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Atp World Tour / Sony Ericsson Wta Tour: 2014

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Seguiamo qui tutti gli eventi tennistici della nuova stagione. Gli Slam, li commenteremo a parte!!!

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Australian Open: tutti i big al via

MELBOURNE - Sarà un Australian Open al gran completo quello che tra poco più di un mese, il 13 gennaio, ospiterà il primo Slam della stagione tennnistica 2014. Saranno, infatti, presenti 99 dei 100 top player nel tabellone maschile e in quello femminile. Mancheranno solo in tre: tra gli uomini l'unico assente sarà il serbo Viktor Troicki sospeso a luglio. Tra le donne mancherà la russa Maria Kirilenko vittima di un infortunio, e Marion Bartoli, vincitrice di Wimbledon, che si è ritirata. "Ancora una volta possiamo contare su una partecipazione importante - ha affermato il direttore dell torneo Craig Tiley - a riprova che si tratta di uno dei tornei preferiti dai tennisti".

"I BIG NON DELUDERANNO" - "Siamo fortunati ad avere in gara i due tennisti più forti al mondo, Rafael Nadal e Novak Djokovic che saranno certamente protagonisti di una avvincente battaglia per aggiudicarsi il torneo e primeggiare nel ranking Atp - aggiunge Tiley -. Roger Federer sta lavorando duro e il 2014 sarà il decennale dal suo primo successo in Australia - prosegue -, sarà certamente motivatissimo, così come Andy Murray che torna dopo un infortunio", sottolinea Tiley non prima, però di aver illustrato anche la sfida tra le donne: "Ci sarà la numero uno Serena Williams che proverà a tornare alla vittoria a Melbourne dopo 4 anni di digiuno, dietro di lei una agguerrita schiera di avversarie a partire dalla campionessa uscente Victoria Azarenka e dalla finalista del 2013 Li Na, oltre ovviamente a Maria Sharapova".

(Repubblica.it)

Spettacolo assicurato.

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Fognini si dà al calcio

Giocherà in Promozione

ROMA - Fabio Fognini si dà al calcio. Il Taggia, squadra che milita nel campionato di Promozione ligure e attualmente al secondo posto ad un solo punto dalla vetta, ha ufficializzato il tesseramento del tennista azzurro, numero sedici del ranking mondiale e numero uno in Italia. La società della riviera ha depositato i documenti presso la Figc e domenica Fognini, nato a Sanremo e vincitore quest'anno di due tornei del circuito Atp, sarà convocato per l'ultima sfida del girone d'andata. Contro la Carlin's Boys, Fognini indosserà la maglia numero 16, in onore della posizione attualmente ricoperta nella classifica Atp. La squadra del Taggia è rimasta l'unica società, da Genova alla frontiera con la vicina Francia, a giocare su un campo in terra, superficie sulla quale Fognini ha goduto le sue maggiori fortune tennistiche.

Prima del 26enne tennista ligure solo un altro fra i primi 20 del mondo era stato tesserato per un altro sport: il numero uno del mondo Rafael Nadal che nel 2011 firmò per l'Inter Manacor, società della sua città natale. Fognini, attualmente impegnato negli allenamenti prima dell'avvio della prossima stagione, al Taggia ritroverà molti suoi amici d'infanzia. (Repubblica.it)

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Se la vede brutta Rafael Nadal nella prima semifinale di Doha contro il qualificato tedescoPeter Gojowczyk, numero 162 al mondo, che con il suo gioco rapido e di anticipo costringe il numero uno del mondo agli straordinari tenendolo in campo per più di due ore e facendolo scivolare addirittura sotto di un set. La partita dello spagnolo è stata un pò dai due volti: spento e poco propositivo nel primo set (soprattutto per merito delle cannonate continue del venticinquenne tedesco), molto più attivo e pimpante nei restanti due quando il break di vantaggio conquistato nel primo game gli ha sempre permesso di giocare in maniera un pò più tranquilla.

L’inizio della partita è un one-man-show solo che il man in questione è quello che non ti aspetti. Gojowczyk conquista dodici dei primi tredici punti scappando subito avanti di un break prendendo a cannonate il numero uno del mondo come nemmeno il miglior Rosol di Wimbledoniana memoria. Il tedesco spinge tantissimo da fondo e, soprattutto con il rovescio, riesce sempre a colpire in anticipo costringendo Nadal a rifugiarsi continuamente nel rovescio in back nel tentativo di togliere ritmo all’avversario (Nadal che vuole togliere il ritmo all’avversario, eresia). Durante l’intervista post-partita lo spagnolo confesserà di essersi seduto al cambio campo, sotto 3-0, cercando di convincersi che tenere quel ritmo forsennato per tutta la partita sarebbe stata per Gojowczyk impresa quasi impossibile. Lo spagnolo, almeno in parte, ci azzecca perchè dopo i primi tre devastanti game il match inizia a girare. Nadal capisce che il lato debole dell’avversario è il dritto ed inizia ad insistere da quella parte costringendo sempre più spesso Gojowczyk a tirare su velenose traiettorie in back che gli impediscono di spingere all’impazzata come aveva fatto nei primi tre giochi. Allo stesso tempo il maiorchino inizia a trovare la misura dei colpi ed allunga le traiettorie, togliendo il tempo ad un avversario che adesso comincia a ricordarsi che ogni tanto si può anche sbagliare qualche palla. La nuova tattica dello spagnolo paga immediatamente e Gojowczyk va subito fuori giri restituendo il break di vantaggio e vedendosi raggiunto sul tre pari. Il set sembra tornato nelle mani di Nadal che per due turni di risposta consecutivi arriva a due punti dal break senza tuttavia riuscire a piazzare l’allungo decisivo. Ma tenersi attaccato alla schiena un avversario esplosivo come il tedesco può essere pericoloso e Nadal se ne accorge subito quando commette un mortifero doppio fallo sul trenta pari nel decimo gioco offrendo a Gojowczyk un pericolosissimo set point che il tedesco converte in oro costringendo il maiorchino ad una inusuale steccona di dritto che atterra in prossimità dei giudici di linea.

Dopo quarantaquattro minuti il numero 162 del mondo è avanti di un set contro Nadal e gli umori all’interno del centrale di Doha iniziano a farsi un pizzico più scuri. Già il torneo è stato martoriato dall’eliminazione di teste di serie, un’ipotetica finale tra Gojowczyk e Monfils o Mayer (con tutto il rispetto) non sarebbe sicuramente l’avvenimento del secolo per la gente che ha già acquistato il biglietto. Nadal inizia il secondo set con un altro spirito, più deciso ad entrare in campo e togliere tempo a Gojowczyk ma a rimetterlo in partita, a sorpresa, ci pensa proprio il tedesco. Quattro errori gratuiti nel primo game regalano a Nadal il break iniziale e lo spagnolo non avrebbe decisamente potuto chiedere di meglio. Liberato dal peso della tensione il maiorchino si scioglie definitivamente ed inizia a lasciare andare il braccio ritrovando spinta, aggressività e profondità. I colpi vincenti (che erano stati solo due alla fine del primo set a fronte dei dieci del tedesco) iniziano a piovere da tutte le parti ed a Gojowczyk non basta più tenere alla grande gli scambi da fondo sul rovescio dello spagnolo per prendere in mano le redini del gioco. Nadal vola in un lampo 4-0 con due break e prende in mano il secondo set che chiuderà qualche minuto più tardi con l’ennesima accelerazione di dritto non contenuta da un Gojowczyk che adesso appare quantomeno in difficoltà.

