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Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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Stadio Roma, servirà nuova delibera. La Regione: "Opere ignote, vigileremo". Legambiente: "Area ancora più inaccessibile"

 

L'ok al documento potrebbe arrivare entro un mese, forse prima. Spalletti: "Accordo che dà forza alla città e alla squadra". Il presidente della Lazio Lotito: "Cara Raggi,ora anche il nostro..."

 

 

L’accordo siglato in serata sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle rimanda il giorno dopo a inevitabili reazioni. Commenti e polemiche si rincorrono nell’attesa che la maggioranza capitolina si riunisca per votare in aula una delibera ad hoc che, di fatto, sostituirà la precedente licenziata dell'amministrazione Marino. 

L'ok al documento, che dovrà essere elaborato dagli uffici competenti, potrebbe arrivare entro un mese, forse prima. In base ad una interpreazione della legge sugli stadi potrebbe non rendersi necessario un ok separato ad una variante urbanistica in quanto già prevista nella delibera in questione che autorizzerebbe 500mila metri cubi, ovvero cubature in più rispetto ai 350mila mc previsti in quell'area dal piano regolatore vigente. Nel progetto precedente le cubature autorizzate erano il doppio, ovvero un milione di metri cubi. Se non ci dovessero ostacoli amministrativi o burocratici nell'approvazione del progetto i proponenti contano di poter posare la prima pietra già entro l'anno in corso, con calcio di inizio tra il 2019-2020.

Intanto l'assessore regionale Michele Civita, pur definendo l'accordo "una buona notizia", insiste sulla questione delle infrastrutture. "Mentre é stato detto chiaramente che le attuali cubature saranno ridotte in modo significativo, non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture che l'accordo reputa indispensabili per garantire la mobilità sia pubblica che privata, il miglioramento dell'ambiente e della qualità urbana, decisivi per uno sviluppo sostenibile di quel quadrante della città. Su tutto ciò la Regione, in modo costruttivo e in coerenza con l'attività fin qui svolta, eserciterà il ruolo e la funzione di sua competenza", scrive civita in una nota. 

Legambiente rimane critica: "L'accordo sullo Stadio conferma l'errore nella scelta dell'area, con cubature che servono a mettere in sicurezza idrogeologica l'area e che continuano a mancare per la metropolitana", spiegano dall'associazione ambientalista. "Il taglio delle torri e la riduzione delle cubature in variante al piano regolatore e' positiva  - commenta il vice presidente nazionale Edoardo Zanchini - ma si conferma l'errore dell'area scelta che rimarrà irraggiungibile con la metropolitana, visto che il progetto sembra finanziare solo la riqualificazione della stazione di Tor di Valle ma continueranno a passare i soliti pochi, vecchi treni di una linea che funziona malissimo, e non emerge alcun finanziamento pubblico che preveda il potenziamento della linea".

"Il risultato delle trattative sullo stadio è che rimane più di mezzo milione di metri cubi di cemento e spariscono le opere pubbliche - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - Ci rivolgiamo alla giunta Raggi, chiedendo chiarezza su quanto deciso ieri nell'accordo con l'AS Roma, da un lato infatti non emerge alcuna certezza sull'accessibilità su mezzo pubblico così come era previsto dalla delibera di pubblico interesse, dall'altro lato comunque ci troveremmo di fronte alla nascita di un quartiere da 600mila metri cubi di uffici e strutture commerciali. L'ultimo accordo conferma quanto fosse sbagliata la scelta dell'area, visto che gran parte della cubatura da realizzare viene motivata proprio con la spesa per la messa in sicurezza dell'area dai enormi rischi idrogeologici che la contraddistinguono".

Per il tecnico della Roma, Luciano Spalletti è stato invece "raggiunto il massimo del risultato, bravi a tutti. Lo stadio è una cosa importante, penso sia un risultato straordinario,  la sindaca Raggi attraverso il dialogo è riuscita a trovare tutela e soddisfazione per tutti, ha fatto il massimo, ha fatto con grandissima competenza quello che è il suo lavoro. È un risultato che dà forza alla città ed è un traguardo importante per la Roma che sarà una squadra ancor più ambita in futuro".

Sull'ok arriva anche il commento dell'allenatore della Lazio Simone Inzaghi: "La notizia del via libera al nuovo stadio della Roma mi fa piacere perché penso che in contemporanea verrà accettato anche il progetto della Lazio. Entrambe le squadre devono avere lo stadio di proprietà, è un obbligo". A stretto giro arriva anche il presidente Biancoceleste Claudio Lotito: "Cara sindaca Raggi, prendiamo atto che la sua amministrazione ha superato i vincoli ed ha raggiunto un accordo con la Roma per la realizzazione del nuovo stadio giallorosso. Ci aspettiamo che applichi par condicio nei confronti degli innumerevoli tifosi biancocelesti e consenta la creazione del nuovo impianto della Lazio"

Ironizza su Facebook il deputato pd Marco Miccoli: "Sono sicuro che la Sindaca di Roma Virginia Raggi garantirà tutte le opere pubbliche previste nel progetto per il nuovo Stadio della Roma – posta - e garantirà ai tifosi di poterlo raggiungere, anche a quelli che non hanno l'elicottero. #FamoStoStadio #mafamopureleoperepubbliche". Per Francesco Giro, senatore di Forza Italia  “sembra un accordo per rincominciare tutto daccapo ovvero per non fare più lo stadio o comunque per realizzarlo con un sindaco di Roma che molto probabilmente non sarà più la Raggi".  "Lo stadio si fa secondo le nostre regole e i nostri principi, e ci fa piacere che la societa' calcio Roma sia venuta incontro alla nostra richiesta", esulta il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. "Si fara' lo stadio ma le opere a contorno avranno il 50% in meno delle cubature - ha aggiunto l'esponente del Movimento 5 Stelle -. Perche' non l'hanno fatto prima? Noi lo abbiamo ottenuto".

I complimenti a Raggi arrivano anche dalla deputata M5S Roberta Lombardi, tra gli esponenti pentastellati più critici, nei giorni scorsi, sul progetto del nuovo impianto a Tor Di Valle "Stracciato il progetto iniziale. Dimezzate le cubature extra-stadio. Nessun grattacielo. Questo è uno #StadioFattoBene, brava Virginia Raggi", scrive in un tweet Lombardi.

"Rivoluzionare il progetto come detto dalla sindaca Raggi, tagliando opere pubbliche importanti come il prolungamento della metro (quantomeno non citata dal sindaco) e immaginando che parte di esse possa essere realizzata in un secondo tempo, in una città piena di quartieri in cui sono state realizzate le case ma non le opere pubbliche essenziali ad una vita civile, non ci sembra una grande conquista", sostiene l'architetto Marialuisa Palumbo, direttore scientifico del master in architetture sostenibili dell'Istituto Nazionale architettura (Inarch). Raggi, scrive l'architetto in una nota, "parla di uno 'progetto 2.0', di uno stadio moderno ed ecocompatibile, di edifici costruiti nella miglior classe energetica e di sistemi di energia rinnovabile. Tutto questo naturalmente va benissimo, ma poiché è ben noto che le cubature delle torri erano state calcolate per il bilanciamento economico delle opere pubbliche richieste, se si vuole parlare di 'sostenibilità ambientale e sociale' del progetto, bisogna capire cosa succede di queste opere pubbliche".

Non piace invece ad Alessandro Lepidini, consigliere dem al IX municipio “l’aver deciso per il via libera a Tor di Valle devastando l'ultima ansa del Tevere, uno dei simboli del IX municipio, senza prevedere nell'accordo le indispensabili opere infrastrutturali".  Andrea Romano, deputato dem parla di "beffa perché la conferenza dei servizi che riparte daccapo significa rimandare a non si sa quando la costruzione dello stadio e sull'altare dell'ideologia grillina sono state sacrificate il 50% delle opere pubbliche"

Per gli ecoradicali invece "la giunta si è piegata ai diktat degli interessi forti, avallando una gigantesca operazione immobiliare al di fuori del piano regolatore, aggiungendo cemento in una città che conta almeno 100mila immobili invenduti".

Intanto dopo l'accordo raggiunto ieri sera sullo il Codacons ha già annunciato che valuterà il progetto per decidere se impugnarlo al Tar.

 

 

repubblica.it

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59 minuti fa, Marmas ha scritto:

 

Debbo rivedere, almeno per ora, la valutazione espressa ieri sera a caldo Armi.

 

Fermo restando il plauso per l'eliminazione dei grattacieli e l'ulteriore abbattimento delle cubature (e in attesa di conoscere numeri e tempistiche ufficiali) credo che quella di Virginia Raggi debba essere considerata  come una classica vittoria di Pirro che potrebbe costare carissima al sindaco stesso e al movimento in termini di credibilità e consenso.

 

Ne sapremo di più e meglio nei prossimi giorni

 

ps: è chiaro che anche alla luce dell'accordo di ieri sera il giudizio sulla banda PPU rimane invariato .asd

 

 

 

La Raggi (o chi per lei ) ha evitato un bagno di sangue. E' vero che avevano la testa dell'ecomostro sul ceppo, ma è anche vero che l'annullamento della delibera avrebbe comportato altro tempo perso in schermaglie più o meno legali quando Roma ha bisogno di una giunta che impegni il proprio tempo in cose piu' vicine alle necessità dei cittadini, A me sentire tutti giorni sta litania sullo stadio come se fosse l'unico problema di sta città a me ha fatto venire l'orticaria.

E' chiaro che trattasi di compromesso ma credo che, escludendo, pur avendone la possibilità di chiudere definitivamnete la questione senza strascichi legali, questa mi sembra, fra le opzioni rimanenti, quella politicamente piu' percorribile.

Il resto lo vedremo in seguito.

 

PS Alla PPU dovrebbero mettere il cartelino col numero come ai Bassotti.

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25 minuti fa, The Ram ha scritto:

Di edilizia mi intendo poco ma una domanda la faccio a chi se ne intende piu di me.

Se evito i grattacieli sicuramente ci sara meno cemento ma a livello di suolo che cambia visto che si espandono in altezza e non in larghezza ?.penso

 

Non cambia nulla a meno che tu non decida di recuperare le cubature abbattute attraverso un aumento della superficie edificabile.

 

Per dire, 10 mc li puoi edificare  su un rettangolo di 10m  x 1m (10mq, e l'altezza sviluppata sarà quindi di 1 m) oppure su un un quadrato 1m x 1m ( 1mq, con altezza sviluppata che sarà pari a 10 m).

 

 

 

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7 ore fa, Press ha scritto:

Chiedo come sempre agli ospiti romanisti, non ho seguito benissimo la faccenda, quindi un piccolo riassuntino veloce...ma l'Olimpico ed il Flaminio non si poteva trovare una soluzione? E soprattutto la Lazio che farà? So che magari è stato già scritto ma ribadisco non ho seguito quasi nulla della faccenda, ma ora, alla luce di questa prospettiva, mi ha preso, e la voglia di rovistare pagine non c'è...

il flaminio non va più bene per il calcio e non lo dico io ma colui che ne tiene i redini ossia nervi. l'olimpico ormai va bene per ospitare il rugby e le partite si di calcio ma delle nazionali

 

 

la lazio o per meglio dire lotito l'avrebbe voluto fare alla tiberina ma gli avevano detto di no perchè esondabile e non edificabile a differenza di tor di valle. tra l'altro lotito forse (potrei dire una cavolata) non cercherebbe fondi privati per la costruzione.

Modificato da Harvey Dent
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Joined: 15-Apr-2007
7623 messaggi
14 minuti fa, Arminius ha scritto:

 

La Raggi (o chi per lei ) ha evitato un bagno di sangue. E' vero che avevano la testa dell'ecomostro sul ceppo, ma è anche vero che l'annullamento della delibera avrebbe comportato altro tempo perso in schermaglie più o meno legali quando Roma ha bisogno di una giunta che impegni il proprio tempo in cose piu' vicine alle necessità dei cittadini, A me sentire tutti giorni sta litania sullo stadio come se fosse l'unico problema di sta città a me ha fatto venire l'orticaria.

E' chiaro che trattasi di compromesso ma credo che, escludendo, pur avendone la possibilità di chiudere definitivamnete la questione senza strascichi legali, questa mi sembra, fra le opzioni rimanenti, quella politicamente piu' percorribile.

Il resto lo vedremo in seguito.

 

PS Alla PPU dovrebbero mettere il cartelino col numero come ai Bassotti.

 

In linea di massima siamo d'accordo ma ci sono , ad oggi, troppi punti interrogativi da decriptare a partire dalla consistenza delle opere pubbliche e dalla tempistica sulla loro realizzazione. Anche sulla cubatura finale, per dire,  continuo a leggere numeri ballerini (c'è chi parla di 500.000 mc chi di 600.000) e constato con un pò di sorpresa che la cubatura iniziale è passata in qualche caso da 1 milione di mc ad 1.100.000 e in alcuni casi a 1.200.000 mc.

Poi bisognerà vedere come verrà gestita questa nuova fase perchè ad esempio i proponenti stessi hanno sempre detto che di fronte a modifiche sostanziali (e questa indubbiamente lo è) sarebbe stato necessario ricominciare tutto da capo attraverso una nuova delibera.

Tralascio altri aspetti come quello relativo al vincolo della sovprintendenza e alla variante urbanistica al PRG.

 

Insomma, mi sembra più che mai un discreto casino.

 

 

 

 

ps: alla luce dell'accordo di ieri sera grandissima delusione per la gestione della vicenda, davvero pessima, da parte dei vertici del movimento a partire da Grillo nell'ultimo mese

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Joined: 15-Apr-2007
7623 messaggi
19 minuti fa, Harvey Dent ha scritto:

il flaminio non va più bene per il calcio e non lo dico io ma colui che ne tiene i redini ossia nervi. l'olimpico ormai va bene per ospitare il rugby e le partite si di calcio ma delle nazionali

 

 

la lazio o per meglio dire lotito l'avrebbe voluto fare alla tiberina ma gli avevano detto di no perchè esondabile e non edificabile a differenza di tor di valle. tra l'altro lotito forse (potrei dire una cavolata) non cercherebbe fondi privati per la costruzione.

 

 

:261:

 

 

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36 minuti fa, Marmas ha scritto:

 

Non cambia nulla a meno che tu non decida di recuperare le cubature abbattute attraverso un aumento della superficie edificabile.

 

Per dire, 10 mc li puoi edificare  su un rettangolo di 10m  x 1m (10mq, e l'altezza sviluppata sarà quindi di 1 m) oppure su un un quadrato 1m x 1m ( 1mq, con altezza sviluppata che sarà pari a 10 m).

 

 

 

In poche parole si taglia qualcosa in altezza ma lo spazio occupato rimane lo stesso sefz

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Stadio, l’incontro segreto tra sindaca e la Roma: così è nato il patto “cemento dimezzato”

 

Prima il summit Parnasi-club, poi entra in campo la prima cittadina:"Devo convincere i consiglieri di maggioranza". Addio alle tre "tower" griffate. Raddoppiata la via del Mare e salta il ponte dei Congressi ma sarà potenziata la ferrovia

 

di LORENZO D'ALBERGO e MATTEO PINCI

 

 

Più avvincente di una fiction, con colpi di scena e intrighi degni di una produzione hollywoodiana. Puntata dopo puntata, la telenovela sul nuovo stadio della Roma ha preso ritmo. Fino a trasformarsi in un thriller a tinte giallorosse... con il lieto fine. Perché nelle ultime 24 ore è accaduto più o meno di tutto. Compreso l’annuncio della sindaca a tarda sera: «Accordo raggiunto, abbiamo il progetto 2.0 senza le torri ».

Ora, però, un passo indietro: la maratona finale per Tor di Valle parte giovedì, nel tardo pomeriggio. In Campidoglio si ritrovano i tecnici dei dipartimenti Urbanistica, Trasporti e Patrimonio e gli architetti del club di James Pallotta e del costruttore Luca Parnasi. Si limano le cubature: taglio del 50 per cento sul milione di metri cubi previsto dal progetto originario, con il business park ridotto del 60. I limiti imposti dal piano regolatore ora sono vicinissimi. Si discute delle opere pubbliche e qui gli uffici sono categorici: il raddoppio della via del Mare dovrà essere più lungo, per evitare l’effetto imbuto, e si punterà sul potenziamento della Roma-Lido e una nuova stazione per connettere la nuova arena romanista al centro. Fondamentale, poi, la bonifica del fosso di Vallerano per eliminare il rischio idrogeologico. Focus, infine, sugli standard costruttivi: gli edifici attorno al Colosseo bis — addio alle torri di Libeskind — saranno green. Standard A4. In altre parole, ad alto risparmio energetico, con materiali di ultima generazione. Solo lo stadio, impossibile averne uno migliore, sarà di classe A3. Comunque rivoluzionario rispetto al resto della città.

Dopo un vertice tra Roma e Parnasi nello studio Tonucci, sede della società del nuovo stadio, arriva il momento della sindaca. Partecipa a un incontro segreto con i proponenti. Prima di andare a dormire, poi, Virginia Raggi si consulta con il proprio staff: «Se arriverà la stretta di mano, dovrò avere tutti i consiglieri con me». Si fa sentire la paura di una spaccatura, di perdere gli “ortodossi” della maggioranza M5S lungo il percorso che dovrebbe portare al «sì» al progetto romanista con modifica della delibera di pubblica utilità dell’amministrazione Marino. Chi le è vicino le suggerisce il jolly: lasciare a Beppe Grillo, al garante del Movimento, il compito di esporre ai 29 eletti dell’aula Giulio Cesare il nuovo progetto.
È l’una di notte. Le trattative dei tecnici vanno avanti. L’inquilina del Campidoglio, invece, torna a casa. Per poi finire in ospedale, al San Filippo Neri, al mattino: forti dolori addominali la mettono al tappeto. Per rimettersi in piedi, la prima cittadina pentastellata impiegherà tutta la giornata.

«Lo stress? Sicuramente non è una vita facile — spiega l’ex marito Andrea Severino — dovrebbe mangiare di più». Ecco le visite del vicesindaco Luca Bergamo, del capogruppo Paolo Ferrara, le fette biscottate e il viaggio verso Palazzo Senatorio. Ad attenderla, in sala delle Bandiere, ci sono l’avvocato Luca Lanzalone, il numero uno dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e la presidente della commissione Urbanistica Donatella Iorio.

L’incontro con la Roma, previsto inizialmente alle 16, viene posticipato di ora in ora. Il dg giallorosso Mauro Baldissoni verrà accolto solo alle 21. E chi è dentro, seduto al tavolone con la sindaca, prima si rassegna: «Sarà una lunga notte». Poi festeggia via sms: «È finita, trattativa ok».
L’ipotesi, così raccontano in Campidoglio, è che alla fine si sia chiuso sulla base dell’intesa raggiunta giorni fa in un vertice riservato tra gli emissari del team Raggi e gli investitori americani legati a James Pallotta: il gruppo Raptor e il fondo immobiliare Starwood. Le parti si sono incontrate a Firenze per stabilire le regole di ingaggio: no alle torri, lontane per forma e visione dal tessuto urbanistico della capitale, sì a strutture più leggere. Capaci di far sognare anche chi da sempre è contrario al cemento a Tor di Valle.

Perché alla fine della «notte» dello stadio spunta l’accordo: 598mila metri cubi totali e un referendum tra i cittadini per decidere la destinazione degli edifici del business park. Restano comunque due fronti aperti: la Roma dovrà risolvere il nodo del vincolo che la Soprintendenza ha posto sul vecchio Ippodromo di Julio Lafuente e la conferenza dei servizi, con un progetto tanto diverso ll’originale e una probabile revisione delle opere pubbliche — a forte rischio almeno il ponte dei Congressi — rischia di ripartire da zero.

 

 

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2 minuti fa, The Ram ha scritto:

In poche parole si taglia qualcosa in altezza ma lo spazio occupato rimane lo stesso sefz

 

 

.asd

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3 minuti fa, Marmas ha scritto:

 

 

.asd

Mi sa che sta roba sara' un autogoal per i 5S anche se non facendolo avrebbero perso i voti di tutti i romanisti ,magari hanno fatto due conti e scelto il male minore sefz

 

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Dispiace per il mancato prolungamento della linea metropolitana B.. I proponenti ora non lo faranno più a loro spese ed è un vero peccato non poter raggiungere lo stadio in metro 

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1 ora fa, comadabi ha scritto:

Dispiace per il mancato prolungamento della linea metropolitana B.. I proponenti ora non lo faranno più a loro spese ed è un vero peccato non poter raggiungere lo stadio in metro 

Potrai sempre andarci con il vaporetto .asd

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L'unica cosa che mi chiedo, faranno in tempo ad apportare le modifiche al progetto in tempo utile per i prossimi step ? 

Non credo che basti mettere un paio di crocette sui palazzi da eliminare sulle cianografie...

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3 hours ago, Bradipo76 said:

L'unica cosa che mi chiedo, faranno in tempo ad apportare le modifiche al progetto in tempo utile per i prossimi step ? 

Non credo che basti mettere un paio di crocette sui palazzi da eliminare sulle cianografie...

Non saranno eliminati quei palazzi ma rimpiazzati da edifici più bassi, con un abbassamento dello skyline.

OfflineTyler87

*
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Re:Stadio della.... (Topic ufficiale)
« Risposta #7473 il: Ieri alle 21:44 »
 
Stadio della Roma, l’architetto Sasso: “E’ stato Beppe Grillo a chiamarmi per ridurre la volumetria dell’intero progetto”

Alberto Sasso, architetto, ha rilasciato alcune dichiarazioni sullo stadio della Roma al sito Imperiapost.it. Il professionista ligure ha condotto in prima persona la trattativa, rimodulando il progetto originariamente licenziato dalla Giunta Marino, rendendolo urbanisticamente e ambientalmente meno impattante, più congeniale alla linea di pensiero del Movimento Cinque Stelle e gradito anche alla dirigenza della Roma Calcio. Queste le sue parole:

“E’ stato Beppe Grillo a chiamarmi. Mi ha chiesto di analizzare il progetto di realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. La Giunta Raggi aveva ereditato il progetto dalle Giunte precedenti in una fase già molta avanzata. Non trovandosi un accordo sulla costruzione, il rischio era quello di mettere a repentaglio l’intero progetto, originando così un contenzioso legale con la Roma Calcio che avrebbe prodotto effetti devastati non solo per la città, ma anche per l’amministrazione comunale. Mi è stato chiesto di ridurre la volumetria dell’intero progetto. Tra i problemi principali le opere a scomputo titaniche che generavano un surplus volumetrico difficile da sostenere. Abbiamo così avviato una rinegoziazione del progetto con la Roma attraverso l’allestimento di svariati tavoli tecnici. Io mi sono occupato in particolare di stabilire vincoli nella convenzione siglata tra il Comune e la Roma Calcio in materia di opere di urbanizzazione. Opere, utili alla città e ai romani, da realizzarsi prima della costruzione dello stadio e atte a rendere più fruibile l’intera area sia a livello ambientale che viabilistico”.

In definitiva, abbiamo ridotto del 60% le volumetrie extra stadio, del 47% la volumetria complessiva generata dalle compensazioni urbanistiche per opere di interesse pubblico, aumentando gli standard di qualità energetica degli edifici ai massimi livelli. I tre grattacieli previsti nel progetto originario saranno rimpiazzati da edifici più bassi, con un abbassamento dello skyline. Verrà messo in sicurezza il quartiere di Decima, che non sarà più soggetto ad allagamenti, ma interventi sono anche previsti sul quartiere Magliana, con lavori che, sotto il profilo della volumetria, saranno gestiti con un processo partecipato che vedrà coinvolta anche la popolazione residente. Abbiamo aumentato le superfici verdi e potenzieremo i poli di trasporto su rotaia con una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido. In ultimo piste ciclabili per oltre 11 km. Virginia Raggi è una persona in gamba, forte, come tutta la squadra che la circonda. Si trova davanti problemi enormi da risolvere ed è stata messa alla gogna. Non le è stata data la possibilità di lavorare serenamente, ma posso assicurare che è una professionista preparata, in particolare sotto il profilo giuridico. Rappresenta in pieno l’identità del Movimento Cinque Stelle, l’apertura a progetti non convenzionali e migliorativi”.

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Ve lo dico io: faranno prima i palazzi i centri commerciali lo stadio ed i caxxi loro. Per le opere pubbliche saranno finiti i soldi.

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17 ore fa, The Ram ha scritto:

Mi sa che sta roba sara' un autogoal per i 5S anche se non facendolo avrebbero perso i voti di tutti i romanisti ,magari hanno fatto due conti e scelto il male minore sefz

 

 

Per fortuna anche nella tifoseria riommica c'è chi riesce a ragionare con la propria testa (ne è dimostrazione il flop clamoroso della manifestazione dell'altro ieri al Campidoglio).

 

A Roma non ci sono solo romanisti e la favoletta che la maggioranza dei cittadini romani sarebbe favorevole allo stadio inserito all'interno di quel progetto è, appunto, una favoletta.

 

L'interrogativo che poni è reale, e a mio avviso diventerà via via più attuale nel corso dei prossimi sviluppi e man mano che si conosceranno i contenuti esatti del nuovo accordo. E alla fine i grillini potrebbero accorgersi di aver fatto male i conti.

Modificato da Marmas

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15 ore fa, comadabi ha scritto:

Dispiace per il mancato prolungamento della linea metropolitana B.. I proponenti ora non lo faranno più a loro spese ed è un vero peccato non poter raggiungere lo stadio in metro 

 

 

1. non sarebbe stato un prolungamento ma una diramazione da Magliana a Tor di Valle (dopo tre anni manco le basi .asd)

 

2. chi ha seguito la vicenda con attenzione sapeva con certezza nonostante le s********e scritte dai giornali (personalmente l'ho scritto su questo forum più o meno un anno fa) che lo sfiocco della metro B sarebbe stato eliminato dal progetto

 

3. attenzione perchè il "no" alla diramazione della metro B unito alla inadeguatezza degli interventi sulla viabilità previsti  nel nuovo accordo  e alla sostanziale scomparsa delle opere pubbliche potrebbe voler significare un "NO" all'intero progetto e dunque al Pallotta Stadium

 

 

ps: una domanda se posso: tu sei un romano trapiantato a Bologna o più semplicemente un bolognese che tifa Roma senza avere la minima conoscenza della capitale?

Modificato da Marmas

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Stadio a Tor di Valle, l'urbanista Grassi: «Senza opere pubbliche una trappola per 400 mila romani»

 

«L’accordo raggiunto sullo stadio della Roma potrebbe rivelarsi una vera trappola per gli oltre 400mila romani che abitano o frequentano per motivi di lavoro quel quadrante della città». A sostenerlo è Raimondo Grassi, architetto urbanista e presidente del movimento Roma Sceglie Roma. «Roma Sceglie Roma è contraria alla cultura del "No per il No" e alla criminalizzazione del cemento. La Capitale ha urgente bisogno di infrastrutture e grandi investimenti che possano rilanciare l'economia e creare posti di lavoro per i giovani, ma tutto questo deve avvenire attraverso un piano di sviluppo che metta a sistema le emergenze della città e non con un accordo al ribasso e sulle spalle dei cittadini», attacca il presidente di Roma Sceglie Roma.

"Un accordo sull’intervento urbanistico più importante degli ultimi 50 anni - continua Grassi - che è un regalo scellerato di ben 600 mila metri cubi di cemento in cambio di residue opere pubbliche. Saltano metro, ponti e lo svincolo sulla Roma-Fiumicino, resta in piedi la farsa del raddoppio della via del Mare, solo per il breve tratto iniziale, che aumenterà l'effetto imbuto, gravando pesantemente sulla viabilità. Quanto alla stazione di Tor di Valle anche qui si prendono in giro i romani: la stazione già esiste ed è attualmente oggetto di riqualificazione. Non si capisce perché ci si è affrettati a dire No ai 5 miliardi di investimenti che sarebbero arrivati dalle Olimpiadi di Roma 2024 e si è invece regalato ad un imprenditore un intervento urbanistico in cambio di appena 90 milioni di euro di opere pubbliche" , conclude Grassi.

 

 

ilmessaggero.it

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Breve storia dello psicodramma
Lo stadio e le ragioni di Paolo Berdini

 

È lo specchio di una politica comunale gestita in modo tanto personalistico quanto dilettantesco. Non facevano prima ad ascoltare l’ex assessore, il quale da subito gli aveva detto che progetto e collocazione erano inaccettabili?

 

Di Vittorio Emiliani

 

Lo Stadio della Roma è diventato uno psicodramma, politico e sociale. Ma sembra più che altro lo specchio di una politica comunale gestita in modo tanto personalistico quanto dilettantesco. Ricordate Ignazio Marino che vola improvvisamente negli States, lui che sa le lingue, per concordare in linea di massima il progetto del nuovo Stadio della Associazione Sportiva Roma o meglio del suo presidente? Uno pensa che per fare un gesto del genere avesse alle spalle chissà quali studi di fattibilità, e invece no. O in alternativa che ce li avesse l’investitore americano, e invece nemmeno lui li aveva.

 

Marino volò addirittura negli Usa

 

Eppure da più parti si è subito obiettato che l’area dell’ex ippodromo era quanto mai insidiosa dal punto di vista idrogeologico come ogni terreno nell’ansa del Tevere (non si era dovuta forse ricostruire di fatto la tribuna dell’Olimpico chiamata Tevere?), era malissimo collegata con la letale Via del Mare a senso unico e la parallela angusta Via Ostiense, e da quello ferroviario. Ma no, Ignazio Marino era stato eletto a furor di popolo forse proprio perché privo di precedenti amministrativi, preferito alla grande all’attuale premier, già solido ex assessore con Rutelli, Paolo Gentiloni (par di sognare). C’erano i soldi? Soltanto in parte. Per questo Pallotta&Parnasi chiesero e ottennero che attorno allo Stadio venisse imbandito il “piatto forte” e cioè la bellezza di 1 milione circa di metri cubi. Di residenze? No, non si poteva. Allora di uffici e di locali commerciali.

 

Uffici inutili, un quartiere che si allaga

 

Ma se Parnasi aveva già uffici sfitti alla Bufalotta e di altri vuoti ce n’era una caterva a Roma, per 2 milioni di metri quadrati? Eppure quel progetto coi grattacieli e con tanti interrogativi venne approvato, con l’aggiunta di considerare di «pubblica utilità» una serie di opere importanti. Malgrado i tecnici rilevassero che per la bonifica del Fosso di Vallerano (che sovente allaga Decima) e per le idrovore a pompaggio continuo occorrevano 9 più 16 milioni e che il raccordo con la Metro B metteva in pericolo il funzionamento della stessa e che unificare per un tratto Via del Mare e Ostiense era un «papocchio». E poi, per chi lo Stadio? Una inestirpabile violenza ha allontanato la gente. Il derby è temuto come un evento bellico. Nel 2016 gli abbonati della Roma sono risultati circa 18.000 con un calo del 25 %. Ancor peggio la Lazio, crollata a 4.000 tessere (- 72%).

 

Dovevano decidere i cittadini

 

Tutto questo è precipitato addosso al M5S, alla sindaca Virginia Raggi e al sindaco-ombra Beppe Grillo che nove mesi dopo dichiara che Tor di Valle non va e che sullo Stadio della Roma decideranno... i cittadini. Non facevano prima ad ascoltare l’ex assessore, l’urbanista Paolo Berdini, il quale da subito gli aveva detto che progetto e collocazione erano inaccettabili? E che si potevano avanzare controproposte utili? Come per le Olimpiadi d’altronde. Tutto dimenticato.

 

(corriere.it 25.02.2017)

 

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Stadio Roma, Civita: "La Regione eserciterà il ruolo e la funzione di sua competenza"

 

(25.02.2017) - Dell’accordo raggiunto ieri sullo Stadio della Roma “mentre è stato detto chiaramente che le attuali cubature saranno ridotte in modo significativo, non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture per garantire la mobilità, il miglioramento dell’ambiente e della qualità urbana. Su tutto ciò la Regione, eserciterà il ruolo e la funzione di sua competenza“. Così in una nota l’assessore alle Politiche del Territorio e alla Mobilità, Michele Civita.

 

(ansa)

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Articolo molto interessante.

 

 

Chi vince e chi perde sullo stadio della Roma a Tor di Valle

 

Un lungo incontro segreto di mediazione finito giovedì notte. Un ok al progetto strappato ai consiglieri (non a tutti: otto sono dissidenti) nella riunione di venerdì in Campidoglio. Poi la convocazione di A.S. Roma e Luca Parnasi per chiudere i dettagli e scegliere la comunicazione all’uscita. E così alla fine sullo Stadio della Roma a Tor di Valle vince il compromesso tra Virginia Raggi e i proponenti, che lascia con il cerino acceso in mano i dissidenti come l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo che in una dichiarazione all’agenzia DIRE aveva detto che il luogo non era idoneo. Ma a perdere non è soltanto lui: ad occhio anche Eurnova cede sulla realizzazione delle torri e il fronte dei grillini ambientalisti finisce spaccato tra chi ancora contesta e chi fa buon viso a cattivo gioco. E poi: il silenzio glaciale degli esponenti del Partito Democratico sia in Comune che in Regione rivela la loro rovinosa sconfitta in un dossier in cui a via della Pisana sono stati traditi dalla loro incapacità di prendere in mano la situazione mentre in Assemblea Capitolina, semplicemente, la partita non si è mai giocata. Last but not least: dal ridimensionamento del progetto deriva, come era prevedibile, un ridimensionamento anche delle opere pubbliche che il proponente si era impegnato a realizzare: quindi a perderci sono anche i cittadini romani. Quello che però l’ha presa peggio sui denti non può che essere Paolo Berdini: mentre si lavorava a una mediazione che prevedeva il taglio delle cubature l’ex assessore all’urbanistica ha puntato tutto sul no allo stadio per far saltare il progetto e poi si è dilettato nella diffamazione anonima della sindaca. Questo lo ha costretto a togliere la sua faccia da un compromesso comunque potabile e il suo deretano da una poltrona in cui sedeva davvero comodamente.

