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- Domenico -

Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?

Elezioni Politiche 2018  

200 voti

This poll is closed to new votes
  1. 1. Per quale partito voterai alle Elezioni Politiche del 4 marzo?

    • Partito Democratico
      28
    • Movimento 5 Stelle
      56
    • Forza Italia
      8
    • Lega
      23
    • +Europa
      19
    • Liberi e Uguali
      10
    • Fratelli d'Italia
      6
    • Noi con l'Italia - Udc
      2
    • Civica Popolare
      1
    • Insieme
      0
    • Altri partiti/altre liste
      16
    • Scheda bianca (astensione)
      31


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Joined: 30-Jul-2007
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...e i paragoni con FI si sprecano

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7145 messaggi
13 ore fa, Dax85 ha scritto:

questo mi ricorda un mio caro amico.asd

si è fermato alla terza media e mi prende in giro costantemente affermando che gli ingegneri non sappiano tenere in mano nemmeno un cacciavite

il risultato è che lui dopo una decina d'anni di lavoro guadagna la metà di quanti ne guadagno io dopo un annomh

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7 ore fa, Pinguini ha scritto:

Il nuovo regolamento parlamentare del M5S

Lo ha raccontato Repubblica, è molto diverso da quello della scorsa legislatura e stabilisce chiaramente che comanda una persona sola

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 (ANSA/ETTORE FERRARI)
 
 
 

La giornalista Annalisa Cuzzocrea ha trovato e pubblicato su Repubblica il nuovo regolamento interno dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle. È molto diverso dal precedente e stabilisce con chiarezza che a decidere su quasi tutto è il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Nel regolamento precedente, invece, si stabiliva che il massimo potere apparteneva all’assemblea dei parlamentari. Il vecchio regolamento conteneva anche alcune clausole per evitare la nascita di leadership personali, la più importante delle quali stabiliva una rotazione ogni tre mesi degli incarichi dei capigruppo; quella regola è stata significativamente modificata.

La novità principale del regolamento riguarda proprio il ruolo di capogruppo, o presidente del gruppo, un incarico molto importante per la vita parlamentare di qualsiasi partito. I capigruppo, uno per la Camera e uno per il Senato, hanno il compito di mantenere la disciplina all’interno delle rappresentanze parlamentari, di assicurarsi che tutti i parlamentari siano presenti alle votazioni e che si esprimano secondo le indicazioni ricevute. I capigruppo dei vari partiti si incontrano tra di loro in apposite riunioni – la conferenza dei capigruppo – in cui vengono decisi i calendari dei lavori parlamentari e numerose altre questioni di procedura.

 

Il nuovo regolamento stabilisce che queste importanti figure vengono nominate direttamente dal capo politico del Movimento. L’assemblea dei parlamentari ha il compito di “ratificare” con un voto a maggioranza la decisione del capo politico (non viene specificato però cosa accade nell’eventualità in cui il gruppo decida di non ratificare la nomina). Il regolamento specifica anche che i capigruppo possono essere rimossi su richiesta del capo politico, mentre l’assemblea non è dotata di questo potere. I capigruppo nominati a inizio legislatura rimangono in carica per 18 mesi. Quelli eletti successivamente soltanto per dodici mesi. Attualmente i capigruppo scelti da Di Maio sono Danilo Toninelli per il Senato e Giulia Grillo per la Camera.

All’articolo 17 del nuovo regolamento viene specificato che anche il responsabile della comunicazione dei gruppi parlamentari viene deciso dal capo politico del Movimento 5 Stelle, cioè sempre Di Maio. I parlamentari non hanno scelta se non affidarsi alla struttura comunicativa stabilita dal capo, il quale avrà anche il compito di coordinare la comunicazione dei gruppi parlamentari con quella del partito più in generale. Nel regolamento viene anche stabilito che le piattaforme ufficiali su cui si svolge la vita politica dei parlamentari del Movimento 5 Stelle sono il sito blogdellestelle.it e la cosiddetta “piattaforma Rousseau” (controllata dall’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio).

Uno degli elementi più curiosi del regolamento si trova all’articolo uno, dove vengono elencati i requisiti per essere ammessi al gruppo: «Eventuali richieste di adesione provenienti da senatori precedentemente iscritti ad altri Gruppi potranno essere valutate, purché siano incensurati, non siano iscritti ad altro partito, non abbiano già svolto più di un mandato elettivo oltre quello in corso, ed abbiano accettato e previamente sottoscritto il “Codice etico”». È una clausola perché il Movimento 5 Stelle si è a lungo battuto contro i cosiddetti “cambi di casacca”, cioè i passaggi dei parlamentari da un gruppo all’altro.

I leader del partito sono addirittura arrivati a chiedere di cambiare la Costituzione per eliminare l’articolo che proibisce il “vincolo di mandato”, quello che stabilisce che una volta eletto un parlamentare è libero di votare come preferisce, senza essere costretto a fare scelte sulla base di quanto deciso dai capi del suo partito. Il Movimento, inoltre, stabilisce nel regolamento che i parlamentari che abbandonano il gruppo o che ne vengono espulsi sono tenuti a pagare una penale di 100 mila euro: ma è improbabile che questa clausola sia legale, e fino a questo momento a nessuno dei numerosi espulsi dal Movimento è stato chiesto di pagare alcunché. Nonostante le sue battaglie contro i “cambi di casacca” e le forti proibizioni ai suoi componenti di lasciare il gruppo, comunque, il Movimento quindi sembra più che disponibile, a determinate condizioni, ad accogliere parlamentari provenienti da altri partiti.

Infine il regolamento stabilisce le regole che portano all’espulsione dal gruppo. Nella maggior parte dei casi, per decidere se espellere un componente o meno bisogna sottoporre la decisione al voto degli iscritti al Movimento sulla piattaforma Rousseau. Ma il regolamento stabilisce chiaramente che il capo politico può decidere in autonomia le espulsioni, senza bisogno di ricorrere a votazioni né tra gli iscritti né tra i parlamentari.

In sostanza il regolamento del Movimento è quello di un partito centralizzato e verticistico, in cui i leader hanno un controllo quasi assoluto sulla vita parlamentare degli eletti. Non è una novità nel panorama politico italiano: Forza Italia è stata a lungo un partito dove, in Parlamento, non era possibile – o era comunque molto difficile – deviare dalle indicazioni del leader. Anche la Lega ha adottato sistemi stringenti per controllare i suoi parlamentari, mentre in passato era il Partito Comunista Italiano a essere il simbolo dei partiti “militarizzati” (per questo in questi giorni il Movimento viene definito da alcuni osservatori e commentatori un partito “leninista”). La stranezza, se così si può chiamare, è che il Movimento fino a pochi anni fa sosteneva la necessità di organizzare la vita del partito in maniera diametralmente opposta: senza leader con poteri quasi assoluti e con una continua partecipazione degli iscritti, che invece, dall’attuale regolamento, è sostanzialmente sparita.

Uno vale poco

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Joined: 03-Nov-2007
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Chiunque debba scegliere, un pensierino a Minniti ce lo deve fare...asd

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Joined: 16-Apr-2006
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8 ore fa, Pinguini ha scritto:

Il nuovo regolamento parlamentare del M5S

 

l'avvicinamento alla DC è sempre più rapido

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Joined: 02-Apr-2008
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Buongiorno

 

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.asd

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Ospite
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0 messaggi
13 minuti fa, Tiger Jack ha scritto:

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65440 messaggi
Adesso, Aut ha scritto:

 

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:haha:

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Joined: 13-Jan-2010
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Cosa si dicevano Lega e M5S prima delle elezioni

 

Dopo il voto congiunto tra Lega e Movimento 5 Stelle, che ha permesso di eleggere i presidenti di Camera e Senato, Matteo Salvini ha detto che “i 5 Stelle si sono dimostrati affidabili”, mentre Beppe Grillo ha definito il leader della Lega “uno che mantiene la parola data”. In vista di un eventuale governo insieme, sembrano segni di grande rispetto e clima disteso, insomma. Prima delle elezioni, però, le dichiarazioni dei rappresentanti dei due partiti su possibili alleanze e stima reciproca erano leggermente diverse: le abbiamo condensate in tre minuti.

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“Noi non siamo andati alle mini consultazioni proposte dal Movimento 5 Stelle perchè non è credibile chi si fa votare per la presidenza della Camera dicendo che non avrebbe preteso vicepresidenze e, a 48 ore di distanza dalla conquista della terza carica dello Stato, si rimangia tutto per sete di poltrone. Roberto Fico è stato votato anche da Fratelli d’Italia, non senza mal di pancia, in forza di un accordo istituzionale che i Cinque Stelle oggi hanno fatto saltare per uno strapuntino. Inutile parlare con chi non rispetta la parola data”.

E’ quanto ha dichiarato Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, intervistato a SkyTg24.

 

mh

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Inviato (modificato)

Gigino Lenin,  con un filo di barba e il baffo starebbe meglio. 

ancora penali che non valgono un c****, se sperano nella fedeltà assoluta sono illusi

impossibile gestire una massa di sconosciuti,  dovrebbero rivedere la regola dei due mandati  per dare solidità al movimento

 

 

 

Modificato da pressing

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Joined: 02-Apr-2008
65440 messaggi

A proposito della "regola dei due mandati" se tra 6 mesi-1anno si torna a votare, dopo aver fatto una nuova e finalmente democratica legge elettorale (magari con un premio di maggioranza al 35% mh) Giggino che fa, lascia il posto a Dibba? .asd

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Joined: 25-Apr-2008
12472 messaggi
14 minuti fa, Tiger Jack ha scritto:

A proposito della "regola dei due mandati" se tra 6 mesi-1anno si torna a votare, dopo aver fatto una nuova e finalmente democratica legge elettorale (magari con un premio di maggioranza al 35% mh) Giggino che fa, lascia il posto a Dibba? .asd

motivo base per il quale questa legislatura probabilmente durerà il piu possibile. o perlomeno giggino farà in modo di non tornare al voto .asd

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per non dimenticare:

 

 

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Inviato (modificato)
6 minuti fa, Zebrone 91 ha scritto:

motivo base per il quale questa legislatura probabilmente durerà il piu possibile. o perlomeno giggino farà in modo di non tornare al voto .asd

io temo i cambi di casacca dal m5s ai partiti di destra

 

 

Modificato da pressing

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5 minuti fa, Raf15 ha scritto:

per non dimenticare:

 

 

 

In pratica la taverna gli ha fregato 936,27 lire. .asd

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Inviato (modificato)
30 minuti fa, Tiger Jack ha scritto:

A proposito della "regola dei due mandati" se tra 6 mesi-1anno si torna a votare, dopo aver fatto una nuova e finalmente democratica legge elettorale (magari con un premio di maggioranza al 35% mh) Giggino che fa, lascia il posto a Dibba? .asd

 

Ci diranno che non avevamo capito bene e che la stagione dei "due mandati e poi a casa" è finita. Come quella del V********O, quella del "1 vale 1", quella del "usciamo dall'euro", quella del "niente accordi", quella del "no alla poltrone", quella del "chi sbaglia è fuori"  ecc..

 

Al reddito di cittadinanza è rimasto solo il nome.

Forse tra un po' ci diranno che sta "kasta" ha fatto anche delle cose buone mh

 

Modificato da GabrielKoi

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Il tesoriere del M5s Sergio Battelli, ex commesso con la terza media, dovrà gestire 13 milioni di euro: "Mi farò aiutare"

Dieci anni da commesso e un'esperienza da deputato. Giulia Grillo ha incaricato lui di gestire i fondi pubblici alla Camera

Corriere della Sera

Dieci anni da commesso in un negozio di animali, deputato uscente con 90 e 363 voti alle parlamentarie del M5s nel 2013 e nel 2018. Oggi Sergio Battelli è il tesoriere del primo partito italiano: gestirà oltre 13 milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione ogni anno alla Camera (a fine legislatura potrebbero essere 66 milioni). Il livello di istruzione è la terza media, ma Battelli è fiducioso: "C'è un gruppo di funzionari che mi aiuterà a garantire la massima trasparenza e in più sto assumendo nello staff amministrativo una persona molto qualificata. Ne parla il Corriere della Sera.

 

Sono circa 60 mila euro l'anno per sostenere l'attività politica (convegni, consulenze e comunicazione) di ogni deputato, che moltiplicati per i 222 eletti a Montecitorio e moltiplicati per i 5 potenziali anni di legislatura fa arrivare il «tesoretto» a oltre 66 milioni. Una cifra monstre, che dovrà essere appunto gestita da Battelli, nominato tesoriere del gruppo M5S alla Camera dalla capogruppo Giulia Grillo, previa indicazione di Luigi Di Maio, di cui lo stesso Battelli è classificato come «fedelissimo». E con il capo politico del Movimento, Battelli ha in comune anche la parabola del nemo propheta in patria, visto che entrambi non furono eletti nei Consigli comunali dei rispettivi paesi di residenza: Pomigliano d'Arco e Varazze, salvo poi essere proiettati ai vertici della politica nazionale.

Appassionato di musica (è un rocker, assicurano), è stato accanto a Fedez nella battaglia contro il monopolio della Siae. Non si occuperà dei rimborsi, ma si sente all'altezza del compito che gli è stato assegnato

 

«C'è un gruppo di funzionari che mi aiuterà a garantire la massima trasparenza e in più sto assumendo nello staff amministrativo una persona molto qualificata». Per il resto, dopo il trionfo alle urne, dal profilo sulla piattaforma Rousseau, Battelli suona la carica così: «Che piaccia o non piaccia abbiamo fatto la storia, tutti noi, anche tu che stai leggendo queste parole, dobbiamo esserne tutti fieri e orgogliosi, noi non ci spaventiamo, non c'è più nulla che ci può spaventare dopo essere stati 5 anni dentro quella vasca di squali».

 

 

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Ah, allora è finita pure la stagione del "no ai finanziamenti pubblici".

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Franceschini e Orlando aprono al dialogo coi 5S. 

Se fosse stata rispettata la minoranza dem, il partito sarebbe quasi spaccato.

 

 

Andrea Orlando si affianca quindi nella battaglia di Dario Franceschini per un cambio di rotta del Pd.

"Non basta dire 'tocca a loro'. Prendere atto delle distanze che separano la nostra visione politica e istituzionale da quella delle forze premiate dal voto non equivale a esprimere una linea politica".

 

Dialogo e alleanza sono due cose, però, diverse, secondo il ministro.

"Un conto è il dialogo, che è doveroso con una forza che ha raccolto un terzo dei voti, un conto sono le alleanze, che non vedo percorribili. Più che di questo tuttavia mi preoccuperei del dialogo con il Paese, che non si costruisce solo con un posizionamento tattico" [...] "Il quadro emerso dalle urne non ci consente di realizzare il nostro progetto da soli o in alleanza. Questo non ci esime dall'indicare le nostre priorità. Proporre un'agenda sociale al Paese, altrimenti la nostra posizione sarà subalterna e chiusa nel palazzo".

 

Per Orlando è stato e "un errore" il no di Martina all'assemblea chiesta da lui e Franceschini prima delle consultazioni al Quirinale.

"La salita al Colle è la prima occasione nella quale il Pd può parlare agli italiani oltre che al Capo dello Stato e dire che tipo di opposizione vogliamo fare alla eventuale nascita di un governo giallo-verde. Se è ineluttabile, dobbiamo decidere se gli facciamo una opposizione da destra o da sinistra".

 

Davanti al Pd, prosegue Orlando, ci sono due strade.

"Attendere l'eventualità che Forza Italia sia dilaniata dall'opa di Salvini e capitalizzare l'uscita di parte di quell'elettorato, oppure provare a recuperare i milioni di voti popolari andati a Lega e 5 Stelle. Le due strade sono incompatibili. Io credo si debba seguire quella che evita che una parte dell'elettorato di sinistra sia consegnato a forze antisistema".

 

Modificato da pressing

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"dobbiamo decidere se gli facciamo opposizione da destra o da sinistra"

non si può sentire .asd 

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Governo: Speranza (LeU),Pd non si chiuda

Da Franceschini e Orlando mi pare arrivino parole buon senso
ROMA, 30 MAR - "Auspico che il Pd non si chiuda a riccio. Da Franceschini e Orlando mi pare che arrivino parole di buon senso. Credo sia intelligente lavorare per evitare l'abbraccio tra lepenisti e grillini". Lo dice Roberto Speranza coordinatore di Mdp e deputato di Liberi e uguali, a margine di un incontro con gli elettori a Potenza.

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3 minuti fa, pressing ha scritto:

Governo: Speranza (LeU),Pd non si chiuda

Da Franceschini e Orlando mi pare arrivino parole buon senso
ROMA, 30 MAR - "Auspico che il Pd non si chiuda a riccio. Da Franceschini e Orlando mi pare che arrivino parole di buon senso. Credo sia intelligente lavorare per evitare l'abbraccio tra lepenisti e grillini". Lo dice Roberto Speranza coordinatore di Mdp e deputato di Liberi e uguali, a margine di un incontro con gli elettori a Potenza.

Speranza oggi come allora valgono le parole di Giachetti

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