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Tiger Jack

Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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Tor di Valle, anche in Regione

piano parziale e tempi lunghi

La Pisana ha ricevuto soltanto una parte dei documenti sul progetto del nuovo impianto

Slittano le scadenze per la conferenza dei servizi e l’iter per lo stadio si blocca

SENZA LE CARTE PREVISTE DALLE LEGGI IL PROCEDIMENTO VIENE CONGELATO E LA TEMPISTICA SI ALLUNGA ANCORA

LA PISANA HA ISTITUITO UN UFFICIO CHE VIGILERÀ D’ORA IN AVANTI SUL RISPETTO DELLE NORMATIVE DA PARTE DEI PRIVATI

di LORENZO DE CICCO (IL MESSAGGERO NEGATIVO 29-07-2015)

Il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle si arena sulla via della Pisana. Negli elaborati presentati lo scorso 15 giugno dai privati ci sono troppe carenze. In Comune, l'assessore Caudo, ormai l’ultima manica di Sel all’interno della giunta, aveva provato ad aggirare l'ostacolo, decidendo di inviare comunque le carte alla Regione, pur segnalando la mancanza di alcuni documenti fondamentali. Ieri però la giunta Zingaretti non ha potuto far altro che registrare di aver ricevuto solo «i primi materiali del progetto». Il messaggio è chiaro: fino a quando non ci saranno tutti gli elaborati previsti dalla legge, non potrà essere convocata la conferenza dei servizi decisiva e di conseguenza non potranno scattare i 6 mesi di tempo entro cui questo organismo deve dare un parere sul progetto (che poi dovrebbe comunque tornare in Campidoglio per l'eventuale firma della convenzione urbanistica). Al momento quindi tutto l'iter é bloccato. Perché la Legge sugli stadi parla chiaro: la conferenza dei servizi puó partire solo con il «progetto definitivo».

ATTI MANCANTI

Nei sette scatoloni consegnati un mese e mezzo fa da James Pallotta e dal costruttore Parnasi invece mancano tanti documenti chiave, previsti dal Dpr 207 del 2010 e da una serie di delibere comunali. Senza quelli, il progetto non può essere considerato completo e il procedimento viene congelato. Nella memoria votata ieri dalla giunta regionale infatti si parla solo di «organizzazione degli uffici» per esaminare un progetto che viene definito «di grande complessità». Al momento l'unica cosa che può fare la Regione è istituire «un Ufficio di scopo presso la Direzione regionale Urbanistica a cui attribuire la responsabilità del procedimento. E sarà istituito anche un gruppo di lavoro interdirezionale». La convocazione della conferenza dei servizi invece potrà essere sbloccata, a norma di legge, solo se e quando i privati avranno tutte le carte in regola.

LE CRITICITÀ

Le carenze al momento non sono poche, basta pensare a tutte le falle messe in evidenza dalla relazione dei tecnici del Comune. Un dossier durissimo che ha bocciato il piano parcheggi, la messa in sicurezza della via del Mare e soprattutto il prolungamento della Metro B fino a Tor di Valle, uno dei pilastri di tutto il progetto di Pallotta e Parnasi. Per non parlare dei rischi idrogeologici dell'area dove i privati vorrebbero tirare su, accanto allo stadio, una colata di cemento da quasi un milione di metri cubi destinata a negozi, uffici, alberghi e ristoranti. L'«ecomostro», come lo ha chiamato Legambiente, il vero cuore commerciale dell'operazione, che rappresenta l'86% delle cubature previste. Mancano poi una serie di atti che possono sembrare tecnici ma che sono fondamentali: non c’è traccia per esempio del «computo metrico estimativo» delle opere pubbliche, un atto indispensabile perché quantifica tutti i lavori previsti, i materiali e i costi. Non figurerebbe neanche il piano particellare dei terreni dove dovrebbero essere realizzate le infrastrutture, mancano i sondaggi geologici delle aree da espropriare, e il rapporto sul contenimento dei consumi energetici delle costruzioni private, previsto dalla delibera comunale 48 del 2006. Anche per questo l'amministrazione regionale ha anche deciso di puntare tutto sulla trasparenza: «Si è deciso di sviluppare un portale web open data – ha spiegato il governatore Zingaretti - come elemento di conoscenza per tutti i cittadini e che servirà anche per la comunicazione istituzionale».

I comitati

«Questo piano non va, si deve fermare tutto»

Dopo la memoria di giunta approvata ieri dalla Regione e la conseguente mancata convocazione della conferenza dei servizi, i comitati che da tempo sono scesi in prima linea contro la speculazione di Tor di Valle tornano a chiedere con forza lo stop definitivo al progetto di Pallotta e Parnasi. «Va fermata una volta per tutte - dice Massimo Sabbatini del Comitato No al Cemento a Tor di Valle - questa colata di cemento da quasi un milione di metri cubi destinata a opere che con lo sport non c’entrano nulla come hotel, uffici e centri commerciali. Questa operazione rischia di essere solo un regalo ai privati».

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:261:  :261:  :261:

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Ricominciamo: STADIO CONFUSIONALE
 

IL TEMPO 05-08-2015

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Un'altra inchiesta del Tempo: prima puntata

 

L'ULTIMO METRÒ
di GIAN MARCO CHIOCCI (IL TEMPO 05-08-2015)

