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Tiger Jack

Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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quai pochi romani non tifosi che conosco sono tutti incaxxati neri .asd

.asd

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A Torino per portare la metro dal lingotto a piazza Bengasi sono 3-4 anni che vanno avanti e si sono pure fermati i lavori per falllimenti vari .asd

a Roma per prolungare la A di 4 fermate ce ne hanno messi una decina molto abbondanti oltre a far fallire parecchi negozi che erano in una strada che hanno chiuso ed ucciso per tutto il tempo....asd

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Era un terreno ad uso sportivo fatto diventare tramite una speculazione immobiliare improvvisamente costruibile, Stessa cosa fatta dal Real Madrid la cui cittadella dello sport venne misteriosamente trasformata in lotto residenziale facendo entrare nelle casse del Real circa 500 milioni di Euro. Per non parlare dello Yankee stadium a New York. Le speculazioni esistono in tutto il mondo ma solo da noi vengono viste come il male assoluto e non come potenziali fonte di sviluppo e reddito per la citta'.

guarda che io sappia Highbury non è stato abbattuto...gli appartamenti sono stati ricavati nel vecchio impianto....

avranno cambiato la destinazione d'uso dell'immobile,immobile già di loro proprietà tra l'altro.....ma non hanno fatto palazzi ex novo...

lo yankee stadium che speculazione edilizia hanno fatto?hanno costruito palazzi sul vecchio sito?

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Roma, lo stadio si fa

IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Alla fine, come da copione, tutti contenti. La Roma e Parnasi portano a casa il primo passaggio per il nuovo Stadio, mentre il sindaco Marino e l’assessore Caudo, incassano il «più grande cantiere privato della penisola».

Al termine di una giornata convulsa, la Giunta capitolina ha approvato la delibera che sancisce il «pubblico interesse» alla costruzione del nuovo Stadio di Tor di Valle. Un’attesa lunghissima, a dire il vero, con la seduta di Giunta convocata per le 17 e con Pannes, Baldissoni e Parnasi che, già dalle 16, si aggiravano per i corridoi del Campidoglio. Attesa che si è conclusa, ben oltre il telegiornale delle venti: prima l’arrivo del Sindaco, di rientro dalla vacanza negli Stati Uniti, poi l’attesa, eterna, per la delibera in fase di scrittura. In mezzo, assessori che entravano e uscivano piuttosto annoiati.

Finalmente, dopo che per tutto il pomeriggio l’assessore Caudo, il Segretariato generale e l’Avvocatura, hanno limato ogni dettaglio, corretto ogni virgola, emendato l’emendabile, verso le 19 – con gli emissari giallorossi che da un pezzo avevano alzato bandiera bianca e se n’erano andati – il testo è stato portato in Giunta.

Il testo della delibera – che avrebbe potuto chiarire molti punti – è ancora riservato. In cambio, è stata fornita una sintesi di due paginette scarne che non spiega un granché, limitandosi a ribadire giusto alcuni passaggi. In primo luogo che il proponente deve realizzare opere pubbliche per 195,25 milioni di euro su un investimento complessivo stimato in 320 milioni. La differenza sarà «coperta” dal Comune con 354.319 metri quadri di edificazioni – 49mila per lo Stadio e 305.310 per il commerciale e gli uffici – pari a 977.020 metri cubi.

Queste opere pubbliche sono la metro B, da Magliana a Tor di Valle, per un investimento di 50,45 milioni; il ponte ciclo/pedonale sul Tevere dalla stazione Magliana della ferrovia Orte-Fiumicino per 7 milioni e mezzo; l’adeguamento della via del Mare e via Ostiense («fino al raccordo con il GRA come da proposta presentata») che costerà 38,6 milioni; 93,7 milioni per realizzare un nuovo tratto di viabilità fra l’autostrada Roma-Fiumicino e la via Ostiense/via del Mare, con un nuovo ponte sul Tevere compreso lo svincolo di connessione con la Roma-Fiumicino; e, infine, 5 milioni per le opere idrogeologiche.

L’altro passaggio chiave è quello della proprietà dello Stadio. Durante l’incontro con la stampa, Caudo ha ribadito che l’impianto rimarrà in uso permanente alla Roma ma che la legge non consente al Comune di prescrivere obblighi in merito alla proprietà. Quindi, per risolvere il problema viene inserita una sorta di «penale» da pagare qualora vengano separati i destini dello Stadio da quelli della As Roma. In quel caso, al Comune dovrà essere versata una penale pari all’interesse pubblico, cioè (almeno) 195,25 milioni di euro. Inoltre, la Roma ha accettato che venga costituita una qualche forma di joint venture affinchè una parte – probabilmente il 10% – degli utili extracalcistici prodotti dallo Stadio (concerti, eventi, etc.) vada nelle casse del club. Infine, viene riconosciuto il diritto di prelazione alla As Roma per l’acquisto dello Stadio nel caso in cui questo venga venduto.

Ora, superato con affanno il primissimo scoglio, restano gli altri passaggi da compiere: Assemblea Capitolina, progetto definitivo, conferenza decisoria in Regione, convenzione urbanistica, appalti, prima pietra e, finalmente, calcio. Se in mezzo, non ci saranno altri intoppi (ricorsi), il fischio d’inizio delle partite nel 2017.

