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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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Devo aggiungere altro?

11 Giugno 2008 Blog

"La famiglia Agnelli studia un'iniezione di risorse nella cassaforte Giovanni Agnelli & C. Sapa e chiama Guido Rossi come "garante" super partes per la struttura societaria del gruppo che raccoglie i vari rami ed eredi del gruppo torinese. E' quanto scrive oggi il Sole 24"

CHRISTIAN ROCCA

Scusate piccolo Ot cestistico

mhmhmh.. Magico Crazy, per me numero 1 .amici.rulez.rulez.rulez.rulez.rulez.rulez

ho appena visto la tua nuova firma sotto l'avatar .vaicoltango

sei un LAKERSIANO convinto anche tu :Bacio:.amore.perfect

sin dai tempi dello show time anni 80??

Magic :stima::stima::stima::stima:@@@@@@@@@@

certo quelli erano altri tempi, Kareem, James Whorty, Byron Scott e...... l'occhialuto Kurt Rambis ghgh

per?, oggi, anche the Black Mamba e Super Coach Zen mi fanno letteralmente impazzire :Io:sefz:p@@@@@@@@

per la finale con i Celtics sar? durissima soprattutto per il fattore campo per?

:beg::beg::beg::beg::beg::beg::beg::beg:

e naturalmente I love this game .amore

Fine Ot cestistico riscusate

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E LA FAMIGLIA AGNELLI PREFERISCE SNOBBARE IL RICORDO DI EDOARDO - MARGHERITA HA INVITATO TUTTI, MA ACCANTO A LEI CI SAR? SOLO IL MARITO, FORSE LA FIGLIA GINEVRA, ALLEGRA E SUO FIGLIO ANDREA. E BASTA?

andrea si' e john no

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andrea si' e john no

Furino, c'? anche un altro passaggio interessante...

vorrei sentire il tuo commento....

ma non qui...

meglio nelle segrete stanze...

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poi vi arrabbiate se vi dicono che siete una setta ;)

Ciao,

vista la delicatezza della cosa non mi pare giusto scambiarsi delle opinioni "in pubblico"...

Cmq credo che leggendo l'articolo di Moncalvo hai notato la stessa notizia che ho notato io... ;)

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Lakers, sempre.

Anche quando si perde. :sisi: :sisi:

;)

:sisi::sisi::sisi:

.quoto.quoto.quoto

;););)

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E LA FAMIGLIA AGNELLI PREFERISCE SNOBBARE IL RICORDO DI EDOARDO - MARGHERITA HA INVITATO TUTTI, MA ACCANTO A LEI CI SAR? SOLO IL MARITO, FORSE LA FIGLIA GINEVRA, ALLEGRA E SUO FIGLIO ANDREA. E BASTA?

Gigi Moncalvo per ?DNews?

John farebbe un bel gesto se andasse a ricordare lo sfortunato zio Edoardo e la sua morte misteriosa. Niente autopsia, cadavere intatto dopo un volo di 80 metri nel vuoto, un'inchiesta frettolosa e lacunosa, archiviata in fretta come suicidio senza valutare altre ipotesi. Povero Edoardo. Lui almeno ha smesso di soffrire e di essere umiliato.

http://dagospia.excite.it/articolo_index_41188.html

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Borsa: in marcia la Fiat

(Teleborsa) - Roma, 12 giu - Partenza veloce, anche se non troppo, per il titolo Fiat a Piazza Affari, dopo la brusca frenata della vigilia. Le azioni della casa automobilistica torinese stanno registrando un vantaggio dell'1,04% a 12,4 euro, dopo aver lasciato ieri sul parterre oltre quattro punti percentuali.

Oggi la banca d'affari Lehman Brothers ha migliorato la raccomandazione sul titolo ad equalweight da underweight, con prezzo obiettivo a 15 da 12,78 euro.

http://finanza.repubblica.it/scripts/cligi...amp;codnews=629

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La tragica parabola del sognatore di casa Agnelli in un film

SERGIO BAGNOLI-http://www.rossodisera.info/index.php?option=com_content&task=view&id=2349&Itemid=36

? Senza corona? senza storia? la vita di Edoardo Agnelli da racconto diventa un film. Era una fredda mattina di Novembre 2000 quando sul viadotto Stura nel comune di Fossano un dipendente dell?Autostrada Torino- Savona nota che qualcosa non va.

Le prime nebbioline del mattino, che in quel periodo sono presagio di lunghi inverni nebbiosi da consumare al caldo di una cascina, stanno evaporando. La sul viadotto, dedicato al generale Franco Romano, ? ferma, sulla corsia d?emergenza, una Fiat Croma grigia con i lampeggianti accesi. All?interno nessuno. Sono circa le dieci. Il cantoniere chiama la Polizia stradale che di li a poco far? la macabra scoperta: cento metri pi? in basso, alla base di un pilone nel greto della Stura di Demonte, giace senza vita il corpo di un giovane.

Si tratta di Edoardo Agnelli, il rampollo dell?Avvocato, colui che era stato alcuni mesi prima di fatto estromesso dagli affari di casa Fiat e della Juventus a causa della sua vita poco in sintonia con le esigenze dell?alta finanaza.

Per fare un po? d?ordine nella sua mente si era affidato alle cure di uno psicologo, Alberto Pini, un luminare torinese nel suo settore. Due ore pi? tardi la salma, riconosciuta dal padre, l?Avvocato Giovanni, giace ricomposta all?obitorio di Fossano. La procura della repubblica di Mondov? archivia il caso sotto la dicitura suicidio.

Lo psicologo Alberto Pini riveler? nelle ore successive di essere stato contattato da Edoardo poco dopo le nove di quella mattina. L?Agnelli gli aveva confermato un appuntamento per i giorni successivi.

Anche poco prima di uscire, alle 7.30, da Villa Frescot, la residenza torinese degli Agnelli, Edoardo aveva chiesto alla fidata cuoca quale fosse il men? per il pranzo.

Tutti questi fatti, strani per il comportamento di un aspirante suicida, incuriosirono pi? di uno scrittore tanto che nel 2003 Marco Bernardini dette alle stampe la propria opera dedicata alla vita del fragile figlio di Giovanni Agnelli. ? Edoardo. Senza corona?senza scorta? il titolo. Ora quella fatica letteraria verr? trasposta sul grande schermo grazie al regista Walter Margara. Sceneggiatori del film lo stesso Bernardini e Barbara Viggiano.

Con linguaggio intimista verranno narrate le vicende del giovane Edoardo, il pi? sofisticato, colto e melanconico tra gli Agnelli, da quando and? a vivere negli Stati Uniti, studiando nella speranza di ereditare un giorno l?impero industriale subalpino, fino a quella tragica mattina passando attraverso un suo discusso viaggio nell?Iran dell?ayatollah Khomeini che incontr?. Qualcuno azzard? l?ipotesi che Edoardo si fosse fatto musulmano e che l?ordine di ucciderlo, inscenando poi un falso suicidio, fosse arrivata dal Mossad al fine di assicurare agli ebraici Elkann, alla morte dell?Avvocato, la favolosa successione in casa Fiat. Questa versione dei fatti fu avanzata da Hamad Talebi e dagli studenti musulmani dell?Universit? di Teheran che cinque anni pi? tardi dimostrarono rumorosamente dinnanzi alla nostra ambasciata a Teheran chiedendo la riapertura dell?inchiesta . Ipotesi fantasiosa ebbe a dire pi? tardi il giornalista Massimo Fini, che lo conobbe e lo frequent? a Teheran. Chi sarebbe stato Edoardo Agnelli se solo avesse potuto aver modo di dimostrare le sue capacit?? Questo ? un mistero che il giovane si ? portato appresso in quel tragico volo di otto anni fa. Ora un film, in proiezione nelle nostre sale in autunno cercher? di mettere il pi? possibile i tasselli a posto.