Ma il nuovo stadio si fa o non si fa? E se si fa, la Roma quando giocherà la prima partita? Il reiterato entusiasmo del Campidoglio e le certezze temporali della società giallorossa sono messi a dura prova da più inciampi settoriali e burocratici. L’ultimo ostacolo arriva dalla relazione che gli Uffici Tecnici del Comune hanno redatto al termine dell’analisi del «progetto definitivo» sul nuovo impianto a Tor di Valle. Il nostro Fernando Magliaro, autentico specialista in questo ginepraio urbanistisco-sportivo, analizzando il dossier che troverete all’interno ha scoperto che il progetto di «definitivo» ha davvero poco, essendo incompleto, parziale, carente su svariati profili: dall’urbanistica all’ambiente fino ai trasporti, di cui oggi ci occupiamo. Come arrivare a migliaia nell’area dell’ex ippodromo senza creare ingorghi giganteschi e problemi a pendolari e residenti? Dalle carte allegate alla relazione emerge che l’intero progetto-stadio, ancorché giudicato bello, avveniristico, di grande impatto visivo e all’avanguardia, è lontano dall’essere pronto all’uso. Magliaro l’aveva già scritto, oggi lo ribadisce: mancano troppi documenti e alcuni di quelli che ci sono presentano carenze importanti. Ma quel che salta agli occhi è la durissima critica che i tecnici del Campidoglio fanno sulla metropolitana, più in particolare sulla diramazione della Linea B, considerata inutile e dannosa. Non va certo persa la speranza di veder giocare la Roma in questo stadio. Vanno solo fatte le cose per bene.
Dalla metro al «trenino»
Ecco i problemi dello stadio

Il dossier del Campidoglio/1 I dubbi sulla «casa» della Roma
L'Atac boccia la linea B: si rischiano gravi disagi agli utenti

Relazione Divisa in otto capitoli e inoltrata alla Regione
Lacune Per i tecnici capitolini servono diverse integrazioni

di FERNANDO MARIA MAGLIARO (IL TEMPO 05-08-2015)


Otto diverse relazioni: urbanistica, mobilità, ambiente, sport, protezione civile, lavori pubblici, attività produttive. Trentaquattro pagine in totale. È la relazione che gli Uffici tecnici capitolini, riuniti nell'apposito Gruppo di Lavoro interassessorile, hanno stilato in merito al cosiddetto «progetto definitivo» dello stadio della Roma di Tor di Valle. È la lettera, in sostanza, annunciata dall'assessore all'Urbanistica di Roma, Giovanni Caudo, all'atto di inoltrare il dossier alla Regione Lazio per l'avvio della Conferenza di Servizi decisoria, e che, indirizzata alla Regione e ai proponenti, accompagna il corposo dossier.

Primo punto che emerge in modo chiaro sin dalla prima lettura: quello presentato dalla Roma e da Parnasi non è un progetto definitivo. O, almeno, non lo è ai termini di legge.

Le prime tre pagine sono una mazzata: l'urbanistica, a firma degli ingegneri Antonello Fatello e Angela Mussumeci e dell'architetto Vittoria Crisostomi, direttori rispettivamente del Dipartimento Urbanistica, Direzione Edilizia e Direzione Pianificazione generale, scrive chiaro e tondo quanto Il Tempo ha più volte denunciato. «Ad una prima disamina del progetto definitivo» si rileva «la necessità di integrare la documentazione al fine di acquisire le adeguate caratteristiche di progetto definitivo ai sensi della» legge Stadi (la finanziaria 2014) «anche al fine di poter valutare nella fase decisionale la necessaria e condizionale coerenza tra i dati contenuti nella scheda allegata alla Delibera» di pubblico interesse «e quelli del progetto definitivo». Togliendo il burocratese: il progetto non è definitivo, anche se la copertina riporta questa dicitura.

Cosa manca?

«A seguito di un primo esame si è rilevato che la documentazione va integrata o modificata» con una serie di atti: elaborati che individuino l'esatto perimetro dell'intervento, il piano particellare aggiornato, la tabella con dotazione di progetto delle aree di sosta in applicazione della normativa Coni, gli elaborati con una chiara indicazione del perimetro dei diversi comparti che consenta di individuare l'opera privata e lo standard urbanistico. Poi, ancora: il rilievo planoaltimetrico, la relazione economica finanziaria aggiornata, la relazione illustrativa del masterplan generale e quella dei comparti Convivium e Torri, il progetto architettonico di tutti i manufatti con le varie specifiche tecniche e, infine, gli elaborati del calcolo della Superficie utile lorda, Sul, (il parametro che rende il valore di un terreno e di un immobile) di ciascuno degli edifici.

E questo solo in linea generale.

Poi si entra un po' più nel dettaglio. Integrazioni specifiche della documentazione o vera e propria nuova documentazione vengono richieste tanto per le tre torri di Libeskind quanto per lo stadio vero e proprio, con tutte le sue pertinenze annesse: planimetrie, tabelle per il calcolo della Sul, sagome degli edifici, destinazioni d'uso, smaltimento dei rifiuti, piano di utilizzo delle terre di scavo, e così via.

La seconda mazzata - quanto meno alle proposizioni del sindaco Marino e alla sua idea di portare almeno il 50% dei tifosi allo stadio attraverso la metropolitana - riguarda la mobilità, sia privata, auto e moto, che pubblica, treni. E investe direttamente la rispondenza del progetto alla delibera di pubblico interesse votata a dicembre scorso dall'Assemblea Capitolina.

Si legge, infatti, nella relazione firmata da Giammario Nardi (Direttore Direzione Programmazione e attuazione piani di mobilità), dall'ingegner Pasquale Doria (Direttore Direzione Gestione e Controllo Contratti di Servizio) e Anna Maria Graziano (Direttrice Dipartimento Mobilità), che: «Non si trova riscontro nel progetto delle seguenti prescrizioni: adeguamento via del Mare/Ostiense; deroghe al regolamento viario del Piano generale del Traffico urbano (Pgtu); non viene definito il costo delle opere a carico del proponente; mancano i progetti di connessione fra la locale pista ciclabile esistente e il nuovo ponte ciclopedonale in progettazione». Inoltre, per quanto riguarda il sistema del trasporto pubblico su ferro, nella relazione viene scritto: «Gli elaborati sono caratterizzati da diversi livelli di approfondimento progettuale» che vanno dallo «studio di fattibilità, alla progettazione preliminare, alla progettazione definitiva». Specificatamente: «La documentazione relativa alle infrastrutture su ferro consiste in studi di fattibilità». E, qui, poi, viene fuori una bella grana per il sindaco che ha imposto la metropolitana, con lo scambio a Magliana e l'arrivo a Tor di Valle, come una delle opere primarie da realizzare. I tecnici, infatti, scrivono: «La relazione prevede 4 scenari alternativi: la diramazione della B; la diramazione della B senza spostamento del binario; il potenziamento della Roma-Lido; il potenziamento della Roma-Lido con tronchino a Tor di Valle di maggiore ampiezza». Come Il Tempo ha già riportato, anche i progettisti proponenti riconoscono come percorribili tutte queste strade ma, basandosi sulla Delibera del Consiglio comunale, scelgono la diramazione della B come «quella che meglio risponde alle richieste della Delibera».

