Socrates 8231 Joined: 04-Apr-2006 132466 messaggi Inviato June 19, 2011 (modificato) . Modificato March 30, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8231 Joined: 04-Apr-2006 132466 messaggi Inviato August 29, 2011 (modificato) . Modificato March 30, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8231 Joined: 04-Apr-2006 132466 messaggi Inviato March 30, 2022 LUIGI SIMONI https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Simoni Nazione: Italia Luogo di nascita: Crevalcore (Bologna) Data di nascita: 22.01.1939 Luogo di morte: Pisa Data di morte: 22.05.2020 Ruolo: Centrocampista Altezza: - Peso: -Soprannome: Gigi Alla Juventus dal 1967 al 1968 Esordio: 10.09.1967 - Coppa Italia - Juventus-Varese 0-0 Ultima partita: 17.03.1968 - Serie A - Fiorentina-Juventus 2-0 14 presenze - 0 reti Luigi Simoni, detto Gigi (Crevalcore, 22 gennaio 1939 – Pisa, 22 maggio 2020), è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, di ruolo centrocampista. Da calciatore ha vinto la Coppa Italia 1961-1962 con il Napoli e il campionato di Serie B 1972-1973 con il Genoa. Come allenatore è ricordato in particolar modo per i risultati conseguiti alla guida dell'Inter nella stagione 1997-1998, in cui concluse il campionato al secondo posto e vinse la Coppa UEFA, e per le 8 promozioni ottenute in carriera (un risultato superato in Italia dal solo Osvaldo Jaconi😞 7 in Serie A con Genoa (1975-1976 e 1980-1981), Brescia (1979-1980), Pisa (1984-1985 e 1986-1987), Cremonese (1992-1993) e Ancona (2002-2003), e una in Serie C1 con la Carrarese (1991-1992). Con la Cremonese ha inoltre vinto la Coppa Anglo-Italiana 1992-1993. Nel 2003, in occasione del centenario della Cremonese, è stato nominato "allenatore del secolo" dei grigiorossi, mentre nel 2013 è stato inserito dal Genoa nella propria Hall of fame. Nel 2022 è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano. Luigi Simoni Simoni al Torino a metà anni 60 Nazionalità Italia Calcio Ruolo Allenatore (ex centrocampista) Termine carriera 1974 - giocatore 2012 - allenatore Carriera Giovanili 1955-1959 Fiorentina Squadre di club 1959-1961 Ozo Mantova 47 (10) 1961-1962 → Napoli 11 (1) 1962-1964 Mantova 48 (8) 1964-1967 Torino 81 (18) 1967-1968 Juventus 14 (0) 1968-1971 Brescia 100 (12) 1971-1974 Genoa 88 (13) Carriera da allenatore 1975-1978 Genoa 1978-1980 Brescia 1980-1984 Genoa 1984-1985 Pisa 1985-1986 Lazio 1986-1987 Pisa 1987-1988 Genoa 1988-1989 Empoli 1989 Cosenza 1991-1992 Carrarese 1992-1996 Cremonese 1996-1997 Napoli 1997-1998 Inter 1999-2000 Piacenza 2000 Torino 2001-2002 CSKA Sofia 2002-2003 Ancona 2003-2004 Napoli 2004-2005 Siena 2005-2006 Lucchese 2009 Gubbio DT 2011-2012 Gubbio Biografia Sposato con Leda, prima moglie dalla quale era separato, aveva quattro figli, Fiamma, Maria Saide, Cecilia e Adriano, morto a 33 anni il 25 ottobre 1999 all'Ospedale Maggiore di Bologna per le conseguenze di un incidente stradale. Residente a Pisa fin dagli anni 80, il 22 giugno 2019 accusa un malore nella sua abitazione di San Piero a Grado, venendo ricoverato d'urgenza in terapia intensiva al Policlinico di Pisa. La seconda moglie Monica Fontani, da cui ha avuto l'ultimo figlio Leonardo, ha successivamente rivelato che l'ex allenatore era stato colpito da ictus. Muore il 22 maggio 2020 all'Ospedale Cisanello di Pisa, per un peggioramento delle sue condizioni di salute, all'età di 81 anni. Caratteristiche tecniche Giocatore Ricopriva il ruolo di mezzala. Allenatore Difensivamente, durante la sua esperienza all'Inter, utilizzò la marcatura a uomo e ripristinò la figura del libero, assente nella precedente gestione di Roy Hodgson. Carriera Giocatore Simoni al Genoa nel 1973 Ha fatto parte del Mantova di Edmondo Fabbri, promosso in Serie A; nel 1961 si trasferisce in prestito al Napoli, in Serie B, ottenendo la promozione e la vittoria in Coppa Italia. Tornato in pianta stabile a Mantova, con i virgiliani ha debuttato nella massima