bidescu 0 Joined: 31-May-2005 141 messaggi Inviato April 16, 2010 (modificato) IGOR TUDOR http://it.wikipedia.org/wiki/Igor_Tudor Igor Tudor nasce a Spalato nel 1978 ed ha appena compiuto venti anni quando, nell Modificato June 2, 2011 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Juventus Mea Lux 3205 Joined: 01-Jun-2005 196473 messaggi Inviato April 25, 2010 Il gol al Deportivo me lo ricorder Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
SICILIANO 4683 Joined: 14-Nov-2006 82567 messaggi Inviato June 18, 2010 Il gol al Deportivo me lo ricorder Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Luckz 2 Joined: 28-Jul-2009 2212 messaggi Inviato June 18, 2010 It's Tudoooorrrrr!!!!! 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8403 Joined: 04-Apr-2006 133715 messaggi Inviato June 11, 2022 IGOR TUDOR https://it.wikipedia.org/wiki/Igor_Tudor Nazione: Croazia Luogo di nascita: Spalato Data di nascita: 16.04.1978 Ruolo: Difensore/Centrocampista Altezza: 193 cm Peso: 88 kg Nazionale Croato Soprannome: Principe Alla Juventus dal 1998 al 2005 Esordio: 29.08.1998 - Supercoppa Italiana - Juventus-Lazio 1-2 Ultima partita: 13.01.2005 - Coppa Italia - Juventus-Atalanta 3-3 174 presenze - 21 reti 4 scudetti 2 supercoppe italiane 1 campionato di serie B 1 trofeo intertoto Igor Tudor (Spalato, 16 aprile 1978) è un allenatore di calcio ed ex calciatore croato, di ruolo difensore o centrocampista. Cresciuto in patria nell'Hajduk Spalato, club in cui ha anche chiuso la carriera agonistica, ha speso la maggior parte dei suoi trascorsi da calciatore in Italia, legando il suo nome a quello della Juventus. Igor Tudor Tudor nel 2014 Nazionalità Croazia Altezza 193 cm Calcio Ruolo Allenatore (ex difensore, centrocampista) Termine carriera 24 luglio 2008 - giocatore Carriera Squadre di club 1995 Hajduk Spalato 9 (0) 1996 → Trogir 5 (1) 1996-1998 Hajduk Spalato 49 (5) 1998-2005 Juventus 174 (21) 2005-2006 → Siena 39 (2) 2006-2007 Juventus 0 (0) 2007-2008 Hajduk Spalato 8 (1) Nazionale 1994 Croazia U-16 1 (0) 1993 Croazia U-17 4 (0) 1994-1995 Croazia U-18 3 (0) 1995 Croazia U-19 2 (0) 1994-2000 Croazia U-21 12 (2) 1997-2006 Croazia 55 (3) Carriera da allenatore 2009-2010 Hajduk Spalato Assistente 2011-2013 Hajduk Spalato Under-17 2012-2013 Croazia Vice 2013-2015 Hajduk Spalato 2015-2016 PAOK 2016-2017 Karabükspor 2017 Galatasaray 2018 Udinese 2019 Udinese 2019-2020 Hajduk Spalato 2020-2021 Juventus Vice 2021-2022 Verona Palmarès Mondiali di calcio Bronzo Francia 1998 Caratteristiche tecniche Giocatore Calciatore dotato sia fisicamente sia tecnicamente — riassumibile in un «fisico da stopper, piedi da mezzala talentuosa» —, pur non assurgendo ai massimi livelli è stato comunque capace di imporsi tra i migliori jolly della sua generazione. Emerso agli esordi come difensore puro, impiegato principalmente come centrale ma all'occorrenza anche da terzino, nel prosieguo di carriera è stato avanzato con successo a mediano per via del notevole apporto che era capace di offrire in entrambe le fasi di gioco: in contenimento si ergeva a mo' di «pilone» davanti alla retroguardia, aiutato dalla sua mole fisica, mentre in ripartenza, grazie a una buona tecnica di base, palla al piede mostrava visione di gioco e sapeva dettare i tempi del passaggio. Inoltre, accentuandone l'innata propensione offensiva, in situazioni di emergenza o in concitati finali di gara è stato gettato nella mischia come centravanti, onde sfruttare la sua abilità nel gioco aereo e in particolar modo nelle sponde