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Morpheus ©

[ Serie A ] Genoa - Juventus 0-0

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Joined: 03-Nov-2007
37732 messaggi

Mìnchia mi pareva rigore

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Joined: 21-Sep-2006
1173 messaggi

Elia pare la copia scura di Krasic. Purtroppo non

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Joined: 28-May-2008
4046 messaggi

di questo episodio parleranno per 2304913 giorni

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Joined: 17-May-2006
644 messaggi

Niente finita

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Joined: 27-Jul-2011
5895 messaggi

E facciamolo un gol

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Joined: 05-May-2006
1371 messaggi

ma perchè non dire che ce l'hanno rubata?? :|

ma ve ne siete accorto o no che il gol era valido??

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Joined: 13-Oct-2005
220816 messaggi

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Joined: 18-May-2006
92546 messaggi

V********O.

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Joined: 16-Nov-2006
22290 messaggi

se non fosse la partita nostra ci sarebbe da ridere .asd

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Joined: 04-Apr-2006
133128 messaggi

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Serie A - 8^ Giornata - Ritorno - 11-3-2012 (ore 15:00)

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Stadio Luigi Ferraris - Genoa

Arbitro: Nicola Rizzoli

Spettatori: 28000‎

Serie A - A Genova la Juventus rimane al palo

Due legni di Vucinic e uno di Pepe condannano la Juventus al quattordicesimo pareggio stagionale.

Con il Genoa alla fine è 0-0. Ingressi nel finale anche per Del Piero ed Elia

ma risultato che non cambia. Milan che scappa a +4.

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Eurosport - Domenica, 11 marzo 2012

Ci sono partite in grado di descrivere in 90 minuti l’andamento di una stagione. Per la Juventus, molto probabilmente, la sfida del Marassi contro il Genoa è una di queste. L’ennesimo pareggio stagionale, il quattordicesimo per la precisione, ha mostrato tutti i pro e i contro degli uomini allenati da Antonio Conte in una stagione che doveva essere del riscatto e, di punto in punto, ha rischiato di trasformarsi in qualcosa di più: tanto dinamismo, molta voglia di fare e disponibilità al sacrificio hanno finito inesorabilmente con lo scontrarsi con poca lucidità sottoporta e perché no anche un po’ di sfortuna. Sono 3 i legni infatti che condannano la Juventus a lasciar scappare il Milan a +4, due di Vucinic – sfortunato ma anche poco preciso - e uno, clamoroso, di Pepe che dentro l’area piccola non è riuscito a trasformare il pallone d’oro offertagli da Pirlo nelle rete che avrebbe tenuto aperti ben altri discorsi. A godere è quindi il Genoa che con una partita onesta e finalmente ordinata in fase difensiva blocca la voglia di riscatto dei bianconeri. Emblematico infine, che contro una delle peggiori difese casalinghe della Serie A, la Juventus non sia riuscita a trovare il gol. Insomma, tutti segnali che non possono essere letti che in una maniera…

PARTENZA A RAZZO - Che Juventus e Genoa avessero voglia di scrollarsi di dosso il momento no appare evidente fin dai primi minuti. Nemmeno il tempo di entrare in campo e la retroguardia bianconera, in piena emergenza, si fa beffare dal taglio in profondità di Palacio: Vidal sbaglia il movimento del fuorigioco e l’argentino, davanti alla porta, prova un tocco sotto chiamando Buffon a un colpo di reni degno del Mondiale 2006. Pericolo scampato la Juventus prova a concedere pan per focaccia e, un minuto dopo, Giaccherini sottoporta non trova il guizzo giusto deviando fuori un bel pallone servitogli da Pepe. Tre minuti e già due occasioni.

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VUCINIC, GENIALITA’ RITROVATA - La Juventus però, forse per la prima volta in stagione, è sospinta dall’azione di quel Vucinic che, giusto 7 giorni fa, Conte indicava come l’uomo di maggior talento. La ricezione del messaggio del montenegrino è probabilmente a scoppio ritardato e il numero 14 bianconero decide soltanto oggi di salire in cattedra: svaria a sinistra, prova giocate di prima, salta l’uomo, insomma, in una parola, è il giocatore propositivo di cui la Juventus aveva bisogno. Non è un caso dunque che tutti i palloni pericolosi finiti sui piedi di Matri – il più clamoroso a 7 minuti dalla fine del primo tempo e ben salvato da Marco Rossi - partano proprio dai piedi di Vucinic, così come quello al minuto 18 che ancora una volta scatenerà le polemiche del dopo partita: l’attaccante lombardo prende il tempo a Carvalho che lo trattiene vistosamente per la maglia e lo fa cadere in area. Proteste bianconere, rigore non concesso e spazio alle moviole.

DINAMISMO BIONDINI - Il Genoa però, nonostante lasci più spazio alle manovre della Juve, è attento a chiudersi e prova ad affidarsi alle ripartenze veloci di Palacio, Jankovic e Sculli. L’uomo in più dei rossoblu però è sicuramente Biondini, sempre il primo a rientrare così come il primo ad impostare la fase di ripartenza. Anche qui non è un caso dunque che la palla gol del primo tempo del Genoa, sparata alta dalla testa di Gilardino al minuto 26, nasca proprio dai piedi del centrocampista ex Cagliari.

JUVE AL PALO – La spinta con cui si chiude il primo tempo è l’identico leitmotiv con cui si apre anche la ripresa. Vucinic, autentico funambolo, ne è oggi il protagonista principe e nel giro del primo quarto d’ora a Marassi si vede di tutto. I minuti per la precisione sono 8 – dal 52 al 60 – quando nell’ordine la Juventus colleziona e fallisce: un occasione con Matri ben pescato in area da Pepe; un colpo di testa di Vucinic terminato sulla traversa dopo un corner di Pirlo; un palo, ancora di Vucinic, che da centro area colpisce di testa indisturbato ma trova la base del palo e, come già accennato, un palo di Pepe da “zero metri” che alla fine risulterà decisivo. Il Genoa fa decisamente più fatica ad uscire rispetto al primo tempo ma la pressione della Juventus, così come la lucidità e le forze, vanno scemando di pari passo con i minuti del cronometro. Normale quindi che anche gli uomini di Marino, a 20 minuti dalla fine, abbiano la loro occasione con una mischia che Kaladze rischia di risolvere con un sinistro ben respinto dall’ottimo Buffon.

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GOL ANNULLATO E SILENZIO STAMPA – Il finale di gara non porta più le grandi occasioni arrivate in avvio ma c’è ancora tempo per una polemica. Pepe, lanciato tanto per cambiare da Pirlo, trova questa volta il gol sottoporta in una situazione identica al palo colpito precedentemente. Conte esulta in tribuna ma il guardalinee alza la bandierina. Il fuorigioco a velocità reale sembra netto ma il replay lascia più di qualche dubbio. La Juventus a fine partita dichiara il silenzio stampa.

ELIA, OGGETTO MISTERIOSO - Gli ingressi finali di Elia, Del Piero e Borriello non portano i risultati sperati infatti. L’esterno olandese in 15 minuti spiega con il suo football il perché Conte l’abbia schierato in stagione per un totale di 50 minuti: dalla panchina gli urlano di stare largo… lui si butta a centro area per fare la terza punta. Il Genoa così non rischia più, porta via un punto e lascia spazio solo alle polemiche. Per quelle, si sa, di tempo ce n’è sempre a sufficienza.

Simone Eterno - Eurosport

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