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Gelone

Voi e La Juve di John Elkann

Voi e la Juve di John Elkann, il sondaggio definitivo sulle prossime stagioni  

260 voti

  1. 1. Voi e la Juve di John Elkann, il sondaggio definitivo sulle prossime stagioni

    • Continuerò a tifare come prima
    • Mi lascia totalmente indifferente seguirò poco o nulla
    • Non sono piu tifoso della Juve
    • Tiferò contro, la proprietá deve fallire qualsiasi obiettivo
    • Tiferò ancora, perché dopo tutto amo ancora la Juve, ma ci vorrà molto tempo prima di recuperare l'entusiasmo del passato


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7 minuti fa, xqaz69 ha scritto:

Tradotto: prima si separano le due strade (di Juve e di Elkann) e meglio è!

Vivo ogni giorno aspettando che succeda questo. Ma temo che ancora dovremo aspettare a lungo..

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3 hours ago, I Love Vladimir Jugovic said:

Anche perchè, proprio perchè appunto di soldi ce ne ha messi e anche tanti negli anni, se un proprietario permette senza battere ciglio che gli venga fatto ciò che viene fatto quotidianemente alla Juve da 20 anni, significa o che è un cretino (e io non lo credo affatto) o che non ha capito bene in che paese, e in che epoca, stiamo vivendo.

 

Uno che non ha altre convenienze, o altri interessi, o altri favori da riscuotere altrove, lo scorso anno con tutto quello che è venuto fuori fa saltare per aria mezza magistratura, la lega di serie A, la federazione, la uefa ecc. O quanto meno CI PROVA.

 

Ma infatti... e poi ricordiamoci che i fautori principali, addirittura creatori di fatto e che sono accorsi in aiuto degli accusatori della juve, sono gli stessi media del gruppo... "dettagli"... 

 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

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3 hours ago, I Love Vladimir Jugovic said:

Vivo ogni giorno aspettando che succeda questo. Ma temo che ancora dovremo aspettare a lungo..

.quoto.quoto.quoto.quoto

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3 hours ago, xqaz69 said:

 

Tradotto: prima si separano le due strade (di Juve e di Elkann) e meglio è!

.quoto.quoto.quoto.quoto

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Sgancia un centello spilorcio

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Inviato (modificato)
2 hours ago, xqaz69 said:

 

Questo però è una articolo m*****a eh... non funziona, e non funzionava neanche prima, così il mercato dei beni rifugio, oro in primis... articolo scritto da un bimbo di 12 anni che non ha la più pallida idea di come funzionino certe cose... oltretutto il freeport di cui ciancia è stato più volte oggetto di ispezioni e sequestri quindi non è certo zona franca... sicuramente se ci va un cretino qualunque a chiedere informazioni ti mandano a fare in chiulo e ci mancherebbe anche ma chi caxxo sei e che caxxo vuoi vattene sennò chiamo la polizia lo diremmo anche noi a qualcuno che viene a casa mia a chiedermi che ho nel cassetto... figuriamoci in un deposito valori... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

Modificato da gianky99

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In tribunale a Torino ora sono sicuri: hanno l'inventario completo dei beni dell'Eredità Agnelli. Denaro, reti di istituti bancari e società fiduciarie, una geografia internazionale che va dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche. Tutto ciò che il notaio svizzero Urs von Grunigen aveva messo nero su bianco.

Intestazioni e cifre che vanno di pari passo con il materiale finora trovato dalla Procura della Repubblica, che sarebbe pronta a emettere una serie di rogatorie internazionali. Ma quel che non c'è ha forse un peso ancora maggiore: 138 tonnellate. In lingotti d'oro. Il tesoro più segreto degli Agnelli.

[…]  Il giudice istruttore Nicoletta Aloj scrive che "può ritenersi sufficientemente individuata la documentazione relativa alle operazioni di inventario"  dell'eredità di Marella Agnelli Caracciolo da parte di von Grunigen. Lo fa nell'ordinanza con cui, di fatto, dispone l'interrogatorio di John Elkann (mentre i fratelli Lapo e Ginevra dovranno fornire prove documentali) per chiarire l'esatto ammontare dei beni all'estero, transitati da Marella a lui.

