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Tiger Jack

Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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Dunque, ricapitolando, Pallocci & Co per avere il permesso di costruire il nuovo "Stadio daa Riomma" devono accollarsi la realizzazione di:

- una nuova stazione della metro (anche con l'aquisto di qualche nuovo treno .asd )

- un ponte su tevere

- un nuovo svincolo del GRA

- un nuovo parco di 34 ettari (il doppio di Villa Borghese) da destinare e verde pubblico

e magari ancora: un aereoporto, un porto fluviale, un ospedale, una scuola e una chiesa...vabbè per quest'ultima nessun problema...possono utilizzare quella che già hanno rimesso la centro del Villaggio .asd

Siamo arrivati a 380 milioni di preventivo di spesa solo per opere pubbliche.

Ed alcune somme sono state tagliate dal totale perché Eurnova aveva inserito ad es. anche le spese per il parcheggio coperto dei VIP allo stadio (10 milioni).

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Siamo arrivati a 380 milioni di preventivo di spesa solo per opere pubbliche.

Ed alcune somme sono state tagliate dal totale perché Eurnova aveva inserito ad es. anche le spese per il parcheggio coperto dei VIP allo stadio (10 milioni).

Non solo...Marino a chiesto alla Roma anche di farsi carico di ammodernare alcuni impianti sportivi di periferia, per un costo di 4-5 milioni...Pallotta naturalmente a detto sì...tanto o spendono 1miliardo di euro o 1miliardo e 5 milioni cambia poco .asd

Centri sportivi nelle periferie, paga la Roma

ACCORDO MARINO-PALLOTTA PER QUATTRO MILIONI DI EURO

Sei centri sportivi per ragazzi in altrettante periferie della capitale. Nell'accordo stretto venerdì mattina a New York tra il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Roma James Pallotta spunta un progetto per avvicinare allo sport i ragazzi dei quartieri più "difficili": al club giallorosso ogni intervento costerà un minimo di 600 mila euro.

larepubblica.it

Modificato da Tiger Jack

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Non solo...Marino a chiesto alla Roma anche di farsi carico di ammodernare alcuni impianti sportivi di periferia, per un costo di 4-5 milioni...Pallotta naturalmente a detto sì...tanto o spendono 1miliardo di euro o 1miliardo e 5 milioni cambia poco .asd

Centri sportivi nelle periferie, paga la Roma

ACCORDO MARINO-PALLOTTA PER QUATTRO MILIONI DI EURO

Sei centri sportivi per ragazzi in altrettante periferie della capitale. Nell'accordo stretto venerdì mattina a New York tra il sindaco Ignazio Marino e il presidente della Roma James Pallotta spunta un progetto per avvicinare allo sport i ragazzi dei quartieri più "difficili": al club giallorosso ogni intervento costerà un minimo di 600 mila euro.

larepubblica.it

settordicimilamiliardi!!

il tutto in meno di 3 anni

Sabato 23 Agosto 2014 - ore 09:30

http://romanews.eu/it,a131851/Stadio-Roma-Marino-Metro-Ponte-Cubature-Soldi-Una-Vittoria-Di-Tutta-La-Citta

Stadio Roma, Marino: "Metro, ponte, cubature e soldi: è una vittoria di tutta la città"

RASSEGNA STAMPA - "L'ho detto chiaramente a Jim (James Pallotta, ndr): non voglio altre ferite aperte nella città, quindi i lavori devono svolgersi simultaneamente, rispettando una tempistica precisa, lo stadio e le infrastrutture, tutto deve essere pronto per l'estate del 2017. Abbiamo ottenuto molti risultati, più soldi, ed esattamente sessanta milioni in più, meno cubature (centomila metri cubi, ndr) e la metropolitana, che da Eur Magliana si diramerà verso Tor Di Valle, oltre al ponte pedonale e a un parco meraviglioso, anch'esso videosorvegliato metro per metro, in modo che sia sicuro e a disposizione dei cittadini. La soddisfazione è duplice: perché questo lavoro rappresenta sì un sogno per i tifosi ma anche una straordinaria iniezione per l'economia della città. Ecco, è una vittoria dei cittadini e non solamente dei sostenitori giallorossi". Queste le parole di Ignazio MARINO, sindaco capitolino, al termine dell'incontro riguardante lo stadio della ROMA con James PALLOTTA, riportate da Il Corriere della Sera (A. Capponi).

Marino la soddisfazione è lecita ma, sa, a Roma siamo abituati agli annunci e meno ai fatti...

Allora si può dire che è finito il tempo delle amministrazioni che facevano annunci ed è giunto il momento di chi realizza ciò che ha annunciato. L'ho detto chiaramente anche poco fa, questa non è la fine della storia ma l'inizio, e su questo fronte il lavoro non si deve fermare mai: entro il 31 agosto mi porteranno il piano di fattibilità e il bilancio preciso per il prolungamento della metropolitana in modo che io possa riunire la giunta e valutare l'"interesse pubblico". In ogni caso, anche Pallotta sostiene che tutto deve essere pronto per il novantesimo anniversario della fondazione della Roma, giugno 2017.

Quanto vale questa partita ?

Un miliardo e mezzo, tra investimenti e indotto. Oggi è venuto alla riunione, per incontrarci, il presidente della "Aeg", la più grande industria d'intrattenimento del pianeta: vogliono sfruttare l'area per organizzare festival e concerti, a settembre ci vedremo a Roma.

Ha letto le polemiche degli ambientalisti?

Sì, posso solamente rispondere che il parco che costruiremo sarà un gioiello, più grande di Villa Borghese. Che creeremo tremila posti di lavoro temporanei nei cantieri e altri tremila definitivi nella struttura. Che daremo alla città il prolungamento della metropolitana, e un ponte pedonale sul Tevere. E che non ci saranno tempistiche diverse: i lavori per lo stadio e quelli per le infrastrutture partiranno, e si concluderanno, simultaneamente. Ecco, anche questo ho detto chiaramente nella riunione: non voglio neanche un giorno di ritardo.

Sindaco, scusi: per lo stadio della Lazio ci sono novità?

Ai tifosi della Lazio posso dire solamente che il Campidoglio vuole aprire ai privati anche nel settore degli stadi... Ma vorrei dire un'altra cosa, ai romani tutti: questo è un giorno importante per la Roma, certamente, ma lo è soprattutto per i cittadini, tutti. È una vittoria di Roma perché la miglioriamo, non solo per i tifosi ma per tutti.

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http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/cemento-pallone-cavilli-cemento-posto-sbagliato-nuovo-82814.htm

13 ago 2014 17:16

CEMENTO & PALLONE TRA CAVILLI E CEMENTO NEL POSTO SBAGLIATO, IL NUOVO STADIO DELLA ROMA RISCHIA DI DIVENTARE ETERNO LIMPIANTO SARÀ DI PALLOTTA CHE LO AFFITTERÀ ALLA ROMA

Il patron della Roma frenato da Marino e Zingaretti, ma anche dalle risse tra costruttori e banche. Larea prescelta è a Tor di Valle, con il Tevere che rischia di allagarla ogni tre per due, ma è dei Parnasi, assai indebitati con Unicredit. Ovviamente, Il Messaggero e Leggo, di Caltagirone, sparano a zero

(dall'articolo di Giorgio Meletti sul fatto quotidiano, che nel finale fa notare)

Solo una cosa è davvero chiara nella farsa intitolata Il nuovo stadio della Roma. Al presidente italoamericano della Maggica, James Pallotta, da due anni una corte dei miracoli di politici, palazzinari, agenti di calciatori, sensali, banchieri e impostori vari da un paio danni danno il tormento, indicandogli la strada maestra per fare soldi in Italia. Ma nessuno ha fatto vedere Totò truffa 62.

Viene normalmente citato per larchetipo di una tendenza nazionale, la scena di Totò e Nino Taranto che vendono la Fontana di Trevi a un italoamericano. Pallotta non sa che gli sceneggiatori Castellano e Pipolo scrissero un finale feroce per il suo predecessore Decio Cavallo, preso per matto e internato quando rivendica il suo buon diritto.

Ecco, Pallotta deve stare attento a non ripetere lerrore. Non dica che la sua idea di dotare la Roma di un nuovo ed efficiente stadio di proprietà lha discussa già due anni fa con lallora sindaco di Roma, lex ministro Gianni Alemanno, che si dichiarò entusiasta.

Non spieghi che la scelta dei terreni in località Tor di Valle, in unansa del Tevere a rischio inondazione, lungo il raccordo autostradale per laeroporto di Fiumicino già normalmente intasato - nei feriali dal traffico di chi corre a imbarcarsi e nei festivi da chi torna dal mare è stata caldeggiata da Unicredit, seconda banca italiana. Glissi sullo scivoloso dettaglio che quei terreni sono di Luca Parnasi, il costruttore romano più odiato dal re dei costruttori romani, Franco Caltagirone, proprietario del Messaggero e di Leggo, le due corazzate dellinformazione capitolina.

E si metterà comunque nei guai se crederà alla leggenda renziana (e prima ancora berlusconiana), secondo cui chi viene dallestero a investire in Italia viene messo in fuga da una burocrazia asfissiante e corrotta e dalle ubbie Nimby della potente (?) lobby ambientalista.

