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Tiger Jack

Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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:haha::haha::haha:

 

 

 

 

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6 minuti fa, Marmas ha scritto:

 

 

Il solito diplomaticissimo Sgarbi...:261:

 

 

Capra! Capra! Capra! .asd

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12 minutes ago, Marmas said:

 

:haha::haha::haha:

 

 

 

 

Totti, Totti, Totti, Totti, Totti

:261::haha:

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16 minuti fa, ClaudioGentile ha scritto:

Totti, Totti, Totti, Totti, Totti

:261::haha:

 

 

.mainagioia2

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25 minuti fa, Knopfler ha scritto:

Capra! Capra! Capra! .asd

 

 

Chi... Totti?

 

sefz

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«Stadio, il progetto si può annullare» Il legale M5S smonta il rischio causa

 

(Il Messaggero,  S. Canettieri e L.. De Cicco)

IL CASO
La base in rivolta, la maggioranza spaccata, la sindaca Raggi costretta alla frenata. Il day after del (quasi) accordo tra Comune e privati per l'operazione Tor di Valle, che ha portato alle dimissioni dell'assessore Paolo Berdini, allarga la frattura all'interno dei Cinquestelle. E nel posizionamento interno delle varie correnti grilline, spunta un parere legale, commissionato dal gruppo M5S alla Regione Lazio, che smonterebbe la tesi del «rischio di cause milionarie» paventato ieri da Virginia Raggi. Secondo il parere pro veritate elaborato dallo studio Imposimato la pubblica utilità dell'opera riguarderebbe solo lo stadio e le infrastrutture, non il gigantesco complesso di negozi, uffici e alberghi che ci nascerebbe accanto. Quindi il Comune avrebbe tutto il diritto ad annullare la delibera.

 

L'ADUNATA
È quello che chiedono anche gli attivisti del M5S. Pronti a marciare, martedì prossimo, sotto il Campidoglio per consegnare alla prima cittadina una bozza di delibera che revochi la controversa operazione immobiliare voluta da James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi. «Virginia c'è posta per te», è il titolo dell'iniziativa, lanciata sui social. «Sulla vicenda stadio state prendendo una cantonata! - si legge nel documento che presenta la manifestazione - Non seguite quanto è stabilito nel programma e quanto dichiarato in campagna elettorale».
Se il pressing sulla sindaca e gli altri consiglieri pentastellati non andasse a buon fine, gli attivisti sono pronti a portare la vicenda in tribunale. Con una doppia causa: penale e amministrativa, davanti al Tar. Poi c'è l'aspetto politico della decisione. «Se votano per il progetto Tor di Valle, che è una grande speculazione edilizia, si mettono moralmente fuori dal Movimento», dice Francesco Sanvitto, il presidente del Tavolo Urbanistica del M5S Roma. «Noi siamo sempre stati contrari al progetto - spiega - e lo abbiamo detto anche nell'ultima riunione del tavolo. Non si tratta di ridurre le cubature, la delibera sul pubblico interesse va proprio ritirata. Solo a quel punto può ripartire la trattativa con i privati per la costruzione dello stadio. Non serve lo spauracchio delle cause milionarie».

Anche la maggioranza in Aula Giulio Cesare è spaccata. Una decina di consiglieri non vorrebbe «compromessi al ribasso», come il taglio minimal delle cubature del 20-25% prospettato dai privati ai rappresentanti del Comune nel vertice di martedì scorso. «Dobbiamo restare nei limiti del Piano regolatore», spiega una consigliera al termine del vertice di ieri. Significa che le cubature andrebbero sforbiciate di due terzi, per non oltrepassare i paletti del Prg. Pressata dalla base e dalla sua stessa maggioranza, anche la sindaca ieri è stata costretta, almeno pubblicamente, a smentire l'esistenza di un accordo con i proponenti. «Sullo stadio di Tor di Valle questa amministrazione non ha alcun accordo con la società», ha scritto ieri sul blog di Grillo. Dove ha ammesso che il progetto sognato dai privati, «ereditato dalla giunta Marino», comporterebbe una «eccedenza di edificazione del 70 per cento in più rispetto al Piano regolatore». Ma ha anche sostenuto, sostanzialmente, di avere le mani legate. «Essendo entrati in corsa, ci siamo trovati un iter quasi a conclusione che, in altre parole, significa: causa multimilionaria all'orizzonte».

