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Socrates

Rubén Olivera

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L'ex Juve Ruben Olivera si ritira per problemi al cuore: Ho rischiato e mi  è andata bene

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Rubén_Olivera

 

 

Nazione: Uruguay Uruguay
Luogo di nascita: Montevideo
Data di nascita: 04.05.1983
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 184 cm
Peso: 79 kg
Nazionale Uruguaiano
Soprannome: El Pollo

 

 

Alla Juventus dal 2002 al 2006 e dal 2007 al 2008

Esordio: 13.11.2002 - Champions League - Dinamo Kiev-Juventus 1-2

Ultima partita: 26.09.2007 - Serie A - Juventus-Reggina 4-0

 

39 presenze - 4 reti

 

3 scudetti

2 supercoppe italiane

 

 

Rubén Ariel Olivera da Rosa (Montevideo, 4 maggio 1983) è un allenatore di calcio ed ex calciatore uruguaiano, di ruolo centrocampista.

 

È soprannominato El Pollo.

 

Rubén Olivera
Rubenolivera cropped.jpg
Olivera con la maglia del Lecce
     
Nazionalità Uruguay Uruguay
Altezza 184 cm
Peso 79 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex-centrocampista)
   
Termine carriera 10 gennaio 2021 - giocatore
Carriera
Giovanili
1999-2000   Danubio
2003   Juventus
Squadre di club
2000-2002   Danubio 50 (21)
2002-2004   Juventus 8 (0)
2004    Atlético Madrid 2 (0)
2004-2006   Juventus 30 (4)
2006-2007    Sampdoria 20 (0)
2007-2008   Juventus 1 (0)
2008    Peñarol 14 (5)
2008-2009    Genoa 20 (4)
2009-2010    Peñarol 15 (0)
2010-2012   Lecce 43 (4)
2012-2013   Fiorentina 13 (0)
2013    Genoa 5 (0)
2013-2014   Fiorentina 1 (0)
2014-2015   Brescia 32 (0)
2015-2016   Latina 36 (6)
2017   LDU Quito 12 (0)
2017-2018   Latina 12 (2)
2018-2019   Aprilia 34 (9)
2019-2020    Ostia Mare 22 (4)
2020-2021   Aprilia 28 (6)
Nazionale
2001-2005 Uruguay Uruguay 18 (0)
Carriera da allenatore
2022-   Aprilia

 

Caratteristiche tecniche

Nato attaccante, è stato spesso impiegato come centrocampista di fascia sinistra o destra. Nel Genoa è stato reimpostato come punta centrale del tridente da Gian Piero Gasperini. Nel corso della carriera è stato impiegato anche come trequartista o come centrocampista centrale.

Carriera

Club

Gli inizi e il passaggio alla Juventus

Viene acquistato dalla Juventus dal Danubio di Montevideo nella stagione 2002-2003 nella quale gioca 3 gare in campionato e debutta in Champions League il 13 novembre contro la Dinamo Kiev. Nella stagione successiva le presenze si riducono a una sola gara in Coppa Italia e a gennaio passa in prestito all'Atlético Madrid, scendendo in campo per poche manciate di minuti.

 

Nella stagione successiva ritorna alla Juventus di Fabio Capello, che lo impiega come esterno di centrocampo, posizione in cui segna gol decisivi per la conquista del campionato 2004-2005, titolo poi revocato per la vicenda Farsopoli, e gioca 8 gare in Champions League.

 

Nella stagione 2005-2006 non scende mai in campo in campionato e Champions League, ma solo per pochi minuti in Coppa Italia.

Sampdoria

Il 9 agosto 2006 passa alla Sampdoria in prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino. Dopo alcune partite viene messo da parte da Walter Novellino, specialmente dopo un'espulsione in Coppa Italia che gli è costata cinque giornate di squalifica. Nell'estate del 2007 ritorna nella Juventus e nella sessione del mercato invernale 2008 ritorna in Uruguay per giocare nel Peñarol.