Tuttavia, Atac (nota 80053 del 22 giugno 2015) scrive una relazione che «prende in considerazione 4 scenari alternativi: diramazione Magliana in affiancamento; diramazione Magliana sui binari della Roma-Lido; "salto del montone" (espressione tecnica con cui si indica un ponte ferroviario sopra un fascio di binari) a Garbatella; potenziamento della Roma-Lido». E, aggiunge Atac: «unica soluzione efficace è il potenziamento della Roma-Lido, mentre gli interventi sulla Metro B risultano inefficaci e con alti rischi gestionali». Non solo. Ma Atac stessa, poi, rincara la dose con una seconda nota (83126 del 30 giugno) in cui evidenzia le criticità del progetto presentato di un intervento sulla Metro B: «Carenza di documentazione inerente gli aspetti relativi all'esercizio; riduzione dell'offerta con una flessione del 40% rispetto all'attuale servizio; compromissione della regolarità del servizio creando problemi alla B/B1 tali da coinvolgere 2/300mila utenti; incremento di rete con conseguente incremento di costi di esercizio per l'esercente».

Per questo, i tre funzionari capitolini concludono nella loro relazione: si «ritiene di poter condividere la soluzione sviluppata» da Atac «pur riservandosi di esprimere puntuali valutazioni tecniche una volta che saranno prodotti i documenti di cui il progetto si ritiene allo stato carente ai sensi del DPR 207/2010 (quello che indica cosa rende "definitivo" un progetto)».

Progetto Definitivo
Il Dpr 207/2010 indica in modo puntuale quali documenti occorre presentare perché un progetto sia legalmente considerato definitivo

Urbanistica (Criticità)
Mancano documenti generali essenziali fra cui il piano particellare, la distinzione fra parcheggi pubblici e privati, la relazione economico finanziaria

Atac (Rilievi)
No alla diramazione della Metro B, dannosa perché riduce l'offerta e compromette il servizio per 300mila utenti. Sì al potenziamento della Roma-Lido di Ostia

Mobilità (Privata)
Mancano le verifiche sull'adeguamento della Via del Mare-Ostiense; le deroghe al PGTU, ciclabilità e il costo delle opere a carico del proponente

 

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Ricominciamo: STADIO CONFUSIONALE

 

 

Un'altra inchiesta del Tempo: prima puntata

Sul blog di Fernando Maria Magliaro ci saranno le versioni testuali

Tuttapposto :sisi: 

 

:261:

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Da scolpire nella prima pietra simbolica

 

Quindi l'Olimpico va a farsi f***e, se dovessero fare le olimpiadi a Roma?

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Quindi l'Olimpico va a farsi f***e, se dovessero fare le olimpiadi a Roma?

Se ricordo il ritaglio e l'articolo lì Malagò e Montezemolo parlavano in questi termini.

L'Olimpico fino all'ultimo giorno delle molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto eventuali Olimpiadi romane del 2024 sarebbe stato vincolato con l'atletica leggera e la cerimonia di chiusura e per questo sarebbe venuto buono per la finale olimpica di calcio l'altro stadio romano, il Pallotta Stadium pure molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto eventuale allo stato dei fatti.

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Così il sindaco della Capitale, Ignazio Marino, risponde all’inchiesta del Fatto Quotidiano di lunedì 3 agosto “Roma, ultima fermata”

relativamente al progetto del Pallotta Stadium
 

Riguardo al nuovo stadio della Roma, la trasformazione urbanistica dell’area di Tor di Valle è stata pensata sfidando la proposta del privato e mettendo al centro il pubblico interesse, fissato in precise e definite opere: 195 milioni di infrastrutture a carico del privato (interventi su Metro B e la Roma Lido, l’adeguamento della via del Mare e della via Ostiense, il ponte sul Tevere e il collegamento con l’autostrada Roma-Fiumicino, il ponte ciclopedonale per la Magliana e la sistemazione del Fosso di Vallerano).

 

A parte il fatto che la cifra prevista per le infrastutture a carico del privato è scesa da 300 (o 320) a 195 milioni pure in questa comunicazione, ma - porca miseria -  tutte le relazioni ed i dossier tecnici e giornalistici puntano il dito contro l'insufficiente, anzi inesistente, pianificazione della viabilità in quella zona e conseguente rimodulazione dei costi e tu, Sindaco di Roma Capitale, insisti nel rimarcare questa enorme deficienza !?!?

 

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P.s.

Però un po' lo compatisco Marino. Pensate che Roma ha il doppio degli abitanti di Milano, ma il comune è sette volte più grande. Per la precisione il suo territorio è vasto come la somma di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Catania e Palermo.

E Marino fa tutto da solo, poraccio.
 

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Se ricordo il ritaglio e l'articolo lì Malagò e Montezemolo parlavano in questi termini.

L'Olimpico fino all'ultimo giorno delle molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto eventuali Olimpiadi romane del 2024 sarebbe stato vincolato con l'atletica leggera e la cerimonia di chiusura e per questo sarebbe venuto buono per la finale olimpica di calcio l'altro stadio romano, il Pallotta Stadium pure molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto molto eventuale allo stato dei fatti.

 

E' più probabile Roma città olimpica nel 2024, che il nuovo stadio della Roma costruito e pronto per quella data.

