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Farsopoli_Giustizia_WMoggi

[Official Thread] Alessandro Del Piero

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Joined: 25-Jul-2012
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Anche oggi aveva i sandali aperti abbinati a giacca e cravatta?

Aveva una felpa mi pare, ma inquadrato solo a mezzo busto .penso

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che pazzo sefz

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:261:

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che pazzo sefz

Va la Sonia come si preoccupa sefz ma che aveva bevuto il capitano ? :261:

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@@ @@ :sventola:

Modificato da Peligrosa

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quest anno mi sa niente sydney su premium

Fa niente, preferisco vedere Premier, Ligue1 e Liga .asd

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Entro il 22 vado sicuramente a vederlo..Alex @@

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ll colpo di tacco al minuto 1.01 @@

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sempre meraviglioso..

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Del Piero senza confini: «Terzo scudetto, si può Il mio addio? Un trauma»

«Non voglio creare divisioni, ma dei miei ex compagni nessuno ha voluto il 10. È stata la gratificazione più grande»

JESOLO (Venezia), 17 agosto 2013 - Quaranta minuti dopo la fine dell’allenamento il pullman del Sydney lascia lo stadio di Jesolo con tutti i giocatori a bordo. Mentre il sole tramonta, restano davanti al campo gli ultimi cento tifosi in attesa di autografo, una macchina con la portiera aperta e Alessandro Del Piero. Il Capitano (qui, e non solo qui, non ci sono altre definizioni) prima renderà felici tutti con una firma, poi farà la doccia e infine salirà sulla macchina per raggiungere l’albergo. Quello che accade ogni giorno a Jesolo è un fenomeno da raccontare. Una processione pagana: tutti in fila ad aspettare con religiosa fiducia l’attimo in cui Ale si avvicinerà. Dal 4 agosto almeno duemila persone quotidianamente acquistano il biglietto per vedere Del Piero da vicino, per fare una foto o avere un autografo: nessuno è andato via deluso. Attirare la folla una volta o due può succedere ad altri, riuscirci per così tanti giorni no: è una cosa speciale. Testimonianza di un rapporto altrettanto speciale tra i tifosi e il campione, tra i tifosi e l’uomo. Che alla fine della lunga chiacchierata, sui divanetti dell’albergo, con una tazzina di caffè sul tavolino e la gioia negli occhi, ci spiega il segreto del suo straordinario feeling con la gente.

Alessandro, dica la verità: dopo il boom di presenze a Jesolo sta studiando da Ministro del Turismo?
«È stato fatto un lavoro straordinario da parte di tutti e non lo dico perché il primo applauso va a mio fratello Stefano. In pochissimo tempo è stata organizzata ogni cosa nei minimi particolari. C’è stata disponibilità da parte di tutti gli enti. E’ difficile che si creino certe sinergie in modo così rapido e naturale, ma tutti hanno fatto la loro parte e il successo è dipeso anche da questo».

La partita a Padova con sua mamma Bruna in tribuna è stata la chiusura del cerchio? La fine del viaggio?
«È stata la naturale conseguenza di un percorso. Bello tornare all’Appiani dove avevo giocato da bimbo».

In questi giorni le è mancato particolarmente suo padre Gino?
«Mi manca sempre. Però è vero che in alcune situazioni ho pensato più intensamente a papà. Come quando mi hanno intitolato un tratto del lungomare e hanno mostrato alcune immagini della mia vita: in una foto c’era lui».

Tobias è il suo figlio più grande e l’unico già in grado di fare confronti. Preferisce l’Italia o Sydney?
«Preferisce giocare, dappertutto. Tobias ama scoprire e questo mi piace molto. È meno timido e pauroso di me. Nel tempo io ho dovuto migliorare questo lato del carattere, ma la mia natura è quella».

