Socrates 8390 Joined: 04-Apr-2006 133650 messaggi Inviato June 18, 2011 (modificato) Modificato November 10, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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Socrates 8390 Joined: 04-Apr-2006 133650 messaggi Inviato September 15, 2011 (modificato) Modificato November 10, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8390 Joined: 04-Apr-2006 133650 messaggi Inviato April 20, 2022 (modificato) CARLO OSTI https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Osti Nazione: Italia Luogo di nascita: Vittorio Veneto (Treviso) Data di nascita: 20.01.1958Ruolo: Difensore Altezza: 181 cm Peso: 78 kg Nazionale italiano Under-21Soprannome: - Alla Juventus dal 1980 al 1982 Esordio: 31.08.1980 - Coppa Italia - Brescia-Juventus 0-1 Ultima partita: 05.09.1982 - Coppa Italia - Padova-Juventus 1-1 24 presenze - 0 reti 2 scudetti Carlo Osti (Vittorio Veneto, 20 gennaio 1958) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, responsabile dell'area tecnica della Sampdoria. Carlo Osti Osti all'Atalanta a metà degli anni 80 Nazionalità Italia Altezza 181 cm Peso 78 kg Calcio Ruolo Difensore Termine carriera 1991 Carriera Giovanili 19??-19?? Conegliano Squadre di club 1973-1976 Conegliano 54 (5) 1976-1978 Udinese 15 (0) 1978-1979 Atalanta 22 (0) 1979-1980 Udinese 24 (0) 1980-1982 Juventus 24 (0) 1982-1984 Avellino 52 (1) 1984-1988 Atalanta 72 (1) 1988-1990 Piacenza 53 (0) 1990-1991 Virescit Bergamo 27 (0) Nazionale 1979-1980 Italia U-21 6 (0) 1979-1980 Italia Olimpica 6 (0) Caratteristiche tecniche Impiegato come terzino o stopper, era un difensore veloce e abile nella marcatura a uomo; si distingueva talvolta per il gioco duro sugli attaccanti. Carriera Giocatore Club Cresciuto nel Conegliano, dopo un'iniziale gavetta in Serie C nell'Udinese si trasferisce in compartecipazione all'Atalanta di Titta Rota, con cui debutta in Serie A nel campionato 1978-1979. A fine stagione la Juventus rileva la quota atalantina del cartellino, lasciando Osti per una stagione all'Udinese, nel frattempo promossa nella massima serie e allenata da Corrado Orrico. Con i friulani disputa una stagione ad alto livello e nel 1980 si trasferisce definitivamente a Torino: impiegato insieme a Massimo Storgato come rincalzo per la difesa, incontra diverse difficoltà di ambientamento, e disputa due campionati come riserva alle spalle di Claudio Gentile, Sergio Brio e Antonello Cuccureddu, per un totale di 12 presenze con le quali si laurea per due volte Campione d'Italia (1980-1981 e 1981-1982). Nell'ottobre 1982 viene ceduto in comproprietà all'Avellino, in cambio dell'opzione per il trasferimento alla Juventus di Stefano Tacconi e Beniamino Vignola. In Irpinia ritrova il posto da titolare, disputando due stagioni culminate con altrettante salvezze nella massima serie. Nel 1984-1985 fa ritorno all'Atalanta, neopromossa in Serie A, rimanendovi per quattro stagioni: titolare nelle prime due, perde progressivamente il posto nelle annate successive, l'ultima delle quali in Serie B. Al termine di questa stagione rimane senza contratto, pur vincolato all'Atalanta, e nell'autunno 1988 si trasferisce al Piacenza, sempre tra i cadetti, come parziale contropartita per il passaggio di Armando Madonna ai nerazzurri; non evita la retrocessione in Serie C1, e viene riconfermato anche per il successivo campionato, con i gradi di capitano. Chiude la carriera in Serie C2, con la Virescit Bergamo. Nazionale Ha fatto parte della Nazionale Under-21, con cui ha partecipato all'Europeo 1980; con gli Azzurrini ha disputato 6 partite. Nello stesso periodo ha fatto parte anche della Nazionale Olimpica, con cui ha totalizzato 6 presenze nelle qualificazioni in vista dei Giochi Olimpici del 1980. Dirigente Tra il 1993 e il 1995 fa ritorno al Piacenza, con l'incarico di responsabile del settore giovanile. Successivamente diventa direttore sportivo della Triestina per una stagione, e quindi dal 1996 al 1999 è alla Ternana, dove acquista tra gli altri Fabrizio Miccoli dal Casarano, e ottiene una doppia promozione dalla Serie C2 alla Serie B. Nel 1999 torna nel Bergamasco, come direttore generale dell'Alzano Virescit neopromosso in Serie B, e vi rimane per due stagioni. Nel 2001 viene assunto dal Treviso, dove rimane fino al 2005 contribuendo alla prima promozione in Serie A dei veneti; viene quindi ingaggiato per un anno dalla Lazio. Dal maggio 2006 ricopre il ruolo di direttore sportivo dell'Atalanta, restando in carica fino alla fine della stagione 2009-2010, terminata con la retrocessione degli orobici. Il 7 giugno 2011 viene assunto dal Lecce, sempre con compiti di direttore sportivo. Nel dicembre 2012 viene chiamato dalla Sampdoria per sostituire il direttore sportivo Pasquale Sensibile, dimessosi dall'incarico. A fine stagione rinnova il contratto fino al 2015. Il 1º dicembre 2014 rinnova il proprio contratto con la Sampdoria fino a giugno 2018. Nel giugno del 2018 Osti rinnova per due anni insieme a Massimo Ienca. Il 1° ottobre 2021 viene sospeso in via cautelare a causa del venire meno dei presupposti per la prosecuzione del rapporto di lavoro. Il 14 gennaio 2022, chiarite e superate le divergenze che avevano caratterizzato il periodo di sospensione, torna a ricoprire la carica di responsabile delle aree tecniche: avrà la supervisione su prima squadra, settore giovanile e squadra femminile e fungerà da uomo di raccordo tra società, squadra e allenatore. Palmarès Club Competizioni nazionali Campionato italiano: 2 - Juventus: 1980-1981, 1981-1982 Serie C: 1 - Udinese: 1977-1978 Coppa Italia Semiprofessionisti: 1 - Udinese: 1977-1978 Competizioni internazionali Coppa Anglo-Italiana: 1 - Udinese: 1978 Coppa Mitropa: 1 - Udinese: 1979-1980 Modificato November 10, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8390 Joined: 04-Apr-2006 133650 messaggi Inviato April 20, 2022 (modificato) CARLO OSTI GIANNI GIACONE, “HURRÀ JUVENTUS” DEL GENNAIO 1981 Che effetto fa giocare, stopper o terzino è lo stesso, nella squadra che più di ogni altra ha esaltato i titolari di queste maglie, elevandoli all’azzurro? Che significa, per il talento giovane, raccogliere alla Juve eredità pesanti, di un Morini o di un Cuccureddu, di uno Spinosi o di un Bercellino? Son domande difficili, che avremmo voluto fare pari pari a Carlo Osti da Vittorio Veneto, e che invece non abbiamo fatto. Per evitare risposte retoriche, per non arrivare alla banalità con un personaggio che di banale non ha proprio nulla. L’intervista a questo ragazzo di talento, che ha già trovato posto e simpatie in maglia bianconera pur dicendo a destra e a manca che non ha nessunissima fretta di «sfondare», passa attraverso interrogativi più modesti, più legati al quotidiano, e forse per questo meno convenzionali. Andiamo qui alla scoperta di uno juventino dai tratti antichi, eppur modernissimo, prototipo in sé di questa nuova maniera di esser calciatori che può piacere o non piacere, che a noi personalmente piace parecchio, e che comunque significa, umanamente, evoluzione della specie, della categoria. Osti, nel linguaggio e nelle abitudini fuori del campo, magari ricorderà pochissimo i colleghi di vent’anni fa, magari