Gli esponenti di Legambiente sono diventati potenti perché i giornali di Caltagirone dedicano loro interviste fluviali quali sul Messaggero si erano viste solo per il genero del padrone, Pierferdinando Casini. Caltagirone, come tutti i costruttori romani, aveva anche lui il terreno pronto per lo stadio, in zona Tor Vergata. Ma Parnasi è nel cuore di Unicredit. La bancona si trovò in pancia la Roma come eredità del crac di Franco Sensi, strafinanziato quando i cuori di banca e imprese romane battevano andreottianamente allunisono.

Anche i Parnasi furono riempiti di prestiti a pressione, e adesso il giovane rampollo Luca ha oltre 400 milioni di debiti (su 150 di fatturato). Una prima boccata dossigeno glielha data la provincia di Roma ai tempi del presidente Enrico Gasbarra, impegnandosi a pagargli 260 milioni per un palazzo dove mettere gli uffici di un ente già morto.

E adesso tocca a Pallotta. Lo stadio deve farsi a Tor di Valle, dicon i maligni, per salvare i soldi di Unicredit. La legge sugli stadi prevede che il privato, dotando a sue spese la città di una nuova arena sportiva, ha diritto di risarcirsi costruendo un po di metri cubi. Nel caso della Roma, Parnasi ha già progettato un milione di metri cubi, che comprendono due alberghi e uffici per 15mila posti di lavoro. In un Paese dove gli uffici tendono a restare sfitti, lunica spiegazione dellaffare è che Unicredit abbia convinto qualche altra banca di impiombarsi con Parnasi al posto suo. Tutto può essere.

Entro poche settimane il comune di Roma dovrà votare il parere definitivo che toccherà al sindaco Ignazio Marino comunicare a Pallotta. È chiaro che non tutto andrà liscio, e anche il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha già fatto le sue obiezioni a un progetto zoppicante.

Infatti ieri il giovane presidente del Pd romano, Tommaso Giuntella, ha detto che stiamo facendo semplicemente una figura grottesca come città e come Paese. Questa vicenda, le lungaggini, i tira e molla, la poca chiarezza, le piccole e grandi arroganze, dimostrano perfettamente perché gli investitori stranieri fuggono dal nostro Paese.

E a stretto giro Augusto Panecaldo, coordinatore della maggioranza in Campidoglio (chissà se a Pallotta hanno spiegato cosè il coordinatore di una maggioranza che è tale perché Marino ha vinto con premio di maggioranza lelezione diretta del sindaco), ha replicato: Nessuna figura grottesca. Semmai il contrario. Si sta cercando di rendere accettabile un progetto al quale, a condizioni date e in un altro Paese, si sarebbe dovuto semplicemente dire di no.

E perché non hanno detto di no? Molte cose deve ancora imparare Pallotta dellItalia. E una invece dovrebbe spiegarla lui agli italiani. Visto che lo stadio della Roma lo costruisce attraverso unaltra società alla quale la squadra di Totti dovrà pagare laffitto vita natural durante, e che sarà Pallotta costruttore a trattare con Pallotta patron della Roma il canone, non è che gli azionisti di minoranza di una società che è quotata in Borsa dovrebbero un po preoccuparsi anche loro del destino del loro investimento in Italia?

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verranno fuori nMila scandali, dai costi a carico della collettività, alle opere mai realizzate, alle incompiute ai rapporti tra la società che ha costruito e la AsRoma...

lo Stadio magari lo fanno, ma come al solito sarà la solita cattedrale nel deserto con un sacco di problemi...

sono sincero, alla Juve è riuscito abbastanza facile perché esisteva già il Delle Alpi.... altrimenti in Italia fare opere del genere BEN FATTE è veramente difficile.

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verranno fuori nMila scandali, dai costi a carico della collettività, alle opere mai realizzate, alle incompiute ai rapporti tra la società che ha costruito e la AsRoma...

lo Stadio magari lo fanno, ma come al solito sarà la solita cattedrale nel deserto con un sacco di problemi...

sono sincero, alla Juve è riuscito abbastanza facile perché esisteva già il Delle Alpi.... altrimenti in Italia fare opere del genere BEN FATTE è veramente difficile.

tuttavia si potrebbe evitare di iniziarne altre quando è PALESE la finalità delle stesse .asd

Comunque alla Roma calcistica questa notizia dovrebbe lasciarla indifferente visto che lo costruisce un soggetto terzo... anzi forse è addirittura preoccupante questo sviluppo..

se mai verrà costruito, continuo a nutrire fortissimi dubbi...

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Siamo arrivati a 380 milioni di preventivo di spesa solo per opere pubbliche.

Ed alcune somme sono state tagliate dal totale perché Eurnova aveva inserito ad es. anche le spese per il parcheggio coperto dei VIP allo stadio (10 milioni).

