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Motomondiale 2016: Marquez campione a Motegi

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Joined: 23-Feb-2006
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In attesa che i piloti tornano in pista, ecco qualche considerazione:

1) Perché Rossi è solo nono in 2’01”604 a 1”509 da Petrucci e a 0”8 dal compagno di squadra?

Valentino è stato l’ultimo a entrare in pista, attorno alle 10.36 locali e nemmeno 10 minuti dopo è stata esposta la bandiera rossa per la caduta di Baz: il pilota della Yamaha, quindi, non ha potuto sfruttare il momento più favorevole della giornata.

2) Perché davanti a tutti ci sono le due Ducati “satellite” di Danilo Petrucci (GP15) e Hector Barbera (14.2) e non le Ducati ufficiali (Desmosedici) di Andrea Iannone e Andrea Dovizioso?

Petrucci e Barbera sono entrati subito in pista e con gomme nuove, mentre i piloti ufficiali Ducati dovevano ancora prendere confidenza con la Desmosedici, provata solo per pochi giri ieri. Poi l’esposizione della bandiera rossa e l’impossibilità di migliorarsi ulteriormente per le peggiori condizioni climatiche. Rimane il fatto che Petrucci e Barbera sono andati davvero forte.

3) Come sta andando Casey Stoner?

Piuttosto bene. Casey ha totalizzato 22 giri, il migliore in 2’01”699, che lo colloca, per il momento, all’11esimo posto. al quarto giro aveva già fatto 2’01”978.

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Cadute anche per lorenzo,pedrosa ed espargaro

Inviato dal mio GT-I9505 utilizzando Tapatalk

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Non sto seguendo molto, ma pare che tutta la questione stia ruotando attorno a questa nuova elettronica e relativa erogazione. Chi riesce a capirla prima può avere un vantaggio enorme.

Honda più in difficoltà, Yamaha più in palla fino ad ora.

Sui singoli piloti: Lorenzo subito in gran spolvero, Stoner scheggia impazzita. Secondo me sarà quasi impossibile tenerlo a fare il collaudatore... In Ducati si sono messi in casa una bella arma, ma è a doppio taglio.

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Casey Stoner Ducati MotoGP 2016Casey Stoner è sceso in pista oggi a Sepang con la Ducati GP15 del Test Team. L’australiano si è dedicato al lavoro di set-up della moto, lavorando molto sull’elettronica. Per lui il nono tempo assoluto con il crono di 2’01.103 e la consapevolezza che girare insieme agli altri dà delle indicazioni migliori.

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af66b9bd46b060c1383d6ea6d7952c71.jpg

Il braccio di dani .asd ricordo operazione fatta mesi e mesi e mesi fa .asd

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Lorenzo

Rossi

Marquez

Stoner

Pedrosa 

 

 

a circa 15 minuti dalla fine

 

la yamaha molto in palla e specie jorge che scende sotto il muro dei 2 minuti e rifila 6 decimi a rossi poi ad 1 secondo marquez,stoner e pedrosa 

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Proprio ora lorenzo rifila un'altra mazzata a tutti e scende ad 1 59 e 5 rifila 1 secondo a rossi e poi gli altri ad 1 secondo e mezzo 

Modificato da Paganese26

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3/2/2016 10:49Lorenzo (1’59”595) è 0”961 più veloce di rossi, 1”452 di marquez, 1”501 di stoner, 1”566 di pedrosa: va così forte che qualcuno, ai box, si chiese se non sita usando l’elettronica 2015... 

 

.asd

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3/2/2016 10:49Lorenzo (1’59”595) è 0”961 più veloce di rossi, 1”452 di marquez, 1”501 di stoner, 1”566 di pedrosa: va così forte che qualcuno, ai box, si chiese se non sita usando l’elettronica 2015... 

 

.asd

è possibile fare ancora una cosa del genere? no perchè il tempo di lorenzo e a 4-5 decimi dal record fatto in prova da pedrosa la passata stagione 59 e 0 

 

essere già su questi livelli con tutte queste novità vuol dire che stanno lavorando da dio nel suo box .asd 

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Lorenzo si migliora ancora anche se di pochi millesimi 

 

Intanto caracciolo va 3 ma distaccato di 1.4 dalla vetta 

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marquez si riprende il 3 posto staccato di 1.3 da lorenzo

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Lorenzo ha fatto questi tempi con gomme dure... 