avrà poco o nulla da spartire con i rodomonte, epperò finirà, ne siamo quasi certi, per ripercorrerne la strada, per arrivare agli stessi, grandiosi risultati. Tutte le strade portano al successo, e ogni epoca ha la sua strada. – All’Atalanta ti sei affermato come, difensore eclettico e irriducibile; all’Udinese hai confermato quanto di buono avevi lasciato intravedere a Bergamo. In entrambi i casi, hai avuto moltissime opportunità di metterti in evidenza. Alla Juve trovi una situazione obbiettivamente diversa. Ti spaventa l’idea di dover dimostrare il tuo valore in spezzoni di partita, oppure in partite magari isolate? «Non mi crea particolari problemi. Giocare sempre aiuta moltissimo, ma arrivando alla Juve sapevo benissimo che non avrei potuto pretendere la luna. Perciò, sono contento così, e non mi pongo traguardi particolari. Del resto, sono convinto che una squadra come la Juve, prima o poi, ha bisogno di tutti i componenti del suo organico. Per quanto mi riguarda, certe opportunità le ho già avute, senza nemmeno dover aspettare troppo». – Tutti i concorrenti ai posti di marcatore, nella Juve, sono nazionali o quasi. Una bella lotta, no? «Bella e stimolante. Gentile, Cabrini e Cuccureddu sono degli autentici campioni, e anche a vederli dalla panchina ho tutto da guadagnare». – Molti addetti ai lavori, pur apprezzando il tuo rendimento, criticano il tuo modo di giocare, il tuo stile. Dicono che sei un «duro», un cattivo… «Credo che queste persone confondano la cattiveria con l’esuberanza. Il confine tra i due concetti, del resto, non è facilmente individuabile. Si può, si deve, a mio avviso, essere esuberanti, decisi, quando si gioca sull’uomo. Il difensore moderno, secondo me, anche se dispone di doti tecniche rilevanti, deve soprattutto avere grinta e anticipo, deve stare sull’avversario e non mollarlo mai. Quando poi ci sono le finezze, tanto di guadagnato, ma sono un di più». – Il fatto che Azelio Vicini abbia coniato per te un paragone niente meno che con Burgnich ti ha creato dei problemi, o ti ha semplicemente fatto piacere? «Essere avvicinato a quel grande campione che è stato Burgnich, tra l’altro l’idolo della mia infanzia, mi ha fatto estremamente piacere. Anche se credo che il signor Vicini abbia un po’, come dire, anticipato i tempi. Spero che sia stato un buon profeta, ma ritengo, in tutta onestà, di dover ancora dimostrare quanto valgo, e che certi paragoni siano prematuri». – Tu sei un calciatore-studente. I tuoi hobby risentono in modo particolare di questo fatto, o sono gli stessi dei tuoi colleghi bianconeri? «Confesso che non conosco ancora abbastanza a fondo i miei compagni di squadra per sapere quali sono i loro hobby. Posso dirti che i miei sono assolutamente normali. A parte lo studio, leggo abbastanza e vado al cinema. A Udine, certo, la mia vita fuori del campo era molto diversa. Vivevo praticamente a casa, con gli amici, frequentavo il solito bar e via dicendo. A Torino mi sto ambientando, e trovo vantaggi e svantaggi. I secondi, per fortuna, sono pochi. Tra i vantaggi, direi che qui sono in una città che offre, culturalmente, parecchie opportunità, e le sto valutando con attenzione. Tornando alla domanda sugli hobby, mi piace viaggiare e conoscere gente nuova: col lavoro che faccio, mi definisco senz’altro, in tal senso, un privilegiato». – Qual è la tua opinione sugli stranieri? Servono, sono indispensabili, sono superflui? «Servono, in generale. Sono indispensabili, se sono dei campioni. Il nostro Brady lo è senz’altro, e credo quindi che per la Juve l’arrivo dello straniero sia stato un grosso