Genoa

Dopo l'esperienza uruguaiana, la Juventus lo cede ancora una volta in prestito, questa volta in Italia. Olivera firma così un contratto annuale con il Genoa con un'opzione per altri tre anni di contratto. Nelle partite amichevoli di precampionato, il tecnico Gian Piero Gasperini lo riadatta come prima punta e lui segna 11 gol, con una doppietta all'AZ. L'esordio in gara ufficiale nel Genoa avviene il 24 agosto 2008 in Coppa Italia contro il Mantova dove Olivera segna una doppietta. Complice l'acquisto nell'ultimo giorno di calciomercato di Diego Milito, prima punta di ruolo, viene relegato a una nuova stagione in panchina.

 

A fine anno il Genoa decide di non esercitare l'opzione di riscatto; il giocatore torna quindi alla Juventus, che lo trasferisce nuovamente in prestito al Peñarol.

Lecce

L'anno successivo si svincola dalla Juventus e il 5 luglio 2010 firma un contratto triennale con il Lecce. Segna 4 gol nel campionato di Serie A 2010-2011, fra cui il primo in Lecce-Inter (1-1).

 

In totale con la maglia del Lecce gioca 44 partite e segna 4 gol.

Fiorentina e il ritorno al Genoa

Il 30 gennaio 2012 passa a titolo definitivo alla Fiorentina, per 1,8 milioni di euro; il giocatore firma un contratto biennale. Esordisce in maglia viola il 17 febbraio in Fiorentina-Napoli (0-3). Nella partita contro il Bologna, a causa di una gomitata a Alessandro Diamanti, viene espulso e squalificato per tre turni.

 

Il 18 gennaio 2013 viene ceduto dalla Fiorentina al Genoa, dove ritorna dopo quattro anni: la formula è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a un milione di euro. Gioca subito titolare alla prima uscita del club ligure due giorni dopo, il 20 gennaio, nella partita Genoa-Catania.

Dopo 5 partite giocate torna alla Fiorentina. In totale con la maglia viola ha giocato 14 partite.

Brescia, Latina e l'esperienza in Ecuador

Il 30 gennaio 2014 viene acquistato, a titolo definitivo, dal Brescia. Con le rondinelle totalizza 32 presenze complessive in due campionati di Serie B, senza mai andare a segno.

 

Il 27 gennaio 2015 si trasferisce a titolo definitivo al Latina firmando un contratto fino al 30 giugno 2016.

A pochi giorni dall'arrivo nella squadra laziale, si rende decisivo mettendo a segno il rigore utile ai fini della vittoria contro il Livorno (3-2). Termina anticipatamente la propria stagione l'8 aprile 2015, dopo essere stato operato al tendine di Achille. Chiude la prima stagione con il Latina con un bilancio di 3 presenze e una rete.

 

Torna in campo nella nuova stagione, il 6 settembre 2015, in occasione della prima giornata di campionato contro il Novara (1-1). Segna 5 gol in 33 presenze e alla fine della stagione rimane svincolato.

 

Il 3 novembre 2016 inizia ad allenarsi con la squadra pontina in vista di un possibile tesseramento.

 

Nel gennaio del 2017 viene ingaggiato dal LD Quito dove disputa dodici giornate nel massimo campionato dell'Ecuador, al termine della stagione rescinde il contratto.

Il ritorno a Latina

Il 19 settembre 2017 il Latina, (militante in Serie D dopo il fallimento della precedente gestione e dopo la retrocessione dalla Serie B) annuncia l'ingaggio del calciatore a titolo definitivo.

Aprilia Racing Club ed Ostia Mare

Il 16 luglio 2018 l'Aprilia Racing Club del presidente Pezone annuncia il suo ingaggio. Il 21 ottobre 2018 è proprio lui, da ex, a decidere il derby pontino al "Francioni" con una rete su calcio di punizione che vale l'1-0 finale. A dicembre del 2019 passa all'Ostia Mare e nel luglio 2020 ritorna a indossare la maglia biancoceleste delle Rondinelle dell'Aprilia Racing Club di Pezone.

 

Inizio della Carriera di allenatore

Il 3 giugno 2022 l'Aprilia, società di Serie D, comunica di avergli affidato la guida tecnica della prima squadra, al posto di Giorgio Galluzzo.

Nazionale

Con la Nazionale uruguaiana guidata da Daniel Passarella ha partecipato alla Copa América 2001, uscendo alla fase a gironi.

Palmarès

Club

Competizioni giovanili

Competizioni nazionali

 

 

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Olivera-Ruben.jpg

 

 

 

«Ho ricordi bellissimi dell’esperienza juventina. Ho avuto la fortuna di giocare, di vincere tre scudetti, di conoscere e di giocare assieme a giocatori spettacolari come Del Piero, Camoranesi, Thuram, Ibrahimović. Ho un po’ di rimorso, perché potevo comportarmi meglio e magari fare qualche anno in più. Solo questo».
Uruguagio di Montevideo, sponda Danubio, classe 1983, arriva alla Juventus nel 2002, quando è poco più che un ragazzino. «Montero è stato fondamentale. Sono arrivato qui giovanissimo, da un altro continente, senza sapere la lingua. Era difficile, ma lui qui alla Juventus è stimato da tutti, quindi mi ha subito inserito nell’ambiente, me ne ha spiegato le regole e tutto è stato molto più semplice. In poche parole, diciamo che mi ha fatto sentire a casa. E poi, con Marcelo c’è un ottimo rapporto e anche lui mi è stato di grande aiuto nell’ambientamento a Torino».
Ma è complicato trovare spazio in una squadra che Lippi sta pilotando verso il secondo titolo consecutivo, senza perdere di vista la Coppa Campioni. E proprio in questa competizione, nella trasferta di Kiev a qualificazione già conquistata, gli toccano spiccioli di gloria. Siamo nel novembre 2002, la stagione è appena decollata e per El Pollo (così è soprannominato) che ha grinta da vendere e un talento tutto sudamericano, sembrano aprirsi spazi importanti. Purtroppo per lui, Lippi ha alternative valide e di esperienza e la sua stagione si conclude con poche apparizioni.
Chiede e ottiene di trovare una squadra per farsi le ossa, magari all’estero. Lo accoglie in prestito l’Atletico di Madrid, ma anche qui gli spazi sono pochi.
Nell’estate del 2004, arriva alla Juventus Fabio Capello. Rubén è fresco di vacanze e, quindi, con lo spirito giusto per dare il meglio di sé. Don Fabio lo vede all’opera nelle amichevoli precampionato e lo conferma; una scelta felice, che il ragazzo contraccambia innestando le marce alte e dando da subito un senso nuovo al proprio gioco. Sostituisce Camoranesi nel preliminare di Coppa dei Campioni, contribuendo in modo importante al superamento del turno. È un giocatore nuovo, notevolmente maturato, sia tecnicamente sia tatticamente e non tarda a emergere.
«Dopo i sei mesi vissuti in Spagna, dove non ho giocato quasi mai – ammette – perché fin dal mio arrivo sapevo che la squadra era già fatta, è arrivata la convocazione della Juventus per il ritiro estivo. Sinceramente non sapevo cosa mi aspettavo, potevo rimanerci anche solo cinque giorni e poi finire in prestito. Invece ecco la bella sorpresa. Con un nuovo allenatore ovviamente si ricomincia tutti da capo, e soprattutto con un mister come Fabio Capello che non guarda in faccia a nessuno, non sceglie a priori i giocatori ma manda in campo chi in allenamento gli ha dato risposte migliori. In questa condizione ognuno può giocarsi le proprie carte ed io l’ho fatto. Così il mister ha iniziato a utilizzarmi nelle diverse amichevoli e alla fine dell’estate mi ha detto che contava anche su di me e che sarei rimasto qui».
Prima giornata di campionato, a Brescia, entra nella ripresa al posto di Del Piero e trova il mondo di rendersi utile a tutto campo, non sulla fascia destra, nella quale è spesso schierato da Capello. Titolare contro l’Atalanta, gioca pezzi di gara praticamente ogni domenica, rilevando di volta in volta Nedved, Camoranesi, Pessotto oppure Zalayeta.
Ma il primo, vero giorno di gloria è una fresca serata di novembre, quando al Delle Alpi arriva la Fiorentina. La Juventus capolista fatica tantissimo per segnare e lo 0-0 resiste per oltre un’ora, finché Rubén sblocca il punteggio, irrompendo di destro su un calcio d’angolo di Camoranesi; è il goal-partita. Ed è doppiamente protagonista qualche domenica dopo, Juventus-Lazio sempre a Torino. Vantaggio laziale di Pandev, un gran goal, ma la replica è veemente; ancora Olivera, sempre su assist di Camoranesi, pareggia il conto con un perfetto colpo di testa. Sarebbe festa grande se di lì a poco non si infortunasse: un mese di stop e poi nuovamente in campo. A Bergamo, nella prima di ritorno, sfrutta al meglio un pasticcio della difesa atalantina andando nuovamente a segno. Ed è decisivo a Verona, il 13 marzo, nell’ostica trasferta sul campo del Chievo, quando a una manciata di minuti dalla fine, sfrutta un altro errore difensivo per infilare il goal dell’1-0. Bravo a sostituire Del Piero in un’altra delicata trasferta, contro la Lazio, Rubén chiude la stagione con un contributo significativo alla conquista del 28° scudetto.
Durante il secondo anno di Capello, le cose non vanno altrettanto bene; il mister lo utilizza con il contagocce, tanto che fa sparire le sue tracce. «Nei due anni di Capello uscimmo contro due squadre inglesi ai quarti di finale, c’era stata poca differenza. Sono convinto che senza Calciopoli, la Juve avrebbe raggiunto almeno la finale. Era una squadra troppo forte quella; il campionato lo vincevi con dieci punti di distacco ipotecandolo già a marzo, non giocava benissimo ma era una squadra di uomini. Quando arrivava Capello, chiedeva a Camoranesi il perché non si allenasse bene. Mauro era così: non si allenava a grandi ritmi, era molto tranquillo ma in partita era instancabile, ha sempre giocato. Impressionante. Sono virtù, queste, che si vedono molto raramente. Il mister lo stuzzicava, gli diceva che se non correva e non si allenava come tutti gli altri non lo faceva giocare. Lui acconsentiva, gli rispondeva “va bene” e nella partita che disputava successivamente era sempre il migliore in campo. Capello ripeteva che non aveva mai avuto un giocatore come l’italo-argentino. Io se non davo il massimo, non toccavo nemmeno la palla».
Poi arriva la bufera Calciopoli. «Feci tutto il ritiro con Deschamps, l’idea di restare c’era anche perché stavo giocando con continuità nelle amichevoli. Da un giorno all’altro, la società mi disse che volevano restare con pochi giocatori dell’anno precedente e mi chiesero di andare a giocare in prestito in Serie A. Venivo dall’ultimo anno di Capello dove non avevo mai giocato per via degli infortuni e fu su questo che gli allora dirigenti bianconeri fecero leva. “Un anno di prestito e poi torni alla Juve”, questo fu l’accordo».
Viene prestato alla Sampdoria per rientrare a Torino nell’estate del 2007. Non rientrando nei piani di Ranieri, nel mercato invernale si trasferisce in Uruguay, al Peñarol, quindi al Genoa e di nuovo al Peñarol. Nell’estate 2010 si svincola dalla Juventus, terminando così la sua avventura in bianconero.

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/10/uruguagio-di-montevideo-sponda-danubio.html

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