Si tratta di somme presenti in conti Morgan Stanley & Co. a Londra, New York e in Svizzera; la banca Pictet & Cie di Ginevra; Luxembourg Branch in Lussemburgo, l'Hong Kong Branch; il Singapore Branch, e ancora Credit Suisse di Zurigo, società di asset e finanziarie tra Liechtenstein, ancora Singapore, la Svizzera, ma anche la Nomen Fiduciaria di Torino, Mediobanca a Milano e via discorrendo. E qui parliamo della parte in sede civile della lunga contesa che vede Margherita Agnelli, figlia di Gianni, in guerra con i suoi tre figli Elkann.

 

In sede penale la cosa è leggermente diversa. In Procura - dove gli Elkann sono indagati per truffa aggravata assieme al commercialista, e presidente della Juve, Gianluca Ferrero, per la supposta falsa residenza svizzera della nonna Marella - hanno già recuperato una importante mole di documenti e trovato prove di depositi di denaro tra Liechtestein, Isole Vergini Britanniche e Lussemburgo.

Oltre ai famosi preziosi quadri dell'Avvocato, che sarebbero custoditi al Lingotto di Torino, in uffici dell'ex Fca. Per aprire il lucchetto di questi conti, esaminare i passaggi e la provenienza dei fondi - che potrebbero far parte dei famosi fondi neri accumulati da Gianni Agnelli ai tempi della clamorosa falsa Opa Exor -, servono rogatorie internazionali che devono andare a cozzare con il rigido segreto bancario e fiscale di quei paraggi. Le richieste, comunque, starebbero per partire.

Il famoso oro, invece, è un discorso a parte. Che Marella Agnelli avesse un patrimonio personale di 5,8 miliardi di euro è cosa documentata anche dai Panama Papers. Non avendo lei redditi tali, a parte il vitalizio milionario riconosciutole dalla figlia, quei miliardi sono l'eredità dell'Avvocato. Ben più di quanto stimato, ai tempi, a Margherita Agnelli, che poi firmò l'accordo successorio, rinunciando a Fiat e incassando un miliardo e duecento milioni di euro.

Marella era certo - se non lei, di sicuro tramite i fidati consiglieri di Agnelli Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti - a conoscenza del luogo dove sarebbero custodite quelle tonnellate d'oro dalla storia particolare. E che sarebbero passate nella disponibilità di John Elkann. Quando invece, questo il ragionamento di Margherita, sarebbero dovute essere divise innanzitutto fra madre e figlia.

Quell'oro, che ha rappresentato a lungo una leggenda degli Agnelli ma che, con il passare del tempo, trova sempre più elementi di prova, era del Senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat. Lui, che era miliardario all'inizio degli anni 20 (quando fu anche accusato aggiotaggio in Borsa, ma con quei soldi si prese tutta la Fiat) e aveva raggiunto i 40 miliardi di lire alla fine della guerra, aveva cominciato a convertire il proprio denaro in lingotti d'oro da depositare in Svizzera.

Alla sua morte, anche quell'oro, come molti altri beni, passò al nipote Gianni Agnelli. A lui disse di disporre di tutti i beni e decidere lui come dividere fra i fratelli e i parenti. Ma il consiglio, anzi forse l'ordine, fu di conservare una riserva segreta, per le sorti dell'azienda. Comprese le 138 tonnellate in oro. Il cui valore, oggi, viene calcolato in 9,2 miliardi di euro.

L'oro si troverebbe nei caveau del Free Port di Ginevra, di proprietà della società Ports Francs et Entrepots de Geneve: un enorme deposito di valori, automobili, reperti archeologici, la più grande raccolta di opere d'arte del mondo che non può essere vista e chissà quant'altro. L'indirizzo è il quartiere de La Praille, a Ginevra. Ma Margherita, nonostante i suoi avvocati e i suoi investigatori, non ha mai potuto neppure avvicinarsi. Scrive Gigi Moncalvo che, all'avvocato che insisteva per accedere almeno ai documenti - per capire cosa ci fosse lì dentro nella disponibilità della famiglia Agnelli/Elkann - fu detto di andarsene o avrebbero chiamato la Gendarmeria.

Il tesoro del Fondatore, dunque. Quello che Gianni avrebbe potuto dividere fra i fratelli, usare per sostenere la Fiat nei momenti bui - e perché mai, se tanto c'erano i soldi dello Stato fra cassa integrazione e contributi a perdere, il petrolio di Gheddafi e i magheggi di Enrico Cuccia? [...]

Che non compaiano in nessun elenco è chiaro. Ma anche la loro esistenza sembra certa. Così come il fatto che Elkann ne abbia la disponibilità. Tentare una rogatoria internazionale per farsi aprire i lucchetti? L'ultima volta ci provò la Procura di Milano con il Port Franc di Chiasso dove avrebbero dovuto esserci i famosi dipinti "scomparsi". Una volta arrivati lì, però, gli investigatori non hanno trovato nulla. Tutto era stato svuotato per tempo.