 

IL DOCUMENTO
Una tesi smentita, in realtà, proprio dal parere legale richiesto dal gruppo M5S in Regione e di cui si è discusso ieri in Campidoglio. Il documento specifica che la legge consente all'amministrazione di effettuare «una nuova valutazione dell'interesse pubblico originario» del progetto, come stabilito anche da una sentenza del Consiglio di Stato. In questo caso, si legge, «non scatterebbe neanche l'indennizzo». Dal parere redatto dallo studio Imposimato quindi si evince chiaramente che è nella piena facoltà dell'amministrazione comunale ritirare il progetto, considerando che l'iter di approvazione non si è ancora concluso e che la conferenza dei servizi è ancora in corso. Alla scadenza mancano ormai due settimane: entro il 3 marzo, se vuole far sopravvivere il progetto, il Campidoglio dovrebbe riuscire ad approvare, in Giunta e in Consiglio, la variante al Piano regolatore.

 

(16.02.2017)

Modificato da Marmas

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Gli ambientalisti: «Diluvio di cemento, speculano sulla passione sportiva»


«Tor di Valle è un progetto pensato speculando sulla passione sportiva e che produrrebbe solo un diluvio di cemento». Ventiquattr'ore dopo il vertice in Campidoglio sul nuovo stadio della Roma, Legambiente ha organizzato un sit-in davanti all'ex ippodromo di Tor di Valle per protestare contro la controversa operazione calcistico-immobiliare. «Sarà il più grande diluvio di cemento su Roma per i prossimi anni ma anche dei decenni passati», ha detto Roberto Sacchi, presidente di Legambiente Lazio. Lo stadio e il gigantesco complesso di uffici e negozi che ci nascerebbe accanto, «svilupperebbe 1.196.800 metri cubi di cemento, un diluvio assolutamente fuori dalle regole del piano regolatore - ha aggiunto Sacchi - Era previsto l'allungamento della metropolitana, il potenziamento della Roma-Lido, ma ora non si prevede più niente di tutto questo»

 

«COME 100 PALAZZI»
Durante la protesta nell'area (a rischio inondazione) scelta dai privati per l'operazione stadio, l'organizzazione ha spiegato che «i nuovi edifici corrisponderanno a 25 torri di Tor Bella Monaca, 9 volte la nuova Stazione Tiburtina o l'hotel Hilton di Monte Mario ma anche quanto 100 palazzi di 6 piani. L'eventuale riduzione del 25% delle cubature della quale si parla, tutta da verificare, dai dati esposti sarebbe comunque un diluvio di cemento».
 

 

(Il Messaggero 16.02.2017)

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2 ore fa, Marmas ha scritto:

 

As Roma, Pallotta copre il buco da 78 milioni e spera nel nuovo stadio

 

L’As Roma continua a pagare stipendi e tasse grazie ai soldi sborsati dagli azionisti di controllo, ossia gli americani rappresentati da James Pallotta e riuniti nel veicolo Neep Roma Holding. I quali, mentre sperano di potersi presto rifare con lo stadio di proprietà, dal 30 giugno 2016, data di chiusura dell’esercizio per il club giallorosso, al 31 dicembre dello stesso anno, hanno già effettuato versamenti in favore della Roma per un totale di 78 milioni (erano oltre 57 milioni a ottobre scorso), suddivisi in 70 in conto “futuro aumento di capitale” e 8 a titolo di “finanziamento soci”.

 

Lo si scopre tra le righe del bilancio al 30 giugno di Neep, appena depositato al registro delle imprese, dove si precisa che tale esborso dei soci di controllo americani ha permesso alla squadra allenata da Luciano Spalletti di “fare fronte ai propri fabbisogni derivanti dall’attività operativa e dagli investimenti effettuati, e di pagare regolarmente le retribuzioni dovute ai tesserati e le imposte correnti”. Inoltre, “tali versamenti hanno determinato un incremento del patrimonio netto della controllata rispetto a quanto registrato al 30 giugno 2016, che ha di fatto permesso a quest’ultima di risolvere significativamente le problematiche generate nel corso del precedente esercizio”.

