Socrates 8691 Joined: 04-Apr-2006 135364 messaggi Inviato June 4, 2011 (modificato) . Modificato April 20, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8691 Joined: 04-Apr-2006 135364 messaggi Inviato April 20, 2022 MASSIMO STORGATO https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Storgato Nazione: Italia Luogo di nascita: Casale Monferrato (Alessandria) Data di nascita: 03.06.1961Ruolo: Difensore Altezza: 181 cm Peso: 78 kgSoprannome: - Alla Juventus dal 1980 al 1981 e dal 1982 al 1983 Esordio: 20.08.1980 - Coppa Italia - Udinese-Juventus 2-2 Ultima partita: 22.06.1983 - Coppa Italia - Juventus-Verona 3-0 17 presenze - 0 reti 1 scudetto 1 coppa Italia Allenatore della Juventus Allievi dal 2002 al 2007 1 Campionato Allievi Massimo Storgato (Casale Monferrato, 3 giugno 1961) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. Massimo Storgato Storgato alla Juventus nella stagione 1982-1983 Nazionalità Italia Altezza 181 cm Peso 78 kg Calcio Ruolo Allenatore (ex difensore) Termine carriera 1998 - giocatore Carriera Giovanili 1978-1979 Juventus Squadre di club 1979-1980 → Atalanta 18 (0) 1980-1981 Juventus 4 (0) 1981-1982 → Cesena 15 (0) 1982-1983 Juventus 13 (0) 1983-1984 Verona 26 (3) 1984-1985 Lazio 25 (0) 1985-1987 Udinese 55 (3) 1987-1988 Avellino 12 (0) 1988-1989 Udinese 43 (1) 1989-1991 Cosenza 42 (1) 1991-1992 Alessandria 18 (0) 1992-1993 Cosenza 0 (0) 1993-1996 Pro Vercelli 90 (8) 1996-1997 Ivrea ? (?) 1997-1998 Sangiustese ? (?) Carriera da allenatore 1996-1997 Ivrea 1997-1998 Sangiustese 1998-1999 Ivrea 1999-2001 Volpiano 2001-2002 Cuneo 2002-2003 Juventus Allievi reg. 2003-2007 Juventus Allievi naz. 2007-2008 Canavese 2009-2010 Pizzighettone 2010 Chieri 2012-2013 Modena Primavera 2013-2014 Padova Primavera Carriera Giocatore Stopper cresciuto nella Juventus con cui colleziona sette presenze, visse le prime esperienze da titolare in Serie B con l'Atalanta (dove giocò 18 partite di campionato e 2 di Coppa Italia come terzino destro, facendo il suo esordio con i nerazzurri nella partita di Coppa Italia del 2 settembre 1979 pareggiata per 0-0 sul campo della Sambenedettese) e in Serie A con Cesena e Verona. Storgato (a destra) all'Udinese nel 1989, in lotta per la palla con il padovano Simonini. Nel 1984 fu ingaggiato dalla Lazio, che però retrocesse al termine del campionato. Storgato vestì successivamente la maglia dell'Udinese per quattro stagioni consecutive (con l'eccezione di alcuni mesi all'Avellino durante il campionato 1987-1988), nel corso delle quali la squadra friulana dapprima retrocesse, e poi riottenne la promozione in Serie A al termine del campionato 1988-1989. Successivamente Storgato giocò per due stagioni nel Cosenza, in Serie B, per poi indossare le maglie di Alessandria e Pro Vercelli, con cui vinse lo Scudetto Dilettanti al termine del campionato 1993-1994, conclusosi con la promozione in Serie C2. Continuò per un altro biennio nel campionato di Eccellenza con l'Ivrea e la Sangiustese, ricoprendo il doppio ruolo di giocatore-allenatore. Allenatore Intraprese la carriera da tecnico tra Eccellenza e Serie D con Ivrea e Sangiustese, in questi due casi come giocatore-allenatore, e dal 1999 siedendo solo in panchina con Volpiano e Cuneo. Proseguì con la formazione Allievi della Juventus con la quale vinse uno scudetto di categoria nel 2006. Ha successivamente allenato la Canavese in Serie C2, e il Pizzighettone e il Chieri in Serie D. Nella stagione 2012-2013 allena la formazione Primavera del Modena. Il 15 luglio 2013 diventa il nuovo allenatore della formazione Primavera del Padova.Nel 2019 diventa capo-scouting del Torino. Palmarès Giocatore Competizioni nazionali Campionato italiano: 1 - Juventus: 1980-1981 Coppa Italia: 1 - Juventus: 1982-1983 Scudetto Dilettanti: 1 - Pro Vercelli: 1993-1994 Competizioni regionali Eccellenza: 1 - Ivrea: 1996-1997 (girone A piemontese-valdostano) Allenatore Competizioni giovanili Campionato Allievi Nazionali: 1 - Juventus: 2005-2006 Torneo Città di Arco: 1 - Juventus: 2007 Competizioni regionali Eccellenza: 1 - Ivrea: 1996-1997 (girone A piemontese-valdostano) Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8691 Joined: 04-Apr-2006 135364 messaggi Inviato April 20, 2022 MASSIMO STORGATO Negli anni Cinquanta il Veneto è ancora una regione d’emigranti e non di piccoli-grandi industriali. Di soldi ce ne sono pochi e le famiglie del padre (dieci fratelli) e della madre (cinque) di Storgato si stabiliscono a Casale Monferrato. Poi, quando arriva il posto alla Fiat, Mariano Storgato va a Torino con la moglie Apollonia e il figlio. Sono gli anni del boom, la Fiat mette il paese su quattro ruote e papà Mariano pone i blocchi di acciaio negli altoforni, dopo averli sollevati con la sua gru: «Tornava a casa che sembrava reduce da una sauna».Massimo va in bici con suo padre per i campi. Poi si fermano e via con i palleggi: «Per non giocare sempre da solo, mio padre mi portò all’oratorio di Don Orione alle Vallette».L’oratorio, anche per Storgato, non è solo un campo da calcio, ma anche un luogo di incontro. Massimo incrocia sua moglie Manuela: «Si facevano gli incontri e, d’estate, si andava in vacanza in montagna, a Salice d’Ulzio». Il primo amore. Anzi i primi amori. Perché la signora Manuela si abitua subito a dividere Massimo col calcio: «Mi sono sposato lo stesso giorno di Prandelli. L’indomani cominciava una tournée negli Stati Uniti. Dovevano venire anche le mogli e invece le lasciarono giù. Mia moglie me lo rinfaccia ancora».Storgato parte centravanti: «Segnavo otto, dieci goal a partita. Andai a fare un provino da Pedrale». Pedrale è una specie di istituzione. Riceve gli aspiranti bianconeri tutti i sabati al Combi: «Io ci andai con la maglia di Rivera. Ero milanista». Pedrale lo esamina e pronuncia il suo verdetto: «Torna il prossimo sabato». «Tornai per un mese e mezzo e alla fine mi presero. I miei genitori fecero tanti sacrifici. Ricordo ancora quando mio padre mi comprò le prime scarpe da calcio Magrini in una bottega di Corso Regina. C’erano ancora i tacchetti che si infilavano nel blocco di legno».È un’Italia che si può permettere qualcosa in più di quella precedente, però, intuisce sempre nel calcio la stessa possibilità di riscatto sociale: «Prendevo il dieci con mia madre e un panino per andare al campo. Stavamo ore e ore davanti ad un muro a fare tecnica con Martello Pedrale». Arrivano le prime soddisfazioni: «Vincemmo un torneo internazionale: Boniperti ci ricevette in sede e ci consegnò una medaglia: eravamo quelli del Mitico 61».Sacrifici, privazioni, soprattutto degli svaghi dei ragazzi («ma non sono mai stato un tipo da discoteca»), il diploma arenato al quarto anno dell’istituto per geometri. Storgato avanza in carriera, arretrando nel ruolo: da attaccante a terzino. Dopo un soggiorno a Bergamo, torna per esordire (con la maglia blu) in Serie A: Ascoli-Juventus 0-0, 19 ottobre 1980. Alla fine colleziona uno scudetto e tante lezioni di calcio: «Trap era pieno di vitalità. Stava tanto tempo con Brady a spiegargli come fare ginnastica e poi, nella partitella, gli si incollava addosso per prepararlo alle marcature».Un anno via, a Cesena, poi il ritorno alla Casa Madre, nella stagione 1982-83, quella della Coppa Italia e della Coppa Campioni perduta ad Atene con l’Amburgo: «Brio aveva la pubalgia ed io ero