verso i compagni. Nonostante questa eccellente duttilità che, unita a una personalità decisa e spesso al limite delle maniere rudi, nonché a un discreto numero di reti talvolta anche risolutive, ne ha fatto un elemento di sicura affidabilità per la squadra, la sua carriera è stata minata da numerosi infortuni — facendogli guadagnare, suo malgrado, la nomea di «gigante di cristallo» — che più volte ne hanno frenato l'impiego e la costanza di rendimento, portandolo a un precoce ritiro dall'attività agonistica all'età di trent'anni. Allenatore Si dimostra un tecnico di carattere, a suo agio nel rapportarsi anche con piazze molto difficili a livello ambientale. Sul versante tattico predilige il 4-2-3-1 come modulo di base, ricorrendo in misura minore anche al 3-5-2; importante nell'economia del gioco impostato da Tudor è il ricorso a un pressing molto alto, onde recuperare il possesso nella trequarti avversaria e, di conseguenza, impedirne tentativi di costruzione dal basso. Carriera Giocatore Club Hajduk Spalato e Trogir Tudor inizia la sua carriera nell'Hajduk Spalato, dove è anche cresciuto. Nella sessione invernale del calciomercato 1995-1996 viene mandato a farsi le ossa al Trogir, club militante nella terza serie croata. Rientra quindi all'Hajduk dove rimane fino alla stagione 1997-1998. Juventus e Siena Tudor in azione alla Juventus nella stagione 1998-1999 A Spalato si fa notare dalla Juventus, che lo acquista nell'estate del 1998. Il difensore rimane a Torino per i successivi sei anni e mezzo, imponendosi soprattutto a partire dalla stagione 2001-2002, quella che vede il ritorno in panchina di Marcello Lippi, tecnico che lo avanza con successo a centrocampista: in quell'annata il croato realizza 4 reti molto importanti ai fini della corsa allo Scudetto (nella stracittadina contro il Torino, nelle rimonte col Verona e col Chievo, e nello scontro diretto contro l'Inter). La stagione seguente, un suo gol al Deportivo La Coruña all'ultimo minuto è decisivo nell'ottica della qualificazione bianconera ai quarti di Champions League. Dopo sei stagioni juventine, coronate dalle vittorie di due scudetti e due Supercoppe di Lega, nel gennaio 2005, a seguito di molti infortuni che ne minano l'impiego oltreché per la concorrenza di Lilian Thuram e del neoacquisto Fabio Cannavaro nel ruolo, passa in prestito al Siena dove rimane anche per tutta la stagione successiva, raggiungendo due salvezze. Nell'estate 2006 torna al club piemontese, ma nell'annata seguente non ha occasione di scendere in campo causa il protrarsi di un infortunio patito nel precampionato; la società, dopo aver tentato di rescindere anticipatamente il suo contratto nel febbraio 2007 per via della prolungata indisponibilità, lo mantiene in rosa fino alla scadenza naturale di fine stagione, a seguito dell'autoriduzione dello stipendio da parte dello stesso calciatore. Ritorno all'Hajduk e ritiro Nell'estate 2007 fa quindi ritorno da svincolato all'Hajduk di Spalato, dove gioca per un'ultima stagione. Nel luglio 2008, ancora afflitto da continui problemi fisici, si ritira dal calcio giocato. Nazionale È stato titolare della nazionale croata nel decennio a cavallo degli anni 1990 e 2000, giocando con la maglia a scacchi i mondiali di Francia 1998 chiusi al terzo posto, e di Germania 2006, e saltando l'edizione di Corea del Sud-Giappone 2002 solo per infortunio; ha inoltre preso parte all'europeo di Portogallo 2004, dove ha segnato la prima delle sue tre reti in nazionale, nella sconfitta per 4-2 contro