(05.09.2014)

Lo fanno, lo fanno.............. mh

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Credo che ormai lo faranno, han avuto l'ok dal comune.

Speriamo che non ci sia nulla di illecito.

Io sono contento che vengano edificati nuovi stadi, ma senza speculazione edilizia. Qua han regalato un milione di cubature, allucinante.

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Tor di Valle, primo ok su proprietà e trasporti i paletti della Giunta

IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) – Alla fine il via libera della giunta capitolina all’interesse pubblico del nuovo stadio di Tor di Valle travolge tutti. I dubbi di un dibattito smorzato troppo presto diventano prescrizioni che il presidente della Roma James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi dovranno rispettare. Paletti, al momento morali, che prenderanno sostanza quando avverrà la firma della convenzione urbanistica con il disco verde al progetto definitivo dell’impianto e delle cubature accessorie (novecentomila metri cubi). Intanto ieri sera, dopo ventiquattro ore di fuoco con la Roma pronta a rinunciare, è arrivato il primo il sì allo stadio.

LA RIUNIONE Durante la giunta non ci sono stati problemi per il sindaco Ignazio Marino, appena ritornato dalle vacanze negli Usa. L’unico giallo è stato sullo smarcamento di Guido Improta (responsabile dei Trasporti e tra i più scettici in merito alla questione collegamenti dell’area) che alle 19, con la riunione che non iniziava per problemi legati alla delibera da ”stendere”, ha fatto fagotto e se n’è andato («Ho un impegno»). Nelle undici pagine dove si ritiene il progetto di interesse pubblico sono scritti nero su bianco tutti i problemi (e le soluzioni) di questa operazione. Innanzitutto l’intervento per le opere pubbliche: 320 milioni di cui 195 per il prolungamento della linea B da Magliana a Tor di Valle, passaggio pedonale per la ferrovia Fl1, l’adeguamento dell’Ostiense della via del Mare, lo svincolo sulla Roma Fiumicino e gli interventi per prevenire rischi idraulici per gli argini del Tevere. «E se i costi lieviteranno nel corso dell’opera?», ha chiesto in giunta l’assessore Ozzimo. «I privati sosterranno gli aumenti», gli ha risposto il collega Caudo, superparnasiano. Il nodo più delicato che mercoledì ha rischiato di far precipitare tutta la trattativa tra Pallotta e il Campidoglio, alla fine è stato risolto così: lo stadio rimarrà in uso permanente alla Roma, che ne avrà anche il diritto di prelazione, per 30 anni; in caso di rottura dell’accordo ci sarà una penale di 160 milioni di euro.Allo stesso tempo i giallorossi potranno partecipare agli utili dell’impianto, attraverso una joint venture con la società che costruisce. Il sindaco Marino a delibera approvataha spiegato: «Senza tutti i servizi e i collegamenti non ci sarà nemmeno una partita di calcio. Con gli ultimi investimenti arrivati in città, pari a 4 miliardi di euro, possiamo parlare di un vero e proprio Sblocca Roma». «Ora la palla passerà al Consiglio per l’approvazione della delibera», ha aggiunto il presidente dell’aula Mirko Coratti.

LO SCONTRO Non è bastato il sì della giunta a fermare un dibattito strozzato sul nascere. Il deputato Pd Umberto Marroni ha definito «non sufficiente » il passo del Comune su proprietà e interesse pubblico: «La legge prevede la perequazione di cubature a favore dei privati per garantire la costruzione degli stadi e la ricapitalizzazione dei club sportivi, cosa che qui non c’è». La presidente della commissione elette Daniela Tiburzi, nel candidare Tor Vergata, ha aggiunto che nel progetto di Tor di Valle mancano i requisiti primari legati alla fruibilità dell’area.

(05.09.2014)

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Marino va di corsa ''Pronto nel 2017''

IL TEMPO (A. AUSTINI) – James Pallotta era già a chilometri di distanza quando la Roma ha incassato il primo, fondamentale ok alla costruzione dello stadio. Dopo una notte agitata e il rischio di far saltare tutto in aria, il presidente ieri mattina si è imbarcato sul jet che lo ha riportato negli States, ormai sicuro di aver raggiunto un’intesa definitiva con il Comune.

Ha lasciato il suo braccio destro Pannes e il diggì Baldissoni a seguire i lavori della Giunta. Ormai una formalità. E lo stesso Pannes ha esultato su Twitter alla fine della lunga giornata. «Bravo il Sindaco Marino, l’assessore Caudo, la Giunta Comunale e l’intero Comune di Roma. Il futuro è radioso» cinguetta il capo del progetto per conto degli americani. «La proprietà della A.S. Roma SPV, LLC e i rappresentanti di Eurnova esprimono la loro piena soddisfazione per questo importante riconoscimento» si legge nella nota emessa a tarda serata.

Tutto il resto lo hanno detto Marino, il suo staff e le tante voci che continuano ad opporsi. «È una giornata memorabile per la città di Roma – esulta il primo cittadino – con questa decisione avviamo un processo che nei prossimi mesi porterà investimenti nella Capitale per oltre un miliardo e mezzo di euro. Se li uniamo a quelli dell’aeroporto di Fiumicino, del Ponte dei Congressi e della metro C, stiamo parlando nei prossimi dieci mesi di circa 4 miliardi, con migliaia di posti di lavoro che si creeranno».

Quanto allo stadio, la strada è ancora lunga e a fissare il traguardo ci pensa lo stesso Marino. «La tempistica è quella stabilita con gli imprenditori: entro la prima metà del 2017 (già un anno dopo rispetto alla previsione iniziale, ndr) l’impianto deve essere pronto. Ma per noi non si apre nessuno stadio e non si fa nessuna partita se non sono completate fino all’ultima tutte le infrastrutture: vogliamo i servizi prima che Totti giochi la prima partita nel 2017». Il capitano, però, potrebbe smettere 12 mesi prima. Almeno questo dice il suo attuale contratto con la Roma.

Suggestioni a parte, per il sindaco quello di ieri è un risultato importante per riacquistare consensi. Agli occhi dei romanisti e non solo. «Abbiamo avuto una riunione molto severa a New York con Pallotta, a cui ho detto che la sua prima proposta era irricevibile. Volevamo che oltre il 60% delle persone si spostino su ferro e così sarà: abbiamo tenuto la schiena dritta».

L’assessore Caudo assicura che «non ci sarà un chicco di cemento in terreni agricoli. E l’area non ha avuto alcuna prescrizione negativa in termini idrogeologi a parte il fosso del Valleranello», mentre il coordinatore della maggioranza Panecaldo ricorda come «Pallotta si farà carico dell’extracosto per il prolungamento della metropolitana». Secondo Gianluca Peciola (capogruppo Sel) «continueremo a lavorare in Assemblea capitolina per aumentare l’utilità pubblica». Un monito condiviso da Mirko Coratti, presidente dell’Assemblea capitolina.

Quindi il coro degli scontenti. A partire dall’agguerrita Legambiente. «Sulla metro siamo stati ascoltati ma ci sono ancora troppe cubature nel progetto immobiliare legato allo stadio. Se prima era pari a 10 alberghi, adesso sono 9 ma la sostanza non cambia: è una colata di cemento», si legge in una nota che annuncia l’arrivo di un dossier per focalizzare i «10 errori dello stadio».

«I costruttori hanno cercato tutti i cavilli possibili e immaginabili per trovare un interesse pubblico in un progetto che così com’è in quell’area non ce l’avrà mai» spiega l’ex Legambiente Cristiana Avenali, ora consigliera regionale del gruppo Per il Lazio. Dura anche Italia Nostra: «La città ignora quasi tutto sulle molte incognite del progetto su cui mancano ancora le risposte».

E c’è pure chi continua a sperare che lo stadio venga costruito altrove. «Dovrebbe sorgere a Tor Vergata, il luogo che Calatrava aveva indicato come “sito deputato” ad accogliere una struttura funzionale alle esigenze dell’intera città», è l’idea della consigliera capitolina del Pd Daniela Tiburzi.

(05.09.2014)

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Cubature record e dubbi sui costi: la corsa a ostacoli del progetto

IL MESSAGGERO (L. DE CICCO)Costi effettivi delle opere pubbliche, cubature sproporzionate, rischio speculazione sulle rivalutazioni dei terreni, la grana degli espropri. Approvata, faticosamente, la prima delibera del Comune, il percorso del progetto Tor di Valle rimane costellato di nodi ancora tutti da sciogliere, tanto da essere più simile a un campo minato che a una strada in discesa.Decisivo sarà il lavoro della Regione, che entro 6mesi dovrà decidere se dare o meno l’autorizzazione definitiva al progetto.

ECOMOSTRO Il primo ostacolo è il colosso da quasi un milione di metri cubi di cemento che il costruttore Parnasi vorrebbe tirare su accanto allo stadio. Un «Ecomostro» – così lo hanno definito le principali associazioni ambientaliste – destinato a un mega-centro di uffici e hotel. La Regione è già stata chiara. Alla Conferenza dei servizi preliminare ha scritto che «la superficie edificata è superiore di tre volte rispetto al consentito». E «va ridotta ». Il Comune però ha apportato solo una mini-sforbiciata (-10%), forse anche sulla spinta dell’assessore “super-parnasiano” Caudo, che anche ieri si affrettava a dire che «le cubature non si toccano». Ma il nodo alla Pisana sarà affrontato. Già ieri Cristiana Avenali della Commissione regionale Urbanistica tuonava: «Oltre 800mila metri cubi sembrano una scelta assurda. Un interesse pubblico così non ci sarà mai». Anche Legambiente è tornata a picconare l’« Ecomomostro»: «Sarebbe una colata di cemento inaccettabile». Al tema cubature è legato quello del rischio-speculazione dato che i terreni – acquistati da Parnasi per 42 milioni – grazie all’operazione calcistico-immobiliare potrebbero fruttare, secondo alcuni studi, fino a 800 milioni. Questo al netto dei 900 milioni necessari per costruire lo stadio e il mega-centro commerciale. Come a dire: metti 42 milioni di euro per i terreni e ne incassi fino a venti volte tanto, con il placet del Comune. A qualcuno potrebbe sembrare un regalo troppo grande. Rimane sul tavolo anche la questione dei costi effettivi per le infrastrutture di pubblica utilità. Se aumenteranno, secondo la delibera del Campidoglio, dovrebbero essere a carico del costruttore.Ma non è chiaro cosa accadrà se le cifre varieranno all’ingiù, di molto, tanto da stravolgere il sistema delle compensazioni. Il rischio è dell’ennesimo regalo a chi costruisce. Altra spina: i 15mila uffici privati che verrebbero realizzati, muoverebbero oltre 25mila impiegati. Senza affrontare i problemi legati alla viabilità, c’è un tema di fondo: inun momentodi crisi economica e imprenditoriale della città, è facile prevedere che nel nuovo mega- complesso più che nuove imprese arriverebbero i dipendenti di quelle già attive in altre parti – decisamente più facili da raggiungere – della città. Si tratterebbe insomma di «trapiantare» in blocco 25mila persone da una zona all’altra (ultra-periferica) da un giorno all’altro, snaturando un assetto urbano già in difficoltà.

AZIONI LEGALI C’è poi la grana degli espropri: Parnasi possiede poco più del 50% dei terreni previsti. Della metà restante solo l’8% verrebbe «asservito» perché di proprietà pubblica. Il restante 40% è di altri privati e sarebbe da espropriare. Con tutti i ricorsi possibili (dal Tar al Consiglio di Stato) il progetto potrebbe naufragare o slittare di anni.

(05.09.2014)

Modificato da Marmas

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Il caso dello Juve Stadium, molto sport e pochi edifici

IL MESSAGGERO (L. PASQUARETTA) – «Casa dolce casa». Aveva proprio ragione John Howard Payne. E’ davvero dolce la nuova casa della Juve. «Lo stadio che ha cambiato il calcio italiano», come ama ricordare sovente il presidente Andrea Agnelli. Uno stadio rigorosamente di proprietà, da 41mila posti (quasi sempre esaurito, 92% di saturazione al netto del settore ospiti), aperto 7 giorni su 7. Efficiente. Moderno. Senza barriere. Molto anglosassone: dove l’entertainment va a braccetto con il business, dove si può mangiare (21 bar ed 8 ristoranti), fare spesa e shopping (presso l’adiacente Area 12, il centro commerciale griffato E.Leclerc-Conad che hanno investito 100 milioni), visitare il J-Museum (ad oggi 372 mila visitatori) e avventurarsi nel Tour. Marketing e merchandising in continuo divenire. E dal 2016 aprirà i battenti pure la Cittadella presso l’area adiacente della Continassa. Insomma uno stadio vincente sia dal punto di vista sportivo che economico-finanziario, costato 160 milioni e finanziato per 75 milioni grazie alla cessione dei naming rights alla società francese SportFive e per la quota restante attraverso l’accensione di un mutuocon il Credito Sportivo. Tutto iniziò nel dicembre del 2002, ai tempi della triade (Giraudo- Moggi-Bettega), quando il consiglio comunale di Torino approvò la variante al piano regolatore, destinando l’area del vecchio Delle Alpi alla società bianconera, che nel luglio 2003, ne divenne proprietaria, versando 25 milioni. Con Calciopoli tutto sembrava finito. Ed invece, l’ex a.d. bianconero Jean-Claude Blanc prese in manola situazione.

I CANTIERI A luglio del 2009 iniziarono i lavori. Dal giorno dell’inaugurazione (8 settembre 2011) la Juve ha vinto 3 scudetti consecutivi. Innumerevoli i benefici, in particolare per i ricavi da stadio, aumentati in maniera esponenziale: prima di trasferirsi nella nuova casa, la società fatturava 11 milioni, passati a 35 il primo anno, a 44 il secondo e dovrebbero sfiorare i 50 il terzo (i dati saranno resi noti il prossimo 23 settembre, il giorno dell’assemblea degli azionisti). La Juve ha corretto un’anomalia tutta italiana. I ricavi da stadio rappresentano circa il 13% degli introiti delle società italiane, contro il 27% di Inghilterra oGermania. E tanto per non farsi mancare nulla dall’inizio del 2015 inizieranno i lavori per la Cittadella della Juventus, presso la Continassa. Lo scorso 22 luglio la giunta del Comune di Torino ha dato il via libera al Piano esecutivo convenzionato: l’area da 176.000 mq (costata 11,7milioni) ospiterà la nuova sede (il trasloco nel 2016), il centro di allenamento, un albergo da 155 camere, un concept store e l’International School of Europe per 600 studenti. Serviranno 92 milioni, che saranno reperiti attraverso la costituzione di un fondo immobiliare d’investimento (per il 50% ricorrendo all’indebitamento con le banche e per il resto con l’equity di investitori). Insomma l’investimento complessivo, diretto ed indiretto, fra stadio, Area 12 e Progetto Continassa è di 340 milioni di euro, che ha generato tra l’altro ricadute occupazionali importanti, la riqualificazione di una zona degradata e una compatibilità ambientale ottimale, grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate ed ecosostenibili.

(05.09.2014)

.rulez:sventola:

Proprio come il "Pallotta Stadium"......

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la superficie edificata è superiore di tre volte rispetto al consentito

Nuuuuu

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Cento giorni per il sì. La prima partita nel 2017

CORSERA (E. MENICUCCI) – Finita non è ancora finita. Ma lo stadio di Tor di Valle, dove giocherà la Roma, ottiene il primo sì ufficiale: quello della giunta comunale che ieri ha decretato il «pubblico interesse» dell’opera. Intervento da 1,2 miliardi di investimento, realizzato dal presidente giallorosso James Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi, capienza da 52 mila posti, 60 mila nelle grandi occasioni, un «mondo» che gli cresce intorno: negozi, uffici, parco, intrattenimento, ristoranti. Ma anche cubature: tre grattacieli progettati dall’architetto statunitense Daniel Liberskind, per un totale di circa 900 mila metri cubi. Progetto al quale si è arrivati dopo 97 giorni di esame, da parte del Campidoglio («un record, poi ad agosto, a Roma», dice l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo), con una serie di limature progressive: sulle opere pubbliche da realizzare (320 milioni, alla fine), sul modo di portare la gente allo stadio (non macchine e motorini, come previsto inizialmente, ma coi mezzi pubblici), sulle infrastrutture (con la variante, imposta dalla Regione, al ponte da realizzare dalla Roma-Fiumicino sul Tevere). Secondo Marino, che si è presentato al ritorno dalle vacanze con un nuovo look, barbetta incolta definita «franceschiniana», quello di ieri è stato «un giorno memorabile ».

Era così entusiasta, il sindaco, da lanciarsi nella definizione di «SbloccaRoma», mettendo insieme «lo stadio, il ponte dei congressi, l’aeroporto di Fiumicino, la metro C: 4 miliardi di investimenti in dieci mesi». Non che tutti gli angoli siano superati, anzi. La nottata, con la trattativa all’Eur, è stata molto agitata. Anche se, alla fine, gli americani hanno accettato quasi tutte le condizioni poste dai consiglieri piddini: joint venture tra Roma calcio e la società dello stadio per la partecipazione agli utili; diritto di prelazione a favore del club se alla scadenza della convenzione trentennale Pallotta volesse vendere lo stadio; decadenza dei benifici di legge qualora il vincolo venisse rotto prima, con contestuale pagamento di circa 160 milioni di contributo straordinario. C’è un’altra «postilla»: la Roma dovrebbe avere, nella società stadio, una quota di azioni. C’è chi dice l’1%, chi il 10%. Alcune di queste clausole non sono in delibera perché accordi tra privati. Ieri, in mattinata, la Roma ha inviato al Comune una lettera di intenti, nella quale il club accetta le condizioni negoziate nella notte. Ma, nonostante questo, i dirigenti giallorossi Mark Pannes e Mauro Baldissoni sono saliti nel pomeriggio al Campidoglio, marcando «a uomo » il testo della delibera che doveva andare in giunta.

Riunione che doveva iniziare alle 17, e che è slittata di due ore, fin dopo le 19. Da superare, prima, c’erano gli ultimi dubbi. Guido Improta, assessore ai Trasporti (che è andato via, ufficialmente per una visita medica, prima dell’inizio della giunta), ha posto il tema della mobilità: «Il piano non mi convince. Aspettiamo i progetti definitivi e riserviamoci di cambiare qualcosa». La preoccupazione è sullo «sfioccamento» della metro B a Magliana, con una derivazione tipo B1: serve uno studio approfondito di fattibilità, perché la linea potrebbe andare in tilt. Poi c’è la Roma-Lido: l’idea dei consiglieri Pd è inserirla con un emendamento dell’Assemblea. Anche Silvia Scozzese, responsabile del Bilancio, ha avuto obiezioni: «Non ho visto il testo della delibera, dichiarare l’interesse pubblico è una questione delicata». Marino ha tagliato corto: «Serve un segnale preciso, poi discutiamo ». E, in venti minuti, il sì è arrivato. Ora tocca alla Regione che però, come dice Caudo, «non potrà intervenire sulle cubature ». Se tutto va bene, via ai lavori. E prima partita nel 2017

Lo fanno, lo fanno........ mh mh

Tre considerazioni legate alle parti di testo evidenziate in rosso:

- finalmente si comincia a riferirsi al nuovo stadio non come allo "stadio della Roma" ma, più correttamente, come allo stadio "dove giocherà la Roma"

- sentire il sindaco Marino e la sua corte di assessori/consiglieri tifosi parlare di trasparenza a fronte di una delibera comunale che contiene accordi segreti tra privati fa venire davvero l'orticaria

- secondo l'assessore alla riqualificazione urbana ( :haha: :haha: :haha: :haha: :haha: :haha: ) Caudo la Regione non avrebbe titolo per intervenire sulle cubature. Se vero, si tratterebbe di un colpo di scena inaspettato che confermerebbe la portata della porcheria che si sta cercando di portare a compimento

Modificato da Marmas

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.asd

:261:

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Prima la rottura poi l’accordo. E Pannes sbotta: cose mai viste

CORSERA (E. MENICUCCI) – Anche se alla fine c’è stato il fiocco azzurro, è stato comunque un parto travagliato. Condito, anche, dall’immancabile colpo di scena. Mercoledì notte, via del Turismo, assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale, due passi da Palombini, salotto buono dell’Eur. Lì dentro, già da qualche ora, si stanno decidendo le sorti dello stadio giallorosso. Intorno al tavolino, oltre all’assessore e «padrone di casa» Giovanni Caudo, ci sono il dirigente giallorosso Mark Pannes, il costruttore Luca Parnasi, i loro rispettivi avvocati. E, in rappresentanza del consiglio comunale, mezzo Pd capitolino: il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo, il presidente dell’Assemblea Mirko Coratti, i presidenti di commissione Antonio Stampete (Urbanistica) e Pierpaolo Pedetti (Patrimonio). È la notte dei «lunghi coltelli»: quella in cui, verso le undici di sera, il banco rischia davvero di saltare. O meglio, per almeno venti minuti salta veramente. Succede quando Pannes e Parnasi, all’ennesima obiezione dei consiglieri, sbottano: «Basta, ce ne andiamo». I due abbandonano la sala, si confrontano, parlano con l’America: con James Pallotta, da una parte, e con gli uomini della Goldman Sachs (che finanzia l’intervento) dall’altra. Alla fine, risalgono.