11/06/2008

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AGNELLI: NELLA CASA DI EDOARDO UNA COMUNITA' PER MINORI

"Un giorno decisi di scrivere una lettera a mio fratello, gli chiesi un segno, un arcobaleno, che unisse il posto dove lui si trova ora e noi. Il giorno dopo ebbi come ospiti una coppia di amici con due bambini, un fratello ed una sorella, entrambi mi consegnarono un disegno, un arcobaleno. Mi e' parso un segno molto importante". Cosi', oggi, Margherita Agnelli de Pahlen ha presentato la realizzazione di "Villa Sole", una comunita' residenziale per minori in difficolta', realizzata nella casa dove il fratello Edoardo visse dal 1989 al 2000. "Villa Sole - ha detto ancora Margherita Agnelli - e' nata nel ricordo vivo e presente di Edoardo, mio fratello. Questo progetto, che ora e' realta', e' il frutto di quel profondo e grande amore che Edoardo portava alla vita, agli altri e a tutto quello che lo circondava".

.penso.penso.penso

Una struttura fortemente voluta da Margherita Agnelli che a chi le fa notare che "a volte altre lettere hanno avuto un esito diverso", riferendosi alla questione ereditaria oggetto di una causa, si limita a rispondere "chi lo sa che effetto hanno". (AGI)

(12 giugno 2008 ore 16.22)

http://torino.repubblica.it/dettaglio-news...o-16:22/3166899

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Inviato (modificato)
commenti in ordine sparso:

[*]un'altra cosa che non ? possibile non notare ? che, dal 2006 in poi, accanto alle molteplici celebrazioni dell'Avvocato avvenute tramite pubblicazioni di libri, mostre e quant'altro a cui ? stata data la massima risonanza mediatica, quando invece si tratta di taluni altri membri della Famiglia invece, si fa a gara a chi fa pi? lo gnorri...

...sul Dottor Umberto non mi pare che MAI sia stata fatta una qualsivoglia celebrazione minimamente paragonabile a quelle che sono state realizzate per l'Avvocato....addirittura, ricorderemo tutti come nell'anniversario della sua scomparsa, caduto qualche giorno fa, sul sito della Juventus della cosa si erano praticamente del tutto dimenticati...salvo mettere una pezza MOOOLTO tardiva dopo le disgustate proteste di molti tifosi......

...ora abbiamo notizia di questa occasione, collegata ad un'iniziativa benefica, per ricordare Edoardo, che a quanto pare verr? massicciamente boicottata dalla "Famiglia"...da notare il boicottaggio persino di Marella................

cominciamo a riflettere su queste cose, proviamo a ricordarci per l'ennesima volta della sequenza temporale di tanti avvenimenti importanti per la Juventus e per la Famiglia dal 1990 in poi, e poi mi si venga a dire se non sono giustificati i tanti cattivi pensieri che sono stati fatti da due anni a questa parte in questo forum, ed in modo particolare in questa sezione del forum....

beh questo ? sicuramente il modus operandi della Famiglia da sempre utilizzato.

come non citare il terzo fratello maschio di Gianni e Umberto, del quale non ricordo il nome, ma va.... e credo che quasi nessuno se lo ricordi, n? abbia impressa nella mente una sua seppur fugace immagine,

che, se la memoria non mi inganna, nel qual caso ti chiedo carssimo Alf24 di sopperire alle mie mancanze, mor? in Svizzera internato in un manicomio e fatto sparire addirittura dall'albero genealogico di Famiglia, nonch? da qualsiasi ricordo celebrazione o altro fatto lontanamente legato alla Famiglia

parafrasando l'inflessibile nanny inglese della Real casa, miss Parker, la quale soleva ripetere al piccolo Gianni: ?Don't forget you are an Agnelli?

These are the Agnelli o quello che ne rimane.....

Modificato da BigBear

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.read .read .read(dedicato a BigBear ;) )

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Gabriele Romagnoli: Agnelli. Saga di una famiglia tra potere e destini incrociati

Tratto da ?la Repubblica?, 25 gennaio 2003

LA DINASTIA. Prima di perdersi nel labirinto di generazioni bruciate, promesse non mantenute, codici di comportamento obbligati, il patriarca Gianni Agnelli ha provato a dare alla propria saga familiare una via d?uscita che assomigliasse a un lieto fine. Di tutte le battaglie che ha combattuto questa ? stata la pi? difficile e sfortunata: il senso del dovere, il rispetto della forma e l?invocazione della forza non sono bastati per superare l?intrico dei sentimenti e la potenza del destino. Archivi redazionali e testimonianze personali permettono di ricostruire una vicenda, divisa in tre capitoli, che attraversa un secolo, inizia forgiandosi nell?acciaio e, proprio come questo nostro tempo, si consuma nel segno dell?incertezza e della volatilit? di ogni valore e rapporto.

LA CHIAMATA. In principio era il nonno. E? lui la figura di riferimento, il modello di formazione al quale Gianni Agnelli guarder? quando gli toccher? la successione. Si inscriver? nel cerchio della sua figura, ammettendo di non poterla interamente ricoprire: "Lui era pi? potente di me", dir?, senza rammarico. Questione di tempi e di temperamenti. Il nonno Giovanni apparteneva a un?epoca in cui le forme e le manifestazioni del potere ammettevano minime frammentazioni. E ancor pi? limitate distrazioni: i potenti comandavano, i fatui danzavano. L?immagine contava poco, perch? poco si diffondeva: l?informazione viaggiava lenta e il pettegolezzo usciva raramente di casa. E cos?, quando il nipote ricordava che: "Mio nonno diede un sola intervista in tutta la sua vita, nel 1935, al primo numero di Fortune", segnava un confine netto tra quel personaggio cos? avaro di s? (il cui vero erede fu, in quel senso, Enrico Cuccia) e la sua generosit? nell?apparire, con estrema attenzione al come, con quella naturalezza figlia di una precisa valutazione, quelle battute studiate in anticipo. Gianni Agnelli aveva ammirato il nonno, probabilmente pi? ancora di quanto l?avesse amato. Era, per istinto, diverso da lui. Cerc?, per dovere, di avvicinarsi, perch? quello lo chiam?.

Non era, la chiamata, un atto previsto. Nella linea del potere avrebbe dovuto toccare al padre Edoardo, ma il sortilegio di famiglia che innalza i Giovanni e stronca gli Edoardo, si manifest? quando Gianni Agnelli aveva solo 14 anni, lasciandolo orfano. Raccontano che il nonno Giovanni guard? in silenzio per minuti dieci il cadavere di suo figlio nella camera mortuaria, in silenzio segu? i funerali ("Il ricordo pi? netto che ne ho furono i giocatori della Juventus che si strinsero intorno alla bara", rievocher? Gianni) e soltanto a Villar Perosa, in famiglia, si concesse le lacrime. Anche quello fu un insegnamento per il nipote. Come per i seguaci di discipline orientali le emozioni sono peccati, cos? per gli Agnelli. La rabbia e la sofferenza vanno custodite nella cassaforte del proprio animo, chi non ne ? capace non ? all?altezza del nome che porta. Gianni Agnelli sar? chiamato a dimostrare di aver imparato la lezione del nonno al funerale di chi pi? di ogni altro l?aveva trasgredita: suo figlio Edoardo.

La morte dell?altro Edoardo, 65 anni prima, aveva mutato i destini di famiglia. Al nonno toccava scegliere, dopo l?ineluttabile interludio Valletta, un successore tra i nipoti. Li guard? e i suoi occhi si fermarono su Gianni. A lui cominci? a schiudere le porte che conducevano alle stanze del potere. Con lui si fece improvvisamente severo, mutandosi da nonno a vicario del padre scomparso. "Era autorevole di natura ? ricorder? Gianni Agnelli ? non aveva bisogno di forzare. Era un uomo semplice e sereno, ma capace di incarnare l?autorit?, il potere assoluto". Il giovane nipote, ammesso nel santuario del Lingotto, impar? a riconoscere e rispettare due modi di essere, due abiti: lo stile (suo nonno) e la forza (Valletta). Indosser? il primo, ma sempre ammirer? il secondo, anche negli avversari, eleggendolo a pregio anche di chi, almeno inizialmente, non stim?, come Berlusconi.

Lo stile del nonno era soprattutto forma. Era quella pipa spenta battendola sui gradini prima di entrare nel luogo dove si lavorava e riaccesa solo all?uscita. Era metodo negli orari sempre uguali, senza concessioni alle emergenze. Era rispetto delle controparti, consapevolezza di s?, delle proprie radici (Torino, l?Italia). Era il principio ispiratore per cui l?estetica prevale sempre sull?etica. "Isolato e misterioso", cos? lo vedeva il nipote, come un essere remoto e superiore. Che un giorno lo chiam?. La chiamata fu il punto di svolta della vita di Gianni Agnelli. Tre gli effetti principali.

Il primo: lo trasform?, investendolo di una responsabilit?, che accett? per senso del dovere, qualit? che riteneva fondamentale.

Il secondo: gli insinu? la convinzione che la chiamata fosse il modo in cui l?investitura avveniva, almeno per lui; che il suo destino potesse essere frutto di elezioni nel senso di scelte dall?alto in nome della necessit?; suo nonno fu senatore (come suo fratello), lui senatore a vita per nomina presidenziale e se mai pens? alla carriera politica, la immagin? come esito di un?invocazione del Paese e non della costruzione di un partito.

Il terzo effetto fu la frattura rispetto all?escluso dalla chiamata, il fratello Umberto e l?inizio di una lunga, impossibile e, alla fine vana, promessa di risarcimento.

LA PROMESSA. Gianni Agnelli non percep? mai la scelta del nonno come illegittima. Andava a scapito del fratello, tuttavia e, per quanto si sentisse pi? vocato di lui per l?incarico, gli sembr? necessario non farne per l?altro una sconfitta. Non un?esclusione perenne, quanto meno. Di Umberto non parlava quasi mai ("I miei fratelli? La mia vera amica ? Suni"). Se lo faceva, era sempre in termini positivi. Diceva: "Umberto avrebbe potuto essere un ottimo presidente". Ma non lo fu. Scelto al suo posto, Gianni pens? di dovergli (il senso del dovere) un risarcimento nelle parole (lo stile, la forma) e nei fatti. Quest?ultimo manc?, impedito prima da circostanze che una giustificazione a posteriori (oggetto nella cui fabbricazione eccelleva) gli fece ritenere decisive e poi dall?invalicabile ostacolo del destino.

Gianni and? al volante, Umberto alla ruota di scorta. Il rapporto tra i due vedeva il secondo in soggezione: si alzava in piedi quando nella stanza entrava quello che lui pure chiamava l?Avvocato. Umberto fu senatore elettivo, come il nonno, ma mai "il Senatore". Umberto attese, perch? la consegna del testimone era annunciata, fin troppo, tanto in anticipo da consentire a chi aveva altri piani di ordirli e portarli a compimento. E non avvenne mai. Cuccia e Romiti la impedirono. Misero Gianni Agnelli di fronte alla necessit? di restare per il bene dell?azienda e della famiglia, una sirena al cui canto erano sicuri non sarebbe sfuggito. Agitarono la volont? delle banche, degli investitori internazionali, i rischi connessi a una scelta diversa e, per senso del dovere, Gianni rest?, uccidendo nel fratello la cosa che tiene in vita un uomo: le aspettative.

Come sempre si affann? a cercare un rimborso. Anzi due: uno a breve e un altro a lunga scadenza. Il primo fu affidargli l?Ifil. Voleva essere un atto di pace, apr? la guerra. Una credibile leggenda vuole che, al primo giorno davanti alla nuova scrivania, Umberto abbia cercato nella cassaforte il gioiello da sfregiare per colpire il fratello e l?abbia trovato: la Juventus. Fece piazza pulita, dal presidente all?allenatore, dal magazziniere alla vecchia bandiera Francesco Morini. Assunse l?uomo pi? odiato da Romiti, nuovo alleato per forza dell?Avvocato: Giraudo. Vinse, pure, sebbene sprofondando in una classifica che a lui non interessava e al fratello s?: quella dello stile. Cominci? una serie di scaramucce per interposta persona, che, prima dell?ultimo, imprevisto atto, ebbe tregua alla fine degli Anni 90, quando Gianni riusc? a mettere intorno a Umberto un cordone di uomini di fiducia, accettati perch? l?Avvocato aveva frattanto messo in pratica il gesto risarcitorio di lungo periodo, portato a scadenza la cambiale estrema: annunciato il passaggio del testimone a Giovannino, figlio di Umberto. Non lui, ma sangue del suo sangue avrebbe comunque guidato la Fiat.

La scelta era in realt? facilitata dall?impossibilit? di affidarsi al proprio figlio Edoardo. La vicenda era complicata da una rete di rapporti in cui Giovanni stava a Giovannino come il nonno era stato a lui e Romiti provava, spesso con successo, ad attirare l?erede designato nella sua orbita. Ma poi, lui avrebbe guidato e questo per Umberto sarebbe stato il momento in cui essere ripagato di tutto. Non giunse mai. Giovannino mor? a 33 anni di un cancro rarissimo. Lasciava incompiuto un percorso di esistenza e irrisolto un nodo di famiglia, ormai impossibile da districare.