L’inizio del terzo set conferma le impressioni avute sul finire del secondo: Gojowczyk non ne ha più o quasi mentre a Nadal l’oretta e mezza finora passata in campo è servita solo a riscaldare il motore. Lo spagnolo vola subito 0-40 con tre possibilità di conquistare il break e, nonostante sprechi le prime due chance, schiaccia l’acceleratore e mette la freccia alla terza opportunità con un dritto vincente a sventaglio che per poco non fa un buco per terra. Subito sotto di un break all’inizio del terzo il destino per Gojowczyk sembra segnato ma proprio sul più bello Nadal si inceppa e concede al suo avversario la possibilità di rientrare giocando un game sciagurato con tre errori uno più brutto dell’altro (una palla corta e due dritti in rete). Il tedesco non se lo fa ripetere due volte eriacciuffa la partita recuperando lo svantaggio. E’ solo un fuoco di paglia però perchè Nadal riaccende il motore e si riprende subito il break giocando un paio di punti da cineteca (strepitoso il primo quindici con un vincente di dritto lungolinea in controbalzo). Tornato sotto di un break per il tedesco la favola questa volta finisce davvero ed il primo ad esserne convinto sembra proprio lui. Nadal inserisce il pilota automatico e praticamente non sbaglia più costringendo il povero Gojowczyk a corse supersoniche di qua e di la per tenersi in vita ma portandolo a cedere sempre più campo punto dopo punto. Il tedesco riesce a tenersi aggrappato al punteggio grazie ad alcune ottime prime di servizio ma aldilà di un 15-30 nel settimo gioco non riesce più ad essere pericoloso nei turni di battuta dello spagnolo. Nadal chiude infilando un altro break dopo due ore ed un minuto e conquista la sua seconda finale in carriera a Doha dopo quella del 2010 (sconfitto in rimonta daDavydenko dopo aver vinto 6-0 il primo set, avere mancato due match point nel secondo ed essere stato avanti di un break nel terzo).

Lo spagnolo ha chiuso sicuramente in crescendo mostrando una condizione fisica pressochè perfetta. La misura dei colpi è ancora ballerina ma con l’avvicinarsi dell’Australian Open sicuramente il maiorchino riuscirà a mettere a punto questo che appare, francamente, l’unico aspetto del suo gioco ancora da perfezionare. Il torneo di Gojowczyk è stato trionfale. Il qualificato tedesco (che prima di questa settimana aveva vinto un solo match a livello ATP, lo scorso Settembre a Flushing Meadows contro Sijsling) ha battuto un giocatore esperto come Kohlschreiber al secondo turno ed è stato ad un solo set dal togliere di mezzo anche il numero uno del mondo costretto a subire alla grande il suo gioco per buona parte del primo set. La semifinale nel torneo indiano dovrebbe consentirgli di avvicinarsi ulteriormente ai primi cento del mondo e qualora il tedesco dovesse centrare la qualificazione per gli Australian Open potrebbe essere una brutta gatta da pelare anche per qualcun altro.

E nell’atto finale del torneo lo spagnolo affronterà Gael Monfils che ha superato in meno di un’ora un esausto Florian Mayer. L’unico momento in cui il tedesco è sembrato poter fare partita è stato l’inizio del match quando Monfils ha ceduto a zero il servizio d’apertura del match ma il transalpino, una volta recuperato subito lo svantaggio, ha dominato in lungo ed in largo conquistando la terza finale nel torneo arabo in carriera (sconfitto da Federer nel 2006 e da Tsonga nel 2012). I precedenti tra il francese e Nadal sono nettamente in favore del numero uno del mondo che conduce per otto a due ma attenzione perchè le due vittorie di Monfils sono arrivate proprio a Doha (2009e 2012).

Nadal - Gojowczyk 4-6 / 6-2 / 6-3
Monfils – F.Mayer 6-3 / 6-2

(corrieretennis.com)

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WTA Auckland

L’ultimo atto del WTA di Auckland sarà un’affascinante sfida tra Venus Williams e Ana Ivanovic, due campionesse slam che sono state numero 1 del mondo. Soprattutto il ritorno dell’americana è una notizia che fa bene al tennis femminile, lei che da un pò di tempo fa fatica a rientrare con continuità a causa della malattia che la debilita. L’approdo in finale è stato il più facile possibile per lei, visto il ritiro di Jamie Hampton, che non è neanche scesa in campo. Sfumato quindi un derby che si prospettava interessante, anche grazie ai progressi fatti dalla giovane americana negli ultimi tempi. In finale, come detto, la ex vincitrice di Wimbledon e US Open se la vedrà con Ana Ivanovic, che si è sbarazzata in 1 ora e 12 minuti di Kirsten Flipkens, con il punteggio di 6-0 7-6. I precedenti tra Williams e Ivanovic vedono nettamente avanti la statunitense (8-1), ma la serba parte comunque leggermente favorita alla vigilia.

V.Williams b. J.Hampton per ritiro
A.Ivanovic b. K.Flipkens 6-0 7-6(3)

