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Morpheus ©

[ Gruppo B ] CROAZIA - ITALIA

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Lipsia, 24 giugno ore 21:00

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Per la prima volta nella storia, una partita della fase finale di un mondiale o di un europeo della nazionale italiana, non sarà visibile in chiaro sulla Rai.

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21 minuti fa, SuperDino ha scritto:

Per la prima volta nella storia, una partita della fase finale di un mondiale o di un europeo della nazionale italiana, non sarà visibile in chiaro sulla Rai.

Se ti riferisci alla grafica nel topic del gruppo B, si tratta di un errore 

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Joined: 01-Jun-2005
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Probabile che si passi al 3-5-2 con Cambiaso e Darmian sugli esterni, Cristante al posto di Pellegrini e Retegui al posto di Scamacca

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Joined: 01-Jan-2009
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Necessario vincere, ma l’Italia scenderà in campo per il pareggio e tornerà a casa. 

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Joined: 08-Jun-2007
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Joined: 24-Jun-2006
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Il problema sono aspettative ed equilibrio. Media ed addetti ai lavori mancano di obiettività, per mancanza di una memoria storica, per autoreferenzialità e purtroppo tifo.

Il discorso dell'imbarazante personaggio effigiato sopra, che devo essere sincero, non ho capito ne per significato ne per tempismo, potrebbe apparentemenet avere un fondamento di verità.

Apparentemente, per che più che parlare di una nazionale normale, avrebbe fatto meglio a parlare di declino del calcio italico, facendo ammenda per le s********e fatte in termini di gestione ed organizzazione durante la sua presidenza.

La nostra nazionale è l'evidente manifestazione di un movimento morente, non ingannino i successi di Atalanta o la finale dell'Inter, il nostro campionato non riesce più ad esprimere calciatori di livello, gli ultimi sono così a memoria Totti e Del Piero, non tiriamo fuori una punta vera da decenni e quando parlo di punta vera, parlo di gente che in nazionale la butta dentro senza troppe storie.

Non siamo una nazionale normale siamo una nazionale scarsa che viene trasformata a mezzo stampa un un qualcosa di virtuale.

Ed è così che si creano le aspettative

Dicono, ma grazie le squadre di serie A (ma anche quelle di B) sono piene zeppe di giocatori provenineti da altre federazioni.

Giusto, ma oggi il mondo è questo, globalizzazione e nuove tecnologie hanno a torto o ragione, non entro in merito, stravolto il concetto di rappresentativa nazionale, che attenzione per alcune nazioni rappresenta un valore che va al di la del semplice tifo sportivo.

In questo schema si inserisce il calcio dove sempre più ingenti ed ingerenti intriti economici ha letteralemnte stravolto organizzazione, geografia e struttura di tutto il movimento. Il mercato, ad esempio,  non lo fanno le squadre, lo fanno i procuratori, è ovvio che se un italiano lo paghi cinquanta e parliamo non di un fuoriclasse, ma di un buon giocatore e nulla più ecco che diventa molo più conveniente andare a prendere quell'argentino di-cui-narrano-meraviglie e che soprattutto costa di meno.

Ed il livello si abbassa sempre un pochino ad ogni giro di giostra

Le rose di Serie A sono strapiene di giocatori normalissimi ed assoultamente irrilevanti e che non puoi convocare perchè non italiani.

Allora bisogna mettersi d'accordo o si ammette che il concetto di Nazionale non ha più gran senso, oppure...

A) ...oppure rapprentative nazionali, si assemblano le nazionali con i giocatori che giocanoin quella nazione, non più rappresentative nazionali ma rappresentatite diciamo, federali. Peccato che  in questo modo, tanto per fare un esempio, l'Arabia Saudita sarebbe la rappresntazione di un movimento assolutamente irrilevante sul piano calcistico, ma competitiva  a livello di rappresentativa, nazionale. Il che falsa un po' tutto perche se hai i soldi.....

B) ...oppure limitare in numero degli stranieri sia fra i professionisti, ma soprattutto a livello di vivai

C) ...oppure abolire semplicemente le competizioni fra nazionali con buina pace dei nostalgici e di quelli che Zoff Gentile Cabrini Oriali...Antognoni Graziani

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Joined: 01-Jun-2005
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IL LINGUAGGIO È CREATIVO MA DA CAPIRE ...
Il c.t. resta in albergo a studiare partite e appunti La sua visione moderna non sempre facile da seguire


dal nostro inviato Fabrizio Roncone · 23 giu 2024


La riaggressione feroce La ricomposizione Il tornare a casa. Studio ordine e preparazione


Siamo a cena nel ristorante Acqua, forse il migliore avamposto culinario italiano della Renania Settentrionale-vestfalia. Lo chef è il fratello del proprietario, un certo Sandro, sono napoletani, e se gli chiedi un piatto di spaghetti al pomodoro, te lo preparano senza aggiungerci la senape, o la noce moscata, o tutto insieme più qualche cetriolino, perché i tedeschi vanno pazzi per i cetriolini.
Fuori piove, acqua a secchiate, ma dentro c’è una bella atmosfera, accogliente, e così lo sguardo scorre sulle tavolate, dove siedono molti dei nostri calciatori azzurri, venuti a trascorrere qui la serata di libertà che gli ha concesso Luciano Spalletti.
Laggiù, c’è il gruppetto romano: con Pellegrini, Cristante, Mancini, El Shaarawy e Zaccagni, ai quali s’è aggiunto Di Lorenzo, il capitano del Napoli (ancora per poco, dicono). Sulla sinistra, c’è Darmian con la famiglia. Donnarumma è in compagnia di alcuni amici. Fagioli e Gatti scherzano con due ragazze («Sono le cugine»). Quasi tutti, entrando, sono andati ad omaggiare Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky e autentica autorità in tema di calcio mercato.
E di questo parlano gli azzurri: un po’ di mercato, chi va, chi resta, chi prolunga il contratto, e poi di orologi, macchine, delle vacanze che nessuno sa quando potranno cominciare. Perché la tremenda domanda che aleggia è: con la Croazia vinciamo? Riusciremo a qualificarci per gli ottavi di questo Europeo?
A 23 chilometri da qui, al centro di una foresta, c’è l’uomo che sta cercando di trovare la risposta. Il cittì è rimasto a Iserlohn, sede del ritiro azzurro. Chiuso nella sua camera d’albergo, alla luce bianca di una lampada, chino sul tavolo e lì che consulta i dati della partita in cui la Spagna ci ha preso a pallate (chi ha corso di più, chi meno, il numero dei contrasti persi e dei passaggi sbagliati) e riempie fogli di frecce e cerchietti. Ogni tanto, apre uno dei suoi quaderni. I suoi famosi, preziosi quaderni. E legge.
Su quegli appunti c’è la vita di un allenatore che studia. Che non si accontenta. Che non si è mai fatto bastare il puro genio tattico, il talento di vedere posizioni e binari di gioco che gli altri non vedono: Spalletti approfondisce, curiosa nel calcio altrui e lo elabora, prova a migliorare il proprio, sempre immerso in una pignoleria prossima all’ossessione. Uno schema banale lo avvilisce. Invece lo eccita inventare (tipo certe difese «rotanti» a tre e mezzo, oppure Totti falso nove, Brozovic playmaker e Lobokta bussola vivente, quando al Maradona pensavano di guardare il Napoli alla play-station).
Sta cercando di stupirci anche stavolta. Qualcuno, però, inizia a soffiare critico: in azzurro non si crea, non c’è tempo. Può darsi ci sia una porzione di verità. Ma non sempre è stato così. Arrigo Sacchi dette la sua impronta. E pure Cesare Prandelli, con quel centrocampo formato da registi (Pirlo, De Rossi, Marchisio, Motta e Montolivo). La sensazione diffusa è che qui, in Germania, Spalletti stia comunque tentando di portare la Nazionale in una dimensione ultra moderna. È visionario? Forse. Rischia? Sì. Però ci crede, come crede in tutte le cose che dice. E in come le dice. Il suo linguaggio creativo, pieno di suggestioni, nasce da riflessioni profonde.
Il cittì è convinto che non esista più un sistema di gioco fisso (4-3-3, piuttosto che 4-2-3-1, o via dicendo). Ma che esistano strutture di gioco diverse nelle varie fasi. È questo il suo «calcio relazionale»: il calciatore deve sapersi adattare alle situazioni. Mentre nel calcio «posizionale» si colloca in posizione vantaggiosa e da quella si muove, in quello «relazionale» è dai suoi stessi movimenti e da quelli degli avversari che nascono le linee di passaggio. In questo, il pressing è fondamentale: ecco allora la «riaggressione feroce» (quando si perde palla) e la «ricomposizione» o, meglio, il «tornare a casa», che poi significa non farsi trovare sbilanciati. Pronti a «ordine, studio e preparazione»: cioè a risistemarsi per partire alla conquista del pallone. Dobbiamo essere «legati».
È un calcio faticoso, di corsa e di aiuto reciproco. «Andremo lì vestiti bene, noi si veste Armani, ma siamo disposti a sporcarci». Lo avrete sentito: «Possiamo anche decidere di farli entrare. Dipende dalle nostre distanze, da dove sei con il blocco della squadra in quel momento». Infatti, «a qualche giocatore gli si chiede d’essere bifasico».
Tutto questo contro la Spagna non ci è riuscito. Per la qualità del gruppo, che è quella che è, certo: ma — a ripensarci — forse pure perché molti azzurri, nel tentativo di accontentarlo, giocano senza allegria, preoccupati. Anche adesso, in questo ristorante. Facce un po’ grigie. Di Lorenzo e Cristante alla cassa, per il conto. Scusate, ragazzi, un dubbio: ma voi, Spalletti, siamo sicuri che lo capite?


 

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Joined: 22-Aug-2006
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2 ore fa, Suma Ha Paura ha scritto:

emoji1657.png5792ade29cfcccf0a278a92addd451e6.jpg

Inviato dal mio SM-G781B utilizzando Tapatalk
 

 

Spagna 6, Albania 4, Croazia 4, Gravina F.C. 3 e l'ultima migliore terza qualificata con 2 punti 😂 ... non succede ... ma se succede :siciao:

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2 ore fa, Arminius ha scritto:

 

A) ...oppure rapprentative nazionali, si assemblano le nazionali con i giocatori che giocanoin quella nazione, non più rappresentative nazionali ma rappresentatite diciamo, federali. Peccato che  in questo modo, tanto per fare un esempio, l'Arabia Saudita sarebbe la rappresntazione di un movimento assolutamente irrilevante sul piano calcistico, ma competitiva  a livello di rappresentativa, nazionale. Il che falsa un po' tutto perche se hai i soldi.....

B) ...oppure limitare in numero degli stranieri sia fra i professionisti, ma soprattutto a livello di vivai

C) ...oppure abolire semplicemente le competizioni fra nazionali con buina pace dei nostalgici e di quelli che Zoff Gentile Cabrini Oriali...Antognoni Graziani

Se l’Italia non è in grado di rivoluzionare il suo calcio, perché abolire le competizioni per nazionali? 

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Joined: 24-Jun-2006
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14 minuti fa, Homer_Simpson ha scritto:

Se l’Italia non è in grado di rivoluzionare il suo calcio, perché abolire le competizioni per nazionali? 

 

Era solo un'opzione che a me non piace, ma pur sempre un'opzione. Comunque questo del significato delle nazionali, (a me le nazionali piacciono) nel secolo della globalizzazione è un argomento che potrebbe essere un interessante argomento di discussione

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Joined: 01-Jun-2005
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Anche perdendo con 2 gol di scarto, abbiamo 4 possibilità su 5 di essere ripescati.

 

Sempre che l'Albania non batta la Spagna.

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26 minuti fa, SuperDino ha scritto:

Anche perdendo con 2 gol di scarto, abbiamo 4 possibilità su 5 di essere ripescati.

 

Sempre che l'Albania non batta la Spagna.


La Spagna non si scansa, non l’ha mai fatto. Non ci credo manco se lo vedo che perdono. Poi oh, il pallone è rotondo…

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Joined: 03-Jun-2005
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Inviato (modificato)

Mi sto scassando la verga anche dell'Italia, diciamo che non mi strappo le vesti se si esce, e cosi dopo la Juve anche l'Italia.

Però buttar fuori i croati mi farebbe piacere che sono simpatici come la sabbia sul prepuzio.

Modificato da Gelone
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Joined: 06-Oct-2021
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Una persona che si professa juventina stasera non può sperare nulla di diverso dalla vittoria croata.

Forza Luka, Marcelo, Ivan...

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Joined: 06-Oct-2021
8961 messaggi
11 ore fa, Vito85 ha scritto:

 

Spagna 6, Albania 4, Croazia 4, Gravina F.C. 3 e l'ultima migliore terza qualificata con 2 punti 😂 ... non succede ... ma se succede :siciao:

Ahimè è impossibile, inizi a vincere stasera la Croazia, poi facciamo i conti.

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1 ora fa, PiemonteBianconero ha scritto:

Una persona che si professa juventina stasera non può sperare nulla di diverso dalla vittoria croata.

Forza Luka, Marcelo, Ivan...

La nazionale io la tifo perchè sono italiano se c'è o non c'è Gravina, giochiamo con 4 stelle sul petto e siamo una delle nazioni più vincenti della storia, abbiamo avuto giocatori meravigliosi e indossare la maglia azzurra è il sogno di ogni bambino italiano. 

 

E' un tifo diverso, non è accanito come quello per il club, non ci stai così tanto male ma è un occasione che unisce, anche con tifosi di altre squadre e dire o questo o quello quando si parla di club e nazionale è una cosa molto infantile.

 

Poi se proprio la vogliamo dire tutta ogni volta che la nazionale vince c'è un importante blocco juventino e questo rafforza i giocatori, vincere con la nazionale ti fa entrare nella leggenda, acquisti consapevolezza, sicurezza ecc...quindi poi ne guadagniamo anche. Con Gravina o con un altro presidente.

 

Detto questo stavolta non c'è nessun blocco Juve ed infatti non vinceremo ( .asd ) ma sperare di perdere...

 

Mi accontento di godermi una bella partita contro una big, con qualche emozione in più rispetto alla Spagna. .asd 

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italia_croazia_3.jpg

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Joined: 22-Oct-2009
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paradossalmente è probabile che passiamo anche prendendo, a patto che non vinca l'Albania

 

ci sono molte quadre che finiranno terze con meno di 3 punti

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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, persona che gioca a football, persona che gioca a calcio e il seguente testo "seasia EURO 2024 WINNER PREDICTION ACCORDING tO SEASIA GOAL GROUPB GER SUI ESP ITA ENG BEST 9 NED SRB SVK ROU FRA CZE BEL C. POR TUR DEN ESP- UARTE POL NAL ROU ESP- EMIFINAL GER- SRB GER- GER POR- DEN POR- GER- FRA- BEL FRA FRA- SVK- POL SVK- NED- - NED- TUR NED- ENG- CZE ENG- ail ITA- SUI ITA ITA ITA-"

 

È fatta!

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Joined: 20-Jan-2023
19 messaggi
15 ore fa, andrea ha scritto:

IL LINGUAGGIO È CREATIVO MA DA CAPIRE ...
Il c.t. resta in albergo a studiare partite e appunti La sua visione moderna non sempre facile da seguire


dal nostro inviato Fabrizio Roncone · 23 giu 2024


La riaggressione feroce La ricomposizione Il tornare a casa. Studio ordine e preparazione


Siamo a cena nel ristorante Acqua, forse il migliore avamposto culinario italiano della Renania Settentrionale-vestfalia. Lo chef è il fratello del proprietario, un certo Sandro, sono napoletani, e se gli chiedi un piatto di spaghetti al pomodoro, te lo preparano senza aggiungerci la senape, o la noce moscata, o tutto insieme più qualche cetriolino, perché i tedeschi vanno pazzi per i cetriolini.
Fuori piove, acqua a secchiate, ma dentro c’è una bella atmosfera, accogliente, e così lo sguardo scorre sulle tavolate, dove siedono molti dei nostri calciatori azzurri, venuti a trascorrere qui la serata di libertà che gli ha concesso Luciano Spalletti.
Laggiù, c’è il gruppetto romano: con Pellegrini, Cristante, Mancini, El Shaarawy e Zaccagni, ai quali s’è aggiunto Di Lorenzo, il capitano del Napoli (ancora per poco, dicono). Sulla sinistra, c’è Darmian con la famiglia. Donnarumma è in compagnia di alcuni amici. Fagioli e Gatti scherzano con due ragazze («Sono le cugine»). Quasi tutti, entrando, sono andati ad omaggiare Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky e autentica autorità in tema di calcio mercato.
E di questo parlano gli azzurri: un po’ di mercato, chi va, chi resta, chi prolunga il contratto, e poi di orologi, macchine, delle vacanze che nessuno sa quando potranno cominciare. Perché la tremenda domanda che aleggia è: con la Croazia vinciamo? Riusciremo a qualificarci per gli ottavi di questo Europeo?
A 23 chilometri da qui, al centro di una foresta, c’è l’uomo che sta cercando di trovare la risposta. Il cittì è rimasto a Iserlohn, sede del ritiro azzurro. Chiuso nella sua camera d’albergo, alla luce bianca di una lampada, chino sul tavolo e lì che consulta i dati della partita in cui la Spagna ci ha preso a pallate (chi ha corso di più, chi meno, il numero dei contrasti persi e dei passaggi sbagliati) e riempie fogli di frecce e cerchietti. Ogni tanto, apre uno dei suoi quaderni. I suoi famosi, preziosi quaderni. E legge.
Su quegli appunti c’è la vita di un allenatore che studia. Che non si accontenta. Che non si è mai fatto bastare il puro genio tattico, il talento di vedere posizioni e binari di gioco che gli altri non vedono: Spalletti approfondisce, curiosa nel calcio altrui e lo elabora, prova a migliorare il proprio, sempre immerso in una pignoleria prossima all’ossessione. Uno schema banale lo avvilisce. Invece lo eccita inventare (tipo certe difese «rotanti» a tre e mezzo, oppure Totti falso nove, Brozovic playmaker e Lobokta bussola vivente, quando al Maradona pensavano di guardare il Napoli alla play-station).
Sta cercando di stupirci anche stavolta. Qualcuno, però, inizia a soffiare critico: in azzurro non si crea, non c’è tempo. Può darsi ci sia una porzione di verità. Ma non sempre è stato così. Arrigo Sacchi dette la sua impronta. E pure Cesare Prandelli, con quel centrocampo formato da registi (Pirlo, De Rossi, Marchisio, Motta e Montolivo). La sensazione diffusa è che qui, in Germania, Spalletti stia comunque tentando di portare la Nazionale in una dimensione ultra moderna. È visionario? Forse. Rischia? Sì. Però ci crede, come crede in tutte le cose che dice. E in come le dice. Il suo linguaggio creativo, pieno di suggestioni, nasce da riflessioni profonde.
Il cittì è convinto che non esista più un sistema di gioco fisso (4-3-3, piuttosto che 4-2-3-1, o via dicendo). Ma che esistano strutture di gioco diverse nelle varie fasi. È questo il suo «calcio relazionale»: il calciatore deve sapersi adattare alle situazioni. Mentre nel calcio «posizionale» si colloca in posizione vantaggiosa e da quella si muove, in quello «relazionale» è dai suoi stessi movimenti e da quelli degli avversari che nascono le linee di passaggio. In questo, il pressing è fondamentale: ecco allora la «riaggressione feroce» (quando si perde palla) e la «ricomposizione» o, meglio, il «tornare a casa», che poi significa non farsi trovare sbilanciati. Pronti a «ordine, studio e preparazione»: cioè a risistemarsi per partire alla conquista del pallone. Dobbiamo essere «legati».
È un calcio faticoso, di corsa e di aiuto reciproco. «Andremo lì vestiti bene, noi si veste Armani, ma siamo disposti a sporcarci». Lo avrete sentito: «Possiamo anche decidere di farli entrare. Dipende dalle nostre distanze, da dove sei con il blocco della squadra in quel momento». Infatti, «a qualche giocatore gli si chiede d’essere bifasico».
Tutto questo contro la Spagna non ci è riuscito. Per la qualità del gruppo, che è quella che è, certo: ma — a ripensarci — forse pure perché molti azzurri, nel tentativo di accontentarlo, giocano senza allegria, preoccupati. Anche adesso, in questo ristorante. Facce un po’ grigie. Di Lorenzo e Cristante alla cassa, per il conto. Scusate, ragazzi, un dubbio: ma voi, Spalletti, siamo sicuri che lo capite?


 

 

Stanno trasformando a mezzo stampa un allenatore normale in Pep Guardiola. Lo stesso modus operandi che descriveva giustamente @Arminius nei primi post per i calciatori della nazionale

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2 ore fa, Tiger Jack ha scritto:

italia_croazia_3.jpg


Jorginho Di Lorenzo e Cristante, giusto che l’Italia esca stasera 

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Joined: 17-Apr-2007
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la tattica di Spallucce potrebbe essere quella di spiazzare gli avversari presentando in campo l'Italia più scarsa di sempre

gli avversari sentendosi superiori prenderebbero la partita sottogamba... potrebbe anche funzionare

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Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, persone che giocano a calcio, persone che giocano a football e testo

 

.look 

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Joined: 11-Jun-2024
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20 minuti fa, kkekko ha scritto:

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, persone che giocano a calcio, persone che giocano a football e testo

 

.look 

speriamo di sfatare questa data negativa con la vittoria contro la Croazia! 

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