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Ricominciamo: ALLAGAMENTI E INQUINAMENTO
 

IL TEMPO 06-08-2015

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Un'altra inchiesta del Tempo: seconda puntata

 

Anche il dipartimento Ambiente del Campidoglio boccia il progetto
Il nuovo stadio può affondare

Dopo i Dipartimenti Urbanistica e Mobilità del Campidoglio parlano gli esperti dell'Ambiente. Dodici pagine, in totale, che, come le altre evidenziano i limiti del progetto presentato al Comune da Parnasi/Pallotta per lo stadio della Roma. «Parte dell'area interessata è classificata come soggetta ad allagamenti non soltanto a causa del Tevere».
Allagamenti e inquinamento
Dubbi ambientali sullo stadio

Il dossier del campidoglio/2 Il nuovo impianto della Roma
A Tor di Valle rischio infiltrazioni nelle falde e danni ecologici

Analisi Troppo vaghe le misure per mitigare le alluvioni
Parco agricolo Le aree sono tutte private. Procedure più complicate

di FERNANDO MARIA MAGLIARO (IL TEMPO 06-08-2015)


Dopo le due sonore prese di posizione del Dipartimento Urbanistica e di quello Mobilità del Campidoglio che se non bocciano tout court rimandano quanto meno «a settembre» il dossier sullo Stadio della Roma, oggi è la volta del Dipartimento Ambiente dire la sua. E non sono parole tenere, quelle contenute nelle dieci pagine vergate da Luisa Massimiani, direttrice del Dipartimento Tutela Ambientale e Protezione civile, né quelle di Paolo Prosperi, responsabile del Servizio scavi dell'Ambiente, o quelle di Alessandro Vaglino, direttore dell'Osservatorio Ambientale sui cambiamenti climatici del Comune.

Dodici pagine, in totale, che, insieme a quelle di ieri, mostrano chiaramente i limiti del progetto presentato in Campidoglio dal duo Parnasi/Pallotta. Andiamo per ordine. La direttrice del Dipartimento Ambiente, la Massimiani, mette nero su bianco tutta una serie di incongruenze e mancanze del progetto definitivo. E sono parole belle pesanti. Innanzitutto, scrive, «nel progetto di aggiornamento del Piano di Bacino (DEL TEVERE) parte dell'area interessata è classificata come «altre aree soggette ad allagabilità del reticolo secondario».

In sostanza, una parte delle aree di Tor di Valle non sono tanto a rischio esondazione del Tevere, quanto piuttosto a rischio allagamenti per i corsi d'acqua  secondari, fossi, spesso interrati, fiumiciattoli, affluenti del grande Fiume. E, aggiunge: «Dalla relazione preliminare di Valutazione di Impatto Abientale (VIA) si evince che le problematiche (di rischio allagamento) sono state prese in considerazione ma, quando si è trattato di proporre le misure di mitigazione, queste ultime appaiono vaghe e superficiali. Nelle successive fasi di approfondimento progettuali le misure di mitigazione necessarie, con particolare riguardo all'invarianza idraulica, dovranno essere affrontate in maniera convincente».

Anche sull'impatto acustico la Massimiani solleva numerosi interrogativi. Le carte trasmesse, scrive, «non contengono alcuna documentazione tecnica di impatto acustico (CHE) dovrà pervenire» e valutare «l'impatto complessivo delle nuove infrastrutture previste, stradali e su ferro, dei parcheggi, gli impianti previsti a servizio delle opere pubbliche e private, l'incremento del traffico dovuto alla funzione di polo attratto esercitata da tutto il progetto». Inoltre, «tale documentazione era già stata richiesta (e senza queste parti) non è possibile esprimere il parere obbligatorio di competenza».

Uno dei problemi che viene sollevato è quello degli scarichi idrici: «il tema non viene trattato. Nonostante la presenza di parcheggi che producono, a seguito di piogge o di lavaggio dei piazzali, acque reflue di tipo industriale» sono state previste «delle "fosse" di prima pioggia per quelli a raso e degli impianti per la separazione dei diversi liquidi (disoleatori) per i multi piano» che dovranno invece essere posti in tutti i diversi parcheggi e mancano le pompe idrauliche.

Altra nota dolente, l'inquinamento atmosferico. «L'area circostante il depuratore pone notevoli problemi di impatto odoriogeno (volgarmente: puzza!)». I miasmi rischierebbero «di diventare un fattore limitante per la fruizione delle strutture sportive e dell'indotto. Sebbene sia prevista l'installazione di barriere vegetazionali questo può non essere sufficiente alla risoluzione del problema» e l'«effettiva efficacia della barriera dovrà essere dimostrata e quantificata». Anche l'inquinamento da traffico viene considerato: «sia in fase di cantiere che di esercizio le simulazioni dovranno evidenziare i diversi livelli di inquinamento attribuibili alla costruzione e quelli post costruzione, riferendosi ai diversi parametri degli inquinanti atmosferici».

Un passaggio delicato è quello sul sottosuolo: «al fine di consentire una migliore valutazione dei potenziali futuri impatti dell'opera sul sottosuolo (terreno e falde acquifere), anche in fase di cauterizzazione e gestione delle terre, lo studio ambientale deve includere almeno (nel testo sottolineato) un elaborato grafico». «La relazione preliminare fa in più punti espresso riferimento ad eventi accidentali che in fase di cantiere potrebbero comportare perdite di contaminanti con rischio di infiltrazione nel terreno e in falda».

E, poi, la gran mazzata: «In relazione agli aspetti di geologia ambientale, dagli elaborati esaminati, si rileva che la realizzazione del progetto interferisce potenzialmen te sul sistema geologico-idrologico ambientale sia in fase di caratterizzazione che di realizzazione ed esercizio dell'opera». Nello specifico, i rischi sono: «effetto barriera sul naturale deflusso delle acque sotterranee e cambiamento del regime geologico dovuto alle fondazioni; abbassamento delle falde acquifere; rischio di immissione accidentale di inquinanti nei corpi idrici e in falda; alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque sotterranee; effetti di impermeabilizzazione dei suoli; modifica degli ecosistemi dipendenti dalle acque sotterranee». Viene poi giudicata «carente» la documentazione relativa alla gestione dei rifiuti prodotti dal cantiere. Infine, l'ultima annotazione del Dipartimento Ambiente è riservata al catasto del verde. «Oggi Eurnova dispone di una parte delle aree, limitatamente al verde pubblico dipende dalle aree del parco urbano contemporaneo», di una parte delle aree del «parco fluviale zone umide» e delle aree dove ricade il verde d'arredo.