vantaggio. Liam, oltretutto, è un ragazzo d’oro, simpaticissimo. Si è inserito subito tra di noi, non solo tecnicamente, ma anche e soprattutto sul piano umano». – Qual’è stato, sino a oggi, il tuo maggiore rimpianto? «Il non aver potuto partecipare, con la nazionale Olimpica, alla spedizione a Mosca. Un rimpianto, comunque, relativo, perché se anche avessimo conquistato il posto a spese della Jugoslavia, io personalmente, in quanto militare, non avrei potuto andarci, per il noto veto». – Restiamo in argomento nazionale: come Under 21 sei fuori quota, come «moschettiere» hai davanti una nutrita concorrenza... «Proprio così. Ma non me ne faccio un grosso problema. Questo è un anno importante, nel calcio ogni anno, ogni mese, può essere decisivo. Certo che mi farebbe un immenso piacere entrare nel giro della Nazionale maggiore. Però, i Collovati e i Gentile sono fortissimi, e per il momento non credo proprio che ci sia bisogno di me». – Hai scelto Giurisprudenza: motivi familiari, visto che tuo padre è avvocato, o decisione autonoma? «Decisione autonoma, condizionata dalla mia carriera di calciatore e dagli studi che avevo concluso. Ho fatto il liceo classico, e giurisprudenza veniva a pennello anche perché non mi costringeva a frequentare le lezioni. Adesso sono iscritto al quarto anno, e non mi sono trovato male sin qui. Penso che mi laureerò, prima o poi». – Ritieni di restare nell’ambiente del calcio, dopo la fine della carriera, o pensi che sia troppo presto per una decisione del genere? «In proposito, ho le idee abbastanza chiare. No, non resterò nell’ambiente del calcio. Dopo anni passati a giocare, sono convinto che arrivi il momento in cui sei saturo, e cerchi altri ambienti, altri settori dove realizzarti. La laurea dovrebbe aiutarmi proprio in questo senso». – Le norme che regolano il calcio, in Italia, sono sorpassate: lo dicono coloro che sono chiamati ad applicarle, nell’ambito della giustizia sportiva, e quindi è un’opinione più che autorevole. Pensi che una trasformazione possa avvenire in tempi brevi? «Sono convinto di no, anche se determinati principi, come quello della responsabilità oggettiva della società per fatti compiuti dai propri giocatori o tifosi, mi sembrano abbastanza ingiusti. Credo, infatti, che su quei principi, che hanno retto per decenni questo sport, si basino rapporti e situazioni che potranno modificarsi solo lentamente e gradualmente. Sennò, si rischia il caos». – Hai un obiettivo specifico, per questa stagione? «Sì: a parte giocare il più possibile, vorrei che la Juve tornasse a vincere lo scudetto. Non sarà un desiderio granché originale, ma personalmente, ti assicuro, è sentitissimo». La chiacchierata si esaurisce qui, e non certo per mancanza di argomenti. Basterebbe rivedere l’Osti più recente, quello che gioca con grinta leonina contro l’Inter cancellando dal campo Muraro e propiziando il successo che significa tante cose e tante rinnovate ambizioni. Ci sarebbe un altro articolo da fare, solo per parlare di questa prestazione. Rimandiamo alla prossima occasione, convinti che non dovremo aspettare molto. 〰.〰.〰 Carlo vedrà esaudito il sogno di vincere lo scudetto (anzi, saranno ben due !), ma il campo lo vedrà in rare occasioni: in tutto 24 presenze (12 in campionato, 11 in Coppa Italia e una sul palcoscenico europeo). Lascia la Juventus, con destinazione Avellino, nell’ottobre del 1982. Poi, dopo un biennio in Irpinia, ritorna all’Atalanta. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/01/carlo-osti.html Modificato November 10, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti