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dal1982

Adrien Rabiot rinnova per un altro anno con la Juventus

Rabiot   

215 voti

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  1. 1. Cosa ne pensate di un eventuale rinnovo

    • Favorevole a qualsiasi cifra
      12
    • Favorevole, ma sotto i 10 milioni annui
      98
    • Contrario a prescindere
      105


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Joined: 01-Jun-2005
16000 messaggi
37 minuti fa, Arminius ha scritto:

 

Tu ce scherzi, ma l'eventiale futura signora Rabiot dovrà essere dotata di una pazienza illimitata e spirito di sopportazione quasi da martirio.

Immagino che le passate aspitanti una volta avuto l'incontro protocollare con madame Veronique, siano scappate urlando.

Qualcuna la stanno ancora cercando

sefz

 

Scherzo?

Ho chiesto per un'amica. :sisi:

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Joined: 19-Aug-2008
1939 messaggi

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storia

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storiaTUTTOmercatoWEB.com
 
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OGGI ALLE 08:10EDITORIALE
di MARCO CONTERIO   @MARCOCONTERIO
Nato a Firenze nel 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. In RAI con 90° Minuto e Calcio Totale, su Radio Rai con Torcida, ha lavorato per Radio Sportiva e per Il Messaggero

Veronique Rabiot ha lo sguardo duro, la fronte corrucciata, mentre esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dopo la finale di Coppa Italia. Al suo fianco un'amica e, con la maglia numero 17, 'Rabiot' sulle spalle, il fratello James. Aspettano un taxi, a Roma. Lo avevano fatto anche a Vila-Real, fuori dall'Estadio de la Ceramica, dove erano presenti, insieme, al seguito di Adrien. E' il rapporto madre-figlio più celebre, discusso e chiacchierato del calcio moderno ma dietro ogni relazione, dietro ogni storia, c'è un percorso. C'è un dramma familiare, c'è una scelta, c'è qualcosa che ha portato Veronique a essere così presente per James, modello, e per Adrien, calciatore. Sempre.

La rottura con lo United e la stima di Allegri
Il denaro e la rincorsa agli ingaggi hanno reso la madre del centrocampista della Juventus, ora che la trattativa col Manchester United è sfumata per richieste e pretese fuori mercato su ingaggio e commissioni, il lupo cattivo della vicenda. E così fu anche ai tempi parigini, quando ruppe col PSG e Adrien sbarcò a Torino per fior di milioni, 7 all'anno, e di commissioni per lei e per gli intermediari. Così i titoli sul figlio attaccato alla gonna della madre si sprecano, in Italia e nei tabloid. Quel che c'è di vero è che hanno forse perduto scienza e coscienza di quel che oggi è diventato il mercato, di quel che è oggi il calcio e pure di ciò che rappresenta Adrien Rabiot in questa estate. Un giocatore non indispensabile per la Juventus ma comunque ben gradito al tecnico Massimiliano Allegri, che per questo non lo terrà certo ai margini ma lo considererà tra gli elementi importanti del suo progetto. Però non certo una stella, non certo l'enfant prodige, ma una valutazione tecnico-economica fatta ai tempi che non ha reso come da speranze e aspettative. Sicché mettersi davanti a John Murtough, direttore sportivo del Manchester United, chiedendo lo stesso stipendio di Bruno Fernandes, non è sembrata la più lungimirante delle mosse e delle strategie. Così tutto è naufragato, così Rabiot è tornato alla Juventus e nelle rotazioni a centrocampo del suo allenatore.

Il padre, Michael Provost
Torniamo però al rapporto tra Veronique, James e Adrien. Le Duc ha sempre seguito le indicazioni della madre, della quale ha preso anche il cognome. Un legame profondo, che parte da una tragedia familiare, che i Rabiot hanno avuto la forza di render pubblica solo undici anni fa. Michael Provost, il padre, venne colpito da un ictus nel 2007: paralisi totale, riusciva a comunicare soltanto sbattendo le palpebre. A sei anni la madre avrebbe voluto iscrivere il figlio a scherma, poi Adrien ha preferito il pallone, ispirato dal padre che aveva come idolo Ginola, ma è stata lei, di fatto, a seguirlo passo dopo passo. Una donna, dura, tosta, forte, ma che ha dovuto fare a lungo i conti con i figli che crescevano, una famiglia da portare avanti e un marito da accompagnare. Ci sono delle istantanee di un'amichevole tra PSG ed Auxerre, col padre Michel su un letto, sotto le coperte, sugli spalti, a osservare il figlio per la prima e ultima volta su un campo da calcio con la maglia del suo Paris a raccontare molto di anni difficilissimi, strazianti. Di Adrien che chiede il cambio, nella ripresa, per finire di vedere la partita accanto al padre, per la prima e ultima volta.

Gli scontri coi potenti
Veronique, della quale in questi giorni di tutto è stato scritto, ha allargato le spalle per sostenere una famiglia e abbassato la testa davanti all'altro. Si è scontrata coi potenti, a Parigi, con le pretendenti, tra cui la Roma di Walter Sabatini. Ora con la Juventus, poi col Manchester United, chiedendo e pretendendo. E' filtrato negli scorsi mesi che Adrien, magari sotto suo consiglio, sarebbe stato l'unico a rifiutare inizialmente il taglio salariale del club per il primo impatto della crisi da pandemia. Riccioli al vento e schiena dritta. Rabiot ha rotto con la Nazionale, salvo tornare poi dopo un lungo casus belli con commissario tecnico e Federazione. Dietro, sempre Veronique Rabiot. "Ma non è un ragazzino: io sono una persona autoritaria -ha avuto modo di raccontare negli scorsi mesi-, e i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non sono quella descritta dai media".

Fermarsi alle apparenze
Ha discusso con allenatori, direttori sportivi, Presidenti, dirigenti d'ogni tipo e latitudine. Ha rotto col Manchester City, col Manchester United, con la Francia, con il Paris Saint-Germain. E' stata e forse è madre-padrona ma per spirito protettivo, perché quello sguardo di ghiaccio di Adrien, quei capelli ribelli, suoi e di James, il fratello modello, nascondono due caratteri che chi gli è vicino definiscono fragili, alla ricerca di una guida e di un riferimento. Fuori e dentro al campo. L'hanno capito Sarri, Pirlo e Allegri, tutti allenatori che nonostante le critiche di media, piazza e tifosi, lo hanno praticamente sempre schierato titolare. Forse il problema e l'errore è anche questo, e non solo di chi cerca una nuova fetta di felicità negli ingaggi e nelle commissioni. E' fermarsi ai riccioli al vento.

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Joined: 21-Dec-2008
26780 messaggi
6 minuti fa, Never Gives Up ha scritto:

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storia

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Nato a Firenze nel 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. In RAI con 90° Minuto e Calcio Totale, su Radio Rai con Torcida, ha lavorato per Radio Sportiva e per Il Messaggero

Veronique Rabiot ha lo sguardo duro, la fronte corrucciata, mentre esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dopo la finale di Coppa Italia. Al suo fianco un'amica e, con la maglia numero 17, 'Rabiot' sulle spalle, il fratello James. Aspettano un taxi, a Roma. Lo avevano fatto anche a Vila-Real, fuori dall'Estadio de la Ceramica, dove erano presenti, insieme, al seguito di Adrien. E' il rapporto madre-figlio più celebre, discusso e chiacchierato del calcio moderno ma dietro ogni relazione, dietro ogni storia, c'è un percorso. C'è un dramma familiare, c'è una scelta, c'è qualcosa che ha portato Veronique a essere così presente per James, modello, e per Adrien, calciatore. Sempre.

La rottura con lo United e la stima di Allegri
Il denaro e la rincorsa agli ingaggi hanno reso la madre del centrocampista della Juventus, ora che la trattativa col Manchester United è sfumata per richieste e pretese fuori mercato su ingaggio e commissioni, il lupo cattivo della vicenda. E così fu anche ai tempi parigini, quando ruppe col PSG e Adrien sbarcò a Torino per fior di milioni, 7 all'anno, e di commissioni per lei e per gli intermediari. Così i titoli sul figlio attaccato alla gonna della madre si sprecano, in Italia e nei tabloid. Quel che c'è di vero è che hanno forse perduto scienza e coscienza di quel che oggi è diventato il mercato, di quel che è oggi il calcio e pure di ciò che rappresenta Adrien Rabiot in questa estate. Un giocatore non indispensabile per la Juventus ma comunque ben gradito al tecnico Massimiliano Allegri, che per questo non lo terrà certo ai margini ma lo considererà tra gli elementi importanti del suo progetto. Però non certo una stella, non certo l'enfant prodige, ma una valutazione tecnico-economica fatta ai tempi che non ha reso come da speranze e aspettative. Sicché mettersi davanti a John Murtough, direttore sportivo del Manchester United, chiedendo lo stesso stipendio di Bruno Fernandes, non è sembrata la più lungimirante delle mosse e delle strategie. Così tutto è naufragato, così Rabiot è tornato alla Juventus e nelle rotazioni a centrocampo del suo allenatore.

Il padre, Michael Provost
Torniamo però al rapporto tra Veronique, James e Adrien. Le Duc ha sempre seguito le indicazioni della madre, della quale ha preso anche il cognome. Un legame profondo, che parte da una tragedia familiare, che i Rabiot hanno avuto la forza di render pubblica solo undici anni fa. Michael Provost, il padre, venne colpito da un ictus nel 2007: paralisi totale, riusciva a comunicare soltanto sbattendo le palpebre. A sei anni la madre avrebbe voluto iscrivere il figlio a scherma, poi Adrien ha preferito il pallone, ispirato dal padre che aveva come idolo Ginola, ma è stata lei, di fatto, a seguirlo passo dopo passo. Una donna, dura, tosta, forte, ma che ha dovuto fare a lungo i conti con i figli che crescevano, una famiglia da portare avanti e un marito da accompagnare. Ci sono delle istantanee di un'amichevole tra PSG ed Auxerre, col padre Michel su un letto, sotto le coperte, sugli spalti, a osservare il figlio per la prima e ultima volta su un campo da calcio con la maglia del suo Paris a raccontare molto di anni difficilissimi, strazianti. Di Adrien che chiede il cambio, nella ripresa, per finire di vedere la partita accanto al padre, per la prima e ultima volta.