Non dispone delle aree del «parco agricolo» né delle aree di mitigazione a contatto con il depuratore Roma Sud. Dalla lettura della documentazione tecnica presentata, non si fanno riferimenti a questi aspetti legati al «cronoprogramma degli interventi». Inoltre, viene evidenziato che «le aree del parco agricolo, superficie di 230mila metri quadri, sono tutte di proprietà privata. Questo significa che Roma Capitale, qualora il progetto fosse approvato, dovrà provvedere all'acquisizione delle aree individuando una procedura negoziata o per esproprio; Roma Capitale deve realizzarlo, non essendo la realizzazione prevista in capo al proponente, e deve necessariamente individuare una procedura concessoria, legata a un bando di evidenza pubblica, tenendo in conto che la superficie è al di sotto delle medie europee per quanto attiene il sostentamento di un nucleo familiare e che quindi va previsto un modello di gestione didattico e non produttivo».

Sempre sul parco agricolo si concentra anche la nota della Protezione Civile: esso «risulta al momento puramente teorico, non disponendo la società proponete della indispensabile proprietà fondiaria». E, chiosa l'Osservatorio Ambientale sui Cambiamenti climatici: il progetto suscita «perplessità circa il rischio di potenziali impatti negativi in termini di consumi energetici e di emissioni climalteranti».

Clima (Possibili cambiamenti)
L'Osservatorio ha espresso le sue perplessità circa il rischio di potenziali impatti negativi sui consumi energetici ed emissioni alteranti del clima

Piogge (Rischio)
Parte dell'area interessata del progetto giallorosso è classificata come «soggetta ad allagabilità del reticolo secondario»

Traffico (Carenza)
Il progetto non presenta alcuna analisi sull'impatto acustico e vanno migliorate le simulazioni sull'inquinamento da traffico

Geologia (Problema)
Il progetto interferisce potenzialmente sul sistema geologico-idrologico ambientale sia in fase di caratterizzazione che di realizzazione ed esercizio dell'opera

 

 

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Sono allucinato dal fatto che ancora si vada avanti con sta p***o-pantomima

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Ma quindi il 30 agosto giocheremo nel totti stadium ?

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Joined: 15-Nov-2007
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Dovevo farla per forza  :261:

 

TU - SEI - UN - GENIO!  :haha:  :haha:  :haha:  :haha:

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Joined: 21-Nov-2006
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TU - SEI - UN - GENIO!  :haha:  :haha:  :haha:  :haha:

 

Finalmente qualcuno che apprezza la mia arte  sefz

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Joined: 12-Aug-2011
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segnatevi sta data... dal 4 al 10 agosto

 

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Che peccato però che in tutto questo il Flaminio, uno degli stadi più belli d'Italia, sia completamente abbandonato

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ho un presentimento che milan, inter e forse anche napoli riusciranno ad avere lo stadio prima della roma!

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Ricominciamo: IL MISTERO DEI COSTI
 

IL TEMPO 07-08-2015

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Un'altra inchiesta del Tempo: terza ed ultima puntata

 

Nuovo stadio della Roma
I costi sono un mistero

Il dossier del Campidoglio/3 Manca il computo delle opere
Problemi anche con raccordi stradali, trasporti e parcheggi

Progetto Ignoti i singoli capi di spesa dalle Torri alle materie prime
Allagamenti Fosso di Vallerano pericoloso nella confluenza col Tevere

di FERNANDO MARIA MAGLIARO (IL TEMPO 07-08-2015)


Terza e ultima puntata dell'analisi dei documenti che il Campidoglio ha inviato alla Regione e al duo Parnasi-Pallotta in merito al dossier sul cosiddetto «progetto definitivo» dello stadio della Roma a Tor di Valle. Nelle due puntate precedenti avevamo illustrato le carenze nel progetto evidenziate dall'Urbanistica (documenti mancanti), dalla Mobilità (la diramazione Metro B è dannosa per 300mila utenti, va potenziata la Roma-Lido di Ostia), dell'Ambiente (alto rischio allagamenti, problemi per gli odori derivanti dalla vicinanza del depuratore, inquinamento da traffico e acustico non accuratamente valutato). Oggi è il turno dei Lavori Pubblici. Anche qui, la partenza è tutt'altro che entusiasmante. Prima botta: documenti mancanti. Sono quattordici: la relazione generale; ben cinque relazioni tecniche (fra cui quelle per la progettazione delle opere pubbliche e delle infrastrutture su ferro). Mancano poi due elaborati sui calcoli delle strutture e degli impianti, fra i quali quello sulle strategie energetiche.

Ancora: dopo aver elencato la mancanza di un paio di documenti tecnici e il quadro dei costi per la sicurezza con i relativi piani, i Lavori Pubblici scrivono chiaro e tondo: manca l'«elenco dei prezzi unitari» e il «computo metrico estimativo».

Sono due elementi, questi, assolutamente fondamentali, imprescindibili. La mancanza del computo metrico estimativo più quella del piano particellare e della relazione economico-finanziaria, rendono il progetto mancante di tre elementi essenziali. Il primo definisce il costo di costruzione di un'opera edilizia ed è dato dalla somma dei costi delle diverse parti dell'opera: dagli scavi, al costo del cemento, del ferro e via dicendo. In sostanza, senza questo documento, non possiamo sapere esattamente quanto costa lo stadio, quanto le torri, quanto il Convivium, un ponte, i parcheggi, la metro, e via dicendo. Una parte del Computo ha origine dai sondaggi geologici che, come oramai Il Tempo ha denunciato da molto, sono stati effettuati solo nelle aree di proprietà del Gruppo Parnasi e oggi sono in corso sulle aree di proprietà pubblica ma ancora non sono stati fatti sulle aree private che il costruttore dovrà o comprare o far espropriare. Mancando i sondaggi non si possono effettuare i calcoli per le fondazioni delle strutture e non è possibile determinarne il costo. Il secondo passaggio di grande rilievo della relazione dei Lavori Pubblici è quello sulla rete stradale. È necessario, si legge, «rimodulare» i progetti ampliando l'«ambito urbano di riferimento» per il ponte, il tratto di viabilità fra via della Magliana e via Ostiense, la viabilità di innesto con la Roma-Fiumicino, l'adeguamento del tratto urbano del Raccordo, via Ostiense-via del Mare e, infine, la viabilità di innesto fra la via del Mare e il Gra. Inoltre, nella relazione si legge che «Si auspica un coordinamento sia con le attività connesse alla realizzazione del ponte dei Congressi sia un accurato studio finalizzato» alla raccolta e smaltimento delle «acque meteoriche». Altro richiamo di grande rilievo: va studiata la cantierizzazione stradale per il mantenimento della viabilità durante i lavori su via Ostiense-via del Mare.

«Un ulteriore aspetto proteggere da approfondire - si legge nella parte finale della relazione del Dipartimento Lavori pubblici - è quello che dovrà prevedere tutti gli interventi necessari per la mitigazione del rischio idraulico, riguardanti la messa in sicurezza idraulica del Fosso di Vallerano e il consolidamento dell'argine del Tevere nei pressi della confluenza del Fosso». In sostanza, deve essere prevista grande cura nella progettazione degli interventi per evitare il rischio esondazioni del fosso. Per il Dipartimento Commercio, il problema primario è quello della documentazione cartografica: le mappe consegnate non sono né chiare né sufficienti né rispettano le «disposizioni dettate dall'attuale disciplina». Nello specifico, il Commercio chiede di avere delle mappe che indichino quali siano le «superfici destinate a vendita e quali no». Deve poi essere prodotta una mappa precisa che individui in modo chiaro l'area dei parcheggi per la sosta, quella per il carico e scarico merci e la relativa viabilità interna. Terza mappa richiesta: quella che evidenzi le principali direttrici di comunicazione viaria, i trasporti pubblici e una relazione relativa all'impatto sulla viabilità della zona. Ultima: una relazione tecnico-commerciale con i dati che consentano una completa valutazione della struttura commerciale e in particolare permettano la verifica del rispetto della disciplina delle diverse norme regionali e comunali sul commercio.

Ultimo documento che accompagna il dossier è quello dell'assessorato allo Sport. «È emersa la necessità di verificare la capienza dei settori dello stadio, per i quali si rimanda anche alla commissione predisposta alla vigilanza dei locali di pubblico spettacolo e alla valutazione di altri ordini prefettizi». Sulla Nuova Trigoria: gli elaborati dovranno essere integrati e dovrà essere fornita apposita relazione con l'indicazione dei materiali prescelti, costi e tecniche di costruzione; devono essere indicate le norme per l'omologabilità; e, infine, vanno specificati i parcheggi a servizio». Ultimo passaggio: «La relazione «Coni» (allegata al dossier) non presenta un'analisi puntuale delle previsioni progettuali ma si limita a una enunciazione degli adempimenti. Non è uno stop, ma i progettisti di Parnasi e Pallotta dovranno darsi molto da fare prima di ottenere il via libera in Regione, alla Conferenza di Servizi finale. L'assessore capitolino all'Urbanistica, Giovanni Caudo, ieri non è stato tenero: «Se lo stadio si farà sarà un bene per la città, se non si farà vorrà dire che l'imprenditore non è stato all'altezza della sfida».

Lavori Pubblici
Il «progetto definitivo» non include il costo totale delle opere

Piano Urbanistico
Mancano documenti essenziali su espropri e sostenibilità economica

Aree Commerciali
Le cartine consegnate non distinguono fra parcheggi e scarico merci

Treni e Trasporti
Si chiede di potenziare la Roma-Lido e non intervenire sulla Metro B

Settore Sport
Capienza dello stadio da verificare. Lacune sulla Nuova Trigoria

Rischi Idrogeologici
Alcune aree saranno potenzialmente soggette ad allagamenti

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ho un presentimento che milan, inter e forse anche napoli riusciranno ad avere lo stadio prima della roma!

 

Milan e Inter, probabile, Napoli proprio no.

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Reboot

 

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Ecco perché lo stadio si farà
Le risposte di tecnici e geologi alle criticità del Campidoglio
Circolazione Da ampliare lo studio del traffico privato
Nodo ambientale Da capire se l'area è soggetta a rischio allagamenti

di FERNANDO MARIA MAGLIARO (IL TEMPO 29-08-2015)

Per il Comune, il dossier Stadio di Tor di Valle è ben lungi dall'essere definitivo. Mancano troppi documenti - piano particellare, sondaggi, computo metrico estimativo, relazione economica-finanziaria, proprietà delle aree - e molti altri devono essere ancora approfonditi.

Senza perdersi d'animo, come formichine operose, dall'altro lato del Tevere, in casa giallorossa e da Parnasi, consci che il "definitivo" presentato il 15 giugno era più un auspicio che una realtà, si è proseguito a lavorare: per metà settembre, ad esempio, i diversi studi di architettura che stanno lavorando sui vari edifici che compongono il Roma Village, hanno un'ulteriore consegna degli elaborati, sempre più vicini ad essere davvero definitivi.

Ma anche il resto dei problemi - evidenziati da Il Tempo nell'inchiesta analitica sul progetto depositato in Campidoglio e dal Campidoglio confermati e ribaditi in modo chiaro nella lettera ufficiale che ha accompagnato la trasmissione dei plichi in Regione per la Conferenza definitiva - sta andando verso una soluzione. Forse migliore del previsto.

In primo luogo, i sondaggi geologici con le annesse prove sismiche. Secondo quanto Il Tempo apprende, la Geores, la società che si sta occupando, sin dallo scorso aprile di effettuare le rilevazioni geognostiche, sta proseguendo nei lavori. Lo scorso 10 luglio, infatti, sono iniziate le trivellazioni anche nelle aree non di proprietà del Gruppo Parnasi, sia quelle pubbliche che quelle private. Entro pochi giorni ancora - fine agosto primi giorni di settembre - questi lavori dovrebbero essere conclusi. Inoltre, man mano che affluiscono i dati geologici, geostatici e delle prove antisismiche, questi vengono "girati" ai progettisti delle diverse opere per poter effettuare i calcoli delle fondazioni. Si tratta di un elemento fondamentale necessario per stabilire in modo certo, e soprattutto, da un punto di vista di equilibrio economico, il costo dei diversi edifici. Sono già state completate le rilevazioni per i tre ponti, quello carrabile sul Tevere per il quale si è giunti fino a 120 metri di profondità, e i due pedonali, quello che dalla nuova stazione Metro B e Roma-Lido di Tor di Valle scavalla la via Ostiense e quello che dalla fermata Magliana della ferrovia per Fiumicino porta direttamente allo stadio, passando al di sopra della Roma-Fiumicino e del Fiume Tevere. Proprio durante le rilevazioni su queste due aree, quella per il ponte ciclopedonale e per quello carrabile, i tecnici si sono resi conto, con grande sorpresa, che il Fiume potrebbe aver subito modifiche enormi del suo percorso nel volgere dei secoli. Le attese dei geologi, infatti, erano indirizzate verso una massiccia presenza di torba, tipica degli ambienti fluviali e lacuali. Invece, sotto c'è sabbia compatta e roccia: è presto per esserne certi, ma è possibile che anticamente il Fiume in quel punto fosse diviso in due bracci da un isolotto.

Interpellato da Il Tempo, Claudio Vercelli, geologo e direttore della Geores conferma: «Al momento siamo impegnati, e con un lievissimo ritardo sui tempi previsti dovuto a lungaggini burocratiche sui permessi, nell'effetruare le rilevazioni nell'area del Fosso di Vallerano, e nelle aree limitrofe al nuovo Stadio dove verranno edificati parcheggi e strade di collegamento. Abbiamo anche effettuato le rilevazioni sul possibile tracciato del prolungamento della Metro B e sull'area della nuova stazione di Tor di Valle e, anche qui come per le sponde del Tevere, possiamo dire di aver trovato una situazione del sottosuolo migliore di quella che ci aspettavamo. In sostanza, i terreni sono più compatti e tecnicamente migliori per costruire».

Il completamento dei sondaggi geologici è uno degli elementi essenziali per poter portare il dossier, o almeno parte di esso, a vero livello definitivo. Infatti, se non vengono completati e non è quindi chiaro che tipo di sottosuolo si abbia di fronte, non è possibile progettare, almeno non in modo serio e attendibile, le fondazioni degli edifici: non si sarebbe in grado, infatti, di sapere a quale profondità occorre giungere, quale tipo di fondamenta vada gettato e via dicendo. Questo elemento determina in modo sensibile i costi di un edificio che è, poi, il famoso "computo metrico estimativo", cioè quel documento che indica, appunto, quanto costa, voce per voce, ogni singola opera da costruire e che, per legge, deve essere redatto. E, senza il computo metrico estimativo non si può procedere alla redazione della "relazione economico-finanziaria" e al calcolo di quanto spetti al privato di pagare in termini di contributi. Tutte evidenze, queste, che il Comune ha segnalato come mancanti nel progetto "definitivo" nella lettera/relazione che ha accompagnato, lo scorso 25 luglio, la trasmissione del dossier Stadio in Regione.

La relazione - 34 pagine che raccolgono otto diverse relazioni (urbanistica, mobilità, ambiente,sport, protezione civile, lavori pubblici e attività produttive) era stata pubblicata in esclusiva da Il Tempo all'inizio di agosto. I diversi uffici comunali hanno provveduto ad esaminare in via preliminare il progetto, senza, quindi, addentrarsi negli elementi specifici ma solo limitandosi a una ricognizione generale delle carte da cui è emerso in modo inequivocabile che non solo mancano alcuni elementi essenziali per qualificare, a termini di legge, il progetto come "definitivo" ma che già da queste prime analisi emergono alcune perplessità sulle soluzioni progettuali adottate.

La prima e più importante di queste riserve è quella legata alla metropolitana. Il sindaco Marino stabilì che i tifosi dovessero essere messi nelle condizioni di raggiungere il futuro Stadio attraverso una nuova diramazione della Metro B, da Magliana all'attuale stazione (da rimodernare) di Tor di Valle sulla Roma-Lido. I tecnici capitolini, leggendo le carte del "definitivo" bocciano questa soluzione, definendo l'ipotesi Metro B come carente nella documentazione sull'esercizio dcl servizio ma soprattutto paventano una riduzione del trasporto del «40% rispetto all'attuale servizio» con rischi per la regolarità del servizio «tali da coinvolgere 2/300mila utenti». L'altro grande nodo, di natura ambientale, è quello legato al rischio di allagamenti dell'area e alla mancata proprietà da parte dei proponenti di tutte le aree sulle quali dovrebbe sorgere il futuro parco verde che circonderà lo Stadio. Infine, fra gli altri rilievi contenuti nella relazione comunale "girata" alla Regione, ci sono quelli sulle strade: va ampliato lo studio del traffico privato come area geografica di riferimento e va approfondita la cantierizzazione della via del Mare/Ostiense durante i due anni di lavori.

 

Ostacoli Le nuove leggi rendono tutto più complicato
Ma l'inizio dei lavori resta «un giallo»
Si attende la riunione della Conferenza servizi
Rappresentante Il Comune non ha indicato un nome per l'organismo che darà il nulla osta
Integrazioni progettuali La Regione può aspettarle oconvocare subito la Conferenza

di FERNANDO MARIA MAGLIARO (IL TEMPO 29-08-2015)

La relazione del Campidoglio sull'analisi preliminare del "progetto definitivo" dello Stadio della Roma di Tor di Valle apre unaserie di interrogativi sul prosieguo dell'iter approvativo.

La Regione, secondo quanto disposto dai tre commi a firma Delrio della legge di Stabilità 2014 - quelli che spesso vengono chiamati "legge Stadi" - deve convocare la Conferenza di Servizi decisoria che ha il compito, entro 180 giorni dal suo insediamento, di esaminare il dossier nel dettaglio, disporre eventuali modifiche ai progetti e richiedere integrazioni qualora necessarie, per poi dare il suo via libera definitivo. Alla Conferenza prendono parte un gran numero di diversi Enti e Società: dagli uffici regionali a quelli del Campidoglio, dalla Prefettura, ad Acea, Ama, Atac, Autorità di Bacino e così via.

Già una prima annotazione: a ferragosto la Giunta Marino ha disposto una rotazione di dirigenti. Fra questi, c'è uno "scambio" di ruoli: Antonello Fatello, fino a questa rotazione Direttore del Dipartimento Urbanistica, passa alla Mobilità. Nuovo direttore dell'Urbanistica, Annamaria Graziano, che era alla guida della Mobilità. Sia la Graziano che Fatello sono due accesissimi tifosi romanisti ma, a parte questo, la Graziano - che per breve tempo ricoprì proprio l'incarico di direttore dell'Urbanistica nei primi mesi della Giunta Marino per essere sostituita, non senza strascichi polemici interni, proprio da Fatello - non ha mai seguito approfonditamente l'iter dello Stadio che, al contrario, è stato letteralmente cullato e coltivato da Fatello, considerato, nei corridoi del Campidoglio, il braccio destro dell'assessore all'Urbanistica, Giovanni Caudo. E questo fatto apre la partita di chi sarà il rappresentante del Comune in sede di Conferenza di Servizi.

Conferenza che, a questo punto, si tinge un po' di giallo. Al momento della trasmissione del plico Stadio dal Campidoglio a via Cristoforo Colombo, sia il presidente Zingaretti che l'assessore Civita (dal quale dipende la convocazione della Conferenza), precisarono che la Regione avrebbe operato «affinché fossero rispettate le modalità e i tempi previsti dalla normativa che regolamenta» la Conferenza.

Ora, la normativa in questione prevede che in Conterenza di servizi finale debba entrare il progetto "definitivo", definitivo a termini di legge. E quello presentato in Campidoglio, com'è chiaro dalla relazione stessa del Comune, non è un definitivo in questo senso. In seconda battuta, la stessa norma prevede che le carte progettuali debbano essere presentate al Comune che, poi, prvvede ad inoltrarle alla Regione. In questo ginepraio di norme di nuova applicazione, quindi, sembrerebbe che le integrazioni progettuali debbano essere presentate da Pallotta e Parnasi in Campidoglio al quale, dopo l'esame, spetta il compito di "girarle" nuovamente in Regione. Tuttavia, è anche possibile che la Regione stessa surroghi Roma Capitale e che accetti direttamente le nuove carte dai proponenti. In entrambi i casi, però, è arduo pensare che la Conferenza possa davvero riunirsi in tempi brevi: le carte non sono comunque ancora pronte. Tre le possibili strade: la prima, la Regione convoca la Conferenza che si riunisce e, immediatamente, si aggiorna, bloccando di fatto il countdown, fino all'arrivo di tutte le integrazioni sollecitate dalla relazione comunale. La seconda, prima arrivano le integrazioni e solo dopo la Conferenza si riunisce. ln mezzo, una terza, ma remota possibilità anche per l'esposizione al rischio ricorsi: la Conferenza inizia i suoi lavori esaminando nel dettaglio intanto le parti "buone" del progetto, in attesa che giungano le integrazioni.

 

Procura Cinque le persone accusate di bancarotta fraudolenta e distrattiva per la vendita
L'indagine sul terreno a un passo dalla chiusura
di VALERIA DI CORRADO (IL TEMPO 29-08-2015)

È a un passo dalla chiusura l'indagine della Procura di Roma sulla vendita del terreno dove prima sorgeva l'ippodromo Tor di Valle e dove ora verrà costruito lo stadio dell'As Roma. A breve dovrebbe essere notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari (che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio) agli amministratori di Sais spa, la società che nell'aprile del 2012 ha ceduto l'area a Eurnova srl, del gruppo Parnasi, al prezzo di 42 milioni di euro. Sono cinque le persone indagate per bancarotta fraudolenta e distrattiva. Nei mesi scorsi il pm ha sentito il noto costruttore romano Luca Parnasi (che non è indagato) nella sua veste di amministratore unico di Eurnova srl. Con il contratto definitivo di vendita, firmato il 25 giugno 2013, è stato fissato l'ammontare delle rate per il pagamento di una prima tranche da 21 milioni. Secondo quanto pattuito davanti al notaio Mazza, il prezzo integrativo di 21 milioni scatterà "solo nel caso in cui venga stipulata una Convenzione urbanis1ica che autorizzi la realizzazione sull'area in oggetto di un progetto di sviluppo come presentato dalla società Eurnova". Il progetto di costruire lo stadio della Roma è stato presentato lo scorso 17 giugno al sindaco Ignazio Marino. Ma, affinché il Comune rilasci la Convenzione urbanistica, serve l'ok della Regione Lazio, che proprio nelle settimane scorse ha chiesto a Eurnova ulteriore documentazione sul progetto.

L'indagine della Procura è scattata quando, un anno dopo la firma del contratto, il 22 maggio 2014, il Tribunale di Roma ha dichiarato il fallimento di Sais, «società non patrimonializzata e sostanzialmente inattiva vantando esclusivamente - si legge nella sentenza - un credito per la vendita dell'ippodromo di Tor di Valle». L'ipotesi al vaglio dalla Procura è che alcuni membri della famiglia Papalia, amministratori della Sais, abbiano realizzato una distrazione di beni, per sfuggire ai creditori, lasciando dietro di sé i «cadaveri» di una società portata al fallimento. Il «pezzo da novanta», da mettere al sicuro in una «scatola societaria» scevra dai debiti, sarebbe stato proprio l'area dove far sorgere l'impianto giallorosso.

 

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"Ma l'inizio dei lavori resta un giallo..."

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"Ma l'inizio dei lavori resta un giallo..."

però lo stadio si farà...l'importante è quello!cosa vuoi che siano questi "lavori"

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