Il ritiro del Sydney è stato svolto con professionalità italiana (doppi allenamenti, cura dei particolari) ma con mentalità australiana (gite, momenti di divertimento). È impossibile che si ragioni così in Italia?
«Credo di no. Probabilmente i top club seguono certe logiche antiche, ma nelle serie minori magari qualcosa sta già cambiando. Confido nei giovani allenatori. Secondo me i giocatori vanno responsabilizzati ».

Quella italiana e quella australiana sono due mentalità profondamente diverse o ci sono punti di contatto?
«La base di partenza è diversa, ma ci sono punti di contatto. Gli australiani sono molto anglosassoni: se subiscono un’entrata dura non dicono niente, ma reagiscono male a una gomitata o a una trattenuta. Non sopportano le scorrettezze. In Italia, invece, sui corner non sappiamo marcare senza furbate. Dal punto di vista tattico i giocatori australiani sono meno preparati perché non esiste il settore giovanile, ma i ragazzi sono liberi mentalmente, generosi, istintivi».

In questa stagione non potrà rifiutare la fascia da capitano del Sydney, come fece un anno fa.
«Loro spingono per darla, a me piace mantenere gli equilibri di squadra. Ne sarei strafelice, ma prima ne parlerò con i compagni e comunque non cambierebbero il mio impegno e la mia dedizione».

Quali luoghi comuni e idee vecchie tengono prigioniero il calcio italiano?
«Non c’è più nulla da scoprire. Guardiamo a cosa hanno fatto l’Inghilterra negli ultimi 15 anni e poi la Germania. Hanno costruito o ammodernato gli stadi, risolto il problema della sicurezza, lavorato sull’istruzione allo sport. Negli altri Paesi c’è rispetto delle regole, certezza della pena, onestà. I Rangers Glasgow, club storico, sono falliti e mica sono stati ripescati. In Italia sprecammo il Mondiale ’90: adesso serve una svolta radicale».

Davvero a dicembre deciderà se giocare ancora?
«In realtà io ho solo detto che deciderò dopo Natale, quindi tra il 26 dicembre e... Ferragosto. Comunque credo che gennaio e febbraio saranno i mesi in cui dovrò fare due chiacchiere con me stesso». Ma ascolterà più la testa o il fisico? «Necessariamente entrambi».

Quanti tifosi sono venuti a Jesolo invece di andare a Villar Perosa domenica 11?
«Non so... Ma molti tifosi sono venuti qui apposta per me».

Un anno dopo, si è chiesto se lei ha sbagliato qualcosa con la Juve?
«Non mi sono posto la domanda».

Dopo il suo addio alla Juve si è aperta una specie di guerra di religione tra i Delpieristi e gli Agnelliani. Inevitabile?
«È una vicenda che ha infinite sfumature. Si è trattato di un addio traumatico che ha lasciato strascichi inevitabili. Io non voglio dividere nessuno: chi tifa per la Juve può anche tifare per il Sydney». La numero 10 ora è di Tevez. Vidal ha detto che «quella sarà per sempre la maglia di Alessandro».

Nessuno dei suoi ex compagni l’ha voluta.
«È stata la più grande gratificazione da parte loro. Ringrazio Arturo, Pirlo, Marchisio, Buffon, tutti coloro che avrebbero potuto prenderla. E rido dentro, per la felicità».

Con la Juve per due volte ha conquistato due scudetti di fila (più la doppietta cancellata da Calciopoli), mai è arrivato a tre. Perché è così difficile?
«In passato la mia Juve aveva come obiettivo anche la Champions, che ti succhia molte energie, e una rosa meno ampia. Adesso ci sono due giocatori per ogni ruolo, in questo momento la Juve ha sei attaccanti. C’è la possibilità di scegliere. Con la rosa così vasta la Juve può provare serenamente a vincere il terzo scudetto consecutivo e anche a giocare per la Champions. A noi capitava inconsciamente di pensare che in campionato avevamo tempo per recuperare, ma poi questo tempo non c’era».

La Nazionale ha incontrato Papa Francesco, che ha lanciato un messaggio importante: «Siate uomini prima che campioni».
«Papa Francesco trasmette la sensazione di uno spessore umano elevatissimo. In poco tempo ha conquistato tutti».

Lei crede?
«Credo nelle persone che vogliono fare del bene. Come Papa Francesco».

Giochino: lei è a Sydney e alla stessa ora, per una strana combinazione, giocano Juve-Milan, Real-Barcellona, Manchester United-Chelsea, Bayern-Borussia e Psg-Monaco. Quale guarda, quale registra e di quali partite chiede solo il risultato?
«Se succede una cosa del genere, mi attrezzo con tre televisori e due videoregistratori. Queste partite vanno viste tutte, per tradizione o sviluppi recenti. Sono ammirato dal Borussia: quando lottava per non andare in B aveva una delle prime tre mediespettatori d’Europa. Questa è la passione».

Si sarebbe divertito di più in coppia con Messi o con Cristiano Ronaldo?
«Forse con Leo perché è alto come me... Ma anche Cristiano è eccezionale».

Quante volte ha dovuto indossare una maschera?
«Ho dovuto farlo ogni tanto per combattere gli istinti che a volte vengono a galla».

Di lei si dice che sia un personaggio costruito e poco spontaneo.
«Lo so. Ma se uno è costruito, prima o poi la falla la trovi. Io ho i miei difetti, ma non dipendono da un atteggiamento poco spontaneo o studiato. Mi comporto ricordando com’ero io da bambino quando guardavo i miei idoli. Con l’obiettivo continuamente puntato addosso non è semplice essere se stessi. Ma io penso sempre ai bambini che mi guardano e assorbono tutto. Avverto questo senso di responsabilità».

Pochi giorni fa nella redazione della giornalaccio rosa è nato un dibattito su chi sia stato il più grande tra Baggio, Totti e Del Piero. Lei cosa ne pensa?
«Abbiamo vinto tutti e tre anche solo per il fatto di essere stati inseriti nel vostro dibattito. Io, Roberto e Francesco abbiamo avuto percorsi diversi. Poi bisogna intendersi sul concetto di grandezza».

Ecco: cosa significa essere grandi nello sport?
«Scrivere la storia: non c’è nulla come questo. E poi c’è un altro step, quello più alto: entrare nel cuore della gente».

Entrare nel cuore della gente: significa amore. Puoi cambiare squadra, maglia, perfino mondo, ma se sei nel cuore della gente non ne esci più. Può succedere qualunque cosa, ma se è amore vero è amore per sempre.(rcs.)

Good luck..... :sventola:

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Joined: 12-Aug-2011
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ALEX FINISCILA ALLA JUVE LA TUA GLORIOSA CARRIERA!!!!

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Joined: 19-Jul-2006
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....mi sa niente Sydney su mediaset....ma che acazzo....

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Joined: 03-Jan-2006
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....mi sa niente Sydney su mediaset....ma che acazzo....

Ma chi se ne frega .asd

Quest'anno c'è l'opera sefz

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Joined: 25-Apr-2008
12472 messaggi

Vi giuro, quel 10, di spalle, mi ha fatto venire per un attimo un magone allo stomaco...

Del Piero sempre nel mio cuore.

perlomeno lo indossa uno che ha dimostrato nelle sue precedenti esperienze che dal punto di vista tecnico se lo può meritare. sarebbe stato molto peggio l'avessero lasciato prendere a giovinco un anno fà.....

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Joined: 03-Jan-2006
34160 messaggi

Prandelli non chiude le porte verso una convocazione di Del Piero ai Mondiali @@ .asd

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Joined: 15-Feb-2009
68938 messaggi

Prandelli non chiude le porte verso una convocazione di Del Piero ai Mondiali @@ .asd

Vabbuò .asd

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Joined: 09-Oct-2008
2267 messaggi

Reggiana Sidney su sky 253, Alex in telecronaca.

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