L?EREDITA?. Insieme, Gianni e Umberto avevano annunciato la designazione di Giovannino. Da solo, Umberto lo seppell?. L?Avvocato era lontano, trattenuto da un malanno fisico. A farne le veci: l?erede negato, suo figlio Edoardo. Di tutti i rapporti familiari questo ? il pi? doloroso, sfociato nella tragedia. Con la coda di un senso di colpa, tanto pi? forte quanto non esibito (guai!) e, infine, letale. Edoardo era il rampollo segnato dal nome e da un Dna incompatibile. Se la regola imposta alla casata era: "Il momento della forza prevalga su quelli del privilegio e della vanit?", Edoardo nella sua congenita debolezza era la trasgressione. Questo il padre colse fin dall?inizio e a questo cerc? di porre rimedio tentando invano di provocare nel ragazzo una reazione. L?aneddotica di partite a cui non veniva portato (lasciato in attesa per sempre, come lo zio), di elicotteri che si alzano in volo senza che il saluto venga ricambiato, sono diventate leggende, ma rivelano forse, pi? che il disinteresse, una strategia, che mai funzion?, di ottenere, almeno per ripicca, una risposta forte. Edoardo non ne aveva. Amava il padre al punto di farsene il doppio. Ma nello scegliere gli strumenti di questa imitazione (il modo di parlare, le telefonate mattutine, la camminata con il bastone) rivelava di conoscere di lui solo gli aspetti esteriori, noti a qualunque lettore di giornali. Non meno fallimentare il tentativo di contrapporsi a lui per scelte di pensiero e modelli di comportamento. Nell?ortodossia degli Agnelli fin? per essere "il talebano Eddy", uno di famiglia che rinnegava i p?nati: il capitalismo e il materialismo americani ("non saranno eterni", profetizz?), la fabbrica ("Non basta pi? produrre bene automobili"), il denaro ("Un mito pericoloso"), perfino, da ultimo, le scelte del padre ("Con la nomina di mio cugino ventiduenne in consiglio d?amministrazione siamo vicini al gesto di Caligola che nomina senatore un suo cavallo"). Perduto tra padri nobili (San Francesco, Gandhi e Martin Luther King) e patrigni ignobili a cui si avvicinava senza difese (da Khomeini a un disturbatore di assemblee Fiat), Edoardo divenne per il padre poco pi? di un problema. La linea di condotta verso di lui fu sintetizzata in una frase pi? onesta che cinica: "Non sono un pedagogo, lascio fare alle persone ci? che vogliono; per Edoardo si tratta di costruire una vita dove non sia in pericolo". Gli cre? intorno una rete di discreti controllori, ma il talebano Eddy aveva intelligenza sufficiente per bucarla spesso, con invii di missive che erano in qualche caso saggi di filosofia e politica non privi di acume, in altri autentici messaggi in bottiglia di un naufrago abbacinato. Poi ci fu l?incidente di Malindi e il labirinto non ebbe pi? uscite se non quelle, incontrollabili, consentite da Internet e quella finale, gi? da un viadotto.

Quando, anni prima, la figlia Margherita rischi? di morire nell?incendio della sua dacia, risvegliandosi in un letto d?ospedale a Parigi si stup? nel vederlo: "Anche lui, sempre cos? impenetrabile, aveva il viso stravolto d?angoscia come un padre qualunque". Nel dare l?addio al proprio figlio, Gianni Agnelli non aveva l?espressione di un padre qualunque, ma quella di un uomo da cui aveva preso il nome, lo stile e le consegne: suo nonno. Era suo nonno che accompagnava suo padre, ma, a differenza di lui, aveva gi? sepolto l?avvenire. Se n?era andato con Giovannino, il nipote.

Per quel futuro l?Avvocato aveva combattuto la sua ultima e pi? temeraria battaglia: quella per riconquistare la Fiat alla famiglia. Pochi, alla fine degli Anni 90, credevano avrebbe potuto battere Romiti e riportare il tesoro nella cassaforte di casa. Lo fece, per lasciarlo come intatta eredit?. Per darlo al figlio di Umberto e chiudere finalmente una partita con troppi sconfitti. Quando sollev? il trofeo, ritenendo alfine compiuta la propria missione, non c?erano pi? successori. Il destino aveva operato l?amputazione dinastica. Fu quasi uno scherno che il "Sunday Times" scrivesse di Umberto come erede vicario del proprio figlio. Non c?era pi? nessuno. Cooptarono John Elkann, un Giovanni almeno, ma se non era "un gesto da Caligola" era comunque una porta che si apriva sulla soglia di un impero al tramonto.

Nell?89 Gianni Agnelli giudic? giunto "il momento dell?addottrinamento", riassunto nella formula "pi? Juventus, meno nipoti". Un decennio pi? tardi si trovava davanti a una squadra che bramava traguardi altri rispetto a quelli da lui indicati, famelica e priva di leader, pronta a staccarsi da Torino e dalla fabbrica, pur di staccare la cedola dei dividendi. Ancora una volta giudic? che il meglio da fare fosse costruire loro una vita dove non fossero in pericolo e li mise la riparo di un ombrello finanziario attraverso un accordo con GM che li garantiva per generazioni.

Non bast?. La sorte non gli ha risparmiato, nell?ultimo atto, a cui assisteva distaccato e stanco nel suo autunno da patriarca, l?inverno dello scontento. In una significativa simbiosi il suo declino ha coinciso con quello della Fiat. Ha visto il fratello Umberto ondivagare in alleanze e strategie in contrasto tra loro, con la storia dell?azienda e con la sua personale. Ha verificato, lui che celebrava la forza, la debolezza, anche d?animo, di tutti quelli che si lasciava alle spalle. Ha cercato estremi rimedi che difficilmente gli sopravviveranno.

Rest? con la moglie, che considerava "un pezzo di s?" e forse per questo amava ("innamorarsi ? da camerieri" resta una delle sue peggiori battute), a combattere l?ultima battaglia. "La mia vita ? stata una scommessa sul futuro", disse. Lascia un?eredit? che nessuno, n? in famiglia n? fuori, ? in grado di raccogliere. Difficile immaginare se l?abbia considerata una sconfitta o una vittoria.

http://www.feltrinellieditore.it/FattiLibr...a?id_fatto=1087

=================

commento:

vedi, carissimo BigBear, quello sopra riportato ? QUEL MODO di raccontare le cose...

...quello che stigmatizzavo io nel mio precedente intervento...

...da CHI fosse ed ? tutt'oggi benedetto, tale modo, ? facilissimo capirlo...

...ed ? quel modo FALSO, BUGIARDO, IPOCRITA di raccontare le cose che abbiamo imparato a capire e a conoscere sempre meglio da quel fatidico maggio 2006 ad oggi...

...a parte altri commenti sul resto dell'articolo, CHE, NOTA BENE, E' DEL GENNAIO 2003 (appena morto l'Avvocato e vivente il Dottore...vedi un po' in che modo miserabile ? dipinto quest'ultimo...con lo stesso solito "stile"...che ne pensi?) vale la pena soffermare l'attenzione su questo passaggio:

"Come sempre si affann? a cercare un rimborso. Anzi due: uno a breve e un altro a lunga scadenza. Il primo fu affidargli l?Ifil. Voleva essere un atto di pace, apr? la guerra. Una credibile leggenda vuole che, al primo giorno davanti alla nuova scrivania, Umberto abbia cercato nella cassaforte il gioiello da sfregiare per colpire il fratello e l?abbia trovato: la Juventus. Fece piazza pulita, dal presidente all?allenatore, dal magazziniere alla vecchia bandiera Francesco Morini. Assunse l?uomo pi? odiato da Romiti, nuovo alleato per forza dell?Avvocato: Giraudo. Vinse, pure, sebbene sprofondando in una classifica che a lui non interessava e al fratello s?: quella dello stile."

questa miserabile mistificazione della realt?, tanto simile nei toni, nei contenuti e nello spirito a quelle che sempre pi? spesso abbiamo avuto modo di conoscere da un paio d'anni in qua, cozza con la semplice constatazione che il Dottor Umberto la guida dell'IFIL la assunse BEN PRIMA di ricevere quella della Juventus...