E, a quel punto, si continua. Il nodo, decisivo, era quello della cosiddetta «clausola rescissoria» da 160 milioni circa (qualcosa in più, ad essere precisi) che il Comune voleva per vincolare lo stadio alla squadra: se Pallotta vende l’impianto, decadono i benefici della legge sugli stadi, e a quel punto la proprietà deve pagare il contributo straordinario previsto per tutti gli interventi urbanistici. Per Pannes è una condizione inaccettabile: «Non vogliamo penali, neppure ipoteche», ribatte. E, sempre in inglese (la maggior parte dei presenti ha dovuto farsi tradurre dall’interprete…), il dirigente ha insistito: «Abbiamo fatto decine di stadi in giro per il mondo, solo qua ci vengono fatte queste obiezioni sulla proprietà». I consiglieri hanno citato il caso dello Juventus stadium, ma l’americano conosceva bene quel dossier ed ha ribattuto colpo su colpo. Ci sono stati momenti di tensione. Poi, pian piano, Caudo e Coratti sono riusciti a smussare gli angoli. Spiegando, soprattutto, che non si tratta né di penali, né di ipoteche, e che quella cifra non sarebbe stata riportata in nessun documento ufficiale. E, a quel punto, la notte dei lunghi coltelli è sfumata. Alla fine, tramezzini per tutti.

(05.09.2014)

Lo fanno, lo fanno....... mh mh mh

Due considerazioni legate alle parti di testo evidenziate in rosso:

- chissà se i consiglieri capitolini si sono sciacquati la bocca prima di pronunciare le parole" Juventus Stadium"

- la famosa penale "salvaproprietà" in realtà non è una penale nè una ipoteca e la relativa cifra non è riportata in nesun documento ufficiale :261:

......e c'è ancora qualcuno che pensa di potersi fidare di certi politicanti di periferia.........

Modificato da Marmas

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PECORARO: “La sicurezza prima di tutto o non concederò i permessi”

LA REPUBBLICA (F. ANGELI) – Prefetto Giuseppe Pecoraro, l’affare stadio è in dirittura d’arrivo. Ma, sembra di capire che, senza il suo placet, può saltare tutto.

È così? «È ovvio che un’eventuale bocciatura da parte della Commissione sarà un impedimento alla realizzazione dell’evento. Il problema è questo: per la realizzazione di stadi o la ristrutturazione di teatri, insomma tutto ciò che è aperto al pubblico, è necessaria una sorta di agibilità della Commissione di vigilanza di pubblico spettacolo».

Da chi è presieduta? «Dal prefetto, dunque nel caso specifico da me, e dal suo delegato. La commissione ha anche ingegneri della Regione e del genio civile, funzionari dei vigili del fuoco e della polizia di stato e, per gli impianti sportivi, c’è un rappresentante del Coni ».

Quali sono i dubbi su questa struttura? «C’è da valutare se la struttura è in grado di ospitare uno o più grandi eventi in via occasionale o permanente ai fini della sicurezza. Sicurezza non solo sotto l’aspetto pubblico della massa di persone ma anche del singolo spettatore. Proprio per questo nella Commissione è necessaria la presenza di vigili del fuoco e della polizia e di ingegneri che valutano tutta una serie di cose, come le uscite di emergenza e le barriere architettoniche, tanto per citarne alcune ».

E i requisiti questo stadio li ha? «Io ho suggerito che il progetto, nel momento in cui diventa definitivo, sia visionato anche dalla Commissione in modo tale che se ci sono delle modifiche da fare per le esigenze di sicurezza, si fanno. Perché dire no quando è stato già realizzato? E’ opportuno che la Commissione faccia prima queste valutazioni, piuttosto che dopo».

Dunque lei ha richiesto al Comune di sottoporre il progetto alla valutazione della Commissione da lei presieduta? «Esatto».

E cosa le hanno risposto dal Campidoglio? «Il comune ha detto che inserirà nella delibera come prescrizioni le uscite di emergenza ed eviterà che ci siano difficoltà per l’afflusso dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine. Oltre a garantire il rispetto del flusso della viabilità, soprattutto per quanto riguarda il raccordo anulare».

La scelta del luogo dove verrà realizzato le sembra buona? «Questa valutazione non rientra nelle mie competenze ma in quelle di Comune e Regione ».

E se qualcosa, sulla carta, non convincesse lei e la Commissione? «Laddove mancassero i requisiti per la sicurezza, ci saranno grosse difficoltà: la Commissione potrà dire di no e chiedere delle modifiche al progetto».

(05.09.2014)

Lo fanno, lo fanno......andrà tutto bene mh mh mh mh

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Vabbè per stasera chiudiamo in bellezza con un inno all'ottimismo che è il profumo della vita....... mh

Stadio Roma, PANNES: “Impresa storica. I romani potranno andarne fieri, sarà il migliore al Mondo. Finirà nei tempi prefissati”

ROMA RADIO – In esclusiva sull’emittente radiofonica giallorossa, Mark Pannes, CEO del progetto per il nuovo stadio della Roma, ha dichiarato: Iniziare è il termine giusto. Per la popolazione romana, per la città di Roma per l’Italia, questo momento segna l’inizio di un’impresa storica. L’inizio di un processo che porterà alla realizzazione del migliore stadio del Mondo. Non solo per il calcio, ma di una varietà eventi durante tutto l’anno. Sarà un luogo per cui i romani ne andranno fieri”.

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Complimenti e grazie infinite a Marmas: rassegna stampa esemplare

(da gustarsi una grattachecca dietro l'altra a scorrerla attentamente)

Per il resto... lo fanno, lo fanno!

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Complimenti e grazie infinite a Marmas: rassegna stampa esemplare

(da gustarsi una grattachecca dietro l'altra a scorrerla attentamente)

1. Ti ringrazio, troppo buono.

2. Per il futuro club n.1 al mondo che giocherà (in affitto) nello stadio più bello del mondo si fa questo ed altro.

3. Non vedo l'ora che questa opera meravigliosa per Roma, per l'Italia, per il Mondo sia portata a compimento per poter esprimere tutta la mia fierezza di romano

4. Bentornato

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è solo un bene per tutto il calcio italiano, se la Roma e altre società abbiano uno stadio nuovo.

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Per chi ha tempo e voglia di documentarsi........

questo è il testo integrale della delibera del Campidoglio per la costruzione del "Pallotta Stadium"

http://www.iltempo.it/sport/2014/09/06/la-delibera-del-campidoglio-per-la-costruzione-dello-stadio-1.1303228

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Al primo scavo trovano un'antico palazzo e fermano tuto per 80 anni

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Stadio Roma, Municipio X: “Serve il potenziamento della Roma-Lido. Marino non ci escluderà dal dibattito”

La Giunta del X Municipio di Roma Capitale, guidata dal presidente Andrea Tassone, ha approvato questa mattina una memoria sul nuovo stadio della AS Roma e l’urbanizzazione dell’area dell’ex ippodromo di Tor di Valle. Nello specifico, la Giunta del X Municipio di Roma Capitale ha chiesto al sindaco Ignazio Marino di considerare gli investimenti opportuni per l’adeguamento dell’asse infrastrutturale Roma Eur – Ostia.

Lo si apprende da una nota. «Sono necessari – si legge nella memoria della Giunta del X Municipio di Roma Capitale - l’ammodernamento e il potenziamento della Roma-Lido, che deve essere effettivamente elevata a linea metropolitana; l’adeguamento dell’asse viario via del Mare-via Ostiense, dall’Eur a Ostia, con la realizzazione dei relativi svincoli e degli innesti con i diversi quartieri del X Municipio; la realizzazione del ponte di Dragona, nodo fondamentale di collegamento tra la Fiera di Roma e l’entroterra del X Municipio, un progetto di fattibilità già redatto nei primi anni 2000, e la realizzazione di un’infrastruttura del trasporto pubblico su ferro che risolva la carenza di connessione trasversale dell’asse della via Cristoforo Colombo con il Tevere e Fiumicino».

«A questo si vanno ad aggiungere le tematiche relative al rischio idrogeologico e al rapporto dell’intervento con il sistema fluviale – si legge ancora – in modo da non appesantire ulteriormente il bacino del Tevere e la rete idrografica del territorio, già interessato dal rischio di alluvioni e allagamenti nell’entroterra e di esondazione nella tratta finale dell’asta fluviale».

«Sono certo che il sindaco Ignazio Marino non escluderà il nostro territorio dal dibattito e dal confronto su quest’opera strategica per la città», ha detto il presidente del X Municipio di Roma Capitale Andrea Tassone.

(ansa 05.09.2014 18:11).

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Le ''condizioni'' di Marino sullo stadio della Roma

IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Dieci pagine fitte fitte: questa è la delibera che la Giunta capitolina ha approvato mercoledì sera e che riconosce il «pubblico interesse» alla «realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle».

Oltre le dichiarazioni pubbliche, rese in conferenza stampa dal sindaco Marino e dall’assessore Caudo, ci sono anche alcuni passaggi che erano rimasti più in ombra. Primo: mobilità. Il Dipartimento comunale ha rilevato «l’esistenza di problematiche connesse alla diramazione della metro B» per «interferenze con la funzionalità della Roma- Lido, attuale e in ampliamento», segnalando l’opportunità di confrontare questa ipotesi con quella di potenziamento della Roma-Lido trasformata in linea metropolitana almeno nella tratta interna fino a Tor di Valle. E su questo, la Regione Lazio ha stimato in 127,6 milioni di euro l’investimento indispensabile «per l’incremento della frequenza della Roma-Lido, improcastinabile in caso di realizzazione dello Stadio».

Secondo: le strade. Sempre il Dipartimento Mobilità del Comune ha evidenziato «la necessità di garantire comunque l’adeguamento dell’asse via del Mare-via Ostiense» e che il progetto definitivo dell’asse «dovrà prevedere nel tratto ulteriore al progetto presentato, in direzione centro e fino al nodo di scambio di via Marconi, interventi di messa in sicurezza» e che avvenga un coordinamento con le attività connesse alla realizzazione con il Ponte dei Congressi di recente finanziamento. Anche il vecchio ippodromo di Tor di Valle entra in delibera: si legge, infatti, che «in conseguenza della variazione urbanistica, l’impianto esistente dell’Ippodromo Tor di Valle, ricadente nell’area dove sorgerà il nuovo stadio, inserito nella carta per la qualità del PRG vigente, dovrà essere oggetto di stralcio con apposita indicazione in sede di approvazione del progetto definitivo».

Vi è poi un passaggio sul «portafogli». Le «opere di interesse generale», il cui ammontare è stimato in 195,25 milioni di euro – e cioè la metro B fino a Tor di Valle (50,45 milioni); il ponte ciclo/pedonale dalla stazione Magliana della ferrovia Orte-Fiumicino (7,5 mln); l’adeguamento dell’asse via del Mare/Ostiense (38,6 mln) con gli interventi di messa in sicurezza anche del tratto fino a Marconi non quantificati economicamente; la nuova viabilità di raccordo fra l’autostrada Roma-Fiumicino e la via del Mare/Ostiense con nuovo ponte sul Tevere (93,7 mln); le opere ambientali (5 mlm) – «costituiscono un’obbligazione a carico del proponente da qualificarsi come “obbligazione a fare” e sono da realizzarsi anche se il costo risultasse maggiore in sede di progetto definitivo». Viceversa, «costi minori comporteranno l’integrazione di opere» aggiuntive che emergessero dalla conferenza di servizi regionale oppure con una minore cubatura.

Infine, la «clausola rescissoria» – da versarsi al Comune nel caso in cui vengano separati i destini dello Stadio da quello della As Roma – non è stata inserita con una quantificazione monetaria ma con i richiami normativi.

(06.09.2014)

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mh

Stadio della Roma, il 15 la delibera in aula. Zingaretti: “Vigileremo”

LA REPUBBLICA (P. BOCCACCI) – Stadio della Roma, il giorno dopo il via del Campidoglio parla il governatore Zingaretti e promette: «Noi vigileremo che tutto venga fatto nel maggior rispetto possibile. Siamo coscienti dell’importanza che ha per la città e seguiremo l’iter con assoluto rigore, affinché i passaggi, le garanzie e la trasparenza siano rispettate ». Ecco il timing: dopo l’approvazione della delibera di giunta da parte del consiglio comunale gli imprenditori dovranno presentare un progetto nel rispetto dell’atto e il compito della Regione sarà quello di convocare la Conferenza dei servizi, in modo da verificare, in 180 giorni, che il piano presentato dalle imprese sia in sintonia con la delibera. Intanto il sindaco Marino insiste sui tempi. «Sono assolutamente certo» afferma «che ci sia tutto l’interesse dei privati ad accelerare il più possibile. Noi dobbiamo fare la nostra parte e farla rigorosamente. E l’abbiamo fatto lavorando anche a Ferragosto. Ora ci sarà il voto dell’assemblea che il presidente dell’aula convocherà al più presto». E Coratti annuncia: «Cominceremo a discuterne nell’aula di Giulio Cesare mi auguro dal 15 settembre. Prima devono dare il loro parere i Municipi e poi le Commissioni competenti. L’11 convocherò la riunione dei capigruppo per studiare il calendario». Mentre per il dg della Roma Baldissoni «giovedì è stato un giorno storico».

Per il resto è polemica nel Pd dopo gli scontri tra le correnti sullo stadio. «È sbagliato rappresentare il dibattito nel partito democratico come una “guerra tra bande”» sostiene il deputato Umberto Marroni «tanto più in questa circostanza in cui finalmente non si sta parlando né di rimpasti né di nomine, ma su un progetto di trasformazione della città». «Inoltre» continua «pur sbagliando il segretario Cosentino a rappresentare il Pd come un partito diviso personalizzando la discussione, il dibattito ha permesso di apportare miglioramenti al progetto. Infatti le questioni della proprietà e delle opere pubbliche, temi da me sollevati, sono divenute oggetto di confronto. Sono totalmente d’accordo sull’opportunità di realizzare lo stadio della Roma, ma bisogna dire che ad oggi la struttura non è del club, ma di una società del presidente Pallotta e i metri cubi concessi dal Comune sono di fatto una consistente lottizzazione privata in deroga al Prg». «Da amministratore pubblico e da tifoso» conclude «sono convinto che lo stadio debba essere di proprietà dell’As Roma, che non deve pagare nessun canone, così come è avvenuto per la Juventus e come prevede lo spirito della legge. Ridurre questa discussione ad una dietrologia su fantasiosi incontri, che peraltro in questo caso non ho né richiesto né fatto, è un modo per indebolire il confronto democratico».

(06.09.2014)

Va a finire che 'sti fenomeni a forza di evocare lo JS si danno la zappa sui piedi da soli....... sefz

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Al primo scavo trovano un'antico palazzo mattone e fermano tuto per 80 anni

sefz

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