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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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.read.read.read 

 

15 luglio 2006

 

«Una sentenza brutale che non tiene in conto la verità, nulla»
Giraudo: «E i passaporti? E i Rolex? »
L'ex dirigente della Juventus : «Vado via, ma chi resta non è diverso».
«Tre telefonate hanno cancellato 12 anni di lavoro»
 
MILANO — La sentenza arriva ai bordi di una piscina. Antonio Giraudo ha scelto di trascorrere il suo ultimo giorno da uomo di calcio in vacanza con la famiglia. Ore 21.00, finisce tutto. «Mi sembra così sommario e illogico che non vale la pena neppure di discuterne. Una sentenza brutale che non tiene in conto la verità, nulla». In questi anni l'ex amministratore delegato della Juventus ha accettato di buon grado di recitare la parte del cattivo. Distante, ogni tanto condito con l'arroganza che deriva dal potere, spietato nel tutelare i propri interessi, in quella che ha sempre considerato la sua missione di manager. E in questi giorni di fine epoca si sentiva accerchiato, un po' come lo Scarface di Al Pacino, quello che sbraita contro le persone perbene che lo guardano di sottecchi al ristorante: «Vi serve gente come me, così potete puntare il vostro dito e dire quello è un uomo cattivo. Coraggio, auguratemi la buona notte. E' l'ultima volta che lo vedete un cattivo come me, ve lo dico io». Quello era soltanto un film. Ma adesso che la buonanotte è arrivata per davvero, è dura andarsene a dormire, sentirsi un reietto di quel mondo che aveva dominato. «Tre telefonate con un mio collaboratore, ovvero Luciano Moggi. Gli sono bastate per cancellare dodici anni di lavoro. C'è agli atti la mia rabbia contro Zeman, che continuava ad attaccarci, nient'altro». Ci sarebbero anche le cene con i designatori arbitrali, la promiscuità di un mondo dove ormai ci si muoveva per bande, a pistole spianate.
La spiegazione di Giraudo è di carattere antropologico: «I nostri comportamenti sono stati quelli di chi si muoveva in un mondo educato così. Se io vado a cena a casa sua e lei non mi fa trovare le posate, io mi adeguo ai suoi costumi. E' quel che abbiamo fatto in questi anni, e trovo folle che paghino soltanto alcune persone e alcune squadre per quello che era un comportamento generalizzato». Lui non si pente di nulla. E in quello che va letto come uno sfogo identifica i responsabili dello sfascio: «Il problema era ed è sempre stato nel manico. I vertici della Federcalcio avrebbero dovuto governare i mutamenti del nostro mondo, e invece se ne sono ben guardati. Hanno chiuso gli occhi su tutto. Prima Nizzola, e poi Carraro, che a un certo punto si è trovato tra le mani un potere immenso. Non lo ha mai usato, se non per la propria autoconservazione. Mi hanno detto che ho cercato di tirare in ballo l'Inter. Ma se Oriali, un suo dirigente, e Recoba, un suo calciatore, hanno patteggiato una condanna per la vicenda dei falsi passaporti, non significa che hanno cercato di alterare il risultato sportivo? Noi stessi, e parlo della Juve, abbiamo più volte chiesto un cambio delle regole, ma chi poteva deciderlo è rimasto lì, a guardare». L'amarezza di Giraudo è un frullatore dove finisce dentro il peggio di questi anni: «Abbiamo subito sulla nostra pelle la moratoria sui giocatori extracomunitari, che ci è costata uno scudetto, senza che nessuno della Figc abbia alzato un dito; noi avevamo i bilanci a posto, altri li taroccavano di continuo; c'è stata una società, la Roma, che regalava Rolex da 2-3000 euro agli arbitri. E adesso mi si viene a dire che va tutto bene, che i cattivi siamo soltanto noi?». In sottofondo arriva il rumore dello sciabordio dell'acqua, voci di bambini che gridano, una serenità che mal si intona con l'umore di Giraudo.
L'orgoglio personale, certo, ma anche il dolore per la società che Giraudo ha rappresentato in questi anni. «Ci imputano l'alterazione del risultato di Siena-Juve. Con tutto il rispetto, ma in confronto a noi quella era una squadretta. Noi abbiamo portato quindici nazionali ai Mondiali, abbiamo costruito una squadra fortissima, la più forte al mondo. E adesso la verità che viene consegnata alla gente è che vincevamo grazie a chissà quali sotterfugi. E non dovrei parlare di giudizio sommario? Ci abbiamo messo sette anni per ottenere una assoluzione completa al processo per il doping, qui non mi hanno lasciato parlare neppure per sette minuti. Si decide così di società quotate in borsa, della sorte di dirigenti, tifosi e piccoli azionisti?» La giustizia sportiva è arcaica, dice Giraudo. E' il riflesso di un mondo cambiato in modo profondo e veloce, ma che ha conservato gli stessi abitanti. Qui viene fuori l'orgoglio del manager, c'è forse la spiegazione di quell'arroganza che gli è sempre stata imputata: «Come risposta al nuovo, il calcio ha semplicemente proceduto all'upgrading di chi si occupava di questo sport. Il risultato è che meccanismi delicati, bilanci e interessi da milioni di euro sono stati gestiti da personale inadeguato. Le società hanno tutte direttori generali ridicoli, che non hanno la minima idea di cosa sia un business plan ». Dalla rabbia sorda di Antonio Giraudo traspare una sincera preoccupazione per la Juve. Manca però l'autocritica, il rammarico per qualcosa che si poteva magari evitare. «E' stata volutamente creata un'immagine terrificante di me e della Juventus. L'odio sportivo per chi vinceva molto spesso sul campo si è trasformato in un rancore istituzionalizzato, senza tenere conto del fatto che un conto è l'ambito sportivo».
Dottor Giraudo, andiamo, non ha proprio nessun rimprovero da farsi? «Di cosa sono colpevole? Di aver cenato con gli ex designatori? Nella vita, ogni dirigente ha interesse ad avere conoscenze di livello nel suo settore di competenza. Ma noi non avevamo alcun interesse a comprare le partite. Come hanno dimostrato i Mondiali, eravamo i più forti. Ma questo ormai è stato dimenticato, con il timbro di questa sentenza. La mia immagine personale è stata distrutta. Sono state pubblicate cose private, non attinenti all'indagine. Persino una cosa sciocca come la telefonata tra me e Moggi sull'allenatore dei figli di Roberto Bettega è stata usata per dare giudizi morali». E' tardi ormai. I bambini sono andati a cena e si sente che la piscina è vuota. Giraudo Antonio, 60 anni, torinese, l'uomo più potente del calcio dell'ultimo decennio, saluta la compagnia. Il suo congedo non è da Scarface, ma da uomo ferito: «Io me ne vado, ma ho il dubbio che chi rimane non sia poi tanto diverso da me».
 
 
.ok 
 
Ai tempi Cobolli Gigli era già diventato da un mesetto uno dei più grandi interisti comici della storia, per ordine di John Elkann.  .oddio
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In tribunale a Torino ora sono sicuri: hanno l'inventario completo dei beni dell'Eredità Agnelli. Denaro, reti di istituti bancari e società fiduciarie, una geografia internazionale che va dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche. Tutto ciò che il notaio svizzero Urs von Grunigen aveva messo nero su bianco.

Intestazioni e cifre che vanno di pari passo con il materiale finora trovato dalla Procura della Repubblica, che sarebbe pronta a emettere una serie di rogatorie internazionali. Ma quel che non c'è ha forse un peso ancora maggiore: 138 tonnellate. In lingotti d'oro. Il tesoro più segreto degli Agnelli.

[…]  Il giudice istruttore Nicoletta Aloj scrive che "può ritenersi sufficientemente individuata la documentazione relativa alle operazioni di inventario"  dell'eredità di Marella Agnelli Caracciolo da parte di von Grunigen. Lo fa nell'ordinanza con cui, di fatto, dispone l'interrogatorio di John Elkann (mentre i fratelli Lapo e Ginevra dovranno fornire prove documentali) per chiarire l'esatto ammontare dei beni all'estero, transitati da Marella a lui.

Si tratta di somme presenti in conti Morgan Stanley & Co. a Londra, New York e in Svizzera; la banca Pictet & Cie di Ginevra; Luxembourg Branch in Lussemburgo, l'Hong Kong Branch; il Singapore Branch, e ancora Credit Suisse di Zurigo, società di asset e finanziarie tra Liechtenstein, ancora Singapore, la Svizzera, ma anche la Nomen Fiduciaria di Torino, Mediobanca a Milano e via discorrendo. E qui parliamo della parte in sede civile della lunga contesa che vede Margherita Agnelli, figlia di Gianni, in guerra con i suoi tre figli Elkann.

 

In sede penale la cosa è leggermente diversa. In Procura - dove gli Elkann sono indagati per truffa aggravata assieme al commercialista, e presidente della Juve, Gianluca Ferrero, per la supposta falsa residenza svizzera della nonna Marella - hanno già recuperato una importante mole di documenti e trovato prove di depositi di denaro tra Liechtestein, Isole Vergini Britanniche e Lussemburgo.

Oltre ai famosi preziosi quadri dell'Avvocato, che sarebbero custoditi al Lingotto di Torino, in uffici dell'ex Fca. Per aprire il lucchetto di questi conti, esaminare i passaggi e la provenienza dei fondi - che potrebbero far parte dei famosi fondi neri accumulati da Gianni Agnelli ai tempi della clamorosa falsa Opa Exor -, servono rogatorie internazionali che devono andare a cozzare con il rigido segreto bancario e fiscale di quei paraggi. Le richieste, comunque, starebbero per partire.

Il famoso oro, invece, è un discorso a parte. Che Marella Agnelli avesse un patrimonio personale di 5,8 miliardi di euro è cosa documentata anche dai Panama Papers. Non avendo lei redditi tali, a parte il vitalizio milionario riconosciutole dalla figlia, quei miliardi sono l'eredità dell'Avvocato. Ben più di quanto stimato, ai tempi, a Margherita Agnelli, che poi firmò l'accordo successorio, rinunciando a Fiat e incassando un miliardo e duecento milioni di euro.

Marella era certo - se non lei, di sicuro tramite i fidati consiglieri di Agnelli Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti - a conoscenza del luogo dove sarebbero custodite quelle tonnellate d'oro dalla storia particolare. E che sarebbero passate nella disponibilità di John Elkann. Quando invece, questo il ragionamento di Margherita, sarebbero dovute essere divise innanzitutto fra madre e figlia.

Quell'oro, che ha rappresentato a lungo una leggenda degli Agnelli ma che, con il passare del tempo, trova sempre più elementi di prova, era del Senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat. Lui, che era miliardario all'inizio degli anni 20 (quando fu anche accusato aggiotaggio in Borsa, ma con quei soldi si prese tutta la Fiat) e aveva raggiunto i 40 miliardi di lire alla fine della guerra, aveva cominciato a convertire il proprio denaro in lingotti d'oro da depositare in Svizzera.

Alla sua morte, anche quell'oro, come molti altri beni, passò al nipote Gianni Agnelli. A lui disse di disporre di tutti i beni e decidere lui come dividere fra i fratelli e i parenti. Ma il consiglio, anzi forse l'ordine, fu di conservare una riserva segreta, per le sorti dell'azienda. Comprese le 138 tonnellate in oro. Il cui valore, oggi, viene calcolato in 9,2 miliardi di euro.

L'oro si troverebbe nei caveau del Free Port di Ginevra, di proprietà della società Ports Francs et Entrepots de Geneve: un enorme deposito di valori, automobili, reperti archeologici, la più grande raccolta di opere d'arte del mondo che non può essere vista e chissà quant'altro. L'indirizzo è il quartiere de La Praille, a Ginevra. Ma Margherita, nonostante i suoi avvocati e i suoi investigatori, non ha mai potuto neppure avvicinarsi. Scrive Gigi Moncalvo che, all'avvocato che insisteva per accedere almeno ai documenti - per capire cosa ci fosse lì dentro nella disponibilità della famiglia Agnelli/Elkann - fu detto di andarsene o avrebbero chiamato la Gendarmeria.

Il tesoro del Fondatore, dunque. Quello che Gianni avrebbe potuto dividere fra i fratelli, usare per sostenere la Fiat nei momenti bui - e perché mai, se tanto c'erano i soldi dello Stato fra cassa integrazione e contributi a perdere, il petrolio di Gheddafi e i magheggi di Enrico Cuccia? [...]

Che non compaiano in nessun elenco è chiaro. Ma anche la loro esistenza sembra certa. Così come il fatto che Elkann ne abbia la disponibilità. Tentare una rogatoria internazionale per farsi aprire i lucchetti? L'ultima volta ci provò la Procura di Milano con il Port Franc di Chiasso dove avrebbero dovuto esserci i famosi dipinti "scomparsi". Una volta arrivati lì, però, gli investigatori non hanno trovato nulla. Tutto era stato svuotato per tempo.

 

torinocronaca.it

 

PS

In effetti troppo spesso, io per primo, ci si dimentica che prima di Gianni Agnelli c'è stato suo nonno.

Quella Fiat poi, ossia quella prima della seconda guerra mondiale, non contrastava lo stato fascista, quindi viaggiava bene. 

E anche il nonno del nonno di JE deve aver imboscato molti fondi...  E' possibilissimo.  

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Il 14/3/2024 alle 11:07 , CRAZEOLOGY ha scritto:

«Sarebbe utile avere una lista di amici e conoscenti di Mrs X che viva a G, o che abbia una casa a G»

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-sarebbe-utile-avere-lista-amici-conoscenti-mrs-che-388125.htm

 

 

A me sembra tutto molto chiaro. E' evidente quello che è stato fatto. 

Margherita, come ho sempre detto, è un personaggio molto strano, e della Juve credo gli freghi meno di zero, però su tutte le sue vicende ereditarie ha sempre avuto ragione. Il gatto e la volpe, ai tempi, avevano deciso che forzosamente le cose dovevano andare in una certa direzione, e in funzione di questo hanno costruito e decostruito. 

Mai avrei pensato che tutto sarebbe andato a scatafascio in questo modo. 

Tu sai che detesto John e Andrea ma ti assicuro che Margherita è un personaggio mille volte peggiore di loro. Madre smemorata, pittrice improbabile  e inconsistente, sfornatrice di bimbi a gogò da seminare nel mondo a casaccio.

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7 ore fa, Puma83 ha scritto:

Tu sai che detesto John e Andrea ma ti assicuro che Margherita è un personaggio mille volte peggiore di loro. Madre smemorata, pittrice improbabile  e inconsistente, sfornatrice di bimbi a gogò da seminare nel mondo a casaccio.

 

Lo so.

Ma l'importante è che si crei una situazione nuova, e che la Juve esca da questa situazione di stallo per diventare e ambire come il Real.

 

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Ma una domanda mi sorge spontanea. Magari @CRAZEOLOGY mi dirai se penso male e se faccio bene a farlo. Ma non è che dietro la farsopoli delle plusvalenze c'è dietro tutta questa storia di eredità? Uno scambio in cui la Juventus è stato il pegno per lasciare tranquillo Elkann in tutta questa storiaccia di famiglia? Uno scambio mal riuscito a quanto pare...

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Joined: 24-Oct-2006
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3 ore fa, franco catanese ha scritto:

Ma una domanda mi sorge spontanea. Magari @CRAZEOLOGY mi dirai se penso male e se faccio bene a farlo. Ma non è che dietro la farsopoli delle plusvalenze c'è dietro tutta questa storia di eredità? Uno scambio in cui la Juventus è stato il pegno per lasciare tranquillo Elkann in tutta questa storiaccia di famiglia? Uno scambio mal riuscito a quanto pare...

 

Non lo so.

Diciamo che da quello che si vede dall'esterno sembra abbastanza improbabile, perché se fosse stato come dici tu, a quest'ora Margherita l'avrebbero già messa in una scatola. 

Il fatto che lui sia sotto tiro della magistratura, con tanto di perquisizioni personali, ecc, e che i media stiano riportando tutto con dovizia di dettagli, con fortissime critiche anche riguardo a tutta la gestione industriale del settore automotive, mi fa pensare che non sia così. 

Mi sembra quasi che rispetto anche solo a qualche anno fa, ormai tutti siano non solo sempre contro la Juve, come al solito, ma anche contro tutto il gruppo ed Elkann. 

Perché loro industrialmente, come ho detto tante volte, muovono interi mondi. Il fatto di fuggire gradualmente all'estero, significa togliere soldi dalle tasche di tante persone, di tanti politici, di tante banche, ecc, e creare una serie di problemi a tutta la politica (locale, regionale, e nazionale). Il problema non è solo l'operaio che resta a casa, qui si da parecchio fastidio anche alla casta. 

Così la vedo io, anche se ovviamente potrei sbagliare. 

Ma un clima del genere nei confronti del gruppo in  passato non lo ricordo.  

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Questo, per quelli che pensano che in Stellantis JE non comanda nulla. 

In questo caso comunque ha ragione. Maserati è sacra. E così Alfa Romeo. E così Chrysler negli States. 

Sono marchi che hanno una storia...

Gli do il permesso di dare due schiaffoni all'ad. 

 

.read.read.read 

 

Estratto dell’articolo di Andrea Monticone per https://torinocronaca.it/

 

Qualche frizione fra John Elkann e Carlos Tavares? Sì, perché la lettera sul futuro di Maserati la "firmano" insieme, ma di fatto il presidente di Stellantis costringe il suo amministratore delegato […] a smentirsi.

 

Maserati non si vende e non si aggrega ad altri Gruppi italiani del lusso, ossia Ferrari. Dunque che cosa è successo? Una comunicazione frettolosa durante la comunicazione dei dati della semestrale o strategia? Di certo c'è una cosa: le nuove Maserati […] non saranno solo elettriche, come si pensava, ma avranno il caro vecchio motore termico.

 

Tutto parte da quando, durante la comunicazione dei risultati della semestrale - pessimi, o per dirla con Tavares "inferiori alle aspettative" - Nathalie Knight, chief financial officer di Stellantis, si lascia sfuggire che "stiamo valutando quale sia la casa migliore per Maserati".

 

Che significa cessione? Successivamente arriva Carlos Tavares e dice che "non possiamo permetterci di tenere brand che non siano redditizi" […]. Concetto poi ribadito in una intervista alla Reuters.

 

Ecco perché ieri, il segretario generale della Uilm Rocco Palombella ha mandato una lettera proprio a John Elkann, auspicando il passaggio del brand del Tridente […] a Ferrari per costituire un polo del lusso ad alto contenuto tecnologico. Ma Stellantis […] risponde immediatamente.

 

Una risposta del ceo Tavares "con cui John Elkann ha condiviso la nostra lettera", spiega Palombella, che però sembra portare più l'impronta di Elkann. Ribadendo "L'impegno incondizionato per il brillante futuro di Maserati come unico marchio di lusso dei 14 marchi Stellantis" viene detto che "le dichiarazioni rilasciate a questo proposito non trovano alcun tipo di corrispondenza nel contesto della strategia di Maserati all'interno del piano strategico a lungo termine Dare Forward 203" di Stellantis.

 

Quindi cos'era, un bluff l'altro giorno, una fake news autodiffusa, oppure Tavares ha in mente altri marchi da tagliare? In Alfa Romeo, le cui vendite scaldano poco i cuori al momento nonostante il battage per la Junior e dove la Stelvio è a fine vita e il Tonale non basta, fischiano delle orecchie... Più a rischio ancora c'è Chrysler negli Usa e DS in Francia, dove il brand di lusso derivato da Peugeot sarebbe l'antagonista diretto proprio di Maserati.

 

Fatto sta che "Maserati è in una fase di transizione verso l'elettrificazione con il programma Folgore BEV che sarà integrato da versioni Ice per la Granturismo e ibride per la Grecale, mentre confermiamo che sono in preparazione anche i successori della Quattroporte e del Levante". Dunque, come accaduto per i venti modelli in uscita quest'anno per la stessa Fiat 500, c'è una clamorosa retromarcia sull'elettrico: la Granturismo, prodotta a Mirafiori, avrà il motore termico.  […]

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Eredità Agnelli, gli Elkann in ansia per la società Dicembre dopo il sequestro da 75 milioni

Il provvedimento della procura di Torino apre nuovi scenari sul controllo dello scrigno di famiglia,

che comprende le multinazionali Stellantis, Exor e Juventus

 

22 Settembre 2024 

 

https://quifinanza.it/attualita/eredita-agnelli-elkann-dicembre-sequestro/852498/

 