...e non a caso ho usato il termine "ricevere", perch? se Umberto ebbe la possibilit? di occuparsi della Juventus fu solo a causa della serie di insuccessi che la squadra stava accumulando, serie diventata oltre che imbarazzante sicuramente insopportabile per l'Avvocato abituato ad essere visto pubblicamente come un vincente indiscusso...e la ricevette pure con il "cadeau" delle finanze societarie disastrate da una scellerata politica gestionale che aveva tentato di recuperare il gap sempre pi? marcato nei confronti del milan berlusconiano....

...queste cose noi le conosciamo benissimo....

...vedi un po', invece, come il velinaro articolista tenta di revisionare la storia...

...a beneficio DI CHI, a quel punto, si pu? intuire benissimo....

...e nota bene, carissimo BigBear, soprattutto quell'infame:

"Vinse, pure, sebbene sprofondando in una classifica che a lui non interessava e al fratello s?: quella dello stile."

e non dirmi che non ti ricorda in maniera dannatamente indistinguibile lo "stile" di certe nostre conoscenze del "piano di sopra" nonch? di qualche scribacchino leccac.ulo di certe testate, soprattutto da maggio 2006 ad oggi....

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La stagione delle gare rischia di saltare

MILANO?Altro che ?handicap ?, ?putter? e ?swing?. A Courmayeur quest?estate il golf si giocher? tra tribunali, avvocati e carabinieri. Queste sono le premesse. Ci sono ancora due settimane di tempo per risolvere la questione (la stagione apre il 29 giugno), altrimenti, chi gi? pregustava una rilassante vacanza sul green del Golf Club di ?Courma? (1.600 metri d?altezza) far? meglio a riporre i ferri e dedicarsi ad altro. Che succede tra le buche della val Ferret? La storia, anzi la lotta (di potere) intestina allo storico club fondato negli anni Trenta, inizia un anno fa.

Ripicche, gelosie, piccoli sgarbi contrappongono Riccardo Grande Stevens, figlio dell?avvocato Franzo, presidente onorario della Juventus, e l?industriale tessile biellese Luciano Barbera, presidente del Golf Club dal 1999. I nemici accusano Barbera di atteggiamenti esageratamente formali nei confronti dei soci, di comportarsi da despota, di avercela, in particolare, con Grande Stevens, senza risparmiargli la fidanzata, ripresa per l?abbigliamento non rispettoso dell?etichetta del golf. ?Leggende montane?, ribatte Barbera. Non per Grande Stevens che, con tecnica da guerriglia, inizia a comprare, pezzo dopo pezzo, il terreno su cui si dispiega il percorso: ?Un investimento da 320 mila euro?, dice l?assessore Albert Tamietto. A febbraio Grande Stevens ? proprietario di un terzo del campo ma, soprattutto, di 6 buche su 9 e informa Barbera che il contratto d'affitto del green scade a maggio e lui non ha alcuna intenzione di rinnovarlo. A meno che Barbera non si dimetta. Che non ci pensa proprio dando il l? a una battaglia a colpi di carte bollate che porta i contendenti in tribunale.

La prima udienza ? fissata per il prossimo settembre, troppo tardi per salvare la stagione e gli stipendi degli 11 lavoratori assunti dal Golf Club. Il sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriad e l?assessore regionale al Turismo Ennio Pastoret tentano una mediazione convocando le parti. Risultato? ?Nulla di fatto ?, risponde il sindaco. ?Ormai siamo in una situazione di totale paradosso con toni sopra le righe da parte di tutti. Comportamenti che impoveriscono l?offerta turistica e l?immagine di Courmayeur?. Due giorni fa, l?ultimo atto della vicenda. Grande Stevens invia sul green del Golf Club un geometra per rilevare ed evidenziare i terreni di sua propriet? ?con dei picchetti di legno di 40 centimetri?, denuncia Barbera. Il quale, per tutta risposta, chiama i carabinieri costretti a verbalizzare l?accaduto e a inviare un rapporto alla Procura della Repubblica di Aosta. In attesa della prossima mossa, quest?estate, a Courmayeur, meglio darsi al trekking.

Roberto Rizzo

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.read .read .read(altra chicca spuntata fuori "giocando" con google: )

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Agli Elkann la Fiat e agli eredi di Umberto Agnelli l'IFIL ?

pubblicato: gioved? 19 gennaio 2006 da Luca in: Curiosit? Fiat

Panorama dovrebbe uscire domani con un articolo a pag. 21 intitolato ?EREDIT? CONTESTATE - Sfida in casa Agnelli?. L?articolo, riportato per intero nei forum di Autopareri, ipotizza una spartizione dei beni tra due rami della famiglia Agnelli: agli eredi in linea diretta di Giovanni Agnelli (gli Elkann in primis), titolari del 30% della Giovanni Agnelli S.a.pa., andrebbe la partecipazione nel gruppo Fiat, mentre agli eredi di Umberto Agnelli, titolari del 10%) andrebbe l?IFIL, la finanziaria che contiene le attivit? ?diversificate? (?Ifil ? la societ? d?investimenti del Gruppo Agnelli.

Quotata sul mercato Italiano?).

http://www.autoblog.it/post/2548/agli-elka...o-agnelli-lifil

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...si va sul link dell'articolo ed esce fuori questo:

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Agli Elkann la Fiat e agli eredi di Umberto Agnelli l'IFIL ??!!

Paolo Madron per ?Panorama?, in edicola domani

L'avevamo definita (Panorama del 5 gennaio) una guerra di velluto quella che vede contrapposti gli eredi dell'impero Fiat, tutta giocata dentro regole e doveri cui si deve attenere una dinastia industriale di rango. Felpata, attenta a non debordare con fragore sui giornali. Ora per? quel velluto s'? fatto improvvisamente pi? ruvido, e in alcune parti ispessito. Complice il possibile ritorno sulla scena lavorativa (in quella mediatica ? gi? rientrato a pieno titolo) di Lapo Elkann dopo le note disavventure (che ha come unico sponsor il fratello Jaki, ma ? fermamente osteggiata da Luca di Montezemolo, Sergio Marchionne e Gianluigi Gabetti, ovvero tutta la nomenclatura del Lingotto), si torna a parlare dei futuri assetti del gruppo. E sul tappeto si profila un'ipotesi dagli esiti clamorosi.

Siccome su strategie e governance societaria non c'? accordo tra le componenti della famiglia, meglio spartirsi l'impero e ognuno per la sua strada. Cos? al ramo Elkann, quello che con il 30 per cento ? maggioritario nella Giovanni Agnelli & C, la cassaforte in cui l'Avvocato aveva racchiuso il controllo dell'impero, toccherebbe la Fiat. Agli altri, anzututto agli Agnelli rappresentati nell'accomandita da Andrea e Anna, i figli di Umberto Agnelli, con quasi il 10 per cento delle azioni, tutto il resto. Ovvero le attivit? che fanno capo alla Ifil, quelle che un tempo andavano sotto l'ampio ombrello della diversificazione.

Come si vede, ? la riproposizione del vecchio dualismo che allignava in famiglia fin dai tempi della gestione Fiat di Cesare Romiti, e che in pi? di una circostanza ha dato origini ad aspri scontri interni. Umberto, alla stregua di quanto sostiene oggi suo figlio Andrea, era stato l'interprete di una visione finanziaria: per lui l'automobile era un investimento come tanti, non la passione della vita quale fu per suo fratello, un mestiere da difendere a prescindere. Se l'investimento non rende, bisogna avere il coraggio di rinnegare le ragioni del cuore e abbandonarlo.

Conversando con Il Foglio alla vigilia della contestata operazione di quest'estate che ha rinsaldato il controllo delle famiglia sulla casa automobilistica, Andrea aveva manifestato indirettamente tutta la sua contrariet?. ?Una Fiat meno famigliare e pi? bancaria non ? un dramma? aveva detto. Per poi rincarare: ?C'? un'idea romantica della Fiat che appartiene al passato?. Una posizione che, se sconfitta sul campo, ha comunque fatto proseliti, tanto che oggi il fronte anti Elkann pu? contare sui Rattazzi, in primis Lupo e Cristiano, e su alcuni esponenti di spicco dei gruppi Camerana e Nasi.

Insomma, nonostante l'ottimo lavoro di Marchionne, che ha consentito al Lingotto di uscire dalla drammatica situazione in cui versava fino a solo un anno fa, le divergenze strategiche rimangono tutte. Solo gli Elkann, in particolare Jaki, che Giovanni Agnelli ancora in vita aveva designato suo erede, pensano che l'automobile debba restare il core business, l'attivit? su cui concentrare energie e investimenti. Gli altri eredi invece vorrebbero avere mano libera, forti del fatto che la diversificazione all'interno del gruppo non ? mai stata avara di soddisfazioni.

Per ora sottotraccia, i contrasti potrebbero esplodere in occasione della nomina del presidente della Juventus, poltrona su cui John non disdegnerebbe sedersi. A meno che non si riesca a trovare un compromesso che salvaguardi l'unit? della famiglia. Improbabile, ma non impossibile se a tentare la ricucitura sar? Gabetti, atteso al rientro dopo una malattia.

(postato il 18/01/06, 19.58)

http://www.autopareri.com/forum/mercato-fi...lli-l-ifil.html

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commento?

uno soltanto...OCCHIO ALLE DATE! ;)

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Per ora sottotraccia, i contrasti potrebbero esplodere in occasione della nomina del presidente della Juventus, poltrona su cui John non disdegnerebbe sedersi. A meno che non si riesca a trovare un compromesso che salvaguardi l'unit? della famiglia. Improbabile, ma non impossibile se a tentare la ricucitura sar? Gabetti, atteso al rientro dopo una malattia.

(postato il 18/01/06, 19.58)

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uno soltanto...OCCHIO ALLE DATE! ;)

ciao alf ,le date quadrano col tuo ragionamento.

leggo che gabetti doveva ricucire; dico che gabetti ha strappato.

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ciao alf ,le date quadrano col tuo ragionamento.

leggo che gabetti doveva ricucire; dico che gabetti ha strappato.

ciao furino, chiss? per conto di chi, gabetti, "ha strappato".........

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tranquillo che non ci piove... il fatto e', secondo me, che se qui sul Forum dobbiamo porci l'obiettivo di fare massa critica e di ritrovarci in tanti, allora io mi fermo col mio ragionamento a gabetti che ha strappato.

e su questo mi piacerebbe riuscire a convincere i tifosi di seria A a ragionare insieme; impresa difficilissima.

caro furino, noi siamo gi? in tanti, non temere....e riusciremo ad essere anche di pi?... ;)

...a me, fare massa critica con "i tifosi di serie A" non interessa minimamente, perch? non ci porta da nessuna parte...sar? un illuso, ma una speranziella piccola piccola di vedere messo a posto lo sconquasso di calciopoli, io, ancora la conservo...ed "i tifosi di serie A", con le probabilit? di realizzarsi di questa mia speranziella, c'entrano come i leggendari cavoli a merenda...

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MARGHERITA, TERRA BRUCIATA ? NESSUNO RAMO DELLA FAMIGLIA AGNELLI SI FA VEDERE ALLA CERIMONIA DEDICATA AL SUICIDA FRATELLO EDUARDO ? ?UN ARCOBALENO TRA DOVE STA LUI E DOVE STO IO'?

(ANSA) Ha pianto Margherita Agnelli de Pahlen quando oggi ha parlato del fratello Edoardo. Lo ha fatto nella grande villa che s'affaccia su Torino dalla strada collinare di Revigliasco. La stessa casa dove fratello e sorella trascorrevano le giornate, giocando e studiando negli anni dell'infanzia e che ora proprio lei ha voluto trasformare in una comunita' d'accoglienza per bambini in difficolta'. Gia' ora la abitano in cinque, di cui due stranieri, ma potranno arrivarne fino a nove, tra i 6 e i 14 anni.

Per lei, capelli biondi raccolti, camicetta e giacca color panna su una gonna ampia di chiffon in rosa fantasia, gentile, commossa, dall'inizio alla fine della cerimonia con i lucciconi agli occhi, trasformare la casa del fratello in una struttura residenziale per bambini e adolescenti, spesso soli, spesso sbandati, e' il segno tangibile che cielo e terra possono unirsi. Sono parole sue. Cosi' ne ha infatti raccontato la storia, davanti al sottosegretario al Welfare Eugenia Maria Roccella, all'assessore del Comune di Torino Marco Borgione, al coordinatore dei sei operatori che si curano dei bambini Marco Trabaldo, all'amico di suo fratello Alberto Bini che le e' sempre stato accanto, davanti a decine e decine di persone.

Ha raccontato la storia di una lettera che circa un anno fa ha scritto al fratello morto volando da un viadotto della Torino-Savona, nel novembre del 2000 all'eta' di 46 anni. Un modo per elaborare il lutto, una ferita per Margherita ancora aperta: 'Me lo aveva consigliato un'amica. Scrivigli, mi ha detto, vedrai che in risposta avrai un segno. Allora gli parlai di un arcobaleno tra dove sta lui e dove sto io'. E come un romanzo, come in un film, come nelle belle storie dove il mistero irrompe nella quotidianita', 'il giorno dopo mi vennero a trovare alcuni amici con i loro figli, un fratello e una sorella. Ciascuno di loro mi porto' il disegno di un arcobaleno.

Fu la risposta'. Da li' a pensare che quella dimora incastonata in oltre 26 mila metri quadrati di parco poteva dare riparo, materiale e affetto, ai bambini e ragazzini sfortunati, il passo e' stato breve. Lavori di ristrutturazione per 2 milioni di euro, contatti con le istituzioni, le cooperative che lavorano sul territorio in aiuto ai minori in difficolta' e nel giro di poco piu' di 12 mesi, la casa apriva le porte ai primi cinque ospiti.

Ricevuta in eredita' da suo padre l'Avvocato, Villa Sole rispecchia Edoardo perche' 'era pieno di luce - lo descrive la sorella - pieno di calore, accogliente, gentile, scherzoso, come le luci dell'aurora'. E ora ai suoi otto figli ne aggiungera' altri: 'La mia famiglia e' stata d'accordo con questa scelta - aggiunge Margherita Agnelli - I miei figli l'hanno condivisa. I bambini sono vita, sono il nostro futuro'. E a chi tenta di riportarla tra le faccende meno auliche che la vedono contrapposta alla madre, donna Marella, nella querelle sull'eredita' paterna, lei sorride e glissa. E a chi le fa notare che la lettera al fratello morto ha avuto come effetto una risposta edificante, ma non cosi' altre lettere, lei, pacata come sempre, in egual modo fatalista risponde: 'Gia', ma chi lo sa che risposta avranno?'.

http://dagospia.excite.it/articolo_index_41228.html

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MARGHERITA, TERRA BRUCIATA ? NESSUNO RAMO DELLA FAMIGLIA AGNELLI SI FA VEDERE ALLA CERIMONIA DEDICATA AL SUICIDA FRATELLO EDUARDO ? ?UN ARCOBALENO TRA DOVE STA LUI E DOVE STO IO'?

(ANSA) Ha pianto Margherita Agnelli de Pahlen quando oggi ha parlato del fratello Edoardo. Lo ha fatto nella grande villa che s'affaccia su Torino dalla strada collinare di Revigliasco. La stessa casa dove fratello e sorella trascorrevano le giornate, giocando e studiando negli anni dell'infanzia e che ora proprio lei ha voluto trasformare in una comunita' d'accoglienza per bambini in difficolta'. Gia' ora la abitano in cinque, di cui due stranieri, ma potranno arrivarne fino a nove, tra i 6 e i 14 anni.

Per lei, capelli biondi raccolti, camicetta e giacca color panna su una gonna ampia di chiffon in rosa fantasia, gentile, commossa, dall'inizio alla fine della cerimonia con i lucciconi agli occhi, trasformare la casa del fratello in una struttura residenziale per bambini e adolescenti, spesso soli, spesso sbandati, e' il segno tangibile che cielo e terra possono unirsi. Sono parole sue. Cosi' ne ha infatti raccontato la storia, davanti al sottosegretario al Welfare Eugenia Maria Roccella, all'assessore del Comune di Torino Marco Borgione, al coordinatore dei sei operatori che si curano dei bambini Marco Trabaldo, all'amico di suo fratello Alberto Bini che le e' sempre stato accanto, davanti a decine e decine di persone.

Ha raccontato la storia di una lettera che circa un anno fa ha scritto al fratello morto volando da un viadotto della Torino-Savona, nel novembre del 2000 all'eta' di 46 anni. Un modo per elaborare il lutto, una ferita per Margherita ancora aperta: 'Me lo aveva consigliato un'amica. Scrivigli, mi ha detto, vedrai che in risposta avrai un segno. Allora gli parlai di un arcobaleno tra dove sta lui e dove sto io'. E come un romanzo, come in un film, come nelle belle storie dove il mistero irrompe nella quotidianita', 'il giorno dopo mi vennero a trovare alcuni amici con i loro figli, un fratello e una sorella. Ciascuno di loro mi porto' il disegno di un arcobaleno.

Fu la risposta'. Da li' a pensare che quella dimora incastonata in oltre 26 mila metri quadrati di parco poteva dare riparo, materiale e affetto, ai bambini e ragazzini sfortunati, il passo e' stato breve. Lavori di ristrutturazione per 2 milioni di euro, contatti con le istituzioni, le cooperative che lavorano sul territorio in aiuto ai minori in difficolta' e nel giro di poco piu' di 12 mesi, la casa apriva le porte ai primi cinque ospiti.

Ricevuta in eredita' da suo padre l'Avvocato, Villa Sole rispecchia Edoardo perche' 'era pieno di luce - lo descrive la sorella - pieno di calore, accogliente, gentile, scherzoso, come le luci dell'aurora'. E ora ai suoi otto figli ne aggiungera' altri: 'La mia famiglia e' stata d'accordo con questa scelta - aggiunge Margherita Agnelli - I miei figli l'hanno condivisa. I bambini sono vita, sono il nostro futuro'. E a chi tenta di riportarla tra le faccende meno auliche che la vedono contrapposta alla madre, donna Marella, nella querelle sull'eredita' paterna, lei sorride e glissa. E a chi le fa notare che la lettera al fratello morto ha avuto come effetto una risposta edificante, ma non cosi' altre lettere, lei, pacata come sempre, in egual modo fatalista risponde: 'Gia', ma chi lo sa che risposta avranno?'.

http://dagospia.excite.it/articolo_index_41228.html

? incredibile la forza d'animo di questa donna...

...? una persona DAVVERO notevole.

CHAPEAU!

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Questo comportamento ? la cartina di tornasole per scoprire il livello umano entro il quale si muovono i signorini elkann e la signora caracciolo.

Jaky il "freddo", detto il "padroncino", guidato dai terribili "vecchiacci", le anime nere che gestiscono i capitali di famiglia.

Su donna marella non mi esprimo per mancanza di notizie certe.

Per continuare a gestire il potere all'interno della famiglia hanno fatto fuori tutti, compresi lapo e virginia e riversando tutte le funzioni nella persona dell'ingegnerino.

Chi ? virginia?

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Questo comportamento ? la cartina di tornasole per scoprire il livello umano entro il quale si muovono i signorini elkann e la signora caracciolo.

Jaky il "freddo", detto il "padroncino", guidato dai terribili "vecchiacci", le anime nere che gestiscono i capitali di famiglia.

Su donna marella non mi esprimo per mancanza di notizie certe.

Per continuare a gestire il potere all'interno della famiglia hanno fatto fuori tutti, compresi lapo e virginia e riversando tutte le funzioni nella persona dell'ingegnerino.

Chi ? virginia?
la sorella di lapo e john, forse?

dovrebbe essere Ginevra Elkann,

Virginia potrebbe essere un refuso del Fratello martinvai

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perch?, Margherita esiste per la Famiglia?

:nono::nono::nono::nono::nono:

probabilmente per loro non ? mai nata

Alf24 leggi questa:

- Suni Agnelli, intervistata dopo lo scandalo Moggi: ?Gli juventini veri sono quelli che dicono: quando hai amato una donna la ami anche se poi diventa una tr**a?.

tratto da Estratti dal libro di Marco Ferrante ?Dinastia Agnelli? (Mondadori) a cura del ?Foglio? (del luned?)

http://6ato7opo.wordpress.com/2007/06/24/agnelli-con-le-ali/

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Chi ? virginia?

La mamma dell'avvocato

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La mamma dell'avvocato

alla mamma del''avvocato hanno fatto di meglio....gli hanno portato via i figli........

cerchiamo di non santificare alcuni e fare passare per demoni altri il livello umano di quella famiglia NESSUNO ESCLUSO credo sia uguale a ZERO io ricordo in un'intervista che chiesero all'avvocato che rapporti aveva con i nipoti e lui rispose "praticamente nullo" quando un nonno dice cosi'.............. che tristezza ragazzi

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s?, ho cercato di interpretare il pensiero del fratello Martinvai....

...e poi volevo vedere se eravate attenti....... :haha: :haha: :haha:

sefzsefzsefz

Carissimo Alf24,

per chi ha scelto la pillola rossa - cit. - il livello di attenzione ? sempre molto alto

;);););)

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Un'estate di guai per la Vecchia Signora

Dallo stadio al ritiro di Pinzolo.

Marco Liguori da Liberomercato

La Juventus ? stata trascinata in giudizio dalla Ena4all. La societ? di intermediazione marketing ha presentato lo scorso 29 maggio presso il Tribunale di Torino una querela per l?ipotesi di truffa contro l?amministratore delegato Jean Claude Blanc, il responsabile commerciale Marco Fassone, e la responsabile del costumer service, Barbara Borio. A ci? si aggiunge una causa civile di risarcimento danni, intentata sempre presso il tribunale del capoluogo piemontese, che secondo le indiscrezioni ammonterebbe a circa 500mila euro. ?Noi aspiriamo a una cifra anche superiore? ha commentato a Liberomercato il presidente e azionista al 50% di Ena4all, Dimitris Schetakis. In merito a ci? la Juventus, contattata da Liberomercato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

L?azienda milanese ha adito le vie giudiziarie poich? a suo dire la societ? bianconera l?avrebbe estromessa da un contratto a tre che comprendeva anche la Trentino spa (societ? di marketing territoriale del Trentino). ?Avevamo un contratto di cinque anni con la Juventus per la gestione ? prosegue Schetakis ? del ritiro estivo a Pinzolo, acquistandone i diritti. In seguito abbiamo stipulato un accordo con Trentino spa e la localit? di Pinzolo. Il nostro lavoro consisteva nel favorire il ritiro della Juventus e di coprire con nostri investimenti, per quegli aspetti dell?operazione che Pinzolo e la Trentino spa non riuscivano a coprire?. Tutto sembrava filare liscio, sino alla scadenza contrattuale del 2011, ma non ? stato cos?. ?La Juventus ha deciso di agire diversamente ? afferma il presidente di Ena4all ? e non ha voluto tener presente il contratto firmato con noi e ha stipulato direttamente un?intesa con Trentino spa. Visti i consistenti investimenti sopportati dalla nostra societ?, abbiamo deciso di tutelarci nelle sedi civile e penale?. La societ? milanese sar? quindi esclusa dai ritiri delle prossime tre stagioni. ?Abbiamo creduto nella Juventus anche quando due anni fa ? dice Schetakis ? fu retrocessa in serie B per illecito sportivo: potevamo risolvere il contratto, ma non lo abbiamo fatto?.

Riguardo alla questione dello stadio Delle Alpi, pende ancora il giudizio davanti al Tar Piemonte intentato nel maggio 2006 dal Comune di Venaria Reale, a causa soprattutto del centro commerciale posto nell?impianto della Juve che sorgerebbe a circa 90 metri da quello posto nel comune della cintura torinese. Durante un convegno del 3 aprile scorso il presidente bianconero, Giovanni Cobolli Gigli, e il sindaco del comune Nicola Pollari usarono toni distensivi parlando di collaborazione reciproca. Un clima differente rispetto a quello della riunione del consiglio comunale di Venaria Reale del 19 marzo scorso. Stando al verbale di assemblea, il primo cittadino afferm? che ?la battaglia non ? chiusa, quindi per noi l?aspetto del contenzioso giudiziario contro quella autorizzazione ? ancora aperta?. Pollari prosegu? dicendo ?che l?autorizzazione commerciale prevede che quando lo stadio funziona il centro commerciale sia chiuso e sar? mia cura avvisare l?interlocutore economico, l?operatore economico di Juventus per avvisarlo che per quanto ci riguarda noi i vigili e i carabinieri li manderemo tutte le volte che questa autorizzazione??. Pollari spieg? anche che i vigili e i carabinieri ?non solo li manderemo alla Juventus o al supermercato ma li manderemo anche a chi non controller? da parte del Comune di Torino per omissione magari di atto di ufficio e da parte anche della Regione Piemonte?. Anche sul Delle Alpi, la Juve non ha commenti da fare.

Da Liberomercato del 15 giugno 2008 pagine 1-6 per gentile concessione dell'autore Marco Liguori:

http://marcoliguori.blogspot.com

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MARGHERITA, TERRA BRUCIATA ? NESSUNO RAMO DELLA FAMIGLIA AGNELLI SI FA VEDERE ALLA CERIMONIA DEDICATA AL SUICIDA FRATELLO EDUARDO ? ?UN ARCOBALENO TRA DOVE STA LUI E DOVE STO IO'?

(ANSA) Ha pianto Margherita Agnelli de Pahlen quando oggi ha parlato del fratello Edoardo. Lo ha fatto nella grande villa che s'affaccia su Torino dalla strada collinare di Revigliasco. La stessa casa dove fratello e sorella trascorrevano le giornate, giocando e studiando negli anni dell'infanzia e che ora proprio lei ha voluto trasformare in una comunita' d'accoglienza per bambini in difficolta'. Gia' ora la abitano in cinque, di cui due stranieri, ma potranno arrivarne fino a nove, tra i 6 e i 14 anni.

Per lei, capelli biondi raccolti, camicetta e giacca color panna su una gonna ampia di chiffon in rosa fantasia, gentile, commossa, dall'inizio alla fine della cerimonia con i lucciconi agli occhi, trasformare la casa del fratello in una struttura residenziale per bambini e adolescenti, spesso soli, spesso sbandati, e' il segno tangibile che cielo e terra possono unirsi. Sono parole sue. Cosi' ne ha infatti raccontato la storia, davanti al sottosegretario al Welfare Eugenia Maria Roccella, all'assessore del Comune di Torino Marco Borgione, al coordinatore dei sei operatori che si curano dei bambini Marco Trabaldo, all'amico di suo fratello Alberto Bini che le e' sempre stato accanto, davanti a decine e decine di persone.

Ha raccontato la storia di una lettera che circa un anno fa ha scritto al fratello morto volando da un viadotto della Torino-Savona, nel novembre del 2000 all'eta' di 46 anni. Un modo per elaborare il lutto, una ferita per Margherita ancora aperta: 'Me lo aveva consigliato un'amica. Scrivigli, mi ha detto, vedrai che in risposta avrai un segno. Allora gli parlai di un arcobaleno tra dove sta lui e dove sto io'. E come un romanzo, come in un film, come nelle belle storie dove il mistero irrompe nella quotidianita', 'il giorno dopo mi vennero a trovare alcuni amici con i loro figli, un fratello e una sorella. Ciascuno di loro mi porto' il disegno di un arcobaleno.

Fu la risposta'. Da li' a pensare che quella dimora incastonata in oltre 26 mila metri quadrati di parco poteva dare riparo, materiale e affetto, ai bambini e ragazzini sfortunati, il passo e' stato breve. Lavori di ristrutturazione per 2 milioni di euro, contatti con le istituzioni, le cooperative che lavorano sul territorio in aiuto ai minori in difficolta' e nel giro di poco piu' di 12 mesi, la casa apriva le porte ai primi cinque ospiti.

Ricevuta in eredita' da suo padre l'Avvocato, Villa Sole rispecchia Edoardo perche' 'era pieno di luce - lo descrive la sorella - pieno di calore, accogliente, gentile, scherzoso, come le luci dell'aurora'. E ora ai suoi otto figli ne aggiungera' altri: 'La mia famiglia e' stata d'accordo con questa scelta - aggiunge Margherita Agnelli - I miei figli l'hanno condivisa. I bambini sono vita, sono il nostro futuro'. E a chi tenta di riportarla tra le faccende meno auliche che la vedono contrapposta alla madre, donna Marella, nella querelle sull'eredita' paterna, lei sorride e glissa. E a chi le fa notare che la lettera al fratello morto ha avuto come effetto una risposta edificante, ma non cosi' altre lettere, lei, pacata come sempre, in egual modo fatalista risponde: 'Gia', ma chi lo sa che risposta avranno?'.

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