WTA Brisbane

serena-brisbane-2014-150x150.jpgNel primo WTA Premier dell’anno è stato subito tempo di big match. In semifinale, per la diciassettesima volta, si sono affrontate Serena Williams e Maria Sharapova e l’epilogo è stato lo stesso di sempre, ovvero una vittoria per l’americana. I precedenti sono ora aggiornati sul15-2 Serena e non c’è ombra di dubbio che la Williams sia la nemesi della Sharapova, che riuscì a sconfiggerla solamente nel lontano 2004. Ormai sono passati 10 anni e ben 13 incontri e i set vinti dalla russa si posso contare sulle dite di una mano. Anche quest’oggi la Williams si è imposta in due parziali, ma sicuramente non possiamo dire che la partita non sia stata avvincente, specialmente nel secondo set, dove Serena ha dovuto sudare molto per primeggiare al tie-break. Il primo parziale invece ha visto poca lotta, con la numero uno del mondo che issatasi sul 3-1 non si è mai fatta acciuffare, chiudendo anzi il set con il punteggio netto di6-2. Come già detto invece il secondo parziale è stato molto equilibrato ed acceso, con una Sharapova più coraggiosa e meno contratta, subito capace di salire in vantaggio 3-1. Serena non è stata però a guardare ed ha reagito, ribaltando la situazione a suo favore, prima portandosi sul 5-4 e poi sul 6-5. A quel punto Masha, chiamata a servire per rimanere nel match, si è ritrovata sul 30-30 e per salvarsi ha tirato fuori dal cilindro due grandissime accelerazioni lungolinea, che le hanno permesso di approdare al tie-break. Nell’extra game Serena è partita meglio, si è issata sul 4-2 per poi però buttare via tutto quanto di buono fatto commettendo nei successivi tre punti un errore di dritto e due doppi falli consecutivi. Non da meno, tuttavia, Maria che, invece di approfittare, è incappata anche lei in un doppio fallo, portando la situazione sul 5-5. A quel punto la Williams si è ripresa e con un gran dritto in diagonale si è procurata il match point, però non concretizzato. Una tenace Sharapova è riuscita ad annullarne un altro ma non ha potuto fare niente al terzo, quando Serena ha pulito la riga con un ace centrale. L’americana affronterà in finale Victoria Azarenka, che in rimonta ha sconfitto la Jankovic.

S.Williams b. M.Sharapova 6-2 7-6(7)
V.Azarenka b. J.Jankovic 1-6 6-3 6-4

(corrieretennis.com)

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Federer-Hewitt finale a Brisbane, finale old time sefz

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TENNIS: TORNEO CHENNAI. WAWRINKA E ROGER-VASSELIN IN SEMIFINALE

venerdì, 3 gennaio 2014 italpress

CHENNAI (INDIA) - Stanislas Wawrinka ed Edouard Roger-Vasselin sono i primi due semifinalisti dell'"Aircel Chennai Open 2014", torneo ATP 250 da 399.985 dollari di montepremi che si disputa su campi in cemento all'aperto a Chennai, in India. Lo svizzero, testa di serie numero 1, travolge 6-2 6-1 lo sloveno Aljaz Bedene e attende ora uno fra Vasek Pospisil e Yuki Bhambri. Roger-Vasselin, settimo favorito del seeding, ha invece la meglio su Dudi Sela per 7-5 6-7(6) 6-0 e se la vedra' con uno fra Benoit Paire e Marcel Granollers. . glb/red

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BRISBANE, Australia - Serena Williams picked up right where she left off in 2013 in her first tournament of 2014, winning the 58th WTA title of her illustrious career at the Brisbane International.

Watch highlights, interviews and much more video from Brisbane right here on wtatennis.com!

In an absolute dream final between the Top 2 players in the world, the No.1-ranked Williams squared off against No.2-ranked Victoria Azarenka, and from the beginning Williams was in control - she had almost five times as many winners as Azarenka in the first set (14 to 3) and also stepped up when it really counted, converting on the only break point in the entire set. She would take the set, 6-4.

The second set was streakier - Williams stormed out to a 2-0 lead, Azarenka ran off four games in a row to lead 4-2, then Williams caught up again. Eventually the pair fell into a holding pattern until Williams broke one last time for 6-5, then she calmly served the match out to prevail, 64 75.

"I want to congratulate Serena on a great week and a great match today," Azarenka said at the on-court trophy presentation. "I always enjoy playing you and I hope to meet you again in Melbourne.

"Since my first year here I've had such good memories and I'll take some from this year too."

Williams was then given her trophy and took the microphone. "I want to congratulate Vika for being a great player and a great champion, and just someone I enjoy playing against and seeing around," Williams said. "And I hope we do play in Melbourne because that would mean we would make it far.

"I would also like to thank the crowd here in Brisbane for always being so supportive."

"We love you Serena!" a fan yelled out.

"I love you back!" she replied.

Williams now has 58 WTA titles to her name. She is still No.7 on the all-time leaders for WTA titles, following Martina Navratilova (who leads the all-time list with 167 WTA titles), Chris Evert (154), Steffi Graf (107), Margaret Court (92), Evonne Goolagong Cawley (68) and Billie Jean King (67).

Williams will now go into the Australian Open having won 22 matches in a row since falling to Azarenka in the finals of Cincinnati - but another streak, Azarenka's 24 wins in a row in Australia, came to an end.

Beyond that though, Williams goes into the Happy Slam having played arguably her two closest rivals - Maria Sharapova, whom she beat in straight sets in the semifinals, and Azarenka, her final conquest.

"I feel like I'm being pushed into the deep end straightaway," Williams said. "I think it's a good thing. In Melbourne if I have to face Maria again I'll know a little bit more what to expect, and same thing with Victoria. If I happen to play against her in Melbourne, I'll know what to do and what to expect."

- See more at: http://www.wtatennis.com/news/article/3603642/title/serena-outdoes-azarenka-in-brisbane#sthash.fcqUnfAX.dpuf

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(ANSA) - AUCKLAND, 4 GEN - Ana Ivanovic ha vinto il torneo di Auckland battendo Venus Williams per 6-2 5-7 6-4, nella finale tra le due ex numero 1 del tennis mondiale che ha visto la serba aggiudicarsi la seconda delle dieci sfide in carriera con l'americana. La maggiore delle sorelle Williams, ora scesa al numero 47 del ranking, era alla sua prima finale Wta dall' ottobre 2012 (Lussemburgo), raggiunta grazie al ritiro per infortunio della connazionale Jamie Hampton.

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(ANSA) - PECHINO, 4 GEN - La cinese Li Na ha vinto il torneo di Shenzhen, dove era campionessa uscente, battendo in finale la connazionale Peng Shuai con il punteggio di 6-4, 7-5. Per Li Na, 31 anni, si tratta del ottavo titolo Wta in carriera.

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Inizio favorevole a Hewitt. Imbarazzante Federer. Poco da commentare nel primo set. Falloso e deconcentrato, in 15 minuti, l’elvetico concede un doppio break all’avversario che, senza strafare, si ritrova in vantaggio 4-1. Roger continua a sbagliare di tutto e perde il servizio per la terza volta nel settimo game, dopo aver annullato ben quattro set point. 6-1 Hewitt che capitalizza al meglio il 100% dei punti ottenuti con la prima e i 22 errori gratuiti commessi dal numero 6 del mondo, decisamente troppi in una finale.


C’è qualcosa che non va nei movimenti di Federer (schiena ancora sofferente ?) che non riesce a fronteggiare, in alcun modo, i colpi di Hewitt e a proporre una strategia di gioco efficace. Il primo game di servizio del secondo set è un altro supplizio ma, almeno stavolta, lo svizzero riesce a salvarsi dopo tre vantaggi. Dopo tante difficoltà, Roger riacquista un minimo di fiducia e si procura la prima palla break in un combattuto quinto game. Hewitt però rintuzza prontamente l’offensiva con una volee in allungo, 3-2 per il padrone di casa che poi non sfrutta l’occasione di uccidere il match sul 4-3; 30-40 in suo favore. Il tennis, si sa, è uno sport del diavolo e, in pochi istanti, si passa dal possibile 5-3 per l’australiano al 5-4 per Federer che ottiene il primo, insperato, break del match nel nono game rimontando da 40-0 per poi chiudere il set con tre ace. 6-4 per l’elvetico che, fino a cinque minuti prima, sembrava davvero spacciato.


Il terzo set si apre con Hewitt al servizio. Soffre tremendamente l’australiano ma Federer non sfrutta alcuna delle quattro occasioni per il break concesse dall’avversario. Di lì a poco l’inerzia del match cambia di nuovo. E’ proprio Hewitt a piazzare un nuovo allungo sul 2-1. Confermato il vantaggio, anche grazie agli errori in serie di Roger, Rusty vola 4-1, annulla, con personalità, due palle per il possibile controbreak sul 4-2 e vince meritatamente 6-3 tra gli applausi del pubblico di casa. Per l’ex numero uno del mondo è il primo titolo Atp dopo tre anni. L’ultimo lo vinse nel giugno 2010 ad Halle proprio contro Federer. Per Roger, dopo un inizio di settimana confortante, segnali poco incoraggianti in vista degli Australian Open.



(outdoorblog.it)


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CHENNAI (INDIA) - Sara' Stanisla Wawrinka ad affrontare Edouard Roger-Vasselin nella finale dell'"Aircel Chennai Open 2014", torneo ATP 250 da 399.985 dollari di montepremi che si disputa su campi in cemento all'aperto a Chennai, in India. Lo svizzero, testa di serie numero 1, stava conducendo 6-4 5-5 quando il canadese Vasek Pospisil, quinto favorito del seeding, si e' ritirato. . glb/red

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Tsvetana Pironkova sbanca il torneo di Sydney e si porta a casa il primo trionfo della carriera, da numero 107 del mondo. La bulgara, che aveva già sovvertito un paio di pronostici facendo fuori Errani e Kvitova sulla sua strada verso la finale, si è sbarazzata in due set della numero nove del mondo Angelique Kerber in una partita molto avvincente a tratti spettacolare e sempre costantemente in bilico. Match tipicamente femminile con dieci break in due set ed una marea di palle break non sfruttate, a dire il vero soprattutto dalla Pironkova. Nonostante sia la bulgara la prima a costruirsi la possibilità di strappare il servizio all’avversaria nel secondo gioco, il primo break del match è di marca tedesca con la Kerber che approfitta di un paio di brutti errori della Pironkova e scappa sul 2-1. Il festival dei break, però, è soltanto all’inizio e già nel successivo game l’equilibrio si ristabilisce con la bulgara che impatta sul due pari salvando altre due palle del controbreak nel quinto gioco. Un altro paio di break consecutivi portano il punteggio sul 4-3 Pironkova quando, finalmente, arrivano un paio di turni di battuta tenuti con tranquillità e senza patemi. Il decimo gioco è quello che decide il parziale con la Kerber che sale 40-15 con due palle per il cinque pari ma viene risucchiata nell’ennesima parità fino a perdere per la terza volta la battuta e con lei anche il primo set.

Il secondo set si apre con la Pironkova che cerca in tutti i modi di staccare subito nel punteggio la sua avversaria ma nel secondo game, nonostante nove palle break (!) la bulgara non riesce a scappare via e viene tenuta per le gambe da una Kerber che adesso cerca di essere più solida da fondo e di trovare soluzioni più definitive. Dopo tre game di fila portati a casa dalle giocatrici al servizio si ricomincia con il festival dei break, grossomodo come nel primo set. Inizia la Pironkova che sale 3-1, salvo farsi riacciuffare sul 3-2 e scivolare 4-3 due game più tardi. La Kerber, però, non vuole essere da meno ed a 15 perde ancora il servizio facendosi agganciare sul 4-4 fino a vivere un deja-vu del primo set. Al servizio sul 4-5 per salvare il match la tedesca si impantana di nuovo nella paura di sbagliare e dopo aver portato a casa il primo punto cede quattro punti di fila alla Pironkova che incassa il conto sull’ultimo dritto sbagliato della Kerber.

E’ il primo titolo in carriera per la giocatrice bulgara che, in sede di premiazione, si prende un applauso grosso così dedicando la vittoria al nonno recentemente scomparso. Evidentemente dietro alle vittorie contro Errani e Kvitova non c’erano solo delle giornate grigie delle top-players, qualcosina ce l’aveva messa anche la Pironkova. Ed adesso occhio a Melbourne, hai visto mai che la bulgara non ci abbia preso gusto.

Pironkova – Kerber 6-4 / 6-4

(corrieretennis.com)

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Toni Nadal si trova a Brisbane, dove ha partecipato ad un seminario organizzato da Tennis Australia e rivolto a circa 70 coach: l’allenatore del numero uno del mondo ha rivelato i dettagli sulla sua filosofia di allenamento, ponendo l’accento soprattutto sul rispetto che i giovani devono ai loro tecnici e sugli atteggiamenti sbagliati che spesso sono abituali nel tour.

“Gli allenatori spesso arrivano al campo di allenamento portando acqua o cibo. Spesso vedo il giocatore arrivare in campo per allenarsi senza portare nulla con sé, perché è il coach che porta la borsa in campo. Ho anche visto i giocatori rivolgersi in malo modo ai loro allenatori: invece dovrebbero avere rispetto per loro e per tutte le persone. Questo è un vero problema. In vita mia non ho mai portato una racchetta ad un allenamento, e quasi mai ho portato una racchetta ad essere incordata”.

A proposito dell’approccio mentale che dovrebbe essere inculcato ai giovani, Toni Nadal ha le idee chiare (“I giovani giocano bene, ma commettono molti errori”) e cita l’esempio di Bernard Tomic, che nel 2009 battè Potito Starace a Melbourne, diventando così (a 16 anni e 90 giorni) il più giovane tennista della storia a vincere un match all’Australian Open. Cinque anni dopo, Tomic è al numero 51 della classifica mondiale e ha vinto un titolo ATP, ma la sua carriera è una continua altalena di alti e bassi. Ecco cosa nel pensa l’allenatore di Rafa: “Nel 2009 ho detto che Tomic avrebbe potuto diventare molto bravo. Dopo cinque anni posso dire che è bravo ma che sembra che non voglia diventare eccellente. Per prima cosa bisogna volerlo. Nella sua mente Rafael era preparato ad essere un buon giocatore ogni giorno”.