 

torinocronaca.it

 

PS

In effetti troppo spesso, io per primo, ci si dimentica che prima di Gianni Agnelli c'è stato suo nonno.

Quella Fiat poi, ossia quella prima della seconda guerra mondiale, non contrastava lo stato fascista, quindi viaggiava bene. 

E anche il nonno del nonno di JE deve aver imboscato molti fondi...  E' possibilissimo.  

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Joined: 07-Jan-2014
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In tribunale a Torino ora sono sicuri: hanno l'inventario completo dei beni dell'Eredità Agnelli. Denaro, reti di istituti bancari e società fiduciarie, una geografia internazionale che va dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche. Tutto ciò che il notaio svizzero Urs von Grunigen aveva messo nero su bianco.

Intestazioni e cifre che vanno di pari passo con il materiale finora trovato dalla Procura della Repubblica, che sarebbe pronta a emettere una serie di rogatorie internazionali. Ma quel che non c'è ha forse un peso ancora maggiore: 138 tonnellate. In lingotti d'oro. Il tesoro più segreto degli Agnelli.

[…]  Il giudice istruttore Nicoletta Aloj scrive che "può ritenersi sufficientemente individuata la documentazione relativa alle operazioni di inventario"  dell'eredità di Marella Agnelli Caracciolo da parte di von Grunigen. Lo fa nell'ordinanza con cui, di fatto, dispone l'interrogatorio di John Elkann (mentre i fratelli Lapo e Ginevra dovranno fornire prove documentali) per chiarire l'esatto ammontare dei beni all'estero, transitati da Marella a lui.

Si tratta di somme presenti in conti Morgan Stanley & Co. a Londra, New York e in Svizzera; la banca Pictet & Cie di Ginevra; Luxembourg Branch in Lussemburgo, l'Hong Kong Branch; il Singapore Branch, e ancora Credit Suisse di Zurigo, società di asset e finanziarie tra Liechtenstein, ancora Singapore, la Svizzera, ma anche la Nomen Fiduciaria di Torino, Mediobanca a Milano e via discorrendo. E qui parliamo della parte in sede civile della lunga contesa che vede Margherita Agnelli, figlia di Gianni, in guerra con i suoi tre figli Elkann.

 

In sede penale la cosa è leggermente diversa. In Procura - dove gli Elkann sono indagati per truffa aggravata assieme al commercialista, e presidente della Juve, Gianluca Ferrero, per la supposta falsa residenza svizzera della nonna Marella - hanno già recuperato una importante mole di documenti e trovato prove di depositi di denaro tra Liechtestein, Isole Vergini Britanniche e Lussemburgo.

Oltre ai famosi preziosi quadri dell'Avvocato, che sarebbero custoditi al Lingotto di Torino, in uffici dell'ex Fca. Per aprire il lucchetto di questi conti, esaminare i passaggi e la provenienza dei fondi - che potrebbero far parte dei famosi fondi neri accumulati da Gianni Agnelli ai tempi della clamorosa falsa Opa Exor -, servono rogatorie internazionali che devono andare a cozzare con il rigido segreto bancario e fiscale di quei paraggi. Le richieste, comunque, starebbero per partire.

Il famoso oro, invece, è un discorso a parte. Che Marella Agnelli avesse un patrimonio personale di 5,8 miliardi di euro è cosa documentata anche dai Panama Papers. Non avendo lei redditi tali, a parte il vitalizio milionario riconosciutole dalla figlia, quei miliardi sono l'eredità dell'Avvocato. Ben più di quanto stimato, ai tempi, a Margherita Agnelli, che poi firmò l'accordo successorio, rinunciando a Fiat e incassando un miliardo e duecento milioni di euro.

Marella era certo - se non lei, di sicuro tramite i fidati consiglieri di Agnelli Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti - a conoscenza del luogo dove sarebbero custodite quelle tonnellate d'oro dalla storia particolare. E che sarebbero passate nella disponibilità di John Elkann. Quando invece, questo il ragionamento di Margherita, sarebbero dovute essere divise innanzitutto fra madre e figlia.

Quell'oro, che ha rappresentato a lungo una leggenda degli Agnelli ma che, con il passare del tempo, trova sempre più elementi di prova, era del Senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat. Lui, che era miliardario all'inizio degli anni 20 (quando fu anche accusato aggiotaggio in Borsa, ma con quei soldi si prese tutta la Fiat) e aveva raggiunto i 40 miliardi di lire alla fine della guerra, aveva cominciato a convertire il proprio denaro in lingotti d'oro da depositare in Svizzera.

Alla sua morte, anche quell'oro, come molti altri beni, passò al nipote Gianni Agnelli. A lui disse di disporre di tutti i beni e decidere lui come dividere fra i fratelli e i parenti. Ma il consiglio, anzi forse l'ordine, fu di conservare una riserva segreta, per le sorti dell'azienda. Comprese le 138 tonnellate in oro. Il cui valore, oggi, viene calcolato in 9,2 miliardi di euro.

L'oro si troverebbe nei caveau del Free Port di Ginevra, di proprietà della società Ports Francs et Entrepots de Geneve: un enorme deposito di valori, automobili, reperti archeologici, la più grande raccolta di opere d'arte del mondo che non può essere vista e chissà quant'altro. L'indirizzo è il quartiere de La Praille, a Ginevra. Ma Margherita, nonostante i suoi avvocati e i suoi investigatori, non ha mai potuto neppure avvicinarsi. Scrive Gigi Moncalvo che, all'avvocato che insisteva per accedere almeno ai documenti - per capire cosa ci fosse lì dentro nella disponibilità della famiglia Agnelli/Elkann - fu detto di andarsene o avrebbero chiamato la Gendarmeria.

Il tesoro del Fondatore, dunque. Quello che Gianni avrebbe potuto dividere fra i fratelli, usare per sostenere la Fiat nei momenti bui - e perché mai, se tanto c'erano i soldi dello Stato fra cassa integrazione e contributi a perdere, il petrolio di Gheddafi e i magheggi di Enrico Cuccia? [...]

Che non compaiano in nessun elenco è chiaro. Ma anche la loro esistenza sembra certa. Così come il fatto che Elkann ne abbia la disponibilità. Tentare una rogatoria internazionale per farsi aprire i lucchetti? L'ultima volta ci provò la Procura di Milano con il Port Franc di Chiasso dove avrebbero dovuto esserci i famosi dipinti "scomparsi". Una volta arrivati lì, però, gli investigatori non hanno trovato nulla. Tutto era stato svuotato per tempo.

 

torinocronaca.it

 

PS

In effetti troppo spesso, io per primo, ci si dimentica che prima di Gianni Agnelli c'è stato suo nonno.

Quella Fiat poi, ossia quella prima della seconda guerra mondiale, non contrastava lo stato fascista, quindi viaggiava bene. 

E anche il nonno del nonno di JE deve aver imboscato molti fondi...  E' possibilissimo.  

Premesso che sono juventino fino al midollo ma forse più socialista che juventino, ho comunque sempre ammirato un personaggio come Gianni Agnelli che pur non essendo un filantropo, ha fatto tanto per gli italiani

 

I suoi nipoti no, non li posso proprio sopportare e mi fanno molto più che antipatia, li detesto proprio. Primo perché i peggiori capitalisti, che in nome solo dei propri interessi milionari hanno impoverito l'Italia, secondariamente perché non sono nemmeno juventini.

L'unico che lo è è lapo e per lui sinceramente il massimo che posso provare è tenerezza perché è fondamentalmente un fallito che ha avuto la fortuna di nascere con la camicia

 

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7 ore fa, cgh ha scritto:

Premesso che sono juventino fino al midollo ma forse più socialista che juventino, ho comunque sempre ammirato un personaggio come Gianni Agnelli che pur non essendo un filantropo, ha fatto tanto per gli italiani

I suoi nipoti no, non li posso proprio sopportare e mi fanno molto più che antipatia, li detesto proprio. Primo perché i peggiori capitalisti, che a scapito dei propri interessi milionari hanno impoverito l'Italia, secondariamente perché non sono nemmeno juventini.
L'unico che lo è è lapo e per lui sinceramente il massimo che posso provare è tenerezza perché è fondamentalmente un fallito che ha avuto la fortuna di nascere con la camicia

 

Gianni Agnelli è un mito di costruzione mediatica e di indiscutibile fascino personale, ma di industria non ci ha mai capito nulla.

E probabilmente anche di tante altre cose. 

Basta vedere come il gatto e la volpe se lo sono intortato, aggiustandosi loro e le loro famiglie, e dirottando l'impero verso chi ora lo governa. 