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NUOVA “SVOLTA” NELL’INCHIESTA SULL'EREDITÀ AGNELLI: LA GUARDIA DI FINANZA HA “BLINDATO” TUTTI I QUADRI DELL’AVVOCATO PRESENTI A VILLAR PEROSA, A VILLA FRESCOT E NELLE RESIDENZE DI ST. MORITZ E MARRAKECH – I FINANZIERI NON HANNO DUBBI: “MARELLA CARACCIOLO DAL 2003 IN POI HA VISSUTO PIÙ IN ITALIA CHE IN SVIZZERA, E A PARTIRE DAL 2010 SI È RECATA IN SVIZZERA PER MENO DI 2 MESI ALL’ANNO”. LA QUESTIONE È DIRIMENTE: SE VIVEVA IN ITALIA, ALLORA NON VALE LA LEGGE ELVETICA, CHE NON PREVEDE LA LEGITTIMA AI FIGLI, E L’ASSETTO PROPRIETARIO DELL’IMPERO GESTITO DA JOHN ELKANN POTREBBE ESSERE RIVOLUZIONATO A FAVORE DI MARGHERITA  – I TRUST “FITTIZI” ALLE BAHAMAS, LE DONAZIONI FALSE E GLI OGGETTI PREZIOSI PER 170 MILIONI: LE “NOVITÀ” SUL PATRIMONIO DI MARELLA

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/nuova-ldquo-svolta-rdquo-sull-rsquo-inchiesta-agnelli-guardia-409141.htm

 

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1. “CANCELLARE LA PAROLA ISLAM” LE MAIL DI JOHN PER L’EREDITÀ

Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per "il Fatto quotidiano”

 

Si “occupava” davvero di nonna Marella, il presidente di Stellantis John Elkann. Ora indagato a Torino, assieme ai fratelli Lapo e Ginevra, per i reati di frode fiscale e di truffa ai danni dello Stato, proprio per l’eredità della vedova di Gianni Agnelli.

 

Un’attenzione che, senza dubbio, doveva assumere – nei confini familiari – anche i toni sinceri dell’affetto. Qualcosa che, però, non può interessare i pm torinesi: attenti, piuttosto, a ricostruire come il nipote dell’Avvocato si sia “occupato”, dal 2004 in poi, di organizzare la “residenza fittizia in Svizzera” e la successione di una donna anziana e malata di Parkinson.

 

Un ruolo centrale che, nel decreto sul sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro, emerge dalle decine e decine di email scoperte dalla Guardia di Finanza. Con John indicato dal giudice prima come “concreto supervisore” di tutto e infine “regista e attore primario... presente in tutte le comunicazioni email... e parte di alcuni contratti simulati e fraudolenti”.

 

Un attivismo continuo, sottolineato più volte nelle 99 pagine. È il 1° febbraio 2013, per esempio: bisogna far dimettere Marella dalla vicepresidenza dell’Uwc Italia (la Commissione nazionale per i collegi del mondo unito). Le Fiamme Gialle riferiscono che è Elkann il “concreto supervisore”, curando “l’interlocuzione di altri soggetti”.

 

Il 15 aprile, John sarà invece tra i destinatari di una email con allegato il parere di un luminare del diritto che si raccomanda: “La residenza in Svizzera (della nonna, ndr) deve quindi essere ‘presidiata’ sino al momento del decesso”. Ma già nel 2010, il presidente di Stellantis si era improvvisato immobiliarista: per trovare una casa a Marella nella zona di Gstaad. Il 18 agosto scrive un’email a un’agenzia: “Caro Dominic, il modo migliore sarebbe che tu trattassi con mia sorella Ginevra che è la più coinvolta con mia nonna nella ricerca di case”. E, in seguito, gestirà con i legali elvetici l’acquisto dello Chalet Icy di Lauenen.

 

Nel frattempo, nel 2011, Marella trascorrerà alcune settimane a Saanen, dopo aver preso in locazione lo Chalet Whildorn. Ma per un’improvvisa necessità di farla rientrare nella dimora di Villar Perosa, serve far arrivare domestici di Villa Frescot, da Torino.

 

[…] Poche settimane prima, l’8 luglio 2011, a spedire un’email a John è l’ottuagenario avvocato d’affari elvetico Peter Hafter, il vero “cervello” della “strategia” per la residenza svizzera. Si discute di “registrarsi al Cantone di Berna il prima possibile” e, addirittura, di non dare l’impressione “di un possibile piano nascosto”.

 

Il 27 maggio 2012, invece, quando la vedova dell’Avvocato è già domiciliata a Lauenen, Hafter scrive [….] suggerendo l’assunzione di una persona che segua la casa svizzera “in modo che non solo sua nonna, ma anche lei, suo fratello e sua sorella possiate stare volentieri lì. Questo è importante per superare l’impressione generale che la casa sia sempre vuota (in Svizzera chiamiamo queste case ‘letti freddi’)”.

 

[…] Dopo che, il 12 agosto 2011, è stato uno dei testimoni per il testamento svizzero di Marella, il legale scrive alla Montaldo il 18 luglio 2012 e le invia la bozza per un aggiunta che sarà poi stipulata il 14 agosto, in modo che risulti ben chiaro “l’aver stabilito il proprio domicilio a Lauenen”.

 

Analoga procedura sarà seguita nel 2014, quando il 22 agosto Marella firmerà la seconda aggiunta, sempre davanti al notaio Von Grunigen e sempre con Hafter testimone.

 

L’avvocato d’affari, però, ha già predisposto un testo, nel quale Marella dovrebbe dire che “da oltre 40 anni la Svizzera è al centro delle mia attività... Di recente passo del tempo in Marocco a causa del clima; questo paese ha un sistema legale influenzato dall’Islam... Perciò confermo che la mia successione sia sottoposta al diritto svizzero”.

Elkann, però, non approva: la parola Islam potrebbe creare problemi “diplomatici”. Così ordina di cambiare. Hafter esegue, tutto si addolcisce: “Questo paese non ha un sistema legale conforme alle mie tradizioni...”.

 

Ma l’instancabile cavalcata dell’ingegner Elkann nella vita della nonna troverà la sua apoteosi con l’idea di stamparne l’autobiografia. Affidata come estensore alla nipote prediletta, Marellina Chia […]. Nell’ottobre 2014, Adelphi pubblicherà così Ho coltivato il mio giardino. Un gesto solo di affetto per la nonna? Nel decreto del gip si legge altro: “Elkann aveva supervisionato e controllato il progetto... arrivando addirittura a modificare il testo originale e introducendo affermazioni false sugli spostamenti della de cuius”.

Avviene tutto tra il 5 maggio 2011 e il 3 aprile 2014, dopo un’interminabile scambio di testi e messaggi e proposte.

 

Il verdetto finale, però, spetterà ancora all’ineffabile Hafter che, il 3 marzo 2014, avverte “Si debbano spendere alcune parole sulla casa a Lauenen”. La vincerà lui, dopo l’ok definitivo “dell’ingegnere”.

 

2. OPERE D’ARTE AGLI ELKANN, SPUNTA UN ELENCO DI FESTE PER MASCHERARLE DA REGALI

 

Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”

 

Dalle carte dell’inchiesta sull’eredità Agnelli spunta un altro file che sarebbe collegato alla presunta strategia — secondo l’accusa — per eludere il fisco e far figurare come donazioni il passaggio (ereditario) di opere d’arte e oggetti di valore, appartenuti a Marella Caracciolo.

 

Nel documento […]  sono elencati, con tanto di data e ricorrenza, compleanni, anniversari di matrimonio, appuntamenti particolari, così da poter abbinare ogni giorno speciale al rispettivo «regalo».

 

 

Del resto, negli atti si parla anche di due elenchi, contenenti 13 e 26 opere della collezione dell’Avvocato di cui in parte non vi sarebbe traccia: dipinti di De Chirico, Picasso, Bacon, Gérome. Sul punto sono in corso accertamenti investigativi, perché alcune opere — come si legge nel decreto di sequestro di 74,8 milioni — «sono risultate non presenti» nei file raccolti in fase d’indagine, altre invece rientrano appunto tra i «falsi “regali” a favore dei fratelli Elkann».

 

Tra i dipinti di cui non si conosce «l’allocazione» figurano due Bacon e un Modigliani.

Altri dettagli che […]  sarebbero collegati al progetto fraudolento per far figurare in Svizzera la residenza della vedova dell’Avvocato: tra queste, l’espressione «cold beds», letteralmente «letti freddi», con la quale vengono definite le case vuote, quelle in cui non abita nessuno.

 

Il neologismo e la sua spiegazione sono contenuti in una mail che l’avvocato elvetico Peter Hafter invia a John Elkann nell’ottobre 2013 in relazione allo chalet Icy a Lauenen (Gstaad), destinato a diventare la nuova dimora di Marella Caracciolo che per motivi di salute non poteva stare alle alte quote di Saint Moritz.

 

[…] Il documento, insieme a molti altri, rappresenta per il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti, uno degli elementi a sostegno dell’esistenza di «una strategia ben pianificata e approfonditamente studiata, finalizzata a evitare l’apertura in Italia della successione ereditaria di Marella Caracciolo e, conseguentemente, a omettere di assoggettare a imposta gli assets ereditari». I legali dei fratelli Elkann, ieri in Procura a Torino, hanno sempre respinto le accuse.

 

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1. AGNELLI, STIPENDI IN NERO E TASSE NON PAGATE SULLA VILLA DI MARRAKECH

Estratto dell’articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero”

 

I fratelli Elkann non avrebbero pagato la tassa di successione nemmeno sulle quote societarie della lussemburghese Juky S.a., proprietaria della splendida villa "Ain Kassimou" di Marrakech, comprata nel 2003 da Marella Caracciolo e dove era solita svernare.

Una dimora nella quale erano «conservati quadri e gioielli» di "lady Fiat". I tre nipoti prediletti sono i soci (nonché effettivi beneficiari alla data del 30 settembre 2019) della Juky, che prende il nome dell'adorato cane giapponese di razza akita di Donna Marella.

Dalle indagini della Finanza è emerso che hanno ricevuto in eredità il credito vantato dalla nonna nei confronti di tale società, pari a 15milioni di euro, sui quali non hanno presentato la dichiarazione di successione in Italia.

La loro «strategia fraudolenta è stata attuata e affinata per oltre un decennio - si legge nel decreto di sequestro da 74,8 milioni di euro firmato dal gip di Torino - mediante la predisposizione di tutta una serie di stratagemmi e accortezze deputate a far apparire all'esterno una realtà diversa da quella effettiva, nonché anche attraverso la creazione di trust con sede in paradisi fiscali e l'uso di conti correnti bancari esteri, anche questi radicati in paesi a fiscalità agevolata».

Tra questi vengono citati due trust «fittizi» presso le Bahamas: le quote del fondo lussemburghese che ne costituiscono il patrimonio [...] «sono pervenute "esentasse"» ai tre nipoti.

Nell'inchiesta della Procura di Torino [...[ emerge anche John accordava alla segretaria di fiducia della Caracciolo, Paola Montaldo, retribuzioni "in nero" pari a mille euro mensili, «in relazione all'attività lavorativa svolta presso il "family office" di casa Agnelli/Elkann».