 

 

Vediamo per quanto possibile i dettagli dell'accordo e in che modo cambierà la procedura. Il taglio delle tre torri di Libeskind e quello delle cubature cambia in maniera definitiva il progetto della delibera 132 firmata nel 2014 dall’allora sindaco Ignazio Marino e dall’assessore Giovanni Caudo: sarà necessario un altro atto e, a questo punto anche una nuova Conferenza dei Servizi. Ma la A.S. Roma invece sostiene il contrario e ritiene che si possa concludere l’iter autorizzativo il 6 marzo e presentare la documentazione preliminare il 3 (anche se si parla anche di un rinvio di un mese chiesto dai proponenti). Una tesi contestata ferocemente da tutti. Poi c’è la questione dell’apposizione del vincolo: se prima la Conferenza poteva essere il luogo in cui superare le mosse della Soprintendenza, il suo fallimento e l’eventuale riconvocazione farebbe pensare al contrario. A cadere sono il prolungamento della metro B, il ponte aggiuntivo sul Tevere e la bretella sulla Roma-Fiumicino: tutte infrastrutture di cui la città aveva bisogno a prescindere dallo stadio e che però il Comune di Roma non può realizzare per la penuria di liquidità. Le infrastrutture sarebbero state ovviamente utilizzabili per tutta la settimana e non soltanto il giorno della partita. Da questo punto di vista ci perdono i cittadini. Che si possono però consolare con altro: il progetto avrà delle certificazioni ambientali superiori rispetto a quelle di partenza e verranno piantati più alberi rispetto alla versione iniziale. Anche i materiali utilizzati saranno «innovativi» e il parco rimane.

 

A perderci, e male, sono i grillini del no. A parte gli otto consiglieri comunali che non erano d’accordo con la mediazione raggiunta da Virginia Raggi, traspare l’irritazione o la rabbia in molti esponenti dei 5 Stelle, sia tra gli eletti che tra gli attivisti. Emblematico è il tweet di Silvana Denicolò, consigliera regionale del Lazio, mentre anche Roberta Lombardi e la sua crew romana devono essere molto arrabbiati anche se probabilmente diranno, come è già capitato, che in realtà loro hanno sempre puntato a questo. Un silenzio glaciale si osserva anche dalle parti di Francesco Sanvitto, il portavoce del Tavolo Urbanistica del M5S ieri cazziato con parole definitive da Beppe Grillo sul blog. Altri, come la sorella di De Vito Francesca, fanno buon viso a cattivo gioco: «Credo che sia meglio convincere i consiglieri “dissidenti” a costruire uno stadio che darà lavoro e sviluppo alla Capitale piuttosto che portarli da un notaio per defenestrare un Sindaco democraticamente eletto…..ogni riferimento è puramente casuale»

 

A dir poco rovinosa è invece la sconfitta politica del Partito Democratico. Gli esponenti dell’Assemblea Capitolina hanno cominciato a difendere le opere pubbliche soltanto dopo la lettera di Ignazio Marino che ricordava i termini e l’importanza dell’accordo per la città. Prima anche i deputati eletti a Roma hanno continuato a trattare il dossier come se si trattasse di una questione sportiva, solleticando gli istinti dei tifosi sulla cattiva sindaca che non voleva lo stadio dei giallorossi. Una pecionata galattica che dimostra tutta la scarsa comprensione di una partita che invece era prima di tutto economica e riguardava gli investimenti privati in città. Per non infastidire il bacino elettorale degli ambientalisti invece i consiglieri, i deputati e i senatori del Partito Decapitato (da Orfini) hanno invece puntato tutto su Forza Roma, Daje Lazio, dimostrando così una superficialità politica che dovrebbe indurli a una riflessione (soprattutto agli ex esponenti del partito dell’autocritica). Il risultato è stato che la Raggi ha potuto annunciare che lo stadio si fa e le torri no, mentre loro sono rimasti tutti con il cerino acceso in mano: e infatti da ieri si registra un silenzio di tomba nonostante il raggiungimento dell’accordo avrebbe dovuto far esultare gli alfieri democratici del #famostostadio.

 

Ma la sconfitta più rovinosa la registra la Regione Lazio nei suoi esponenti principali: Nicola Zingaretti e l’assessore Michele Civita. In sede di Conferenza dei Servizi il Partito Democratico laziale ha rinunciato a difendere gli investimenti privati per le solite ragioni di bacino elettorale, ma ha anche commesso una serie di errori strategici: ha regalato ai grillini un mese di sospensione della Conferenza per facilitare il raggiungimento dell’accordo di ieri mentre era nei suoi poteri negarlo. Ma non c’è solo questo: l’iter della Conferenza dei Servizi prevedeva l’ultima parola per la Regione e, in successione, la possibilità per i proponenti di adire al governo in caso di mancata decisione finale.

Raccontano i beninformati però che la Roma si fosse convinta a seguire l’iter giudiziario proprio dopo aver registrato la mancanza di volontà politica a dare l’ok all’opera in caso di fallimento della Conferenza dei Servizi. Perché c’era un ragionamento politico sotteso: alla fine la responsabilità del no allo Stadio della Roma se lo sarebbero preso i grillini, con tutto ciò che elettoralmente comportava. La strategia politica dello struzzo però non ha pagato: adesso il Comune ha detto sì. Alla nuova delibera che passerà in Aula il PD potrà dire solo sì o sissignore. Oppure votare no, dicendo che era meglio il progetto del sindaco che ha dimissionato dal notaio. La soprintendenza dei Beni Culturali, che dipende dal ministero retto da Dario Franceschini, ha invece apposto il vincolo alle ormai famose tribune di Lafuente. Probabilmente quel vincolo verrà superato in sede politica o giudiziaria, ma se ciò non avvenisse – parliamo in teoria, ovviamente – ci troveremmo di fronte a un meraviglioso cortocircuito, con i grillini che dicono sì allo stadio e il governo che dice no. E il suicidio politico sarebbe definitivamente completato.

 

nextquotidiano.it

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Meglio di prima, ma io resto ancora molto scettico, vedremo, soprattutto se dovranno rifare tuttto da capo...

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La vedo ancora mooooooolto lunga

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Stadio Roma, Grancio (M5S): "Se non è passato quello scempio di progetto originale è merito dei cittadini"

 

Questo il pensiero della consigliera capitolina M5S Cristina Grancio sullo Stadio della Roma, pubblicato sul suo profilo Facebook: "Chi ha vinto? E che cosa si deve fare? In politica nessuno asfalta nessuno, ma il sospetto di un pareggio che accontenta tutti, mi viene. Allora incominciamo con il dire che senza la vigorosa fermezza dell'azione di contrasto di alcuni quartieri romani e della periferia, cara Virginia, non avremmo portato a casa il 'nuovo e più contenuto progetto'. Lo confesso, io giocavo per vincere, non per pareggiare. Ma come si usa dire proprio nel calcio 'la partita finisce quando l'arbitro fischia'. Voglio pero' scrivere che se non e' passato quello scempio del progetto originario di Tor di Valle e' merito di tantissimi cittadini romani che in piccola parte anche io penso di rappresentare. E i veri vincitori sono proprio loro. Ringraziamoli. Quella disponibilita' della controparte, alla quale alludi nella dichiarazione di ieri sera, ecco in 'quella disponibilita'' non mi riconosco. Parlerei piuttosto di un riconoscimento tardivo da parte dei costruttori della loro|vergognosa fame di cemento, bloccata e contenuta dalla nostra ferma opposizione. Un dubbio, come punto di partenza, mi rimane:senza noi 'ortodossi' del M5S , come sarebbe finita? Con immutato affetto"

 

25.02.2017

 

 

Modificato da Marmas

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Così cambia il progetto: 18 palazzine da 7 piani

di Lorenzo De Cicco (Il Messaggero, 26 febbraio 2017)

 

ROMA - Lì dove il Piano regolatore generale programmava la nascita di un parco a tema sulle sponde del Tevere, un polmone verde tra i monumenti razionalisti dell'Eur e la periferia del Torrino, si alzeranno 18 palazzine alte fino a 7 piani, accanto a uno stadio più piccolo dell'Olimpico, i cui posti verranno ulteriormente ridotti, passando da 60mila a 55mila. Sforbiciato l'«Ecomostro» di cemento contestato da tutte le principali organizzazioni ambientaliste e stroncato anche dagli esperti dell'Istituto nazionale di Urbanistica, il progetto Tor di Valle rivisto e corretto dalla giunta Cinquestelle dopo la lunga trattativa con la Roma, conserva 598mila metri cubi, in gran parte (oltre 400mila) per opere che con lo sport non hanno nulla a che spartire: negozi, uffici e ristoranti, il vero core business dell'operazione immobiliare. Saranno pure realizzati con «materiali innovativi», come stanno spiegando in queste ore i proponenti, con tanto certificati ambientali «leed gold» e tecniche «non invasive», ma resta una volumetria che sfora di quasi 250mila metri cubi i limiti del Prg di Roma Capitale. Anche per questo, prima o poi, in Consiglio comunale il M5S dovrà votare una robusta variante alle norme urbanistiche in vigore.

 

I PASSAGGI IN AULA - Prima, però, ci sono altri ostacoli da superare. Il calendario che tratteggiano in Comune ruota attorno a queste scadenze: entro marzo l'amministrazione conta di ottenere dai proponenti un prospetto di tutte le modifiche apportate. In base a questo documento, entro aprile dovrebbe approdare sui banchi dell'Assemblea capitolina un provvedimento per «revisionare» l'atto con cui, nel dicembre 2014, l'ex sindaco Marino fece votare l'«interesse pubblico» dell'operazione stadio.
Non si tratterebbe di una revoca del vecchio provvedimento, spiegano fonti M5S, ma di una delibera «modificativa», che cambierebbe il progetto così come pattuito nel vertice di venerdì notte a Palazzo Senatorio. Cioè con il 48% in meno di cubature (-59% per quanto riguarda il Business park). Da questo passaggio si capirà se tutto il Movimento, che in Aula Giulio Cesare conta 29 consiglieri, voterà compatto o se si registrerà una spaccatura nella maggioranza, con la fronda del «No alla speculazione» che voterà in dissenso rispetto alle indicazioni della giunta di Virginia Raggi. L'Assemblea capitolina si dovrebbe esprimere una seconda volta per approvare la variante urbanistica. Ma prima dovrebbe arrivare il via libera della Conferenza dei servizi, convocata dalla Regione Lazio.

 

IL VINCOLO - In teoria i lavori della conferenza terminano il 3 marzo, ma i privati dovrebbero chiedere una maxi-proroga di 2-3 mesi. Una mossa studiata per valutare l'esito della procedura avviata dalla Soprintendenza ai Beni culturali per apporre un vincolo sull'ippodromo di Lafuente. Nel caso in cui l'avessero vinta i tecnici del Mibact, allora lo stadio andrebbe spostato di qualche centinaio di metri. Mentre sarebbe già stata superata la prescrizione di non superare in altezza le tribune del 1959, dato che sono stati depennati i tre grattacieli e tutte le strutture saranno composte da 6-7 piani (prima ne erano previsti 7-8).

 

I TEMPI - Se invece il vincolo dovesse essere ritirato, i privati contano di consegnare i progetti definitivi già tra la fine di aprile e i primi di maggio. Poi il progetto dovrebbe essere votato dalla conferenza dei servizi. Secondo il diggì della Roma Mauro Baldissoni, in assenza di ostacoli amministrativi, i lavori potrebbero partire entro fine anno e l'impianto potrebbe essere pronto «in meno di tre anni, forse già per la stagione 2019-2020». Ma bisogna capire come finirà il braccio di ferro tra Regione e Comune: secondo la Pisana, dato che il nuovo progetto prevede una compressione delle opere pubbliche, tutto l'iter dovrebbe ricominciare da capo. Riportando le lancette dell'orologio indietro di quattro anni, tra studi di fattibilità da riscrivere, autorizzazioni da ottenere, due conferenze dei servizi (quella preventiva e quella decisoria) da aprire e chiudere. I tempi della burocrazia. Del resto l'ex sindaco Marino, nel 2014, profetizzava: «La prima pietra? La posiamo nel 2015. Ci giocherà Totti».

 

http://www.ilmessaggero.it/roma/campidoglio/stadio_roma_progetto_tor_di_valle-2283273.html

Modificato da Dax85

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