Gli scontri coi potenti
Veronique, della quale in questi giorni di tutto è stato scritto, ha allargato le spalle per sostenere una famiglia e abbassato la testa davanti all'altro. Si è scontrata coi potenti, a Parigi, con le pretendenti, tra cui la Roma di Walter Sabatini. Ora con la Juventus, poi col Manchester United, chiedendo e pretendendo. E' filtrato negli scorsi mesi che Adrien, magari sotto suo consiglio, sarebbe stato l'unico a rifiutare inizialmente il taglio salariale del club per il primo impatto della crisi da pandemia. Riccioli al vento e schiena dritta. Rabiot ha rotto con la Nazionale, salvo tornare poi dopo un lungo casus belli con commissario tecnico e Federazione. Dietro, sempre Veronique Rabiot. "Ma non è un ragazzino: io sono una persona autoritaria -ha avuto modo di raccontare negli scorsi mesi-, e i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non sono quella descritta dai media".

Fermarsi alle apparenze
Ha discusso con allenatori, direttori sportivi, Presidenti, dirigenti d'ogni tipo e latitudine. Ha rotto col Manchester City, col Manchester United, con la Francia, con il Paris Saint-Germain. E' stata e forse è madre-padrona ma per spirito protettivo, perché quello sguardo di ghiaccio di Adrien, quei capelli ribelli, suoi e di James, il fratello modello, nascondono due caratteri che chi gli è vicino definiscono fragili, alla ricerca di una guida e di un riferimento. Fuori e dentro al campo. L'hanno capito Sarri, Pirlo e Allegri, tutti allenatori che nonostante le critiche di media, piazza e tifosi, lo hanno praticamente sempre schierato titolare. Forse il problema e l'errore è anche questo, e non solo di chi cerca una nuova fetta di felicità negli ingaggi e nelle commissioni. E' fermarsi ai riccioli al vento.

Praticamente ogni volta che va a veder le partite questa perdiamo...porta pure sfiga

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Joined: 24-Jun-2006
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25 minuti fa, Never Gives Up ha scritto:

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storia

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Veronique Rabiot ha lo sguardo duro, la fronte corrucciata, mentre esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dopo la finale di Coppa Italia. Al suo fianco un'amica e, con la maglia numero 17, 'Rabiot' sulle spalle, il fratello James. Aspettano un taxi, a Roma. Lo avevano fatto anche a Vila-Real, fuori dall'Estadio de la Ceramica, dove erano presenti, insieme, al seguito di Adrien. E' il rapporto madre-figlio più celebre, discusso e chiacchierato del calcio moderno ma dietro ogni relazione, dietro ogni storia, c'è un percorso. C'è un dramma familiare, c'è una scelta, c'è qualcosa che ha portato Veronique a essere così presente per James, modello, e per Adrien, calciatore. Sempre.

La rottura con lo United e la stima di Allegri
Il denaro e la rincorsa agli ingaggi hanno reso la madre del centrocampista della Juventus, ora che la trattativa col Manchester United è sfumata per richieste e pretese fuori mercato su ingaggio e commissioni, il lupo cattivo della vicenda. E così fu anche ai tempi parigini, quando ruppe col PSG e Adrien sbarcò a Torino per fior di milioni, 7 all'anno, e di commissioni per lei e per gli intermediari. Così i titoli sul figlio attaccato alla gonna della madre si sprecano, in Italia e nei tabloid. Quel che c'è di vero è che hanno forse perduto scienza e coscienza di quel che oggi è diventato il mercato, di quel che è oggi il calcio e pure di ciò che rappresenta Adrien Rabiot in questa estate. Un giocatore non indispensabile per la Juventus ma comunque ben gradito al tecnico Massimiliano Allegri, che per questo non lo terrà certo ai margini ma lo considererà tra gli elementi importanti del suo progetto. Però non certo una stella, non certo l'enfant prodige, ma una valutazione tecnico-economica fatta ai tempi che non ha reso come da speranze e aspettative. Sicché mettersi davanti a John Murtough, direttore sportivo del Manchester United, chiedendo lo stesso stipendio di Bruno Fernandes, non è sembrata la più lungimirante delle mosse e delle strategie. Così tutto è naufragato, così Rabiot è tornato alla Juventus e nelle rotazioni a centrocampo del suo allenatore.

Il padre, Michael Provost
Torniamo però al rapporto tra Veronique, James e Adrien. Le Duc ha sempre seguito le indicazioni della madre, della quale ha preso anche il cognome. Un legame profondo, che parte da una tragedia familiare, che i Rabiot hanno avuto la forza di render pubblica solo undici anni fa. Michael Provost, il padre, venne colpito da un ictus nel 2007: paralisi totale, riusciva a comunicare soltanto sbattendo le palpebre. A sei anni la madre avrebbe voluto iscrivere il figlio a scherma, poi Adrien ha preferito il pallone, ispirato dal padre che aveva come idolo Ginola, ma è stata lei, di fatto, a seguirlo passo dopo passo. Una donna, dura, tosta, forte, ma che ha dovuto fare a lungo i conti con i figli che crescevano, una famiglia da portare avanti e un marito da accompagnare. Ci sono delle istantanee di un'amichevole tra PSG ed Auxerre, col padre Michel su un letto, sotto le coperte, sugli spalti, a osservare il figlio per la prima e ultima volta su un campo da calcio con la maglia del suo Paris a raccontare molto di anni difficilissimi, strazianti. Di Adrien che chiede il cambio, nella ripresa, per finire di vedere la partita accanto al padre, per la prima e ultima volta.

Gli scontri coi potenti
Veronique, della quale in questi giorni di tutto è stato scritto, ha allargato le spalle per sostenere una famiglia e abbassato la testa davanti all'altro. Si è scontrata coi potenti, a Parigi, con le pretendenti, tra cui la Roma di Walter Sabatini. Ora con la Juventus, poi col Manchester United, chiedendo e pretendendo. E' filtrato negli scorsi mesi che Adrien, magari sotto suo consiglio, sarebbe stato l'unico a rifiutare inizialmente il taglio salariale del club per il primo impatto della crisi da pandemia. Riccioli al vento e schiena dritta. Rabiot ha rotto con la Nazionale, salvo tornare poi dopo un lungo casus belli con commissario tecnico e Federazione. Dietro, sempre Veronique Rabiot. "Ma non è un ragazzino: io sono una persona autoritaria -ha avuto modo di raccontare negli scorsi mesi-, e i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non sono quella descritta dai media".

Fermarsi alle apparenze
Ha discusso con allenatori, direttori sportivi, Presidenti, dirigenti d'ogni tipo e latitudine. Ha rotto col Manchester City, col Manchester United, con la Francia, con il Paris Saint-Germain. E' stata e forse è madre-padrona ma per spirito protettivo, perché quello sguardo di ghiaccio di Adrien, quei capelli ribelli, suoi e di James, il fratello modello, nascondono due caratteri che chi gli è vicino definiscono fragili, alla ricerca di una guida e di un riferimento. Fuori e dentro al campo. L'hanno capito Sarri, Pirlo e Allegri, tutti allenatori che nonostante le critiche di media, piazza e tifosi, lo hanno praticamente sempre schierato titolare. Forse il problema e l'errore è anche questo, e non solo di chi cerca una nuova fetta di felicità negli ingaggi e nelle commissioni. E' fermarsi ai riccioli al vento.

 

Tutte cose note. Quindi? mh Ovviamente la malattia e la perdita del padre non possono aver influti su tutta una serie di aspetti. Il dolore è anche una cosa privata e non credo vada utilizzato per giustificare nulle ne in positivo ne in negativo ne sbandierato da un menestrello di mercato che pretende forse, non so a che titolo di fare la morale.

Tutto questo non ha niente a che fare non tanto con le trattative di mercato, che ognuno è libero di protare avnti come meglio crede, ma sul tentativo di giustificare il modus operandi di una donna che si comporta apparentemente più come un padre-padrone che non come un professionista. anche, a volte contro gli interssi stessi del proprio assistito/figlio.

 

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Joined: 10-Feb-2020
1495 messaggi

Il coltello dalla parte del manico ce lo ha Rabiot e la mamma. 

 

A centrocampo lui è l'unica mezz'ala schierabile sulla sinistra, quindi non so come sia possibile mettere fuori rosa questa scopa dalle sembianze umane. 

 

Complimenti anche alla dirigenza che anziché lavorare seriamente ha preferito acquistare per il centrocampo l'ennesimo calciatore fragile, un Pogba che a me pare più forte fuori dal campo che utile in campo (acquisto mediatico). 

 

 

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Joined: 01-Jun-2005
12474 messaggi
42 minuti fa, Never Gives Up ha scritto:

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storia

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Veronique Rabiot ha lo sguardo duro, la fronte corrucciata, mentre esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dopo la finale di Coppa Italia. Al suo fianco un'amica e, con la maglia numero 17, 'Rabiot' sulle spalle, il fratello James. Aspettano un taxi, a Roma. Lo avevano fatto anche a Vila-Real, fuori dall'Estadio de la Ceramica, dove erano presenti, insieme, al seguito di Adrien. E' il rapporto madre-figlio più celebre, discusso e chiacchierato del calcio moderno ma dietro ogni relazione, dietro ogni storia, c'è un percorso. C'è un dramma familiare, c'è una scelta, c'è qualcosa che ha portato Veronique a essere così presente per James, modello, e per Adrien, calciatore. Sempre.

La rottura con lo United e la stima di Allegri
Il denaro e la rincorsa agli ingaggi hanno reso la madre del centrocampista della Juventus, ora che la trattativa col Manchester United è sfumata per richieste e pretese fuori mercato su ingaggio e commissioni, il lupo cattivo della vicenda. E così fu anche ai tempi parigini, quando ruppe col PSG e Adrien sbarcò a Torino per fior di milioni, 7 all'anno, e di commissioni per lei e per gli intermediari. Così i titoli sul figlio attaccato alla gonna della madre si sprecano, in Italia e nei tabloid. Quel che c'è di vero è che hanno forse perduto scienza e coscienza di quel che oggi è diventato il mercato, di quel che è oggi il calcio e pure di ciò che rappresenta Adrien Rabiot in questa estate. Un giocatore non indispensabile per la Juventus ma comunque ben gradito al tecnico Massimiliano Allegri, che per questo non lo terrà certo ai margini ma lo considererà tra gli elementi importanti del suo progetto. Però non certo una stella, non certo l'enfant prodige, ma una valutazione tecnico-economica fatta ai tempi che non ha reso come da speranze e aspettative. Sicché mettersi davanti a John Murtough, direttore sportivo del Manchester United, chiedendo lo stesso stipendio di Bruno Fernandes, non è sembrata la più lungimirante delle mosse e delle strategie. Così tutto è naufragato, così Rabiot è tornato alla Juventus e nelle rotazioni a centrocampo del suo allenatore.

Il padre, Michael Provost
Torniamo però al rapporto tra Veronique, James e Adrien. Le Duc ha sempre seguito le indicazioni della madre, della quale ha preso anche il cognome. Un legame profondo, che parte da una tragedia familiare, che i Rabiot hanno avuto la forza di render pubblica solo undici anni fa. Michael Provost, il padre, venne colpito da un ictus nel 2007: paralisi totale, riusciva a comunicare soltanto sbattendo le palpebre. A sei anni la madre avrebbe voluto iscrivere il figlio a scherma, poi Adrien ha preferito il pallone, ispirato dal padre che aveva come idolo Ginola, ma è stata lei, di fatto, a seguirlo passo dopo passo. Una donna, dura, tosta, forte, ma che ha dovuto fare a lungo i conti con i figli che crescevano, una famiglia da portare avanti e un marito da accompagnare. Ci sono delle istantanee di un'amichevole tra PSG ed Auxerre, col padre Michel su un letto, sotto le coperte, sugli spalti, a osservare il figlio per la prima e ultima volta su un campo da calcio con la maglia del suo Paris a raccontare molto di anni difficilissimi, strazianti. Di Adrien che chiede il cambio, nella ripresa, per finire di vedere la partita accanto al padre, per la prima e ultima volta.

Gli scontri coi potenti
Veronique, della quale in questi giorni di tutto è stato scritto, ha allargato le spalle per sostenere una famiglia e abbassato la testa davanti all'altro. Si è scontrata coi potenti, a Parigi, con le pretendenti, tra cui la Roma di Walter Sabatini. Ora con la Juventus, poi col Manchester United, chiedendo e pretendendo. E' filtrato negli scorsi mesi che Adrien, magari sotto suo consiglio, sarebbe stato l'unico a rifiutare inizialmente il taglio salariale del club per il primo impatto della crisi da pandemia. Riccioli al vento e schiena dritta. Rabiot ha rotto con la Nazionale, salvo tornare poi dopo un lungo casus belli con commissario tecnico e Federazione. Dietro, sempre Veronique Rabiot. "Ma non è un ragazzino: io sono una persona autoritaria -ha avuto modo di raccontare negli scorsi mesi-, e i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non sono quella descritta dai media".

Fermarsi alle apparenze
Ha discusso con allenatori, direttori sportivi, Presidenti, dirigenti d'ogni tipo e latitudine. Ha rotto col Manchester City, col Manchester United, con la Francia, con il Paris Saint-Germain. E' stata e forse è madre-padrona ma per spirito protettivo, perché quello sguardo di ghiaccio di Adrien, quei capelli ribelli, suoi e di James, il fratello modello, nascondono due caratteri che chi gli è vicino definiscono fragili, alla ricerca di una guida e di un riferimento. Fuori e dentro al campo. L'hanno capito Sarri, Pirlo e Allegri, tutti allenatori che nonostante le critiche di media, piazza e tifosi, lo hanno praticamente sempre schierato titolare. Forse il problema e l'errore è anche questo, e non solo di chi cerca una nuova fetta di felicità negli ingaggi e nelle commissioni. E' fermarsi ai riccioli al vento.

Si ma chi se ne frega, con tutto il rispetto, del suo lato umano. Io giudico quello che vedo in campo, della sua vita personale non mi interessa, così come non dovrebbe interessare a nessuno. Per me è scarso, punto.

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Joined: 23-Apr-2007
165 messaggi

DNA JUVE (quello vero, delle storiche Juve di Boniperti, Moggi,...) = Palle cubiche d'acciaio

 

 

Palle mosce, fragilità caratteriali, bimbi viziati non hanno mai fatto parte delle nostre storie vincenti.

 

Non giudico Rabiot, giudico la situazione: Rabiot ha dimostrato in modo inequivocabile in questa situazione di non possedere il DNA Juve di cui sopra, per cui, a mio avviso, fuori squadra a qualsiasi costo.

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Joined: 09-Jun-2007
28059 messaggi

Che cazxo ci concilia il "lato umano" e la sofferenza generata dalla perdita di un familiare,  col volere 10 milioni di euro all'anno?

 

di solito certe esperienze rendono più umili e umani, non più avidi e rompicoglioni.

 

 

A Veronique... mavaff.....

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Joined: 09-Jul-2007
23962 messaggi
21 minuti fa, Braccio di Ferro ha scritto:

DNA JUVE (quello vero, delle storiche Juve di Boniperti, Moggi,...) = Palle cubiche d'acciaio

 

 

Palle mosce, fragilità caratteriali, bimbi viziati non hanno mai fatto parte delle nostre storie vincenti.

 

Non giudico Rabiot, giudico la situazione: Rabiot ha dimostrato in modo inequivocabile in questa situazione di non possedere il DNA Juve di cui sopra, per cui, a mio avviso, fuori squadra a qualsiasi costo.

non vedo cosa c'entrino le palle cubiche visto che si tratta di un "errore" compiuto da altri

tra l'altro dubito che la minaccia avrebbe peso visto che in ben altra fase della sua carriera ha accettato la tribuna senza colpo ferire (così come con la stessa nonchalance ha perso la nazionale nella quale oggi non mi pare abbia molto spazio)

quindi a che pro metterlo fuori rosa? per perdere quella che comunque è una risorsa? non mi pare una buona idea

 

diverso il discorso per arthur e sandro: loro nel giro della nazionale ci sono davvero, ma come vedi sandro sembra destinato alla titolarità

mentre arthur è fuori dai piani e vedremo se preferirà di ridursi lo stipendio o perdere il mondiale

 

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Joined: 03-Jul-2022
8389 messaggi

Spiace per la perdita del padre. 

Ma qualcuno avvisi la famiglia Provost-Rabiot che non sono certo gli unici al mondo ad aver perso padre o madre in giovane età. 

E nella stragrande maggioranza dei casi non sono famiglie che storcono il naso se qualcuno gli offre 8 milioni di euro anziché 10. 

 

E mi fermo qui perché sennò cadrei nella demagogia e anche in un po' di volgarità... 

 

 

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Joined: 12-Aug-2011
23867 messaggi

Che papello di storia! Piuttosto quel giorno doveva continuare a fare scherma!

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Joined: 22-Aug-2006
1359 messaggi
2 ore fa, Never Gives Up ha scritto:

Alle radici di Adrien Rabiot e della madre Veronique. Le lotte coi potenti, le pretese fuori mercato, il dramma familiare e l'errore di chi giudica senza conoscere la storia

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Veronique Rabiot ha lo sguardo duro, la fronte corrucciata, mentre esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dopo la finale di Coppa Italia. Al suo fianco un'amica e, con la maglia numero 17, 'Rabiot' sulle spalle, il fratello James. Aspettano un taxi, a Roma. Lo avevano fatto anche a Vila-Real, fuori dall'Estadio de la Ceramica, dove erano presenti, insieme, al seguito di Adrien. E' il rapporto madre-figlio più celebre, discusso e chiacchierato del calcio moderno ma dietro ogni relazione, dietro ogni storia, c'è un percorso. C'è un dramma familiare, c'è una scelta, c'è qualcosa che ha portato Veronique a essere così presente per James, modello, e per Adrien, calciatore. Sempre.

La rottura con lo United e la stima di Allegri
Il denaro e la rincorsa agli ingaggi hanno reso la madre del centrocampista della Juventus, ora che la trattativa col Manchester United è sfumata per richieste e pretese fuori mercato su ingaggio e commissioni, il lupo cattivo della vicenda. E così fu anche ai tempi parigini, quando ruppe col PSG e Adrien sbarcò a Torino per fior di milioni, 7 all'anno, e di commissioni per lei e per gli intermediari. Così i titoli sul figlio attaccato alla gonna della madre si sprecano, in Italia e nei tabloid. Quel che c'è di vero è che hanno forse perduto scienza e coscienza di quel che oggi è diventato il mercato, di quel che è oggi il calcio e pure di ciò che rappresenta Adrien Rabiot in questa estate. Un giocatore non indispensabile per la Juventus ma comunque ben gradito al tecnico Massimiliano Allegri, che per questo non lo terrà certo ai margini ma lo considererà tra gli elementi importanti del suo progetto. Però non certo una stella, non certo l'enfant prodige, ma una valutazione tecnico-economica fatta ai tempi che non ha reso come da speranze e aspettative. Sicché mettersi davanti a John Murtough, direttore sportivo del Manchester United, chiedendo lo stesso stipendio di Bruno Fernandes, non è sembrata la più lungimirante delle mosse e delle strategie. Così tutto è naufragato, così Rabiot è tornato alla Juventus e nelle rotazioni a centrocampo del suo allenatore.

Il padre, Michael Provost
Torniamo però al rapporto tra Veronique, James e Adrien. Le Duc ha sempre seguito le indicazioni della madre, della quale ha preso anche il cognome. Un legame profondo, che parte da una tragedia familiare, che i Rabiot hanno avuto la forza di render pubblica solo undici anni fa. Michael Provost, il padre, venne colpito da un ictus nel 2007: paralisi totale, riusciva a comunicare soltanto sbattendo le palpebre. A sei anni la madre avrebbe voluto iscrivere il figlio a scherma, poi Adrien ha preferito il pallone, ispirato dal padre che aveva come idolo Ginola, ma è stata lei, di fatto, a seguirlo passo dopo passo. Una donna, dura, tosta, forte, ma che ha dovuto fare a lungo i conti con i figli che crescevano, una famiglia da portare avanti e un marito da accompagnare. Ci sono delle istantanee di un'amichevole tra PSG ed Auxerre, col padre Michel su un letto, sotto le coperte, sugli spalti, a osservare il figlio per la prima e ultima volta su un campo da calcio con la maglia del suo Paris a raccontare molto di anni difficilissimi, strazianti. Di Adrien che chiede il cambio, nella ripresa, per finire di vedere la partita accanto al padre, per la prima e ultima volta.

Gli scontri coi potenti
Veronique, della quale in questi giorni di tutto è stato scritto, ha allargato le spalle per sostenere una famiglia e abbassato la testa davanti all'altro. Si è scontrata coi potenti, a Parigi, con le pretendenti, tra cui la Roma di Walter Sabatini. Ora con la Juventus, poi col Manchester United, chiedendo e pretendendo. E' filtrato negli scorsi mesi che Adrien, magari sotto suo consiglio, sarebbe stato l'unico a rifiutare inizialmente il taglio salariale del club per il primo impatto della crisi da pandemia. Riccioli al vento e schiena dritta. Rabiot ha rotto con la Nazionale, salvo tornare poi dopo un lungo casus belli con commissario tecnico e Federazione. Dietro, sempre Veronique Rabiot. "Ma non è un ragazzino: io sono una persona autoritaria -ha avuto modo di raccontare negli scorsi mesi-, e i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non sono quella descritta dai media".

Fermarsi alle apparenze
Ha discusso con allenatori, direttori sportivi, Presidenti, dirigenti d'ogni tipo e latitudine. Ha rotto col Manchester City, col Manchester United, con la Francia, con il Paris Saint-Germain. E' stata e forse è madre-padrona ma per spirito protettivo, perché quello sguardo di ghiaccio di Adrien, quei capelli ribelli, suoi e di James, il fratello modello, nascondono due caratteri che chi gli è vicino definiscono fragili, alla ricerca di una guida e di un riferimento. Fuori e dentro al campo. L'hanno capito Sarri, Pirlo e Allegri, tutti allenatori che nonostante le critiche di media, piazza e tifosi, lo hanno praticamente sempre schierato titolare. Forse il problema e l'errore è anche questo, e non solo di chi cerca una nuova fetta di felicità negli ingaggi e nelle commissioni. E' fermarsi ai riccioli al vento.

 

Dal calcio giocato al salotto di Barbara D'Urso il passo è piuttosto breve. Non so perché ma questo inverno vedremo Rabiot e madre più spesso su Canale 5 e non su Dazn/SKY.

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7 ore fa, DoctorDoomIII ha scritto:


ma vi sta sfuggendo che ormai il MU sta comprando Casemiro?

Lo so Ahimè. 

Mettere fuori rosa comunque per dare un segnale a tutta la squadra ! 

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10 minuti fa, Vito85 ha scritto:

 

Dal calcio giocato al salotto di Barbara D'Urso il passo è piuttosto breve. Non so perché ma questo inverno vedremo Rabiot e madre più spesso su Canale 5 e non su Dazn/SKY.

 

Ah beh tanto su DAZN non si vede nessuno.

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Storia strappalacrime soprattutto per chi ha perso il padre in giovane età.

 

Poi leggo che su ordine di maman ha rifiutato di fare il piccolo sforzo di tagliarsi uno stipendio faraonico durante la pandemia, durante la quale non ha avuto nemmeno il coraggio di farne uno ancora più piccolo (benchè importatissimo!) quando s'è trattato di vaccinarsi essendo un cagasotto trimone coi riccioli al vento.

 

Bè, tutto ad un tratto le lacrime son passate... e sono ricominciati i V********O a nastro. Fuori dai co*****i, 'sto bidone del c****!

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Casemiro ufficiale allo United.

 

Rabiot resta. fine della storia.

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4 ore fa, crazy1897 ha scritto:

 

Non credo che al mercato europeo importi se il francese se ne stia in tribuna a grattarsi le palle .asd

 

Per il resto concordo, meglio puntare su un giovane della rosa che su un giocatore che già sai che perderai a 0, anche se ad onor fi cronaca lo scorso anno nel marasma generale ha fatto delle buone partite, ma ovviamente niente che giustifichi la sua presenza in maglia bianconera 

 

Il messaggio consiste nel far capire che la società é forte e può fare a meno di schierare uno che gli costa una barca di soldi.

Nella pratica non ci stai perdendo nulla a non farlo giocare perché non ti da nulla più dei calciatori che già hai.

E soprattutto é un messaggio verso i procuratori e i giocatori troppo pretenziosi che spinti da una eccessiva autostima richiedono condizione economiche che non possono essere accettate dal mercato

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Comunque nelle interviste è un Top mondiale
 

 

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Casemiro ufficiale allo United.
 
Rabiot resta. fine della storia.
Son messi male anche loro se cercano indistintamente profili come rabiot e casemiro.
Evviva la confusione


Inviato col motore di Rabiot

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1 ora fa, Crimson ha scritto:

Casemiro ufficiale allo United.

 

Rabiot resta. fine della storia.

 

Al real non potrebbe interessare? Andrebbe bene pure uno scambio con Marcelo sefz

 

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A breve capiremo se verrà convocato o meno e di conseguenza anche la strategia della società 

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2871 messaggi
14 minutes ago, Dr. X said:

A breve capiremo se verrà convocato o meno e di conseguenza anche la strategia della società 

non credo ci sia molto da capire.

se resta, gioca.

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165 messaggi
3 ore fa, plotino ha scritto:

non vedo cosa c'entrino le palle cubiche visto che si tratta di un "errore" compiuto da altri

tra l'altro dubito che la minaccia avrebbe peso visto che in ben altra fase della sua carriera ha accettato la tribuna senza colpo ferire (così come con la stessa nonchalance ha perso la nazionale nella quale oggi non mi pare abbia molto spazio)

quindi a che pro metterlo fuori rosa? per perdere quella che comunque è una risorsa? non mi pare una buona idea

 

diverso il discorso per arthur e sandro: loro nel giro della nazionale ci sono davvero, ma come vedi sandro sembra destinato alla titolarità

mentre arthur è fuori dai piani e vedremo se preferirà di ridursi lo stipendio o perdere il mondiale

 

C'entra perché Rabiot (e famiglia) dimostrano che quanto accaduto col PSG non è stato un caso ma piuttosto un modus operandi che mal si sposa con l'ambizione che uno sportivo di caratura mondiale dovrebbe avere.

 

La storia familiare, certamente toccante dal punto di vista umano, ha delle conseguenze, secondo l'articolo, che non fanno altro che mettere  in evidenza una fragilità caratteriale che è altro evidente sintomo di poca ambizione.

 

A questi livelli o sei Baggio o sei inadeguato, specialmente nella Juve dove storicamente si è vinto quando l'ambizione e le palle sono state d'acciaio.

 

Rabiot non può essere utile alla causa e sta cagionando un danno economico. Ergo va fuori rosa.

 

Diverso sarebbe stato il discorso di un rifiuto alla cessione con dichiarazione: "non voglio andare via, voglio convincere il mister ad avere fiducia in me e voglio ottenere il rinnovo a suon di prestazione" allora avrebbe avuto tutta la ragione, invece ha deciso di accettare la cessione e poi rifiutarla facendo richieste assurde. Non ha scusanti.

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Joined: 25-Apr-2008
12472 messaggi
29 minuti fa, Dr. X ha scritto:

A breve capiremo se verrà convocato o meno e di conseguenza anche la strategia della società 

la convocazione in se per se è relativa.

non puoi metterlo ufficialmente fuori rosa, perchè rischieresti di fare mobbing. puoi però panchinarlo per i prossimi 10 mesi di stagione sportiva e puntare su miretti o fagioli....

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Joined: 03-Jul-2022
8389 messaggi
3 minuti fa, KM 91 ha scritto:

la convocazione in se per se è relativa.

non puoi metterlo ufficialmente fuori rosa, perchè rischieresti di fare mobbing. puoi però panchinarlo per i prossimi 10 mesi di stagione sportiva e puntare su miretti o fagioli....

Son contento di non essere l'unico a cercare di far capire che non puoi metterlo fuori rosa, ma in panchina si 

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