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CRAZEOLOGY

Topic "C O M P L O T T O D I F A M I G L I A"

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I GIORNALISTI DI MIELI FANNO I MORALIZZATORI, MA RCS INCASSA IN UN ANNO UN MALLOPPO DI 23.507.613 EURO - QUANDO ANDATE IN EDICOLA IL CORRIERE PRETENDELO GRATIS, LO AVETE GI? PAGATO IN ANTICIPO CON LE VOSTRE TASSE?

Da www.beppegrillo.it

1 - LA CASTA DEI GIORNALI/ IL CORRIERE DELLA SERA

Il pesce pi? grosso dello stagno ? quello che non si ? fatto prendere. RCS (Corriere della Sera) ? il primo gruppo, sia per contributi ricevuti dallo Stato che per le prediche sul taglio dei costi della Casta. Paolo Mieli ? meglio di una vecchia carpa. I suoi giornalisti fanno i moralizzatori, ma RCS incassa in un anno un malloppo di 23.507.613 euro. Quando andate in edicola il Corriere pretendelo gratis, lo avete gi? pagato in anticipo con le vostre tasse.

"Paolo Mieli, che sul Corriere della Sera (propriet? del ?salotto buono? della finanza italiana) pubblica sempre pi? frequentemente bellissime inchieste e severi interventi sui ?costi della politica?, sa che gli utili della RCS vengono rimpolpati dallo Stato, con provvidenze annue che hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 23.507.613 euro, la pi? alta in assoluto nella classifica delle aziende editoriali assistite.

...sui 60 milioni di euro l?anno di finanziamenti ai ?giornali di partito? si concentravano comprensibilmente, le due autorevoli firme del Corriere della Sera Rizzo e Stella, in tre delle 250 pagine del libro La Casta. Vi si affermava che ?tutto nasce da un ritocco alle norme sulla stampa di partito approvato anni fa per accontentare l?ex sindaco di Torino Diego Novelli, che allora faceva parte del comitato editoriale del settimanale Avvenimenti, organo dell?associazione Altritalia?.

Vi si faceva accenno alla norma, perci? introdotta, in base alla quale ?per avere i contributi bastava che un giornale si facesse sponsorizzare da due parlamentari?. Una norma di cui approfittarono in molti e che per questa ragione fu modificata con la Finanziaria del 2001: ?Per rimanere attaccati alla mammella statale bastava trasformarsi in una cooperativa?. E in molti si trasformarono in cooperativa.

Rizzo e Stella chiudevano il loro breve excursus sulla questione con l?argomento agitato da Feltri per difendere i 5.371.000 euro percepiti nel solo 2003 dal suo Libero, in quanto organo del Movimento Monarchico Italiano. Sosteneva Feltri: ?Nel 2003 la RCS con tutte le sue testate ebbe per la carta 8,6 milioni di euro, Libero 463.000. Conclusione: ?Mi dici perch? noi dovremmo essere i soli in Italia a non percepire un euro???. Commentavano Rizzo e Stella, chiudendo quelle tre paginette: ?Non proprio i ?soli?, via... ?.

? da escludere che Rizzo e Stella si siano limitati a parlare dei 60 milioni di euro l?anno di finanziamenti ai ?giornali di partito? (?virgolette obbligatorie: non tutti lo sono davvero?) per una qualche inconsapevole forma di autocensura da dipendenti della RCS, percettrice di 23 milioni e mezzo di euro dei 700 milioni che costituiscono l?enorme risorsa di danaro che ha cementato la Casta dei giornali, contribuendo a rendere intoccabile la Casta dei politici italiani, cooptando e assimilando nella complessiva casta del ceto politico quelli che, secondo una vulgata anglosassone pappagallescamente ribadita da noi a parole, dovrebbero essere i ?cani da guardia della democrazia?". Beppe Lopez, La Casta dei giornali, ed. Nuovi Equilibri

2 - LA CASTA DEI GIORNALI/ CARLO DE BENEDETTI

Quando ho scoperto che all'ingegner De Benedetti lo Stato d? meno di venti milioni di euro di contributi all'anno ci sono rimasto male. Cos? poco? Per la libert? che ci offre sulle sue testate ? nulla, una miseria. La libert? non ha prezzo, ma quella che ci regala il Gruppo l'Espresso ? valutata troppo poco. Grazie Ingegnere, grazie. Poteva chiedere di pi?, ma non lo ha fatto. Un vero signore.

"N? lo Stato poteva dimenticare di prestare soccorso alle encomiabili intraprese editoriali del ?re della finanza? Carlo De Benedetti. Cos?, in un anno, 16.186.244 euro fra quelli prelevati dalle tasche degli italiani finiscono nelle casse dell?Espresso-La Repubblica, gruppo gi? ricco di suo di entrate da vendita di copie, da raccolta pubblicitaria e da ?prodotti collaterali? (libri, dvd, ecc.). Il quotidiano fondato da Scalfari e dal principe Carlo Caracciolo viene anche teletrasmesso in America e in Australia a nostre spese (1.351.640 euro l?anno)." Beppe Lopez, La Casta dei giornali, ed. Nuovi Equilibri

Dagospia 20 Gennaio 2008

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Un ulteriore conferma di come la cacchetta (e adesso anche tuttosporco) possono tranquillamente non vendere na copia e campare tranquillamente.

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si.

ma......

boicottiamo lo stesso. ;)

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2008-01-22 14:12

Agnelli: eredita', a giorni decisione

Indiscrezioni, per Donna Marella giurisdizione svizzera

(ANSA)- MILANO, 22 GEN - In settimana la decisione del Tribunale di Torino sulla legittimita' della causa intentata da Margherita Agnelli per l'eredita' del padre. Il Foro torinese potrebbe sancire nel caso di Donna Marella e Sigfied Maron il difetto di giurisdizione del Tribunale italiano, perche' entrambi residenti in Svizzera. Per quanto riguarda invece Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens il giudice potrebbe disporre il proseguimento del giudizio in Italia.

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/it..._122152330.html

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2008-01-23 10:42

Fiat: Case New Holland, anno record

Utile netto di 559 mln di dlr con un incremento del 91%

(ANSA) - TORINO, 23 GEN - Nel 2007 Case New Holland ha registrato un utile netto di 559 milioni di dollari con un incremento del 91% rispetto all'anno precedente. Nel 4/o trimestre l'utile netto del settore delle macchine per l'agricoltura e le costruzioni del gruppo Fiat e' cresciuto del 226%, attestandosi a quota 114 mln di dlr. Nel 2007 i ricavi netti sono stati di 16 mld di dlr (+23% rispetto al 2006), quelli registrati nel 4/o trimestre sono stati di 4,3 mld (+ 35% rispetto all'analogo periodo del 2006).

