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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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La grande guerra per l?eredit? tra Margherita e i grandi ?vecchi? Fiat ? finita - A tendere la mano per primo (?un contributo costruttivo?) ? stato G.L. Gabetti - (Di scritto ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene datA PER sicura)

Di scritto non c'? ancora nulla, ma la notizia gira a Torino e viene data per sicura.

La grande guerra per l'eredit? di Gianni Agnelli tra la figlia Margherita e i grandi "vecchi" della Fiat, Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, ? finita.

Sembra infatti che dopo mesi di furibonde polemiche che hanno mobilitato uno stuolo di avvocati e occupato pagine di giornali, la madre di Yaki e Lapo stia per chiudere una transazione soddisfacente.

Cala cos? il sipario sulla scena pi? brutta della saga familiare che ha visto contrapposti la primogenita dell'Avvocato e la madre Marella, una storia di parenti "potenti e serpenti" dove la sequenza pi? brutta ? stata vista ai funerali dell'editore Carlo Caracciolo (fratello di Marella Agnelli) quando la 53enne Margherita (sposata De Pahlen) e i due figli (Yaki e Lapo) non si sono nemmeno salutati.

Per molti mesi si ? discusso sulla sede del processo; per Margherita che abita a Losanna il giudizio avrebbe dovuto svolgersi in Svizzera poich? nella vicenda dell'eredit? era chiamato in causa anche il finanziere Siegfried Maron che ha la cittadinanza in quel paese. Nell'ottobre scorso ? arrivata la decisione di svolgere il dibattimento a Torino e da quel momento si ? cominciato a tessere una tela sottile per evitare lo scontro frontale con Gabetti e Grande Stevens, i due tutori della Sacra Famiglia degli Agnelli.

A tendere la mano per primo ? stato proprio Gabetti che in un'intervista i primi di dicembre si ? dichiarato disponibile "a dare un contributo costruttivo e se possibile pacifico al ripristino della verit?". L'anziano avvocato riprendeva la volont? espressa da John Elkann di risolvere il "grosso malinteso" e sono bastate queste parole per convincere l'inquieta Margherita (dietro la quale ? apparsa sempre chiara l'aggressivit? del marito De Pahlen) a sedersi intorno a un tavolo per trattare la resa.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2219.htm

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MARGHERITA AGNELLI REPLICA A DAGOSPIA: ?per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta - Si ritiene oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro ci sia l??aggressivit?? del marito: il Conte Serge de Pahlen?...

Riceviamo e pubblichiamo:

Milano, 23 dicembre.

In merito alle dichiarazioni apparse ieri sul sito di Dagospia riguardo la controversia legale tra Margherita Agnelli de Pahlen e Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, si precisa che per ora nessuna risposta in merito alla richiesta di chiarezza del rendiconto ? pervenuta e che i legali di Margherita Agnelli de Pahlen non sono mai stati contattati dai legali di Gabetti, di Grande Stevens e di Maron. Solo una volta esaminato il rendiconto si potr? procedere alla ricerca di una soluzione. La stessa Margherita ? la prima ad auspicare una soluzione pacifica, da lei lungamente cercata negli anni precedenti.

? bizzarro che si discuta sul sito di una "grande guerra" visto che non c'? nessuna guerra in corso, e che si parli di "accordi", quando non ci sono accordi da raggiungere, se non la chiarezza patrimoniale. La richiesta di rendiconto, come pi? volte sottolineato, ? una richiesta di trasparenza. Non si capisce perci? come si possa parlare di un "grosso malinteso".

? inoltre inammissibile che ogni volta che Margherita Agnelli de Pahlen vuole difendere i propri diritti le venga attribuito di "non stare alla regole" e di essere "inquieta". Si ritiene poi oltremodo oltraggiosa la dichiarazione secondo cui dietro la richiesta di rendiconto ci sia l'"aggressivit?" del marito: il Conte Serge de Pahlen. Si ribadisce che la decisione di Margherita Agnelli ? stata presa autonomamente e seguendo i suoi diritti di cittadina italiana. Per una futura ricomposizione dell'armonia familiare, certamente il ruolo di John Elkann, pu? essere molto importante.

Si precisa infine che la volont? di spostare il processo in Svizzera apparteneva ai legali di Maron, e conseguentemente ai legali di Gabetti e Grande Stevens, che hanno chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare che il giudice italiano non ? competente. La richiesta a fine ottobre 2008 ? stata respinta, mentre il 3 aprile 2009 ci sar? la prima udienza a Torino, a meno che - come ci fa capire Gabetti - non vi sia una reale intenzione di chiarire la successione in via extragiudiziale.

D'Antona & Partners

STRATEGIE DI COMUNICAZIONE

Rispostina sibillina by dago

Nel film "Guerra e Pace" il pricipe Bolkonsky esclama :"Bisogna vivere, bisogna amare, bisogna credere". Per mamma Margherita, sposata de Phalen, e' arrivato il momento.

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2260.htm

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MONTEPREZZEMOLO DIMENTICA DI NON ESSERE PI? IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA E INVADE CON BEN 4 MACCHINE IL GARAGE DELLA LUISS - FIAT CRISI: 2009 SENZA PUBBLICIT? - BERETTA PAGA LA NAPOLI BY LUCA

Luchino di Montezemolo ? piuttosto seccato e molto preoccupato.

A dargli fastidio sono alcune studentesse della Luiss, l'universit? di Confindustria, che dopo averlo eletto a simbolo di una virilit? prorompente, hanno fatto notare con garbo alla direzione dell'ateneo che nel garage sono parcheggiate ben 4 macchine personali del "ragazzo dei Parioli". Ma non ? questa piccola invasione privata che turba il sonno del presidente di Fiat, Ferrari, Luiss e Fondo Charme, bens? le notizie che colpiscono la Fiat e che gli arrivano dai piani alti di Confindustria.

Per la prima volta il Gruppo torinese ha deciso infatti di non mettere a budget per il 2009 alcun investimento pubblicitario. Per decenni la Fiat ? stata ai vertici dei top-spenders, ma con l'aria che tira il vertice del Lingotto ha deciso che gli interventi in pubblicit? saranno decisi di volta in volta, e solo a supporto del lancio di nuovi modelli. Gi?, ma quali modelli? - si chiedono i pubblicitari - quando Marpionne ha dichiarato che "puoi fare l'auto pi? bella del mondo, ma se non te la comprano...".

Di certo c'? solo il lancio della Fiat 500 Cabrio per la quale ? scattata finora soltanto una pre-gara creativa poich? il lancio del nuovo modello ? stato fissato per l'aprile 2009, e gli inviti sono stati spediti alle agenzie Leo Burnett, Krow, 515 e Stv.

A questi affanni Luchino deve aggiungere le informazioni che gli arrivano da viale dell'Astronomia dove nella giornata di oggi saranno cancellate definitivamente le tracce della sua rutilante presidenza. A Dagospia risulta infatti che nelle prossime ore la moretta di Mantova, Emma Marcegaglia, incontrer? il parroco di campagna Maurizio Beretta per un commiato definitivo.

L'abbandono della carica di direttore generale da parte del giornalista pi? vicino a Montezemolone, era scontato da tempo, ma sembra che ad accelerare la rottura sia stata la guerra tra i due candidati per la presidenza dell'Unione Industriali di Napoli dove si sono scontrati il risorto Antonio D'Amato (l'ex-presidente di Confindustria dal 2000 al 2004) e Paolo Scudieri (un imprenditore della gomma 48enne, vicepresidente uscente della Confindustria napoletana). Su quest'ultimo Beretta si ? speso molto perch? Scudieri gode delle simpatie di Luchino, e questo feeling non ? affatto piaciuto alla Marcegaglia che ha convinto la Giunta dell'Unione napoletana a riconfermare per due anni l'uscente Giovanni Lettieri.

Con l'uscita di Beretta la strada della successione si spalanca per il momento davanti a Daniel Kraus, una vecchia volpe di Assolombarda che fu cacciato da Confindustria quando Innocenzo Cipolletta era direttore generale.

Si pu? dire quindi che il nuovo anno non vedr? pi? nessun "montezemoliano" dentro l'organigramma di viale dell'Astronomia. I pulcini allevati in laboratorio da Luchino se ne sono andati uno ad uno per lasciare il campo alle truppe della Marcegaglia che finora ha messo in piedi una struttura piuttosto fragile.

In ordine di tempo hanno lasciato il campo: Vincenzo Petrone (capo dell'internazionalizzazione), Carlo Calenda (assistente di Montezemolo), Francesco Delzio (ex-segretario nazionale dei Giovani Imprenditori, arruolato da Colaninno Junior alla Piaggio), Simone Piattelli Palmarini (vecchio collaboratore in Ferrari, poi responsabile della stampa estera, emigrato a Lottomatica) e Luigi Mastrobuono (il 53enne vicedirettore generale che a luglio ? finito sulla poltrona di amministratore delegato della Nuova Fiera di Roma).

Con l'uscita del parroco di campagna Beretta, l'ultimo cascame di Luchino e della sua piccola lobby, si chiude un'epoca.

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_...ticolo-2255.htm

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FIAT/ Per salvarla non serve un?alleanza, ma una ?rivoluzione?

Juanfran Valer?n

Per capire la crisi che attraversa Fiat, oltre a guardare i dati relativi alle quote di mercato e ai conti economici del gruppo, possiamo anche semplicemente soffermarci su alcune constatazioni che partono dal lato del consumatore e dal modello che avrebbe dovuto segnare la ?rinascita? definitiva della casa del Lingotto: la 500.

La terza serie di questa vettura viene prodotta in Polonia grazie anche a una joint venture con Ford. In cambio dell?utilizzo del medesimo stabilimento e dei propulsori, la casa tedesco-americana ha fornito il pianale progettato per la nuova Ka, che entrer? in commercio tra pochi giorni e decisamente in ritardo rispetto alla ?sorella? 500.

Ebbene, facendo qualche raffronto sui prezzi delle due citate vetture, scopriamo che il modello base della 500, motorizzata 1.2 a benzina, costa 11.150 euro, mentre la Ka, con lo stesso propulsore, ? venduta a 9.750 euro. Da cosa pu? essere giustificata una differenza di 1.400 euro su vetture identiche dal punto di vista meccanico? Questa domanda cresce ancor pi? se consideriamo che la versione Titanium della Ka, quella che volgarmente potremmo definire full optional (anche se non lo ?) costa comunque 150 euro in meno della 500 base, cui manca, per esempio, un optional irrinunciabile come il climatizzatore.

La risposta alla domanda sopra posta pu? trovarsi nella diversa qualit? degli allestimenti e, ancor pi?, nel valore del brand. La nuova 500 ? certamente lontana da quella vettura che negli anni del boom economico italiano permise a un?intera nazione di muoversi facilmente su quattro ruote. Non ?, in altre parole, l?utilitaria a portata di tasche, ovvero quel prodotto che tutte le principali case automobilistiche stanno cercando di offrire ai consumatori.

? solo da poco che il gruppo torinese sta pensando di produrre una vettura in quel famoso segmento ?low cost? che, purtroppo per Marchionne, si sta gi? saturando e dove si stanno affermando altri marchi, primo fra tutti Dacia (costruttore rumeno controllato da Renault).

I pi? esperti dicono che ormai sia inevitabile per Fiat un?alleanza con un altro costruttore. Certamente lo ?, ma potrebbe non bastare. Sono troppi gli errori del passato che il gruppo sta pagando e pagher? ancora.

Innanzitutto la concentrazione di tutti i marchi italiani in unico gruppo. Questo ha eliminato una sana concorrenza gi? solo sul mercato interno. Si pensi, per esempio, alla rivalit? esistente tra Mercedes e Bmw in Germania, tra due citt? (Monaco e Stoccarda) e due modi di concepire l?auto. Una differenza che in passato esisteva tra Fiat e Alfa Romeo, tra Torino e Milano. Da anni non c?? pi? e non ? un bene, perch? la logica del gruppo ? evitare sovrapposizioni e ?cannibalizzazioni? tra modelli dello stesso segmento.

Un gruppo automobilistico dovrebbe pensare ad alleanze internazionali. E in questo senso ? significativa l?esperienza di Volkswagen. Il gruppo tedesco, infatti, non soffre grossa competizione tra i due marchi nazionali (Audi e Volkswagen), avendo scelto differenti strategie di mercato e di diversificazione del prodotto. Inoltre l?acquisizione di Seat e Skoda gli permette di diversificare i propri marchi rispetto alle esigenze dei clienti e, soprattutto, di ?presidiare? geograficamente gli stabilimenti (sono presenti in Spagna, Germania e Repubblica Ceca) e i mercati dell?Europa occidentale, orientale e mediterranea.

Inoltre, la forza di un gruppo come quello tedesco sta anche nell?offrire alle classi pi? basse delle autovetture le conoscenze e le innovazioni portate da quelle pi? alte. Valga per tutti l?esempio della nuova Seat Ibiza, curata dal punto meccanico-telaistico dai tecnici dell?Audi. In tal senso pensate a che appeal potrebbe avere sul pubblico una Fiat che in alcuni dettagli, motoristici per esempio, fosse curata dalla Ferrari, anzich? dall?Abarth! (l?idea ? stata lanciata pi? volte da Berlusconi, senza riscuotere successo, anzi?).

In ogni caso, l?attuale posizionamento non baster? al gruppo tedesco per superare indenne la recessione alle porte, ma gli permetter? di aver vita pi? facile di quello italiano che, pi? che pensare a un?aggregazione dovrebbe, a mio avviso, pensare a una sua grande rivoluzione ?interna?.

Innanzitutto cedere i marchi Lancia e Alfa Romeo. Marchionne stava riuscendo a fatica a farli marciare e per il 2009 erano previsti nuovi e interessanti modelli. Soprattutto per il Biscione, che ancora pu? contare su un certo appeal sul pubblico, essendo stata storicamente la casa sportiva nazionale, la prima a correre in Formula 1 e ad aver dato ?ospitalit?? al genio di Enzo Ferrari.

Un patrimonio che, schiacciato dalle logiche del gruppo, potrebbe essere definitivamente perso. La Mi.To, per esempio, ? s? un?auto apprezzabile dal punto di vista estetico e anche tecnico, ma non perfetta per un vero alfista (pu? sembrare banale, ma la casa del Portello, quando ancora non era nel gruppo, mai si sarebbe sognata di costruire un?auto a trazione anteriore!). L?altra casa di Torino, invece, soffre tremendamente la concorrenza tedesca, essendo nata e caratterizzata dal ?viaggiare nel confort e nel lusso?.

Forse sarebbe stato saggio, in tempi passati, lasciare che l?Alfa Romeo passasse nelle mani della Ford, da sempre alla ricerca di un marchio dal sapore sportivo e che, pi? volte nella storia, cerc? addirittura di ?cavalcare? il cavallino rampante di Ferrari. Forse non ? troppo tardi per accorgersi che ?l?italianit?? rischia, come nel caso di Alitalia, di trasformarsi in un pericoloso boomerang.

Fiat potrebbe poi decidere di lanciarsi senza esitazioni nel segmento delle vetture low cost e, soprattutto grazie alle partnership instaurate con case cinesi, russe e indiane, potrebbe anche pensare di produrle al di fuori della Penisola. Certo, questo sarebbe un grosso colpo per l?occupazione interna, ma non tutto dovrebbe essere costruito e prodotto all?esterno.

L?eccellenza italiana esiste infatti, oltre che nel design, nel settore dei motori. Fiat ? stata la prima casa a montare il common rail sui motori alimentati a gasolio, dando il via alla ?rivoluzione? dell?iniezione diretta. Senza dimenticare il twin spark e il boxer dell?Alfa Romeo: motori capaci di trasmettere emozioni sportive al volante. E che dire del tema del rispetto dell?ambiente? Fiat ? gi? in grado di offrire vetture in linea con gli standard Euro 5 (obbligatori dal 2010), a basse emissioni di CO2 e da anni equipaggiate per viaggiare a metano.

In sintesi l?Italia potrebbe benissimo pensare di smettere di essere costruttore e specializzarsi diventando fornitore di componenti e di "stile" per l?auto. Questo sempre che si voglia mantenere il patrimonio italiano automobilistico. L?alternativa ? diventare terra di ?colonizzazione?. Basta guardare a quello che ? successo in Inghilterra, altra terra di tradizione automobilistica, dove i costruttori nazionali sono spariti, e l?isola d?oltremanica ? diventata l?avamposto europeo di Toyota. Pensiamoci, o rischiamo di difendere a tutti i costi un fortino che al suo interno pu? restare senza neanche una moneta d?oro.

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=10338

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Scandalo Tangenti All'iraq,

Fiat patteggia 18 milioni di dollari

Ansa - La Fiat acconsente a pagare circa 17,8 milioni di dollari alle autorita' americane per regolare un'indagine sul programma Onu 'Oil for food' in Iraq.

Il gruppo torinese, accusato di aver pagato tangenti all'ex governo di Bagdad per ottenere contratti, si e' impegnato a versare 7 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia statunitense e oltre 10 milioni (di cui 3,6 milioni di dollari di multa e 7,2 milioni in interessi e profitti legati ai contratti iracheni contestati) per risolvere il contenzioso con la Sec, la consob americana.

''Gli accordi raggiunti sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole, che ha coinvolto il Gruppo Fiat molti anni fa'', spiega il Lingotto, sottolineando come ''e' importante sottolineare che i fatti si riferiscono ad un governo che attualmente non e' piu' in carica. E, cosa ancora piu' significativa, il Gruppo Fiat ha posto in essere un rigoroso sistema di verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le societa' del Gruppo si attengono rigidamente''.

Dalle autorita' americane tre controllate della Fiat, cioe' Iveco, Cnh Italia e Cnh France, sono state accusate di aver pagato fra il 2000 e il 2003 circa 4,3 milioni di tangenti all'Iraq per la vendita di veicoli e componenti. Il programma Oil for Food aveva come obiettivo quello di alleggerire le sofferenze della popolazione irachena, in difficolta' in seguito alle sanzioni internazionali. ''Il programma - si legge nel comunicato della Sec - prevedeva che il governo iracheno acquistasse beni umanitari attraverso'' un conto a garanzia Onu. ''Le tangenti pagate dalle controllate della Fiat - spiega la Sec - hanno sottratto fondi dal conto per trasferirli in conti controllati dall'Iraq in banche situate in paesi quali la Giordania''.

La Fiat ha la ''responsabilita' per le azioni delle sue tre controllate (Iveco, Cnh Italia e Cnh Francia), i cui dipendenti e agenti hanno effettuato pagamenti impropri all'ex governo iracheno per ottenere contratti con i ministeri iracheni'', precisa il Dipartimento di Giustizia, sottolineando come le tangenti venivano descritte come ''commissione sui servizi dopo vendita''. ''L'obiettivo primario della cospirazione era quello di ottenere e conservare business lucrativi in Iraq attraverso il pagamento di tangenti al governo, che venivano nascoste alle Nazioni Unite''.

[23-12-2008]

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-2273.htm

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Il giovane rampollo della Famiglia sar? il presidente della Juventus

Cos? John Elkann prepara la discesa in campo nel 2009

CALCIO 31/12/2008 - La famiglia Agnelli torna alla presidenza della Juve. Non ? fantamercato ma uno scenario che si potrebbe concretizzare da qui a poco tempo. A fine stagione, l?attuale presidente Cobolli Gigli potrebbe infatti lasciare il suo ufficio di corso Galileo Ferraris per far posto a John Elkann.

GIOCATTOLI DI FAMIGLIA

Dopo aver conquistato la presidenza di IFIL e IFI (ora Exor), rispettivamente la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli e l?Istituto Finanziario Industriale (fondato, manco a dirlo, dal nonno Giovanni Agnelli, ndr), ed essere stato nominato vice presidente di Fiat, John Elkann potrebbe arrivare presto alla guida anche della Juventus. Il primogenito di Margherita Agnelli e di Alain Elkann ? sempre stato vicino alla societ? di corso Galileo Ferraris, specialmente nell?anno della caduta in B, e non ha mai fatto mancare l?affetto a dirigenti, tecnici e giocatori. Ora potrebbe essere arrivato il suo momento, in un virtuale passaggio di consegne tra passato e futuro della Juventus.

LA FAMIGLIA

Se la prossima estate si concretizzasse la ?successione?, John Elkann sarebbe il quarto elemento della famiglia Agnelli a salire alla guida della Juventus: il primo in ordine cronologico a vestire i panni di presidente fu Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni Agnelli il fondatore della Fiat, in carica dal 1923 al 1935. Edoardo ebbe sette figli e tra questi Gianni, che molti ricordano semplicemente come l?Avvocato, e Umberto, anche loro alla guida della Vecchia Signora: il primo dal 1947 al 1954 e il secondo dal 1955 al 1962. Elkann sarebbe dunque il quarto esponente della casata a sedere su quella sedia che fu per prima di Eugenio Canfari fondatore della Juve.

LINEA VERDE

Dopo ?Calciopoli?, la Juve si ? distinta anche per una politica di ringiovanimento della squadra ?non comune? a molte formazioni di serie A. Una politica che sta iniziando a produrre i suoi frutti e che potrebbe permettere al club bianconero di impostare anche un diverso discorso economico per il futuro. Sulla stessa lunghezza d?onda ? stato impostato anche il lavoro dirigenziale e presto in casa Juve potrebbe trovare spazio anche Lapo Elkann, fratello di John, altro rampante dirigente in erba e grandissimo tifoso della Juve.

VOGLIA DI JUVE

A seguito di quanto successe nell?estate del 2006, quando la Juve fu spedita in serie B dopo lo scandalo ?Calciopoli?, c?? stata la volont? da parte della famiglia Agnelli di restituire l?immagine di un tempo. Un immagine che oggi si riflette proprio nella figura di John Elkann, mai banale, mai fuori posto e ora pi? che mai pronto a prendere in mano le redini della squadra, magari supportato dai consigli di gente come Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens, presidenti di un glorioso passato scritto dalla famiglia Agnelli.

http://milano.cronacaqui.it

alf24 dove sei?

che ne dici?

ci siamo capiti. ;)

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Intervista esclusiva al figlio di Umberto e nipote dell?Avvocato

Per la prima volta parla di Juve, raccontando il suo attaccamento, i suoi ricordi e i suoi sogni legati ai colori bianconeri, che per lui significano ?passione e amore?

? Calciopoli ? stata giustizia sommaria?

?Attendo le sentenze dei magistrati per capire veramente?

?Se Moratti ricorda sempre la stessa storia significa che un po? la patisce.

Per me non ci sono scudetti sporchi e puliti: esistono gli scudetti e basta?

VITTORIO OREGGIA

BUONA FINE d?anno, Andrea Agnelli. Il 2008 ? stato molto importante per lei e il 2009 forse lo sar? ancora di pi?.

? Sto seguendo con grande im?pegno due progetti: la Lamse, una holding finanziaria, e la crescita del Royal Park golf club, che a maggio ospiter? l?O?pen d?Italia. Personalmente, co?me consigliere federale, avr? l?occasione di seguire da vicino l?organizzazione di questo even?to eccezionale. La mia testa ? l??.

E la Juventus dov??? Lontana?

? Tutt?altro, come potrebbe? Continuo a seguirla, ? ovvio, anche se in maniera diversa ri?spetto a qualche anno fa a cau?sa dei miei impegni professio?nali ?.

Cosa rappresenta per lei?

?Passione e amore?.

Il primo ricordo della Juven?tus che le viene in mente?

? Molti anni fa, mio padre mi port? a Villar Perosa, dove era in ritiro la prima squadra. Mi chiese vicino a chi volessi seder?mi durante il pranzo e risposi d?istinto: Paolo Rossi! Mi dia retta, non sono diverso da mi?lioni e milioni di tifosi di calcio che popolano il nostro pianeta. Il mio trasporto emotivo ? il medesimo. Ripeto, passione e amore?.

Vivendo la Juventus ?da den?tro? cosa si percepisce di pi? e di differente?

?Non ho dubbi: pi? sei a contat?to con i campioni e pi? ne scopri l?assoluta normalit?. La loro forza e le loro debolezze?.

Restiamo ai tifosi. In parecchi temono che prima o poi la Fa?miglia entri nell?ordine di idee di disfarsi della Juventus. Pu? tranquillizzarli?

?Fino a che la Famiglia rester? unita la Juventus non verr? toccata. Funzionava cos? anche quando erano in vita l?Avvocato e il Dottore?.

Che poi era suo pap?. A pro?posito, Antonio Giraudo cosa rappresenta per lei?

?Un secondo padre?.

Scendiamo di parentela: Mog?gi?

? Un intenditore sopraffino di calcio. Le cito alcuni esempi, gli ultimi: Chiellini, Marchionni, De Ceglie, Giovinco, Marchisio, Molinaro, Paolucci, Lanzafame, Pasquato. Ma sapeva pure sce?gliere i collaboratori migliori, come Franco Ceravolo, l?allora capo degli osservatori?.

Un passo indietro, doloroso: Calciopoli.

?C?? stata una giustizia sporti?va sommaria, perch? dettata da tempi ristretti. In due settima?ne di discussione all?Olimpico non si ? avuta nemmeno la pos?sibilit? di leggere tutti gli in?cartamenti, la compilazione dei calendari incombeva... Ma c?? anche la giustizia ordinaria, che ha tempi pi? lunghi, e solo alla conclusione di questi pro?cedimenti si potr? capire cosa ? stata davvero Calciopoli. Il mio invito ? alla pazienza. Rimane comunque una considerazione di carattere sportivo da svilup?pare ?.

Quale?

?La Juventus non ha giocato e vinto solo in Italia. Ha giocato e vinto anche all?estero, nella no?stra bacheca sono finite la Champions League, la Coppa Uefa, la Supercoppa europea. Siamo diventati campioni del mondo a Tokyo nel 1996 e sia?mo andati tante volte in finale di Champions. Aggiungo anche tre Palloni d?Oro: Zidane, Ned?ved, Cannavaro. E, chiudo, nel?la finale del Mondiale di Ger?mania in campo c?era una mon?tagna di bianconeri. Quindi...?.

Moratti non perde occasione per girare il coltello nella pia?ga.

?A Massimo voglio bene, per? il fatto di ricordare sempre la stessa storia significa un po? pa?tirla. A mio avviso non esistono scudetti puliti o sporchi, esisto?no gli scudetti e basta?.

Sia sincero, la serie B come l?ha attraversata. Di rimbalzo, con sofferenza?

? I ragazzi che l?hanno giocata la definiscono, con il senno di poi, un?esperienza straordina?ria ?.

Suo padre consegn? la Juventus a un management composito, non solo di estrazione calcistica. La parola d?ordine era conti in ordi?ne e vittorie, una formula che si ? rivelata micidiale per la concor?renza...

?Non ? l?unico modello. Il trading dei campioni e il trading immobi?liare era un sistema di gestione. Un altro pu? essere quello di puntare sui giovani da affermare, copiando l?idea di Ajax e Arsenal. Dipende, insomma, da pianificazioni e pro?spettive ?.

Quelle della Juventus?

?Avere sempre una grande squa?dra. L?attuale dirigenza ha proget?tato di tornare al successo in cin?que anni?.

Qualche giocatore che le piace?rebbe applaudire in bianconero?

?Tanti...?.

I nomi?

?Nessun nome. Anzi, faccio un?ecce?zione per un sogno: Messi?.

Ci raccontava che segue sempre la Juventus...

?S?, la seguo con amore e passione. Che poi ? l?eredit? lasciatami da mio padre?.

E si diverte?

?I conti si fanno alla fine. Non ? fon?damentale vincere o perdere tre partite, sono fondamentali i risul?tati al 30 giugno?.

Un risultato soddisfacente per lei quale sarebbe?

?Restare nell?elite della Cham?pions League. Poi, sa, a volte ? que?stione di un palo, una traversa, un rigore non dato?.

Alzare la Champions ? una even?tualit? possibile?

?Ho parlato con alcuni giocatori, il doppio trionfo contro il Real Ma?drid ha trasmesso loro la sicurezza di poter andare ovunque e contro chiunque senza timore?.

Ritiene che in una squadra sia preminente il gruppo o l?allenato?re?

?Una squadra di calcio ? una curio?sa alchimia, dipende dalla societ?, dai giocatori e dall?allenatore?.

A suo parere, Del Piero ? un mira?colo biologico?

?I miracoli non esistono, semmai esiste la professionalit?. Alessan?dro smette di allenarsi, va a casa e fatica ancora con il personal trai?ner. Mi aggancio a una riflessione di un mio amico su Sergio Mar?chionne: lavora come un matto, dalle sei di mattina a mezzanotte, disse. Ma i risultati si ottengono co?s?. Naturale?.

E siamo allo stadio, la bella casa della Juventus, il vecchio proget?to della Triade finalmente realiz?zato. Considerazioni a margine?

?Rimango in tema: si tratta di un risultato ottenuto dopo 14 anni di battaglie. La vecchia dirigenza, con l?acquisto dell?ippodromo di Vinovo e del Delle Alpi, ottenendo impor?tanti concessioni commerciali, da un lato ha costruito il Centro spor?tivo, dall?altro ha gettato le basi per finanziare il nuovo stadio. Il punto nodale, per?, ? un altro: sar? diffi?cile avere dei fruitori che lo sfrutti?no nella maniera giusta. Questione di abitudini, di mentalit?. E? un po? il discorso del merchandising: Ju?ventus e Milan non sono potenzial?mente inferiori al Manchester Uni?ted, solo che in Inghilterra appena inizia la stagione tutti i tifosi vo?gliono indossare la maglia nuova, in Italia invece la si tiene per cin?que di anni e alla fine la si ricom?pra. Taroccata?.

Cambiamo argomento: la Formu?la Uno risentir? della crisi mon?diale?

?Dipende da quale sar? il sistema di finanziamento del mondo sporti?vo. Se a monte gli sponsor decide?ranno di praticare una politica di?versa, anche a valle ci saranno ri?percussioni. Senza dimenticare i diritti tv, che garantiscono la mag?gior parte dei denari per disputare una stagione di corse. Ma in asso?luto ritengo che il campionato, una volta partito, far? la sua strada?.

Alonso alla Ferrari piace tanto al?la gente. Perch? Raikkonen ? troppo freddo e Massa troppo mi?nimalista...

?Sia Raikkonen sia Massa hanno dimostrato di essere piloti da Fer?rari. E onestamente era pi? logico vincere questo Mondiale rispetto a quello dell?anno scorso. Massa ha perso per un filo?.

Si ? avvertita l?assenza di Jean Todt nella gestione sportiva?

?Todt ? stato un grande personag?gio della Ferrari, un periodo di as?sestamento era inevitabile. Ma Stefano Domenicali ne ha raccolto con entusiasmo e professionalit? il testimone. In fondo, la Rossa ha conquistato un mondiale costrutto?ri e un secondo posto onorevolissi?mo ?.

Hamilton ? proprio un fenome?no?

?Il suo curriculum ? straordinario. Se dimostrer? di essere davvero un campione potr? permettersi certi atteggiamenti... particolari?.

L?Open di golf a Torino cosa rap?presenta?

?Una tappa di passaggio per arric?chire il programma che dovrebbe consentirci di portare la Ryder Cup al Royal Park?.

Un?occasione un po? prematura?

?Un treno che andava preso al vo?lo. Il nostro obiettivo ? quello, entro tre anni, di collocare l?Open d?Italia a livello di competizione di seconda fascia. Per il momento siamo in li?nea con l?Open del 2008?.

Tiger Woods verr? mai a Torino?

?Solo con la Ryder o quando avre?mo organizzato un Open all?altez?za. Lavoriamo duro per questo, il tempo stringe. La nostra idea ? av?vicinare il golf alla citt?, costruen?do campi pratica comunali, in ma?niera da incentivare il movimen?to ?.

Franco Chimenti si ? candidato alla presidenza del Coni: cosa ne pensa?

?Chimenti ? stato ed ? un ottimo presidente del golf e ritengo che sa?rebbe anche un ottimo presidente del Coni. Se verr? eletto?.

Sponsor dell?Open?

?Il principale dovrebbe essere Bmw?.

Un paradosso, proprio nella citt? della Fiat?

?Pu? suonare strano, ma ? un even?to che ci ? stato assegnato dalla Fe?derazione con contratti gi? in esse?re ?.

Andrea, se non fosse innamorato della Juventus, per quale squa?dra tiferebbe?

?Mi viene in mente lo spot di una nota marca di bibite: puoi tradire tutti, ma non la tua squadra del cuore?.

Il 2009 sar? un anno di mutamen?ti per lei?

?Di applicazione massima ai miei progetti?.

Molti tifosi la vorrebbero alla gui?da della Juventus. Un Agnelli al comando, il fascino sta nell?accop?piamento di cognome e societ?...

?Ma la Famiglia c?? gi?. Io adesso mi dedico a Lamse e Royal Park: con mio cugino John Elkann mi confronto quotidianamente anche su questo?.

Lei ? appassionato di sci e fre?quenta Sestri?re: come si spiega che la stazione regina della Via Lattea rischi di non avere la Cop?pa del Mondo?

?Non me lo spiego. Per?, per tutto quanto ? stato fatto negli ultimi 20 anni, sono sicuro che la Coppa del mondo ce l?avr??.

VITTORIO OREGGIA

Ha aperto per noi l?album del cuore tutto in bianconero

C?? UN ALBUM di fotografie sul tavolo di cristallo della sala riunioni di Lamse, la holding finanziaria che Andrea Agnelli, figlio del dottor Umberto, nipote dell?avvocato Giovanni, cugino di John e Lapo Elkann, amministra da qualche anno. Le fotografie sono quelle indimenticabili dei trionfi juventini: ? Vuole sapere cosa significa per me questa squadra? Ecco, sfogli pure... ? .

Istantanee che sono pietre, immagini che sono scolpite nell?immaginario collettivo, ricordi di un passato che non torna pi?. Donna Allegra in bianco e nero, l?abbraccio con Antonio Giraudo, il ? secondo padre ? , la posa con Romy Gai, amico di sempre, e in lontananza Luciano Moggi, la Champions League alzata al cielo, Gianluca Vialli nudo e coperto solo dalla Supercoppa manco fosse una foglia di fico, Didier Deschamps felice. Fotografie che servono per capire, caso mai ce ne fosse bisogno, cosa rappresenta uno dei ? gioielli di Famiglia? per questo ragazzo assolutamente normale pur essendo assolutamente diverso - come status - dalla maggior parte dei suoi coetanei.

A trentatr? anni non ? pi? lo sbarbatello di certi ? scatti? privati e datati ma ? un uomo che ha moglie, figlia, responsabilit? sulle spalle e una grande voglia di fare. Come suo padre, per?, preferisce lavorare dietro le quinte, scansando i sensazionalismi dei personaggi importanti e le facili etichette appiccicate addosso ai rampolli di casate illustri. Forse non ? un caso che dopo una stagione di lunghi silenzi abbia accettato di svelare le sue passioni e i suoi progetti sportivi proprio adesso, alla fine di un anno delicato, all?inizio di un anno fondamentale. Non una confessione da settimanale patinato, piuttosto un racconto ponderato di se stesso e delle sue cose, tra le quali non possono mancare la Juventus, la Ferrari, il golf e lo sci. Gli amori del pap? e dello zio, gli ? sfizi? di una volta, il business di adesso. E quando, alle undici e rotti della sera, reduce da Londra con breve passaggio a La Mandria, si spengono le luci dell?ufficio in pieno centro a Torino, un attico ex sede diplomatica degli Stati Uniti alle Olimpiadi, probabilmente Andrea Agnelli ? un po? meno Andrea e un po? pi? Agnelli di quanto non fosse prima di cominciare una chiacchierata interrotta da un paio di sigarette, da una lettura dell?introduzione della storia del calcio, da una telefonata brevissima con l?amico Luca.

V.O.

Fonte: Tuttosport

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Il giovane rampollo della Famiglia sar? il presidente della Juventus

Cos? John Elkann prepara la discesa in campo nel 2009

CALCIO 31/12/2008 - La famiglia Agnelli torna alla presidenza della Juve. Non ? fantamercato ma uno scenario che si potrebbe concretizzare da qui a poco tempo. A fine stagione, l?attuale presidente Cobolli Gigli potrebbe infatti lasciare il suo ufficio di corso Galileo Ferraris per far posto a John Elkann.

GIOCATTOLI DI FAMIGLIA

Dopo aver conquistato la presidenza di IFIL e IFI (ora Exor), rispettivamente la finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli e l?Istituto Finanziario Industriale (fondato, manco a dirlo, dal nonno Giovanni Agnelli, ndr), ed essere stato nominato vice presidente di Fiat, John Elkann potrebbe arrivare presto alla guida anche della Juventus. Il primogenito di Margherita Agnelli e di Alain Elkann ? sempre stato vicino alla societ? di corso Galileo Ferraris, specialmente nell?anno della caduta in B, e non ha mai fatto mancare l?affetto a dirigenti, tecnici e giocatori. Ora potrebbe essere arrivato il suo momento, in un virtuale passaggio di consegne tra passato e futuro della Juventus.

LA FAMIGLIA

Se la prossima estate si concretizzasse la ?successione?, John Elkann sarebbe il quarto elemento della famiglia Agnelli a salire alla guida della Juventus: il primo in ordine cronologico a vestire i panni di presidente fu Edoardo Agnelli, figlio di Giovanni Agnelli il fondatore della Fiat, in carica dal 1923 al 1935. Edoardo ebbe sette figli e tra questi Gianni, che molti ricordano semplicemente come l?Avvocato, e Umberto, anche loro alla guida della Vecchia Signora: il primo dal 1947 al 1954 e il secondo dal 1955 al 1962. Elkann sarebbe dunque il quarto esponente della casata a sedere su quella sedia che fu per prima di Eugenio Canfari fondatore della Juve.

LINEA VERDE

Dopo ?Calciopoli?, la Juve si ? distinta anche per una politica di ringiovanimento della squadra ?non comune? a molte formazioni di serie A. Una politica che sta iniziando a produrre i suoi frutti e che potrebbe permettere al club bianconero di impostare anche un diverso discorso economico per il futuro. Sulla stessa lunghezza d?onda ? stato impostato anche il lavoro dirigenziale e presto in casa Juve potrebbe trovare spazio anche Lapo Elkann, fratello di John, altro rampante dirigente in erba e grandissimo tifoso della Juve.

VOGLIA DI JUVE

A seguito di quanto successe nell?estate del 2006, quando la Juve fu spedita in serie B dopo lo scandalo ?Calciopoli?, c?? stata la volont? da parte della famiglia Agnelli di restituire l?immagine di un tempo. Un immagine che oggi si riflette proprio nella figura di John Elkann, mai banale, mai fuori posto e ora pi? che mai pronto a prendere in mano le redini della squadra, magari supportato dai consigli di gente come Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens, presidenti di un glorioso passato scritto dalla famiglia Agnelli.

http://milano.cronacaqui.it

alf24 dove sei?

che ne dici?

ci siamo capiti. ;)

sono qua, Crazy, dammi il tempo di leggere e di farti gli auguri per un felice anno nuovo .buonanno

circa il fatto di esserci capiti...beh, tu sai che, in merito (la sua "Grande Juve"), ci eravamo gi? capiti un paio di anni fa... :siffle:

il punto sar? quello di vedere se nel frattempo non succeder? qualcosa, rispetto ai piani prefissati...

"...Life is what happens to you while you're busy making other plans..."

diceva il magnifico John Lennon nella canzone "Beautiful Boy"....

...il futuro ? imprevedibile...anche per chi crede di possederlo.................

BUON ANNO Crazy....e BUON ANNO A TUTTI !

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Ancora una volta, anche se a distanza di pochi anni, si dimostra la lungimiranza del dott. Umberto Agnelli.

La sua strategia, rilanciare il marchio fiat per poi cedere l' azienda, ? la strada che prospettano velatamente gli eredi dell'avvocato pur parlando di fusioni e partnership.

Il nipote e lo ziastro......bleh!!

speriamo che vendano anche la Juve.

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Il giovane rampollo della Famiglia sar? il presidente della Juventus

Cos? John Elkann prepara la discesa in campo nel 2009

CALCIO 31/12/2008 - La famiglia Agnelli torna alla presidenza della Juve. Non ? fantamercato ma uno scenario che si potrebbe concretizzare da qui a poco tempo. A fine stagione, l?attuale presidente Cobolli Gigli potrebbe infatti lasciare il suo ufficio di corso Galileo Ferraris per far posto a John Elkann.

e presto in casa Juve potrebbe trovare spazio anche Lapo Elkann, fratello di John, altro rampante dirigente in erba :haha: e grandissimo tifoso della Juve.

A seguito di quanto successe nell?estate del 2006, quando la Juve fu spedita in serie B dopo lo scandalo ?Calciopoli?, c?? stata la volont? da parte della famiglia Agnelli di restituire l?immagine di un tempo. Un immagine che oggi si riflette proprio nella figura di John Elkann, mai banale :haha: , mai fuori posto e ora pi? che mai pronto a prendere in mano le redini della squadra, magari supportato dai consigli di gente come Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens, presidenti di un glorioso passato scritto dalla famiglia Agnelli.

Dio ce ne scampi e liberi!!![/

size]

Modificato da martinvai

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DICO SOLO, "MEGLIO COBOLLI GIGLI CHE JOHN ELKANN" E HO DETTO TUTTO. .the

Modificato da juventino a vita

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Presidente, mio Presidente!

04 gennaio 2009

Da qualche giorno, o forse da qualche mese, o forse da qualche anno, girano voci incontrollate presso alcuni organi di stampa, secondo le quali la presidenza di Cobolli Gigli alla guida della Juventus ? arrivata quasi al capolinea.

.....

..........

.............

Continua qui:

http://www.ju29ro.com/tutto-juve/25-tutto-...residente-.html

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BLANC: NOSTRO SEGRETO? APPROCCIO MANAGERIALE

Un "approccio manageriale". E' questo il segreto degli ultimi successi della Juventus secondo l'amministratore delegato bianconero, Jean Claude Blanc. L'ad in un'intervista ad Hurr? Juventus fa il bilancio di met? stagione e promuove il tecnico Claudio "Di lui apprezzo la concretezza - dice - e mi piace che abbia sposato la linea verde della societ?". "Se abbiamo superato le difficolt? di inizio stagione - spiega Blanc - ? perch? la nostra organizzazione funziona. Non esistono societ? e squadra, ma un gruppo dove si lavora insieme. E Ranieri interpreta molto bene questo modo di intendere i rapporti". Una "visione comune", dunque, in base alla quale "c'? una squadra sola - sottolinea l'ad francese - che ? la Juventus. E la sua sfida ? quella di creare un mix vincente di grandi giocatori e giovani di qualit?". (07/01/2009) (Spr)

http://www.repubblica.it

sefz

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CALCIO: JUVE, COBOLLI GIGLI ?PROVO SIMPATIA PER IL CAGLIARI?

(AGI/ITALPRESS) - Torino, 8 gen. - Dopo la sua Juve, il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli, 64 anni, trova il Cagliari la squadra piu? simpatica del campionato di calcio di serie A.

?In questo momento provo simpatia per il Cagliari e per il suo presidente?, ha dichiarato Cobolli Gigli alla trasmissione ?Filo diretto? sul canale tv Juventus Channel. ?E anche in prospettiva del prossimo incontro (sabato ci sara? Inter-Cagliari, ndr) dico ?Forza Cagliari??. (AGI)

http://www.calcio-oggi.it/archives/00025742.html

Senza parole.

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Forza Cagliari :sciarpata:

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Fiat: Automotive News rende note dimissioni De Meo, titolo cala

luned?, 12 gennaio 2009 4.05

MILANO (Reuters) - Luca De Meo si ? dimesso dalle diverse cariche nel gruppo Fiat, secondo il sito web Automotive News.

"Le fonti dicono che De Meo lascia la societ? per perseguire nuove opportunit? professionali", scrive il sito.

De Meo era a capo dei marchi Alfa e Abarth e coordinatore marketing del gruppo.

Il titolo brillante in mattinata ? passato in negativo dopo la notizia e alle 16 cede l'1,86% a 5,54 euro.

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ECONOMIA&LAVORO

ILSOLE24ORE.COM > Economia e Lavoro

Luca De Meo lascia la Fiat,

il titolo ne risente in Borsa

12 gennaio 2008

Luca De Meo, 41 anni, capo marketing del Gruppo Fiat e Ceo dei marchi Alfa Romeo e Abarth, lascia il Gruppo torinese. L'indiscrezione, diffusa dal magazine Automotive News Europe, ? stata successivamente confermata dall'azienda in una nota ufficiale. Luca De Meo avrebbe rassegnato le proprie dimissioni da tutti gli incarichi all'interno del gruppo Fiat per sfruttare altre opportunit? professionali. Immediata la reazione del titolo in Borsa che dopo una prima parte della seduta positiva, ha virato in territorio negativo cedendo il -3.45% a 5.45 euro fra scambi intensi in una giornata pesante per il comparto auto europeo e per il mercato nel suo complesso.

De Meo, nato a Milano il 13 giugno 1967, laureato in Bocconi ? entrato in Fiat Auto nel 2002 con la responsabilit? del Marketing della Lancia, marchio del quale ? stato nominato Responsabile nel giugno 2004. Nel novembre dello stesso anno ? passato a Fiat, assumendo l`incarico di Responsabile del Brand & Commercial. Con il cambiamento di denominazione di Fiat Auto in Fiat Group Automobiles, a inizio 2007, e la contestuale creazione di quattro societ? distinte per valorizzare i rispettivi marchi, ha assunto la carica di Ad di Fiat Automobiles. A partire da Marzo 2007 ha assunto anche l`incarico di Ad di Abarth, mentre a partire da Settembre, ? stato nominato Chief Marketing Officer di Fiat Group, lasciando quella di Ad di Fiat Automobiles e mantenendo quella di Amministratore Delegato di Abarth. Da Dicembre 2007 era anche Ad di Alfa Romeo.

La carriera di De Meo si ? sviluppata tutta nel settore auto. Dal 1992 al 1997, infatti ha ricoperto incarichi di responsabilit? presso la Renault in Italia e in Francia nell`ambito delle vendite e del marketing fino a diventare Product Manager. Nel 1998 De Meo ? passato alla Toyota Motor Europe assumendo, tra l`altro, la responsabilit? della pianificazione prodotto e del coordinamento dei piani commerciali del Brand Lexus e l`incarico di General Manager, Product Management Division.

http://www.ilsole24ore.com

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BigBear, noi forse lo avevamo gi? postato nello storico topic chiuso molto tempo fa.
Carissimi Crazy e BigBear,

Carissimi Crazy e Alf24,

anche se in ritardo auguri di uno strepitoso 2009 (ovviamente esteso a tutti i Fratelli)

..e per quanto riguarda nello specifico la nostra Juve, che sia un anno positivo per ristabilire la Verit?

e mi sembra che l'incipit sia di buon auspicio e incanalato verso la Giusta direzione e poi in giro vedo un gran fermento, con qualche omuncolo che comincia a farsela sotto :sventola::sventola::sventola::sventola:

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L'ex manager del lingotto che ieri aveva annunciato l'addio al Gruppo Fiat - secondo AutoMotorUndSport - passa al colosso di Wolfsburg

Luca De Meo alla Volkswagen

"Sento il bisogno di nuove sfide"

di VINCENZO BORGOMEO

L'ex manager del lingotto che ieri aveva annunciato l'addio al Gruppo Fiat passa al colosso di Wolfsburg. Lo annuncia la rivista tedesca AutoMotorUndSport, considerata universalmente la pi? attendibile al mondo e poco incline a lasciarsi andare a gossip e indiscrezioni.

Lo stesso De Meo ieri d'altra parte aveva dichiarato in pratica di aver gi? in mente qualcosa: "A 41 anni - aveva spiegato - sento il bisogno di percorrere nuove vie professionali. Mi rester? il ricordo di sette anni meravigliosi e indimenticabili che mi hanno permesso di crescere e di confrontarmi con sfide difficili e molto stimolanti".

Ma cosa far? De Meo alla Volkswagen? Inizialmente nulla, almeno per contratto: fino a ieri era capo del marketing del gruppo Fiat e responsabile di Alfa Romeo e Abarth, e quindi per le solite clausole contrattuali di non concorrenza non potr? ricoprire nessun incarico operativo. De Meo d'altra parte era l'uomo di punta dei famosi Marchionne Boys, che ha lottato in prima linea per il clamoroso rilancio del Gruppo Fiat e quindi custodisce tutti i segreti (presenti e futuri) del colosso di Torino.

Tuttavia dopo un annuncio del genere ? davvero difficile che un top manager di questo livello non faccia nulla davvero e che rimanga muto per il tempo stabilit? dalla clausola di non concorrenza. Ci sar? quindi una fughe di notizie sull'asse Torino-Wolfsburg? Il rischio ? reale e di certo non aiuter? la gestione del Gruppo Fiat.

La vicenda di De Meo ci ricorda un po' quella di Antonio Baravalle - altro Marchionne Boys - che a fine 2007 lasci? la poltrona di numero uno Alfa Romeo. Ma Baravalle poi pass? all'Einaudi, che notoriamente non fabbrica automobili... Il caso di De Meo ? quindi clamoroso perch? si tratta di un passaggio di un top manager Fiat fra le file del principale concorrente del Lingotto.

Alla Fiat mostrano aplomb: "Dal punto di vista umano - ha commentato Marchionne - sono dispiaciuto per questa sua scelta anche se sono consapevole che un giovane brillante e capace come Luca possa avere il desiderio di compiere nuove esperienze in altre realt? aziendali".

Ma, a proposito di dichiarazioni, come non ricordare quella che lo stesso Ad Fiat rilasci? pi? o meno un anno fa? A proposito dei suoi "Boys", disse "Con loro rifaremo grande la Fiat. L'unica cosa che non mi fa dormire la notte ? l'idea che anche uno solo se ne vada".

(13 gennaio 2009)

Repubblica.it

.penso

Modificato da Malkav

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L'ex manager del lingotto che ieri aveva annunciato l'addio al Gruppo Fiat - secondo AutoMotorUndSport - passa al colosso di Wolfsburg

....

................

.penso

Puzza?

Anche a me non suona benissimo...

ma non voglio essere complottista a tutti i costi.

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Carissimi Crazy e Alf24,

anche se in ritardo auguri di uno strepitoso 2009 (ovviamente esteso a tutti i Fratelli)

..e per quanto riguarda nello specifico la nostra Juve, che sia un anno positivo per ristabilire la Verit?

e mi sembra che l'incipit sia di buon auspicio e incanalato verso la Giusta direzione e poi in giro vedo un gran fermento, con qualche omuncolo che comincia a farsela sotto :sventola::sventola::sventola::sventola:

:sventola2::sventola2::sventola2:

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Carissimi Crazy e Alf24,

anche se in ritardo auguri di uno strepitoso 2009 (ovviamente esteso a tutti i Fratelli)

..e per quanto riguarda nello specifico la nostra Juve, che sia un anno positivo per ristabilire la Verit?

e mi sembra che l'incipit sia di buon auspicio e incanalato verso la Giusta direzione e poi in giro vedo un gran fermento, con qualche omuncolo che comincia a farsela sotto :sventola::sventola::sventola::sventola:

.rulez .rulez .rulez

(e auguri anche a te, fratello)

:sventola: :sventola: :sventola:

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"per tutte quelle persone che hanno l?impressione che ci sia stato qualcosa di organizzato, piano piano ogni giorno escono delle cose che confermano questa sensazione"

Didier Deschamps, 29 settembre 2006

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"per tutte quelle persone che hanno l?impressione che ci sia stato qualcosa di organizzato, piano piano ogni giorno escono delle cose che confermano questa sensazione"

Didier Deschamps, 29 settembre 2006

didier ? un grande.

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didier ? un grande.

? per questo che ci troviamo..................

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MIELI INCARACCIOLITO SU JACARANDA - PER GLISENTI ?STIPENDIO DI UN TRAMVIERE? - La notizia DEI fitti gonfiAti BY ligresti non ? ritenuta interessante dal Corriere, dal Sole 24 ORE, dal Messaggero... E LA Repubblica la confina nelle pagine locali

a cura di Massimo Riserbo e Falbal?

AVVISI AI NAVIGATI

Avranno anche fatto un piccolo matrimonio per raccattare insieme pubblicit? su internet, ma tra Rcs e Gruppo Espresso non tira aria di inciuci. Il "Corriere" scaglia in prima pagina il nuovo tormentone che agita il Palazzo: "L'eredit? contesa di Caracciolo: due cause e test del Dna". Pezzo poco pi? che compilativo, rispetto a quanto gi? svelato da Milano Finanza, Sole 24 Ore e Dagospia, ma con un finale super-allusivo: "I figli naturali di Caracciolo (che al contrario dei Revelli non avrebbero alcuna intenzione di svelarsi) non sarebbero solo Carlo Edoardo e Margherita Revelli...Ma questa ? veramente un'altra vicenda, che non diventer? mai legale". E diventer? mai notizia? Ah, saperlo...

"Expo, scure di Tremonti sullo stipendio del manager" (Corsera, p.20). Il quotidiano di Paolino Mieli denuncia con coraggio il mobbing che il tributarista di Sondrio sta facendo al povero Paolo Glisenti, capalbiese doc. L'attacco del pezzo di Elisabetta Soglio sembra scritto da zia Lina (Sotis): "Lo stipendio di un tranviere. Meno di quello che prende una baby sitter ben referenziata in centro citt?". Sono la miseria di 30 mila euro.

"Rosso record a Torino. E' la citt? pi? indebitata". La Stampa affossa in prima pagina il mito di Chiamparino bravo amministratore . Enzo Ghigo, candidato sindaco del centrodestra, si frega le mani: anche al Lingotto sta girando il vento. Nello stesso giorno, L'espresso strilla in copertina: "Comuni. I migliori Venezia e Torino". Ai tempi dell'Avvocato e del Principe, ci si metteva un po' pi? d'accordo.

LA BELLA POLITICA

Paolo Pillitteri, l'indimenticabile cognato di Craxi che fu sindaco di Milano, sintetizza amabilmente il significato politico dell'avviso di garanzia a Di Pietro junior: "Ora la sinistra si ritrova con il morto in casa" (intervista sulla Stampa, p.5)

"An blinda i gioielli prima della fusione. Una fondazione per gestire il patrimonio immobiliare" (Stampa, p.6). Mentre Fini incontra Berlusconi per discutere regole e poltrone del nuovo partito unico, il tesoriere Pontone mette al sicuro un centinaio di appartamenti, "Il Secolo d'Italia" e una tenuta agricola. E l'oro di Dongo?

MA FACCE RIDE!

"Io lavoro per fare il Pd e rinnovarlo", il cacicco Antonio Bassolino fa autocritica con Alberto Statera su Repubblica (p.13).

Alemanno e Roma possono sforare impunemente sul deficit? Privilegi? "No, Roma sconta soltanto i buchi della sinistra", Giuseppe Scopelliti, virtuosissimo sindaco aennino della virtuosissima Reggio Calabria (Il Giornale, p.6).

DISECONOMY

Don Salvatore Ligresti perde in primo grado la causa sul caro affitti a Milano: "Affitti gonfiati. Ligresti sconfitto dagli inquilini" (La Stampa, p.18). La notizia non ? stata ritenuta interessante dal Corriere, dal Sole, dal Messaggero... E Repubblica la confina nelle pagine locali.

"Tremonti-bond al tasso del 7,5%. Banchieri con le spalle al muro". Giovanni Pons spiega come l'alto costo dell'emissione costringe le banche italiane a battere altre strade per finanziarsi (Repubblica, p.24).

FREE MARKETT

Moody's minaccia di declassare il rating sul debito Fiat. "Paura?", come direbbe Lucarelli? Ci pensa Raffaella Polato sul Corriere: "E' un quadro che Marchionne non nega. Anzi. Pu? vantare di reggere meglio di altri (...). Ma era stato comunque l'amministratore delegato della Fiat uno dei primi, mesi fa, ad avvertire dei rischi di contagio dalla finanza all'economia reale". (p.25). Avvertiva, avvertiva. Tanto ? vero che ancora nella tarda primavera rimpinzava di dividendi i suoi azionisti.

"Mutui variabili sempre pi? convenienti". Il Messaggero di Caltapap? spara a pagina 2 un vero notizione. Peccato che nessuno abbia il coraggio di firmarlo e anche la foto, splendide palazzine di periferia in una giornata di sole, ? priva di didascalie. Che sia Roma, lo s'intuisce dalle erbacce in mezzo alla strada.

Il Sole 24 Ore canta le lodi di Luciano Benetton e di Trib? ("Lo yacht di Benetton attracca in Argentina", p.35). "Trib? ? uno yacht verde, premiato con la Green Star, un prestigioso certificato ecologico". C'? la crisi e Ulisse-Luciano non riesce a tornare a casa. Per evitare le sue autostrade intasate, ? costretto a fare il giro del mondo.

UN PAESE ALLO SBANDO

Raffaele Lombardo piagnucola sul Sole: "Cos? non va. Neppure un casin? ci fanno fare" (p.13). Qualcuno gli spieghi che nella sua Sicilia c'? la mafia. O vogliamo far risparmiare ai picciotti anche il pedaggio autostradale per andare a riciclare a Saint Vincent o a San Remo?

CARO, PRENDITI UNA VACANZA

"Cambiati pi? leader che canottiere", Walter Veltroni lava i panni sporchi nel segreto della sezione Pd di Ponte Milvio. Lo pizzicano perfino quelli del Sole 24 Ore (p.12).

ORA D'ARIA

Igor Man e la sua rubrica auto celebrativa sulla Stampa sfrattati per fare spazio all'arcivescovo di Milano. Dionigi Tettamanzi parte in stile Rifkin: "Dovremmo forse cominciare a riflettere sulla giusta dimensione della crescita economica, perch? non si pu? fra crescere all'infinito la domanda di cose, e uso appositamente il termine di "cose". Intanto la "cosa" pi? vicina alla sua riflessione, in prima pagina sulla destra, ? la foto di "Victor, profumo di vittoria". Il ladrone di sinistra, invece, propone di comprar case in Costa Azzurra ("e proteggi i tuoi risparmi"). E' la stampa, Sua Eminenza!

[16-01-2009]

DAGOSPIA

Modificato da CRAZEOLOGY

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Thyssen/ Sostituiti tre giudici popolari, s? a riprese tv

Articolo di giornale decisivo per rinuncia dei giurati

Torino, 15 gen. (Apcom) - E' iniziato con un colpo di scena il processo ai sei dirigenti della ThyssenKrupp imputati per l'incendio divampato il 6 dicembre 2007 dall'acciaieria torinese costato la vita a sette operai: la sostituzione di tre dei sei giudici popolari. Decisivo l'articolo pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa che conteneva alcune loro affermazioni, prive di "giudizi o pareri" sull'imminente processo, ma comunque fonte di possibili "intralci procedurali". Da l? la loro richiesta, accolta del presidente del tribunale di astenersi. La sostituzione ha comunque causato un avvio ritardato di quasi due ore e mezza, della prima udienza.

Gi? alle 9 la maxi aula 1 del Palazzo di giustizia di Torino era piena di parenti e colleghi delle vittime, operatori televisivi venuti anche dalla Germania e curiosi. All'esterno uno schieramento di forze dell'ordine e uno striscione listato a lutto, della rappresentanza sindacale dell'azienda tedesca che il 19 dicembre 2008 ha chiuso lo stabilimento torinese. Un'affluenza "discreta", l'ha definita Ciro Argentina, delegato della Fiom-Cgil, che per? si aspettava di pi?. "La citt? ? cambiata - ha commentato - e c'? pi? interesse per un processo come quello come quello di Annamaria Franzoni".

Tra i parenti delle vittime prevale l'ansia per le decisioni della corte e la rabbia nei confronti dei presunti responsabili dell'incidente: "Li hanno ammazzati loro e devono andare in galera" ha detto Rosina Demasi, madre di uno degli operai morti sulla linea 5 dell'impianto, auspicando l'ergastolo. Una pena quasi impossibile, ma comunque si tratta di un processo storico nel quale, per la prima volta, si discute di omicidio volontario per morti sul lavoro.

La Corte d'Assise, presieduta da Maria Iannibelli, ha deciso di autorizzare, sentito l'orientamento negativo della difesa e positivo di accusa e parti civili,le riprese televisive in considerazione del "rilevante interesse sociale del processo". Una scelta che Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto alla strage e oggi parlamentare del Pd, ha definito "importante" perch? questo processo a suo parere, "ha un alto valore civile" e potr? essere utile per creare "una nuova giurisprudenza e una nuova attenzione verso la sicurezza sul lavoro".

Giuseppe Salerno e Cosimo Cafueri, rispettivamente direttore dello stabilimento di Corso Regina Margherita e responsabile della sicurezza dello stesso impianto, sono gli unici due imputati che oggi si sono presentati in aula. Intanto la difesa dei sei imputati ha integrato il pool, nominando il penalista romano Franco Coppi. Secondo quanto si ? appreso Coppi si dovr? occupare in particolare di fronteggiare le richieste per il risarcimento danni. 54 operai hanno chiesto di costituirsi parte civile. Se ne parler? il 22 gennaio, alle 9, nella seconda udienza. Ezio Audisio, difensore dell'amministratore delegato della ThyssenKrupp Ast, Harald Espenhahn , ha gi? annunciato che presenter? una questione di nullit? per il decreto che dispone il giudizio.

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