Quindi il fantomatico Miliardo da investire (calcolando la spesa finale) sarebbe anche un valore basso di questo passo .asd

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«Operazione immobiliare, serviva una gara»

IL DEPUTATO PD: «TRADITO LO SPIRITO DELLA LEGGE. L’IMPIANTO SIA DI PROPRIETÀ DELLA ROMA»

di SIMONE CANETTIERI (Il Messaggero 27-08-2014)

Umberto Marroni, deputato Pd, quali sono i rischi dell’operazione Tor di Valle?

«Partiamo dall’inizio. La legge sugli stadi, che rimane troppo ambigua, è fatta per agevolare la ricapitalizzazione dei club e non per permettere operazioni immobiliari a società collegate. Lo dico subito: il Pd è per tutelare gli interessi della As Roma, quindi il Comune e la Regione devono fare in modo che l’impianto sia di proprietà della società, altrimenti si corre un grosso rischio».

Cioè?

«Che un domani Pallotta esca dalla Roma e che il club continui a pagargli l’affitto dello stadio: sarebbe una follia, lo spirito della legge approvata in Parlamento dice altro».

Oltre all’impianto, c’è il tema dei 900 mila metri cubi di cemento sulle sponde del Tevere. Non esisteva un compromesso migliore per il Comune?

«La zona si trova in un’area difficile e complicata dal punto di vista urbanistico e dei trasporti in generale, soprattutto, le cubature aggiuntive non rientrano nello spirito della legge».

Si spieghi meglio.

«Tolti i volumi per lo stadio, questa tecnicamente è una variante urbanistica bella e buona, non prevista dal Piano regolatore».

E’ un problema di strumenti urbanistici?

«A Tor di Valle si sta tentando di fare un’operazione ordinaria attraverso una legge straordinaria. Il Comune deve vigilare».

Le cubature, dice la legge, sono legate a una compensazione con le infrastrutture di interesse pubblico. Ma anche su questo tema si naviga a vista. Per molti, ormai anche nel suo partito, gli investimenti rischiano di essere insufficienti. Concorda?

«Bisogna fare un’analisi attenta su questo concambio tra cubature e infrastrutture. Dopodiché penso che le opere pubbliche, distinte dall’operazione stadio, anche se funzionali, andrebbero messe a gara con il meccanismo previsto dal Piano regolatore generale».

L’Aula Giulio Cesare potrà incidere sul progetto?

«Lo auspico. Perché come si vede la materia è molto complessa e delicata per la Capitale: ecco perché su un’operazione di questo genere è giusto che si esprima anche il consiglio comunale con un dibattito articolato di merito, non solo la giunta. Stiamo parlando di una scelta strategica non solo per il futuro della Roma, come squadra di calcio, ma di un’intera città».

Intanto, il Pd è in tilt. E Giuntella, il presidente del suo partito, si rifà al vecchio centralismo democratico: zitti e Mosca su Tor di Valle. Certi temi non si possono affrontare nel Pd?

«Il Pd è d’accordo a fare lo stadio della Roma, però la discussione è sul dove e sul come. Quindi Giuntella potrebbe convocare l’assemblea e agevolare un dibattito nel partito democratico, altrimenti anche la sua è un’opinione personale».

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Umberto Marroni, deputato Pd, quali sono i rischi dell’operazione Tor di Valle?

«Partiamo dall’inizio. La legge sugli stadi, che rimane troppo ambigua, è fatta per agevolare la ricapitalizzazione dei club e non per permettere operazioni immobiliari a società collegate. Lo dico subito: il Pd è per tutelare gli interessi della As Roma, quindi il Comune e la Regione devono fare in modo che l’impianto sia di proprietà della società, altrimenti si corre un grosso rischio».

Cioè?

«Che un domani Pallotta esca dalla Roma e che il club continui a pagargli l’affitto dello stadio: sarebbe una follia, lo spirito della legge approvata in Parlamento dice altro».

Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire come stanno veramente le cose...

Modificato da Tiger Jack

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Quindi il fantomatico Miliardo da investire (calcolando la spesa finale) sarebbe anche un valore basso di questo passo .asd

Mah, ho letto pure che il complesso dei lavori potrebbe raggiungere il costo di 1,5 miliardi tutto compreso.

Oggi Il Messaggero, nell'articolo quotidiano dedicato, fa arguire che l'accordo raggiunto tra Comune e Costruttore non prevede spese per opere pubbliche superiori ai 320 milioni - dunque la stima di 380 è pure sbagliata: ciò vorrebbe dire che i costi aggiuntivi sicuri (la stima per il prolungamento della Metro B va dai 110 ai 150 miloni: a progetto solo 50) saranno parzialmente o totalmente partecipati dagli enti locali.

Sarà un bordello, come anticipato da tutti gli osservatori più o meno neutrali.

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qualcuno può mandarmi un mp quando è pronto? svuoto subito la posta :sisi:

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Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire come stanno veramente le cose...

Hipócritas antes, ahora cometieron un sincericidio

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Ma quindi è come se Elkann costruisse uno stadio di proprietà exor e lo affittasse alla juventus?

E i ricavi dello stadio vanno nel bilancio exor e non in quello della Juventus SPA?

Lo stadio in questo caso non è di proprietà ma resta di proprietà della proprietà della Roma, scusate il gioco di parole, quindi non è tanto ridicola come cosa. I ricavi li fa la proprietà che poi li reinvestirà nella Roma, magari indirettamente, o sbaglio?

Diciamo che la fregatura è che non sappiamo quanto questi americani vogliano andare avanti con la Roma, ma di certo dopo tutti questi investimenti non credo si stancheranno di punto in bianco, credo che sotto questo punto di vista la società sia in una botte di ferro.

non è detto....quando la Triade faceva utili che venivano distribuiti ai soci(Exor appunto)questo mica reinvestivano....asd

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:261:.asd hall of fame---->sala della FAME

.rulez:haha:

attenzione Hall of Fame all'americana....riguarda i giocatori.... .asd

i giocatori dei 2 scudetti,Giannini,Totti,Rudi Voeller e hai fatto l'Hall of Fame.... :haha::haha::haha:

anzi dei 3....pardon.... :261:

Modificato da Pippo77

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Non fa una grinza. E questo è un CEO. .oddio

questo è un genio.....asd

secondo te i romanisti capirebbero una spiegazione più articolata?

no,questo arriva dall'America e li dà panem et circensem.....e tutto felici....

il gruppo di cui fa parte la Roma è una grande famiglia....tutto è di tutti..... :261:

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Mah, ho letto pure che il complesso dei lavori potrebbe raggiungere il costo di 1,5 miliardi tutto compreso.

Oggi Il Messaggero, nell'articolo quotidiano dedicato, fa arguire che l'accordo raggiunto tra Comune e Costruttore non prevede spese per opere pubbliche superiori ai 320 milioni - dunque la stima di 380 è pure sbagliata: ciò vorrebbe dire che i costi aggiuntivi sicuri (la stima per il prolungamento della Metro B va dai 110 ai 150 miloni: a progetto solo 50) saranno parzialmente o totalmente partecipati dagli enti locali.

Sarà un bordello, come anticipato da tutti gli osservatori più o meno neutrali.

Come dicevamo, l'atteggiamento del messaggero di caltagirone è tutt'altro che disinteressato e neutrale, però le argomentazioni portate fino a qui dagli intervistati sono validissime.

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Mah, ho letto pure che il complesso dei lavori potrebbe raggiungere il costo di 1,5 miliardi tutto compreso.

Oggi Il Messaggero, nell'articolo quotidiano dedicato, fa arguire che l'accordo raggiunto tra Comune e Costruttore non prevede spese per opere pubbliche superiori ai 320 milioni - dunque la stima di 380 è pure sbagliata: ciò vorrebbe dire che i costi aggiuntivi sicuri (la stima per il prolungamento della Metro B va dai 110 ai 150 miloni: a progetto solo 50) saranno parzialmente o totalmente partecipati dagli enti locali.

Sarà un bordello, come anticipato da tutti gli osservatori più o meno neutrali.

però non so se ne sei consapevole ma posti proprio gli articoli dell'organo di informazione meno neutrale che esista in questa storia e che segue una precisa linea editoriale .asd

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però non so se ne sei consapevole ma posti proprio gli articoli dell'organo di informazione meno neutrale che esista in questa storia e che segue una precisa linea editoriale .asd

E come non lo so!?!

Ma quando capita pubblico pure gli articoli dei lacchè romanisti.

Poi bisogna elaborare i dati, certo, da osservatori neutrali.

Se non ci fosse Il Messaggero (ed il Fatto Quotidiano che affonda colpi più cattivi) il "progetto" passerebbe come un'opera meravigliosa.

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Rosmarini contro i depuratori

di FERNANDO MAGLIARO (IL TEMPO 30-08-2014)

Fosso di Valleranello e depuratore Acea. Il nuovo Stadio della Roma, quando sarà realizzato, rischia di avere, in special modo nei periodi più caldi, degli inquilini molesti, le zanzare. E, soprattutto, i progettisti stanno lavorando perché non sia circondato da un olezzo maleodorante.

Detto in modo chiaro che nell’area di Tor di Valle i tecnici non stimano il Tevere come pericoloso, in termini di rischio esondazioni, l’attenzione si è incentrata sul problema dei fossi e dei canali che si gettano nel Fiume. E, insieme a questo, al tema degli odori.

Lo stadio, come detto, sorgerà con un vicino ingombrante: il depuratore, posto tra l’altro in prossimità di uno dei più rilevanti condotti fognari di tutta la città. La scelta delle essenze arboree da piantare nel futuro parco adiacente lo Stadio, ad esempio eucalipti e piante di rosmarino, è legata alla necessità di ridurre in modo naturale il rischio di cattivi odori provenienti dal depuratore. Si parla, infatti, di «elemento fondamentale del paesaggio e dell’ecosistema, in grado di depurare l’aria».

La seconda questione è il Fosso di Valleranello: le prescrizioni in conferenza di servizi hanno evidenziato la necessità che si presti grande attenzione al fosso. Non può essere "tombato", cioè semplicemente chiuso perché, in caso di piena del Tevere, ci potrebbe essere il rischio di riflusso delle acque e, quindi, di una esondazione violenta. Quindi, la prescrizione, alla quale i progettisti dovranno attenersi è di realizzare le strade di collegamento o su piloni di un metro o con una murata: due soluzioni che impedirebbero alle eventuali acque esondate di invadere la sede stradale garantendo la sicurezza dei tifosi.

Sarà proprio l’ambiente uno degli elementi sui quali valutare l'impatto dello Stadio sulla città. Non a caso, gli stessi progettisti vi attribuiscono grande rilevanza: qualità dell’aria, impatto acustico e assetto idrogeologico sono tre elementi sui cui, nel progetto, viene rilevato un «fattore di attenzione». Come a dire: con l’ambiente non si scherza.

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Hanno già trovato lo sponsor per (il nome del) lo stadio

Modificato da Ghost Dog

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Che spettacolo stasera lo stadio da un mijardo...prima partita prima vittoria...che grande opera

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Il Messaggero 28,29,30,31 - 08 - 2014

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Lo fanno, lo fanno...........

Tor di Valle, tutti gli ostacoli: diritti della Roma e trasporti

IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI / L. DE CICCO) - Opere pubbliche e proprietà dello stadio alla Roma. Ecco il doppio ostacolo sulla strada del progetto Tor di Valle. Dopo il vertice di maggioranza di ieri in Campidoglio – presentato come l’anticamera di un primo via libera della giunta nella seduta straordinaria di giovedì - la coalizione di centrosinistra è pronta a dettare le sue condizioni al costruttore Parnasi e al presidente giallorosso Pallotta. Condizioni pesanti e intoccabili per tutelare l’interesse pubblico dell’opera che finiranno all’interno della delibera comunale: almeno il 60% delle opere infrastrutturali di pubblica utilità che la newco si è impegnata a realizzare, dovranno essere già completate «prima» che vengano rilasciati i permessi per costruire lo stadio e il mega-centro di uffici e negozi: quindi Metro B, riassetto della Roma-Fiumicino e ponte pedonale sul Tevere. Di più: «Le opere che qualificano il pubblico interesse devono essere realizzate tutte», spiega il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo. «Quindi basta che una sola opera o un pezzo non venga realizzato che per noi decade l’interesse pubblico». Ecco perché la riunione ha partorito anche una commissione tecnico-politica che si è messa subito al lavoro: un organismo che guiderà la giunta nella stesura della delibera, mettendoci «quel pizzico di politica in più che finora è mancata», spiega più di un consigliere di maggioranza. Il sindaco Marino dall’America ha fatto sapere via Whatsapp di essere d’accordo: «Ben venga». Fair play.

RIUNIONE D’EMERGENZA - La prima spina affrontata ieri durante il vertice tra la maggioranza e l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo è stato il nodo trasporti. Dall’ultimo progetto, che ha tirato di nuovo in ballo la metro B, è sparito il potenziamento della Roma-Lido, ma il Comune chiederà a Parnasi di accollarsi una parte delle spese per aumentare le corse, in modo da non lasciare tutti gli oneri alla Regione. Tutto da sciogliere anche il nodo che riguarda la deviazione della metro B a Tor di Valle, vale a dire il cuore delle integrazioni al progetto presentate venerdì scorso. Secondo lo studio la metro a Tor di Valle arriverebbe attraverso una biforcazione dalla stazione di Eur Magliana, ma già la bipartizione della tratta a Conca d’Oro ha causato un allungamento dei tempi delle corse. «E ora non possiamo ripetere lo stesso errore», spiegano esponenti del Pd. I tecnici comunali sono al lavoro per capire quali ricadute possa avere sui tempi di viaggio la nuova biforcazione ipotizzata.

SOCIETÀ SATELLITE L’altra questione su cui il Campidoglio non è intenzionato a fare passi indietro è quella della proprietà dell’impianto sportivo da parte della Roma. Proprietà che a oggi sarebbe invece in mano a una società satellite controllata da Pallotta. Il Comune vuole inserire una clausola che permetta di legare «indissolubilmente» lo stadio alla società sportiva. Di tutti i problemi emersi finora si occuperà una commissione ad hoc istituita ieri e che avrà il compito di stendere materialmente la delibera che andrà in giunta giovedì. Del pool fanno parte, oltre a Panecaldo, anche Stampete (presidente della commissione urbanistica), Cesaretti (presidente della commissione mobilità), Coratti (presidente dell’Assemblea capitolina) e l’assessore Caudo.

CUBATURE FUORI MISURA - Rimane aperta la discussione sulle cubature-monstre del centro di negozi e uffici che nascerà accanto allo stadio. Una colata di cemento da novecentomila metri cubi, dopo la riduzione del 10 per cento ottenuta dal Comune, che le principali associazioni ambientaliste italiane, da Legambiente a Italia Nostra, hanno già bollato come «Ecomostro». Su questo argomento il Campidoglio sembra intenzionato a non toccare palla, lasciando invece campo libero alla Regione, l’ente che dovrà dare l’autorizzazione definitiva alla realizzazione dell’opera e che ha già definito «eccessiva di due terzi rispetto al consentito» la superficie che Parnasi vorrebbe edificare accanto all’impianto sportivo. «La Pisana ha la competenza sulle aree commerciali – spiega Panecaldo – starà a loro decidere sulle cubature».

PD SPACCATO - Il Pd cittadino si è dato appuntamento oggi pomeriggio per provare a uscire con una linea condivisa su Tor di Valle. Missione complicata. E per due motivi: i vertici romani dei democrat non hanno la minima voglia di aprire un vero dibattito per non creare problemi al sindaco Ignazio Marino (che domani rientrerà a Roma dopo le vacanze negli Usa). Ma esiste anche una corrente di pensiero composta da una flotta di parlamentari, consiglieri regionali e comunali che nei giorni scorsi è uscita dalla segrete stanze per dire cosa non va dell’operazione calcistico immobiliare. Alle 16 in via delle Sette Chiese si confronteranno queste due squadre. Ma, come accade per i match delicati, si giocherà a porte chiuse (la stampa non è ammessa). E, soprattutto, senza un voto finale. Tanto che tra i deputati c’è già chi è critico: «C’è stata concessa una riunione solo in extremis per farci contenti».

(02.09.2014)

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''Troppe cubature, l’area è già satura''. La Cna contro il centro commerciale

IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Stop al centro commerciale accanto allo stadio «perché il quadrante Sud Ovest di Roma è già saturo di grandi strutture di vendita e un nuovo megastore rischia di mandare in crisi le piccole e medie imprese della zona». A lanciare un appello al sindaco è la Cna di Roma (Confederazionale nazionale artigiani e Pmi), che ha preparato un dossier sul progetto di Tor di Valle.

ZONA SOVRAFFOLLATA - «L’ultimo Piano regolatore del Comune di Roma – spiega la presidente della Cna-Commercio, Giovanna Marchese Bellarotoha evidenziato che il quadrante dove dovrebbe sorgere lo stadio è già saturo di grandi centri commerciali». Il Piano approvato dalla Giunta capitolina nel 2012 parla chiaro, prosegue l’associazione: «In questo territorio – si legge nella relazione di Risorse per Roma - c’è una forte concentrazione di grandi e medie strutture di vendita». Tanto che l’indice di metri quadri destinati a centri commerciali per abitante, spiega la Cna, «è uno dei più alti della città, mentre ci sono altri due quadranti che hanno un numero di grandi strutture inferiore fino a cinque volte».

Secondo l’organizzazione «con il 25% delle piccole e medie attività che già sta chiudendo per colpa della crisi, aggiungere un centro commerciale in una zona già sovraffollata tra i megastore dell’Eur, della via del Mare e della Roma-Fiumicino sarebbe il colpo di grazia per negozi e botteghe. Si rischiano chiusure a raffica. Per questo vogliamo lanciare un appello al sindaco di Roma affinché il Comune fermi la costruzione del megastore».

NORME NON RISPETTATE - Il nuovo centro che verrebbe edificato accanto allo stadio è già finito nel mirino dei tecnici del Comune. In un rapporto presentato alla Conferenza dei servizi preliminare, il Dipartimento Mobilità ha infatti espresso forti perplessità sul «rispetto delle normative regionali per le aree di carico e scarico merci».

(02.09.2014)

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Opere, proprietà e futuro: le tre condizioni per dire sì al nuovo stadio

CORSERA (E. MENICUCCI) - Non è ancora un sì definitivo, ma è un via libera «politico», sostanziale, anche se infarcito di «se», di «ma» e di quelle che — in gergo tecnico — si chiamano «prescrizioni». Secondo la maggioranza di centrosinistra che governa la Capitale, lo stadio di proprietà di James Pallotta, dove giocherà la Roma, a Tor di Valle, si può fare. A patto che, però, vengano rispettati alcuni «paletti». È il sunto di una lunga riunione, in Campidoglio, alla quale hanno partecipato l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo, i capigruppo dei partiti che sostengono Marino (Francesco D’Ausilio per il Pd, Luca Giansanti per la Civica, Gianluca Peciola per Sel, Massimo Caprari per il Centro Democratico), il coordinatore Fabrizio Panecaldo, i vari presidenti di commissione «interessati»: vertice allargato, per eliminare il rischio di «agguati » in aula Giulio Cesare.

Alla fine, tre sono i vincoli che verranno inseriti nella delibera di giunta che verrà discussa dopodomani e che conferirà al «progetto stadio» il bollino di «interesse pubblico». Primo: il 70% delle opere strategiche deve essere pronto prima dell’inaugurazione dell’impianto. Si tratta del prolungamento della metro B da Magliana, il ponte sul Tevere, il collegamento ciclo/ pedonale col treno verso Fiumicino, il rifacimento della via del Mare dal Gra allo stadio. Fino a che uno di questi cantieri rimane aperto, lo stadio non può essere inaugurato. E se uno salta, addio interesse pubblico. Solo il parco videosorvegliato e la via del Mare fino a ponte Marconi si possono fare anche a stadio in funzione. Secondo, la proprietà della struttura. Lo stadio non è «della Roma» ma del suo presidente, l’americano James Pallotta, che agisce come una holding: una società è la squadra, l’altra lo stadio. La Roma ci potrà giocare, secondo l’accordo deciso dal Cda societario, per 30 anni, ad un canone di 2 milioni. In Campidoglio, però, si chiedono: cosa succederà dopo? O prima, se Pallotta vendesse uno dei due asset? L’obiettivo della maggioranza è inserire il concetto di «vincolo indissolubile» tra impianto, la Roma e la città. Una possibilità è che, al termine dei trent’anni — o anche al termine della convenzione urbanistica — lo stadio diventi a tutti gli effetti di proprietà della As Roma. È l’opzione giuridicamente più complessa: per la legge sugli stadi, infatti, basta che uno stadio sia «legato» in qualche modo ad una squadra e società sportiva. L’altra ipotesi è che, anche qualora cambi la proprietà, i nuovi acquirenti dell’uno (stadio) o dell’altra (squadra) si «accollino » il vincolo. Per renderlo ancora più stringente, si pensa anche ad una sorta di «clausola rescissoria». Un intervento urbanistico di quel tipo costerebbe al proponente 160 milioni di euro di cosiddetto contributo straordinario. Soldi che Pallotta-Parnasi non versano, perché ne garantiscono 320 in opere pubbliche (195 dei quali «compensati » dal Comune in cubature). Se, per qualunque motivo, si volesse rompere il vincolo, i proprietari dovrebbero versare anche quei 160 milioni. Strada in discesa? Non proprio. Anzi, ora scatta il conto alla rovescia. Dopo la giunta, l’Assemblea Capitolina si pronuncerà entro fine mese, poi devono arrivare i progetti definitivi e da lì scattano i 180 giorni per la conferenza della Regione. Non solo: la delibera comunale potrà essere «emendata» dai cittadini, e anche queste osservazioni andranno all’esame della Pisana. Se Pallotta vuole tagliare il nastro per i 90 anni giallorossi, il 22 luglio 2017, l’impresa — per come vanno le cose in Italia — appare ardua. E con la limatura alle cubature (da un milione a 900 mila metri cubi), il margine dei proponenti si è già un po’ assottigliato.

Se nascono altri problemi, il gioco potrebbe non valere più la candela. In Campidoglio, però, sono fiduciosi. Tanto che Caudo, nella riunione, ha parlato di «dieci bugie» su Tor di Valle. «Quella — ha spiegato l’assessore — non è un’area agricola: ci sono già 400 mila metri cubi autorizzati. E l’indice di edificabilità, anche con lo stadio, rimane basso». Però, per allargare il fronte dei consensi, c’è un’altra postilla, richiesta dall’Acer: che l’investimento (1,2 miliardi) abbia una ricaduta anche sulle piccole e medie imprese romane. Piccoli lotti, perché una «torta» così ampia sia divisa in tanti piccoli pezzi. È l’ultimo paletto, ma non è di poco conto.

(02.09.2014)

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