Va infatti ricordato che, dopo la perdita di esercizio da 10,4 milioni realizzata al 30 giugno 2016, il rosso cumulato negli anni dal club giallorosso era salito a 173 milioni, facendo suonare l’allarme dell’articolo 2446 del codice civile (capitale ridotto di oltre un terzo in conseguenza di perdite), che impone di correre ai ripari. Proprio per questo motivo, la Roma, alla fine di ottobre, aveva riunito un’assemblea degli azionisti che aveva deliberato la copertura dei 173 milioni di euro di perdite con riserve disponibili, che in questo modo si sono ridotte da poco più di 183 a una decina di milioni.

 

Nella parte finale del fascicolo di bilancio di Neep Roma Holding, il collegio sindacale richiama l’attenzione degli azionisti americani sul fatto che siano proprio loro, con i versamenti, a garantire la continuità aziendale, del veicolo azionista di riferimento e della stessa squadra giallorossa. “In relazione alla ragionevole certezza dell’attività sociale delle controllate e considerato il supporto da parte della compagine di controllo – si legge, con frasi un po’ contorte, nel bilancio di Neep alla voce “continuità aziendale” – che può assicurare, qualora necessario, un adeguato supporto finanziario per far fronte ai fabbisogni derivanti dalla gestione caratteristica, tenuto anche conto della possibilità di ricorso al credito, gli amministratori hanno considerato la società Neep e il gruppo in una situazione di continuità aziendale e su tale presupposto hanno redatto il bilancio al 30 giugno 2016″.

In un’assemblea del 30 dicembre 2016, l’azionista unico As Roma spv llc (società, quest’ultima, con sede nel Delaware sempre riconducibile ai soci americani) ha approvato i numeri del bilancio separato di Neep Roma Holding al 30 giugno dell’anno scorso, che si sono chiusi con un utile di esercizio di 128.338 euro, realizzato principalmente grazie a 200 mila euro di proventi finanziari (si tratta dei dividendi erogati dalla controllata Brand Management). A livello consolidato, invece, il gruppo Neep, che oltre alla Roma controlla altre società come quella dei marchi Brand Management e quella immobiliare Roma real estate, ha accusato una perdita di 11,3 milioni, in miglioramento dai -34,23 milioni registrati al 30 giugno 2015. Come spiegato in assemblea, la perdita netta consolidata si è ridotta rispetto all’anno prima anche grazie all’incremento dei ricavi della controllata As Roma, “derivanti dalle plusvalenze relative al trasferimento dei calciatori”. Tra le principali operazioni di calcio-mercato, ci sono il passaggio al Milan di Alessio Romagnoli e quello alla Juventus di Miralem Pjanić.

 

Ecco che così il collegio sindacale di Neep richiama l’attenzione dei soci americani “sui principali rischi economici e finanziari connessi all’ordinario svolgimento dell’attività operativa dell’As Roma, vista la sua partecipazione a competizioni sportive, in quanto connotati da elementi di imprevedibilità”. In questo caso, quindi, i sindaci di Neep mettono in guardia sulla possibilità che ci possa essere bisogno di “un ulteriore versamento” di denaro da parte degli azionisti americani “per sostenere patrimonialmente la controllata As Roma”.

 

Non bastasse, a detta sempre del collegio sindacale di Neep, i rischi economici e finanziari sono anche connessi “alla realizzabilità del progetto ‘Stadio di Roma’”, tornato di grandissima attualità proprio in questi giorni, “in quanto caratterizzato da una serie di autorizzazioni amministrative non dipendenti dalla società”. A riguardo, secondo indiscrezioni, la Regione Lazio sarebbe in attesa di atti ufficiali da parte del Comune di Roma, guidato dalla sindaca Virginia Raggi, che dovrebbero essere presentati formalmente nella Conferenza dei servizi che si chiuderà il 3 marzo. Da un punto di vista tecnico, infatti, al momento ciò che il Campidoglio ha depositato al tavolo aperto presso la Regione guidata da Nicola Zingaretti è un parere non favorevole, sia pure con diverse indicazioni che vanno in direzione correttiva.