 

 

Andiamo bene .asd

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è possibile fare ancora una cosa del genere? no perchè il tempo di lorenzo e a 4-5 decimi dal record fatto in prova da pedrosa la passata stagione 59 e 0 

 

essere già su questi livelli con tutte queste novità vuol dire che stanno lavorando da dio nel suo box .asd

Se è possibile non lo so, di sicuro anche potendolo fare la troverei una mossa molto poco intelligente. Cioè che senso ha girare e fare i temponi con una configurazione che tanto non userai ? Perdi solo tempo.

 

Credo che al box di Lorenzo abbiano tirato fuori il coniglio dal cilindro. 

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Lorenzo ha fatto questi tempi con gomme dure... 

 

 

Andiamo bene .asd

pure :|

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3/2/2016 11:06Finale: lorenzo è imbattibile! 
lorenzo 1’59”580 
rossi 2’00”556 
marquez 2’00”883 
crutchlow 2’00”992 
stoner 2’01”070 
pedrosa 2’01”161 
petrucci 2’01”217 
iannone 2’01”223 
redding 2’01”229 
vinales 2’01”244 

 

annamo bene  .asd

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CaSCWGOVIAAVK7w.jpg

 

test conclusi 

 

bilancio

 

lorenzo spaziale ma anche la yamaha in generale viaggia davvero forte,honda un pò più in difficoltà rispetto ai concorrenti,ieri pedrosa lamentava ancora di un motore cambiato poco rispetto allo scorso anno,ducati che ha messo in vetrina uno stoner ad alti livelli,chissà cosa possono pensare dovi e iannone in questo momento,specie il primo..... delude un pò la suzuki che forse denota ancora limiti di potenza su piste del genere,prossimo appuntamento in australia per altri test 

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Ho visto qualche immagine dei test e mi è sembrato che gli angoli di piega sono meno estremi rispetto a prima.

Lo avete notato anche voi?

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Ho visto qualche immagine dei test e mi è sembrato che gli angoli di piega sono meno estremi rispetto a prima.

Lo avete notato anche voi?

ne avevano parlato di questa cosa,dipende comunque anche dal tipo di foto quando vengono scattate se in un giro dove hanno mollato oppure se era un giro tirato,qualche foto però che stavano col gomito a terra l'ho vista .asd a valencia ad esempio sui 57-58 gradi ci arrivavano con la bridgestone arrivavano a 60-61 differenza abbastanza minima che vedrai mano mano scomparirà

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ne avevano parlato di questa cosa,dipende comunque anche dal tipo di foto quando vengono scattate se in un giro dove hanno mollato oppure se era un giro tirato,qualche foto però che stavano col gomito a terra l'ho vista .asd a valencia ad esempio sui 57-58 gradi ci arrivavano con la bridgestone arrivavano a 60-61 differenza abbastanza minima che vedrai mano mano scomparirà

Si è vero, infatti ho visto in seguito immagini di Lorenzo che piegava da paura e quei due o tre gradi di differenza tra Michelin e Bridgestone non credo siano visibili ad occhio nudo.

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Joined: 23-Mar-2011
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Un pò di allarme arriva dai piloti honda ho letto le dichiarazioni di marquez e pedrosa,entrambi si lamentano della moto in entrata curva ma anche in uscita non riescono a scaricare tutta la potenza del loro motore,ancora non hanno trovato il giusto mix tra gomme nuove,elettronica ecc pedrosa ha detto che anche la ducati sta messa meglio della honda dice che ha seguito la ducati qualche giro e riuscivano a fare linee più pulite in curva,marquez sulla stessa linea e ha detto anche che la differenza sia nel passo che nel giro secco è lo stesso... quindi bisogna lavorare molto perchè alla 1 gara non manca molto (entrambi hanno messo un pò di pressione alla honda) e che per i test di australia bisogna fare un super lavoro perchè rispetto alla concorrenza sono abbastanza dietro 

Modificato da Paganese26

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Joined: 23-Feb-2006
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SEPANG – «Stanco, ma contento». La sintesi di Valentino Rossi fatta alla televisione spagnola rende perfettamente l’idea: Valentino non si è risparmiato nel lavoro, ha testato tanto materiale e, complessivamente, è andato forte. Peccato solamente che ci sia Jorge Lorenzo, assolutamente imprendibile in tutti e tre i giorni.


«Abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo provato tante soluzioni differenti, abbiamo migliorato la moto e girato in 2’00”5, che non è male. Si può fare meglio, c’è ancora tanto da fare, bisogna ancora scegliere quale moto utilizzare, perché nel finale la 2016 (quella con il serbatoio spostato nella parte posteriore della M1, NDA) ha dimostrato un buon potenziale: faremo altre prove comparative a Phillip Island e poi decideremo. Anche le Michelin hanno dato un riscontro positivo: l’anteriore è migliorato e oggi abbiamo provato altre gomme nuove, con risultati soddisfacenti. Eravamo tutti un po’ preoccupati per l’anteriore, invece andiamo via da Sepang tutti piuttosto contenti. Bene anche l’elettronica, con la quale la prima volta a Valencia avevamo avuto parecchi problemi. Sinceramente, prima di arrivare qui, pensavamo di essere un po’ più in difficoltà, invece i nostri ingegneri hanno lavorato bene questo inverno e la moto funziona correttamente. E’ solo il primo test, ma abbiamo iniziato bene: quando ci sono cambiamenti così importanti bisogna capire la via da seguire e mi sembra che abbiamo le idee piuttosto chiare».


Quali sono gli aspetti negativi e positivi di questo test?


«Quello negativo è che Lorenzo è stato un po’ troppo veloce per tutti: io potevo fare un pochino meglio, ma lui è andato davvero forte. Questo è preoccupante. L’aspetto positivo è che le Honda sono dietro, che le Ducati vanno forte, ma sono comunque dietro».


Cosa dovrete provare a Phillip Island?


«In questi tre giorni abbiamo fatto tanti test ed è certamente positivo: è stato abbastanza chiaro quale fosse la via da seguire. A parte la moto, perché alla fine ho riprovato la 2016 e mi sono trovato piuttosto bene. Quindi in Australia le riproveremo entrambe e decideremo».


In passato la Yamaha ha sofferto i cambi regolamentari, invece questa volta sembra molto competitiva: un altro aspetto positivo.


«Partivamo da una buona base, dalla M1 2015, che è stata la moto più competitiva per tutto il campionato, a parte il ritorno della Honda in qualche gara. Siamo però stati bravi noi piloti e sono stati bravi gli ingegneri ad adattarla subito ai nuovi regolamenti: partire da una base buona è più facile, i nostri ingegneri hanno lavorato bene e le indicazioni che hanno avuto dai piloti sono state importanti».


Lorenzo?


«E’ andato troppo forte, speravo andasse più piano. Finché aveva fatto 2’00”, potevo stare lì con lui, poi è andato veramente, veramente molto forte: speriamo abbia tutto questo potenziale solo per i test


Un giudizio su Stoner?


«E’ andato forte. Oggi è stato bello vedere Lorenzo, Rossi, Marquez, Stoner, Pedrosa, tutti lì davanti: figo!».


Secondo te correrà in Qatar?


«Secondo me ha voglia di correre, al contrario non sarebbe qui… però non lo so: se dovesse accadere, sarebbe un campionato ancora più interessante, con delle gare ancora più belle, perché oltre ai grandi piloti di adesso, ci sarebbe il valore aggiunto di uno come Stoner».


Ma cosa potrebbe fare in Qatar?


«Quella è una pista dove la Ducati va molto forte e dove Stoner va molto forte: potrebbe essere una delle piste migliori se vuole fare qualche gara».


 


http://www.moto.it/MotoGP/motogp-test-sepang-rossi-bene-ma-lorenzo.html


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Joined: 15-Jan-2008
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Premettendo che non appare agevole conoscere quali fossero i "test" che, i singoli team, hanno sviluppato, parrebbe che Yamaha (al momento) parteciperebbe ad un campionato di MotoGp a parte. Il ritardo di Rossi sul compagno maiorchino, tutto sommato, è una novità relativa...nel corso delle fasi iniziali Valentino ha sempre (o quasi) preso paga dal compagno di team...più che altro mi lascia perplesso l'entità del gap (quasi 1 secondo!!!).

Honda pare davvero parecchio indietro... ritardi di sta entità sono davvero eccessivi a questo punto della preparazione per l'imminente stagione.

Per quanto riguarda Ducati, a parte la mia felicità a veder girare un talento indiscutibile come Casey, mi sarei aspettato che le rosse (ormai bianco-rosse) fossero più performanti coi tempi, soprattutto coi piloti ufficiali...boh!

Aspettiamo con interesse gli "sviluppi" australiani a metà febbraio a Phillip Island.

 

Bye!

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Joined: 23-Feb-2006
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Sarà un caso, ma Honda era la casa più di tutte contraria all'introduzione della centralina e del software unico.

Comunque siamo ancora ai primissimi test, non posso credere che in Honda alla fine non riescano a trovare il bandolo della matassa considerati i super tecnici che si ritrovano.

L'unica cosa che ad oggi mi lascia basito è il divario tra Lorenzo e gli altri, tra cui Rossi. 1 secondo di GAP anche su un circuito lungo come Sepang significa fare un altro sport eh.

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Joined: 05-Aug-2006
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MotoGP. Casey Stoner: “La Ducati è da Mondiale”

3 febbraio 2016- L’ex iridato, in veste di collaudatore, ci racconta dei suoi test e delle sue… prospettive di lavoro. Esprimendo valutazioni anche sulla competitività della Desmosedici che ha provato.

Sorprendente Stoner. O forse no, perché da un talento come lui ci aspettavamo questo ed altro, fatto sta che chiudere la terza giornata di test con il quinto tempo assoluto, ad una manciata di centesimi da Crutchlow e Marquez non è cosa da tutti. Figuriamoci da uno che non sale su una MotoGP da mesi, che non guida la Ducati da cinque anni e che le Michelin le ha provate, con scarso amore, solo nel suo anno d’esordio quasi otto stagioni fa.

Ci facciamo raccontare la sua terza giornata di test. Casey, com’è andata oggi?

«Come sapete, il meteo non ci ha aiutato – siamo arrivati qui e abbiamo dovuto aspettare fino al dopopranzo per girare con la pista in condizioni decorose. Prima abbiamo fatto due uscite, con grandi differenze in termini di assetto per capire le differenze e poi abbiamo fatto due ulteriori aggiustamenti prima che cominciasse a piovere, costringendoci ad accorciare il programma del pomeriggio».

«Nel pomeriggio abbiamo faticato a scaldare la gomma posteriore e quindi a trovare grip. Abbiamo dovuto giocare un po’ con l’assetto per trovare una base che ci permettesse di lavorare per capire l’anteriore Michelin, che alla fine è stato praticamente l’unico lavoro che abbiamo svolto nella giornata».

«Siamo un po’ delusi perché nessuno è riuscito a passare troppo tempo in pista oggi – quando la traiettoria si asciugava uscivano tutti, e non è esattamente il momento migliore per stare là fuori e raccogliere dati. Insomma, non sono certo le condizioni ideali ma eravamo tutti nelle stesse condizioni, quindi…»

Ti aspettavi di essere così veloce, e di avere la tenuta fisica necessaria dopo tanto tempo?

«Beh, ho sofferto» ride Casey. «Onestamente sono in una forma migliore di quanto non immaginassi dopo tanto tempo senza salire in sella, e allo stesso tempo non ci aspettavamo di essere così competitivi perché non abbiamo lavorato cercando l’assetto ideale, abbiamo invece fatto tanti esperimenti per capire cosa succede sulla moto andando in ogni direzione».

«Avevamo un programma molto preciso che oggi purtroppo è stato rovinato dal meteo, ma naturalmente essere riusciti ad essere costantemente veloci è una bella soddisfazione sia per me che per Ducati».

In questo test Valentino ha provato delle appendici aerodinamiche per la sua Yamaha scartandole ancora una volta. La tua Ducati invece è piena di alettoni – cosa cambia? La moto diventa più pesante da far voltare?

«In questo momento non trovo la moto pesante, non avendo riferimenti perché non ho provato la moto senza alettoni – più avanti toglieremo gli alettoni e poi li rimetteremo per capire bene tutte le differenze in termini di comportamento. Non riesco quindi a trovare difetti, non sento la moto pesante nei cambi di direzione, credo che magari i piloti che vengono da Ducati non sentano grandi differenze. In questo momento ritengo quindi che apportino solo dei vantaggi, perché quando guidavo la Ducati anni fa avevano grandi pregi e solo qualche piccolo difetto, che credo che nel frattempo siano stati eliminati».

Paolo Ciabatti ha detto di aver già concordato con te il compenso in caso dovessi decidere di correre…

«No, onestamente non ho in programma di correre» ride di nuovo Casey. «La cosa migliore che posso fare in questo momento è girare il più possibile, prendere confidenza con la moto in maniera che quando inizieremo a fare confronti diretti sapremo esattamente quello che stiamo facendo e ci verrà tutto naturale per poter pensare ai prossimi step. Finora le cose sono andate bene, ad ogni tentativo abbiamo avuto risposte precise, in un senso o nell’altro. Ora si tratta solo di discutere per bene tutto quello che abbiamo imparato per definire il programma dei prossimi test».

C’è stato un momento di questi test in cui hai pensato “beh, mi piacerebbe tornare a correre”? E se non è successo cos’è che ti frena? Il pericolo, la pressione, il costante fastidio della stampa? Insomma, cos’è che ti permette di essere felice limitandoti a provare?

«Il mio ruolo è completamente cambiato in questo momento, non sono un tecnico ma di fatto nella veste di collaudatore devo assumere anche il ruolo di tecnico. A molti piloti interessa solo portare avanti la moto, migliorarla – io invece trovo molto interessante capire bene ogni modifica che facciamo, cosa comporta, perché funziona o non funziona. Quindi inizierò a studiare molto attentamente il loro lavoro, perché ci sono tanti sistemi molto complessi al lavoro su questo genere di moto».

Quindi in sostanza vuoi fare il tecnico?

«Beh, forse non mi metterò a fare il meccanico a tempo pieno» sorride Casey. «Ma se non fossi stato impegnato a correre qualche anno fa mi sarebbe piaciuto prendere una laurea in ingegneria, quindi è bello imparare tutte queste cose».

Ducati quest’anno punta al titolo. Considerando che sei tornato dopo una lunga inattività e hai staccato un tempo nei primi quattro, credi che se fossi uno dei piloti ufficiali potresti puntare al titolo con questa moto?

«Credo che finora la moto sia stata più che soddisfacente, e si tratta comunque della versione dello scorso anno – non vedo l’ora di provare un po’ delle novità di quest’anno per vedere quali sono le differenze. Onestamente non penso davvero di correre, quindi non posso rispondere a questa domanda ma direi che la Desmosedici sia decisamente una moto da mondiale».

«Credo che con qualche altra evoluzione, qualche passo avanti qua e là per sistemare i punti deboli penso che sarebbe una moto molto, molto competitiva. Non ha grossi punti deboli, fa alcune cose molto bene, ne fa altre un po’ meno bene – stiamo cercando di migliorare in quei punti per renderla un pacchetto completo».

Proverai in Qatar?

«Certo».

Cosa ne pensi delle Michelin? Come credi che debba cambiare lo stile dei piloti per adattarsi alle nuove gomme?

«Finora non ho trovato grossi problemi. Il primo giorno probabilmente ero abbastanza sensibile a questa cosa, perché le gomme avevano causato un po’ troppe cadute e non sapevo bene cosa aspettarmi. C’è un punto della piega, appena dopo i 45°, in cui l’anteriore sembra cadere un po’, non andare d’accordo con il posteriore almeno con alcuni dei profili che abbiamo provato, cosa che tende ad innervosire un po’ certi piloti che non si sentono quindi del tutto a loro agio alla curva cinque, che è molto veloce in entrata. Quando la moto si alleggerisce non ama quel genere di profilo, diventa un po’ nervosa – credo che sia il momento preciso in cui l’anteriore vorrebbe mollare e mandarvi per terra».

«Le cadute sono state tutte molto simili, in quel frangente, negli ultimi giorni, per cui sono stato abbastanza cauto. In generale direi che la stabilità in frenata non sia la stessa che con le Bridgestone, ma hanno un sacco di pregi. In ingresso curva si può forzare, entrare un po’ più tardi, è più agile e al posteriore c’è davvero tanto grip. Credo che ogni cosa abbia pregi e difetti, in generale, ma finora il feeling è molto positivo».

Modificato da nino71

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After years of struggling with injuries of various kinds, Dani Pedrosa was a changed rider at the end of 2015. Oriol Puigdemont visited his Barcelona clincic to find out how the transformation occurred.

Standing at just 1.58m (5'2'') and weighing just 55 kilos (121lb), 30-year-old Pedrosa is the smallest rider in MotoGP.

This anatomy, which played in his favour in the lower categories, became one of the biggest handicaps when he moved up to the category with the heaviest bikes.

This year marks a decade since his debut in the premier class, always bearing the Repsol Honda colours, but there hasn't been a single season without injuries, pain, or both.

However, Pedrosa is confident that, this time, he has found the answer that allows him to start the year stronger than ever, after having managed to increase the volume and intensity of his physical training.

Arm pump woes

A little under a year ago, the Spaniard hit rock bottom when he was forced to get off the bike. He missed three grands prix (Austin, Argentina and Jerez) because of the pain in his forearm, caused by the arm pump he was suffering from.

After a third operation in which the fascias that surround the muscles of the arm were removed, the Spaniard returned to racing at Le Mans. Since then, he's been a different rider.

The surgery went well, but what went even better was the rehabilitation therapy that he discovered a but later in a physical therapy centre in the Gracia neighbourhood in Barcelona. 

Pedrosa visits the Salo Darder Institute before and after the races, and he undergoes a treatment provided by a machine named PHYSIUM System.

Jordi Saló, its inventor, explained to Motorsport.com how the machine works: "It's all about mobilizing the scar and the post-surgery adhesions in a controlled way, to achieve greater flexibility and this way progressively improve the fascial pressure over the neurovascular and muscular systems, reducing the patient's pain and inflammation."

Before discovering the centre and the technology behind the machines, Pedrosa was in a blind alley.

The muscles in his arms were hypertrophied and, besides that, his tendency to develop fibrosis - tight scars - was trapping the nerves of the area, especially in situations with a lot of stress and physical exhaustion.

All that translated into a loss of sensitivity that got worse as the laps went by, until it became nearly unbearable at the end of the race.

A new rider

There were a lot of people who noticed that something had changed in Pedrosa's mind during the final part of last season.

He was more aggressive than ever at Aragon, where he fought side-by-side with Valentino Rossi and won the battle against the Italian, and won in two of the last four grands prix (Japan and Malaysia). 

At Valencia, the final race of the season, he gained two seconds in six laps to leader Jorge Lorenzo, in a spectacular end to the race that was unthinkable just six months earlier because of his arms.

"In two sessions I realised that it worked," Pedrosa told Motorsport.com earlier this week.

"There is a clear improvement because I had a physical handicap, and that was creating another, mental, one. I started the races compromised. And when you are free, you feel it.

"Not only you can react better while on the bike, but you also know that you are going to do it," he added.

"It seems strange, but the body has a memory. If an area has been in pain for a long time, your body appears to be resigned to accept that it's healed, so you have to teach it.

"That is done in a progressive and gradual way," says the rider from Castellar del Valles near Barcelona, who before finding this treatment "could hardly sleep because of the pain".

Aside from the problems that his bike can cause him at the moment, the Catalan looks happy and oozing confidence, and the rehabilitation of his arm has contributed greatly to that.

In fact, he's so excited with his new protocol that he even volunteered to make it known through a video in which he explains the experience.

 

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