I recenti cambi nei box dei giocatori più importanti (Federer e Djokovic su tutti) hanno fatto sì che ci si domandasse se anche Rafa avesse intenzione di modificare qualcosa nel suo team: il maiorchino ha rispedito questa ipotesi al mittente, dichiarando che in ultima istanza la colpa (o il merito) dei sui risultati rimane comunque sua: “Quando gioco male, è colpa mia. Quando gioco bene significa che sto facendo le cose giuste”.

Toni Nadal non è stato per nulla sorpreso da queste dichiarazioni: “Quando Rafa perde non è mai colpa mia. E’ vero: quando perde è colpa sua. Lo stesso quando vince: è merito suo. E’ anche per questo che Rafael non ha mai cambiato un coach. Probabilmente lui è l’unico a non aver mai cambiato allenatore, ma gli altri lo fanno perché sono stanchi di sentir dire sempre le stesse cose dalle stesse persone”.

Eppure Toni rivela di aver chiesto a Rafa, dopo l’Australian Open del 2007, se fosse interessato ad assumere un assistente per aiutarlo a migliorare il gioco sul cemento. “Ne parlai a Rafael in aereo, di ritorno dall’Australia, e lui mi rispose: “Non è un problema di allenatore, è un problema mio. Cercherò di migliorare”. Anche in quel caso si prese tutte le responsabilità”.

Iolanda Gambuzza

(corrieretennis.com)

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Nel mezzo del dibattito sulla velocità delle superfici agli imminenti Australian Open, John Isner mette tutti d’accordo con il suo servizio. Lento o veloce, il cemento oceanico è teatro dell’ottavo successo a livello Atp per l’americano, che fa suo il torneo neozelandese di Auckland battendo con un duplice 7-6 (condito da ben 23 aces) il tennista di Taipei Yen-Hsun Lu. Quest’ultimo, autore comunque dell'inatteso scalpo del 4 volte campione David Ferrer in semifinale, dovrà dunque attendere ancora per mettere in bacheca il primo sigillo nel circuito, mentre per il 28enne bombardiere Usa si tratta del bis del precedente acuto agli Heineken Open nel 2010.

Il gigante di Greensboro, numero tre del seeding a Auckland, replica la vittoria della semifinale contro il tedesco Philipp Kohlschereiber senza ottenere break. Inoltre, per tutto l’arco del torneo, lo yankee ha giocato ben 6 tie-break (vincendone 5) su 10 set disputati. La finale con Lu non fa eccezione: Isner si dimostra più forte dell’infortunio all’anca patito durante la Hopman Cup, aiutato soprattutto dalla sua ineffabile battuta.

A “Little John”, n.14 del ranking Atp e unico rappresentante del tennis Usa ai piani alti della classifica, basta un punto ottenuto sul servizio di Lu in apertura del primo tie-break per gestire il vantaggio e chiudere (con l’immancabile ace) la prima partita 7 a 4. Nel tie-break del secondo parziale le cose sembrano mettersi male per Isner, con Lu che scappa sul 3-0 in forza di una grande risposta e un errore sottorete del rivale. Il solito servizio tiene a galla l’americano, ma il pasticcio dell'asiatico è dietro l’angolo: il giocatore di Taiwan commette un doppio fallo e consente il ritorno del campione 2010, che finirà per chiudere 9 a 7 e mettere le mani sull’Atp 250 di Auckland.

(tennisworlditalia.com)

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TENNIS – La popolarità degli Slam, anche al di fuori del semplice bacino d’utenza tennistico, raggiunge livelli di primissimo livello. Con il lancio di un’eventuale quinta manifestazione, la portata pubblicitaria sarebbe indubbiamente in crescita. Ma chi avrebbe i mezzi e la volontà per pianificare un raise economico di tale portata? L’autorevole chiave di lettura di John Newcombe ci aiuta a svelare l’arcano.

Nell’intervista rilasciata al Sydney Morning Herald, la stella australiana degli anni ’60-’70 prova a tracciare un percorso che potrebbe portare un nuovo Paese, una nuova cultura nell’Olimpo del tennis: “Non è un argomento del tutto nuovo: nel corso degli ultimi anni, infatti, c’è stato modo di discutere riguardo l’inserimento di un quinto torneo dello Slam. La Cina è sembrata più propensa ad entrare nel circolo già composto da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Australia, ma ci sarebbe da valutare i termini economici di tale ingresso“.

Per termini economici, si intende una sorta di quota per acquistare i diritti del Grande Slam per la Cina: “L’idea più congeniale – prosegue Newcombe – sarebbe quella di riunirsi ad un tavolo, proporre un ingresso per la quota di un miliardo di dollari e dividere tale cifra per le quattro associazioni che gestiscono gli eventi“. 250 milioni di dollari a testa rappresenterebbe un valido tesoretto per l’Australia, che potrebbe così potenziare le sue finanze. Secondo l’ex campione oceanico, la Cina ne avrebbe la possibilità: “Sono probabilmente la potenza economica più capace ed emergente, hanno mezzi, strutture e solidità economica per progettare un investimento del genere“.

Come potrebbe inserirsi uno Slam cinese nel calendario? “Credo che il periodo più adatto sia tra fine febbraio e inizio marzo – spiega l’ex campione australiano – prima dei Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Anche il primo dei tornei americani era stato indicato come sede per un quinto Slam, ma l’idea non è stata portata avanti da alcun rappresentante“.

E’ evidente che, con l’ingresso di un quinto torneo del circuito in Asia, l’Australian Open perderebbe l’egemonia continentale che può vantare da decenni. La crescita del movimento tennistico cinese è promossa anche da Alfred Zhang, direttore responsabile del China Open e principale promotore di unoSlam a Pechino: “Non è un obiettivo realistico nell’immediato futuro, nonostante la costante promozione che portiamo avanti sul territorio, ma col passare del tempo disporremo dei mezzi per progettare un quinto Slam. Il movimento è in crescita in tutto il Paese: da quando Na Li ha vinto il Roland Garros nel 2011, diventando la prima asiatica ad imporsi in una manifestazione così importante, l’interesse dei cittadini cinesi è aumentato in maniera esponenziale“.

La concentrazione attuale, però, è tutta sull’Australian Open, che partirà la prossima settimana.Newcombe, nel team di commentatori ufficiali per l’australiano Channel Seven, sprona la promessa di casa Bernard Tomic e lo sprona a trovare la maturità: “Ha 21 anni ed è nel periodo giusto per raccogliere qualcosa di importante. La guida di Zovko sarà fondamentale durante il cammino stagionale: da Bernie mi aspetto passi da gigante, la cinquantunesima posizione nel ranking gli sta stretta. L’inizio del 2014 sarà già probante, deve mettere da parte le pressioni e concentrarsi sui suoi obiettivi“.

(tennis.it)

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SYDNEY (AUSTRALIA) - Juan Martin Del Potro ha vinto l'Apia International, torneo combined (Atp 250 e Wta Premier), disputato sui campi in cemento di Sydney, in Australia. L'argentino, testa di serie numero 1, ha battuto in finale l'australiano Bernard Tomic con il punteggio di 6-3, 6-1. . ari/red

(italpress)

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Nell’economia di una competizione a squadre antica e prestigiosa quale la Coppa Davis, il “punto” del doppio assume quasi sempre una valenza molto importante, nell’indirizzare le sorti di una sfida, soprattutto in caso di parità nel computo dei singolari, dopo la prima giornata. Una tale assunzione, negli ultimi anni, è sempre stata ancor più vera per la nazionale Italiana, che, da parecchie stagioni, oramai, è sostanzialmente priva di una formazione fissa nella suddetta specialità. Tuttavia, questo potrebbe non essere più vero nel prossimo futuro. Simone Bolelli (rientrante in nazionale dopo un fastidioso problema al polso, che lo aveva anche costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico alla fine della scorso anno), e Fabio Fognini, infatti, con la loro terza vittoria in tre partite giocate insieme, con una prestazione di alto livello agonistico e tecnico-tattico, hanno, non solamente ottenuto un punto di (potenziale) fondamentale importanza per l’Italia, ma, a questo punto, si propongono autorevolmente come competitiva coppia di doppio per la nostra nazionale, anche per gli anni a venire!

La partita contro l’Argentina è stata segnata da un equilibrio estremamente marcato, e da una notevole carica agonistica, cosa che ha reso la partita estremamente combattuta, e quindi, interessante per il pubblico e per gli addetti ai lavori.

I primi turni di battuta venivano tenuti senza troppa difficoltà dalla formazione al servizio in quelli che erano sommariamente i primi game di studio dell’incontro. Al quinto gioco, veniva a verificarsi il primo momento di difficoltà per la coppia azzurra, che si trovava costretta a dover annullare la prime due palle break dell’incontro in favore della selezione argentina, grazie ad un preciso passante di dritto lungolinea di Bolelli, abile a rimediare ad una piccola indecisione di Fognini nei pressi della rete, e grazie ad un buon servizio del tennista bolognese in seguito. Nel gioco successivo era invece la formazione azzurra a riuscire a procurarsi una possibilità per strappare il servizio alla coppia avversaria, ma non riusciva a capitalizzare tale possibilità a causa di un brutto errore di Fognini, in risposta, su una seconda di servizio non irresistibile di Schwank. L’equilibrio al servizio si manteneva così intatto, e senza altre possibilità di break fino al tie break del primo parziale, che veniva conquistato in maniera a dir poco rocambolesca dagli Argentini, inizialmente bravi a procurarsi ben 5 set point consecutivi (in virtù di 2 mini break), annullati però in maniera magistrale e con autorità dagli azzurri! Tuttavia, sul 6-6, al secondo cambio di campo, grazie ad un errore di Fognini su una volée, in verità abbastanza complicata, i Sudamericani, riuscivano a procurarsi un nuovo e decisivo mini break, capitalizzato nel turno di battuta successivo, a causa di un errore millimetrico su un dritto incrociato, da parte di Bolelli, conquistando, in tal modo, il primo set.

Il secondo parziale, si svolgeva su una falsariga del tutto simile a quella del primo, con un grandissimo equilibrio al servizio da entrambe le parti (senza alcuna palla break ad appannaggio di entrambe le squadre), con l’Italia incapace di sfruttare alcune situazioni potenzialmente favorevoli sul servizio argentino (ad esempio sullo 0-30 in proprio favore, quando Fognini sbagliava una volée non impossibile che avrebbe permesso alla compagine azzurra di portarsi a 3 palle break consecutive). Il nuovo approdo al tie break, questa volta, però, era favorevole alla nazionale tricolore, capace di conquistarlo con il punteggio di 10 punti a 8, dopo una sequenza di ben 3 mini break di vantaggio recuperati e 2 set point in proprio favore annullati dall’Argentina (la quale, sul punteggio di 7-6, non riusciva a concretizzare un set point a proprio appannaggio). L’equilibrio nei turni di battuta continuava a mantenersi costante anche nel terzo set. All’ottavo gioco l’Italia riusciva finalmente a spezzare “l’incantesimo” delle palle break che perdurava fin dal sesto gioco del primo parziale, riuscendo a procurarsi ben tre possibilità (delle quali 2 consecutive) per strappare il servizio agli avversari (cosa che avrebbe permesso alla formazione azzurra di andare a servire per conquistare il set), senza però riuscire a sfruttarle. Nel gioco successivo, era invece l’Argentina a riuscire a conseguire due palle break, non consecutive, che, tuttavia, venivano annullate, entrambe le volte da due punti praticamente “fotocopia” con due precisi interventi a rete, con potenti volée schiacciate, di Fognini, sue due buone prime di Bolelli. Nessuna nuova occasione di break veniva a verificarsi nei game successivi, e anche il terzo parziale pertanto, finiva per decidersi al tie break, che stavolta andava ad appannaggio della formazione Italiana, in maniera ben più agevole del precedente, col punteggio di 7 punti a 3. Il vantaggio conseguito forniva ulteriore spinta motivazionale a Bolelli e Fognini, i quali, finalmente, al terzo gioco del quarto set, riuscivano finalmente a conseguire il primo break della partita, confermato nel game successivo da un ottimo turno di battuta di Fognini. L’Argentina tuttavia, non mollava, e rimaneva “in scia” nel punteggio. Al decimo gioco tuttavia, l’Italia, grazie ad un sicuro turno di battuta di Fognini, riusciva a conquistare la partita che le permetteva di conseguire il secondo importantissimo punto (che potrebbe rivelarsi decisivo) nell’ambito della sfida di Coppa Davis contro la selezione sudamericana! Davvero rimarchevoli la qualità e il coraggio dimostrati dai due azzurri, che, sfoderando un tennis di ottima qualità, e mantenendo un livello prestazionale elevato e costante per tutta la partita, hanno vinto una partita molto dura sotto il profilo dell’equilibrio del punteggio e delle situazioni agonistiche contingenti.

RIEPILOGO PUNTEGGIO:
Bolelli/Fognini b. Schwank-Zeballos: 6-7, 7-6, 7-6, 6-4

(corrieretennis.com)

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Sara’ tra Karolina Pliskova e Ekaterina Makarova la finale del WTA International di Pattaya City. Le due giocatrici sono giunte allo scontro decisivo battendo in semifinale la tedesca Goerges e la ceca Hlavackova. Questo il resoconto delle due semifinali.


Ka.Pliskova b. J.Goerges 6-3 4-6 6-3


Partita conclusasi al terzo set con la vittoria della 21enne ceca che domani avra’ l’occasione di provare a vincere il suo secondo titolo WTA in carriera. Primo set dove la tennista ceca si portava velocemente sul 5-2 ma mentre serviva per il set subiva il break che avrebbe potuto riaprire il parziale, ma nel game successivo la Pliskova riusciva a strappare il servizio alla tedesca a portare a casa la frazione. Secondo set molto equilibrato con il servizio a farla da padrone: ben quindici sono stati infatti gli ace nel corso del set, ma sul 4-4 e’ arrivato un piccolo momento di difficolta’ per la tennista ceca che ha concesso il break alla Goerges, che tenendo a zero il servizio nel turno successivo riportava il match in parità. Terzo set con la Pliskova che si portava subito sul 3-0 con un break di vantaggio. Break recuperato dalla Goerges nel quinto game del set, ma subito riconcesso nel game successivo, dal 4-2 in favore della tennista ceca le tenniste tenevano il servizio fino alla fine dell’incontro che ha visto la Pliskova uscire vincitrice.


E.Makarova b. A.Hlavackova 6-3 0-6 6-4


Seconda semifinale che ha visto affrontarsi la ceca Hlavackova e la russa Makarova. Primo set deciso da un break in favore della russa nel secondo game, Makarova brava a gestire il vantaggio e portarsi a casa la frazione. Secondo set a senso unico con la ceca che vince il parziale con un pesante 6-0 ottenuto sfruttando i molti errori della Makarova e non concedendo praticamente nulla alla sua avversaria durante i suoi turni di servizio. Si arriva cosi al terzo set dove nel terzo game la Makarova riesce a strappare il servizio alla Hlavackova e portarsi cosi sul 2-1. Dal quel momento in poi entrambe le giocatrici tenevano il servizio fino alla fine del match. Unico momento di incertezza da parte della Makarova sul 3-2 quando concedeva una pericolosissima palla break alla sua avversaria prontamente annullata. Sara’ quindi la russa Makarova a giocarsi il titolo domani in finale contro la ceca Karolina Pliskova.


(corrieretennis.com)

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Dopo l’eliminazione al primo turno agli Australian Open per Sara Errani arriva subito una grande gioia con la conferma, per ora, del proprio risultato ottenuto lo scorso anno al GDF Open di Francia, a Parigi. Dopo aver vinto il derby azzurro con un gioco molto solido contro la connazionale Karin Knapp in 2 set e aver combattutto contro una giovane quanto coriacea Elina Svitolina nei quarti di finale, oggi è arrivata la vera prova da superare: battere la beniamina del pubblico, ovvero la franceseAlizé Cornet, in casa sua, e la nostra Sarita ci è riuscita in modo spettacolare, confermando il grande amore per Parigi, lei che tra questo torneo e lo Slam del Roland Garros, negli ultimi 2 anni riporta l’incredibile statistica di 4 finali (di cui 3 perse e una vinta) e una semifinale.

Partita delicata fin dagli spogliatoi visto che a prescindere dalla partita tutti si ricordavano le scintille incorse tra le due giocatrici nel loro ultimo incontro l’anno scorso a Toronto dove la transalpina aveva inscenato un infortunio e cercato con tutti i mezzi di innervorsire la Errani che l’ha platealmente ripresa durante il gioco.

Match estenuante e di cuore per entrambe le contendenti ma soprattutto da parte della nostra n.1 d’Italia che si prende una succulenta rivincita sul campo dando dimostrazione di come gli insuccessi delle ultime settimane siano state solo una questione di incatenamento di fattori sfortunati, semplicemente forse non era ancora in palla o uscita in maniera ottimale dalla prepazione fisica, ma questo è passato, perché ora è in finale e ad aspettarla domani c’è la Pavlyuchenkova che a sorpresa oggi si è sbarazzata (4-6, 6-3, 6-4) della maggiore testa di serie del seeding, che rispondeva al nome di Maria Sharapova (ndr. Ci chiediamo che ripercussioni ne avrà la linea di caramelle della russa, le Sugarpova, che quest’anno hanno firmato la sponsorship ufficiale col GDF Open)..

Ringraziando il protettore del fair play questa volta possiamo confermare che se la Cornet avesse accennato, ma fortunatamente non l’ha fatto o perlomeno non sfacciatamente come la scorsa volta, un qualsiasi tipo di acciacco saremmo stati i primi a comparirla visto che la romagnola l’ha fatta remare sul cemento per la bellezza di 3 giri d’orologio.

Errani più fallosa ma anche più propositiva del solito, la francese si è rivelata un vero osso duro nonostante avesse già 2 match al terzo set nelle gambe: ottima la resistenza ma soprattutto la variazione di gioco e la spinta pur avendo sul groppone già la fatica del corso inoltrato della semifinale. Perfetti rovesci lungolinea che così raramente vediamo essere sfruttati da Sara che stasera si sono rivelati sicuramente un’arma in più nell’arsenale dell’azzurra. Rispetto al match dei quarti c’è stato un calo di sensibilità – contro la Svitolina l’abbiamo vista mettere a segno infiniti punti grazie a delle smorzate millimetriche effettuate da qualsiasi angolo del campo e con qualsiasi ritmo – ma un enorme miglioramento nella percentuale di prime palle messe in campo.

Veramente splendida dimostrazione di forza fisica e di volontà e soprattutto di maturità di Sarita visto che 2 anni fa, il match molto simile contro Aga Radwanska ai WTA Championships di Istanbul l’aveva vista accusare una pesante sconfitta; unica nota dolonte della serata è il ritiro – decisamente nell’aria visto le condizioni della Cichi più piccola al termine dell’incontro durato 3 ore – della coppia n.1 nel ranking mondiale, di cui l’altra metà è composta da Roberta Vinci, dalla semifinale prevista da qui a pochi minuti: Sarita non c’è l’ha fatta a reggere la stanchezza e il calo di adrenalina dopo una lotta così estrema e anche Roberta si è stancata non poco nel penare sugli spalti e nell’intervenire in veste di sua coach per motivarla e sostenerla attivamente durante tutta la durata della partita. Le due azzurre rinunciano dunque alla difesa del titolo ottenuto nella scorsa edizione e lasciano passare avanti Timea Babos e Kristina Mladenovic. Bravissime ad entrambe che comunque ci hanno dimostrato anche oggi, in una maniera alternativa, cosa vuol dire fare squadra.

(corrieretennis.com)

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Ekaterina Makarova vince la 23esima edizione del PTT Pattaya Open battendo in finale la cecaKarolina Pliskova. 6-3 7-6(7) il risultato finale in favore della venticinquenne moscovita, al termine di una partita abbastanza equilibrata e decisa da pochi episodi. Per la Makarova è il primo titolo stagionale, il primo sul veloce e il secondo in carriera dopo quello vinto nel 2010 sull’erba di Eastbourne, ed è un successo che le permetterà di assestarsi intorno alla 22esima posizione della classifica. Makarova è la terza russa ad imporsi a Pattaya dopo Vera Zvonareva nel 2009 e 2010 e Maria Kirilenko nel 2013. Per Karolina Pliskova si trattava della seconda finale della carriera dopo quella vinta lo scorso a Kuala Lumpur, con questo risultato si piazzerà in 53esima posizione nel ranking WTA.

E.Makarova b. Ka.Pliskova 6-3 7-6(7)

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Nell’economia di una competizione a squadre antica e prestigiosa quale la Coppa Davis, il “punto” del doppio assume quasi sempre una valenza molto importante, nell’indirizzare le sorti di una sfida, soprattutto in caso di parità nel computo dei singolari, dopo la prima giornata. Una tale assunzione, negli ultimi anni, è sempre stata ancor più vera per la nazionale Italiana, che, da parecchie stagioni, oramai, è sostanzialmente priva di una formazione fissa nella suddetta specialità. Tuttavia, questo potrebbe non essere più vero nel prossimo futuro. Simone Bolelli (rientrante in nazionale dopo un fastidioso problema al polso, che lo aveva anche costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico alla fine della scorso anno), e Fabio Fognini, infatti, con la loro terza vittoria in tre partite giocate insieme, con una prestazione di alto livello agonistico e tecnico-tattico, hanno, non solamente ottenuto un punto di (potenziale) fondamentale importanza per l’Italia, ma, a questo punto, si propongono autorevolmente come competitiva coppia di doppio per la nostra nazionale, anche per gli anni a venire!

La partita contro l’Argentina è stata segnata da un equilibrio estremamente marcato, e da una notevole carica agonistica, cosa che ha reso la partita estremamente combattuta, e quindi, interessante per il pubblico e per gli addetti ai lavori.

I primi turni di battuta venivano tenuti senza troppa difficoltà dalla formazione al servizio in quelli che erano sommariamente i primi game di studio dell’incontro. Al quinto gioco, veniva a verificarsi il primo momento di difficoltà per la coppia azzurra, che si trovava costretta a dover annullare la prime due palle break dell’incontro in favore della selezione argentina, grazie ad un preciso passante di dritto lungolinea di Bolelli, abile a rimediare ad una piccola indecisione di Fognini nei pressi della rete, e grazie ad un buon servizio del tennista bolognese in seguito. Nel gioco successivo era invece la formazione azzurra a riuscire a procurarsi una possibilità per strappare il servizio alla coppia avversaria, ma non riusciva a capitalizzare tale possibilità a causa di un brutto errore di Fognini, in risposta, su una seconda di servizio non irresistibile di Schwank. L’equilibrio al servizio si manteneva così intatto, e senza altre possibilità di break fino al tie break del primo parziale, che veniva conquistato in maniera a dir poco rocambolesca dagli Argentini, inizialmente bravi a procurarsi ben 5 set point consecutivi (in virtù di 2 mini break), annullati però in maniera magistrale e con autorità dagli azzurri! Tuttavia, sul 6-6, al secondo cambio di campo, grazie ad un errore di Fognini su una volée, in verità abbastanza complicata, i Sudamericani, riuscivano a procurarsi un nuovo e decisivo mini break, capitalizzato nel turno di battuta successivo, a causa di un errore millimetrico su un dritto incrociato, da parte di Bolelli, conquistando, in tal modo, il primo set.

Il secondo parziale, si svolgeva su una falsariga del tutto simile a quella del primo, con un grandissimo equilibrio al servizio da entrambe le parti (senza alcuna palla break ad appannaggio di entrambe le squadre), con l’Italia incapace di sfruttare alcune situazioni potenzialmente favorevoli sul servizio argentino (ad esempio sullo 0-30 in proprio favore, quando Fognini sbagliava una volée non impossibile che avrebbe permesso alla compagine azzurra di portarsi a 3 palle break consecutive). Il nuovo approdo al tie break, questa volta, però, era favorevole alla nazionale tricolore, capace di conquistarlo con il punteggio di 10 punti a 8, dopo una sequenza di ben 3 mini break di vantaggio recuperati e 2 set point in proprio favore annullati dall’Argentina (la quale, sul punteggio di 7-6, non riusciva a concretizzare un set point a proprio appannaggio). L’equilibrio nei turni di battuta continuava a mantenersi costante anche nel terzo set. All’ottavo gioco l’Italia riusciva finalmente a spezzare “l’incantesimo” delle palle break che perdurava fin dal sesto gioco del primo parziale, riuscendo a procurarsi ben tre possibilità (delle quali 2 consecutive) per strappare il servizio agli avversari (cosa che avrebbe permesso alla formazione azzurra di andare a servire per conquistare il set), senza però riuscire a sfruttarle. Nel gioco successivo, era invece l’Argentina a riuscire a conseguire due palle break, non consecutive, che, tuttavia, venivano annullate, entrambe le volte da due punti praticamente “fotocopia” con due precisi interventi a rete, con potenti volée schiacciate, di Fognini, sue due buone prime di Bolelli. Nessuna nuova occasione di break veniva a verificarsi nei game successivi, e anche il terzo parziale pertanto, finiva per decidersi al tie break, che stavolta andava ad appannaggio della formazione Italiana, in maniera ben più agevole del precedente, col punteggio di 7 punti a 3. Il vantaggio conseguito forniva ulteriore spinta motivazionale a Bolelli e Fognini, i quali, finalmente, al terzo gioco del quarto set, riuscivano finalmente a conseguire il primo break della partita, confermato nel game successivo da un ottimo turno di battuta di Fognini. L’Argentina tuttavia, non mollava, e rimaneva “in scia” nel punteggio. Al decimo gioco tuttavia, l’Italia, grazie ad un sicuro turno di battuta di Fognini, riusciva a conquistare la partita che le permetteva di conseguire il secondo importantissimo punto (che potrebbe rivelarsi decisivo) nell’ambito della sfida di Coppa Davis contro la selezione sudamericana! Davvero rimarchevoli la qualità e il coraggio dimostrati dai due azzurri, che, sfoderando un tennis di ottima qualità, e mantenendo un livello prestazionale elevato e costante per tutta la partita, hanno vinto una partita molto dura sotto il profilo dell’equilibrio del punteggio e delle situazioni agonistiche contingenti.

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Bolelli/Fognini b. Schwank-Zeballos: 6-7, 7-6, 7-6, 6-4

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Joined: 28-Sep-2006
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Un grande Fognini ci porta ai quarti per il 2° anno di fila...quando si tratta di Davis è una garanzia!

Adesso ai quarti la Gran Bretagna di Murray...dopo Murray hanno assolutamente il vuoto: il loro secondo giocatore è numero 146 (Evans) e abbiamo il vantaggio di giocare in casa e scegliere la superficie (che sarà al 99% terra)

Probabile che il doppio sarà decisivo, ma Fognini su terra se la può giocare contro lo scozzese...

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