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Torino: sospesa causa per eredita' Agnelli

23 gen 10:32

TORINO - E' stata sospesa dal tribunale di Torino la causa intentata da Margherita Agnelli, figlia dell'avvocato Gianni Agnelli, per conoscere l'esatta entita' del patrimonio del genitore. Deciso lo stop per tutte e quattro le persone chiamate in giudizio, in attesa che la Cassazione si pronunci su una questione di competenza per territorio. (Agr)

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AGNELLI: EREDITA'; LEGALI MARGHERITA, NON SIAMO PREOCCUPATI

(ANSA) - MILANO, 23 GEN - I legali di Margherita Agnelli

''non sono preoccupati di questa decisione''. Lo annunciano gli

avvocati della figlia di Gianni Agnelli in una nota, precisando

che ''la mossa della richiesta di Donna Marella Caracciolo e

Siegfried Maron di far decidere dalla Cassazione la competenza

dei giudici italiani era prevista''.

''Secondo il codice - prosegue la nota - il giudice di Torino

deve sospendere il giudizio se la richiesta non e'

manifestamente infondata . Il giudice ha ritenuto correttamente

opportuno che a pronunciarsi sia la Cassazione. Quasi un atto

dovuto. Cio' non toglie che la Cassazione riconoscera' la

competenza dei giudici italiani che, peraltro, non e' contestata

dai convenuti Gabetti e Grande Stevens''. (ANSA).

KXT

23-GEN-08 13:04

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La FIAT oggi ha perso l'11%, peggior risultato da 21 anni

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PRIMA VITTORIA DEI LUPI: STOP AL PROCESSO AGNELLI ? LA CASSAZIONE DECIDERA? SULLA COMPETENZA TERRITORIALE (TORINO O SVIZZERA?) ? I LEGALI DI MARGHERITA: NON SIAMO PREOCCUPATI?

(Ansa) - E' stata sospesa dal tribunale la causa intentata da Margherita Agnelli, figlia dell'avvocato Gianni Agnelli, per conoscere l'esatta entit? del patrimonio del genitore. I giudici della seconda sezione civile hanno deciso lo stop per tutte e quattro le persone chiamate in giudizio, in attesa che la Cassazione si pronunci su una questione di competenza per territorio.

La signora Margherita aveva promosso l'azione legale citando in giudizio la madre, Marella Agnelli Caracciolo; Franzo Grande Stevens, l'avvocato di famiglia; Gianluigi Gabetti, presidente dell'Ifil; Siegfried Maron, il commercialista svizzero che curava gli investimenti del padre.

I legali dei quattro, prima dell'udienza del 9 gennaio scorso, avevano sollevato in Cassazione il cosiddetto "regolamento di giurisdizione": la causa - ? la loro tesi - non pu? essere celebrata a Torino in quanto Maron ? cittadino elvetico, e donna Marella risiede a Saint Moritz; i beni dell'Avvocato, inoltre, furono divisi nel 2004 con un accordo soggetto al diritto svizzero.

Dovr? essere la Suprema Corte, a sezioni unite, a stabilire se il loro ragionamento ? corretto. Nel frattempo - in base alle prime informazioni che trapelano dagli ambienti giudiziari - i giudici subalpini hanno deciso di sospendere il procedimento. Se la Cassazione decider? che il foro competente ? quello di Torino, le parti - dice il codice - dovranno "riassumere il processo entro il termine perentorio di sei mesi".

ORDINANZA: NON INFONDATA LA COMPETENZA SVIZZERA

Per il giudice Rosso, l'istanza di "regolamento preventivo di giurisdizione" sollevata in Corte di Cassazione per chiedere che la causa non si celebri a Torino, non ? "manifestamente inammissibile e neppure manifestamente infondata"; inoltre non sembra n? "pretestuosa" n? "dilatoria".

Donna Marella, nella sua istanza, aveva fatto presente la questione ruotava attorno a un "contratto di transazione concluso tra lei e la figlia Margherita, entrambe residenti e domiciliate in Svizzera, stipulato dalle stesse in Svizzera, contenente specifica clausola di attribuzione della giurisdizione esclusiva al giudice svizzero".

In effetti, secondo il giudice, per radicare la causa a Torino non ci si pu? basare sulla legge 218 del 1995 (la riforma del diritto internazionale privato): l'accordo ? "un contratto", quindi "negozio estraneo alla materia successoria", e il convenuto (la persona chiamata in causa) deve avere domicilio o residenza in Italia.

Anche dopo avere esaminato la cosiddetta "Convenzione di Lugano" del 1992, il giudice stabilisce che la mossa di donna Marella ha un suo fondamento. Il magistrato torinese, per?, ammette che "la norma pone non pochi problemi sia sotto il profilo della sua interpretazione sia sotto quello della sua operativit?", lasciando che a decidere sia la Cassazione.

I LEGALI DI MARGHERITA AGNELLI: NON SIAMO PREOCCUPATI

I legali di Margherita Agnelli "non sono preoccupati di questa decisione". Lo annunciano gli avvocati della figlia di Gianni Agnelli in una nota, precisando che "la mossa della richiesta di Donna Marella Caracciolo e Siegfried Maron di far decidere dalla Cassazione la competenza dei giudici italiani era prevista".

"Secondo il codice - prosegue la nota - il giudice di Torino deve sospendere il giudizio se la richiesta non ? manifestamente infondata. Il giudice ha ritenuto correttamente opportuno che a pronunciarsi sia la Cassazione. Quasi un atto dovuto. Ci? non toglie che la Cassazione riconoscer? la competenza dei giudici italiani che, peraltro, non ? contestata dai convenuti Gabetti e Grande Stevens".

(Dagospia)

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E intanto dopo giorni di silenzio luchino torna a parlare sul giornale di Famiglia .the.the

24/1/2008 (13:13)

Montezemolo: 2007, anno cruciale

?L'azienda cresce, aumentano

fatturato e incremento dei margini?

TORINO

Un anno cruciale per il gruppo Fiat. Cos? i vertici del Lingotto definiscono il 2007 nella relazione approvata oggi dal consiglio di amministrazione. ?? stato un anno importante - affermano Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne - per tre ragioni. Il piano di turnaround industriale, presentato agli investitori a Balocco nel luglio 2004, ? stato portato a termine e tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, in molti casi superati. Le attivit? industriali del gruppo sono finalmente libere da debiti e prossime a riottenere da parte delle agenzie di rating il livello di "investment grade", segnando cos? un?ulteriore rottura con il recente passato. La Fiat ha iniziato a implementare il piano di crescita e di espansione di margini per il periodo 2007-2010 che trasformer? il gruppo in una grande impresa di livello internazionale?.

?Le azioni messe in atto nel periodo 2004-2007 per ridefinire e rafforzare la struttura manageriale, creare un?organizzazione snella in tutti i business e rafforzare la posizione di mercato in marchi, insieme con l?introduzione di un numero significativo di nuovi prodotti - sottolineano i vertici del Lingotto - ha portato a una crescita del fatturato e a un incremento dei margini?.

Azzerato il debito, disponibilit? netta industriale di 355 milioni di euro

Fiat Group nel 2007 non solo ha azzerato l?indebitamento netto industriale di 1.773 milioni di euro esistente a fine 2006, ma ha realizzato una disponibilit? netta industriale di 355 milioni di euro che ?riflette il forte cash flow industriale - viene detto - di circa 2,7 miliardi di euro, derivante dal positivo andamento della gestione, parzialmente compensata dalla distribuzione di dividendi per 0,3 miliardi di euro e dall?acquisto di azioni prioprie per 0,4 miliardi di euro?. Gli investimenti 2007, pari a 3,7 miliardi di euro, sono aumentati di 0,8 miliardi rispetto al 2006. La liquidit? del Gruppo al31 dicembre scorso era di 6,9 miliardi di euro (8 miliardi di euro nel 2006) con un calo attribuito alla diminuzione dei debiti finanziari per circa 2,2 miliardi di euro.

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../5762girata.asp

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Fiat: 803 mln trading profit Auto 2007, 233 mln nel IV trim -2-

Maserati in nero nel 2007, 140mila ordini per la nuova 500

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Torino, 24 gen - Il business

dell'Auto, incluse Ferrari e Maserati, ha registrato ricavi

2007 in rialzo del 13,4% a 29,01 miliardi e un risultato

della gestione ordinaria piu' che raddoppiato a 1,09

miliardi con un margine pari al 3,8% (da 1,7%). Nel quarto

trimestre il risultato della gestione ordinaria e' balzato

del 185% a 360 milioni con un margine al 4,6% (2,5% un anno

prima) su ricavi in rialzo del 13,2% a 7,85 miliardi. In

dettaglio Ferrari ha registrato ricavi netti su del 15,3%

l'anno scorso a quasi 1,67 miliardi e un risultato della

gestione ordinaria di 266 milioni (+83%) e Maserati

rispettivamente ricavi pari a 694 milioni (+33,7%) e un

risultato della gestione ordinaria positivo (per la prima

volta da quando e' sotto la Fiat, dal 1993) per 24 milioni

(da un 'rosso' di 33 milioni nel 2006). Le consegne sono

aumentate del 30,7% per Maserati a 7.496 e dell'11,1% per

Ferrari a 6.488. Il 2007 ha visto il lancio di importanti

modelli per la marca Fiat, in particolare Bravo (120mila

ordini dalla rete, di cui il 60% fuori dall'Italia), la

nuova 500 (piu' di 140mila gli ordini raccolti) e la Grande

Punto Abarth, primo modello stradale del rinato marchio

dello Scorpione. Le consegne di Fiat Group Automobiles sono

salite l'anno scorso del 12,8% a 2.233.800 unita' (+5,2% in

Europa occidentale a 1.357.000 con una quota di mercato

salita di 0,5 percentuali all'8%). In Italia la quota era

pari al 31,3% (+0,6 punti percentuali). Il costruttore ha

fatto bene anche in Brasile (+31,9%), dove ha mantenuto la

propria leadership con una quota del 25,9%, e in Polonia

(+18,6% le consegne, quota al 10,1%). Passando ai veicoli

commerciali le consegne sono salite del 19,9% a 387.900

(+12,5% in Europa occidentale con una quota all'11,7%) e una

quota al 42,1% in Italia (-3,1 punti percentuali).

pal-Y-

(RADIOCOR) 24-01-08 12:39:17 (0182) 3 NNNN

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Montezemolo: ''Serve un esecutivo istituzionale per riforme rapide''

Siena, 25 gen. - (Adnkronos/Ign) - "Vogliamo dire alle forze politiche pi? avvedute e responsabili di entrambi gli schieramenti che prima di andare al voto serve una nuova legge elettorale che consenta agli elettori di decidere chi mandare in Parlamento e che limiti il potere di veto dei micropartiti". E' questo l'appello che Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, ha rivolto ai partiti, all'indomani della crisi di governo, parlando a Siena all'assise regionale dell'industria toscana.

"Dopo aver assistito al triste spettacolo da suk di questi giorni e alle scene vergognose di ieri in Senato, desideriamo tutti noi che la parola torni ai cittadini attraverso le elezioni. E' naturale ed ? giusto - ha aggiunto Montezemolo - Tutti vogliamo dire basta e le elezioni ci sembrano l'unico modo per poterlo fare".

"Ma attenzione - avverte il leader di viale dell'Astronomia - lo sappiamo per esperienza: con questa legge elettorale la parola non torna ai cittadini ma alle segreterie dei partiti che con liste preconfezionate vogliono consentire altri giri di giostra a chi non vuole un vero rinnovamento!".

"Errare ? umano, perseverare ? diabolico. Non possiamo rassegnarci a questa deriva - taglia corto Montezemolo - Non possiamo permettere che i problemi veri del Paese vengano ancora una volta accantonati".

"Alle persone pi? avvedute e responsabili dei due schieramenti dico: mettete da parte gli egoismi di partito, ricordate che siete in Parlamento per fare il bene del Paese. Una breve ed efficace stagione di riforme condivise, nell'interesse generale, ? non solo indispensabile ma ? anche possibile. E consentir? poi a chi vincer? le elezioni di poter governare davvero'', scandisce Montezemolo.

Secondo il numero uno degli industriali questa stagione di riforme condivise va realizzatata da "un governo di scopo, che si chiami istituzionale o tecnico poco importa", che potrebbe realizzarle "molto rapidamente, trovando un'immediata, necessaria, doverosa e improcrastinabile sintonia con il comune sentire della societ? italiana".

E' un appello, ha chiarito Montezemolo, che "in queste ore pu? sembrare disperato, lontano dalle evidenze della cronaca parlamentare ma credo sia giusto rivolgere nell'interesse dei cittadini, delle imprese, delle giovani generazioni a chi ha l'ambizione di rappresentare, a destra e a sinistra, il futuro della politica italiana".

http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.1810214193

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FONTE CORRIERE DELLA SERA

Ha sempre incoraggiato la nostra libert?, a volte ci faceva decidere per lui?

?Le prove-coraggio e i film a Parigi?