 

2. LA CORTE CHE HA SERVITO GLI ELKANN SULL’EREDITÀ

Estratto dell'articolo di Fabio Amendolara per “la Verità”

 

Come ogni giallo finanziario che si rispetti, quello sulla successione ereditaria di Marella Caracciolo, [...] presenta, tra indagati e testimoni, più di un attore protagonista.

Dal notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen che ha amministrato il patrimonio e l’esecuzione testamentaria di donna Marella al commercialista e consulente fiscale Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, che avrebbe fornito agli Elkann, secondo l’accusa, «gli strumenti necessari al raggiungimento degli intenti criminosi dei clienti».

I due sono indagati per evasione fiscale e truffa e, nella narrazione dell’accusa, assumono, insieme agli Elkann (John è stato iscritto per evasione fiscale, mentre per tutti e cinque gli indagati si ipotizza anche la truffa), ruoli di primo piano. Più o meno nell’ombra, però, si sono mossi altri personaggi legati a donna Marella o a John Elkann [...].

[...] Jean Patry, per esempio. Un avvocato con studio a Ginevra che aveva difeso Margherita Agnelli, la figlia dell’Avvocato saltata nella linea di successione che ha presentato l’esposto dal quale è partita l’indagine ma che, in passato, dopo essere stata assistita dal legale, gli aveva fatto causa.

È lui che riceve da Ferrero quello che gli inquirenti definiscono «il primo vademecum della frode», ovvero un documento che ricostruiva la situazione successiva alla morte dell’Avvocato e che presenterebbe «l’intenzione», annotano gli investigatori, «di non rendere inverosimile la residenza svizzera» di donna Marella.

Ci sono poi le due segretarie-aiutanti della Caracciolo: Paola Montaldo e Tiziana Russi che, dopo la morte della nonna, hanno lavorato per John. Nei loro computer gli investigatori hanno trovato il famoso appunto intitolato «Una vita di spostamenti» che è diventata la pistola fumante: un riepilogo dettagliato dal quale è emerso che la Caracciolo dimorava in pianta stabile a Torino.

 

Dalle mani della prima è anche passato l’inventario di opere d’arte e gioielli che, stando alle accuse, i tre Elkann si sarebbero spartiti dopo la morte della nonna, simulando di aver ricevuto regali quando era ancora in vita e associando ogni dono a eventi familiari come compleanni, anniversari e nascite di figli. È lei a riprendere John quando scopre «discrepanze» nella scelta dei regali.

 

[...] Per gli inquirenti, da quel carteggio si ricava che la Elsasser aveva chiesto di apporre alcune firme della Caracciolo su un documento e che la donna era a Torino. Quando i documenti vengono restituiti, però, l’indicazione del luogo di sottoscrizione miracolosamente diventa Luenen, Svizzera. Con la Elsasser viene anche firmato un «accordo di riservatezza», ha ricostruito l’accusa, con oggetto proprio «gli spostamenti della Caracciolo».

 

C’è poi un uomo rimasto per ora molto sullo sfondo: in un documento trovato nella cantina dello studio Ferrero viene indicato come il «signor L» o il «signor A». Gli investigatori sono risaliti alla sua identità: si tratta del marchese Lodovico Antinori, nella cui abitazione a Gstaad la Caracciolo risulta aver davvero dimorato nel periodo estivo del 2010 e del 2011, dopo aver lasciato Saint Moritz.

Il marchese aveva acconsentito a rendere la propria casa «indirizzo permanente», annotano gli investigatori, della Caracciolo. Uno stratagemma che, secondo l’accusa, sarebbe servito a dotare donna Marella «di un domicilio in territorio elvetico». Lì la Caracciolo stila il suo testamento indicando che risiedeva invece a Lauenen e che «sottoponeva la sua successione al diritto svizzero».

Per la residenza in Svizzera donna Marella deve aver avuto bisogno di consultarsi con un legale. Agli atti, infatti, c’è una email che gli inquirenti ritengono interessante a livello investigativo. L’ha inviata a John l’avvocato Peter Hafter.

 

E mentre spiega come far passare la residenza da un Cantone all’altro, si lascia scappare qualche passaggio che ha fatto drizzare le antenne a chi indaga: «D’altra parte, vogliamo evitare che le autorità abbiano l’impressione che si tratti di una questione molto delicata e complicata […]». Poco dopo fa riferimento a «un possibile piano nascosto».

Una comparsa la fa anche un avvocato molto noto nell’ambiente finanziario: Carlo Lombardini. Quando John, secondo la ricostruzione dell’accusa, per avallare la storiella della vita vissuta in svizzera dalla nonna decide di dare alle stampa il libro The last swan pubblicato in Italia con il titolo Ho coltivato il mio giardino, Lombardini e Hafter leggono le bozze, si complimentano con Marella Chia, la nipote della Caracciolo con la quale la nonna degli Elkann ha firmato il libro, e indicano le modifiche al testo per «presidiare in ogni modo la residenza elvetica». [...]

 

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Dichiarazione dei legali che difendono i fratelli Elkann

 

"A fronte della sequenza di reiterate falsità che affolla in questi giorni i mezzi di informazione, è necessario ribadire alcuni punti fermi:

 

 1) Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell’eredità Agnelli; i fratelli Elkann, nominati dalla nonna eredi universali, hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all’estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo; 

 

2) Non è vero che siano state presentate dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano; 

 

3) I gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo che ne ha disposto in vita come ha voluto;

 

4) John Elkann ricopre il ruolo che gli ha assegnato il nonno, secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia Agnelli che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano, uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni". 

 

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8 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

Crazy Margherita è molto peggio degli Elkann. Madre incapace di amore, pittrice fallita, covatrice di odio tra i figli di primo e secondo letto, merita di sparire senza ulteriori ruberie sulla Cassaforte juventina. Finché la Juve sarà di proprietà  di John e Andrea, io tifero anche per loro pur turandomi il naso. JUVE FOREVER su tutto. Morirò con la fascia juventina nel sepolcro.

Modificato da Puma83

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17 ore fa, Puma83 ha scritto:

Crazy Margherita è molto peggio degli Elkann. Madre incapace di amore, pittrice fallita, covatrice di odio tra i figli di primo e secondo letto, merita di sparire senza ulteriori ruberie sulla Cassaforte juventina. Finché la Juve sarà di proprietà  di John e Andrea, io tifero anche per loro pur turandomi il naso. JUVE FOREVER su tutto. Morirò con la fascia juventina nel sepolcro.

 

Nein! 

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11 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Nein! 

Nein che? Non sarai mica innamorato di Margherita?sefz

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1 ora fa, Puma83 ha scritto:

Nein che? Non sarai mica innamorato di Margherita?sefz

 

Margherita con la Juve non c'entra nulla, e nemmeno la vuole. 

E nemmeno l'ha mai chiesta.

E nemmeno ha mai rubato un euro alla Juve. 

Ruberie alla cassa juventina de che? Ma chi? 

Tu ce l'hai con lei a morte perché ti ha fatto qualcosa di personale forse. Ci può stare. 

E per questo preferisci la proprietà attuale che tifa l'Inter, e giustamente ne avrai la sciarpa nerazzurra nel sepolcro.  

Mi spiace, ma va bene, son gusti eh. 

 

sefz

 

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crazy Margherita è  la peggiore della dinastia Allegri. Donna incontinente negli amorazzi,  produttrice di figli da abbandonare alle tate   pittrice fallita da imbiancacessi, avoglia che ha fregato soldi a noi e alla juve. Volenti o nolenti John e Andrea sono i padroni della nostra amata Juve e finché lo saranno io tiferò anche per loro. Dopo 65 anni di tifo bianconero acceso e ininterrotto nella buona e nella cattiva sorte, non abbandonero' fino alla fine dei miei giorni la Vecchia Signora. Sempre :interxxx:Sempre.ooZebrato 

 

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Il 14/10/2024 alle 00:57 , Puma83 ha scritto:

crazy Margherita è  la peggiore della dinastia Allegri. Donna incontinente negli amorazzi,  produttrice di figli da abbandonare alle tate   pittrice fallita da imbiancacessi, avoglia che ha fregato soldi a noi e alla juve. Volenti o nolenti John e Andrea sono i padroni della nostra amata Juve e finché lo saranno io tiferò anche per loro. Dopo 65 anni di tifo bianconero acceso e ininterrotto nella buona e nella cattiva sorte, non abbandonero' fino alla fine dei miei giorni la Vecchia Signora. Sempre :interxxx:Sempre.ooZebrato 

 

 

 

65 anni? Ma non sei nato nell'83?

Pensavo che Puma83 fosse o l'anno di nascita o l'età attuale. sefz

1- Andrea non comanda una cippa. 

2- JE non tifa Juve ma inter. Quindi tifali pure se vuoi, ma assumiti la responsabilità di questo peso. 

Peso nerazzurro diciamo. 

Lo so che fa male, sono vicino alla tua sofferenza esistenziale bianconera. sefz

Vedrai che presto ti convincerai di dove risiede il nostro male e magari metterai anche un fiore all'occhiello della tua giacca. 

Una margherita.  

 

:haha:

 

 

 

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7 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

 

65 anni? Ma non sei nato nell'83?

Pensavo che Puma83 fosse o l'anno di nascita o l'età attuale. sefz

1- Andrea non comanda una cippa. 

2- JE non tifa Juve ma inter. Quindi tifali pure se vuoi, ma assumiti la responsabilità di questo peso. 

Peso nerazzurro diciamo. 

Lo so che fa male, sono vicino alla tua sofferenza esistenziale bianconera. sefz

Vedrai che presto ti convincerai di dove risiede il nostro male e magari metterai anche un fiore all'occhiello della tua giacca. 

Una margherita.  

 

:haha:

 

 

 

 Margherita è il più schifoso essere della dinastia agnelli. Non ha mai lavorato. Ha messo al mondo figli come conigli e non li ha mai guardati. Ha scopato come un riccio femmina  facendo finta di essere un'artista. Di fronte a lei anche John che io detesto come persona e  San Francesco (mi perdoni il Santo). Però  finché la juve sarà  proprietà degli Agnelli tiferò  juve. E poi i porcoazzurri, i sozzoneri  i giallosozzi che proprietari hanno?

Da ultimo: avevo otto anni quando ho cominciato a interessarmi di calcio e son diventato subito juventino sulla scia di mio padre. Quindi fanno 73 anni. Nel 1983 e' nato mio figlio che mi spinse a iscrivermi al forumsefz

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