l'Inghilterra. Allenatore Gli inizi Nell'agosto 2009, con l'arrivo del tecnico Edy Reja sulla panchina dell'Hajduk Spalato, Tudor ne diventa assistente; questa prima parentesi all'interno dello staff del club si chiude nel febbraio 2010, con la rescissione del contratto del tecnico friulano. Una seconda parentesi inizia nel dicembre 2011, quando il direttore sportivo Sergije Krešić gli affida la guida della formazione Under-17. Nel luglio 2012 diventa vice del commissario tecnico della nazionale croata, Igor Štimac, incarico che mantiene fino all'anno seguente. Hajduk Spalato e PAOK Nell'aprile 2013 viene nominato allenatore della prima squadra dell'Hajduk, subentrando all'esonerato Mišo Krstičević di cui lo stesso Tudor era stato anche vice: appena tre settimane dopo vince la Coppa di Croazia, suo primo trofeo da allenatore. Si dimette nel febbraio 2015. Nel giugno dello stesso anno si siede sulla panchina della squadra ellenica del PAOK, dove rimane fino al marzo 2016 quando viene sollevato dall'incarico, a causa dei risultati negativi e dei suoi commenti sprezzanti riguardo alla qualità della rosa. Karabukspor e Galatasaray Nel giugno 2016 viene chiamato alla guida del Karabükspor, club turco neopromosso in Süper Lig. Si dimette a stagione in corso, nel febbraio 2017, per accettare l'offerta del più blasonato Galatasaray, con cui chiude il campionato al quarto posto. Rimane al club istambulino fino al dicembre 2017, quando viene esonerato a causa di risultati ritenuti insoddisfacenti, pur con la squadra al secondo posto in classifica. Udinese Tudor in conferenza stampa durante il suo primo incarico all'Udinese, sul finire del campionato 2017-2018. Nell'aprile 2018 è ingaggiato dall'Udinese, in sostituzione dell'esonerato Massimo Oddo, traghettando la formazione italiana alla salvezza in Serie A. Nonostante ciò, non viene confermato sulla panchina dei friulani per la stagione successiva; tuttavia nel marzo 2019 viene richiamato a Udine per subentrare all'esonerato Davide Nicola, guidando per la seconda volta la squadra bianconera alla salvezza. Stavolta confermato per la stagione successiva, tuttavia un negativo avvio di campionato porta l'Udinese a esonerarlo nel novembre 2019. Ritorno all'Hajduk, vice alla Juventus, Verona Nel dicembre 2019 torna alla guida dell'Hajduk, terminando il campionato croato 2019-2020 al quinto posto. Nell'agosto 2020 rescinde il suo contratto con il club spalatino per fare ritorno dopo tredici anni alla Juventus, dove assume il ruolo di vice del tecnico Andrea Pirlo. La squadra bianconera vive un'annata altalenante sicché al termine del campionato Pirlo e il suo staff, Tudor compreso, vengono sollevati dall'incarico. Il 14 settembre 2021 viene chiamato a condurre la panchina del Verona, subentrando in avvio di stagione all'esonerato Eusebio Di Francesco. Debutta cinque giorni dopo, cogliendo i primi punti stagionali in campionato per gli scaligeri grazie al successo interno sulla Roma (3-2). In Veneto è autore di un campionato al di sopra delle aspettative, in cui raggiunge un'agevole salvezza: mette a referto vittorie contro club di alta classifica come Juventus e Atalanta, lottando per l'accesso alle coppe europee e sfiorando il record societario di punti in massima serie. Nonostante la più che positiva annata, il 28 maggio 2022 arriva la separazione consensuale dal club scaligero. Palmarès Giocatore Club Competizioni nazionali Campionato italiano: 4 - Juventus: 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005, 2005-2006 Supercoppa