Finanziariamente poi hanno avuto sicuramente ragione, visto ciò che è diventato exor negli ultimi 25/30 anni, ma come abbiamo visto industrialmente appena aperti i confini e con l'europa unita il mondo Fiat è finito. 

Se invece di pensare alle mostre d'arte, annoiarsi ogni 2 minuti, e rincorrere le gonnelle, Gianni avesse davvero fatto l'industriale, oggi avremmo un'altra situazione. 

Cosa avrebbe dovuto essere, e cosa avrebbe davvero potuto essere Gianni Agnelli, in sostanza non lo sapremo mai. 

 

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Il 13/07/2024 alle 13:02 , Dark Wizard ha scritto:

 

Questa gif tormenterà a lungo le mie notti con incubi senza fine .asd

Sempre di Andrea si tratta sefz

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Il 20/7/2024 alle 08:27 , CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Gianni Agnelli è un mito di costruzione mediatica e di indiscutibile fascino personale, ma di industria non ci ha mai capito nulla.

E probabilmente anche di tante altre cose. 

Basta vedere come il gatto e la volpe se lo sono intortato, aggiustandosi loro e le loro famiglie, e dirottando l'impero verso chi ora lo governa. 

Finanziariamente poi hanno avuto sicuramente ragione, visto ciò che è diventato exor negli ultimi 25/30 anni, ma come abbiamo visto industrialmente appena aperti i confini e con l'europa unita il mondo Fiat è finito. 

Se invece di pensare alle mostre d'arte, annoiarsi ogni 2 minuti, e rincorrere le gonnelle, Gianni avesse davvero fatto l'industriale, oggi avremmo un'altra situazione. 

Cosa avrebbe dovuto essere, e cosa avrebbe davvero potuto essere Gianni Agnelli, in sostanza non lo sapremo mai. 

 

"...Nel 1966, convinto che Gianni Agnelli, all'età di ormai 45 anni compiuti senza essersi mai occupato dell'azienda se non per incarichi di rappresentanza, sarebbe stato ben lontano dal pensare di occuparsi direttamente dell'azienda ereditata dal nonno, pensò ad un suo successore nella persona del fedele ingegnere Gaudenzio Bono, già Direttore Generale della Fiat e poi anche Amministratore delegato. Ma Gianni Agnelli non la pensava allo stesso modo e così, nel 1966, gli fece sapere che intendeva sedersi lui stesso al timone dell'azienda: Valletta dovette rassegnarsi a vedere l'erede del fondatore prendere il suo posto di Presidente della società, lasciando a lui la carica onorifica di Presidente onorario (il suo prescelto, Bono, rimase ancora per cinque anni Amministratore delegato)..."

 

Da Wikipedia

 

C'è da dire che in quegli anni abbiamo purtroppo assistito ad industriali molto abigui, come i Tanzi, Cragnotti, De Benedetti, ecc

Molto lontani dai Mattei e dai Gardini

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10 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

Ovvero?

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12 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

In realtà è una storia che esce periodicamente.

Non è la prima volta che leggo queste notizie; Dagospia aveva bisogno di visibilità

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14 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

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Quanto amerei vederlo in galera.

 

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Inviato (modificato)
3 hours ago, Spartony said:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

.quoto.quoto.quoto.quoto

 

... eh ma il quisling non ha modi  di fare pressioni, è un coniglio bagnato... poverino vittima di cattivi consiglieri e compagnie... si si... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

Modificato da gianky99
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1 hour ago, Gelone said:

Quanto amerei vederlo in galera.

 

 

Dopo avere venduto però sennò ci mandano in D se va bene...

 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

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3 ore fa, Spartony ha scritto:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

Come mai non mi sorprende? mh

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3 ore fa, Spartony ha scritto:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

 

Logicamente, perché se così non fosse avrebbe una flotta di avvocati attaccata alle caviglie. Quando si dice che uno "venderebbe pure la madre pur di....".

Gionny ha preso alla lettera e messo in pratica questo modo di dire.

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4 ore fa, Spartony ha scritto:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

Ovviamente. Che quando si tratta di sè stesso, come detto più volte in questo topic, non esita un secondo ad abbandonare gli abiti da aristocratico, il sorrisino da ebete e a difendersi in ogni grado di giudizio, magari anche con un po' di arroganza oltre che con rigore e pacatezza.

 

Quando riguarda lui, si comporta sempre in modo diverso rispetto a quando riguarda la Juve. Chissà come mai..

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9 ore fa, Spartony ha scritto:

 

l'autrice de llibro da cui è tratta la storia scrive degli agnelli (dovrebbe essere al secondo libro) per conto di JE.

in un ospitata tv in cui l'ho vista non molto tempo fa, circa un paio di mesi, non ha fatto mistero che buona parte delle storie raccontate provengano da testimonianza diretta degli elkann presso i quali si vantava di aver soggiornato durante la scrittura dell'ultimo libro. parole sue. 

In quell'intervista ha sparato abbondantemente a zero sulla madre di JE, tra accenni sul fatto che li abbia abbandonati da piccoli per seguire i suoi istinti primordiali (leggi: "è una madre degenere!"), che avesse accettato consapevolmente di rinunciare a tutto pur di liberarsi dei legami con la famiglia (che è un po la linea difensiva della difesa JE sulla questione eredità), sottintendendo che oggi non sia particolarmente lucida.

 

l'uscita del libro e le ospitate le vedo come azioni di disturbo per la causa sull'eredità.

non a caso è molto attiva ultimamente per promuovere il libro: si trova un po ovunque.

 

poi il libro per vendere deve mettere pepe sulle figure più importanti, altrimenti sarebbe un flop editoriale e mediatico.

 

dagospia poi come al solito cerca di pescare nel torbido per qualche clic in più, fa niente se si tratta di verità o verosimiglianza.

 

quello che esce è però volere di JE

 

Esattamente. 

Ora, visto che escono periodicamente queste cose poco edificanti sul padrone della Fiat, ormai passato da 20 anni a miglior vita, sembra quasi che lui cerchi indirettamente di distinguersi e di legittimare la sua immagine. Perché la gente il confronto lo fa. E lui su un confronto generico esce con le ossa rotte. Invece impostando il discorso in modo diverso...

Come a dire:

 

ok, mio nonno era un mito, da tanti punti di vista, bla bla bla, ecc, ma era anche un inaffidabile totale, e proprio per scelta di vita.

Io no. Io ho studiato. Io ho una famiglia a cui sto vicino. Sono solido, serio, affidabile, non vado in giro di notte a cercare mignottoni. Se faccio una vacanza è per puro relax e sto con la mia famiglia. Seguo tutte le mie attività del gruppo, ogni giorno. Lavoro, e mi sposto in tutto il mondo per svolgerlo. Lavoro per il bene del gruppo 7/7 e 24/24h.

Mio nonno, dai su, vabbè...

Secondo te, caro lettore/osservatore esterno, chi è meglio? Pensaci bene. A chi affideresti le chiavi di casa tua, per dare l'acqua alle piante, quando vai in vacanza? 

 

E sai qual'è il bello?

Che sulla carta ha pure ragione. 

In effetti la confezione è ineccepibile. Peccato però che noi sappiamo cosa c'è dentro. 

 

Modificato da CRAZEOLOGY
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Joined: 24-Oct-2006
11213 messaggi
10 ore fa, xqaz69 ha scritto:

In realtà è una storia che esce periodicamente.

Non è la prima volta che leggo queste notizie; Dagospia aveva bisogno di visibilità

 

Si butta il boccone nel pollaio, poi vediamo qual'è il pollo che lo beccherà per primo. Io un'idea ce l'ho.

Bisognerebbe anche leggere se nel libro c'è l'altro pezzo della storia, ossia che nell'incidente che ebbe Gianni pare che nell'altro veicolo ci siano state delle vittime. Forse più di una. 

Ci furono anche delle rogne con la magistratura del luogo, e pare che dovettero trovare il modo per mettere tutto a posto, probabilmente ungendo i meccanismi nel modo giusto. 

Queste però son cose tutte da verificare. Ci sono diverse versioni della storia. 

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Joined: 26-Apr-2009
5106 messaggi
39 minuti fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Si butta il boccone nel pollaio, poi vediamo qual'è il pollo che lo beccherà per primo. Io un'idea ce l'ho.

Bisognerebbe anche leggere se nel libro c'è l'altro pezzo della storia, ossia che nell'incidente che ebbe Gianni pare che nell'altro veicolo ci siano state delle vittime. Forse più di una. 

Ci furono anche delle rogne con la magistratura del luogo, e pare che dovettero trovare il modo per mettere tutto a posto, probabilmente ungendo i meccanismi nel modo giusto. 

Queste però son cose tutte da verificare. Ci sono diverse versioni della storia. 

Notizie che nell'ambiente torinese circolano da anni; non ne ho certezza ma credo veritiere!

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