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Morpheus ©

F1 Nico Rosberg campione del mondo 2016

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Joined: 07-Oct-2006
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Di arrivare ci arriverà per ovvi motivi, poi bisognerà vedere come andrà...

Sì ma se ci si aspetta che guidi come il padre lo si brucia solamente.

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Joined: 23-Jul-2006
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Se per la sicurezza dobbiamo castrare la F1, così sia. Finché dura, perché la gente si stufa, gli spettatori scendono, gli sponsor scappano.

ma che c**** di discorsi sono? rischiamo di ammazzare gente per far divertire la gente a casa?

 

è ovvio che la sicurezza va messa al primo posto, ed è altrettanto ovvio che la noiosità della F1 non deriva dalla maggior sicurezza

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Joined: 12-Sep-2007
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Non è, banalmente, solo un discorso di "50 metri prima/60 metri dopo". C'entrano altri fattori, tra cui l'aerodinamica e la meccanica del mezzo, estremamente più evolute e in grado di dare direzionalità in frenata.

Adesso in frenata la macchina riesce a stare tendenzialmente "parallela" alla traiettoria ideale mentre nel passato "imbarcava" maggiormente, negando direzionalità in ingresso di curva.

Lo sviluppo puntuale dei freni ha permesso di ridurre gli spazi, ma la meccanica e l'aerodinamica determinano maggiormente la stabilità in fase di frenata.

Ergo, ridurre la potenza frenante non cambierebbe poi molto: avremmo probabilmente auto che frenano un po' prima ma sempre dritte come un fuso, quindi non ci sarebbe quel margine di "instabilità" in frenata tale da agevolare un sorpasso.

Bisognerebbe rimanere con questa potenza frenante ma "scaricare" maggiormente le vetture, forse lì si avrebbe meno direzionalità in curva con una potenza frenante però elevata che garantirebbe quel margine di sicurezza: perchè togliere carico aerodinamico a queste vetture, specie in frenata, rappresenta effettivamente un grosso rischio, quello sì, per la sicurezza. Ma è anche vero il contrario, ovvero che un aumento esponenziale del carico corrisponde con un sensibile aumento delle velocità di percorrenza in curva, motivo questo per cui furono banditi accorgimenti aerodinamici come le "minigonne".

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Joined: 12-Sep-2007
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Le minigonne furono abolite perché bastavamo 10 mm di escursione e l'effetto suolo svaniva all'improvviso e letteralmente volavano. Io credo che allungare lo spazio di frenata aumenti la modulabilita' della stessa, il pilota in questo modo può gestirla e creare mismatch eventualmente, cosa attualmente impossibile perché la frenata è push 100% 3 secondi, finito.

Furono abolite perchè facevano la Bosch Kurve su a Zeltweg a 250 all'ora e bastava un filo d'aria nel fondo per mandare in tribuna pilota e macchina...era proprio un problema legato all'aleatorietà del fenomeno fisico alla base di questo aumento di carico, che rendeva la percorrenza in curva velocisticamente elevatissima ma altrettanto pericolosa.

Comunque la frenata è già modulabile, loro si attaccano ai freni per ovvie ragioni "velocistiche" ma la frenata può essere graduale. C'è anche dell'altro, ovvero che queste vetture hanno un freno motore che equivale ai freni a disco del Porsche GT4, tanto per fare un esempio "iperbolico": mi diceva un mio amico che ha corso in Formula Renault e che ha avuto modo di fare qualche giretto su una vecchia Renault dei primi anni 2000, che appena si lascia il gas queste vetture tendono quasi a fermarsi e mi diceva che è impressionante sentire come basti solo lasciare il pedale per avere un effetto frenante elevato.

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Joined: 23-Jul-2006
29092 messaggi
Inviato (modificato)

Ma di cosa stai parlando? Siccome dovrebbero frenare 50 metri prima ammazzano la gente? Ma sei fuori? Allora i piloti motogp che da 350 km/h devono frenare senza alettoni kazzi e mazzi cosa sono? Potenziali suicidi?

Sono già diventati impiegati del volante, non si inventa più niente, ormai i risultati li fanno gli ingegneri al muretto e i gommisti a Milano. La "sicurezza".....

Ma fammi il piacere.

tu hai scritto "se per la sicurezza dobbiamo castrare la F1..." è italiano, ed in italiano vuol dire solo una cosa, non c'è da aggiungere altro.

 

P.S. sei fuori lo dici a qualche tuo amico. Grazie.

Modificato da Fighters 89

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Joined: 07-Oct-2006
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Dal 2018 si ipotizza anche un ritorno alle sospensioni attive, forse proprio per cercare di facilitare il controllo delle monoposto che dal prossimo anno diverranno velocissime.

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Joined: 23-Jul-2006
29092 messaggi

Ah. Tu non sei fuori ma io non scrivo kazzate. Coerenza fratello.

dove avrei detto che scrivi cazzate?

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Joined: 14-Apr-2009
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a quando i pugili con lo scafandro di gommapiuma? a quando le auto comandate col joystick dalle tribune?

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Joined: 19-Aug-2008
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Mario Donnini

Autosprint.

"Bisogna che ci guardiamo negli occhi dicendo le cose come stanno. Con la mentalità che gira adesso in F.1, il più esaltante primo giro nella storia delle corse, ossia l’avvio di Ayrton Senna nel bagnatissimo Gp di Donington nel 1993, non sarebbe mai esistito. Sostituito da un prudente avvio processionale del gruppone a cielo plumbleo, dietro a una tombale safety car.

Qui la nostalgia non c’entra. Non parliamo mica di Nuvolari, Caracciola o della Coppa Acerbo, ma del comportamento di un estabishment che da tre decenni è lo stesso, immutatissimo nei nomi, quindi niente malinconie nostre, solo occhiuta incoerenza loro.

E ciò che è accaduto domenica a Montecarlo è di una gravità inaudita non perché inedito - di partenze wet sotto safety ne abbiamo viste una cifra, ormai -, ma solo perché suona come ufficiale e definitiva conferma dell’irreversibilità del mutamento filosofico di questo sport. Che in sintesi consiste in questo: quando piove i signori della F.1 non vogliono noie nel loro locale.

E se nel vecchio west i baristi spegnevano i casini sul nascere tirando fuori la doppietta da sotto il bancone, sui circuiti del mondiale alle prime gocce si fa prima e senza dispendio di polvere da sparo: si parte sotto safety e via.

Una contraddizione stridente, insultante e codarda, parimenti irrispettosa del talento dei piloti e delle aspettative di chi paga per vederli sfidare e sfidarsi.

Perché delle due l’una: o ci sono condizioni per correre e allora si parte con procedura regolare. Oppure non ci sono perché la pista è allagata e allora si resta fermi e buoni ad attendere che schiarisca e s’asciughi.

Avviarsi dietro l’autobus è una presa in giro che serve solo a chi comanda per garantirsi la diretta Tv e a infarcirla di spot lucrosi, privando l’automobilismo dei soli sette-otto giri in condizioni semi-estreme (badate: semi estreme, mica pericolose tout court) che avrebbero fatto la differenza, esaltando i men rispetto ai boys.

E invece no. La safety neanche esce a Suzuka 2014 quando c’è un mammuth in pista, con le conseguenze che purtroppo tutti conoscono, ma è la prima a lasciare la linea di partenza a Montecarlo 2016, il solo posto al mondo in cui le gru operano sicure al di là delle barriere e le velocità medie sono le più basse del mondiale, mentre di acqua sull’asfalto non ve n’è un diluvio e i piloti via radio urlano - Hamilton e Magnussen su tutti - a Charlie Whiting il loro sacrosanto diritto di poter e dover correre.

Siamo a questo.

I famelici padroni del vapore in F.1 ambiscono a guadagni impensabili ma rifiutano il concetto di assunzione del rischio d’impresa, molto più di quanto siano disposti a sostenere gli stessi piloti, stavolta mediamente incazzati quanto noi.

Altroché, i pupari del Circus dicono e stombazzano d’offrire lo spettacolo più estremo al mondo, ma lo fanno con la furba e ammosciante prudenza d’un ristoratore della bocciofila.

Anni fa Ron Dennis rilasciò una bellissima intervista, pubblicata in Italia da “Il Sole 24 Ore”, nella quale, in sintesi, diceva questo: «Dobbiamo amare e preservare la Formula 1, perché resta una delle rare discipline estreme ancora legalmente praticate nel mondo dello Sport».

Ecco, che sia tuttora uno Sport qualche dubbio l’avrei, ma dopo ieri, che non sia estremo, ne ho e ne abbiamo ulteriore e comprovata certezza.

Intendiamoci, non possiamo cavarcela solo così. La farsesca overture di Monaco 2016 va equamente spartita tra le simpatiche parti in causa.

Dei mammasantissima abbiamo già detto.

Poi ci sono i piloti. Gente che da un quarto di secolo sta zitta, anzi, peggio, parla sempre facendo blabla e non dicendo mai niente, altrettanto furbamente e remuneratamente tacendo e obbedendo, quasi mai ragionando davvero. Per loro, dopo Senna e Prost, terminati i favolosi Anni 90, sono arrivati malinconicamente gli Anni a 90 gradi.

Quindi ci siamo noi giornalisti. Prevalentemente e cromosomicamente svizzeri alla Don Abbondio, avendo capito che conviene comportarsi come la Confederazione Elevetica in politica estera: non facciamo le guerre con nessuno, ma alla bisogna, glissando, sappiamo fare affari con tutti.

Infine, terminale della faccenda, è l’appassionato vero, trattato come il tubo d’un lavandino, che dovrebbe ingurgitare tutto e di tutto beotamente felice, pagando caramente il nulla o quasi che gli viene offerto come fosse il sale della terra.

Obbligato a sopportare anche laiche processioni come quella di Montecarlo, il cui unico miracolo è quello d’offrire uno show inesistente in modo mortificante e privo di rispetto, retroattivamente, perfino nei confronti di tutti coloro che in pista, rischiando tanto e spesso per niente, nei decenni passati hanno contribuito, loro sì, a rendere grande e estrema la F.1.

Quando si comporta così, è il Circus a dimostrare d’avere l’acqua alle caviglie e non certo in pista.

A chi comanda, l’augurio sincero di far qualcosa, prima che salga di livello e gli arrivi alla gola."

.quoto

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Joined: 29-Aug-2008
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In gara, con una scelta particolare della Pirelli rispetto a tutti gli altri gran premi, obbligatorio portare 2 set di soft e usarne per forza 1.

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Joined: 15-Mar-2007
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Mario Donnini

Autosprint.

"Bisogna che ci guardiamo negli occhi dicendo le cose come stanno. Con la mentalità che gira adesso in F.1, il più esaltante primo giro nella storia delle corse, ossia l’avvio di Ayrton Senna nel bagnatissimo Gp di Donington nel 1993, non sarebbe mai esistito. Sostituito da un prudente avvio processionale del gruppone a cielo plumbleo, dietro a una tombale safety car.

Qui la nostalgia non c’entra. Non parliamo mica di Nuvolari, Caracciola o della Coppa Acerbo, ma del comportamento di un estabishment che da tre decenni è lo stesso, immutatissimo nei nomi, quindi niente malinconie nostre, solo occhiuta incoerenza loro.

E ciò che è accaduto domenica a Montecarlo è di una gravità inaudita non perché inedito - di partenze wet sotto safety ne abbiamo viste una cifra, ormai -, ma solo perché suona come ufficiale e definitiva conferma dell’irreversibilità del mutamento filosofico di questo sport. Che in sintesi consiste in questo: quando piove i signori della F.1 non vogliono noie nel loro locale.

E se nel vecchio west i baristi spegnevano i casini sul nascere tirando fuori la doppietta da sotto il bancone, sui circuiti del mondiale alle prime gocce si fa prima e senza dispendio di polvere da sparo: si parte sotto safety e via.

Una contraddizione stridente, insultante e codarda, parimenti irrispettosa del talento dei piloti e delle aspettative di chi paga per vederli sfidare e sfidarsi.

Perché delle due l’una: o ci sono condizioni per correre e allora si parte con procedura regolare. Oppure non ci sono perché la pista è allagata e allora si resta fermi e buoni ad attendere che schiarisca e s’asciughi.

Avviarsi dietro l’autobus è una presa in giro che serve solo a chi comanda per garantirsi la diretta Tv e a infarcirla di spot lucrosi, privando l’automobilismo dei soli sette-otto giri in condizioni semi-estreme (badate: semi estreme, mica pericolose tout court) che avrebbero fatto la differenza, esaltando i men rispetto ai boys.

E invece no. La safety neanche esce a Suzuka 2014 quando c’è un mammuth in pista, con le conseguenze che purtroppo tutti conoscono, ma è la prima a lasciare la linea di partenza a Montecarlo 2016, il solo posto al mondo in cui le gru operano sicure al di là delle barriere e le velocità medie sono le più basse del mondiale, mentre di acqua sull’asfalto non ve n’è un diluvio e i piloti via radio urlano - Hamilton e Magnussen su tutti - a Charlie Whiting il loro sacrosanto diritto di poter e dover correre.

Siamo a questo.

I famelici padroni del vapore in F.1 ambiscono a guadagni impensabili ma rifiutano il concetto di assunzione del rischio d’impresa, molto più di quanto siano disposti a sostenere gli stessi piloti, stavolta mediamente incazzati quanto noi.

Altroché, i pupari del Circus dicono e stombazzano d’offrire lo spettacolo più estremo al mondo, ma lo fanno con la furba e ammosciante prudenza d’un ristoratore della bocciofila.

Anni fa Ron Dennis rilasciò una bellissima intervista, pubblicata in Italia da “Il Sole 24 Ore”, nella quale, in sintesi, diceva questo: «Dobbiamo amare e preservare la Formula 1, perché resta una delle rare discipline estreme ancora legalmente praticate nel mondo dello Sport».

Ecco, che sia tuttora uno Sport qualche dubbio l’avrei, ma dopo ieri, che non sia estremo, ne ho e ne abbiamo ulteriore e comprovata certezza.

Intendiamoci, non possiamo cavarcela solo così. La farsesca overture di Monaco 2016 va equamente spartita tra le simpatiche parti in causa.

Dei mammasantissima abbiamo già detto.

Poi ci sono i piloti. Gente che da un quarto di secolo sta zitta, anzi, peggio, parla sempre facendo blabla e non dicendo mai niente, altrettanto furbamente e remuneratamente tacendo e obbedendo, quasi mai ragionando davvero. Per loro, dopo Senna e Prost, terminati i favolosi Anni 90, sono arrivati malinconicamente gli Anni a 90 gradi.

Quindi ci siamo noi giornalisti. Prevalentemente e cromosomicamente svizzeri alla Don Abbondio, avendo capito che conviene comportarsi come la Confederazione Elevetica in politica estera: non facciamo le guerre con nessuno, ma alla bisogna, glissando, sappiamo fare affari con tutti.

Infine, terminale della faccenda, è l’appassionato vero, trattato come il tubo d’un lavandino, che dovrebbe ingurgitare tutto e di tutto beotamente felice, pagando caramente il nulla o quasi che gli viene offerto come fosse il sale della terra.

Obbligato a sopportare anche laiche processioni come quella di Montecarlo, il cui unico miracolo è quello d’offrire uno show inesistente in modo mortificante e privo di rispetto, retroattivamente, perfino nei confronti di tutti coloro che in pista, rischiando tanto e spesso per niente, nei decenni passati hanno contribuito, loro sì, a rendere grande e estrema la F.1.

Quando si comporta così, è il Circus a dimostrare d’avere l’acqua alle caviglie e non certo in pista.

A chi comanda, l’augurio sincero di far qualcosa, prima che salga di livello e gli arrivi alla gola."

lo spettacolo sta a zero, ormai fra regole assurde e gomme, i piloti fannos olo i taxisti di monoposto che devono durare  per diversi gp, senza consumare e con i motori contati, altrimenti pagano penitenza

poi 2 goccie e partenza a passo d'uomo e chi rischia un sorpasso spettacolare viene pure penalizzato

 

tutto ridicolo

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Joined: 20-Dec-2006
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Al di là del tifo, dal GP di domenica ho concluso tre cose:

1) RIDICOLO avvio dietro la SafetyCar per quattro spruzzi d'acqua

2) RIDICOLE gomme Pirelli con le US che durano 47 giri (OK, con condizioni particolari e temperature più basse)

3)RIDICOLE Ferrari che sembrano la Trattoria di zio Pino, una volta manca l'olio, una volta manca il vino.

Non sanno più cosa dire per giustificare 10 anni di prestazioni ridicole e sconfitte brucianti

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Joined: 25-Jan-2012
31490 messaggi

incredibile come uno spettacolo talmente noioso goda di così tanto seguito da meritarsi dirette nazionali sul canale principale...

io l'ultima volta che mi sono entusiasmato per una gara di f1 è stato San Paolo 2008...8 anni fa e anche in quella occasione era dovuta scendere della pioggia per animare il tutto e rendere la garà spettacolare e un mondiale intero incerto fino all'ultima curva...

poi lo zero assoluto

troppa tecnologia e chi la sfrutta meglio crea un abisso tra se e gli altri

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Joined: 28-May-2014
7694 messaggi

incredibile come uno spettacolo talmente noioso goda di così tanto seguito da meritarsi dirette nazionali sul canale principale...

io l'ultima volta che mi sono entusiasmato per una gara di f1 è stato San Paolo 2008...8 anni fa e anche in quella occasione era dovuta scendere della pioggia per animare il tutto e rendere la garà spettacolare e un mondiale intero incerto fino all'ultima curva...

poi lo zero assoluto

troppa tecnologia e chi la sfrutta meglio crea un abisso tra se e gli altri

.quoto

Più si perfezionano i mezzi meno conta il pilota ed è sempre più raro vedere errori.

Stessa cosa che sta succedendo sempre più nelle moto in cui il polso conta sempre meno.

Ma non sembrano esserci possibilità di un passo indietro.

A quanto pare abbassare di anno in anno il record su ogni pista e raggiungere velocità sempre più elevate è l'obiettivo principale..peccato che ciò raramente porti spettacolo

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Joined: 25-Jan-2012
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.quoto

Più si perfezionano i mezzi meno conta il pilota ed è sempre più raro vedere errori.

Stessa cosa che sta succedendo sempre più nelle moto in cui il polso conta sempre meno.

Ma non sembrano esserci possibilità di un passo indietro.

A quanto pare abbassare di anno in anno il record su ogni pista e raggiungere velocità sempre più elevate è l'obiettivo principale..peccato che ciò raramente porti spettacolo

il guaio è che le F1 moderne sono pure "lente"...

ai tempi di Montoya si arrivava a 370,mo' vanno più veloci le moto Gp

ma il problema non è manco la velocità...

sarà che io ho sempre adorato di più il rally dove pure lì tra tecnologia e sicurezza(giustamente comunque) si è perso il fascino mostruoso che poteva avere negli anni 80' quando il mondiale rally aveva proprio lo stesso seguito della formula 1,dove gente tipo Cesare Fiorio e Jean Todt hanno costruito la loro carriera ad alti livelli,dove vincere il titolo significava anche portare il marchio a vendere molto di più nel mercato dell'automobile..uno sport che ha sfornato quanto di meglio poteva esserci nel mondo delle 4 ruote...

da diversi anni a questa parte,essendo sardo,ho la fortuna di potermi godere il mondiale rally dal vivo...

oltre ad avere il vantaggio,che ,a parte la benzina per la macchina per raggiungere le tappe e il pranzetto a sacco ,non spendi mezzo centesimo essendo tutto gratuito, vieni ripagato da uno spettacolo assoluto che si mangia la formula 1 sempre e comunque...

certo,televisivamente è molto più difficile da rendere gradevole,è uno sport che da il meglio di se visto dal vivo...

forse prenderà piede il Rallycross che è fatto su circuito ma ha già molto meno fascino del WRC

rimane comunque sempre più gradevole della Formula 1 dove ormai diventa un delitto pure correre sul bagnato

 

ultima chicca: 

 

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non so se le dichiarazioni di Perez siano vere...

nel caso si sarebbe dovuto fare un giro da copilota insieme alla Mouton e alla sua Audi Quattro o provare lui stesso a guidare una bestia sovralimentata da 500 cv con assistenza alla guida pari a 0,con lo 0% della tecnologia di cui lui gode ora,su strade sterrate larghe poco più di 3 metri  .asd

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Joined: 23-Mar-2011
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Oh io mica me ne ero accorto che hulkenberg ha fregato rosberg all'ultimo .asd

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Joined: 23-Jul-2012
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è uno sport che mi trasmette tanto disagio

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Joined: 02-Jun-2005
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è uno sport che mi trasmette tanto disagio

a me ormai appassiona quanto na sfida di curling .asd

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Joined: 19-Aug-2008
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In Canada, nel Gp Marchionne, la Ferrari avrà un motore più affidabile e potente, nuove ali che la faranno volare e ribalterà il mondiale come Nibali ha fatto al Giro .sisi

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Joined: 19-Aug-2008
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a me ormai appassiona quanto na sfida di curling .asd

 

a me ormai appassiona quanto na sfida di curling .asd

Esageruma nen. Se sei un vero ferrarista sarai sempre appassionato.

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a me ormai appassiona quanto na sfida di curling .asd

 

 

formula uno is wrong .asd

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Joined: 23-Jul-2012
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La F1 oggi è quello sport in cui motoristi, progettisti e ingegneri pirelli si sfidano a chi ce l'ha più lungo, i piltoti sono un accessorio come lo sponsor.

 

motoristi progettisti fanno il loro lavoro.

 

il problema della noia lo risolvi nel momento in cui riporteranno il sorpasso al centro del discorso.

 

fate regole che consentano il sorpasso e poi vediamo se la gente dorme sul divano.

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Joined: 23-Mar-2011
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Il 1/6/2016 alle 14:03 , Moeller 73 ha scritto:

In Canada, nel Gp Marchionne, la Ferrari avrà un motore più affidabile e potente, nuove ali che la faranno volare e ribalterà il mondiale come Nibali ha fatto al Giro .sisi

Magari .asd

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