Intervista a John Elkann:

?Io e mio nonno. Vi racconto l?Avvocato a cinque anni dalla sua scomparsa?

TORINO ? Ingegner Elkann, qual ? il primo ricordo di suo nonno?

?Fino a cinque, sei anni sono ricordi "costruiti", attorno a racconti, a fotografie. I primi ricordi veri sono legati alla montagna. Mia nonna Marella passava l?inverno nella casa di St. Moritz, e il nonno la raggiungeva spesso. Facevamo colazione insieme, uscivamo a passeggio. Soprattutto, andavamo a sciare. E lui ci stimolava ad affrontare i rischi: scegliere il versante pi? difficile, spingerci in zone che non conoscevamo?.

Il coraggio fisico come iniziazione?

?S?. Era appassionato di skeleton, una specie di slittino con cui si scende a testa in gi?. Il nonno lo considerava un?esperienza molto formativa. Bisognava essere maggiorenni, ma si procur? un permesso speciale perch? facessi la prima discesa a sedici anni. Mi divertii tantissimo, scivolare in quel corridoio di ghiaccio d? molta adrenalina; ma devi imparare a controllare la discesa, se vuoi arrivare in fondo?.

Com?era con voi bambini?

?Rapido, vitale. Giovane: tra lui e me ci sono 55 anni, come tra il Senatore e lui. Capitava, a marzo o aprile, di svegliarci presto, sciare, poi andare al mare a fare un tuffo nelle acque ancora gelide, e rientrare il pomeriggio a Torino. Era molto curioso e stimolava la nostra curiosit?, voleva che fossimo sempre superinformati sulle cose che pensava dovessimo conoscere?.

Vi portava al cinema?

?Spesso, a Parigi, dove vivevamo. Il nonno ha sempre incoraggiato la nostra libert?, e talora ci consentiva di decidere per lui. Spettava a noi scegliere il ristorante; ma se non era buono, ce lo faceva capire. E sceglievamo noi il film. L?indicatore era quanto tempo restava seduto a guardarlo?.

E se il film non gli piaceva?

?Si alzava e se ne andava. Noi lo seguivamo, un po? dispiaciuti. Poi abbiamo capito che aveva ragione lui, che se un film non parte bene difficilmente migliora?.

Dove andavate insieme, a Parigi?

?Alle mostre. Quelle del Louvre e del Mus?e d?Orsay, e quelle pi? piccole: amava l?atelier di Delacroix, la casa di Moreau; si fermava su un dettaglio, ad esempio il muso di un cavallo che G?ricault aveva dipinto come un ritratto. Si andava dagli antiquari di rue du Faubourg Saint-Honor?. E al Caf? Flore, il suo preferito, perch? si mangiava in fretta?.

Non amava indugiare a tavola?

?No. Gli piaceva concentrare le cose, comprimere il tempo per cogliere quel che era importante dagli interlocutori. Non ho mai visto in nessuno la sua capacit? di avere contatti cos? diversi, in ogni campo. E amava informarsi in prima persona per i suoi tanti interessi?.

Gli piaceva il rischio anche in barca?

?Non il rischio fine a se stesso. Non ci spingeva a fare cose incoscienti. Voleva che, nel fare, imparassimo a misurare i limiti. Ricordo una traversata a vela dalla Liguria alla Francia: era una giornata bellissima, d?improvviso scoppi? una burrasca, e il nonno insistette per attraversarla, per mantenere la rotta. Ma ricordo anche quando venne a vederci sul lago di Garda: ci impegnammo al massimo, ma la barca scuffi? e finimmo in acqua. Ci prese in giro a lungo?.

Quali erano i suoi luoghi preferiti in mare?

?Il Mediterraneo tra Napoli e Marsiglia. In particolare, la Corsica, che amava perch? era facile trovare un buon vento e difficile essere riconosciuto. Gli piacevano molto le Calanques di Cassis, dove incontrava Platini: il nonno era incuriosito da tutte le cose che faceva, il ct della nazionale, l?organizzatore dei Mondiali. Le sue opinioni erano ascoltate. Fu Platini a caldeggiare l?acquisto di Zidane?.

Com?era il rapporto con la Juve?

?Era innanzitutto un grandissimo tifoso. Della Juve, ma anche della nazionale: abbiamo visto insieme Italia-Brasile, la finale del Mondiale ?94. Quando Baggio sbagli? il rigore, ci rimase malissimo. Nel calcio apprezzava il talento e anche la disciplina, la tenuta. Mi portava spesso alla partita. Non amava vincere sull?errore altrui, ma il bel gioco, il tocco di genio. La sua Juve ideale doveva mostrare spirito combattivo, mai arroganza. Dello sport apprezzava l?imprevedibilit?, e le rimonte. La vittoria della Ferrari all?ultimo Mondiale gli sarebbe piaciuta moltissimo?.

La sua altra grande passione fu l?editoria.

?Era un grande lettore di quotidiani. E amava interpellare direttamente i giornalisti, perch? li trovava informati e sintetici. Era veloce nel porre le domande, capiva subito se l?interlocutore gli stava dando o no informazioni utili. Non parlava solo con il direttore; per sapere del Papa alla Sapienza avrebbe chiamato il vaticanista della Stampa. Era in contatto anche con i tanti corrispondenti esteri?.

Chi stimava in particolare?

?Tra i giornali l?avventura di Repubblica rappresentava ai suoi occhi l?impresa editoriale di maggior successo. Emi raccontava che all?inizio nessuno avrebbe scommesso sulla sua riuscita. Mentre il giornalista per eccellenza era Montanelli. Gli piaceva il fatto che avesse un?opinione sempre pronta su tutto, e che fosse un?opinione libera, diversamente dai tanti che gli dicevano quel che credevano lui volesse sentire. Montanelli ad esempio sosteneva che il migliore editorialista italiano era stato Mussolini quando scriveva su l?Avanti?.

A diciott?anni lei si trasfer? a Torino, in collegio, per frequentare il Politecnico. Perch?? Glielo chiese l?Avvocato?

?No. Fu una mia scelta, che il nonno approv?. Anche in quella circostanza fu fedele alla sua idea di rispettare la nostra autonomia. Conoscevo Torino, dove ogni anno passavo ? tra la citt? e Villar Perosa?la fine dell?estate; ma avevo sempre abitato all?estero. Cos? ho scelto di studiare in Italia. C?era la possibilit? della Bocconi. Ma io volevo fare ingegneria al Politecnico di Torino?.

Qual era davvero il rapporto tra Agnelli e la citt??

?Strettissimo. Gli piaceva la sua dimensione ideale. Ne apprezzava l?estetica, l?armonia delle piazze, lo sfondo delle montagne, il Po e soprattutto certi luoghi-simbolo: il museo del Risorgimento, il municipio, la cappella della Sindone, il Valentino, la Mole, il Museo egizio. Una volta mi port? con Kissinger nei sotterranei della Cittadella, sui luoghi di Pietro Micca?.

Lei si sentiva sottoposto a un tirocinio, a una serie di esami?

?Continuamente. Ma non in senso negativo. Il suo era un insegnamento diretto, per trasmettermi la precisione, l?attenzione alle cose, la responsabilit? delle decisioni. Credeva nella libera scelta anche perch? pensava che, se uno fa quello per cui ? portato, lo fa meglio?.

Suo nonno le present? anche Cuccia, vero?

?S?. Io ero molto intimidito. Da quel che avevo letto e sentito, mi aspettavo una persona severa. Invece fu molto amichevole; nello sguardo, oltre che nelle parole di incoraggiamento?.

Il rapporto tra Cuccia e Agnelli come le sembr??

?Al confronto, mio nonno era giovane...?.

E il rapporto con Berlusconi, com?era?

?Lo incontrammo molto prima che entrasse in politica. Poi lo rividi altre volte, in circostanze pi? formali. Mi diede l?impressione di una persona che lavorava moltissimo, e che ci teneva a trasmettere simpatia?.

A suo nonno era simpatico? Condivise la discesa in campo?

?S?, gli era simpatico. Ma per il nonno era difficile riuscire a conciliare la figura dell?imprenditore, che serve il proprio interesse e, attraverso quello, la collettivit?, e il politico, che deve mettere gli interessi della collettivit? al centro. La sua idea era che, se sai fare bene una cosa, ? importante fare quella. Ci? non toglie che un imprenditore possa far bene anche il politico?.

E con i comunisti, da un certo momento in poi ex comunisti?

?I rapporti erano buoni, anche perch? il nonno rispettava molto la loro formazione e la loro preparazione. Considerava il Pci una scuola seria per affrontare la politica?.

C?era qualche uomo politico cui si sentiva particolarmente vicino?

?Ciampi. Avevano un rapporto forte perch? avevano vissuto le stesse cose?la guerra, la ricostruzione, gli Anni Settanta?e condividevano la stessa fiducia nel futuro?.

La memoria dell?Avvocato ? coltivata in modo diverso, talora capovolto rispetto al passato, a seconda degli orientamenti politici. La sinistra, che lo ebbe come avversario naturale, ne ha ora una concezione irenica, pacificata. Le critiche vengono invece da destra, per vari motivi: l?accordo con Lama; l?immigrazione dal Sud; gli aiuti dello Stato...

?A me pare sia rispettato come persona che aveva a cuore l?interesse del sistema nel suo complesso. Questo gli viene riconosciuto dal mondo della sinistra; come ha fatto di recente il presidente Napolitano, ricordando gli obiettivi comuni di sviluppo e di modernizzazione del paese seguiti da mio nonno. E d?altro canto non mi pare che le critiche vengano dalla destra migliore, quella preponderante e che ha a cuore l?interesse generale, bens? da una parte minore, molto "vocale", che al centro mette l?interesse localistico o corporativo ?.

Dopo il Politecnico, lei and? a lavorare in America. Fu suo nonno a richiamarla, quando si ammal??

?No. Era il maggio 2002. Con mio fratello, decidemmo che la cosa giusta era tornare a Torino. Per stare con lui e lavorare nel gruppo. Lui non ci ha mai detto: fate bene, fate male. Ci ha accolti ?.

Come ricorda la sua malattia?

?Per il nonno fu una sorpresa. Non aveva mai pensato a una malattia; aveva sempre creduto di morire di morte violenta. Impar? a conviverci. Era rattristato che coincidesse con una congiuntura negativa per la Fiat. Ma era convinto che nessun problema fosse insormontabile, che la crisi sarebbe passata?.

E per s?, cosa presagiva?

?Sapeva di non avere speranza. Continu? fino all?ultimo a fare la vita di sempre, dentro casa, a mangiare le stesse cose, a coltivare gli stessi interessi. Fu lucido sino alla fine. Consapevole. Della malattia non parlava mai. Con la famiglia fingeva di credere in un nuovo ciclo di terapie, per tranquillizzarci?.

Come ricorda la sua scomparsa?

?Ero con lui, quella sera. Si ? addormentato e non si ? svegliato pi?. Lui diceva che i funerali sono fatti per chi resta, non per chi se ne va. Era rimasto colpito dal funerale di suo padre, molto affollato, e da quello di suo nonno, quasi deserto. Fu smentito clamorosamente. I suoi funerali furono fatti per lui. La reazione dei torinesi, degli italiani fu straordinaria. Quel giorno noi della famiglia abbiamo cercato di salutare pi? gente possibile. Ci diede un grande conforto vedere quanto affetto lo circondasse?.

Cosa significa per lei il ruolo che ha ereditato dal nonno, lui che era il punto di riferimento della famiglia?

?Per me la famiglia ? intesa come nucleo di affetti. Persone che sono unite dal piacere di restare insieme, non da vincoli o da obblighi. In una casa stai bene se puoi uscirne. Deve essere una libera scelta?.

Lei ? entrato nel consiglio d?amministrazione della Fiat alla stessa et? dell?Avvocato, 22 anni. Per?, a differenza sua, non ha conosciuto la stagione della Dolce Vita. Non le manca?

?Ognuno vive nel mondo che gli ? dato. Io, a differenza di mio nonno, non ho fatto la guerra, perch? la guerra non c?era. E non ho fatto la Dolce Vita, perch? la Dolce Vita non c?? pi?. Nel dopoguerra, alla fine di un?emergenza, si affacci? una generazione giovane, in una fase di grande crescita. Lavoravano molto, e si divertivano molto?.

La dolce vita lei se la sarebbe potuta costruire. Monetizzando, e divertendosi.

?Avrei deviato la rotta, anzich? affrontare la burrasca. Sono contento che con i miei soci dell?Accomandita e con i collaboratori stretti di mio nonno abbiamo fatto questa scelta: affrontare la situazione ? stata la cosa giusta?.

Lei ha due figli maschi, ma nessuno si chiama Giovanni. Perch??

?Con mia moglie, non volevamo nomi legati a un percorso familiare, che li vincolassero. Abbiamo scelto nomi che li identificano, che hanno un significato per noi, a prescindere dal cognome?.

Aldo Cazzullo

24 gennaio 2008

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Aldo Cazzullo

.

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L?ASSE ?TECNICO? MONTEZEMOLO-DRAGHI-MIELI-VELTRONI-ABETE ? MARCEGAGLIA SI INGARBUGLIA

Luchino di Montezemolo ? pensieroso. Cos? lo hanno visto venerd? mattina alle 9,30 gli industriali che insieme al banchiere Giuseppe Mussari lo hanno accolto nel grande auditorium di MontePaschi dove si ? tenuta l?Assemblea degli Industriali di Siena.

In quella sede il Presidente di Confindustria ha sferrato una botta sullo spettacolo osceno del Senato e sulla necessit? di un ?Governo di scopo, istituzionale, tecnico?. Questa ? sicuramente la soluzione che piace di pi? a Confindustria e che consentirebbe a Luchino di guadagnare tempo per arrivare al 30 maggio quando finisce il suo mandato al vertice degli Imprenditori. Se la situazione dovesse precipitare Montezemolone dovrebbe mettere da parte l?idea di cavalcare da protagonista il cambiamento.

Non solo: anche il percorso per portare sulla sua poltrona la moretta di Mantova dalle gambe corte, Emma Marcegaglia, potrebbe diventare difficile. Un segnale inquietante ? arrivato tre giorni fa quando ?Repubblica? ha dato la notizia che il padre e il fratello della Marcegaglia sono indagati dai magistrati di Trento ?per associazione a delinquere e turbative d?asta?.

Nel profilo fisico di Luchino si vedono attributi sporgenti tra i quali spicca il naso aquilino che adesso gli fa sentire puzza di bruciato. L?eventuale ritorno trionfante del Cavaliere di Arcore potrebbe incoraggiare la ricerca di un?alternativa alla moretta di Mantova da parte dell?Assolombarda che la considera troppo a sinistra, e di quel Nord-Est operoso e laborioso sul quale i giornali stanno sprecando in questi giorni fiumi di elogi.

Accanto a Luchino ci sono numerosi consigliori politici. Il primo ? Luigino Abete di lobbycontinua che suda le sette camicie per fargli capire che VeltronJohn ? l?Obama bianco della politica italiana; poi c?? Dieguito Della Valle, l?amico scarparo marchigiano, che soffre come una bestia per gli arresti domiciliari della signora Mastella, moglie del politico che lui ha sempre foraggiato.

Per non parlare infine del parroco di campagna, Maurizio Beretta, che da figlio di un ex-sindacalista della Cisl, sussurra con toni curiali l?ipotesi di Franco Marini per un Governo tecnocratico che, insieme alla legge elettorale, faccia anche le 600 nomine degli enti pubblici.

Il tempo stringe e Luchino deve fare delle scelte per il suo futuro. L?asse ideale che lo lega a Paolino Mieli, Mario Draghi e VeltronJohn non ha preso ancora corpo. Per realizzare questo ?dream? ci voleva il suo ?think tank? innaffiato con un ?drink? di modernit? e di riformismo.

http://dagospia.excite.it/esclusivo.html

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ILSOLE24ORE.COM > Economia e Lavoro

Fiat, Marchionne: ?Osceno rating junk a chi

non ha debiti?.

L' amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, luned?28 gennaio, rispondendo a una domanda sulla decisione di Moody's di confermare il rating Ba1 al Lingotto , nonostante i conti 2007 e l' azzeramento dei debiti., ha detto: ?Trovo osceno dare un rating junk a chi non ha debito. ? come offrire gli occhiali a chi non ne ha bisogno?, ha aggiunto

L'ad di Fiat parlava in occasione della firma del protocollo d' intesa per il potenziamento e lo sviluppo dello stabilimento di Verrone (Biella) dove sar? prodotto un nuovo cambio destinato alle vetture medie. Moody's avev a confermato il 24 gennaio di mantenere invariata la valutazione sul debito di Fiat a 'Ba1' (?non investment grade?) e ?non ha alcun commento? da fare alle dichiarazioni odierne di Marchionne.

?Gli investimenti in Italia li faremo, ma dobbiamo trovare le condizioni per farli. Se non ci saranno non li faremo?. L' amministratore delegato della Fiat ha risposto cos? ad alcune prese di posizione della Fiom torinese sugli investimenti futuri del Lingotto.?Ci sono stati alcuni sindacati che hanno detto che non posso decidere da solo - ha aggiunto Marchionne - ma non ? questione di decidere da solo. Certe cose la Fiat ha la capacit? di sceglierle da sola. Sono completamente d' accordo che le cose che faccIo in Italia devono essere condivise, ma quelle che faccio per esempio in Turchia non le devo condividere con nessuno?. Sulle sue critiche all'eccessiva rigidit? contrattuale esistente nel nostro Paese, Marchionne ha osservato: ?Basta guardare il livello degli investimenti stranieri in Italia. Il nostro ? il Paese in Europa in cui arrivano meno investimenti dall 'estero?. .

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29/1/2008 (7:36) - ACCORDO PER POTENZIARE LO STABILIMENTO BIELLESE DI VERRONE. "PUNTIAMO SULL?ITALIA MA SERVONO FLESSIBILIT? E COLLABORAZIONE"

"Fiat investe, se ci sono le condizioni"

Marchionne contro Moody's:

osceno un rating-spazzatura

per i conti senza debiti

VANNI CORNERO INVIATO A BIELLA da La Stampa http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...29668girata.asp

?Scommetto che ? nero?, dice Sergio Marchionne mentre il presidente degli industriali biellesi, Luciano Donatelli, gli spacchetta davanti un maglioncino, omaggio a quella che l?ad della Fiat ha ormai ufficializzato come sua divisa d?ordinanza. Una battuta scherzosa per chiudere con un sorriso un momento importante e preparare il terreno ad un?altra, feroce, rivolta agli analisti di Moody?s che hanno confermato il giudizio ?Ba1? al Lingotto nonostante i 2 miliardi di utili 2007 e l?azzeramento dei debiti: ?Trovo osceno dare un rating a livello spazzatura a chi non ha debiti. Tra gli analisti ci sono giovani che non hanno vissuto la realt? industriale, magari farebbero bene a stare qualche giorno in fabbrica?.

Poco prima Marchionne firmava con il presidente della Regione, Mercedes Bresso, quello della Provincia, Sergio Scaramal, e il sindaco di Verrone, Marco Turotti, il protocollo d?intesa per il potenziamento dello stabilimento del Comune alle porte di Biella, dove Fiat Powertrain Technologies investir? mezzo miliardo di euro per realizzare un nuovo cambio (in sigla C635) destinato alle vetture medie. Le previsioni sono di produrre, col 2012, circa 800.000 pezzi all?anno e fare 600 assunzioni che porteranno a 1.100 i dipendenti della fabbrica. Una cifra a cui, come sottolineato dall?ad di Powertrain, Alfredo Altavilla, potranno aggiungersi altri 150-200 posti di lavoro, visto che diverse aziende di componentistica pensano di seguire l?investimento della Fiat.

?Verrone non era l'unica scelta possibile - spiega Marchionne -. C'erano altri impianti in ballo, fuori dall'Italia, dove forse una pura logica di mercato ci avrebbe portato. Ma non ? cos? che Fiat vuole costruire il proprio futuro. La scelta di Verrone ? una di fattori quali competenze, flessibilit? di orario, infrastrutture e supporto delle Istituzioni. Tutti elementi importanti per affrontare a viso aperto la concorrenza internazionale. Quando pi? volte abbiamo dichiarato che la Fiat non avrebbe chiuso impianti in Italia, non era solo di un'indicazione di principio, ma il segnale della volont? di investire in questi impianti per renderli pi? competitivi. Quando le condizioni ci sono, non ci tiriamo certo indietro. L'importanza di chiamarsi Fiat, di essere la pi? grande impresa italiana, vuol dire anche questo?. Un discorso che vale per Termini Imerese, dove nel 2009 si far? la nuova Ypsilon.

L?impegno ? chiaro, ma anche i patti: ?Gli investimenti in Italia li faremo, ma dobbiamo trovare le condizioni per farli, altrimenti non li faremo - chiarisce l?ad Fiat -. Alcuni sindacati hanno detto che non posso decidere da solo ma se le cose che Fiat fa in Italia devono essere condivise, quello che fa, per esempio, in Turchia non lo devo condividere con nessuno?. Nel mirino di Marchionne c?? l?eccessiva rigidit? contrattuale: ?Basta guardare il livello degli investimenti stranieri in Italia - dice come prova - il nostro ? il paese europeo in cui arrivano meno capitali dall?estero?. Poi il referendum sul contratto dei metalmeccanici: ?Il gruppo ha 185.000 dipendenti e spero siano tutti per la Fiat?.

Infine l?affondo su Moody?s, chiuso con caustica ironia: ?Nel momento in cui alzeranno il rating non ne avr? pi? bisogno - dice il top manager - allora li ringrazier? e mander? loro una scatola di cioccolatini?. Da Moody?s nessuna replica, a parte un ?no comment?.

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Chiss? perch? non hanno alzato il rating......

Ragazzi qualcuno mi saprebbe dire a quanto ammonta fino ad ora il guadagno Fiat grazie alla rottamazione auto?

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......

Marchionne contro Moody's:

.....

?Trovo osceno dare un rating a livello spazzatura a chi non ha debiti.... ?.

.....

forse bisognerebbe spiegare al signor marchionne che evidentemente i debiti non sono l'unico parametro di valutazione delle agenzie internazionali ....

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Chiss? perch? non hanno alzato il rating......

su libero mercato c'e' questa annotazione:

"L'azienda ha azzerato l'indebitamento industriale e a fine 2007 presenta un avanzo di 400 milioni di euro. Fiat Group, pero', ha debiti finanziari (prestiti, bond) per 17,9 miliardi"

pare di capire che l'attivita' industriale di fiat e' stata risanata ma la struttura finanziaria del gruppo fiat deve ancora esserlo.

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Insomma....non c'hanno na lira....

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Caro Craze, e se andasse cos??..... .bah

CON LUCA-LUCA SI FA CENTRO ? E SE NAPOLITANO NON TENESSE CONTO DEI VARI ?VETI INCROCIATI? E DESSE L?INCARICO A MONTEZEMOLO? - UN GOVERNO (TECNICO) DI CENTRO CHE SPIAZZEREBBE IL CAV. E WALTER-EGO?

Paolo Flores d?Arcais per ?l?Unit??

La campagna elettorale ? gi? cominciata. E i politici, quanto pi? hanno in mente solo i loro interessi di bottega, tanto pi? vociferano di ?bene del Paese?. Vedi Fini e Berlusconi, quest?ultimo addirittura minacciando oceaniche marce su Roma se il presidente Napolitano non indice le elezioni seduta stante.

Eppure, anche i sassi sono consapevoli che una campagna elettorale con la attuale ?legge porcata? (definizione dei suoi autori di centro-destra, non nostra) sarebbe foriera solo di un aggravarsi della situazione italiana gi? precaria, pi? che precaria, quasi disastrosa. Che andare subito alle urne sarebbe una iattura non lo dice solo Veltroni (che potrebbe parlare pro domo sua) ma un qualsiasi osservatore europeo conservatore e di destra.

Ma il Presidente Napolitano ha le mani legate, si dir?. Se il padrone di Forza Italia non vuole, nessun ?governo per un anno? ? impossibile fare altrimenti. Non ? cos?. Una adeguata ?moral suasion? renderebbe il Cavaliere di Arcore non solo disponibile al ?governo per un anno?, ma ne farebbe anzi un entusiasta di tale ipotesi.

Siamo perfino in grado di dimostrarlo. Eugenio Scalfari ha autorevolmente ricordato domenica su ?la Repubblica? che se dalle consultazioni non emerge nessun nome in grado di ottenere la fiducia in Parlamento, il Presidente della Repubblica non ? affatto tenuto ad indire le elezioni con il governo attualmente in carica. Ha tutto il diritto, se ritiene che cos? si salvaguardino meglio gli interessi della nazione (della cui unit? la Costituzione lo rende garante), di affidare l'incarico ad una nuova personalit?. Se poi le forze politiche si assumeranno la responsabilit? di bocciarla, ? con questo nuovo governo che si andr? alle elezioni.

Poniamo che il Presidente Napolitano faccia capire che, in assenza di una maggioranza bipartisan su un nome istituzionale ?per un anno?, ? sua intenzione incaricare una personalit? fuori del Parlamento, e con questo governo, se i partiti lo insisteranno con i loro interessi di bottega (e lo bocceranno) si andr? alle elezioni. Non in primavera ma in estate, nella data pi? lontana che le leggi consentano.

Poniamo che faccia capire che questo nome ? quello di Luca Cordero di Montezemolo, il quale gli consegnerebbe una lista di ministri di una quindicina di personalit? di altissimo profilo, tutte estranee ai partiti :| (e magari per met? donne). Cio? esattamente lo stato maggiore del famoso nuovo Partito di Centro di cui si parla da oltre un anno.

Sono (quasi) certo che sarebbe lo stesso Berlusconi a proporre il governo istituzionale ?per un anno? (col programma minimo di una nuova legge elettorale, che magari restituisca agli elettori un briciolo di potere, e altre essenziale misure urgenti), minacciando magari oceani di folle a Roma se il Presidente della Repubblica non accoglie la ?sua? proposta.

Un governo Montezemolo a me non piacerebbe affatto, sia chiaro. Ma a Berlusconi piacerebbe ancora meno. Con quasi quattro mesi di esposizione mediatica massiccia, e con il discredito di cui gode l?intero ceto politico (ciascun segmento presso il proprio potenziale elettorato di riferimento), il governo di un centro confindustrial-sindacal-ecclesiale (Pezzotta e il suo family day, nuove leve alla Marcegaglia e tecnocratici del calibro di Mario Monti), che al momento di presentare le liste diventasse Partito, toglierebbe al Cavaliere la maggioranza dei suoi elettori. E per Berlusconi, politicamente, sarebbe la fine.

Un governo Montezemolo risulterebbe detestabile anche al centro-sinistra, probabilmente. Significherebbe una sconfitta ancora pi? cocente di quella che i suoi dirigenti sembrano ormai avere messo in un rassegnato conto. L?ostilit? nei confronti del Presidente Napolitano sarebbe quindi perfettamente bipartisan, ma il Presidente avrebbe tutto il diritto di passarci sopra (Scalfari docet, e un?ampia casistica nei sessant'anni passati), se i grandi partiti di destra e di sinistra non sono in grado di proporgli una soluzione comune ?per un anno?, e lo costringono a indire comunque le elezioni. Non possono costringerlo, infatti, ad andarci col governo che loro preferiscono.

Fantapolitica? E perch? mai? Di fronte al vero e proprio avvitamento della crisi italiana, che ? morale, sociale, economica, politica, solo l?esercizio di una notevole ?immaginazione istituzionale? (per parafrasare un grandissimo sociologo dell?immediato dopoguerra) pu? evitare la catastrofe. Il Presidente della Repubblica ? autorizzato dalla Costituzione ad esercitarla.

p.s.

Se invece tutto avverr? in obbedienza ai veti incrociati dei partiti, ? bene sapere che ci si profila il seguente tunnel: Berlusconi promette a Fini che a met? legislatura gli cede la Presidenza del Consiglio, Berlusconi e Fini stravincono le elezioni (con Casini e Bossi subalterni), Berlusconi passa la staffetta al quarto anno (magari quarto e mezzo) e alla fine della legislatura si fa eleggere Presidente della Repubblica. Al termine dei suoi dodici anni di potere la democrazia italiana assomiglier? a quello che ? l?ideale di democrazia da Berlusconi fin troppo sbandierato: la democrazia della Russia di Putin.

Dagospia 29 Gennaio 2008

http://dagospia.excite.it/articolo_index_37584.html

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Insomma....non c'hanno na lira....

con 18 miliardi di debiti producono utili per 2 miliardi e cassa per 400 milioni; rispetto alla situazione di anni fa sembra un mezzo miracolo.

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Caro Craze, e se andasse cos??..... .bah

CON LUCA-LUCA SI FA CENTRO ? E SE NAPOLITANO NON TENESSE CONTO DEI VARI ?VETI INCROCIATI? E DESSE L?INCARICO A MONTEZEMOLO? - UN GOVERNO (TECNICO) DI CENTRO CHE SPIAZZEREBBE IL CAV. E WALTER-EGO?

Napoleone dovrebbe scoprirsi SUBITO.

Prima della fiducia.

(che poi, chi la voterebbe la fiducia? gli spaccano le ossa...)

ipotesi papocchio....

Per? sarebbe utile forse.

(ne avevamo parlato in MP sefz )

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Caro Craze, e se andasse cos??..... .bah

CON LUCA-LUCA SI FA CENTRO ? E SE NAPOLITANO NON TENESSE CONTO DEI VARI ?VETI INCROCIATI? E DESSE L?INCARICO A MONTEZEMOLO? - UN GOVERNO (TECNICO) DI CENTRO CHE SPIAZZEREBBE IL CAV. E WALTER-EGO?

Paolo Flores d?Arcais per ?l?Unit??

.........

no, scusa Cirdan, vorrei capire:

il buon Paolo Flores d?Arcais adesso vorrebbe farci credere che sarebbe direttamente la Grazia Divina ad ispirare Napolitano nel conferimento di un incarico "ad una nuova personalit?" che risponde al nome di Montezemolo?

che poi...nuova personalit??...

...Montezemolo?...

...ma da quanto tempo ne discutiamo qui nel Forum della prossima "discesa in campo" di LucaLuca...

e poi, ancora, l'ineffabile PFdA preconizza pure che, a Napolitano, "Luca Cordero di Montezemolo...consegnerebbe una lista di ministri di una quindicina di personalit? di altissimo profilo"...

...e gi?...

..."personalit? di altissimo profilo"...

...dov'? che l'ho gi? sentita? vediamo...ah, s?, s?, ecco...

...l'ultima volta che ho sentito parlare di "personalit? di altissimo profilo" ? stato, ahim?, quando si annunciava sulla stampa e in tv la designazione del Prof. Guido Rossi quale Commissario Straordinario della FIGC...

...vennero usate esattamente quelle parole...e gi?...

..."personalit? di altissimo profilo"...

...Dio ce ne scampi...una volta basta e avanza.........

...e poi, se la punta di diamante di queste "personalit? di altissimo profilo" ? il nostro caro LucaLuca...figuriamoci che roba devono essere gli altri di quella lista.......

l'ultima grande sciocchezza: il governo Montezemolo come espressione di un centro "confindustrial-sindacal-ecclesiale"...

...ma lasciamo perdere...

che c'azzecca con Montezemolo il "sindacale" (il "sindacale" autentico, intendo dire) e l' "ecclesiale" (idem con patate)?

un governo Montezemolo sarebbe soltanto il governo "di Montezemolo" ovvero "per Montezemolo"...lo sappiamo anche fin troppo bene.

si potrebbe immediatamente (e ovviamente) osservare che pure i governi di Berlusconi non ? che siano stati tanto indipendenti dagli interessi di Silvietto.

vero...

...per? sappiamo come la sinistra e lo stesso Paolo Flores d?Arcais si siano sempre espressi nei confronti di Silvietto...

...fin dai tempi dell'esordio in politica del cavaliere...

...insomma, ragionevolmente, da parte di quella sinistra a cui nome si esprime il suo vate Paolo Flores d?Arcais, Montezemolo non dovrebbe ricevere un trattamento differente da quello riservato a Berlusconi...

...e invece, direttamente dalle pagine dell'Unit?, senza tanti giri di parole, PFdA auspica e anzi praticamente benedice Montezemolo come la migliore, nonch? "inevitabile", soluzione di tutti i nostri mali...

...beh, c'? da rifletterci e molto............

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