 

Prima di capire quali sono i rischi connessi al progetto rispetto ai quali il collegio sindacale vuole mettere in guardia gli azionisti di Neep, è necessario fare un passo indietro, al mese di maggio del 2016. Allora, la Neep ha acquisito dalla As Roma spv llc l’intera partecipazione in Stadio Tdv spa per 80 mila euro. E Stadio Tdv è proprio la società deputata alla gestione e al finanziamento del progetto dell’impianto sportivo. Mentre il 16 maggio la banca d’affari americana Goldman Sachs ha messo a disposizione fino a 30 milioni per la società veicolo dello stadio, da rimborsare entro 22 mesi. La cifra è garantita, in ultima istanza, dai soci americani attraverso la As Roma spv llc.

Ebbene, per sottolineare i rischi connessi alla realizzazione dello stadio, i sindaci ricorrono alle parole degli stessi consiglieri di amministrazione di Neep (il cda è presieduto da Pallotta, che ricopre lo stesso ruolo anche nella Roma): “La mancata realizzazione del progetto potrebbe influire sul valore della partecipazione detenuta da Neep in Stadio Tdv” e anche in questo caso potrebbe “generare la necessità di un ulteriore versamento” di denaro da parte dell’azionista As Roma spv llc “per far fronte agli impegni finanziari derivanti dalle garanzie rilasciate a favore di Stadio Tdv a fronte del finanziamento verso Goldman Sachs”. “Famo ‘sto stadio!”, era sbottato in diretta televisiva nei giorni scorsi l’allenatore della Roma Spalletti. C’è da scommettere che i soci americani sono con lui. La parola passa all’amministrazione Raggi.

 

 

https://it.businessinsider.com/as-roma-pallotta-copre-il-buco-da-78-milioni-e-spera-nel-nuovo-stadio/

 

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Roma, il malumore degli attivisti M5s per il nuovo stadio: “Si perde nostro spirito” E il via libera all’opera torna in bilico.
 

 

"Il malcontento è diffuso: posso dire che il Movimento è contrario al progetto di Tor di Valle", dice Francesco Sanvitto, uno degli storici esponenti pentastellati della Capitale e coordinatore del tavolo sull’Urbanistica. Martedì consegnerà alla sindaca Virginia Raggi una delibera per l’annullamento del pubblico interesse. A Palazzo Senatorio, intanto, in molti guardano con preoccupazione al fermento degli elettori e temono di perdere consenso tradendo “i valori del Movimento”

Prima era un semplice brusio di sottofondo. Ma adesso che Virginia Raggi sembra essersi decisa a dare il suo via libera al nuovo stadio di Pallotta, la protesta della base grillina è diventata forte e chiara: “Lo scollamento è totale, il Movimento sta perdendo il suo spirito”, attacca Francesco Sanvitto, uno degli attivisti storici della Capitale e coordinatore del tavolo sull’Urbanistica. Insieme al suo gruppo di lavoro, Sanvitto ha già preparato una delibera per l’annullamento del pubblico interesse e la consegnerà martedì nelle mani della sindaca. Poi c’è anche chi chiede il voto online, come Massimiliano Morosini (portavoce del Municipio VIII, quello di Tor di Valle) o Claudio Sperandio (uno degli organizzatori dell’assemblea romana del M5s al Seraphicum). Il malcontento della base è diffuso e ha smosso anche gli equilibri all’interno della maggioranza: al punto che il Sì allo stadio potrebbe tornare ad essere di nuovo in bilico, con l’ala dei contrari che adesso spinge per ottenere un compromesso “più vicino al Piano regolatore, con meno speculazione”. Proprio la posizione che fu di Paolo Berdini, e che a quanto pare non è del tutto tramontata dopo il suo addio.

LA PROTESTA DEGLI ATTIVISTI – Nelle ultime 48 ore la situazione, che sembrava andare verso una soluzione positiva, si è terribilmente complicata. Dopo l’incontro quasi decisivo a Palazzo Senatorio di martedì, coinciso con le dimissioni irrevocabili dell’assessore Berdini, su forum, meet-up e gruppi Facebook è esploso il malumore degli attivisti. A guidare il fronte degli scontenti è lo stesso Sanvitto, che ha lavorato a lungo sul dossier dello stadio. E non solo: “Tor di Valle è solo la punta dell’iceberg: sono mesi che i cittadini pensano una cosa, e la giunta Raggi ne fa un’altra”, racconta a ilfattoquotidiano.it. “Il programma del M5s in materia di urbanistica, a cui noi abbiamo contribuito, prevedeva la verifica del Piano regolatore, che è vecchio di 8 anni e secondo noi è sovradimensionato, e il recupero delle aree già edificate, senza nuovi cantieri megalitici. È rimasto lettera morta: nulla di tutto ciò è stato fatto, l’amministrazione ha agito arbitrariamente sin dalla prima delibera, con cui ha accettato il cambio di destinazione d’uso per l’ex Fiera di Roma. E adesso arriva pure lo stadio”.

“I CONSIGLIERI NON FANNO I PORTAVOCE” – Già, lo stadio della discordia. Quello che all’interno del M5s, dalla Raggi ai vertici nazionali, si sono convinti di dover fare. Peccato che questa decisione non sia particolarmente condivisa. Sicuramente non dal tavolo dell’Urbanistica, un gruppo di lavoro che conta circa 60 iscritti, fra cui nomi noti nel movimento locale: come Andrea Tardito, già entrato nello staff dell’assessore Andrea Mazzillo; o Emanuele Montini, tra i papabili per la successione di Berdini. “Ma il malcontento è molto più diffuso di così: io sento il polso degli attivisti, su Facebook, al telefono, di persona. E posso dire che il Movimento è contrario”, assicura Sanvitto. “Se ne sarebbero accorti anche in Comune, se gli eletti facessero i portavoce e non i consiglieri, come in un partito qualsiasi. Dovrebbero ascoltare i cittadini invece di un paio di parlamentari, messi lì chissà da chi e a che titolo”. Il riferimento è ad Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, i due deputati che da gennaio seguono passo passo l’attività dell’amministrazione. “In Campidoglio si è creato un sistema verticistico di potere, che è tutto il contrario dell’uno vale uno e dei principi del Movimento. Sullo stadio di Pallotta capiremo fino a che punto è arrivato questo processo”.

MAGGIORANZA AGITATAMartedì 21 febbraio una delegazione capeggiata da Sanvitto consegnerà alla sindaca una delibera per l’annullamento della dichiarazione di pubblico interesse, su cui si regge il progetto di Tor di Valle. “È l’unica strada: azzerare gli atti della giunta precedente e ripartire da capo, con un nuovo dossier senza speculazioni”. In caso contrario si valuta persino il ricorso al Tar: col rischio di arrivare al paradosso di un’amministrazione a guida M5s portata in tribunale da un gruppo di attivisti M5s. “Ma ora sento che la nostra posizione comincia ad aver credito”, conclude Sanvitto. Ed in effetti qualcosa è cambiato a Palazzo Senatorio: la riunione di maggioranza di mercoledì pomeriggio è stata molto partecipata (presenti tutti i consiglieri, dal primo all’ultimo) e agitata. Prima i contrari al progetto erano minoranza, e venivano etichettati come “uno-due seccatori”. Ora non lo sono più: in molti guardano con preoccupazione al fermento della base e temono di perdere consenso tradendo “i valori del Movimento”. Al punto che la sindaca è stata costretta a precisare di non aver stretto alcun accordo sulla Roma: un dietro-front che riapre una trattativa che sembrava quasi chiusa. Dal Campidoglio filtra l’ipotesi di rivedere ancora il progetto, con un ulteriore taglio delle cubature. Ammesso che la Roma sia d’accordo. Così la giunta Raggi si ritrova nuovamente in una posizione molto scomoda: tra l’incudine di uno stadio che “si deve fare”, e il martello dello scontento degli attivisti. Uscirne non sarà facile.

 

(Il Fatto Quotidiano, 16 febbraio 2017)

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Dunque, sintetizzando, se non si fa lo "stadio" saltano gli americani, se saltano gli americani salta pure la Roma visto che continua a vivere con versamenti, più o meno a fondo perduto, degli azionisti (senza contare il mega prestito di 200mln concesso dalle banche rinegoziato due anni fa e da restituire entro il 2020)

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cmq giusto una amministrazione indagata per mafia poteva dare la pubblica utilità a una speculazione del genere. Se veramente i grillini la ritirano avranno la mia più sentita stima

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Il 15/2/2017 alle 19:14 , Avvocato (34) ha scritto:

Se la Roma vuole costruirsi uno stadio nuovo e moderno, dovremmo gioirne tutti. Ci guadagna tutto il sistema calcio, lo sport, e i cittadini romani.

 

Ma fare uno stadio non significa aumentare brutalmente le cubature, gettare colate di cemento e costruire una nuova metropoli attorno allo stadio. 

 

Vincoli e suolo vanno rispettati

Quoto

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Grande Sgarbi. Adesso verrà attaccato da tutti i perbenisti che hanno difeso nainngolan.

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Dal profilo Facebook della parlamentare ( romana e romanista sefz ) Roberta Lombardi.

 

 

SI' ALLO STADIO DELLA ROMA, MA NON CON QUESTO PROGETTO

 

Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l'equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perche' e' a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos'è?
Sono sempre stata schietta e ho sempre fatto della coerenza un valore imprescindibile. Non solo in politica, ma nella vita. E anche questa volta lo dico senza mezzi termini: questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell'esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo. Per anni i costruttori a Roma hanno fatto così: compravano terreni e poi si accomodavano le destinazioni, rendendole edificabili, grazie alla compiacenza della politica. Ebbene, il M5S questo non può permetterlo.

Siamo arrivati al governo della Capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato. Questo progetto, approvato dall'ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta, come sanno molti di voi, ma qui dobbiamo fare tutti uno sforzo in piu' e capire che si sta parlando della nostra città. Dove siamo cresciuti, dove continueremo a crescere e dove cresceremo i nostri figli. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l'amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale.

 

Questo progetto non è realizzabile.

Modificato da Marmas

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.oo

 

 

Stadio Roma, Sgarbi: chiamo Isis per una bomba sotto i grattacieli. Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero

 Vittorio Sgarbi torna ad attaccare il progetto dello Stadio della Roma e la posizione favorevole di Francesco Totti: "La mia sfida va avanti, altrimenti chiamo l'Isis e gli faccio mettere le bombe sotto i grattacieli, così abbiamo risolto. Già hanno fatto saltare le Torri Gemelle, sarà il destino di queste due, sono un'esca per terroristi. Operazione barbarica, sacco di Roma, in attesa che qualcuno ci metta delle bombe per farle saltare. E' folle pensare che una città come Roma non sia capace di fare le Olimpiadi ma faccia uno Stadio solo per gli interessi speculativi di un americano", ha detto intervenendo a Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano. "I romanisti si sono arrabbiati? Non me ne importa nulla, non mi interessa di compiacere i romanisti, a me interessa salvare Roma. Il Totti che vuole lo Stadio non è uno sportivo, è un amico dei delinquenti. Quelli sono speculatori, delinquenti, americani. Evidentemente lui, avendo il presidente della squadra che è interessato alla speculazione, lo difende". "Vuoi lo Stadio? Chiedi il Flaminio. Non è che una città così importante si rovina per far fare lo Stadio agli americani con una operazione speculativa che prevede due o tre grattacieli. Roma non può essere distrutta dagli speculatori, chi è d'accordo con Totti non è romanista, non è romano, ma è un barbaro americano. Quello è un progetto immondo, è l'azione più devastante fatta a Roma dopo il sacco di Roma. Questo è il secondo sacco di Roma. Se tu vuoi essere complice del secondo sacco di Roma sei un barbaro. Un grande calciatore come Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero", ha concluso Sgarbi.

 

 

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barbaro...servo di un americano...amico dei delinquenti.....:261:

 

 

 

 

 

Modificato da Marmas

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Se la giunta capitolina ridimensiona il progetto, lo stadio non si farà MAI, perché è la speculazione edilizia massiccia che ruota attorno allo stadio a permetterne la costruzione. Anche perché lo stadio non sarebbe di proprietà della Roma, che mai e poi mai ci metterebbe un denaro per costruirlo.

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54 minuti fa, Marmas ha scritto:

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Stadio Roma, Sgarbi: chiamo Isis per una bomba sotto i grattacieli. Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero

 Vittorio Sgarbi torna ad attaccare il progetto dello Stadio della Roma e la posizione favorevole di Francesco Totti: "La mia sfida va avanti, altrimenti chiamo l'Isis e gli faccio mettere le bombe sotto i grattacieli, così abbiamo risolto. Già hanno fatto saltare le Torri Gemelle, sarà il destino di queste due, sono un'esca per terroristi. Operazione barbarica, sacco di Roma, in attesa che qualcuno ci metta delle bombe per farle saltare. E' folle pensare che una città come Roma non sia capace di fare le Olimpiadi ma faccia uno Stadio solo per gli interessi speculativi di un americano", ha detto intervenendo a Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano. "I romanisti si sono arrabbiati? Non me ne importa nulla, non mi interessa di compiacere i romanisti, a me interessa salvare Roma. Il Totti che vuole lo Stadio non è uno sportivo, è un amico dei delinquenti. Quelli sono speculatori, delinquenti, americani. Evidentemente lui, avendo il presidente della squadra che è interessato alla speculazione, lo difende". "Vuoi lo Stadio? Chiedi il Flaminio. Non è che una città così importante si rovina per far fare lo Stadio agli americani con una operazione speculativa che prevede due o tre grattacieli. Roma non può essere distrutta dagli speculatori, chi è d'accordo con Totti non è romanista, non è romano, ma è un barbaro americano. Quello è un progetto immondo, è l'azione più devastante fatta a Roma dopo il sacco di Roma. Questo è il secondo sacco di Roma. Se tu vuoi essere complice del secondo sacco di Roma sei un barbaro. Un grande calciatore come Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero", ha concluso Sgarbi.

 

 

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barbaro...servo di un americano...amico dei delinquenti.....:261:

 

 

 

 

 

 

Il sacco di Roma :261:

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58 minuti fa, Marmas ha scritto:

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Stadio Roma, Sgarbi: chiamo Isis per una bomba sotto i grattacieli. Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero

 Vittorio Sgarbi torna ad attaccare il progetto dello Stadio della Roma e la posizione favorevole di Francesco Totti: "La mia sfida va avanti, altrimenti chiamo l'Isis e gli faccio mettere le bombe sotto i grattacieli, così abbiamo risolto. Già hanno fatto saltare le Torri Gemelle, sarà il destino di queste due, sono un'esca per terroristi. Operazione barbarica, sacco di Roma, in attesa che qualcuno ci metta delle bombe per farle saltare. E' folle pensare che una città come Roma non sia capace di fare le Olimpiadi ma faccia uno Stadio solo per gli interessi speculativi di un americano", ha detto intervenendo a Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano. "I romanisti si sono arrabbiati? Non me ne importa nulla, non mi interessa di compiacere i romanisti, a me interessa salvare Roma. Il Totti che vuole lo Stadio non è uno sportivo, è un amico dei delinquenti. Quelli sono speculatori, delinquenti, americani. Evidentemente lui, avendo il presidente della squadra che è interessato alla speculazione, lo difende". "Vuoi lo Stadio? Chiedi il Flaminio. Non è che una città così importante si rovina per far fare lo Stadio agli americani con una operazione speculativa che prevede due o tre grattacieli. Roma non può essere distrutta dagli speculatori, chi è d'accordo con Totti non è romanista, non è romano, ma è un barbaro americano. Quello è un progetto immondo, è l'azione più devastante fatta a Roma dopo il sacco di Roma. Questo è il secondo sacco di Roma. Se tu vuoi essere complice del secondo sacco di Roma sei un barbaro. Un grande calciatore come Totti non può essere servo di un americano, dev'essere libero", ha concluso Sgarbi.

 

 

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barbaro...servo di un americano...amico dei delinquenti.....:261:

 

 

 

 

 

 

sgarbi è un povero co*****e. 

 

a prescindere dalle opinioni sullo stadio, parlare così tranquillamente e a cuor leggero di bombe, isis e torri gemelle è proprio da co*****i.

 

se la ficcasse nel buco del c**o  la sua bomba, perdonate il francesismo ;) 

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Batosta Totti .asd 

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17 hours ago, Marmas said:

Dal profilo Facebook della parlamentare ( romana e romanista sefz ) Roberta Lombardi.

 

 

SI' ALLO STADIO DELLA ROMA, MA NON CON QUESTO PROGETTO

 

Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l'equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perche' e' a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos'è?
Sono sempre stata schietta e ho sempre fatto della coerenza un valore imprescindibile. Non solo in politica, ma nella vita. E anche questa volta lo dico senza mezzi termini: questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell'esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo. Per anni i costruttori a Roma hanno fatto così: compravano terreni e poi si accomodavano le destinazioni, rendendole edificabili, grazie alla compiacenza della politica. Ebbene, il M5S questo non può permetterlo.

Siamo arrivati al governo della Capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato. Questo progetto, approvato dall'ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta, come sanno molti di voi, ma qui dobbiamo fare tutti uno sforzo in piu' e capire che si sta parlando della nostra città. Dove siamo cresciuti, dove continueremo a crescere e dove cresceremo i nostri figli. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l'amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale.

 

Questo progetto non è realizzabile.

.quotosefz

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Roma, sullo stadio cade la tegola della soprintendenza

Sotto vincolo la tribuna di Tor di Valle. Intanto è caos tra i 5 Stelle

 

di Marco Evangelisti

sabato 18 febbraio 2017 08:43

ROMA - C’è un’autentica maledizione che incombe su questo vagheggiato e apparentemente impossibile stadio della Roma, ed è tornato a colpirlo venerdì 17. Ieri, una giornata in cui alla fine l’asfissia politica in cui sta affondando il Movimento 5 Stelle, incapace di decidere, è stata il meno. I post prima feroci e poi lievemente ammorbiditi di Roberta Lombardi, deputata nazionale, contro il progetto; la risposta secca di Beppe Grillo che la invitava a fare il deputato e a lasciar lavorare i consiglieri sulle questioni cittadine, il ripudio del leader sommo da parte dell’architetto Francesco Sanvitto, responsabile del tavolo urbanistico del movimento, il quale ha dichiarato a ÈliveRomaTv: «Se uno vale uno Grillo resti a Genova e si faccia i fatti suoi sullo stadio. Se il Campidoglio ratificherà il progetto così com’è, io andrò alla magistratura e mi porrò un problema nel restare nel M5S. Penso che se lo porranno anche molti altri»

FRONGIA SULLO STADIO E BERDINI

PASSO INDIETRO - E’ stato il meno, appunto. Il peggio è arrivato in serata. Colpo di scena e al cuore stesso del progetto. Lì non si può costruire praticamente nulla, ha detto la soprintendenza all’archeologia, le belle arti e il paesaggio per il Comune di Roma. Al costruttore Luca Parnasi, proprietario del terreno attraverso la società Eurnova, è stata recapitata la comunicazione «di avvio del procedimento di dichiarazione di interesse culturale» della porzione ancora esistente dell’ippodromo di Tor di Valle. La tribuna disegnata dall’architetto Julio Garcia Lafuente, definita unica al mondo nella struttura e nella progettazione, preziosa per l’inserimento nell’ambiente circostante, insomma sottoposta a vincolo diretto e indiretto. In parole povere l’area intorno a quella tribuna e all’intera pista dev’essere «lasciata libera da opere in elevato, ad eccezione di manufatti già esistenti, per i quali, in caso di sostituzione, non dovranno essere superate l’altezza e la densità attuali».

 

 

Ovviamente già si parla di gomblotti e parti lese, TAR e cause milionarie.

Ribadisco che sono piu' interssato io all'edificazione di uno stadio per la Roma che non i Proponenti. A loro interessa solo la rendita fondiaria di un terreno prima sottratto e poi regalato da una banca ad un palazzinaro.

Once again...

Fate lo stadio, solo lo stadio, dove decide il comune.

Se vi sta bene è così altrimenti NON - SI - FA.

Claro?

Modificato da Arminius

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È pronto?

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17 minuti fa, Papetti ha scritto:

È pronto?

 

Abbi pazienza, la betoniera è rismasta imbottigliata sulla Via del Mare.

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