana, che impone di chiamare in giudizio anche il coerede. Non ho mai voluto far causa a mia madre e tutto quello che ? stato ricamato e costruito sopra questo malinteso non ? che una strumentalizzazione cercando ancora una volta di spostare l?attenzione dai fattori contingenti?.

In particolare, i legali hanno precisato che nella memoria depositata ieri si sottolinea come ?gli unici veri destinatari dell?azione giudiziaria in corso sono gli amministratori del patrimonio dell?avvocato Agnelli?.

In merito al documento depositato da Margherita Agnelli, il suo legale, Girolamo Abbatescianni, ha precisato che il rendiconto ? necessario per avere un completo elenco dei beni oggetto dell?eredit? ottenendo anche il chiarimento sui conti delle societ? italiane e straniere.

L?eredit?

La richiesta avanzata dalla signora Agnelli consentir? di definirne l?ammontare completo e puntuale oltre a quanto gi? diviso nel 2004. In particolare, l?accordo di cinque anni fa all?Isola Bella ?era volto a stabilire di nuovo il clima di pace e serenit? famigliare - ha spiegato Margherita Agnelli -. Ciononostante la pace non ritorna poich? l?opacit? ha prevalso in quell?accordo e non la chiarezza di una comunione ereditaria condivisa?

http://www.cronacaqui.it

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FIAT, SCAJOLA: ?MARCHIONNE CI HA RASSICURATO. GLI STABILIMENTI ITALIANI NON SI TOCCANO?

A margine del tavolo di confronto tra sindacati, ministeri dell?Economia e del Welfare, le maestranze scelgono la strada della protesta. ?Avanti per la nostra strada in attesa dell?incontro con Fiat?.

?I sindacati hanno chiesto urgentemente un tavolo con l?azienda:a breve ci? avverr?. Ho sentito poche ore prima dell?incontro l?ad Marchionne il quale mi ha rassicurato sul fatto che ci si sta impegnando per far s? che gli stabilimenti in Italia possano continuare ad esserci?. Testo e musica di Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico seduto a confronto al tavolo di discussione con sindacati e componenti rappresentativi dei ministeri dell?Economia di casa nostra e del Welfare. Il nodo della collusione tra le parti ? rappresentato dalla situazione generale del mercato auto che, nonostante gli incentivi statali, vede nell?indotto di Pomigliano d?Arco pur sempre il punto pi? debole di una catena che stenta a ritrovar la stabilit? d?un tempo.

Intanto, tramite un comunicato gi? diffusosi a macchia di leopardo tra gli ambienti operai, le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno fatto sapere che, a margine dell?incontro con il Governo, confermeranno il programma di iniziative stilato nei mesi addietro, prevedente, entro venerd? 17 aprile, iniziative territoriali e presidio alla sede delle prefetture, nonch? un raffronto pubblico delle rappresentanza sindacali unitarie con i presidenti delle regioni:appuntamento fissato a Roma per gioved? prossimo, 30 aprile. La delusione delle maestranze ? dettata semplicemente dall?assenza al tavolo della discussione di tematiche di capitale importanza circa il loro futuro occupazionale, ovvero il prolungamento della cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane, l?adeguamento della copertura all?80% del salario ed una celere convocazione del tavolo negoziale Governo-Fiat-Sindacato sul piano industriale da redigere per il polo vesuviano in palese difficolt?.

?Gli effetti dei provvedimenti a sostegno del settore auto (eco-incentivi) ha messo in evidenza sia ricadute positive su alcuni modelli dell?auto sia la loro assenza per altri autoveicoli ? si legge in una nota diramata pure sul sito della Uilm ? ovvero per i veicoli commerciali e industriali e per le macchine movimento terra?

Pertanto ? sempre pi? probabile che alla manifestazione organizzata da tutto il settore auto per il prossimo 16 maggio in quel di Torino, confluisca un numero sempre crescente di operai in difficolt?, data la consistenza di una problematica che, giorno dopo giorno, si va arricchendo di nuovi scenari e di particolari che non lasciano far calcoli nemmeno sull?immediato futuro.

Autore: Salvatore Alligrande

http://www.ilmediano.it/aspx/visArticolo.aspx?id=5286

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Le banche al Tesoro sul debito Chrysler:

?Soluzione entro il 30? La scure di S&P

Giorni decisivi per sciogliere il nodo del debito di Chrysler: la riduzione dell?esposizione ? uno dei requisiti fissati dal governo per la ristrutturazione della casa automobilistica. La prima proposta governativa di abbassare l?indebitamento da 6,8 miliardi a 1-2 miliardi ? stata respinta dalle banche, pi? orientate alla soluzione della bancarotta allo scopo di contenere le perdite, tutte impegnate nel tentativo di spuntare maggiori concessioni.

Anche ieri, in proposito, ? proseguito il tour dell?amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, tra Washington, Detroit e New York dove sta incontrando, oltre ai banchieri e ai vertici di Chrysler, il Tesoro e il sindacato Uaw. ?Continueremo a lavorare diligentemente per raggiungere una soluzione prima della scadenza del 30 aprile?, spiega in una nota il comitato dei creditori composto da JpMorgan (a cui fanno capo circa 2,5 miliardi di dollari del debito), Citigroup, Goldman Sachs, Elliott Management e Morgan Stanley.

S&P, intanto, ha tagliato il rating sul debito di Chrysler. L?agenzia prevede che in caso di default i creditori potrebbero recuperare fra il 30 e il 50%. Marchionne, dal canto suo, potrebbe rientrare in Europa a cavallo delle feste, visto che il 15 ? atteso a Basilea, come vicepresidente, all?assemblea di Ubs.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=343053

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MARPIONNE IN USA PER SALVARE IL MATRIMONIO - ?UN GAP MULTIMILIARDARIO? DIVIDE LE BANCHE DALLA CHRYSLER, E MANCANO TRE SETTIMANE ALLA SCADENZA DEL TERMINE DI OBAMA PER LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO - PI? VANTAGGIOSE BANCAROTTA E "SPEZZATINO"?

Salvatore Tropea per La Repubblica

Al Salone dell?auto di New York una Fiat 500 ? stata premiata come "World car design 2009". Il messaggio sembrerebbe benaugurante per l?alleanza tra il gruppo del Lingotto e la Chrysler, se non fosse che essa continua a scontrarsi con le resistenze delle banche creditrici dell?azienda americana.

Ieri il Wall Street Journal ha ha riferito che le trattative tra gli istituti e il Tesoro sono ?a un punto morto?, nel senso che le parti negoziali sarebbero ancora divise da ?un gap multimiliardario?.

Quando mancano meno di tre settimane alla scadenza del termine fissato dall?amministrazione Obama per la ristrutturazione del debito della Chrysler, permane dunque un ostacolo che potrebbe compromettere l?alleanza a cui sta personalmente lavorando in queste ore l?ad Sergio Marchionne, con un team di collaboratori presenti con lui in un tour de force che si svolge tra New York, Detroit e Washington. E dallo scontro in atto sull?indebitamento muove lo schieramento di quanti ritengono siano pi? vantaggiose - naturalmente per i creditori - la bancarotta e un correlato "spezzatino" della Chrysler. Resta da vedere chi possa oggi fare la corsa ad acquistare un qualsiasi asset di un?azienda automobilistica.

Il Wsj, citando fonti vicine alle trattative, ha scritto che i maggiori investitori della casa automobilistica si sarebbero sentiti offesi dall?ultima offerta del Tesoro, cio? il recupero di 15 centesimi per ogni dollaro investito che equivale a un miliardo di dollari a fronte dei 6,8 dell?ammontare complessivo del debito.

Il comitato dei creditori di cui fanno parte Citigroup, Goldman Sachs, Elliott Management, Jp Morgan e Morgan Stanley ha fatto sapere che si continuer? a lavorare per trovare una soluzione. Ma secondo il Wsj alcuni creditori senior avrebbero gi? pronta una controproposta che garantirebbe loro la possibilit? di recuperare fino a 70 cents sul dollaro. Dalla ristrutturazione del debito dipende anche l?assetto societario futuro della casa americana del quale, se si trover? un accordo, potrebbero entrare a far parte le banche, i sindacati e la Fiat.

Attualmente a Jp Morgan fanno capo 2,5 miliardi di dollari del debito, e un miliardo ? sul conto di Citigroup. Goldman Sachs si sarebbe invece disfatta della sua esposizione: ma si tratta di voci come le molte altre messe ad arte in circolazione, per fare pressioni sulla task force governativa e indurla ad accettare la via della bancarotta pilotata. Una soluzione, questa, contro la quale stanno prendendo posizione larghi strati dell?opinione pubblica. Al punto che un gruppo di attivisti ha chiesto ai clienti di Jp Morgan di trasferire in altre banche i loro conto correnti. ?Se Jp Morgan vuole i nostri soldi, allora salvi i nostri posti di lavoro?, si legge sul sito Facebook di un attivista.

Procede con minori difficolt? il dialogo con i sindacati che pure sono creditori attraverso i loro fondi pensioni i quali sono pi? sensibili alla necessit? di difendere l?occupazione (attraverso il fondo pensioni sono esposti per 10,6 miliardi). Non ? escluso che nel corso della prossima settimana possa esserci su questo fronte una svolta decisiva. ? forse questa la ragione che induce il numero due di Chrysler a essere ottimista sull?esito del negoziato.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-5200.htm

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ARRIVI E PARTENZE AL ?SOLE?,?CORRIERE?,TG1:STRONCATI DAlLA VIA TRUCIS DEL BLA-BLA - MIELI VEDE ?QUALCHE BAGLIORE DI LUCE?-DE BORTOLI SI CRITICA E POI SCARICA 205 RIGHE - RIOTTAME: ?QUANDO L?ITALIA GIOISCE, GIOISCE COL TG1, QUANDO PIANGE, PIANGE COL TG1? -

Filippo Facci per Il Giornale

Certi direttori di giornali & telegiornali ormai sono come i personaggi delle opere verdiane: ?Addio, addio? e poi son sempre l?, spesso sempre gli stessi, protesi a ringraziare e complimentarsi tra loro. La cerimonia dei commiati e degli insediamenti ci ha gi? sufficientemente stroncato nei giorni scorsi, a margine dei cambi di poltrona al Tg1 e al Corsera e al Sole 24Ore: ma se il siparietto dovesse ripetersi anche per i prossimi cambi in Rai potremmo davvero non farcela.

Ne pareva consapevole, l'altro ieri, Ferruccio de Bortoli: nell'accomiatarsi dalla direzione del Sole 24Ore ammetteva infatti che ?Questi pezzi non si dovrebbero scrivere?: ma lo stesso pezzo, poi, era di un chilometro e mezzo. ?Anni fa?, scriveva, ?venne a trovarmi un editore che raccoglieva gli articoli di insediamento e di commiato dei direttori dei giornali. C'erano anche i miei. Lo sfogliai e mi misi le mani nei capelli. Una noia mortale. Una distesa di retorica?.

Ecco, appunto: seguiva un elenco sterminato di cose buone fatte dal suo giornale (?Il racconto della crisi finanziaria ? stato esemplare?) e ovviamente non ci venivano risparmiati ringraziamenti per tutti: il presidente Giancarlo Cerutti, l'amministratore delegato Claudio Calabi, e per? anche l'ex amministratore Innocenzo Cipolletta, e per? anche l'ex Giuseppe Cerbone, e per? anche ?l'editore liberale? Emma Marcegaglia, e come dimenticare Luca di Montezemolo? Come non menzionare i vicedirettori Gianfranco Fabi, Edoardo De Blasi, Alberto Oioli ed Elia Zamboni?

De Bortoli, oltretutto, torna al Corriere per la seconda volta al posto del pure bi-direttore Paolo Mieli, di cui a sua volta non avremmo potuto perderci il commiato dal Corsera. Eccolo: ringraziamenti ?alla propriet?, a un editore e soprattutto a una magnifica redazione? e un caloroso benvenuto ?a un professionista coi fiocchi che io ben conosco, Ferruccio de Bortoli?. Bravi, bello.

Seguiva, com'? abitudine consolidata in ogni commiato da direttore moderato, una nota di pacato ottimismo: finalmente ?si intravede qualche bagliore di luce?, ha spiegato Mieli. E meno male che non ha scritto ?luce in fondo al tunnel?, come pure prescrive il galateo del commiato direttoriale: nessuno del resto abbandonerebbe una direzione scrivendo ?vi attende un periodo orribile?.

L'ha confermato lo stesso de Bortoli, nel suo articolo di insediamento al Corriere: ?Quell'Italia che ce la fa?, era il titolo think-positive riferito al Paese e probabilmente a un certo giro di direttori. Di seguito, da contratto, le solite balle istituzionali sul Corriere ?onesto, serio e costruttivo, un'autentica istituzione di garanzia del Paese? senza ovviamente disdegnare un cordiale evviva per l'amico Paolo Mieli che ?questi valori li ha conservati in una fase difficile nel rapporto fra informazione e potere, gli va reso merito?. Bello, bravi.

Per? occorre considerare che al posto di de Bortoli, al Sole 24 Ore, ? arrivato Gianni Riotta direttamente dal Tg1: sotto allora con il suo articoletto di insediamento, pietosamente breve: giusto il tempo di apprendere che sar? felice ?di lavorare nella stagione che trasformer? il mondo? giacch? ?la fine della Guerra Fredda ha avviato un processo tumultuoso di cui si vanno esaminando ora soprattutto gli aspetti negativi, dimenticando, in quella che il poeta Enzensberger chiama "furia della caducit?"... ?. E ce lo facciamo bastare.

Ordunque: il commiato di de Bortoli al Sole (205 righe) e l'insediamento di Riotta al Sole (20 righe) e il commiato di Mieli al Corsera (60 righe) e l'insediamento di de Bortoli al Corsera (120 righe) e in tutto questo manca ancora il fondamentale commiato di Riotta dal Tg1. Lo recuperiamo su Youtube. E doveva essere emozionato, poverino: ?Il servizio pubblico ? cruciale alla libert? dell'informazione nel nostro Paese?. Cruciale alla ? E poi grazie, grazie, grazie: ?Grazie alla Rai, ai colleghi, ma soprattutto voglio ringraziare voi, i miei ultimi giorni hanno coinciso giorno e notte con la tragedia di Abruzzo?. Di Abruzzo? ?Ringrazio le mie colleghe e i miei colleghi che hanno garantito in questa difficile fase politica equilibrio e raziocinio: il tutto con me, direttore analfabeta di televisione?. Lo dice pure.

?Quando l'Italia gioisce, gioisce con il Tg1, quando si informa, si informa con il Tg1, e quando piange, come voi avete pianto in queste ore, piange con il Tg1?. E ride pure, aggiungiamo. Ma non crediate che ulteriori ringraziamenti vi verranno risparmiati: ?Di questa passione ed entusiasmo io mi... io vi ringrazio. E mi devo scusare con tutti voi per tutte le volte che per mia colpa e per mia ignoranza non sono stato capace di essere all'altezza di voi?. Di voi.

?Un pubblico cos? meraviglioso, un pubblico a cui voglio bene, gli voglio bene come comunit?, ma voglio poi bene proprio a tutti voi ascoltatori, a lei a lei e a lei, a te e a te e a te?. Totale: 2 minuti e 9 secondi. Avanti il prossimo.

[13-04-2009]

Dagospia

non so se ridere o piangere...

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