italiana: 2 - Juventus: 2002, 2003 Campionato italiano di Serie B: 1 - Juventus: 2006-2007 Competizioni internazionali Coppa Intertoto UEFA: 1 - Juventus: 1999 Individuale Calciatore croato dell'anno: 1 - 2001 Allenatore Club Coppa di Croazia: 1 - Hajduk Spalato: 2012-2013 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8403 Joined: 04-Apr-2006 133715 messaggi Inviato June 11, 2022 IGOR TUDOR ANGELO CAROLI, DA “HURRÀ JUVENTUS” DELL’OTTOBRE 1988 Dici pilone e pensi a un giocatore di rugby, robusto come una quercia ma statico. Igor Tudor è il nuovo pilone della Juventus, ma nessun accostamento può essere fatto con i mastini della palla ovale. Questo è un molosso altissimo, dunque non veloce, ma con buona progressione e abbastanza rapido di gambe con la palla al piede. La storia del viaggio che porta il difensore croato da Spalato a Torino è così sintetizzabile. Piaceva a Luciano Moggi ed è diventato uno dei nuovi alfieri della Signora. Il “direttore” non si è sbagliato neppure stavolta. Già l’inverno scorso ha mandato i suoi “occhi” fidati Pezzotti, Tornei e Ceravolo a osservare Igor in Croazia. I responsi sono stati tutti lusinghieri. E la trattativa è stata subito aperta. In verità non si è trattato di un’operazione agevole, poiché si erano intromessi il Manchester United, l’Arsenal e addirittura il Real Madrid con vagoni di sterline e pesetas. Il particolare ha stuzzicato ancor più Moggi, il quale è andato di persona a sbirciare il giovane Igor. Se ne è invaghito (calcisticamente, è ovvio) e ha concluso l’affare in un lampo. Come è sua consuetudine quando punta il dito su un giovane talento. E ha trasformato il progetto in realtà, sono sue parole, anche grazie all’aiuto del procuratore di Igor, D’Onofrio. E ora il ragazzone, un’autentica pertica, ci sta davanti con il faccione pacifico, l’aria serena e sicura, capelli castano chiari e cortissimi, sopracciglia folte al punto da disegnare una linea unica sopra occhi miti che però riflettono una voglia matta di sfondare in quella che ritiene “la passerella più importante del mondo”. L’interprete è il delizioso Mirkovic. Gli farà da paggetto finché il difensore venuto da Spalato non avrà approfondito i dolci misteri della lingua italiana. Parli e Igor ti fissa dando la sensazione di non soffrire emozioni, nemmeno davanti alla prospettiva di debuttare nel nostro campionato al fianco di Montero e davanti a Peruzzi, dopo essersi espresso su alti livelli di rendimento nel Trofeo Berlusconi conquistato a San Siro quando la Juve ha battuto il Milan. Lo scuotono appena i complimenti di Lippi, di fronte ai quali non resiste: «Poiché arrivano da lui hanno un sapore speciale, ho infatti capito di avere a che fare con una persona e un tecnico di grande valore, anche se ho avuto a disposizione un arco di tempo piuttosto breve. E poi ci sono gli effetti speciali, San Siro di notte costruisce atmosfere davvero fantastiche. Probabilmente la platea mi ha caricato al punto giusto, e allora è stato quasi facile fare bella figura di fronte a Weah, Kluivert e Bierhoff, che sono campioni vaccinati». La storia di Igor Tudor somiglia a quella di tanti giovani e ha il profumo di una fiaba. Apre il primo capitolo cominciando da quando era poco più che un bimbo: «Che cosa si fa a quell’età se non correre dietro a un pallone per strada improvvisando due porte con libri o pietre? Mi hanno messo presto davanti a un obiettivo, dicevano che ero bravo, e mi hanno tesserato. Avevo poco più di 11 anni. Nell’Hajduk ho percorso tutte le tappe, dalla Primavera alla prima squadra. Ho debuttato che ero diciassettenne. E sono arrivato alla Nazionale maggiore dopo aver indossato le maglie di tutte le rappresentative giovanili». Igor ha esordito in Nazionale contro l’Ucraina e ha accumulato cinque gettoni, compresi quelli che gli hanno fruttato il bronzo in Francia. E adesso è il nuovo pilone bianconero, di immensa stazza essendo alto 193 centimetri con un peso di 90 chili. Ha senso della posizione, grossa personalità, eccellente nel gioco aereo, come molto valido nella tecnica individuale. Ed è pertanto misurato e preciso nella distribuzione del pallone. L’interessato spiega il particolare con «la scuola dell’Hajduk, dove la didattica specifica è importantissima. È un aspetto che in Croazia si cura molto. Qui da voi si punta di più sulla forza e sulla tattica. I miei maestri sono stati Jalic, Katalinic e Jozic. Se tolgo sei mesi del 1996 per un’esperienza vissuta nel Trogir, squadra il cui valore equivale alla vostra serie C1, ho sempre militato nel club più blasonato di Spalato». – E gli studi? «Mai trascurati. Ho frequentato per otto anni le scuole elementari, poi ho scelto un indirizzo economico, ottenendo il diploma. Ed eccomi qui». – Con quali obbiettivi? «Sparare tutte le cartucce, vincere il maggior numero di trofei possibile e tornare in Croazia, magari tra dieci anni, con valigie piene di esperienze entusiasmanti. E con denaro, quel tanto che mi permetta di vivere in modo sereno per il resto dei miei anni. Ci terrei molto a lasciare in Italia un’ottima impressione. Mi auguro, insomma, che quando partirò da Torino lascerò dietro di me, nel cuore della gente voglio dire, un buon ricordo, come uomo e come juventino». Tra una risposta e l’altra Tudor, che spera di diventare il principe Igor nel cuore dei tifosi, batte su un tasto con amorevole ossessione, citando il nome di Bilic, «resta il mio idolo, è inutile che mi facciate osservare che al di là dei confini croati c’è materiale migliore. Per me il top è lui. Punto e a capo. Se poi volete sconfinare in altri settori di una squadra, allora aggiungo Boban e Boksic come prodotti migliori della nostra ultima generazione. Ed è un vero peccato che Boksic non abbia potuto disputare i campionati del mondo a causa di un menisco. Visto che siamo arrivati terzi, mi chiedo quali traguardi avremmo centrato con lui». – Un po’ di Juve, a cominciare da Del Piero e Inzaghi. «Risposta fin troppo ovvia: la Juve è una delle maggiori realtà mondiali, la televisione mi ha insegnato a conoscerla, un contratto e la frequentazione mi stanno insegnando ad amarla. Voglio tanti successi con lei. Sappiate che sono testardo, che non ho paura di nulla e che ottengo ciò che mi ficco nella testa. Per quanto concerne il tandem Del Piero-Inzaghi cosa aggiungere? Lo sanno tutti che si tratta di una coppia formidabile. Con quei due davanti il gol ci scappa sempre». – Parla e si toglie il sudore dalla fronte con la manica della camicia beige. Anche stavolta ha lavorato molto per seguire i comandamenti di Lippi e Ventrone. Domanda: hai mai sofferto così tanto in Croazia? «Sì, un anno, l’allenatore era Bomacic. Ma il lavoro fa bene, scagli la prima pietra chi sostiene il contrario». – In base alle conoscenze televisive, o dirette, maturate finora a chi aggiudicheresti lo scudetto ‘98/99? «Alla Juve e all’Inter, che metto sullo stesso piano. Poi vedo bene la Lazio». – Igor, raccontaci un po’ della tua vita, della famiglia, degli hobby. «Ho una sorella di nome Ivona che ha diciotto anni e i genitori che