serie, il 7 ottobre 1962 contro il Lanerossi Vicenza. Disputa due campionati di Serie A, prima di trasferirsi al Torino, nel 1964, dove forma con Luigi Meroni la coppia di ali titolari, realizzando 10 reti, record personale. Rimane in granata per tre stagioni, prima di passare nell'estate 1967 ai concittadini della Juventus quale parziale risarcimento per la trattativa-Meroni, sfumata a causa delle forti proteste della piazza granata: tuttavia in bianconero non trova spazio, disputando 11 partite di campionato. A fine stagione accetta quindi il trasferimento in Serie B, al Brescia, con cui ottiene la promozione in Serie A. Chiude la carriera nel 1974, a 35 anni, dopo un triennio al Genoa, dove trova la quarta promozione personale nella massima serie, nel campionato 1972-1973. Ha disputato complessivamente 368 partite da professionista (62 reti), di cui 187 in Serie A, con 32 reti. Fu convocato per tre raduni della nazionale dal CT Edmondo Fabbri, rimanendo coinvolto in un curioso episodio: nell'amichevole contro l'Ungheria del 27 giugno 1965 prestò la propria maglia, la numero 16, al debuttante Gigi Riva, chiamato a sostituire dopo pochi minuti l'infortunato Ezio Pascutti; ciò indusse ripetutamente in errore il telecronista Nicolò Carosio, convinto che sul terreno di gioco fosse entrato Simoni. Allenatore Genoa, Brescia e ritorno al Genoa Simoni (in alto), passato a sedersi sulla panchina genoana, viene portato in trionfo dopo la promozione in Serie A al termine del campionato 1980-81 Inizia la carriera da allenatore subentrando a Guido Vincenzi sulla panchina del Genoa, in Serie B, nel corso della stagione 1974-1975. In quattro anni alla guida del Grifone ottiene il settimo posto all'esordio in Serie B, il primo posto nel campionato cadetto, la promozione in Serie A nel 1975-1976 e l'undicesimo posto alla prima stagione di Serie A, poi subisce la retrocessione in Serie B nel 1977-1978, dopo aver chiuso il campionato di Serie A al quattordicesimo posto. Lasciata Genova, allena per due anni il Brescia, portandolo nella massima serie nel 1979-1980, dopo che l'anno prima aveva raggiunto l'ottava posizione in cadetteria, per poi tornare ad allenare il Grifone in Serie A nel 1980-1981, annata in cui centra la salvezza nei due anni successivi (con un undicesimo e un dodicesimo posto). Retrocede ancora alla fine del campionato di Serie A 1983-1984. Esperienze in B, C1 e C2 Dal 1984 al 1990 non si lega a una società per più di una stagione, e sempre nelle serie inferiori; allena il Pisa portandolo in Serie A, successivamente si trasferisce a Roma, sponda Lazio, poi ancora al Pisa, ancora al Genoa, e poi Empoli e Cosenza, sempre in serie cadetta; ottiene due promozioni con il Pisa (con relativo campionato vinto) e patisce tre esoneri, con Genoa, Empoli e Cosenza (i primi della carriera). Nel 1990 riparte dalla Serie C1, subentrando alla guida della Carrarese; nella prima stagione non riesce a evitare la retrocessione, mentre nella successiva ottiene la promozione. Cremonese e breve esperienza a Napoli Simoni (a sinistra) sulla panchina della Cremonese nella stagione 1992-93 con il presidente grigiorosso Domenico Luzzara Nel 1992 viene nominato allenatore della Cremonese, che guida per quattro anni, ottenendo una promozione in Serie A e due salvezze in massima divisione e subendo la retrocessione in B nel 1995-1996. Con la Cremonese, nel 1993, vince la Coppa Anglo-Italiana 1992-1993: i grigiorossi battono a Wembley in finale il Derby County con il risultato di 3-1. Nel 1996 viene nominato allenatore del Napoli. Con la formazione partenopea è autore di un ottimo girone di andata in campionato, stazionando al secondo posto fino alla sosta natalizia, alle spalle della Juventus; è invece negativa la tornata di ritorno, finché il 22 aprile 1997, non vincendo più da dieci turni, e con il tecnico già accordatosi con l'Inter per la stagione seguente, il presidente Corrado Ferlaino lo esonera. Lascia la squadra al sest'ultimo posto e in finale di Coppa Italia, venendo sostituito da Vincenzo Montefusco. Inter Nel luglio successivo, come da accordi precedenti, approda sulla panchina dell'Inter. Grazie anche ai gol del nuovo acquisto Ronaldo, la formazione milanese contende il primato alla Juventus in campionato: il duello culmina nello scontro diretto di Torino del 26 aprile 1998, vinto dai bianconeri tra le polemiche di parte interista; in particolare lo stesso Simoni viene espulso per essere entrato nel terreno di gioco e avere ingiuriato l'arbitro Piero Ceccarini, accusato di non avere accordato un calcio di rigore per un contatto in area tra Mark Iuliano e Ronaldo. Concluso il torneo al secondo posto, i nerazzurri si rifanno in Europa vincendo la Coppa UEFA, grazie al successo per 3-0 nella finale del Parco dei Principi di Parigi sui connazionali della Lazio. Simoni (a destra) e Ronaldo all'Inter nell'estate 1997 La stagione successiva, nonostante l'arrivo di Roberto Baggio, vede una squadra in difficoltà di gioco e risultati. A fine novembre, malgrado una ripresa, il tecnico viene esonerato dal presidente Massimo Moratti; pur dichiarandosi amareggiato dalla decisione, Simoni affermò di non serbare rancore verso il patron nerazzurro. Piacenza e Torino Il 1º giugno 1999 diventa allenatore del Piacenza. L'11 gennaio 2000, dopo aver totalizzato 11 punti in 16 partite e con la squadra al penultimo posto in Serie A, viene esonerato. Il 2 giugno è nominato allenatore del Torino, in Serie B. Il 31 ottobre, dopo appena otto partite (2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte), viene sollevato dall'incarico e sostituito da Giancarlo Camolese. CSKA Sofia Il 10 dicembre 2001 viene nominato allenatore del CSKA Sofia. In Bulgaria ottiene il terzo posto in campionato e perde la finale della Coppa di Bulgaria per 3-1 contro il Levski Sofia. Il 31 maggio 2002 si dimette. Ancona e Napoli Il 4 luglio, dopo aver risolto consensualmente il contratto che lo legava alla squadra bulgara, firma con l'Ancona. Nel 2002-2003 guida i suoi al quarto posto, ottenendo la promozione in Serie A, e in Coppa Italia viene eliminato agli ottavi di finale dal Milan. Il 22 giugno 2003 viene esonerato. Il 10 novembre ritorna al Napoli, in sostituzione dell'esonerato Andrea Agostinelli. Con i partenopei in Serie B si classifica al tredicesimo posto con 36 punti, ottenendo la salvezza, poi revocata per il fallimento della società con conseguente retrocessione in Serie C1. Siena e Lucchese Il 13 giugno 2004 viene ufficializzata la sua nomina come allenatore del Siena, in Serie A. Il 10 gennaio 2005, dopo appena aver raccolto 3 vittorie, 7 pareggi, 8 sconfitte in 18 giornate, viene esonerato. L'11 ottobre 2005 il presidente Hadj lo nomina allenatore della Lucchese, in Serie C1, in sostituzione dell'esonerato Paolo Indiani. Quattro giorni dopo esordisce con un pareggio 1 a 1 contro il Chieti. In campionato si piazza al settimo posto con 49 punti, con un bilancio di 11 vittorie, 8 pareggi, 8 sconfitte in 27 partite, e giunge ai quarti di finale, venendo eliminato dalla Sanremese, nella Coppa Italia Serie C. Gubbio Il 25 febbraio 2009 assume la guida del Gubbio, in Lega Pro Seconda Divisione, in veste di direttore tecnico, affiancato dall'allenatore Riccardo Tumiatti. Il 5 aprile siede sulla panchina umbra affiancando il giovane Tumiatti per le partite dei play-off, cercando di essere più vicino alla squadra, dato che prima di allora aveva sempre seguito le gare dalla tribuna. Il 18 ottobre 2012, all'età di 72 anni, viene richiamato in panchina per sostituire l'esonerato Fabio Pecchia alla guida della formazione rossoblù. Sei giorni dopo, alla partita d'esordio, batte per 1-0 in casa il Torino capolista, interrompendo così la striscia positiva di 10 risultati utili consecutivi dei granata. Il 29 ottobre la presidenza comunica che il tecnico rimarrà alla guida del club fino al termine della stagione. Il 20 marzo 2012, dopo la 31ª giornata, torna a ricoprire il ruolo di direttore tecnico, lasciando la carica di allenatore al proprio vice Marco Alessandrini. In 21 partite alla guida degli eugubini ha ottenuto 20 punti, con 5 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte. Dirigente Lucchese Il 7 giugno 2006 lascia la guida della Lucchese a colui che è stato suo vice in panchina, ovvero Fulvio Pea, andando a ricoprire il ruolo di direttore tecnico del club rossonero. Il 2 febbraio 2007, dopo l'esonero di Pea, decide anche lui di dimettersi dall'incarico dirigenziale. Gubbio Il 29 maggio 2009, dopo la parentesi di campo insieme all'allenatore Riccardo Tumiatti, rinnova il contratto con il Gubbio e decide di ricoprire unicamente il ruolo di direttore tecnico. Con Vincenzo Torrente come allenatore e sotto la sua direzione tecnica, il Gubbio guadagna due promozioni di fila, dalla Lega Pro Seconda Divisione alla Serie B, guadagnandosi la conferma per un'ulteriore stagione. Il 27 maggio 2012 conclude il proprio rapporto professionale con il club umbro. Cremonese Il 28 gennaio 2013 entra ufficialmente nei quadri dirigenziali della Cremonese come direttore tecnico. Il 17 giugno 2014 viene nominato presidente della società grigiorossa al posto di Maurizio Calcinoni. Il 23 giugno 2015 il consiglio di amministrazione del club lo riconferma insieme al direttore sportivo Stefano Giammarioli. Il 2 giugno 2016 termina il suo mandato di presidente, venendo succeduto da Michelangelo Rampulla. Palmarès Giocatore Coppa Italia: 1 - Napoli: 1961-1962 Campionato italiano di Serie B: 1 - Genoa: 1972-1973 Allenatore Club Competizioni nazionali Campionato italiano di Serie B: 3 - Genoa: 1975-1976 - Pisa: 1984-1985, 1986-1987 Competizioni internazionali Coppa Anglo-Italiana: 1 - Cremonese: 1992-1993 Coppa UEFA: 1 - Inter: 1997-1998 Individuale L'allenatore dei sogni: 1 - 1994 Trofeo Maestrelli: 1 - 1997 Panchina d'oro: 1 - 1997-1998 Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria Riconoscimenti alla memoria - 2021 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8231 Joined: 04-Apr-2006 132466 messaggi Inviato March 30, 2022 LUIGI SIMONI Ciuffetto, corto, dall’aria un po’ sbarazzina – scrive Beppe Barletti, su “Hurrà Juventus” dell’agosto 1967 –. Viso asciutto, occhi scuri sempre limpidi e ridenti. Un bel viso simpatico da ragazzo per bene. Sobrio e quieto nel parlare. Appropriato il dire, con ogni parola al posto giusto. Senza enfasi ma nutrite, ricche, le sue frasi. Di uno che con la lingua italiana ci sa fare senza intoppi. Gigi Simoni, ventotto anni, cinque di Serie A, tre nel Torino. Tre figli, belli e vispi, una moglie che lo adora e lo capisce. Niente «pazzie» nel suo modo di agire. Qualche svago (legittimo) un po’ di buona lettura. È passato dai granata ai bianconeri senza rumore, quasi in punta di piedi. In un modo che rispecchia esattamente la sua natura elegante e un po’ schiva. I tifosi non hanno fatto sommosse, per lui. Era l’altro «Gigi» quello che volevano rimanesse ancora al Torino. Del «discreto» Simoni, passato ai rivali, si dispiaceranno solo gli intenditori di palato fino, quelli che badano alla sostanza più che alla forma. Se «paron» Rocco fosse rimasto alla guida del Torino, forse Simoni non avrebbe avuto via libera. Mister Nereo, pur prediligendo gli uomini forzuti fin dal tempo del suo Padova d’assalto, ha sempre tenuto in considerazione somma le «grosse teste», i calciatori cioè che sanno anticipare con il ragionamento l’azione che segue. Il mio «pezzo» comunque, non vuole gettare al vento nuvole polemiche. Meroni era uno degli obiettivi della Juventus. La squadra campione d’Italia avrebbe tratto dal vispo «inventore» di Como i presupposti per variare in Coppa dei Campioni i suoi temi di attacco. Ed era dato per scontato che a Heriberto Herrera sarebbe toccato del lavoro supplementare per comporre il dissidio inevitabile tra la disciplina ferrea, (in campo e fuori) che gli è cara, e l’abilità ispirata del «genietto» Meroni. Con l’arrivo di Gigi Simoni, Heriberto si troverà invece in mano una pedina che gli potrà fare più gioco del previsto. Simoni è maturo come uomo e come atleta. La famiglia occupa nel suo mondo il primo posto. Subito dopo c’è la sua carriera professionale. E il passaggio alla Juve campione viene a incidere in notevole misura sul suo futuro. Non ama parlare troppo, Gigi Simoni. Almeno non di calcio. Una sera, qualche mese fa, eravamo insieme a cena. Noi due soli, con poca gente in sala. Avevamo come programma una visita al Salone dell’Automobile. Gigi è un fine estimatore di macchine. Per tutta la durata del pranzo, e il campionato era ben vivo, non parlammo che di vetture. Da competizione e da turismo, italiane e straniere. Il suo discorso era garbato e competente. Di rado si concedeva la «sparata». Preferiva puntare sul sicuro, su quello che conosceva. Quando il discorso cadde sul «mostro» di Lamborghini, la fantastica «Miura», Gigi Simoni ebbe una frase davvero indovinata: «Un incanto, senza dubbio. Ma non posso parlarne. Non ho la competenza necessaria per discuterne il rendimento, né i soldi sufficienti per possederla». Era saltata fuori un’altra volta quella sua indole straordinariamente pacata e precisa, con un filo di astuzia campagnola nei risvolti del pensiero. Ecco, Luigi Simoni, è il classico tipo che fa simpatia. Ti accorgi che la sua compagnia, discreta e signorile, si porta sempre appresso una lieve vena di scanzonatura. In squadra, quest’anno, i compagni si troveranno accanto, in allenamento, in «ritiro» o in partita, un ragazzo giovane di anni e ricco di esperienza. Un uomo responsabile e capace, un atleta serio e intelligente. Tre anni di maglia granata, di situazioni non sempre facili, lo hanno temprato a dovere. Il «provinciale» Simoni si è trasformato. Ha preso il tono giusto della città senza dimenticare quel preziosissimo bagaglio che gli viene dalla nascita. Non creerà problemi nuovi per «don» Heriberto. Questo è certo. Del trainer juventino, lo scorso anno, Simoni parlava volentieri. Tutte le volte che il nostro discorso cadeva sui sistemi di preparazione del paraguayano, Simoni si mostrava interessato al massimo. Le sue domande non erano fatte solo per curiosità. C’era in lui un desiderio forse inconsapevole di capire quello che accadeva sotto la regia sferzante di HH2. E ogni volta il suo commento era identico: «Se qualcuno alla Juventus protesta per la durezza della disciplina di Heriberto, dovrebbe ricordarsi che grazie ai “giri di vite” del suo allenatore il proprio valore sul mercato sta aumentando». Era il «solito» bernoccolo di Simoni che sbucava all’improvviso. Quello del parlare serio e ragionato. Un pregio che l’ex ala granata svilupperà a suo favore nel nuovo ambiente. In casa Juventus da tre anni si marcia con assoluta dirittura: di intenti, di realizzazioni, di programma. Lo scudetto da onorare e la Coppa dei Campioni sono impegni gravosissimi per chiunque, l’Inter insegna. Per l’emiliano Luigi Simoni è in arrivo una stagione calda, ricca di imprevisti. Ma non temiamo per lui. È in grado di cavarsela a meraviglia. 〰.〰.〰 Nato a Crevalcore, in provincia di Bologna, il 22 gennaio del ’39 si trova, suo malgrado, al centro di un intrigo di mercato. La Juventus vorrebbe Meroni, ma la forte protesta dei tifosi del Toro, spinge l’avvocato Agnelli a rinunciare al beat granata e a ripiegare su Simoni, altro granata e sempre Gigi di nome. Simoni è lineare e pulito, piacevole, ma di poca incisività. Rimane alla Juventus solamente nella stagione 1967-68, collezionando 13 presenze (11 in campionato e 2 in Coppa Campioni). Nell’estate del 1968 viene ceduto al Brescia. Dopo aver giocato anche nel Genoa, intraprenderà la carriera di allenatore. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/03/luigi-simoni_27.html Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti