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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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Generali: summit dei grandi della finanza in onore di Bernheim -DIETRO LE QUINTE

A Parigi incontro Bazoli, Gabetti e Geronzi

......

considerato che in quattro fanno 3 secoli e 17 anni avranno parlato del lungo e radioso avvenire che li aspetta ...

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considerato che in quattro fanno 3 secoli e 17 anni avranno parlato del lungo e radioso avvenire che li aspetta ...

La gabbia ha sempre il suo fascino.... sefz

Magari se hai come compagno di cella Steve Mc Queen puoi pure progettare un'evasione.

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La gabbia ha sempre il suo fascino.... sefz

Magari se hai come compagno di cella Steve Mc Queen puoi pure progettare un'evasione.

.ciao Craze,

e/o anche Mac Gyver non sarebbe male come compagno di cella .asd

ma di Lapo che si trom** la cugina non mi dici nulla?? sefzsefz

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La gabbia ha sempre il suo fascino.... sefz

Magari se hai come compagno di cella Steve Mc Queen puoi pure progettare un'evasione.

mi pare che il posto sia gi? prenotato per il cesarone romiti ...

chiss? quante cose avranno da dirsi ......

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ma di Lapo che si trom** la cugina non mi dici nulla?? sefzsefz

...e che vuoi che ti dica....

"BUON PRO LE FACCIA"....

...Lapo alla cugina, of course.... :haha: :haha: :haha: :haha: :haha: :haha:

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La cugina nel suo caso pu? andare bene.

Non mi viene tanta ironia....

Forse ha bisogno di una persona pi? giovane dolce e senza troppe pretese (monetarie).

Magari poi ? anche carina....

Solo che... :siffle:

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La cugina nel suo caso pu? andare bene.

Non mi viene tanta ironia....

Forse ha bisogno di una persona pi? giovane dolce e senza troppe pretese (monetarie).

Magari poi ? anche carina....

Solo che... :siffle:

solo che....???

...mmhhh...

...ho capito, lo sapremo nella prossima puntata, anzi, nel prossimo "volume"...

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solo che....???

...mmhhh...

...ho capito, lo sapremo nella prossima puntata, anzi, nel prossimo "volume"...

.asd.asd.asd

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Inviato (modificato)

Fiat: Marchionne, andamento 1* trimestre in linea con previsioni

TORINO (MF-DJ)--"Il mercato e' orribile ma le previsioni del trimestre sono totalmente in linea" con le attese.

Lo ha affermato Sergio Marchionne, a.d. di Fiat, a margine di un convegno del Centro Studi di Confindustria, in merito all'andamento del 1* trimestre.

Il presidente del gruppo del Lingotto Luca Cordero di Montezemolo ai cronisti che gli chiedevano se fossero confermati i target ha risposto "si, assolutamente si". Mur/glm

http://www.borsaitaliana.it/bitApp/news.bi...582〈=it

*********

Fiat: Credit Suisse al 3, 105%

Lo si legge negli aggiornamenti della Consob

(ANSA) - MILANO, 18 APR - Credit Suisse detiene dal 10 aprile il 3,015% del capitale di Fiat. E' quanto si legge negli aggiornamenti delle partecipazioni rilevanti della Consob.

Modificato da BigBear

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solo che....???

...mmhhh...

...ho capito, lo sapremo nella prossima puntata, anzi, nel prossimo "volume"...

Solo che, questa scelta interna mi lascia pensare che Lapo forse fuori ha pi? problemi che in passato.

Magari sbaglio, per? avrebbe una logica....

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notizia vecchiotta (1 settimana) che forse abbiamo bucato....

ma decisamente molto interessante, chiss? di cosa avr? discusso questa Trimurti .penso.penso.penso

Generali: summit dei grandi della finanza in onore di Bernheim -DIETRO LE QUINTE

A Parigi incontro Bazoli, Gabetti e Geronzi

porca vacca...

questa in effetti ? importante anche se non ne sappiamo il contenuto....

se poi fosse stata datata 16 aprile sarebbe stata 10 volte pi? importante.

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CONFINDUSTRIA: MONTEZEMOLO DOMANI A TORINO ULTIMO ATTO

(AGI) - Torino, 17 apr. - Fine mandato da presidente di Confindustria per Luca Cordero di Montezemolo domani a Torino con un appuntamento internazionale, all?auditorium del Lingotto. intitolato ?cambiare per crescere?. ?Ci tenevo a chiudere con un grande incontro a Torino - ha dichiarato oggi Montezemolo - un incontro internazionale senza politici italiani per aprire a Torino un?altra finestra sul mondo?.

Al convegno sono attesi il vicepresidente di Confindustria, Andrea Pininfarina, l?amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, l?amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, l?ex primo ministro spagnolo,Jose? Maria Aznar, in teleconferenza il presidente del consiglio dei governatori federal Reserve, Alan Greenspan e il presidente della commissione europea Jose? Manuel Barroso.(AGI)

http://www.stato-oggi.it/archives/00077698.html

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Pagella Montezemolo

Nei gioni in cui il Paese cambia governo, si allontana dal palcoscenico istituzionale un protagonista di questi ultimi tempi: Luca di Montezemolo. La migliore eredit? sarebbe evitare il colpo di teatro di una discesa diretta in campo politico

Mentre il Paese sta per affidarsi a un nuovo governo, si allontana dal palcoscenico istituzionale un protagonista di spicco del teatro politico-economico di questi ultimi tempi: il presidente uscente di Confindustria, Luca di Montezemolo. Al quale ? toccato di vivere un'esperienza davvero singolare, avendo svolto il suo primo mandato nel biennio finale del passato gabinetto Berlusconi ed il secondo nei primi e due soli anni dell'ormai concluso ministero Prodi. Una convivenza di opposto segno politico nella quale il leader degli industriali ha saputo destreggiarsi con abilit? e intelligenza, rendendo in pi? di un'occasione un eccellente servizio all'immagine pubblica del suo sindacato.

"Grazie della strepitosa eredit? che lasci al sistema.". In queste parole, rivolte di recente a Montezemolo dal presidente dei piccoli industriali Giuseppe Morandini, c'? probabilmente un eccesso di retorica. Tuttavia, esse sono anche il segnale di un primo (non scontato) successo della gestione confindustriale da parte del presidente di Fiat. Un forte antagonismo fra grandi e piccole aziende, sovente ben dissimulato, caratterizza da sempre la dialettica interna a quel sindacato. I termini dell'omaggio reso da Morandini indicano che su questo terreno il presidente uscente ha saputo lavorare bene e mediare utilmente fra interessi spesso contrastanti.

Una spiegazione pratica di questa ricomposizione unitaria del fronte confindustriale va individuata nel buon esito della battaglia ingaggiata da Montezemolo per l'alleggerimento degli oneri fiscali e previdenziali sulle imprese. Certo, non ? stato merito suo il fatto che il governo Prodi abbia deciso un cospicuo taglio al cuneo fiscale sulle buste paga: questo era un impegno che i partiti dell'Unione avevano gi? messo ai primi posti del loro programma elettorale. Ma ? altrettanto un fatto che ? stata l'opera del vertice di Confindustria a manovrare per raggiungere un duplice obiettivo. Da un lato, che la parte pi? sostanziosa degli sgravi fosse destinata alle casse delle imprese. Dall'altro lato, che la platea delle aziende beneficiarie fosse la pi? estesa possibile in direzione delle piccole.

Questo specifico capitolo dei robusti vantaggi economici ottenuti, soprattutto nell'ultimo biennio, ? una chiave importante per capire la popolarit? raggiunta nel mondo imprenditoriale dalla presidenza Montezemolo. Ma non bisogna trascurare anche un altro genere di successo che quest'ultima ha conquistato su terreni meno concretamente pecuniari e per? di grande importanza per la credibilit? esterna di Confindustria. Al riguardo vanno segnalati in particolare la svolta impressa all'associazione in Sicilia sul fronte della lotta alle infiltrazioni mafiose e, in sede centrale, la chiusura ad ogni tentazione di collateralismo politico.

Nel quadriennio della precedente gestione D'Amato, l'organizzazione degli industriali si era appiattita anima e corpo sull'allora governo Berlusconi. Con il brillante risultato di dover incassare qualche danno, come la sconfitta nell'inutile guerra sulla riforma dei licenziamenti, e non poche beffe, prima fra tutte la defatigante trattativa per firmare quell'enfatico 'Patto per l'Italia' che si ? poi rivelato la pi? grande bufala economica dell'ultimo decennio. La reazione di Montezemolo a questo disastro ? stata lungimirante, collocando Confindustria su una posizione di autonomia critica verso tutto il mondo della politica. Dapprima con Berlusconi e poi con Prodi egli si ? posto nel ruolo proprio di controparte sociale in dialettica aperta e talora vivace con i governi, senza pi? badare al loro colore politico.

Questa terziet? di Confindustria ha portato talora Montezemolo a qualche inattesa sbavatura polemica, come quando ha misconosciuto - salvo poi correggersi in tutta fretta - perfino lo storico aggancio all'euro del duo Ciampi-Prodi all'interno di un pesante giudizio liquidatorio sui governi degli ultimi 12 anni. Simili eccessi hanno cos? alzato sul finale della sua presidenza il sospetto increscioso che egli stesse preparando il colpo di teatro di una sua diretta discesa in campo politico. La migliore eredit? che Montezemolo lascia a Confindustria sta nella negazione di una tale eventualit?. In caso opposto, infatti, la conquistata autonomia dell'associazione avrebbe assunto lo sgradevole sapore di un passaggio strumentale a fini di potere personale.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Pa...ezemolo/2019887

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L?ADDIO DI MONTEZEMOLO COSTA UN ?GETTONE? AD ALAN GREENSPAN DI 15 MILA $

Oggi pomeriggio alle 14,30 prende inizio al Centro Congressi Lingotto di Torino, la messa solenne con la quale Luchino di Montezemolo si congeda da Confindustria.

Di fronte a una platea di autorit? locali e imprenditori, il giovanilista 60enne presidente della Fiat salir? sul palco alle 17,45 per un intervento che chiude il cerchio dei quattro anni della sua gestione. Per fare scena ? stato arruolato anche Alan Greenspan, l?ex-capo della Fed che tutti accusano di non aver previsto la bolla immobiliare e lo spettro della recessione.

Al vecchio Alan, che parler? in videoconferenza dal suo comodo ufficio di New York, sar? inviato un gettone di 15mila dollari, poi dopo le conclusioni di Barroso (il presidente della Commissione europea dai capelli tinti) 300 privilegiati si recheranno nell?Officina 83 del Lingotto per gustare i ravioli al sugo d?arrosto e i bign? al cioccolato dello chef Ugo Alciati.

La scelta del Lingotto per la messa funebre di Luchino ? davvero curiosa e conferma che il presidente di Confindustria e di Fiat non riesce - nemmeno al momento dell?addio - a separare i suoi ruoli. D?altra parte lo ha dimostrato in questi quattro anni riempiendo i suoi discorsi con continui riferimenti alla cultura dell?automobile, alla Ferrari, al motore di un?Italia che deve correre e che oggi trova al volante il Cavaliere impunito di Arcore. La Fiat gli ? rimasta nel cuore e rimane adesso l?ultima grande poltrona di Montezemolone.

Prima della cena ci sar? per? un siparietto importante perch? ? risulta a Dagospia ? Luchino si chiuder? in una stanza con la moretta di Mantova Emma Marcegaglia per un ultimo atto. Al riparo da occhi indiscreti il prossimo presidente di Confindustria ?in quota rosa?, gli metter? sotto gli occhi l?organigramma che mercoled? prossimo porter? alla Giunta di Confindustria con l?indicazione della sua squadra. Gran parte dei tasselli ? sistemata e nessuno pensa che personaggi come Tronchetti Provera, Moratti, Bombassei e Pininfarina, lasceranno le poltrone. Restano due nodi importanti da sciogliere.

Il primo riguarda Marino Vago, il vicepresidente per l?Organizzazione che cura i rapporti con le centinaia di associazioni aderenti a Confindustria. Su quest?uomo dai tratti gentili che ? nato a Busto Arsizio nel 1955, sono piovute molte critiche per non aver saputo mettere un po? di ordine nel caos che vede rappresentate dentro federazioni diverse imprese che fanno mestieri simili.

Il secondo problema ? la riconferma eventuale di Pasquale Pistorio, l?anziano ingegnere che siede nel consiglio di amministrazione della Fiat ed ? stato al vertice di Telecom. Durante la gestione di Luchino, Pistorio ha avuto la delega per l?innovazione e la ricerca, e si ? dato un gran da fare. A quanto risulta la moretta di Mantova vorrebbe per? una svolta giovanile, ma ? certo che Luchino spezzer? qualche lancia in favore dell?amico Pistorio.

Ci sarebbe infine il problema della presidenza dei Giovani Imprenditori dove si battono Federica Guidi e Cleto Sagripanti. Quest?ultimo ? sponsorizzato da Dieguito Della Valle, lo scarparo marchigiano che ha gi? sponsorizzato senza fortuna il suo amico del cuore Clemente Mastella. Un brutto precedente.

Dagospia

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Solo che, questa scelta interna mi lascia pensare che Lapo forse fuori ha pi? problemi che in passato.

Magari sbaglio, per? avrebbe una logica....

Qunado ho postato la notizia su Lapo,

queste sono state le parti dell'articolo che mi hanno incuriosito di pi?,

non ? che per caso Lapo, dando pre presupposto ci? che tu dici, vale a dire che ha realizzato chi gli ha tirato lo scherzetto di quella famosa notte con Patrizia, stia cercando informazioni all'interno della Famiglia o nuove alleanza o altro per il tramite della cuginetta??

Ma la love story, se confermata, ha anche un risvolto patrimoniale, oltre che romantico. Visto che, con tutta probabilit?, la bruna e raffinatissima Bianca partecipa anche lei, in qualche modo, all'eredit? del suo prozio, l'Avvocato: patrimonio gestito dalla societ? accomandita "Giovanni Agnelli" di cui fanno parte, tra gli altri, i figli di Margherita Agnelli e Alain Elkann. Ginevra, John e, appunto, Lapo. Un tesoro che, va ricordato, ? anche conteso: proprio Margherita ha citato in giudizio gli amministratori della societ?, ritenendosi ingiustamente esclusa (lei stessa e i figli, nati dal secondo matrimonio) dalla cassaforte che fu di suo padre. Liquidata generosamente, ma pur sempre - questa la sua opinione - senza il suo accordo.

Insomma: che si tratti di litigi, di soldi o di amori, di cronache rosa o giudiziarie, sembra che in questa fase gli Agnelli preferiscano fare davvero tutto in famiglia.

porca vacca...

questa in effetti ? importante anche se non ne sappiamo il contenuto....

se poi fosse stata datata 16 aprile sarebbe stata 10 volte pi? importante.

Guarda Crazy,

la notizia ? stata ripresa anche oggi da Il Tempo con riferimento alla succesione in Generali

Grandi manovre sulle Generali. Bernheim sotto tiro. Ma i francesi non mollano

Filippo Caleri

Alessandro Usai

?Mai dare le dimissioni perch? qualcuno potrebbe accettarle?. Parole che si prestano a molte considerazioni se a pronunciarle ? Antoine Bernheim, un signore che il prossimo 4 settembre compir? 84 anni e che di lavoro fa il presidente di Generali.

Il manager ? garante degli interessi francesi e dei precari equilibri con i soci italiani nella compagnia assicurativa. Una sicurezza per proteggere da mani nemiche lo scrigno che custodisce una bella fetta delle ricchezze d'Italia. Ecco perch? non sar? facile defenestrare Bernheim. La maggiore assonanza tra Berlusconi e il presidente francese Sarkozy, gi? evidenziata sul tema Alitalia, potrebbe fornire all'anziano manager una sponda politica di gran rilievo. Eppure molti fucili sono puntati sul 26 aprile, giorno in cui ? prevista l'assemblea del Leone di Trieste.

Il tentativo ? chiaro: costringerlo alla resa fregiandolo della carica di presidente onorario. Al suo posto (forse) Claudio Costamagna, il banchiere prodiano ex Goldman Sachs (una delle grandi banche di investimento mondiali) che collabor? con Cesare Geronzi in occasione della fusione tra Capitalia e Unicredit. Una mossa strategica che ora potrebbe dare i suoi frutti: Geronzi, uno dei pochi banchieri stimati da Berlusconi, ? presidente del Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, primo socio delle Generali.

Le trattative per garantire un nuovo assetto tra Milano, Roma e Parigi vanno avanti sotto traccia ma il carattere spigoloso di Bernheim accende gli animi. Basta un esempio: al brindisi natalizio con i dirigenti, Bernheim rivel? che tra gli azionisti di Generali allignavano dei mafiosi. Vincent Bollor?, potentissimo socio francese di Mediobanca, salt? sulla sedia. Appena un mese prima aveva ribadito il suo legame di ferro col presidente di Generali: ?Dietro tutto quello che faccio, c'? sempre Antoine?.

Il finanziare bretone ha cambiato idea e capito che la scadenza naturale dell'attuale consiglio di Generali nel 2010 non sar? rispettata. Nemmeno Tarak Ben Ammar, prezioso e affabile rappresentante dei soci francesi a piazzetta Cuccia, ha provato a rimettere insieme i cocci.

Anche perch? su Bollor? ? partito il pressing di Unicredit, Intesa SanPaolo e degli altri soci forti delle Generali: Bernheim deve farsi da parte. E c'? di pi?. Emilio Botin, presidente dello spagnolo banco Santander, ha intimato a Bollor? di incontrare Davide Serra, colui che alla testa del fondo Algebris ha definito inadeguata la governance delle Generali e deludenti i risultati finanziari ottenuti.

Algebris ? la spina nel fianco nella lotta tra i poteri forti che si sta scatenando nelle Generali. Il fondo, che detiene lo 0,6% del gruppo assicurativo ma che ha fatto capire di poter convogliare quote considerevoli degli scontenti, affila le armi alla vigilia dell'assemblea di aprile minacciando un assalto per conquistare il Leone di Trieste.

Bollor? corre ai ripari e potrebbe scaricare Bernheim per fare un favore a Geronzi e Costamagna. Via alle larghe intese sull'asse Geronzi-Bollor?. Bernheim, per?, non molla. Attacca gli hedge fund che lo accusano di ?non essere aggressivo negli investimenti? sostenendo la tesi che Generali ? da sempre considerato un titolo per ?cassettisti? vale a dire un bene da comprare e mettere da parte perch? si rivaluta con il passare del tempo.

Un investimento sicuro per il popolo dei risparmiatori al pari di un Bot o di un immobile. Parole che non convincono alcuni operatori. Basta fare un'analisi su cosa ha in pancia il Leone di Trieste. Tanto. Non solo un sostanziale flusso di cassa che deriva dal fatto di essere leader in Italia e in Europa nel settore assicurativo, ma anche immobili di prestigio ben posizionati nei centri storici delle principali citt? italiane, francesi, tedesche e austriache. Una dote che secondo le stime vale 23 miliardi di euro.

A far gola per? non ? solo il fatto che dentro alla cassaforte ci siano molti gioielli. Ma anche il fatto che la societ?, sebbene protetta da blocchi di azionisti coesi tra loro, ? assolutamente contendibile. Il timore di assalti al cuore finanziario di Trieste lo espresse qualche tempo lo stesso Bernheim: ?Se il 30% del capitale ? in mani italiane, la grande maggioranza delle azioni ? nei portafogli che contano: fondi pensione, fondi esteri anche anglosassoni?.

I soci francesi escludono, almeno ufficialmente, l'esistenza di problemi con la presidenza Bernheim. In fondo, Generali in Francia ? il secondo operatore e ha chiuso il 2007 con un utile di 505 milioni di euro, in aumento del 25% rispetto all'anno prima.

Ma il grande vecchio ? sotto assedio. Come poche settimane fa a Parigi. L'occasione ? stata il conferimento ad Antoine Bernheim delle insegne di cavaliere di gran croce dell'ordine al merito della repubblica italiana. Al termine della cerimonia, rimasti soli nel salone d'onore dell'ambasciata italiana, il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli, il numero uno della Giovanni Agnelli & C., Gianluigi Gabetti, e il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Mediobanca, Cesare Geronzi ne hanno approfittato per una fitta conversazione con Bernheim.

Nella scacchiera ci sono molti pezzi grossi in gioco. Sul fronte Mediobanca si rafforza l'asse fra Cesare Geronzi, Salvatore Ligresti, Fininvest e i soci francesi di Bollor? e Ben Ammar. Un blocco che tenter? di avere un ruolo chiave sia nel rinnovo del sindacato di Piazzetta Cuccia (2009) sia nella ridefinizione dell'assetto delle Generali. L'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ha gettato acqua sul fuoco: il management di Trieste, ?da Bernheim a Perissinotto e Balbinot, sta facendo un lavoro encomiabile e hanno tutti il nostro sostegno?. Bernheim ne aveva preso atto con una battuta: ?Sull'et? non posso lavorare, sul resto s??.

Ma stavolta il vecchio Antoine rischia di perdere la poltrona.

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http://www.iltempo.it/economia/2008/04/18/...i_mollano.shtml

18/04/2008

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http://www.finanzainchiaro.it/dblog/artico...sp?articolo=417

COSA STA SUCCEDENDO IN FIAT? ( Parte prima)

Di redazione (del 16/04/2008 @ 02:51:37, in I Mercati, linkato 583 volte)

La lucida disamina del nostro Direttore su un fatto che non ha precedenti.

Ieri 15 aprile 2008 a Piazza Affari sono state scambiate oltre 152 milioni di azioni ordinarie Fiat.

Non si era mai verificata una cosa simile! Un volume di scambi pari all?8,3% del capitale.

Per dare un?idea dell?enormit? di questo dato traduciamo in soldoni il valore degli scambi: con una media per azione intorno ai 14 euro il controvalore ammonta a 2 miliardi e 150 milioni di euro.

Boom!!!! ? Una cifra pazzesca! Il titolo ha perso circa il 5% rispetto alla chiusura precedente.

Cosa ha determinato un dato cos? anomalo? Vi diranno che il giorno precedente erano stati diramati i dati sulle immatricolazioni auto in Europa ed a fronte di un calo medio del 9,5%, Fiat aveva fatto peggio con una diminuzione pari al 12,1%, riducendo cos? anche la propria quota di mercato nel Vecchio Continente. Potremmo rimarcare come la diminuzione delle immatricolazioni sul mercato italiano (-18,8%) sia stata pi? che doppia rispetto alla media europea e ci? basterebbe per giustificare la maggior diminuzione dell?azienda del Lingotto.

Tuttavia questa tendenza viene rilevata ormai da tre mesi e precedentemente non avevamo assistito ad un aumento dei volumi in Borsa cos? rilevante. La motivazione, quindi, a nostro avviso, va ricercata altrove.

Mettiamo un po? d?ordine.

I meriti di Marchionne sono assolutamente indiscutibili. Noi avevamo scritto in tempi non sospetti che quest?esempio di ristrutturazione aziendale avrebbe dovuto trovare posto sui testi universitari di microeconomia. Sul momento avevamo avuto commenti sprezzanti, ora invece che un simile suggerimento arriva anche da fonti considerate autorevoli, la proposta ha trovato maggior eco sulla stampa.

Lo stesso Marchionne, per?, dopo aver compiuto ci? che a tutti ? parso come un miracolo, cio? riportare Fiat a utili superiori al miliardo di euro ed addirittura azzerare i debiti, aveva sottolineato che restava ancora molto da fare ed al primo luogo aveva citato il rilancio del marchio Alfa Romeo.

Se andiamo a disaggregare i dati sulle immatricolazioni, infatti, evidenziamo facilmente che il marchio Fiat continua a trainare le vendite del Gruppo (nell?ultima rilevazione ? in diminuzione solo del 5,9%) mentre responsabili del calo oltre la media sono le vendite di Lancia e Alfa Romeo rispettivamente con un -23,6 e un -52,5%.

In particolare la partita si gioca sulla ristrutturazione dello stabilimento di Pomigliano d?Arco.

E? proprio di ieri la notizia che le forze di Polizia hanno dovuto effettuare delle cariche per sgomberare una sessantina circa di lavoratori che da giorni bloccavano l?accesso delle merci in entrata ed in uscita dallo stabilimento stesso. L?intervento della Polizia si ? reso necessario in ottemperanza all?accoglimento da parte del Tribunale di Nola del ricorso della Societ? che riteneva illegittime queste forme di lotta. La protesta derivava dal fatto che il piano aziendale prevedeva lo spostamento di oltre 300 lavoratori a Nola.

Infine sempre in data 15 aprile il giornale tedesco Handelsblatt scrive che sarebbero in corso ?colloqui in fase avanzata? fra Fiat e Chrysler per far produrre Alfa Romeo negli stabilimenti statunitensi. Fiat ha preferito non commentare la notizia, ma era stato lo stesso AD Marchionne giorni fa ad ipotizzare, nell?ottica di un lancio del marchio del Biscione negli Usa, che sarebbe risultato indispensabile, per il successo dell?operazione, che la produzione fosse eseguita direttamente in loco.

Le voci insistenti che volevano l?AD di Fiat in partenza destinazione UBS dopo alcuni giorni di imbarazzante silenzio sono state completamente smentite. Perch? questo ritardo? Forse perch? i vertici dell?azienda avevano in quei giorni vedute divergenti circa il futuro del marchio Alfa Romeo ed in particolare sull?opportunit? di una perlomeno parziale dismissione dello stabilimento di Pomigliano d?Arco? Ed alla fine, ? stato Marchionne a spuntarla?

La successiva conferma ufficiale di Marchionne almeno fino al 2012 fa pensare a questa come l?ipotesi pi? probabile.

Ma torniamo all?inizio del nostro articolo ed ai vorticosi scambi azionari.

Stabilito che non c?? un simile precedente n? in termini del volume di azioni scambiate, n? tantomeno del controvalore trattato, siamo andati a vedere cosa era successo l?ultima volta che gli scambi azionari sul titolo Fiat, a Piazza Affari, avevano registrato un innalzamento anomalo. ?

E le sorprese non sono mancate, ma di questo parleremo nella seconda parte dell?articolo che sar? pubblicata fra pochi giorni e che fin d?ora vi consiglio di non perdere.

http://www.finanzainchiaro.it/dblog/artico...sp?articolo=428

COSA STA SUCCEDENDO IN FIAT ( Parte seconda)

Di redazione (del 21/04/2008 @ 00:32:36, in I Mercati, linkato 123 volte)

Prima del 15 aprile in una sola occasione a Piazza Affari erano state scambiate pi? di 100 milioni di azioni ordinarie Fiat.

Era accaduto nel febbraio del 2005.

Sono passati poco pi? di tre anni, ma per Fiat sembra un secolo. Riavvolgiamo la pellicola e rivediamo il film al quale abbiamo assistito, ricordando in quale situazione si trovava l?azienda in quel periodo.

Nell?anno 2000 Fiat aveva sottoscritto una opzione put (cio? a vendere) con General Motors. Una sorta di assicurazione sulla vita, esercitando la quale avrebbe potuto costringere la multinazionale americana ad acquistare tutto il comparto auto dell?azienda ad un prezzo prefissato. L?operazione aveva come scadenza naturale, gennaio 2005, e Fiat avrebbe avuto pi? di 5 anni di tempo per poterla esercitare a decorrere dal 2 di febbraio. Passa solo una decina di giorni ed arriva il colpo di scena. L?AD Marchionne vola a New York dove, nella sede di General Motors, incontra il Presidente Richard Wagoner ed il vice-Presidente e responsabile finanziario John Devine. Ore di febbrili trattative poi a mezzanotte e mezza (le sei e trenta del mattino in Italia) arriva la tanto sospirata firma: General Motors pagher? 2 miliardi di dollari (1,55 miliardi di euro al cambio di allora) in cambio della cancellazione della put option. Al JFK di New York su una pista c?? un aereo privato che attende Marchionne per riportarlo a Torino dove, per le ore 15, ? stato immediatamente convocato un Consiglio di Amministrazione straordinario che dovr? ratificare l?intesa raggiunta. L?accordo passer? alla storia, ebbene s?, passatemi espressione enfatica, come ?il divorzio di San Valentino?.

Allora, avete capito bene, nel febbraio 2005 General Motors preferisce pagare 2 miliardi di dollari piuttosto di vedersi costretta ad acquistare Fiat auto.

D?altronde l?azienda del Lingotto naviga in cattive acque. L?azione ordinaria vale in Borsa circa 5,8 euro: 7 anni prima, nel ?98, ne valeva pi? di 40.

La notizia arriva come un fulmine a Piazza Affari, iniziano una serie di scambi vorticosi, alla fine della giornata passeranno di mano 104 milioni di azioni. Il titolo chiuder? ad un prezzo di 6,225 euro, +4,97% rispetto al giorno precedente. Il mercato approva, per Fiat ? una boccata d?ossigeno, ma la situazione resta disperata e nei giorni successivi continua la discesa delle valutazioni che porta il titolo, un paio di mesi dopo, a quotare 4,52 euro (con un minimo intraday di 4,39 euro).

Segnatevi questa data: ? il 20 aprile 2005. Da quel giorno comincia la riscossa.

Solo una breve annotazione, quotare un?azione 4,5 euro quando il suo valore di libro ? 5 euro, in Borsa ha un solo significato: l?azienda per gli operatori ? tecnicamente fallita!

Chi non si arrende ? Sergio Marchionne che acquista azioni Fiat per un controvalore di 200.000 euro. Non ? una cifra iperbolica, ma l?operazione ha un enorme significato simbolico, sta ha significare ?io ci credo ancora!?.

Come sia andata a finire lo sappiamo tutti. Possiamo solo immaginare quale possa esser stata la soddisfazione per Sergio Marchionne lo scorso 24 gennaio (anche in questa giornata si sono sfiorati i 100 milioni di azioni scambiate) nell?annunciare i dati di bilancio che evidenziavano utili superiori ai 2 miliardi di euro e soprattutto nel poter pronunciare la frase ? Finalmente siamo liberi dai debiti?. Sottolineo: una persona che soltanto tre anni e mezzo prima, nel giugno 2004, era arrivata a capo di un?azienda gravata da 10 miliardi di euro di debiti, e che, immagino, quando si recava a trattare con le Banche non poteva presentare altro che la propria faccia.

Del mega-manager italo-canadese siamo da sempre grandi estimatori, in particolare perch? lui non ha mai parlato in ?aziendalese?, ? sempre stato chiaro e diretto e ha fatto promesse solo quando ha avuto la certezza di poterle mantenere.

Per questo se egli ha affermato che ora ? venuto il momento di rilanciare il marchio Alfa Romeo, non abbiamo dubbi che voglia farlo e che riuscir? nell?intento.

D?altronde ? vero che il nostro Paese dal punto di vista industriale ? fermo da circa quaranta anni, ma dobbiamo anche rimarcare che per tutta la prima met? del secolo scorso e per oltre un quarto di secolo nel dopoguerra l?Italia ? riuscita a creare delle realt? di straordinaria eccellenza. Sarebbe ora assurdo non sfruttare quei ?brands? che ci hanno dato lustro in ogni parte del mondo.

Ed uno di questi ?brand? ? proprio il marchio Alfa Romeo. Sarebbe un delitto per l?umanit? far scomparire l?automobile di Nuvolari.

Per far capire cosa significhi Alfa Romeo, basterebbe rimarcare come, esempio unico per una casa automobilistica, i suoi possessori siano ?caratterizzati?. L?Alfista non ? un automobilista, l?Alfista ? un cultore dell?automobile. E? una persona che parla con la propria autovettura ed il ?rombo? che ha di risposta, per le sue orecchie, ? musica soave.

Ma lasciatemi dire: non ci potr? essere rilancio per l?Alfa Romeo finch? le automobili usciranno da uno stabilimento come quello di Pomigliano d?Arco.

Se poi il rilancio deve fondare le proprie basi sul mercato statunitense diventerebbe davvero auspicabile poter produrre direttamente in loco. Dal punto di vista economico la scelta risulterebbe vincente visto che ormai la debolezza del dollaro, ? chiaro a tutti, avr? carattere strutturale e non congiunturale.

In quel momento verrebbe messa in seria discussione la leadership della Bayerische Motoren Werke che oggi domina in quel segmento.

D?altronde cosa avrebbe da invidiare l?Alfa Romeo alla BMW?

Da questo punto di vista il ricorso alla Magistratura ed il conseguente intervento della Polizia per far cessare i blocchi ingiustificati sarebbe solo un modo per evidenziare come lo stabilimento di Pomigliano risulti del tutto inadeguato per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e si dovrebbe cos? accelerare il processo che sposta la produzione sul suolo americano.

Una strategia che probabilmente non ha visto un?unanimit? di consensi ai vertici dell?azienda e pu? aver creato alcune incomprensioni forse pi? di merito che di sostanza. Sta di fatto che alla fine ? stato ancora Marchionne a spuntarla anche se ha dovuto ricorrere a metodi che non gli sono propri.

Ci riferiamo in particolare ad una loquacit? sospetta nelle scorse settimane e che noi avevamo evidenziato. Citiamo dal nostro Commento della Settimana pubblicato in data 29/03/2008 ?ultimamente l?Amm.Del. Marchionne ci sembra eccessivamente loquace?.

Nel paventare lo scorporo della divisione auto, ipotesi peraltro sempre esclusa in precedenza, l?AD italo-canadese sottolineava che ?la famiglia Agnelli sarebbe rimasta saldamente l?azionista di riferimento dell?azienda?. Quale necessit? aveva di rimarcare una cosa cos? scontata?

Da quanto sappiamo, Marchionne ? persona incapace di dire banalit?. Non era quindi cos? certa, anche per il futuro, la maggioranza azionaria degli eredi naturali del fondatore dell?azienda? La riconferma ufficiale di Marchionne perlomeno fino al 2012 in Fiat sembra abbia definitivamente spento sul nascere ogni possibile disaccordo.

Nostra sensazione ? che, terminata l?esperienza ?istituzionale? di Presidente di Confindustria, per Luca Cordero di Montezemolo ? arrivato il momento di tornare a tempo pieno nell?ufficio presidenziale di Corso Agnelli, e il ritorno del ?figlioccio? di ?Re? Giovanni pu? portare, alla maggior azienda industriale privata italiana, pi? problemi che soluzioni.

Ovviamente seguiremo gli sviluppi della situazione e qualora ci fossero importanti novit? non mancheremo di tornare sull?argomento

.penso.penso.penso

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Luca cerca di piazzarsi ma nessuno lo vuole :harhar::harhar:

http://www.loccidentale.it/node/16471

Essersi fatto rimbrottare da Roberto Calderoli perch? si alimentano tensioni nel Paese, costituisce un bel paradosso per Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente confindustriale ?con il ditino alzato?, sempre pronto a insegnare con petulanza a tutti il loro mestiere, ? stato richiamato dal rude leghista a non cercare d?instaurare un clima di vendetta nelle relazioni industriali. :haha::haha:

D?altra parte ? inevitabile che chi ha iniziato il suo mandato - anzi ha fatto tutta la campagna per essere eletto presidente contro i damatiani - dicendo che il leader confindustriale suo predecessore (e en passant il ministro leghista al Lavoro Roberto Maroni) aveva criticato troppo la Cgil e aveva irrigidito troppo le relazioni industriali, chi si ? messo da s? in questi panni, se alla fine del suo mandato, se ne sbotta in una tirata contro i sindacalisti ?signori del veto?, incapaci di chiudere le trattative fondamentali, finisce per prestarsi a essere preso in giro, come ? successo, da quel rozzo genio politico che ? il dentista bergamasco gi? (e forse presto di nuovo) ministro delle Riforme.

Per capire perch? Montezemolo si ? esposto a questa figuraccia, bisogna leggere l?intervneto di Sergio Marchionne all?ultima assemblea di Confindustria del 18 aprile al Lingotto: un intervento tutto d?attacco al contratto dei metalmeccanici recentemente firmato. Un attacco alle condizioni di rigidit? imposte da questo accordo, che si collega alla spiegazione compiuta dall?amministratore delegato della Fiat, sul perch? degli ultimi trentamila assunti dalla societ? torinese, solo 6400 sono italiani.

E? dal giorno della firma del contratto che Marchionne borbotta. Massimo Calearo che era stato in questi anni un uomo Fiat, alternativo - ma ugualmente Torinodipendente - ad Alberto Bombassei, presidente di Federmeccanica, visto il clima imperante, ha preferito filarsela in parlamento con Walter Veltroni. E Montezemolo? Montezemolo si ? allineato, con un po? di malagrazia al nuovo clima, in attesa della prossima fase.

Ma che ruolo giocher? il presidente uscente in questa ?prossima fase?? .nono Secondo un notissimo banchiere, grande regolatore dell?establshment, ?nessuna?. :prete::gogogo:

Lui, per?, cerca ancora un qualche spazio: cerca di difendere innanzi tutto un proprio ruolo nel ?sistema? (cos? i confindustriali definiscono la loro organizzazione). Vorrebbe poter fare almeno il presidente della Luiss, gli piacerebbe che l?universit? confindustriale divenisse quella sorta di fondazione che ha detto di volere organizzare per continuare a dare ?idee? alla politica.

Per pesare il primo fronte su cui dovr? misurarsi sar? quello Fiat, dove non solo in molti danno John Elkann strepitante per prendere il suo posto da ?presidente?. Ma in molti richiamano la necessit? prioritaria di tenere buono Marchionne, corteggiato oltre ogni limite da quelli dell?Ubs (che forse per? non ? una presidenza, quella della banca svizzera, viste le sue condizioni strutturali, cos? appetibile). E per ?mantenere sereno? Marchionne, ?la famiglia? ? pronta a tutto anche a marginalizzare sempre pi? Montezemolo.

E la Rcs? Dove ? finita la speranza di una presidenza editoriale che gli desse una qualche voce anche sul fondamentale Corriere della Sera? Poche speranze. Piergaetano Marchetti si ? schierato senza riserve in difesa di Cesare Geronzi pur di mantenere le sue posizioni, e Giovanni Bazoli ha convenuto con Geronzi che se si arriva a una situazione drammatica, ? meglio come presidente di mediazione contare sul saggio Paolo Mieli che su persone non di peso.

E la politica? Nessuno offre pi? niente a Montezemolo in politica: passato il momento magico in cui un suo appoggio poteva portare un sia pur marginale vantaggio elettorale, nessuno regala niente a una personalit? in declino.

Tutto sommato, queste notizie sembrano non dispiacere a Emma Marcegaglia. Almeno dal fronte del ?predecessore? le verranno assai pochi condizionamenti.

21 Aprile 2008 |

caro luchino il minimo .fuck.fuck.fuck

inizia la resa dei conti......

:bananab::bananab::bananab::bananab:

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........

...... degli ultimi trentamila assunti dalla societ? torinese, solo 6400 sono italiani.

.....

mi domando perch? il governo italiano continua a versare miliardi a una azienda panafricana ...

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? 2008-04-20 19:49

Fiat: 500 in Cina l'anno prossimo

A luglio arriveranno Bravo e Linea, poi la Grande Punto

(ANSA) - PECHINO, 20 APR - La Fiat, che nel 2007 ha venduto in Cina circa 16.000 vetture, nel 2009 lancera' sul mercato della Grande Muraglia anche la 500. Lo ha detto il responsabile in Cina di Fiat Group, Paolo Arpellino, che ha tenuto a battesimo la prima passerella della citycar nel Paese. 'Siamo fiduciosi che anche qui avra' l'accoglienza entusiastica che ha avuto nel resto del mondo'. La Fiat Linea e la Bravo saranno in vendita da luglio, mentre la Grande Punto arrivera' sul mercato a settembre.

---------------------

? 2008-04-20 15:26

Ferrari: in Cina cresciuti del 48%

Filisa: abbiamo circa 500 clienti di cui 25% donne

(ANSA) - MARANELLO (MODENA), 20 APR - 'Lo scorso anno siamo cresciuti in Cina del 48% rispetto al 2006', sostiene Amedeo Felisa, amministratore delegato di Ferrari. Al salone dell'auto di Pechino, Filisa ha fatto il punto sulla presenza dell'azienda nel grande paese asiatico e in tutta la regione dell'Asia Pacifico. 'In Cina, in particolare -ha aggiunto- abbiamo venduto 180 vetture e ad oggi complessivamente abbiamo circa 500 clienti dei quali oltre il 65% ha meno di 40 anni e il 25% sono donne'.

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MILANO marted? 22 aprile 2008, 07:00 http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=256591&...ART=0&2col=

L?Avvocato imperatore

di Stefania Vitulli

Oltre 70mila visitatori in venti giorni a Roma, oltre 80mila in un mese a Torino. Dove la fila per guardare le oltre 200 immagini, filmati dell'Archivio Storico Fiat e interviste delle Teche Rai che ricostruiscono i momenti pubblici e privati della vita di Giovanni Agnelli dal titolo ?Il secolo dell'Avvocato? faceva due volte il giro della Mole Antonelliana.

?La gente entrava, passava accanto alle foto e piangeva?, raccontano Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa e curatore della mostra e del catalogo (Skira) e l'ideatrice Cinzia Manfredini. ?Alle inaugurazioni c'era il governo, c'era la Juventus del passato e del presente, c'erano tanti grandi personaggi. Ma nei giorni della mostra arrivavano pullman da tutte le citt? d'Italia: per ricordare, per rivedere. Non erano soltanto tifosi della Juventus, ma dell'Avvocato?.

Oggi la mostra arriva a Milano, nell'ultimo dei tre allestimenti curati dall'architetto Susanna Nobili: i mille metri quadrati del salone del Palazzo della Ragione sono divisi in corridoi che contengono le immagini scattate dai pi? importanti fotografi del mondo: Vito Liverani sopra a tutti, uno degli ideatori della mostra, e poi Bob Krieger, Helmut Newton, Guido Harari, Giorgio Lotti.

Gianni bambino, al volante di una piccola Bugatti giocattolo, vestito alla marinara. La sua pagella di quinta ginnasio, anno scolastico 1935-36, al liceo Massimo d'Azeglio di Torino: cinque fisso in matematica, sei e sette in quasi tutte le altre materie e nove in condotta. Agnelli insieme ai tecnici della Ferrari, rilassato, sorridente, mani in tasca, nel backstage di una gara negli anni Cinquanta. E poi a Milano, nel settembre del 1957, alla presentazione della ?Bianchina? al Museo della Scienza: l'Avvocato ? salito sull'auto in esposizione e si ? messo al volante. E sotto di lui, seduti sulla pedana che sostiene la Bianchina, Alberto Pirelli, Vittorio Valletta e Giuseppe Bianchi sembrano proprio in attesa di un passaggio.

E poi i momenti che tutti ricordiamo meglio, quelli trascorsi con la ?nuova generazione? che, nel bene e nel male, ha preso il suo posto: al matrimonio della figlia Margherita, allo stadio con i nipoti Lapo e John Elkann, a passeggio con Edoardo, in montagna con Luca Cordero di Montezemolo. O quelli ?storici?, passati a lottare e ad accordarsi con i sindacati e gli operai. Accanto ad Agnelli scorrono, in un amarcord che pare vicinissimo nel tempo, i volti di Alberto Moravia, Federico Fellini, Carlo d'Inghilterra, Mario Soldati, Carlo Bo, Claudio Villa, Michel Platini, Enzo Ferrari e poi Tito, Fidel, Reagan, Jackie Kennedy.

Perch?, come racconta Sorgi nell?introduzione al catalogo, ad Agnelli poteva capitare di alternare una visita a un vecchissimo Churchill con la barca ancorata in rada a una vacanza con i giovani Kennedy. E quando prese il comando della Fiat, nel 1966, in un periodo in cui la globalizzazione mediatica non era nemmeno agli albori, il suo ?profilo da antico romano? come lo defin? Montanelli, era gi? quello di una star. Tanto che una mattina, racconta sempre Sorgi, quando all'alba scese dalla barca ad Ibiza, tra i ragazzi ubriachi reduci da una delle notti brave sulla spiaggia si sparse la voce: ?Quello che ci ? passato davanti sembrava Agnelli. Incredibile, mi sa che abbiamo davvero bevuto troppo?.

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Inviato (modificato)

The Cat ogni tanto parla......

Stevens: "I responsabili vadano a casa"

Giovedi 17 Aprile 2008 http://www.metropolisweb.it/legginews.asp?idarticolo=7012

NAPOLI - Il presidente della Compagnia di San Paolo Franzo Grande Stevens boccia la gestione dei rifiuti in Campania ed auspica ??un passo indietro da parte dei responsabili??. Alla domanda di un giornalista sulle responsabilita? nell? emergenza rifiuti, a margine di una cerimonia al Palazzo Reale di Napoli, Grande Stevens ha risposto: ??Come si puo? non criticare la gestione dei rifiuti? Chi e? che puo? dire che le cosa vanno bene? Credo che quello della spazzatura e? un brutto episodio e bisogna dire che noi napoletani non abbiamo il senso della socialita???.

Alla domanda se il presidente della giunta regionale Bassolino debba dimettersi Grande Stevens ha risposto: ??non e? compito mio dirlo, ma penso che se le cose non vanno bene, anche se le responsabilita? possono essere collettive, e? meglio fare un passo indietro, anche per ragioni psicologiche.??.

??Io, ad esempio - ha proseguito il presidente della Compagnia di San Paolo - l? ho fatto alla Compagnia e mi faccio da parte per un ricambio generazionale, perche? ho 80 anni. Credo - ha concluso Grande Stevens - che un passo indietro lo debbano fare tutti. Non esistono incarichi perpetui??. :sisi::sisi:

Modificato da BigBear

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......

Stevens: "I responsabili vadano a casa"

.......

non capisco perch? il signor stevens lo dice ai giornali anzich? dirlo direttamente al suo ex sodale cesare romiti i cui degni figlioletti si impegnarono fin dal 2002 a risolvere il problema dei rifiuti in campania ...

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Chiedo venia preventiva per la fonte.... .uff

Montezemolo: "Roma? .nono

No, ? l'ora di Maranello" .asd.asd.segsefz

Lunga intervista sulla giornalaccio rosa di oggi al presidente Ferrari. Che rivela, lasciando la carica pi? alta di Confindustria, di non aver mai pensato di arrendersi alle lusinghe della politica :haha::haha: , e di volere ora dedicarsi a fondo alle rosse, inseguendo la vittoria n? 101. Poi i ricordi, i personaggi, Schumi, il calcio...

ROMA, 22 aprile 2008 - Dopo la Confindustria, promette di trascorre molto tempo a Maranello, perch? "ci sono tantissime cose da fare, tra modelli, mercati e corse". Si dice compiaciuto della passione di Alonso per la Ferrari ma "schierare una coppia Raikkonen-Alonso significherebbe volersi far male: io voglio due piloti equilibrati, che collaborino". E non pago dei 100 gran premi conquistati da presidente della squadra di Maranello, ? gi? concentratissimo su Montmel?.

Luca di Montezemolo parla a ruota libera nellal lunga intervista pubblicata dalla giornalaccio rosa dello Sport in edicola oggi. Senza tralasciare i ricordi di giovent? e i personaggi incontrati (Schumacher in primis), i rapporti con la politica ("non avrei mai fatto il Presidente del Consiglio" :haha::haha:i provini per Zelig sono gi? aperti)

e quelli col calcio ("fui presidente della Juve controvoglia").

e ce ne siamo accorti luchino il minimo eccome se ce ne siamo accorti .fuck.fuck.fuck

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non capisco perch? il signor stevens lo dice ai giornali anzich? dirlo direttamente al suo ex sodale cesare romiti i cui degni figlioletti si impegnarono fin dal 2002 a risolvere il problema dei rifiuti in campania ...

carissimo carloparola .ciao ,

? sempre un piacere leggere i tuoi puntuali e graffianti commenti

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carissimo carloparola .ciao ,

? sempre un piacere leggere i tuoi puntuali e graffianti commenti

:sciarpata::sciarpata::sciarpata:

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Chiedo venia preventiva per la fonte.... .uff

Montezemolo: "Roma? .nono

No, ? l'ora di Maranello" .asd.asd.segsefz

Lunga intervista sulla giornalaccio rosa di oggi al presidente Ferrari. Che rivela, lasciando la carica pi? alta di Confindustria, di non aver mai pensato di arrendersi alle lusinghe della politica :haha::haha: , e di volere ora dedicarsi a fondo alle rosse, inseguendo la vittoria n? 101. Poi i ricordi, i personaggi, Schumi, il calcio...

("non avrei mai fatto il Presidente del Consiglio"[/b] :haha::haha:i provini per Zelig sono gi? aperti)

e quelli col calcio ("fui presidente della Juve controvoglia").

e ce ne siamo accorti luchino il minimo eccome se ce ne siamo accorti .fuck.fuck.fuck

QUESTO HA LA FACCIA COME IL c**o!!!!! .fuck

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Ifil: acquistate ieri altre 200 mila azioni proprie

http://finanza.repubblica.it/scripts/cligi...amp;codnews=620

(Teleborsa) - Roma, 22 apr - Nell'ambito del Programma di acquisto azioni proprie annunciato lo scorso 18 febbraio, IFIL comunica di aver acquistato ieri n. 200.000 azioni IFIL ordinarie al prezzo medio unitario di ? 5,18 e n. 6.000 azioni IFIL di risparmio al prezzo medio unitario di ? 4,56 al lordo delle commissioni. Lo si legge in una nota.

Dall'inizio del Programma sono state acquisite n. 6.488.200 azioni ordinarie e n. 469.000 azioni di risparmio per un investimento complessivo di circa ? 34,7 milioni.

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