ora vivono qui con me. Mia madre fa la parrucchiera, mio padre il commerciante. Passatempi? Nessuno in particolar modo: niente cinema (come la metterei con la lingua?), niente libri e niente musica. Casa e calcio, questo è l’itinerario. Divoro le trasmissioni su canali sportivi e mi balocco parecchio con i video games. Però cammino molto per Torino, una città un po’ grigia, a mio avviso, che voglio scoprire meglio e senza fretta. Dimenticavo, adoro la vostra cucina, gli spaghetti soprattutto». – Quali effetti hai ricavato dalla guerra nell’ex Jugoslavia? «Per fortuna fino a noi sono arrivati soltanto gli echi, poiché la guerra si è svolta lontano da Spalato». E il pilone con la faccia da bambino ma seria come quella di un patriarca ci stringe la mano per scomparire nello spogliatoio, seguito come un’ombra dall’inseparabile Mirkovic, amico e interprete. Il primo Tudor gioca in una Juventus partita bene e poi naufragata in campionato, anche se, a dicembre, si trovava in testa alla classifica. Infortuni importanti, come quello di Del Piero, decimano la squadra e il ragazzone croato ha tante occasioni di mettersi in mostra. L’esordio avviene a Perugia, il 13 settembre 1998, prima giornata di campionato. È una partita, piena di emozioni per cuori forti, un match d’altri tempi. La Juventus che schiera al centro della difesa il giovane gigante prende subito il largo e proprio Tudor firma uno dei 4 goal del successo. Igor, incute timore agli avversari, per la notevole stazza atletica ed è un rude stopper di antica memoria. La consacrazione arriva il 13 dicembre, a Firenze, quando deve incrociare i bulloni con Batistuta, capocannoniere della squadra viola; Igor conferma tutto il buono che si dice di lui, ma anche qualche lacuna ancora da colmare, causa la giovane età e la mancanza di esperienza. Con 23 presenze in campionato si dimostra un giocatore prezioso, infatti, la successiva Juventus ancelottiana se lo tiene stretto e il croato è impiegato sempre più spesso. Nel 2000-01 è presente 25 volte e realizza 6 reti, molte di testa, la sua specialità. La Juventus ritrova Lippi l’anno successivo e, l’allenatore toscano, lo utilizza come un jolly, difensore di fascia destra o centrocampista aggiunto quando occorre, riuscendo ad affinare le sue qualità tecniche e a registrare le sue potenzialità, anche come goleador. Nonostante un infortunio che lo tiene fermo per diversi mesi, nell’anno dello scudetto 2002, colleziona 16 presenze e 4 segnature: certi gol lasciano il segno per importanza e autorevolezza, come quello che completa la rimonta al Chievo, in un’infuocata sfida al Delle Alpi che vedeva i clivensi avanti di due reti. È ancora utile nel bis dell’anno successivo, prima di traslocare in prestito al Siena e contribuire, da par suo, alla salvezza dei toscani. Nell’estate del 2006, dopo aver disputato il Mondiale con la Nazionale croata, ritorna alla Juventus. Purtroppo, a causa dei continui problemi fisici, non riesce mai a scendere in campo. A fine stagione, Igor ritorna a casa, ingaggiato dall’Hajduk Spalato. Il Tudor che resterà a lungo nella mente e nel cuore dei fan è quello che, all’ultimo minuto, condanna il Deportivo La Coruña, nella Coppa dei Campioni edizione 2003, segnando il gol che vale la qualificazione ai quarti, con uno splendido tiro al volo, dopo un assist di Trézéguet. I numeri: 173 presenze e 21 reti, due scudetti e un Intertoto. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/04/igor-tudor.html 1 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti