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andrea

Pepito Rossi si ritira dal calcio

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Rossi, il fuoriclasse incompiuto «Quello che sono lo devo a papà»
Lo chiamavano Pepito, ha segnato 132 gol e per mille giorni è stato infortunato


Di Simone Golia · 20 mar 2025



Rimpianti e addio Mi ha preso Ferguson, mi voleva Guardiola. Sabato saluto il calcio e Firenze con Batistuta e De Rossi
Giuseppe Rossi è raffreddato, le figlie gli hanno attaccato un po’ di influenza. In carriera ha segnato 132 gol, 30 le presenze con l’italia e oltre mille i giorni da infortunato. Oggi ha 38 anni, si è ritirato ma sabato, alle 18, giocherà al Franchi di Firenze la sua partita di addio al calcio.
Chi ci sarà?
«Batistuta e Toldo, Toni e Cassano, poi Grosso, De Rossi, Mario Gomez e non solo. Anche due grandi allenatori come Ranieri e Ferguson».
Ferguson?
«Mi ha detto subito di sì. Speriamo non faccia come quella volta a Birmingham…».
Cioè?
«Quarti di Coppa di Lega, 0-0 dopo il primo tempo. All’intervallo mi sgrida. “Devi darti da fare”. Mi sostituisce e dopo 5’ facciamo due gol».
Come ci finì al Manchester United?
«Un emissario del club si presentò a Parma, avevo 17 anni. Mi chiese di aprire la mano e mi consegnò una spilla con il logo della squadra. Firmai il contratto in un ristorante, con me c’era papà».
Dopo ogni gol le braccia al cielo. La dedica era per lui?
«Si ammalò nell’inverno del 2009, un tumore. Mamma mi nascose tutto, voleva proteggermi. Ricordo il giorno in cui mi chiamò, crollai a terra. Era inizio febbraio, tornai negli Stati Uniti per salutarlo. Dopo qualche settimana morì. Era il mio eroe».
Il primo ricordo insieme?
«Lui che torna dal lavoro, sistema i conetti nel giardino della nostra casa di Clifton, nel New Jersey, e io che li dribblo. Tutto quello che sono adesso lo devo a lui».
Anche la carriera da calciatore?
«A 12 anni lasciai gli Stati Uniti per trasferirmi al Parma. Lui partì con me. Non parlavo bene la lingua, a scuola i ragazzi non erano accoglienti, mi sentivo solo. Piangevo molto, dopo un mese e mezzo venne a trovarci mamma. Ricordo ancora la forza di quell’abbraccio».
E papà?
«Non volevo fargli vedere le mie difficoltà, ma lui aveva capito tutto. Più avanti mi confessò che aveva tenuto pronte le valigie per un mese e che mi avrebbe voluto bene anche se fossimo tornati in America».
Dopo la morte di suo padre segna 35 gol col Villarreal.
«Volevo spaccare tutto per realizzare il suo sogno. Guardiola
mi voleva al Barcellona, durante la trattativa mi trovavo ad Acquaviva d’isernia, il paese d’origine di mia mamma. Trecento abitanti, il cellulare non prendeva. Giravo per strada con le braccia al cielo in cerca di una tacca. Poi il Barça non trovò l’accordo e prese Sanchez».
Fu l’unico treno perso?
«Per la Juventus dovevo essere il post Del Piero. Ero in macchina con mio zio, lui che guidava e io dietro che parlavo al telefono con Marotta e Conte.
Offrirono quasi 30 milioni ma il Villarreal era appena tornato in Champions e non se la sentì di cedermi».
Nel suo momento migliore si rompe il ginocchio per la prima volta.
«Infortuni così ti tolgono un anno e io in carriera ne ho avuti cinque. Il dolore è tanto, come il tempo da trascorrere da soli. Il calcio è un mondo falso. Fino al giorno prima mi volevano tutti, poi più nessuno».
Oggi gioca la Nazionale. Per lei gioie e dolori.
«Nel 2010 Lippi non mi portò al Mondiale. Avevo giocato sempre, qualificazioni e amichevoli. Dopo la morte di papà restai a casa un mese e mezzo e lui non mi ritenne pronto a livello psicologico. Ma è acqua passata, l’ho invitato alla partita di sabato. E poi Prandelli mi tenne fuori da quello del 2014. Non mi vedeva bene fisicamente, però i test dicevano altro».
Come ha conosciuto sua moglie Jenna?
«A una festa, grazie a un amico. Avevo 25 anni, mi ero fatto male al ginocchio e giravo con la stampella. “Dai, andiamo sulla spiaggia”, mi sollecitò. Zoppicavo, non volevo. Per fortuna alla fine mi ha convinto. L’ho vista lì».

Modificato da andrea

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Joined: 16-Sep-2010
18378 messaggi

Mado', ancora giocava?

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Joined: 03-Jun-2005
52233 messaggi

Che rimpianto...maledetti infortuni

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Joined: 21-Dec-2008
27169 messaggi

Beh che lo si volesse a Torino non è un mistero... Marotta ci provò forte a prenderlo...anche perché si parlava di un giocatore italiano, in rapida ascesa, le caratteristiche erano quelle...era il sostituto perfetto di Del Piero che ormai si sapeva che avrebbe lasciato dopo un anno. Il Villareal però voleva troppo per le nostre possibilità dell'epoca e si ripiegò su Vucinic... sicuramente è andata meglio a noi che a lui perché poi si sa come purtroppo è andata la sua carriera. Magari se fosse venuto da noi sarebbe andata diversamente

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Joined: 14-Jun-2008
15724 messaggi

grandissimo what if per noi

per me rimarrà sempre la punta del mio fulham bicampione d'europa a football manager

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