in pre-allarme. Trap mi fece allenare tutta la settimana per bloccare Hrubesch: avrò fatto diecimila colpi di testa. Poi mise Brio. Perse anche il derby per far giocare Brio. Ma allora un allenatore aveva molte remore a schierare un giovane». Vince anche il Mundialito, grazie anche a un suo goal, contro l’Inter: «Sono approdato in prima squadra proprio nel momento in cui la facevano da padroni diversi Campioni del Mondo, per cui non posso lamentarmi troppo per aver fatto tanta fatica a impormi: l’unico rammarico vero è quello di essere tornato nel periodo sbagliato. Sono, infatti, quasi certo che un paio di anni più tardi avrei avuto migliori possibilità di conquistarmi, in pianta stabile, il ruolo di primo rincalzo della difesa. In ogni caso, pur giocando poco, da quell’esperienza ho imparato davvero tantissimo».Sei anni di prestiti e una fregatura nel 1984: «Avevo fatto un anno straordinario a Verona da centrocampista avanzato. Bagnoli era speciale: non ho mai sentito un giocatore escluso parlare male di lui». Bagnoli lo vuole, ma le società litigano. Si va alle buste: per mille lire Storgato perde il secondo scudetto della sua vita. Comincia a peregrinare: Lazio, Avellino («esperienza traumatizzante: facemmo sei mesi di ritiro»), Cosenza, e in mezzo tanta Udinese. «All’inizio la speranza di rientrare alla Juventus non mi abbandonava mai, poi, a venticinque anni, mi sono messo il cuore in pace. Comunque quando sono stato definitivamente venduto ai friulani ho provato un profondo dispiacere: la favolosa esperienza quasi decennale con la squadra della mia città era purtroppo giunta all’epilogo. E, a quel punto, non mi restava che cercare di sviluppare la carriera nel migliore dei modi, pur lontano da Torino».Il torneo successivo scende di categoria con l’Alessandria, la nona squadra in dodici anni di professionismo: «A parte Torino, sicuramente a Verona e a Udine è dove sono stato meglio: lì si è apprezzati per come si gioca e non per come si cerca di apparire. Ed io, che di natura sono silenzioso e per nulla incline alla ribalta e alle interviste, ho trovato in quelle città davvero l’ambiente ideale».Nel 1992 a trentuno anni compiuti Storgato, anche per riavvicinarsi a casa, decide quasi per gioco di accettare l’offerta della Pro Vercelli, che cercava uomini d’esperienza per tornare tra i professionisti: «Dopo una stagione d’assestamento, nel 1993-94 abbiamo vinto il torneo e così mi sono ritrovato a disputare altre due stagioni in C. Poi, spinto dall’enorme passione per il calcio, ho deciso di continuare per un altro biennio nel campionato di Eccellenza con l’Ivrea prima e con la Sangiustese in seguito e, in entrambe le occasioni, le mie squadre si sono classificate al primo posto».Nel 1998, a trentasette anni e mezzo, la combattuta decisione di smettere: «Che ho preso soltanto perché il mestiere d’allenatore che avevo iniziato nel 1996 mi stava impegnando troppo». In quell’anno, infatti, la dirigenza bianconera, che non si era dimenticata di uno dei suoi figli migliori, gli affida una delle tante compagini del settore giovanile: «Lasciando da parte i luoghi comuni, devo confessare di sentirmi assai fiero di essermi nutrito per anni del vecchio stile Juventus, un mix di umiltà, spirito di sacrificio, dedizione, compostezza e correttezza di comportamento che permea tutto l’ambiente e che ti condiziona positivamente anche nella vita di tutti i giorni. E, giuro, non è poco: ve lo dice uno che, suo malgrado, con quella bellissima maglia ha fatto quasi da comparsa». https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/06/massimo-storgato.html Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti