andrea 1484 Joined: 01-Jun-2005 4038 messaggi Inviato April 1 di Andrea Pugliese ROMA · 31 mar 2025 Un insoddisfatto perenne. Perché la sua natura è questa, quella di chi non si sa accontentare ma guarda sempre al prossimo traguardo. Ecco, tra un mese — il 2 maggio - Walter Sabatini compirà 70 anni e sarà un altro passaggio dal via, un altro momento da vivere intensamente con la sua profondità d’animo. ► Sabatini, che regalo si aspetta per i 70 anni? «Nessuno. Regali e auguri mi imbarazzano. Ma una cosa c’è: l’autoperdono, per il senso di colpa che mi tormenta da sempre. Spero di svegliarmi presto con un senso di distacco. Lo devo alla mia famiglia, per la mia vita negli ultimi anni. La mia perenne insoddisfazione nasce dal fatto che so che avrei potuto fare di più e non ho timore di smentita». ► Il suo bilancio però non è ancora definitivo... «Sono ancora motivatissimo a fare questo mestiere. Ma farò come George Clooney, a 70 anni mi dimetterò da un certo mercato, il voler piacere alla gente o alle donne, nella vita ci vuole dignità e decoro. Ma non mi dimetto dal calcio, lì non c’è cura». ► Tra una bella donna e una squadra cosa sceglie? «La squadra. Ma da costruire, non fatta, che possa creare una speranza. Perché il calcio non è di allenatori, ds o calciatori, ma proprietà esclusiva della gente. Il nostro mestiere è regalare felicità alle persone. Il gol di Orsolini a Venezia, per esempio, è gioia, anche per chi non sa nulla di calcio». ► Ma il Bologna ce la fa a tornare in Champions? «Sì, è forte e lo merita. Italiano è bravo, ha cancellato i vizi antichi, non ha più problemi di equilibrio. Poi ci sono i giocatori e la struttura. Hanno una difesa solida e un centrocampo che ti ammazza. Il vero colpo è stato recuperare Freuler, con lui giocano tutti meglio. Lo svizzero è da Juventus o Inter, non so perché l’Atalanta lo abbia lasciato andare». ► La gioia che l’ha fatto sentire più vivo? «Il record delle dieci vittorie consecutive con la Roma mi ha esaltato. Mi sono sentito a mio agio, un regalo alla gente. C’era da poco Rudi, mi “prendevano per il c**o” tutti. Ricordo i messaggi: “Abbiamo preso il sergente Garcia”. Ma ero sicuro che avrebbe fatto bene e ho avuto ragione». ► Quella era una Roma fortissima. «Totti stava bene e faceva la differenza, poi un centrocampo irripetibile: Strootman, De Rossi, Nainggolan, Pjanic e Keita. Che giocatore Seydou: un capo tribù, ti guardava con lo sguardo del capo e nessuno osava contraddirlo. E in campo era cattivo, non sbagliava mai una scelta». ► Quando Nainggolan arrivava al campo sopra le righe? «Lo mandavo a prendere fuori dal recinto, poi doccia e caffè. Avevo un addetto solo per questo, dedicato a lui e Maicon. Quante bugie mi ha detto Radja, a me e a se stesso. Ma è un bravissimo ragazzo, anche se smidollato. Giocatore impareggiabile, i suoi tackle scivolati hanno fatto la scuola del calcio». ► C’erano Alisson e Salah: storia del Liverpool. «Alisson è ancora incazzato con me, non ha mai capito. All’inizio l’ho protetto, doveva migliorare nei posizionamenti e nella lettura delle partite. E poi i portieri brasiliani qui li abbiamo sempre bruciati tutti. Gli preferivo Szczesny per questo e lui non lo accettava. Su Salah vi voglio dire invece una cosa. A volte non ho preso un giocatore perché dopo averci cenato capivo che era un cretino. Con Salah è stato tutto l’opposto. Andai a Londra 3-4 volte, lo incontravo dopo le 19 per il Ramadan, quando poteva bere. E mi sono trovato davanti un uomo vero, pieno di valori, pronto al sacrificio». ► E quando andò a Sarajevo a prendere Dzeko? «È stata dura soprattutto per Martina, che è un suo amico di famiglia. Ci siamo visti a Trieste, in 7-8 ore di macchina l’ho intossicato con le sigarette. Fuma anche Silvano, ma un conto è una sigaretta e un altro morire in una nube tossica. Dzeko è il falso nove per eccellenza: un po’ dieci e un po’ nove». ► Nico Lopez invece lo teneva nascosto in albergo. «Era un ratto al Nacional. Grande giocatore, esordì con un gol su pallonetto al Catania. Ma la personalità in campo si scontrava con l’uomo. Nico aveva un problema, non si spogliava con gli altri. Mai saputo perché, nonostante gli agguati che gli facevo per capire. Psiche indecifrabile, come Radonjic. Un fenomeno vero, ma sconclusionato. A 16 anni già devastato nella testa: beveva, faceva tardi, aveva la camera a Trigoria ma a volte lo hanno trovato a dormire fuori, sulla panchina». ► Perché il suo più grande errore è stato lasciare l’Inter? «Avevo discusso con Zhang, cose che succedono. E invece con le dimissioni mancai di rispetto a un’intera tifoseria. E non si perde una squadra come l’Inter così, non me lo perdonerò mai». ► E il ricordo della sua Lazio? «In Champions con un gruppo di ragazzi presi a condizioni lotitiane, tra prestiti e scadenze. Anche lì centrocampo meraviglioso: Ledesma centrale, Mutarelli e Mudingayi mezzali, Mauri trequartista. Campionato incredibile, con due punte top: Pandev e Rocchi». ► Il giocatore che avrebbe voluto avere con sé? «L’unico vero grande rammarico è Rabiot, tutta colpa di sua madre, Veronique. L’anno prima il Psg mi aveva dato più di 30 milioni per Marquinhos, non potevo portarlo via a zero. Quando lei lo ha saputo è impazzita. Odiava il Psg, ma forse voleva pure i soldi dell’indennizzo, oltre ai 3 milioni di commissione. Ricordo Massara che traduceva, ma si vergognava di riversarle tutti gli insulti che le dicevo». ► Motta ha fallito alla Juve. Se lo spiega? «A Bologna aveva giocatori asserviti al progetto, in un contesto familiare. Appena ha avuto una voce fuori dal coro, è saltato tutto. Un allenatore non deve essere simpatico ai giocatori ma deve saperci comunicare. E non solo con gli ordini». Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Idioteque 4734 Joined: 14-Jun-2008 15785 messaggi Inviato April 1 eh beh centrocampo irripetibile e giocatore impareggiabile Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8616 Joined: 04-Apr-2006 135165 messaggi Inviato April 2 Completamente d'accordo Motta ha fallito alla Juve. Se lo spiega?«A Bologna aveva giocatori asserviti al progetto, in un contesto familiare. Appena ha avuto una voce fuori dal coro, è saltato tutto. Un allenatore non deve essere simpatico ai giocatori ma deve saperci comunicare. E non solo con gli ordini». Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
curvafiladelfia 4 Joined: 28-Mar-2025 22 messaggi Inviato April 2 Personaggio particolare, "ruspante". Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti