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CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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JUVENTUS

I giorni neri di Conte

condanna e dimissioni?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile squalifica di dieci mesi.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso e al ritorno da Pechino ci sarà l'addio

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte.

Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di rottura insanabile, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci, anche se la frattura sembra decisamente più profonda. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis.

Soltanto però la punta di un iceberg più profondo: all'interno del club bianconero esiste una corrente che vorrebbe interrompere immediatamente il rapporto. Non un caso, forse, la coincidenza con la riapertura dell'inchiesta della procura di Bari sulle partite tra i 2008 e il 2009, quello allenato da Conte. Anche se intorno al nome dell'allenatore fino a oggi non sono emersi particolari scottanti. In più ieri a Torino hanno di fatto "dimesso" il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso. La società - che crede invece con forza nell'innocenza di Bonucci e Pepe ed è convinta di strappare l'assoluzione fin dal primo grado - non ha certamente ancora trovato un eventuale sostituto di Conte, anche se le voci intorno a Prandelli iniziano a farsi ricorrenti. Ma prima verrà affrontata la questione Conte, solo dopo si penserà a come (il "se" sembra quasi un dettaglio trascurabile) sostituirlo. Una cosa è certa: le ferita ha già iniziato a sanguinare e anche a Pechino l'aria inizia a farsi pesante.

[articolo poi modificato in]

JUVENTUS

I giorni neri di Conte:

dieci mesi di squalifica?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile un lungo stop.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso.

La società però smentisce l'ipotesi di un nuovo tecnico: "Conte resterà con noi anche in caso di condanna"

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte.

Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di frattura, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Una ipotesi che però la società smentisce. "Conte non si tocca, resterà il nostro allenatore anche in caso di condanna". Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus, Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis.

Soltanto però la punta di un iceberg più profondo. In più ieri si è dimesso il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso.

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CALCIOSCOMMESSE, ANTONIO CONTE CHIAMA GIULIA BONGIORNO?

Scandalo calcioscommesse, secondo indiscrezioni Antonio Conte potrebbe avvalersi

del super-avvocato Giulia Bongiorno, l'avvocato di Andreotti, Cragnotti e tanti altri

di Redazione GQ Italia 07-08-2012

«Sono il signor Wolf, risolvo problemi». Se fossimo nelle Iene, Antonio Conte chiamerebbe Harvey Keitel per risolvere la grana del processo sportivo sul calcioscommesse. Ma dato che la richiesta di squalifica di un anno e tre mesi è più che reale, l'allenatore della Juventus sta pensando di modificare o integrare il pool difensivo e di chiamare Giulia Bongiorno, che di mestiere fa l'avvocato e il politico, ma che di problemi ne ha risolti tanti. E a tanta gente.

Il primo a rivolgersi a lei è stato Giulio Andreotti. L'accusa è di quelle che macchiano: associazione mafiosa. Poi l'hanno chiamata Piero Angela e Sergio Cragnotti. Tra gli sportivi che hanno fatto appello alle sue capacità ci sono Stefano Bettarini (accusato di scommesse illecite) e Francesco Totti (per lo sputo a Poulsen). L'elenco continua con Vittorio Emanuele di Savoia, Gianfranco Fini e Raffaele Sollecito.

Nonostante le smentite ufficiali da parte della società, alla lista adesso potrebbe aggiungersi anche Antonio Conte che insieme alla Juventus sta seguendo l'evolversi delle inchieste e studiando tutte le possibili mosse, anche quella di avvalersi di legali esterni al mondo bianconero. L'unica cosa che sembra certa in questo momento è la volontà dell'allenatore di andare fino in fondo per dimostrare la propria innocenza.

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Micolucci dopo Carobbio:

un altro pentito sulla strada di Conte

Nelle rivelazioni del difensore e di Masiello almeno tre gare dei pugliesi con

il tecnico in panchina. Probabile un nuovo interrogatorio davanti ai magistrati.

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 07-08-2012)

L'incubo di Antonio Conte si chiama Vittorio Micolucci, il primo pentito dell'inchiesta sul calcioscommesse e l'uomo che con le sue rivelazioni qualche settimana fa ha spalancato a Palazzi un'autostrada verso il Bari delle stagioni 2008-2010, quello della promozione in serie A e di una cavalcata targata proprio Conte. E' stato il difensore, già arrestato nel giugno 2011 e condannato a 14 mesi un'estate fa (proprio come premio alla collaborazione) e ad ulteriori 4 mesi il 31 maggio scorso, a mettere per iscritto i suoi sospetti sul club pugliese e a inguaiare l'attuale tecnico juventino.

Nessuna informazione di prima mano, considerato che Micolucci lasciò il Bari nell'estate del 2007 dopo tre stagioni e 89 presenze in biancorosso. Ma uno spaccato comunque inquietante e che rischia di fare da riscontro alle rivelazioni fatte dall'altro pentito Andrea Masiello davanti al procuratore federale Palazzi e contenute in un verbale a lungo secretato con omissis e ora pubblico.

Micolucci, che vive oggi sotto scorta e lontano da casa, ha inviato nelle scorse settimane un fax a Palazzi: due pagine scritte a mano in cui il nome di Conte non compare ma i riferimenti al 'suo' Bari sono numerosi. Va ricordato che Conte arrivò in Puglia nel dicembre 2007 al posto di Beppe Materazzi e vi rimase fino alla rottura a sopresa del 23 giugno 2009 dopo la promozione in serie A e il rinnovo di contratto.

Ecco le partite al centro dell'informativa di Micolucci e in parte del verbale di Masiello su cui anche la Procura di Bari ha deciso di fare luce. Per questo tutti o quasi i protagonisti di quella squadra stanno sfilando davanti ai magistrati ed è probabile che anche Conte sarà chiamato a rispondere a qualche domanda scomoda. Secondo i pm, infatti, il calcioscommesse in salsa barese era tutt'altro che episodico ma, anzi, una pratica strutturata con legami strettissimi con la criminalità organizzata locale.

BARI-TREVISO 0-1 (11 maggio 2008) - Scrive Micolucci a Palazzi: "In riferimento alle partite del Bari le posso dire che l'anno prima della promozione in serie A il Bari regalò la partita al Treviso. Le voci dicono che presero dei soldi perché in quella stagione le ultime partite del Treviso furono quasi tutte comprate". Della partita avrebbe parlato anche Andrea Masiello nella sua audizione con Palazzi.

SALERNITANA-BARI 3-2 (23 maggio 2009) - Altra presunta combine rivelata da Masiello al procuratore federale tanto da richiedere da parte della Procura di Bari un ampliamento dell'inchiesta con coinvolgimento anche di Ranocchia iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di frode sportiva. Dice Masiello: "Con riferimento alla figura di Iacovelli (factotum coinvolto nelle inchieste ndr) devo specificare che lo stesso fu tramite e co-protagonista di una combine relativa all'ultima giornata di campionato di serie B, Salernitana-Bari". Anche Micolucci ne parla: "Sono sicuro e certo della vittoria della Salernitana perché in quella stagione nelle ultime partite si avvicinavano alle squadre offrendo soldi. Non so chi sono ma sono sicuro che la Salernitana ha comprato quella partita".

PIACENZA-BARI 2-2 (9 maggio 2009) - E' la gara della festa per la promozione in serie A ottenuta ufficialmente il giorno prima grazie alla sconfitta del Livorno con la Triestina. Mancano quattro giornate alla fine del campionato e il Bari è già ufficialmente in serie A. Micolucci rivela a Palazzi: "Nella stagione della promozione, invece, con Perinetti e Conte, sicuramente è stata fatta Piacenza-Bari con un pareggio... Queste notizie le ho avute da A. G., un mio amico che è molto legato a Stefano Guberti e Andrea Masiello".

La Procura di Bari ha deciso di vederci chiaro anche perché queste rivelazioni sono completate da altri riguardanti le stagioni successive con particolari riscontrabili relativi a gare già finite nel mirino della giustizia ordinaria e sportiva come quella con la Sampdoria, Parma-Bari e Brescia-Bologna. E' possibile che la via crucis di Conte davanti a pm e Procura federale non si sia esaurita con il processo per omessa denuncia sulle gare del Siena con Albinoleffe e Novara e le rivelazioni di Carobbio. Forse anche così si spiegano le voci sempre più insistenti circa un cambio di strategia difensiva da parte dell'allenatore e di qualche incertezza della Juventus sulla strada da prendere dopo la sentenza di primo grado che potrebbe allontanare Conte dalla panchina per tutta la prossima stagione.

Modificato da Ghost Dog

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Nelle rivelazioni del difensore e di Masiello almeno tre gare dei pugliesi con

il tecnico in panchina. Probabile un nuovo interrogatorio davanti ai magistrati.

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 07-08-2012)

L'incubo di Antonio Conte si chiama Vittorio Micolucci,

....

uno che viene indicato come esempio di giornalismo acuto su FabbricaInter.it ... uno che sul suo blog dice che il gol di Muntari era decisivo ... magari chissà troveremmo anche che ha pareggiato il Cesena e che il gol è stato annullato ... questo il livello dei giornalisti che ci attaccano ...

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Nelle rivelazioni del difensore e di Masiello almeno tre gare dei pugliesi con

il tecnico in panchina. Probabile un nuovo interrogatorio davanti ai magistrati.

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 07-08-2012)

L'incubo di Antonio Conte si chiama Vittorio Micolucci,

....

uno che viene indicato come esempio di giornalismo acuto su FabbricaInter.it ... uno che sul suo blog dice che il gol di Muntari era decisivo ... magari chissà troveremmo anche che ha pareggiato il Cesena e che il gol è stato annullato ... questo il livello dei giornalisti che ci attaccano ...

Capuano

è, per caso, il cognome di qualcuno che conosciamo già?

un pm di Napoli, o sbaglio?

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Il Napoli spia l'allenamento

E la Juventus si arrabbia

PECHINO, 07 agosto 2012

Due collaboratori di Mazzarri, il tattico Concina e l'osservatore Nitti si sono intrufolati ieri pomeriggio in alcuni locali dello stadio adibiti a palestra con vista campo, insieme ai genitori dei bambini cinesi che facevano lezione di judo. Scoperti, è nato un caso, con telefonata bianconera al d.s. azzurro Bigon

La Supercoppa val bene una spiata. Ieri Walter Mazzarri ha mandato due suoi stretti collaboratori (il tattico Enzo Concina e l’osservatore Claudio Nitti) a osservare l’allenamento pomeridiano della Juve. Il fatto, però, è che l’allenamento era chiuso agli estranei. I due collaboratori di Mazzarri si sono ingegnati e hanno trovato una soluzione. Sotto le tribune dell’Olympic Sport Center Stadium ci sono alcuni locali adibiti a palestra con vista sul campo. Lì, proprio in contemporanea con l’allenamento della Juve, erano in programma le lezioni di judo per bambini cinesi. E così, mischiati ai genitori, Concina e Nitti si sono intrufolati nell’impianto. Mentre tutti guardavano i bambini, il loro sguardo era concentrato sul campo. Il flash della macchina fotografica, però, li ha fregati: la security della Juve è intervenuta e ha chiamato Fabio Paratici che si è avvicinato alla palestra. Il direttore sportivo bianconero ha intercettato Concina e Nitti che, ormai scoperti, cercavano di andare via rapidamente. Non è stata certo una bella figura per il Napoli e in particolare per i due spioni di giornata. Paratici ha anche chiamato il d.s. napoletano Riccardo Bigon per lamentarsi del comportamento che ha stupito e infastidito la Juve.

dal giornalaccio rosa dello sport

Modificato da totojuve

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Qualche riflessione sul patteggiamento

http://www.ju29ro.co...eggiamento.html

.ciao

PS

Ghost Dog, se sei stanco, rallenta un po' e limitati solo alle cose più importanti.

Ti stai facendo un mazzo così da mesi e mesi...

Sennò all'agosto del 2013 sarai ricoverato chissà dove... sefz

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“IO PURITANO

NELL’ITALIA

DEI PRENDITORI”

Claudio Lotito: “La mia Lazio è pulita,

questo Paese è un serbatoio bucato”

Calcioscommesse “Le accuse a Mauri vanno dimostrate,

ma si tratterebbe di un fatto personale, estraneo alla società”

di MALCOM PAGANI (il Fatto Quotidiano 08-08-2012)

Mattina, dopo tre giorni di sofferenze: Presidente Lotito, adesso può? “Mi scusi, ha ragione, st’inseguimento sembra un film, ma lavoro 20 ore al giorno, lo capisce no? Mi chiami nel pomeriggio”. Pomeriggio: Presidente, ora è possibile? “Ho un languore, sto mangiando un biscotto, è buono, sentiamoci dopo”. Sera, in metrica: Presidente, pietà. “Era a quest’ora, sì lo so, però tra un po’, tra un po’, tra un po’”. In una pausa quasi notturna, quando il cronista veste ormai da stalker, il Presidente si concede. L’abbiamo cercato per 72 ore, chiamandolo 54 volte. Siamo stati testimoni di momenti intimi (“Ah Lù, mi porti quel foglio?”) e riunioni segrete irradiate in vivavoce: “Della norma non mi frega un ċazzo, la norma va interpretataaaa”. L’eccezione Lotito è sfuggente, ma non si nasconde. Risponde sempre: “Ho una sola parola: le ho detto che parlo con lei e lo farò”. Accade. Davvero. Lotito è il solito. Dialetto, citazioni, iperboli, fitto ricorso alle lingue morte.

Presidente, siamo qui.

Con voi voglio fare un discorso serio, ma come avrà visto, il consenso non mi interessa. Sa quante interviste rifiuto? Un’infinità. A Roma c’è un nuovo tipo di parassita. Di giorno fa un lavoro, poi cambia mestiere e discute di Lazio in radio.

Non va bene?

E non va bene no, il patrimonio della Lazio non può essere alla mercé di chi non ha la titolarità. Usano la mia attività per trarne vantaggi. Parlano di bilanci senza ave’ la competenza. Sono iscritto all’albo, io. So distinguere un giornalista da un abusivo. La festa è finita, glielo garantisco. Ho creato una rivista, una radio, una tv in Hd. Impedirò di guadagnare denaro a quelli che sfruttano l’azienda Lazio per denigrarmi.

La accusano di aver coperto il segnale radio dei contestatori. Censura?

Taglio risorse indebite. Mi riapproprio di ciò che appartiene alla società di cui sono tifoso da sempre.

Dicevano che fosse romanista.

Mio cognato era Ad della Roma, nel tempo, l’ho pure convertito. Alle mistificazioni rispondo con l’antico adagio: non ti curar di loro ma guarda e passa. E da domani, pure incassa. Di certe campagne, qualcuno pagherà il prezzo. Non è che uno si alza la mattina, urla ‘Lotito è un ladro, un delinquente e un mascalzone’ e può sperare di passarla liscia.

Parla dello scommettitore Erodiani?

Non ho il dispiacere di conoscerlo, mi ha additato come capo cupola. Non ho mai giocato, neanche al Totocalcio. È storia.

È preoccupato per la società?

Perché dice la società, scusi? La società non ha fatto nulla e non difende a prescindere nessuno. Se verrà provato che qualcuno ha commesso irregolarità eviteremo ricorsi. Accadde già con Matuzalem. In attesa di ripulire la troppa spazzatura fatta di dicitur e non di dicunt, ricorro ancora al latino e mi chiedo: cui prodest?

Complotto?

Questo lo dice lei. Io chiedo solo di riflettere. Ho dato fastidio. Abbattuto i privilegi. Tagliato stipendi, a iniziare dal mio. Non percepisco un euro.

Ha parlato con Mauri?

Bravo ragazzo. Senza vizi, cattolico, forse un po’ ingenuo. Con Brocchi e Floccari è stato a Medjugorje. Il quadro che di lui hanno dipinto i giornali non corrisponde al mio. Durante la fase indiziaria non ho mai espresso giudizi, ma in ogni caso ciò che gli addebitano e va dimostrato, rappresenterebbe un mero fatto personale, estraneo alla società.

E la responsabilità oggettiva?

Certe storture non sono più sostenibili.

Le gare con Genoa e Lecce furono regolari?

Mai dubitato. Ero a Lecce. Loro rimasero in 10, noi inseguivamo la Champions. Vincemmo. È strano?

Agnelli lo conosce?

Tutela i propri interessi e a volte, ci siamo scontrati. Ma Andrea è persona seria, ragionevole, moderata. Ha detto ‘dittatori’ ai giudici sportivi? Avrà i suoi motivi. Io ho grande rispetto delle istituzioni. Bisogna essere responsabili. Ma la Juve, come noi, viene da esperienze traumatizzanti. Chi si è scottato con l’acqua calda ha paura anche della fredda. Meglio prevenire che curare.

I tifosi non la amano.

È vero. Nel cuore della città non sono mai entrato. L’ambiente contribuì. Dissero che ero pazzo. Mi chiamavano Lotirchio, si illudevano di intimidirmi, sette bombe mi hanno messo. Io sono per un calcio didascalico e moralizzatore e ho un ispiratore nobile, il Manzoni. L’utile per lo scopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo. La gente alla fine capirà che il mio compito è fare il presidente tifoso e non il tifoso presidente, non produrre debiti, preservare la Lazialità. Non un aspetto estetico, ma una filosofia di vita.

Parole alte.

Quando alle riunioni di Lega usavo il termine ‘icastico’ mi guardavano male: ‘Ma questo che sta a di’?’.

Il nuovo stadio?

Abbiamo arene da terzo mondo, ma ai mestatori piace sostenere che voglio fa’ le speculazioni. Ma chi l’ha mai detto? Chi l’ha mai pensato? La Lazio non è Claudio Lotito, è una Spa quotata, sottoposta a vincoli. Non dimentichi che a Roma, anni fa, venne autorizzato un parcheggio al Pincio. Non per fare il baston contrario, ma dell’argomento stadio, sono esperto.

Voleva dire il bastian ?

È la concitazione. Lo stadio non può essere una cattedrale nel deserto. Bisogna costruire un’identità collettiva che restituisca reddito. Sa con chi mi confronto io? Ha idea degli sforzi che faccio? Milan, Inter e Juve, insieme, fatturano 700 milioni. Noi siamo più piccoli. È preferibile dire una brutta verità che una bella bugia. Io non vendo sogni, ma solide realtà e il calcio non va demonizzato. Produce anche utili. Ha una funzione sociale.

Monti voleva chiuderlo.

Ha le sue ricette, io le mie. L’Italia è un serbatoio bucato. Si deve tappare la falla, non mettere benzina. Bisogna lavorare di più e riformare la previdenza. Baby pensioni, invalidità. Il cieco non può guida’ la macchina, o no? Se il medico dichiara il falso me lo devi denunciare. I giorni di malattia concessi allegramente producono danni irreparabili. Se chi amministra la cosa pubblica temesse la Corte dei conti o il danno erariale, lei vedrebbe placarsi in un secondo la corsa alla poltrona. Prenda l’articolo 18. Dobbiamo tutelare l’occupazione, non il posto di lavoro. Il merito e non la garanzia a prescindere. Perché devo impegnarmi quando chi produce prende lo stesso stipendio di chi non fa niente? Perché nessuno può essere licenziato? Sono pronto a un confronto con il sindacato. Se cacci i furbi non crei un vulnus, produci giustizia.

E l’evasione?

La gente deve paga’ le tasse, il nemico non è Equitalia. Male non fare, paura non avere. Purtroppo l’Italia è terra eletta di prenditori e magnager. Arraffatori e cavallette. Io non sono un puritano, ma qui si esagera.

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JUVENTUS

I giorni neri di Conte

condanna e dimissioni?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile squalifica di dieci mesi.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso e al ritorno da Pechino ci sarà l'addio

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte.

Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di rottura insanabile, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci, anche se la frattura sembra decisamente più profonda. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis.

Soltanto però la punta di un iceberg più profondo: all'interno del club bianconero esiste una corrente che vorrebbe interrompere immediatamente il rapporto. Non un caso, forse, la coincidenza con la riapertura dell'inchiesta della procura di Bari sulle partite tra i 2008 e il 2009, quello allenato da Conte. Anche se intorno al nome dell'allenatore fino a oggi non sono emersi particolari scottanti. In più ieri a Torino hanno di fatto "dimesso" il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso. La società - che crede invece con forza nell'innocenza di Bonucci e Pepe ed è convinta di strappare l'assoluzione fin dal primo grado - non ha certamente ancora trovato un eventuale sostituto di Conte, anche se le voci intorno a Prandelli iniziano a farsi ricorrenti. Ma prima verrà affrontata la questione Conte, solo dopo si penserà a come (il "se" sembra quasi un dettaglio trascurabile) sostituirlo. Una cosa è certa: le ferita ha già iniziato a sanguinare e anche a Pechino l'aria inizia a farsi pesante.

[articolo poi modificato in]

JUVENTUS

I giorni neri di Conte:

dieci mesi di squalifica?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile un lungo stop.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso.

La società però smentisce l'ipotesi di un nuovo tecnico: "Conte resterà con noi anche in caso di condanna"

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

ROMA - Il giorno delle sentenze. Già domani, intorno all'ora di pranzo, le commissioni radunate in camera di consiglio per giudicare le 30 posizioni, tra club e tesserati, dei due procedimenti al calcioscommesse - quello relativo al filone di Cremona, e quello di Bari - dovrebbero depositare i propri dispositivi. Poi, dalla mattina di giovedì, avvocati e tifosi conosceranno i verdetti della Disciplinare. Già scritta o quasi la pena per il nome che più d'ogni altro interessa e tiene con il fiato sospeso: Antonio Conte.

Per il tecnico della Juventus non sembra necessario attendere i dispositivi: la pena già scritta (o quasi) è di 10 mesi di squalifica. Uno sconto importante rispetto alle richieste di 15 mesi di stop del procuratore federale, che riequilibra la forbice con il patteggiamento al ribasso proposto da Palazzi (3 mesi e 200 mila euro di ammenda). Ma che rischia di non bastare a salvare la panchina del tecnico. Perché il rapporto tra Conte e la Juventus non è mai stato così scivoloso. Anzi, nonostante una Supercoppa ancora da giocare, si potrebbe già parlare di frattura, tanto che circola con insistenza la voce secondo cui di ritorno dalla Cina, vittoria o meno, il rapporto tra l'allenatore e il club si interromperà. Una ipotesi che però la società smentisce. "Conte non si tocca, resterà il nostro allenatore anche in caso di condanna". Forse soltanto una eventuale assoluzione avrebbe potuto rimettere insieme i cocci. Il primo segnale inequivocabile è arrivato ieri, con la notizia che il tecnico avrebbe, in caso di condanna, cambiato i rappresentanti legali per l'appello: via gli avvocati della Juventus, Chiappero e Briamonte, dentro un nome di grido come quello di Giulia Bongiorno, per affiancare il legale di fiducia di Conte, Antonio De Rensis.

Soltanto però la punta di un iceberg più profondo. In più ieri si è dimesso il collaboratore dell'allenatore, Cristian Stellini (oggi ascoltato in procura a Bari), proprio per evitare di dovere mettere la faccia della Juventus su eventuali guai giudiziari del "vice" ed ex giocatore biancorosso.

Ma lo ha modificato lui? o lo hai fatto tu?

Ha avuto qualche ripensamento?

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Gazza connection

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Pepe e Bonucci salvi,

10 mesi a Conte

Anticipiamo i verdetti

La Disciplinare non ritiene

credibile Andrea Masiello

Anche Belmonte e Salvatore Masiello saranno prosciolti

Carobbio e Gervasoni sono attendibili e per questo paga il tecnico della Juve

di MAURIZIO GALDI (GaSport 08-08-2012)

Domani sarà una giornata in chiaroscuro per la Juve: perderà Conte per dieci mesi (almeno in primo grado), ma ritroverà Bonucci e Pepe già per la Supercoppa di sabato. L'attacco degli avvocati di Bonucci e Pepe, la fragilità dell'impianto accusatorio palesata dal Procuratore federale Stefano Palazzi (interrompe le difese per proporre lui patteggiamenti sempre più convenienti per le parti) avrebbero infatti convinto la Disciplinare che su Udinese-Bari non ci sono elementi sufficienti per accettare le richiesta della Procura. In parole povere si arriverebbe al proscioglimento per Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Salvatore Masiello e Nicola Belmonte. Eppure le richieste erano pesanti: quattro anni per Belmonte, tre anni e sei mesi per Bonucci e Salvatore Masiello, un anno per Pepe, 50 mila euro per l'Udinese.

I pentiti Tutto si gioca sulla credibilità che la Disciplinare ha dato alle ammissioni dei diversi pentiti. Sicuramente le dichiarazioni di Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni sono attendibilissime (lo hanno già detto Disciplinare e Corte di giustizia federale), quella di Andrea Masiello sono ancora «sotto esame». E anche la magistratura ordinaria non si è fidata tantissimo delle sue dichiarazioni, tanto che è stato arrestato e pure dopo aver fatto dichiarazioni sia a Cremona che a Bari. Le contraddizioni mostrate nelle sue diverse audizioni sono state messe in evidenza dai difensori di Bonucci e Pepe (ma anche da Luciano Malagnini per Salvatore Masiello).

La posizione di Conte Proprio per questo la posizione dell'allenatore della Juventus, Antonio Conte, per i fatti di quando sedeva sulla panchina del Siena, è diversa. Questa volta le dichiarazioni di Carobbio hanno fatto da spartiacque. La Procura federale aveva ritenuto le tesi addotte dal tecnico bianconero poco credibili, anche se alla fine aveva accettato la proposta della difesa di Conte per un patteggiamento a tre mesi e 200 mila euro di ammenda. «Incongrua» aveva ritenuta la squalifica la Disciplinare. E qui è arrivata alla saga degli errori. Alla Juventus sarebbe bastato alzare di poco l'asticella subito (quattro mesi), un po' di più dopo le violente polemiche (cinque mesi), ma alla fine è stato scontro. Palazzi è tornato nei panni del grande inquisitore e ha chiesto 15 mesi, la Disciplinare, con saggezza e misura, avrebbe ricalibrato a dieci mesi. Partendo dalle stesse richieste di Palazzi (sei mesi per l'omessa denuncia e non si capiva perché fosse diventato un anno) aggravati dalla continuazione e dal ruolo di allenatore. Per questo forse Angelo Alessio dovrebbe fermarsi a nove mesi.

Appello Domattina si avranno le conferme ufficiali, le difese avranno tempo cinque giorni (due per le memorie, due per le repliche, uno per le controdeduzioni) per prepararsi. Poi il 17 la Corte di giustizia federale a sezioni unite (presidente Gerardo Mastrandrea) esaminerà le carte e da lunedì 20 si tornerà in aula per gli appelli. I dispositivi dovrebbero arrivare entro il 23. Più avanti (almeno 15-20 giorni) per le motivazioni anche se tutti potranno comunque appellarsi al Tnas del Coni.

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La Juve: «Dimissioni?

Antonio non si tocca»

Ma c'è chi rema contro

Frizioni all'interno del club e un «corvo» che mette in giro

voci di addio del tecnico. Poi l'intervento di Andrea Agnelli

di FRANCESCO CENITI (GaSport 08-08-2012)

E poi ci sarebbe la Supercoppa. Tutto quello che sta accadendo intorno e soprattutto dentro alla Juve ha dell'autolesionismo: fra tre giorni a Pechino i bianconeri si giocano il primo trofeo della stagione, ma non aiuta il tam tam sul futuro incerto di Conte, ipotesi dimissioni comprese. C'è questo rischio? La bussola è il presidente Agnelli che ha ri-ri-riconfermato la fiducia del condottiero che ha guidato la Juve allo scudetto. Fiducia espressa a chiare lettere con un comunicato diffuso all'indomani dello «schiaffo» patito dalla Disciplinare (patteggiamento rifiutato). Eppure non è bastato a calmare i «mercati»: lo spread di Conte è sempre nella bufera. Ecco perché al termine dell'ennesima giornata ricca di contraddizioni e dopo la nuova smentita ufficiale del club sull'abbandono dei legali bianconeri dalla difesa di Conte, la dirigenza si è posta una domanda «E se le notizie destabilizzanti partissero da dentro?». Ci sarebbe una sorta di scheggia impazzita che punterebbe a minare la credibilità dell'allenatore. Basta e avanza per far scattare l'allarme in casa Juve. Cerchiamo di capire il perché.

Le frizioni La vicenda scommesse irrompe in casa bianconera nella scorsa primavera. Conte rivendica con forza la sua innocenza e la società lo appoggia. Eppure qualche «velina» arriva ai giornali: «in caso di stop lungo, il tecnico salta». E circolano i nomi di Prandelli e Capello. La società sceglie un profilo basso e il tecnico decide di affiancare l'avvocato Antonio De Rensis allo staff legale societario. Tutto bene fino a quando si arriva al possibile deferimento: si parla d'illecito e le voci di uno scaricabarile ritornano puntuali.

Battaglia finale L'omessa denuncia placa gli animi. Ma non il «corvo»: arriva subito l'imbeccata sul patteggiamento, nonostante Conte sia contrario. Poi, quando il tecnico si convince, altra soffiata ai giornali. Peccato che le rassicurazioni sull'esito positivo del compromesso si rivelino una bufala. A quel punto le frizioni esplodono in un faccia a faccia molto teso nella sede della Juve (presente Agnelli). Conte rifiuta qualsiasi altra mediazione, la società gli garantisce la panchina in ogni caso. Si ritorna al processo, ma in aula si presentano solo De Rensis e Chiappero. L'altro avvocato del club (Briamonte, anche membro del Cda) resta a Torino. La crepa diventa voragine quando Conte decide d'ingaggiare la Bongiorno. Arrivano altre «veline» che parlano d'uscita dei legali Juve dalla difesa del tecnico. Sembra una presa di distanza, quasi il primo passo verso la destituzione di Conte. La Juve sul sito ufficiale è costretta all'ennesima smentita. Non solo, seguono le parole di Briamonte (ricomparso per l'occasione) a Sky: «Ma no, nessuna uscita: dopo il verdetto saranno fatte delle valutazioni». Tutto questo dopo le dimissioni di Stellini (collaboratore di Conte) che qualcuno aveva fatto passare come l'antipasto di quelle del tecnico, perché travolto dalla nuova inchiesta di Bari (ma i pm negano che ci siano documenti compromettenti sull'allenatore). Il «corvo» alza il tiro: «Conte va via. Lo fa dopo Pechino. La condanna sarà il colpo di grazia». Sono «fonti» qualificate, dicono i giornalisti al club che chiede spiegazioni. Fonti interne alla Juve, forse. A Torino farò molto caldo nei prossimi giorni. E non certo per colpa di Caligola.

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DUE CITTÀ TREMANO IL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO ABETE: «LE GARE DELLA PRIMA GIORNATA DI B POTREBBERO SLITTARE»

Lecce e Grosseto destinati alla retrocessione

di MAURIZIO GALDI (GaSport 08-08-2012)

«Slittamento delle gare di Serie B? È una valutazione che faremo in concerto con la Lega di B, che parte prima, mentre la Lega Pro parte una settimana dopo, quindi il problema è spostato nel tempo». Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, a margine del Consiglio federale di ieri, ha così spiegato la situazione che si verrà a creare dopo le sentenze della Disciplinare sulla retrocessione del Grosseto e del Lecce. Intanto il Consiglio ha già delegato Abete, Tavecchio (vicepresidente vicario), Albertini (vicepresidente) Macalli (vicepresidente e presidente Lega Pro) e Abodi (presidente Lega di B) «a prendere le decisioni del caso».

Le retrocessioni La Disciplinare dovrebbe decidere per l'applicazione del comma I dell'articolo 18 del Codice di giustizia sportivo nei confronti di Grosseto e Lecce. In poche parole sarebbe stata accettata la richiesta del Procuratore federale Stefano Palazzi di «non consentire a Grosseto e Lecce di disputare il campionato di competenza» e di inviare la pratica al Consiglio federale per l'assegnazione a nuovo campionato. «Noi ovviamente cj siamo già coordinati con il presidente Abodi per garantire una tutela della regolarità ma anche dei tempi di difesa», ha concluso Abete.

I fatti Le decisioni della Disciplinare sono scaturite dai due diversi procedimenti partiti dalle carte di Cremona (per il Grosseto) e di Bari (per il Lecce). Nel primo caso sono stati ritenuti credibili sia i calciatori che erano stati arrestati (Turati e Joelson) e che al gip hanno raccontato le loro verità, sia le dichiarazioni dell'ex d.s. Iaconi davanti alla Procura federale. Nel caso del Lecce, partendo dalle ammissioni di Andrea Masiello, Carella e Giacobbe, la Procura della Repubblica ha effettuato delle indagini patrimoniali a carico dell'allora presidente Pierandrea Semeraro e alla fine proprio le indagini dei carabinieri di Bari potrebbero aver fatto pendere la decisione verso l'accoglimento della richiesta di Palazzi. Per la definizione della questione, la Federcalcio comunque aspetterà la sentenza della Corte di giustizia federale, anche se le società potranno proseguire con i loro appelli sia al Tnas che eventualmente al Tar del Lazio.

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La scelta di Stellini:

collabora con il pm

Oggi altri interrogati

Dall'ex difensore parziali ammissioni. A Bari sentito

pure Micolucci: scagiona Conte, ma fa altre rivelazioni

di FRANCESCO CENITI (GaSport 08-08-2012)

Piatto ricco nella nuova giornata d'inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla Procura di Bari. Ieri i magistrati hanno incassato le primi, utili, ammissioni da Cristian Stellini (ex collaboratore di Conte); aggiunto alle rivelazioni di Andrea Masiello anche quelle piene di nomi e particolari fatte da Vittorio Micolucci (sentito come persona informata sui fatti); mandato un messaggio ai calciatori-naviganti. Così il pm Ciro Angelillis al termine degli interrogatori: «l'inchiesta è ancora lunga, fortunati voi (rivolto ai giornalisti, ndr) che potete andate al mare». Nei prossimi giorni molti altri ex del Bari saranno ascoltati da indagati per frode sportiva. Oggi tocca a Barreto, Lanzafame e Caputo. Domani a Guberti, Parisi e Marco Esposito. Ma torniamo a quello che è accaduto ieri.

Stellini parla L'indagine mira a scoperchiare il «sistema Bari»: gare vendute e combinate, soldi divisi negli spogliatoi, giocatori «veterani» che instradano i giovani compagni. Tutto questo all'ombra di un gruppo esterno di finanziatori senza scrupoli con possibili ricadute anche nella criminalità, ben lieta di riciclare i soldi attraverso il calcio. Insomma, un quadro indiziario grave. Le partite sospette sono almeno sei, ma potrebbero essere molte di più. Quelle nel mirino sono Salernitana-Bari (3-2) e Piacenza-Bari del 2009 (2-2), Bari-Treviso del 2008. Stellini è stato sentito per circa due ore dagli inquirenti e ha lasciato la caserma intorno alle 13,15 senza rilasciare dichiarazioni. L'ex difensore del Bari si era dimesso lunedì dalla Juve (era collaboratore di Conte) proprio per «dedicarsi con forza al chiarimento delle vicende che mi riguardano». A Stellini, indagato anche a Cremona, sono stati chiesti alcuni passaggi delicati riguardo alcune partite dei biancorossi della stagione 2008-2009 (il Bari fu promosso in A, l'allenatore era proprio Conte). L'ex difensore avrebbe fatto delle parziali ammissioni, soprattutto sui soldi circolati per la sfida contro la Salernitana. Avrebbe però ribadito che il sistema ruotava intorno ai giocatori, con lo staff tecnico ignaro di tutto. È probabile sia ascoltato di nuovo.

Micolucci e Conte Molto più loquace Vittorio Micolucci. L'ex difensore dell'Ascoli, ma anche del Bari, ha ribadito le cose scritte in una memoria affidata alla Procura federale. Accuse precise su fatti appresi da amici baresi (compresi i ristoratori sotto inchiesta) e colleghi. L'avvocato Pigotti al termine dell'interrogatorio ha sottolineato: «Micolucci ha dato chiarimenti e spiegazioni. Sapete che il mio assistito è un collaboratore: è stato il primo che ha svelato tutto del calcioscommesse e ha detto quello che sapeva alle varie Procure. Per la sua condotta e per aver detto quello che ha fatto e che sapeva direttamente è stato anche squalificato. Lui ha giocato nel Bari, conosce l'ambiente e le sue storture. Ai magistrati ha dato delle informazioni precise. Conte? La sua frase è stata fraintesa dalla stampa: aveva fatto solo un riferimento cronologico. Ma non sa nulla di un coinvolgimento del tecnico». Conte sarà sentito entro agosto come persona informata sui fatti, mentre i pm puntano a mettere sotto torchio i giocatori.

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Ghost Dog, se sei stanco, rallenta un po' e limitati solo alle cose più importanti.

Grazie per la benedizione. .asd

Allora qualche articolo in mattinata, zibaldone nel pomeriggio.

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JUVENTUS

I giorni neri di Conte

condanna e dimissioni?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile squalifica di dieci mesi.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso e al ritorno da Pechino ci sarà l'addio

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

[articolo poi modificato in]

JUVENTUS

I giorni neri di Conte:

dieci mesi di squalifica?

Domani dovrebbe arrivare la sentenza della Disciplinare: possibile un lungo stop.

Ma il rapporto con Agnelli sembra già compromesso.

La società però smentisce l'ipotesi di un nuovo tecnico: "Conte resterà con noi anche in caso di condanna"

di MATTEO PINCI (Repubblica.it 07-08-2012)

Ma lo ha modificato lui? o lo hai fatto tu?

Ha avuto qualche ripensamento?

No, ha ri-editato il giornalista - la redazione - di Repubblica

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Juve divisa sul caso Conte

lite sulla linea dei legali

Domani la sentenza. Marotta: lui resta in ogni caso

Inchiesta di Bari, oggi saranno ascoltati dai pm Barreto, Lanzafame e Caputo

di GIULIANO FOSCHINI & MATTEO PINCI (la Repubblica 08-08-2012)

Da un lato è partito il toto condanna, che trattandosi di un’inchiesta sul calcioscommesse non è esattamente il massimo dell’eleganza. Dall’altro si è aperta una fortissima spaccatura interna che, al ritorno da Pechino, comunque vada finire e con buona pace di tutti, provocherà qualche morto e non solo feriti.

Nella Juventus che si prepara alla Supercoppa con il Napoli, a Pechino, la tensione è altissima. Conte sembra aver rotto con un pezzo del consiglio di amministrazione della società ma evidentemente non con il presidente Angelli tanto che nella serata di ieri la Juventus ha smentito, tramite il direttore generale Giuseppe Marotta, le voci sulle dimissioni o comunque su un divorzio dal tecnico.

Il nodo è chiaramente la sentenza che dovrebbe arrivare domani (oggi il deposito del dispositivo). I rumors parlano di una condanna sicura per l’allenatore campione d’Italia mentreBonucci e Pepe potrebbero cavarsela. Ma si tratta di voci incontrollate, senza alcun valore. Quello che è certo, però, è che il clima tra la società, o comunque tra un pezzo di società, e Conte non è affatto dei migliori. La notizia di un cambiamento dei legali di Conte (oggi difeso dal suo avvocato di fiducia De Renzis e da quelli del club Briamonte e Chiappero) circolata lunedì, non va però sottovalutata. È evidente che qualcosa tra Conte e la Juve è successo. E questo qualcosa è nato a causa della gestione del processo sportivo. All’allenatore non è andata giù prima la scelta degli avvocati della Juve di patteggiare e poi la figuraccia del mancato patteggiamento. Alla Juventus invece non è piaciuta affatto la vicenda Stellini. Il suo assistente aveva giurato, con la benedizione di Conte, che oltre all’episodio di Siena-Albinoleffe uno di quelle partite di fine stagione dove i giocatori tirano indietro la gamba perché è «meglio due feriti che un morto» per dirla con Buffon non c’era nient’altro.

E invece l’indagine della procura di Bari sta dicendo altro. Ieri Stellini è stato ascoltato come indagato: l’ipotesi è che lui, come altri giocatori del Bari dell’epoca, abbia intascato denaro per perdere la partita con la Salernitana nel maggio del 2009. La Juve non può mettere la faccia in una storia del genere, è il ragionamento del club, tanto che lunedì Stellini ha firmato le dimissioni. E Conte? I pm di Bari lo sentiranno come testimone, non prima di fine mese. Non ci sono sospetti su di lui. Tutti i giocatori ascoltati dicono che non sapesse della combine e anche Micolucci ieri davanti ai magistrati ha chiarito che la sua espressione «il Bari di Conte e Perinetti» era solo per individuare un lasso temporale. C’è però chi fa notare come, fermo restando l’onestà, un allenatore non si accorge che il suo vice si accordi con la squadra avversaria (Siena-Albinoleffe) o che i suoi giocatori vendano una partita (Salernitana-Bari) è per lo meno un allenatore disattento. Per capire cosa accadrà è comunque necessario aspettare la sentenza della Figc. Il nome che si fa per la nuova difesa di Conte è quello di Giulia Bongiorno che scenderebbe in campo, chiaramente, solo se effettivamente si arrivasse a una sentenza di condanna. Oggi intanto a Bari sfileranno davanti al pm Lanzafame, Barreto e Caputo, tutti come indagati.

Infine il nuovo contratto collettivo firmato ieri tra Lega e Aic, si adegua alla cronaca: da oggi un club potrà sospendere lo stipendio dei tesserati squalificati per scommesse, illecito sportivo, oltre che per doping.

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“Salernitana-Bari venduta per 250mila euro”

Il pm: sarà un’inchiesta lunga. Interrogati per ore Micolucci e Stellini

Prime ammissioni dal vice di Conte “Ma il riferimento all’allenatore è solo temporale”

di GIULIANO FOSCHINI (la Repubblica - Bari 08-08-2012)

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Le prime ammissioni sono arrivate. E altre si aspettano nelle prossime ore. Saleritana- Bari del maggio 2009 è stata una partita truccata. Forse la più truccata delle partite truccate. È quello che sta emergendo dagli interrogatori che in queste ore i pm Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro stanno svolgendo in queste ore con i carabinieri del reparto operativo. Ieri è toccato all’ex collaboratore di Antonio Conte al Siena e alla Juventus, Christian Stellini, all’epoca difensore del Bari e a Vittorio Micolucci, ex giocatore biancorsso che ha raccontato di aver saputo varie cose su quel Salernitana-Bari. Stellini si sarebbe lasciato andare a qualche ammissione mentre Micolucci ha confermato quanto scritto nell’esposto inviato a Palazzi: e cioè di essere certo, per averlo saputo da una serie di persone, che la Salernitana avesse comprato quella partita.

È alla stessa convinzione alla quale sembra essere arrivata la procura di Bari che, partendo dalle dichiarazioni di Andrea Masiello, ha già in mano una serie di riscontri su quanto accaduto. I soldi sono arrivati da Salerno, probabilmente tramite gli stessi giocatori. La cifra è attorno ai 250mila euro. A gestire la spartizione sono stati gli stessi calciatori biancorossi nello spogliatoio.

Nonostante ci sia chi prova a negare, gli investigatori sono convinti che siano coinvolti quasi tutti: per il momento sono stati iscritti nel registro degli indagati Gillet, Ranocchia, Stellini, Barreto, Lanzafame, Caputo (questi ultimi tre verranno ascoltati oggi dal pm Dentamaro) con l’accusa della frode sportiva. La procura ha già in mano una serie di riscontri anche se non ha potuto sviluppare i tabulati telefonici perché sono passati più di due anni (stesso problema per la gara contro il Treviso e quella con l’Udinese, per la quale rischiano la condanna sportiva Bonucci e Pepe).

Agli investigatori baresi interessa molto anche ricostruire la filiera degli scommettitori. Sono certi che l’informazione della gara con la Salernitana sia finita anche ai giocatori che abitualmente erano in contatto con i calciatori. Gli stessi con i quali tenevano contatti anche quando venivano venduti in altre squadra italiane. Anche su questo punto ci sarebbero spunti assai interessanti. Nessuno ha tirato in ballo però l’allenatore di quel Bari, Antonio Conte. E Micolucci ha spiegato che l’espressione nell’esposto «il Bari di Perinetti e Conte» era solo temporale. Al termine degli interrogatori la Procura vorrebbe sentire come testimone Conte. «Per noi sarà lunga» si è lasciato scappare il pm Angelillis ieri ai cronisti, al termine degli interrogatori. Ieri intanto sono stati scarcerati i tre ultras Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono arrestati a maggio scorso con l’accusa di aver minacciato i giocatori del Bari per far perdere le gare con il Cesena e la Samp.

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“Salernitana-Bari venduta per 250mila euro”

Il pm: sarà un’inchiesta lunga. Interrogati per ore Micolucci e Stellini

Prime ammissioni dal vice di Conte “Ma il riferimento all’allenatore è solo temporale”

di GIULIANO FOSCHINI (la Repubblica - Bari 08-08-2012)

[...]

Nonostante ci sia chi prova a negare, gli investigatori sono convinti che siano coinvolti quasi tutti: per il momento sono stati iscritti nel registro degli indagati Gillet, Ranocchia, Stellini, Barreto, Lanzafame, Caputo (questi ultimi tre verranno ascoltati oggi dal pm Dentamaro) con l’accusa della frode sportiva. La procura ha già in mano una serie di riscontri anche se non ha potuto sviluppare i tabulati telefonici perché sono passati più di due anni (stesso problema per la gara contro il Treviso e quella con l’Udinese, per la quale rischiano la condanna sportiva Bonucci e Pepe).

[...]

ma è vera 'sta cosa o è la solita minchiata di questo sfigato per tirare un po' di fango addosso alla Juve? udinese-bari è di maggio 2010. i due anni, ammesso che sia veramente cosi' vista la fonte totalmente inaffidabile, non erano scaduti di certo quando i magistrati hanno svolto le indagini

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Straordinari Rangers

In «Third Division»

ma con lo stesso undici

La squadra più titolata di Scozia ricomincia dai

dilettanti ma sia allenatore sia i giocatori sono rimasti

di FRANCESCO CAREMANI (l'Unità 08-08-2012)

UNA BANDIERA, UNA CASA DA DIFENDERE, 140 ANNI DI STORIA DA ONORARE. Ripartono da qui i Glasgow Rangers, allenati da Ally McCoist, rimasto al suo posto nonostante la retrocessione in Third Division per motivi finanziari. Sabato la prima di campionato al Balmoor Stadium contro il Peterhead, ma l’appuntamento che tutti attendono con ansia è quello del 18 agosto, avversario l’East Stirling, all’Ibrox Park.

Puntano molto sull’affetto del proprio pubblico in casa Rangers, quello che non è mai venuto meno, soprattutto negli ultimi mesi, quello che dal 1872 li ha portati lontano. Un assaggio McCoist e i suoi ragazzi l’hanno avuto durante la prima uscita stagionale, in trasferta, contro il Brechin City per la Ramsdens Cup, dove hanno vinto per 2-1 ai tempi supplementari. Sugli spalti è comparso un drappo che ritraeva il manager con la scritta «La tua lealtà e il tuo sacrificio non saranno mai dimenticati».

Ally McCoist è la bandiera, 355 gol segnati dall’83 al ’98, quindici stagioni di successi, quando l’unica preoccupazione era battere il Celtic nell’Old Firm, quando si parlava di portare le due squadre di Glasgow nella Premier League, quando il derby tra protestanti e cattolici richiamava tifosi dall’Eire e dall’Irlanda del Nord. Ma se qualcuno pensa che le altre grandi di Scozia si stiano stracciando le vesti si sbaglia di grosso. Sky Sport ha confermato la copertura della Scottish Premier League per almeno altri cinque anni, decurtando il montante dei diritti televisivi solo del 10 per cento. Sono in molti, infatti, a sperare che dopo 27 stagioni il titolo posso essere vinto oltre l’Old Firm; quella volta toccò all’Aberdeen di Sir Alex Ferguson ed era il secondo consecutivo. Anche se tutti i club della massima serie hanno dovuto fare i conti con la crisi economica. Lo stesso Celtic non si è potuto sottrarre: «Abbiamo perso qualcosa anche noi, ma dobbiamo mantenere intatta la nostra struttura finanziaria e andare avanti», ha detto Neil Lennon, The Bhoys manager, lanciando una stoccata a distanza ai cugini Gers che hanno rischiato di scomparire per problemi economici. Incalzato dall’Herald Sun, Lennon ha poi allungato la mano: «L’assenza dei Rangers ci toglie qualcosa, sia sotto l’aspetto sportivo che commerciale, ma non sono qui e non c’è niente che io possa fare al riguardo».

In un colpo solo vengono a mancare 54 campionati, 33 coppe di Scozia e 27 di Lega, più la Coppa delle Coppe del ’72 vinta al Camp Nou di Barcellona 3-2 contro la Dinamo Mosca (sul sito del club è in vendita il libro strenna per i 40 anni dall’impresa). I Rangers sono tra i fondatori della Lega calcio locale e dalla prima edizione della massima divisione, 1890, non erano mai retrocessi. Detengono il record mondiale di campionati nazionali vinti, di treble conquistati (7), e nel 2000 sono stati il primo club del pianeta a festeggiare i 100 trofei.

Attualmente, il centrale brasiliano Emilson Cribari (ex Empoli, Udinese, Lazio, Siena e Napoli) sta cercando di convincere McCoist a ingaggiarlo per un’avventura senza precedenti. In rosa ci sono ancora il portiere Allan McGregor, Carlos Bocanegra, Maurice Edu, Alejandro Bedoya, Kyle Lafferty e qualche giovane di belle speranze come Kyle Hutton.

«I nostri tifosi - ha detto McCoist - non ci hanno abbandonato nel momento peggiore e mi aspetto che saranno con noi per i prossimi 140 anni». Cantando «Follow, follow we will follow Rangers / If they go to Dublin we will follow on».

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Il caso

Guerra di spie, Conte scopre gli 007 di Mazzarri: espulsi

Intrusi Due collaboratori del club azzurro avvistati dalla security stavano seguendo l’allenamento a porte chiuse

La protesta di Paratici Il direttore sportivo bianconero ha immediatamente contattato Bigon per lamentarsi per la loro presenza

di ROBERTO VENTRE (IL MATTINO 08-08-2012)

Pechino. La sfida tra Napoli e Juventus è già cominciata: si muovono le «spie» per cercare di carpire qualche ultimo segreto dell'avversario. Due collaboratori di Mazzarri, Enzo Concina e Claudio Nitti, sono riusciti ad infilarsi ieri pomeriggio in una palestra attigua all'Olympic Center Stadium dove la Juventus si stava allenando. In palestra c'erano dei ragazzini impegnati in lezioni di judo e i due osservatori azzurri sono riusciti a passare in un primo momento inosservati e si sono posizionati davanti a una vetrata per avere una panoramica completa del campo di gioco.

L'idea era di prendere qualche appunto, magari scattare qualche foto, bene o male situazioni che animano le vigilia delle partite di calcio, schermaglie degli ultimi giorni. Gli addetti alla sicurezza li hanno sorpresi e allontanati e poi è intervenuto il dirigente bianconero Paratici, con la Juve infastidita per l'intrusione che ha protestato chiamando il suo collega napoletano Riccardo Bigon. «No comment» da parte del Napoli. Il tentativo di carpire qualche indicazione attraverso propri osservatori durante le sedute di allenamento avversarie o delle partite è usanza più o meno comune nel mondo del calcio. Ma stavolta alle «spie» del Napoli è andata male.

La Juventus non l'ha presa benissimo e sono intercorsi lunghi colloqui telefonici tra i due direttori sportivi, Bigon e Paratici, con il primo che ha ovviamente cercato di ridimensionare l’episodio. Il ds bianconero Paratici conosceva personalmente gli osservatori azzurri mandati da Mazzarri in avanscoperta. Una «spy story» in piena regola.

Non il modo migliore, però, per preparare la finale di Supercoppa in programma sabato. Cresce, comunque, la tensione e mancano ancora tre giorni alla sfida. E dopo le sedute di allenamento aperte ai tifosi da oggi fino a venerdì si proseguirà a porte chiuse. La Juventus continuerà ad allenarsi all'Olympic Center Stadium, il Napoli invece cambierà campo di allenamento, dopo la prima seduta al «Worker's Stadium», quella di ieri nel giorno di arrivo della squadra azzurra a Pechino. E poi la partita allo stadio «Olimpico» dove sono previsti settantamila spettatori. Tre giorni ancora di lavoro per mettere a punto le ultime strategie, le utlime situazioni difensive e offensive, lo studio delle palle da fermo, calci d'angolo e punizioni.

L’episodio di ieri pomeriggio fa comunque intendere che la tensione tra i due club è al di sopra del livello di guardia.

___

IL CASO

Tradite dalla luce del flash:

scoperte le spie mandate da Mazzarri

L’osservatore e un vice del tecnico riprendono l’allenamento: cacciati. Protesta bianconera

di MASSIMILIANO NEROZZI (LA STAMPA 08-08-2012)

L’unico giustificabile sarebbe Claudio Nitti, che di mestiere fa l’osservatore (per il Napoli), ma che nella circostanza avrebbe almeno dovuto infilarsi un kimono, intrufolandosi in una scuola di judo per bambini. Macché, lui ed Enzo Concina, assistente tattico di Walter Mazzarri, sono stati scoperti ieri dalla Juve mentre sbirciavano l’allenamento dei bianconeri, a porte chiuse. Si erano infilati appunto in una palestra d’arti marziali, le cui finestre danno sul prato dell’Olympic Sport Center, campo d’allenamento del nemico. E con una macchina digitale stavano riprendendo alcune situazioni tattiche, da consegnare poi al tecnico del Napoli: spionaggio, denuncia insomma il club bianconero, a quattro giorni dalla sfida di Supercoppa.

A tradire la coppia è stata la luce del flash che ha attirato l’attenzione di uno dei responsabili della security. Senza copertura, quella che gli 007 in gamba sanno darsi, sono stati cacciati dallo stadio, visibilmente imbarazzati. La prossima volta magari chiederanno consigli al «Guojia Anquan Bu», i servizi d’intelligence cinesi, maestri del ramo, sennò poi si rischia di imitare John Landis e la sua pellicola comica, «Spie come noi». Nitti ha precedenti specifici, come direbbero le forze dell’ordine, se nel 2000 fu beccato a Casteldebole, centro tecnico del Bologna, travestito da ciclista: Franco Colomba fiutò e cambiò l’orario dell’allenamento. Pare che l’anno successivo Mazzarri ci riprovò, ma con un giovanotto travestito da tifoso rossoblù. I due sono stati riconosciuti dal ds bianconero Fabio Paratici, che del secondo è stato compagno di squadra nel Piacenza, e che bene conosce i metodi del tecnico, avendoci lavorato assieme ai tempi della Samp. La vicenda s’è chiusa con una telefonata tra Paratici e il collega Riccardo Bigon: a differenza dei romanzi, poco diplomatica.

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Libero 08-08-2012

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Si fanno più minacciose le nubi sul futuro dei galletti.

Le dichiarazioni del difensore possono aprire la strada

a un nuovo processo sportivo e a nuove penalizzazioni

Le accuse dell'ex

Micolucci conferma ai pubblici ministeri le combine del Bari nell'anno della promozione

di VINCENZO DAMIANI (Corriere del Mezzogiorno 08-08-2012)

BARI — Ha confermato quanto aveva già messo nero su bianco in un esposto inviato alla Procura federale e la sua confessione rischia di mettere nei guai un'altra volta il Bari, già penalizzato di cinque punti dalla giustizia sportiva, e i protagonisti dell'ultima promozione in serie A dei biancorossi. Vittorio Micolucci, uno dei «pentiti» del calcio scommesse, ieri mattina è stato ascoltato come persona informata sui fatti dai carabinieri e dai pubblici ministeri baresi Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro.

Ha ribadito le sue convinzioni, ovvero che quattro partite giocate dalla formazione biancorossa potrebbero essere state combinate: si tratta di Bari-Treviso dell'11 maggio 2008, (conclusa 0-1), Piacenza-Bari del 9 maggio 2009, finita 2-2, e Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, terminata 3-2, e di Parma-Bari (1-2) del campionato di serie A 2010- 2011. Prima di Micolucci, nella caserma dei carabinieri si è presentato un altro ex biancorosso, Cristian Stellini, il vice di Antonio Conte che lunedì scorso si è dimesso dopo aver appreso di essere stato indagato dalla Procura pugliese. Sia Stellini che Micolucci hanno risposto alle domande degli inquirenti, complessivamente gli interrogatori sono durati circa quattro ore.

Nell'esposto Micolucci scriveva che «in riferimento alle partite del Bari le posso dire che l'anno prima della promozione in serie A il Bari regalò la partita al Treviso. Le voci dicono che presero dei soldi perché in quella stagione le ultime partite del Treviso furono quasi tutte comprate. Nella stagione della promozione, invece, con Perinetti e Conte, sicuramente è stata fatta Piacenza-Bari con un pareggio e Salernitana-Bari con la vittoria della squadra campana… Sono sicuro e certo della vittoria della Salernitana perché in quella stagione nelle ultime partite si avvicinavano alle squadre offrendo soldi. Non so chi sono ma sono sicuro che la Salernitana ha comprato quella partita». Micolucci parla anche della stagione 2010- 2011. «Nell'ultima stagione in serie A - spiegava ancora il difensore - sentendo le voci di Pederzoli e Sommese che erano legati a Tisci, Erodiani, Parlato e automaticamente agli "Zingari", mi dissero che Parma-Bari era una partita fatta per la vittoria del Parma, infatti loro ci scommisero sopra ed erano arrabbiati perché persero tanti soldi. Infatti ci furono delle risse a fine partita. Nei giorni successivi l'incontro tutti e due dicevano che soltanto una parte della squadra del Bari sapeva della combine». «Sono stati fatti chiarimenti - dice Daniela Pigotti, legale di Micolucci - e sono state date spiegazioni. Abbiamo fornito appunti, informazioni, visto che per anni Micolucci ha giocato nel Bari e conosceva l'ambiente, parlava con gente che conosceva anche al di fuori del calcio perché ci si frequenta, si frequentano i ristoranti, si parla tra giocatori e si dicono pettegolezzi».

Oltre alle quattro partite di cui parla Micolucci, nel calderone del calcio scommesse sarebbero finiti altri cinque match giocati tra il 2007 e il 2011, tra questi un Bari-Genoa del primo campionato di serie A, del quale gli investigatori avrebbero chiesto conto anche a Stellini.

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Conte è pronto a lottare da solo

Nuovo pool di avvocati e nuove strategie in vista dell’appello

Ma deve scacciare le nubi di Bari per riprendersi la Juvedi Alberto Abbate

Dalla Disciplinare arriverà lo stop di 10 mesi. E a Bari sarà ascoltato come testimone

di ALBERTO ABBATE (CorSport 08-08-2012)

ROMA - I giorni dell’abbandono. Conte li annusa, li intravede in bianco e nero a Pechino. C’è una grande muraglia, lo separa dalla Juve. Non si dimetterà Antoniocapitano, dovrà scalare però ogni grado della giustizia per riprendersi la sua panchina. Non solo formalmente. Domani - ma le sentenze potrebbero anche slittare a venerdì - scatterà la squalifica, la Disciplinare gli farà uno “sconto” sui 15 mesi richiesti da Palazzi: Conte si beccherà 10 mesi di stop. Eppure, interminabili, saranno i prossimi 30 giorni. L’aria pesante, il caldo infernale di agosto.

LE OMBRE A BARI - Guarderà la Supercoppa dall’alto, Conte ha già le vertigini. Nessuna paura di volare, solo di cadere. La società non gli darà nessun paracadute. Adesso deve vedersela da solo, col suo avvocato De Rensis. Non basta più urlare, deve dimostrare la sua innocenza. La Juve è al suo fianco, nel senso che lo aspetterà. Non è una questione di tempo, piuttosto d’immagine. E’ riconoscente all’allenatore campione d’Italia, ma Conte dovrà ripagarla con le carte. Della sua “libertà” calcistica. E dovrà dissolvere quelle nubi “maledette” a Bari. Avere le mani pulite.

IL COLLABORATORE STELLINI - Entro fine agosto dovrà parlare in Puglia, lo aspetta pure la Procura della Repubblica. Ieri c’era il suo collaboratore Stellini. Un assaggio del passato indigesto: è indagato insieme a 9 suoi ex compagni di quel “Bari dei miracoli”, dove gli investigatori hanno scovato «una vera e propria squadra di calcioscommesse» . Gli inquirenti non mirano certo a Conte, l’allenatore sarà ascoltato come “persona eventualmente informata sui fatti”. Questi continui schizzi di fango cominciano però a sporcare la Juve, che nulla c’entra con questa brutta vicenda. E’ parecchio infastidita.

LA FRATTURA SUPERFICIALE - E’ ancora superficiale, ma c’è una ferita interna, s’è aperta nei giorni prima del processo. E ora è più visibile: i legali bianconeri Briamonte e Chiappero da una parte, l’avvocato De Rensis - presto assistito dalla Bongiorno - dall’altra. A Conte non è andata giù la scelta dei difensori della Juve di patteggiare e poi il rifiuto della Disciplinare. Non voleva farlo sin dall’inizio, s’è sentito forzato, poi rigettava una pena di quattro mesi. La Vecchia Signora invece non ha affatto gradito la vicenda Stellini. Il suo assistente aveva giurato, confessato solo l’episodio di Siena-Albinoleffe. Conte aveva persino dato la sua benedizione, invece i fatti lo stanno smentendo a Bari.

CONTE PIU’ SOLO - Che c’entra Conte? La sua onestà, sino a prova contraria, d’essere presunta. Di certo però un tecnico che non s’accorge dell’accordo fra un suo collaboratore e la squadra avversaria (Siena-Albinoleffe) o di una mega-vendita (Salernitana-Bari) da parte dei suoi giocatori è perlomeno molto distratto e disattento. Antoniocapitano giura sia questa l’unica e sola verità. Dovrà dimostrarla e poi vivranno tutti felici e contenti. Come un tempo, sino a ieri era così. Fra trionfi e grida di gioia. Lui, la Juve e un’Italia bianconera, schierata al suo fianco. Stavolta però, dopo aver alzato la voce quando non voleva patteggiare, sarà molto più dura difendersi. Sarà prima travolto da 10 mesi di squalifica, la botta della Disciplinare. Poi si rivolgerà alla Corte di Giustizia Federale. Punterà all’assoluzione da ogni accusa, ma ottenere 3-4 mesi di squalifica - all’ultimo grado di fronte al Tnas - sarebbe comunque una vittoria. Il più grande successo cancellare ogni macchia. Zittire ogni malalingua. Dalla Cina con rumore.

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IL PM: INCHIESTA LUNGA

Bari, Stellini interrogato per due ore

L’ex assistente di Conte tirato in ballo da Masiello, che ha fatto altre aggiunte

Indagini su tre partite del Bari: quelle contro Treviso, Piacenza e Salernitana

di ANTONIO GUIDO (CorSport 08-08-2012)

BARI - Riflettori puntati sul Bari di Antonio Conte. Due ore di interrogatorio per Cristian Stellini, una per Vittorio Micolucci che con il suo famoso fax inviato al procuratore federale Stefano Palazzi ha offerto agli investigatori nuovi spunti d'indagine che andranno avanti per mesi. «L'inchiesta è ancora lunga, voi che potete andate al mare» ha ironizzato il pm Ciro Angelillis lasciando il Comando provinciale dei Carabinieri sul lungomare di Bari. Stellini, uno dei leader del Bari di Conte insieme con Andrea Masiello, è stato tirato in ballo proprio dal suo ex compagno di squadra che avrebbe confermato le rivelazioni raccolte da Micolucci aggiungendo materiale di un certo interesse.

Stellini è arrivato alle 10,30 in compagnia dell' avv. Raffaele Della Valle, che fu il legale di Enzo Tortora e della modella inglese Terry Broom. Ad attenderli i pm della Procura di Bari Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro insieme con il maggiore Riccardo Barbera del Nucleo Investigativo dei Carabinieri.

Gli inquirenti lo considerano uno degli uomini chiave dell' inchiesta anche per chiarire i termini del possibile coinvolgimento della criminalità organizzata con scommesse clandestine e denaro da riciclare. L'elenco delle partite si allunga di giorno in giorno ampliando il ventaglio delle presunte combine ai campionati 2007-2008 e 2008-2009, quando sulla panchina c'era Conte che riportò il Bari in serie A con una fantastica cavalcata (giocando il miglior calcio del campionato cadetto).

La Procura sta esaminando tre partite truccate: Bari-Treviso dell'11 maggio 2008, conclusa 0-1, Piacenza-Bari del 9 maggio 2009, finita 2-2, e Salernitana-Bari del 23 maggio 2009, terminata col risultato di 3-2, più altre sei gare sospette.

L'interrogatorio è stato ovviamente secretato per non compromettere l'esito delle indagini. Stellini ha risposto a tutte le domande del sostituto procuratore Ciro Angelillis tese ad appurare anche un eventuale coinvolgimento di Conte durante le due stagioni baresi.

Una breve pausa, il tempo di prendere un caffè, poi è stato il turno di Vittorio Micolucci, convocato come persona informata sui fatti, che aspettava da due ore insieme con il suo legale Daniela Pigotti. «Sono stati fatti chiarimenti - ha detto l'avvocato al termine dell'interrogatorio - e sono state date spiegazioni su quel famoso fax. Ci sono state diverse manipolazioni anche giornalistiche su Conte ma il mio assistito ha semplicemente fatto un riferimento temporale e cronologico, dicendo che nell'anno in cui allenava Conte mi risulta che... Come dire l'Inter di Mourinho, la Roma di Luis Enrique» .

L'avv. Pigotti ci tiene a sottolineare che Micolucci ha voluto dire tutto quello che sapeva, anche quello di cui era venuto a conoscenza da voci di corridoio, dai compagni di spogliatoio. «Lui di fatto non sa nulla anche perché quello che ha vissuto direttamente l'ha già detto ed è stato squalificato. Alla Procura ha riportato appunti, informazioni, visto che per anni ha giocato nel Bari. Quindi conosceva l'ambiente, parlando con gente che conosceva e con cui ha avuto rapporti anche al di fuori del calcio perché ci si frequenta, si frequentano i ristoranti, si parla tra giocatori e si dicono pettegolezzi. Ma lui non sa nulla riferisce de relato quello che ha ascoltato per sentito dire» . Micolucci avrebbe riferito di quelle presunte combine «nell'ottica del collaboratore che è, perché se siamo arrivati al calcioscommesse è per merito di Micolucci che è il primo che ha svelato tutti i meccanismi, dagli zingari a Gervasoni fino alla catena che è sotto gli occhi di tutti» .

Oggi toccherà agli attaccanti Barreto, Lanzafame e Caputo.

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LA FIGC SI MUOVE PER TROVARE UNA SOLUZIONE

Lecce e Grosseto nel limbo

Congelate le loro partite di B

Abete potrebbe sostituirle con Vicenza e Nocerina

La Disciplinare ha già dato la delega

di ALBERTO ABBATE (CorSport 08-08-2012)

ROMA - Gare congelate in partenza. Lecce, Grosseto, Vicenza e Nocerina nel limbo. Oscillano fra la B e la Lega Pro: due andranno in paradiso, le altre all'inferno. Se dopodomani (al massimo venerdì 10 agosto) dovessero essere confermate in primo grado le richieste di Palazzi per Lecce e Grosseto - retrocessione in Lega Pro e rispettivamente -6 e -3 punti nella stagione 2012/13 - il presidente della Figc, Giancarlo Abete, potrebbe bloccare le loro partite e aspettare l'ultimo giudizio del Tnas. A meno che (difficile) la Corte di Giustizia Federale, entro il 25 agosto (partenza del campionato di B), non dovesse rivoltare le decisioni della Disciplinare.

LECCE E GROSSETO - La Commissione potrebbe non retrocedere direttamente Lecce e Grosseto, perché l'art 18 comma I del CDS prevede «l'esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore» . In questo caso, però, assicura Abete: «Il presidente e il vicepresidente della Figc e il presidente della Lega di B hanno già la delega per provvedere ».

VICENZA E NOCERINA - La strategia: congeleranno le gare di Lecce e Grosseto. Lo lascia intendere - aspettando l'ufficialità delle decisioni della Disciplinare - il presidente Abete: «Slitteranno le partite delle squadre coinvolte nel calcioscommesse? Valuteremo il da farsi in relazione alle sentenze di primo grado e agli eventuali ricorsi, di concerto con la Lega di Serie B» . Non si sbilancia, non può farlo, Abete. Ma già dopodomani avrà risposte più precise. Procederà eventualmente alla sospensione delle sfide, dentro le quali - al posto di Lecce e Grosseto -tornerebbero Vicenza e Nocerina, "terze interessate" all'ultimo processo. Per avere la certezza del loro "ripescaggio" dovranno però attendere sino all'ultimo grado del giudizio. Entro il 25 agosto ci saranno le sentenze d'appello. Poi, d'urgenza, il presumibile ultimo ricorso al Tnas. Per avere un quadro definito entro il 2 settembre, quando partirà la Lega Pro. Nessun problema, Lecce e Grosseto sarebbero inserite nelle caselle di Vicenza e Nocerina. Due gironi differenti. Del loro inferno.

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LO SCANDALO ENTRA NEL NUOVO CONTRATTO

Ecco l’accordo collettivo e la norma anti-scommesse

Stipendio sospeso per i giocatori squalificati anche se soltanto in primo grado

di ALBERTO ABBATE (CorSport 08-08-2012)

ROMA - Stretta di mano Lega-Aic. Ora 19.30, c’è l’accordo collettivo in Figc: «Sono soddisfatto, perché eviteremo le fibrillazioni che hanno accompagnato l’inizio della passata stagione» , sottolinea Abete. L’ultimo scandalo scommesse lascia un segno indelebile nel nuovo contratto: sospeso lo stipendio per coloro che verranno squalificati, anche in primo grado. Confermata la riforma dei collegi arbitrali: zero cause nell’ultimo anno.

ACCORDO ANNUALE - C’è la firma sul nuovo contratto collettivo. E’ arrivata ieri a sorpresa, a margine del Consiglio federale di Roma. Accordo trovato fra il presidente della Lega A, Maurizio Beretta, e Damiano Tommasi. Durerà un anno: «Ma ci sono buoni auspici per arrivare anche a un contratto di durata triennale. Ora abbiamo tempo per lavorarci con la Lega. Una volta chiuso il discorso della convenzione promo-pubblicitaria, cercheremo d’avere un contratto completo su tutti gli aspetti» , sottolinea il numero uno dell’Aic.

NIENTE INGAGGI -Scongiurato un altro sciopero, dopo la figuraccia dello scorso anno. C’era stata una proroga del contratto collettivo a settembre, dopo lo stop del campionato per la mancata firma del rinnovo. Ora in un batterdocchio - grazie all’intermediazione dell’avvocato Briamonte - è arrivata l’intesa. Introdotta una fondamentale novità: una norma che permetterà alle società di sospendere gli emolumenti dei giocatori, non solo in caso di squalifica per doping, ma anche per scommesse o illecito sportivo. La facoltà scatterà già dal giudizio di primo grado.

IL CASO MICOLUCCI - «È un segnale chiaro» , commenta il presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi. Dopo il filmato, con il racconto di un “pentito”, trasmesso dall’Aic in tutti i ritiri italiani. Una tutela per i club, travolti dal fenomeno, per evitare sanzioni. Qualcuno è già rimasto beffato: l’Atalanta ha pagato Andrea Masiello sino all’ultimo centesimo, 1370 euro al giorno. L’Ascoli s’era rifiutato di retribuire Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, aveva addirittura ricevuto la minaccia di un decreto ingiuntivo. Solo una diffida del presidente Abodi li aveva bloccati. Adesso non servirà più. C’è una legge anti-scommesse.

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C’ERAVAMO TANTO AMATI

LA JUVE E CONTE: MATRIMONIO IN BILICO

di LUCA DE CAROLIS (il Fatto Quotidiano 08-08-2012)

Da simbolo da difendere a tutti i costi, ad allenatore in bilico. Schiacciato tra la sentenza che arriverà e le inchieste che continuano. Ad oggi Antonio Conte è ancora il tecnico della Juventus. Ma il filo che lo tiene legato ai bianconeri si è sfilacciato. Domani la Commissione Disciplinare, primo grado della giustizia sportiva, emanerà le sentenze per il terzo processo sul calcioscommesse. Le fortissime indiscrezioni raccontano di una condanna del tecnico a dieci mesi di squalifica. Cinque in meno rispetto alla richiesta del procuratore federale Palazzi, ma è quasi un dettaglio. Perché una condanna di queste dimensioni lascerebbe fuori Conte per tutta la prossima stagione. Costringendo la Juve a cercare un sostituto, con buona pace della linea tenuta sino al processo. Il club aveva fatto quadrato attorno a lui, reagendo con rabbia al no della Disciplinare a un patteggiamento di tre mesi di squalifica per Conte. Ma ora sta riflettendo sul da farsi. Lo confermano le voci sugli avvocati della Juventus, che potrebbero anche non difendere il tecnico nell’appello. “Il collegio difensivo è unito, deciderà Conte” smentisce l’avvocato Chiappero.

MA I NODI restano, mentre continua a dilatarsi l’inchiesta della Procura di Bari, dove ieri è stato sentito Cristian Stellini, collaboratore di Conte al Siena e poi alla Juventus. Stellini si è appena dimesso dal club bianconero, dopo aver patteggiato una squalifica di due anni e mezzo nel processo del Foro Italico. Ieri i pm gli avrebbero chiesto (anche) di Salernitana-Bari del maggio 2009, quando ad allenare i pugliesi era Conte. Intanto la Juventus cerca di pensare alla finale di Supercoppa di sabato prossimo a Pechino, contro il Napoli. Sulla panchina bianconera siederà Massimo Carrera. Ma al ritorno in Italia potrebbe essere tempo di altre scelte. C’è chi parla di un Conte pronto alle dimissioni, e di contatti tra la Juventus e Prandelli. A Torino sono cauti, e si consolano con un’altra indiscrezione: la Disciplinare è pronta a prosciogliere Bonucci e Pepe.

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Scommesse, l’ora dei verdetti

Accordo tra la Lega e l’Aic: niente stipendio ai calciatori squalificati

Oggi si riunisce la Disciplinare Conte, Bonucci e Pepe in ansia

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 08-08-2012)

ROMA – Ancora qualche ora e le sentenze riguardanti il calcioscommesse saranno note. Oggi rientra a Roma il presidente Sergio Artico che si riunirà con la Commissione Disciplinare in camera di consiglio per ultimare il giudizio sulle 31 posizioni, tra società e tesserati, dei due procedimenti relativi ai filoni di Cremona e Bari. In serata dovrebbero essere depositati i dispositivi in Figc: domani la pubblicazione.

Oltre ai verdetti sui club, c’è molta attesa per conoscere il destino di Antonio Conte, Simone Pepe e Leonardo Bonucci. Se il tecnico può solo sperare in una riduzione della pena - per poi proseguire la sua battaglia nel procedimento d'appello (presumibilmente dopo Ferragosto) e ultimarla con il ricorso al Tnas (via che se scelta anche da Grosseto e Lecce porterà allo slittamento della serie B) - i due calciatori hanno motivi per sperare. Dopo l’arringa difensiva dei legali Chiappero e Bianchi, è sembrata scricchiolare la credibilità di Andrea Masiello per Udinese-Bari del 9 maggio del 2010 a tal punto che ora la difesa spera nel proscioglimento. Ieri a bari interrogati in Procura Stellini (nessuna domanda ricevuta su Conte) e Micolucci. Importante precisazione dell’avvocato Pigotta: «Quello a Conte è stato un riferimento cronologico, dicendo che nell'anno in cui allenava il tecnico mi risulta che...come dire l'Inter di Mourinho».

Intanto a margine del Consiglio Federale, accordo trovato tra l’Aic e la Lega di A per il contratto collettivo. Novità: la sospensione dello stipendio per i giocatori squalificati per scommesse, illecito sportivo e doping e la definizione della parte variabile nei contratti. Non potrà eccedere il 100% di quella fissa annua per gli accordi sino a 400mila euro lordi, non avrà limitazione alcuna sia per quelli superiori che nel caso di stipula di primo contratto da professionista.

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5 domande

a Marcello Lippi

«Dimissioni? Conte non ci pensa

neppure né il club gliele chiederà»

di MASSIMILIANO NEROZZI (LA STAMPA 08-08-2012)

Marcello Lippi, ora tecnico del Guangzhou Evergrande di Canton, chi è la favorita della SuperCoppa?

«Semplicemente, non c’è. Perché Juve e Napoli sono due squadre forti entrambe e si stanno preparando bene per questa sfida: se la giocheranno alla pari».

Cosa manca ai bianconeri per essere competitivi anche in Champions League?

«Gli manca di giocarla. Nel senso di riabituarsi, hanno una squadra forte. E poi in Champions, se levi Barcellona e Real, c’è un gruppo che più o meno ha lo stesso valore: e c’è la Juve».

In Italia è stato scritto che, vista la tempesta, Antonio Conte potrebbe dare le dimissioni: che ne pensa?

«Credo che una cosa del genere non passi neppure nella sua testa. Come credo che non lo pensi neanche la società».

Conte potrebbe però essere squalificato: verità o leggenda che dalla tribuna si vede meglio la partita?

«Verità, come no. Dall’alto puoi cogliere meglio i movimenti, come si dispone la squadra, la distanza tra i reparti. E come si muove l’avversario. Ma poi un’allenatore deve stare a bordo campo, di fianco ai suoi ragazzi: anche se poi, il lavoro più importante non lo fai in partita, ma durante la settimana, ogni giorno. Cosa che Conte, la scorsa stagione, ha fatto benissimo».

Vista dalla Cina, l’immagine del calcio italiano è ancora quella degli scandali?

«Ma no. Qui in Cina c’è grande ammirazione nei confronti del calcio italiano e per i grandi campioni che abbiamo, e che ha anche la Juventus»

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CALCIOSCOMMESSE

Una finale per dirsi addio

Conte-Juve, storia finita?

Il rapporto fra mister e Andrea Agnelli si è deteriorato. Attesa per oggi la sentenza

del processo: le «dimissioni» dopo la Supercoppa se la squalifica supera i 6 mesi

di FEDERICO DANESI (Libero 08-08-2012)

Parlerà domani, perché è vigilia e in fondo l’allenatore della Juve è ancora lui. Sempre che prima non arrivi da Roma quella sentenza che per Antonio Conte sarà sicuramente uno spartiacque ma probabilmente non definitivo. Andrea Agnelli, in tempi non sospetti, aveva pubblicamente giurato che la Juve non avrebbe abbandonato nessuno, ma alla prima riprova dei fatti Cristian Stellini si è dimesso (è stato fatto dimettere) togliendo sostanzialmente l’incomodo. E soprattutto alla Juve non è andata giù la linea ipergarantista del suo tecnico verso se stesso: era Agnelli in prima persona a suggerirgli, in questo consigliato dagli avvocati, di accettare l’ultima proposta di patteggiamento proposto dal procuratore Palazzi, in modo da trovare una soluzione interlocutoria che togliesse l’incomodo a tutte le parti. Conte invece è andato ben oltre: urlare la sua innocenza, fatto assolutamente condivisibile di per sé, potrebbe anche costargli la panchina. Ci sono troppi corvi che volano attorno alla sede juventina senza bisogno di cercarsi altri nemici dalle parti di Roma e in fondo uno che è a libro paga della Juve, per quanto si chiami “antonioconteilnostrocapitano” deve alfine abbassare la testa e rispondere un bell’obbedisco.

Così non è stato e già oggi sapremo quelle che ne sono le prime conseguenze. Dieci mesi, dicono i beninformati. Questa è la base di partenza della squalifica, quella dalla quale società e tecnico dovranno ripartire per ragionarci su. Infatti esistono altri due gradi e se l’appello potrebbe sostanzialmente lasciare immutata la sostanza, il ricorso al Tnas invece come dimostra la recente storia passata sarà buono per regalare a Conte uno sconto anche sostanzioso. Diciamo che se la potrebbe cavare con sei mesi e nulla più.

Nel caso fosse così, ma qui si ragiona sulle ipotesi, il matrimonio sarebbe salvo senza bisogno di andare a cercare altre soluzioni. Conte rientrerebbe da trionfatore, almeno per la sua gente, in tempo per la fase calda della stagione, soprattutto per quegli ottavi della Champions che per la Juve sono un traguardo imprescindibile. Se invece la squalifica dovesse continuare ad essere maggiore e farli perdere tutta la stagione scatterebbe il piano B, quello che non prevede una soluzione interna come Massimo Carrera ma deve per forza guardare fuori. Il problema è che la società deve al momento puntellare la squadra ancora almeno con tre-quattro acquisti, soldi da investire in un tecnico importante non ce ne sono e soprattutto a spasso ci sono pochissimi nomi validi. Il migliore sarebbe quello di Cesare Prandelli che sicuramente non sarebbe lasciato libero dalla nazionale e per il resto si dovrebbe puntare sull’ennesima scommessa o guardare all’estero. E soprattutto chi accetterebbe di guidare la Juve per un solo anno sapendo che il fantasma di Conte comunque incombe?

Sempre che gli scricchiolii sinistri di questi ultimo giorni non portino il diretto interessato a giocarsi la Supercoppa e chiamarsi fuori. Le dimissioni non sono parola che conosca, ma se qualcosa si fosse rotto definitivamente, anche l’ultimo atto d’orgoglio.

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IL GIORNO DI CONTE:

PRONTO A LASCIARE

Nell’ambiente bianconero si temono dieci mesi di qualifica.

Verdetto a ore. In quel caso dimissioni e squadra a Prandelli

di LUCA PASQUARETTA (Quotidiano Sportivo 08-08-2012)

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IL FUTURO prossimo della Juventus passa ancora una volta per le aule di un tribunale. Rispetto al 2006 è tutta un’altra storia, perché il club non c’entra nulla, ma potrebbe subire comunque le conseguenze del processo sulle scommesse. Antonio Conte, Leonardo Bonucci, Simone Pepe ed Angelo Alessio si giocano la carriera. Saranno giudicati. La dead line è fissata per oggi. A Roma. Quando all’ora di pranzo le commissioni si riuniranno, decideranno e depositeranno le sentenze che nelle prossime ore, al massimo fra domani e venerdì saranno rese pubbliche. In un verso o nell’altro eventuali squalifiche condizioneranno il mercato e le scelte strategiche della Juventus. La programmazione cambierà. Quelle che erano le linee guida potrebbero essere ribaltate. A partire dal tecnico leccese che rischia 10 mesi di squalifica in primo grado. Continuano a circolare e a moltiplicarsi voci sulle sue dimissioni, che potrebbero essere già operative al ritorno da Pechino o subito dopo ferragosto al termine del giudizio d’appello. In corso Galileo Ferraris si affannano a smentire con forza. Ma da più parti c’è la sensazione che qualcosa si sia rotto. Il primo segnale c’è stato lunedì quando si è saputo che l’avvocato Giulia Bongiorno in secondo grado affiancherà De Rensis, Chiappero e Briamonte. Inoltre trapela un certo malumore da parte della proprietà, infastidita dal fatto che il nome della Juventus seppur indirettamente sia stato infangato a livello internazionale.

NEL 2006 JOHN ELKANN — controlla il pacchetto di maggioranza del club attraverso la Exor — aveva voluto fortemente il codice etico. Da lì non si scappa. Anche se la società ha fatto sapere in più riprese che anche in caso di condanna si andrà avanti con Conte. Un discorso a parte meritano Bonucci e Pepe. Loro a differenza del tecnico leccese potrebbero essere scagionati, perché non sono indagati dalla Procura di Bari, e perché Andrea Masiello si è contraddetto troppe volte. La Juventus se lo augura, perché significherebbe non dover mettere una pezza sul mercato e comprare un difensore centrale di pari livello di Bonucci. Soldi poi che verrebbero dirottati sul top player in attacco. Lì la situazione si è complicata, perché Suarez ha rinnovato con il Liverpool e Van Persie è tornato ad allenarsi con l’Arsenal e in Inghilterra sono convinti che possa rinnovare con i Gunners. Con Jovetic blindato dalla Fiorentina, resterebbe solo Dzeko, che piace anche al Milan. Si lavora sempre sullo scambio fra Pazzini e Quagliarella. Per l’esterno sinistro in vantaggio c’è sempre Armero con Peluso, Cissokho e Kolarov più staccati.

I nomi che piacciono a Conte sono questi. Domani è un altro giorno. Se l’uomo del miracolo tricolore dovesse dimettersi tutto potrebbe essere resettato.

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SCOMMESSOPOLI GLI INTERROGATORI DI BARI

«Conte? Manipolazioni»

Il legale di Micolucci: «Ha fatto soltanto un riferimento temporale»

Anche Stellini non nomina il tecnico. «Si è parlato esclusivamente di partite, Conte non c’entra niente»

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 08-08-2012)

ROMA. Due interrogatori, due assist per Conte dalla procura di Bari. Sia le domande a Vittorio Micolucci che quelle per Cristian Stellini - ascoltati ieri dai procuratori Angelillis e Dentamaro - non hanno riguardato il tecnico bianconero. Il timore di spiacevoli sorprese c’era e per capirlo bisogna tornare indietro al fax inviato da Micolucci al pm federale Stefano Palazzi : «Nella stagione della promozione, con Perinetti e Conte - scriveva Micolucci - sicuramente è stata fatta Piacenza-Bari con un pareggio e Salernita-Bari con la vittoria della squadra campana. Queste notizie le ho avute da Aldo Guarino , un mio amico molto legato a Stefano Guberti e Andrea Masiello ».

PRECISA Ieri il legale del pentito, Daniela Pigotti , dopo quasi un’ora di interrogatorio ha precisato: «Effettuate diverse manipolazioni giornalistiche ma il mio assistito ha fatto solo un riferimento temporale e cronologico, per sentito dire da voci di compagni di squadra di cui ha citato nomi e cognomi, e dicendo semplicemente “nell’anno in cui allenava Conte mi risultano alcune cose”. Ma le sue sono tutte informazioni de relato che ha avuto da altri (l’amico Aldo Guarino, ndr), di Conte non ne sa nulla. Micolucci non è indagato a Bari ed è stato sentito solo come persona informata sui fatti a seguito di quel famoso fax che tutti voi conoscete e ha dato spiegazioni, delle informazioni visto che lui per anni ha giocato nel Bari, quindi conosceva l’ambiente. Ma è stato molto frainteso dalla stampa». A quanto risulta, gli stessi pm non hanno fatto domande sul tecnico: «Nessuna domanda su Conte, neanche approfondimenti». Interessano i giocatori che quelle gare del 2008/09 (con Treviso, Salernitana e Piacenza) avrebbero partecipato alle presunte combine. L’ex collaboratore tecnico di Conte, Cristian Stellini, appena dimissionario dalla Juve, è stato invece sentito per due ore, stesso copione, almeno sull’allenatore di cui Stellini: «Si è parlato solo di quelle partite - precisa il suo avvocato, Raffaele Della Valle - su Conte lo zero assoluto. Non se ne è proprio parlato, sono partite in cui Conte non c’entra niente, riguardano i giocatori». Per il resto, il verbale di Stellini è stato secretato: «L’interrogatorio - aggiunge Della Valle - è stato sereno e tranquillo, il contenuto esaustivo. Stellini ha preferito comparire e non usufruire della facoltà di non rispondere proprio perché ci auguriamo che la sua posizione venga archiviata al più presto».

SFILANO Gli interrogatori proseguono anche oggi con le convocazioni di Barreto , Caputo e Lanzafame . Domani sarà la volta di Marco Esposito , Guberti e Parisi , e forse anche venerdì - ultimo giorno disponibile prima delle meritate ferie - potrebbe essere ascoltato qualcuno (all’appello manca ancora Alessandro Gazzi, che lunedì ha inviato un fax annunciando la sua “impossibilità a comparire” e ora potrebbe avvelrsi della facoltà di non rispondere). Quanto al tecnico, non va esclusa una sua convocazione ma a questo punto da settembre e come persona informata sui fatti: d’altronde lo stesso modus operandi era stato rispettato per il Bari di Ventura e poi di Mutti , entrambi sentiti dalla procura. Conte dovrà guardarsi invece dalle sentenze di primo grado che usciranno domani e che lo vedono rischiare 15 mesi di squalifica (tanti ne ha chiesto Palazzi ) che potrebbero scendere a 9-10. Con lui, anche gli juventini Bonucci (3 anni e mezzo) e Pepe (1 anno), nutrono speranze. Dopo l’ottima arringa degli avvocati Bianchi e Chiappero , per il difensore si è aperta la strada dell’assoluzione, anche se non va esclusa una derubricazione in omessa denuncia. Per Pepe l’auspicio di uno sconto se non proscioglimento.

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NUOVO CONTRATTO

Illeciti e scommesse

Stop allo stipendio

Nell’accordo collettivo una norma “anti frodi”.

Tommasi, presidente Aic: «Siamo soddisfatti»

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 08-08-2012)

ROMA. C’è l’accordo collettivo, ieri è arrivata la firma tra Aic e Lega Serie A. Lo scorso anno era stato motivo di maretta, quelle «fibrillazioni» di cui ha parlato ieri Abete e che portarono allo sciopero. Quest’anno è filato tutto liscio e ieri Aic e Lega sono giunte alla firma a margine del Consiglio federale. Da un lato il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi , dall’altro il presidente della Lega, Maurizio Beretta . «Siamo molto soddisfatti - gongola Tommasi - l’auspicio era quello di arrivare ad una conferma del contratto collettivo dello scorso anno senza problemi». Un altro accordo di un anno che scadrà il prossimo 30 giugno 2013, impasse che stavolta è stato sbloccato brillantemente dalle mediazioni degli avvocati Briamonte e Calcagno . È merito dell’avvocato bianconero la novità sulla sospensione degli emolumenti in caso di squalifiche per illecito sportivo e scommesse. Un altro accordo ponte, dunque, in attesa che venga risolto l’ultimo ostacolo: «La convenzione promo-pubblicitaria - precisa Tommasi - per avere un contratto completo sotto tutti gli aspetti e valido per un periodo più lungo».

PUNTI Il contratto è composto da 24 articoli. Nel punto 4 si precisa che le retribuzioni saranno in forma mista fissa e variabile. Per la risoluzione in caso di «illecito sportivo o violazione dei divieti di qualsiasi fonte in materia di scommesse», l’articolo 11.4 ter, spiega che «la risoluzione del contratto può essere pari all’intera retribuzione, fissa e variabile, dovuta per il periodo della squalifica a decorrere dall’efficacia del provvedimento disciplinare deliberato, anche se non definitivo». Per il famoso “punto 7” relativo ai fuori rosa, nodo dolente del precedente accordo, l’articolo 12.6 risolve così: «In ogni ipotesi in cui il calciatore sia escluso, anche in via preventiva, dalla preparazione e/o dagli allenamenti con la prima squadra, resta comunque fermo l’obbligo della società di fornire al calciatore attrezzature idonee alla preparazione atletica e mettere a sua disposizione un ambiente consono alla sua dignità professionale». L’articolo 14 delega la tutela sanitaria alle società: «Il calciatore si avvale, senza oneri e spese, dell’assistenza sanitaria primaria (compresi interventi chirurgici, ecc. ndr) che la società è tenuta a mettere a disposizione».

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SERIE B

Slitta la prima giornata

di chi viene ripescato

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 08-08-2012)

ROMA. Domani le sentenze di primo grado, se la Disciplinare confermerà la retrocessione di Grosseto e Lecce in Lega Pro, scatterà la delega del presidente federale, Giancarlo Abete, per provvedere al ripescaggio di Vicenza e Nocerina (con la terza incomoda Gubbio). Nel caso, è sempre più probabile lo slittamento parziale della prima giornata di serie B: «Nel caso - spiega Abete - è una valutazione che faremo assieme alla serie B». Tra le ipotesi, sale di quotazione lo slittamento della prima giornata (25 agosto) delle ripescate. Nel caso poi la Corte di giustizia dovesse confermare la condanna, occorrerà attendere il Tnas. Il Coni dovrà predisporre una corsia preferenziale alle responsabilità dirette e quindi entro la seconda giornata prevista l’1 settembre l’arbitrato dovrebbe esprimersi. Ma nel caso dovesse ritardare, a quel punto slitterebbe anche la seconda giornata delle ripescate in B, ma anche la prima giornata di Lecce e Grosseto in Lega Pro.

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Conte, il 'corvo' bianconero

e le due anime della Juventus

Cosa succede all'interno del clun bianconero?

Agnelli schierato al fianco del suo allenatore ma

le voci di addio non si placano. E John Elkann tace...

di GIOVANNI CAPUANO (PANORAMA.IT 08-08-2012)

La domanda è legittima osservando il susseguirsi di voci, smentite e nuove indiscrezioni che stanno accompagnando le settimane di passione bianconero legata al destino di Antonio Conte. Cosa sta succedendo nella Juventus? Chi comanda davvero in società? E la posizione ultra-garantista di Andrea Agnelli, pronto a sfidare la Figc pur di non abbandonare l'allenatore, è condivisa da tutta la proprietà?

Domande che rimangono senza una risposta ufficiale anche se lo scenario proposto da 'La Ġazzetta dello Sport' circa l'esistenza di un 'corvo' interno alla società al lavoro per minare la posizione di Conte e accreditarne rottura ed allontanamento con i vertici del club rischia di risultare credibile a fronte dell'inusuale fibrillazione che caratterizza queste giornate.

La certezza è che Andrea Agnelli ha ufficialmente scelto la linea dell'appoggio totale ad Antonio Conte. Lo ha fatto sin dalle prime battute della vicenda calcioscommesse esponendosi personalmente e schierando la Juventus anche a rischio di mischiare (almeno agli occhi dell'opinione pubblica) la posizione della società, del tutto estranea alle inchieste, a quella del tecnico che comunque deve rispondere di alcune circostante quanto meno imbarazzanti.

Il sospetto è che la proprietà della Juventus, e cioè il ramo Elkann della famiglia che controlla il club attraverso il 63,80% delle azioni in mano alla cassaforte Exor, non abbia condiviso fino in fondo la strategia. John Elkann tace sull'argomento Conte dallo scorso 26 luglio, giorno del deferimento dell'allenatore. Andrea Agnelli aveva appena fatto pubblicare sul sito una nota di "profonda amarezza" per lo sviluppo "mitigata dalla consapevolezza che le regole dello sport arriveranno a fare chiarezza" e preannunciando comunque che la Juventus avrebbe appoggiato i suoi tesserati come si fa "in una squadra in cui non si resta mai soli". John era parso un po' più tiepido: "Mio cugino ha fatto una dichiarazione molto chiara. Sosteniamo in pieno il nostro allenatore e i giocatori. Preoccupato? No, sono fiducioso e credo nella giustizia".

In precedenza risultano un paio di "no comment" in passaggi delicati della vicenda come le perquisizioni in casa di Conte (28 maggio) e voci sul possibile coinvolgimento del tecnico (18 maggio). E un altro appoggio con richiamo alle parole del cugino Andrea il 29 maggio all'assemblea degli azionisti Exor: "Gli elementi di oggi non sono sufficienti a trarre conclusioni. Andrea si è espresso in maniera chiarissima". Un appoggio con precisazione: "Tutta questa vicenda non tocca la Juventus, noi non ne facciamo parte e adesso vediamo come proseguiranno queste inchieste".

Rilette a distanza di quasi tre sembrano parole profetiche di quanto sta accadendo oggi. Tenere distinte le posizioni di Conte e della Juventus era allora la preoccupazione di John Elkann. Non è accaduto e due soli interventi in cento giorni legittimano qualche dubbio. Anche perché nel frattempo Andrea Agnelli ha scelto una strategia altamente aggressiva che è utile ripercorrre nei passaggi fondamentali.

Si parte dal monologo di sei minuti del 28 maggio con il presidente e Conte fianco a fianco: "Il ruolo attribuito ad Antonio sarebbe insignificante... E' persona di valore, onestà, integrità e lealtà. Sarà lui il nostro allenatore e ci guiderà in Champions League". Poi la negazione dell'esistenza di un piano B ("non esiste alcun piano B, sono sereno sugli sviluppi") alla presentazione della nuova maglia l'11 luglio in attesa dell'audizione davanti a Palazzi.

Tra il 26 luglio, giorno del deferimento, e oggi arrivano tre note ufficiali pubblicate sul sito e una visita a Vinovo per dimostrare a Conte la vicinanza della società (3 agosto). Agnelli dichiara guerra alla Figc e alla giustizia sportiva definita "sistema dittatoriale che priva le società e i tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e alla onorabilità", incassa la risposta stizzita di Abete e un probabile deferimento. I rumors sulle frizioni tra Conte e la società si rincorrono e non serve la smentita ufficiale (6 agosto) nel giorno in cui ci sono le dimissioni di Stellini, primo pezzo che si stacca dal vagone bianconero.

In mezzo c'è la figura di Michele Briamonte, legale della Juventus e componente del cda bianconero. Fa parte dello studio legale di Franzo Grande Stevens, storico "avvocato dell'Avvocato" e uomo vicinissimo alla famiglia Agnelli, già presidente della Juventus dal 2003 al 2006 per volontà di Umberto e vicinissimo a John Elkann. Briamonte è più di un semplice avvocato ed è l'unica voce ufficiale della Juventus - oltre ad Agnelli - ad essersi espresso negli ultimi giorni: "Solo Conte può decidere... Ogni sostituzione o modifica del collegio sara' decisa insieme e valutata sulla base degli eventi. In ogni caso in questo momento c'e' unita' di intenti". Conte scaricato? "La società non farà mancare il proprio supporto e aiuto". All'apparenza tutto chiaro. Però le voci continuano a circolare e i tifosi della Juventus si chiedono perché John Elkann non prenda una posizione chiara al fianco del cugino Andrea e dell'allenatore che ha riportato lo scudetto a Torino dopo Calciopoli, altra vicenda in cui John e Andrea hanno tenuto due profili significativamente differenti.

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ANALISI

La farsa del calcio scommesse:

la Ġazzetta anticipa il verdetto

Dieci mesi a Conte, assoluzione per Bonucci e Pepe. È scritto in prima pagina, bello grosso, 24 ore prima della sentenza. Con buona pace di chi ancora crede nella giustizia, sia pure sportiva. Tanto di cappello alla giornalaccio rosa, autrice dello scoop. Ma è la degna fine di un processo che avrebbe dovuto contribuire a pulire il calcio e invece è risultata una commedia ridicola.

di MASSIMILIANO GALLO (LINKIESTA 08-08-2012)

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Sul legame tra stampa e magistratura si è scritto tanto, probabilmente troppo. Che in Italia la giustizia, pardon le procure, proceda in tandem coi media è un dato incontrovertibile. Si apre un’inchiesta, magari si arresta qualcuno, si apre il processo pubblico e di fatto l’imputato è già bello e condannato. Che poi, anni dopo, venga assolto da qualche tribunale è un aspetto irrilevante della vicenda.

Questa mattina, però, c’è stato un salto di qualità negli intrecci tra giustizia (sia pure sportiva) e stampa. La Ġazzetta dello sport oggi anticipa in bella evidenza (vedremo domani con quale grado di attendibilità) la sentenza sui primi filoni del calcio scommesse, segnatamente quelli relativi alla Juventus. “Bonucci e Pepe assolti. Conte: dieci mesi”. Persino con un commento tecnico che spiega il verdetto e il diverso peso che la Commissione disciplinare attribuisce a due calciatori: l’uno, Masiello, ritenuto non credibile; l’altro, Carobbio, quello che tira in ballo Conte, viceversa ritenuto attendibile.

Sia chiaro, tanto di cappello alla Ġazzetta dello Sport, lo scoop c’è tutto (a patto che il verdetto venga confermato, altrimenti questa prima pagina resterà nella storia del giornalismo come une delle più grandi panzane di tutti i tempi). Ma per chi segue il calcio e per coloro i quali continuano a credere nella giustizia, l’anticipo del verdetto non fa che aumentare il senso di spaesamento e di sfiducia nei confronti del mondo della legge, sia pure quella sportiva. Dando l’ultimo, definitivo, tocco di ridicolo a un processo che avrebbe dovuto contribuire a fare pulizia nel calcio e invece toglie ogni speranza a chi ancora si ostina a guardare il calcio con quell’animo da bambino speranzoso (e invece sa di essere solo un povero idiota).

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Giacinto Facchetti

e l’etica dell’Iliade

di ELIO MATASSI (ilFattoQuotidiano.it 08-08-2012)

Sempre più nei dibattimenti processuali si assiste al coinvolgimento diretto di persone scomparse da tempo. Una violazione flagrante di uno dei principi-cardine dell’etica, la difesa pregiudiziale di chi muore e il rispetto per il suo corpo. Basterebbe ricordare uno dei personaggi più affascinanti e controversi dell’antichità: Achille. L’eroe dell’Iliade è colui che ha avuto il privilegio di scegliere il proprio destino, che ha deciso di essere fino in fondo se stesso, consapevole che pagherà tutto questo con la vita. Quando uccide Ettore, facendo scempio del suo corpo davanti alle mura di Ţroia, Achille sa che, nel calpestare la morte, anch’egli molto presto sarà coinvolto nella stessa situazione. La sera stessa Priamo va da lui e, genuflettendosi, gli chiede la restituzione del corpo del figlio. Achille, rispettando la sacralità della morte, glielo restituisce.

Nella contemporaneità si assiste a un caso analogo: la rivisitazione di calciopoli coinvolge direttamente una delle figure più nobili del calcio italiano, Giacinto Facchetti. In questo caso viene violato in maniera flagrante il principio della difesa e del rispetto per coloro che ci hanno lasciato come, ovviamente, sul piano giuridico, il principio della presunzione d’innocenza.

Quello di Giacinto Facchetti è il caso tipico di morte irredenta, tema trattato in maniera magistrale nel film di Pierpaolo Pasolini Accattone. Per l’intellettuale e artista italiano, la vita quotidiana, bassa e miserabile, è accompagnata da piccoli eventi a loro modo sacri, da “ierofanie”, per usare un’espressione cara a Mircea Eliade. La Passione secondo Matteo di Bach viene ad assumere questo stesso significato: Il Sacro e Il Sublime entrano in rapporto diretto con l’umile, il profano e il volgare. Il Coro finale della Passione bachiana, vero e proprio filo conduttore del film, è una “ierofania”, una manifestazione del destino di Accattone, ma anche il preludio per il suo riscatto. Sarà proprio la musica a elevare Accattone – povero Cristo, pappone di borgata – dalla miseria in cui lui e la sua gente si trovano confinati. È la musica che lo mostra al mondo, col suo coraggio e la sua viltà, innalzandolo al cielo in punto di morte, dalla polvere in cui ha sempre vissuto. I titoli di testa, in cui ritroviamo il Coro della Passione, si chiudono con alcuni endecasillabi del Purgatorio dantesco. Buoconte di Montefeltro, pentitosi in fin di vita, viene salvato dalla dannazione eterna. È dunque lo stesso Pasolini ad anticipare, con questa citazione, la conclusione del film, fornendo una chiave di lettura dell’epilogo: una sorta di apoteosi del miserabile, realizzata anche con l’ausilio del sublime bachiano. Come Buonconte, Accattone si salva, non già acquistando la salvezza eterna, quanto piuttosto conquistando una giusta, umana dignità che fino a quel momento la vita gli aveva negato. La musica svolge un ruolo decisivo; come suggerisce il musicista tedesco Hans Werner Henze: “Questa musica sta, come il suo autore, dalla parte del popolo, degli umiliati e degli offesi, e parla la loro lingua.

Tutti i martiri del mondo si possono riconoscere e ritrovare in queste richieste di soccorso e di lamentazioni”. Accattone acquisisce, alla fine, morendo, una redenzione che è stata per sempre negata a Giacinto Facchetti.

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PREMIATO IL LIBRO DI FACCHETTI JR

«Quando papà andò fra i tifosi nel fango»

di LUCA CASTALDINI (GaSport 04-08-2012)

«Sono molto felice» racconta Gianfelice Facchetti. «L'idea era solo quella di mettere ordine tra i ricordi di figlio e di ripassare il bello della vita, soppesarlo e fermarlo su queste pagine. Tra foto, telegrammi o articoli dedicati a papà che, talvolta, erano per me inediti». E invece, alla fine, il suo Se no che gente saremmo gli è valso anche il premio Bancarella Sport, vinto «in volata» su Passi da gigante del duo Vanetti-Meneghin.

Ma suo padre che rapporto aveva con i libri?

«Limitato, fino a quando era a Ragioneria. Dopo però, grazie all'amicizia con Giovanni Arpino (da cui è tratto il titolo, ripreso da un passaggio di Azzurro tenebra, ndr), ha scoperto Buzzati, Tolstoj e addirittura i classici latini».

A proposito del titolo, aveva puntato subito su «Se no che gente saremmo»?

«Praticamente sì, grazie anche all'intuizione del mio editor della Longanesi. Prima avevo pensato a "Qualcosa che resta", ma quello definitivo è azzeccato».

Dalla pubblicazione a oggi qualcuno le ha rivelato storie che prima non conosceva?

«Sì, rivelatemi da gente comune. Come quei tifosi, avellinesi di Montella, che qualche anno fa andarono ad Appiano per vedere un allenamento dell'Inter. Pioveva e c'era un sacco di fango. Mi hanno detto che alla fine papà, che era già presidente, mentre stava uscendo in auto dal centro si fermò, scese e in mezzo alla melma li raggiunse per salutarli e ringraziarli. Leo, il figlio di Armando Picchi, mi ha detto invece che mio papà andò da lui quasi per scusarsi dopo aver visto una cartolina celebrativa in cui veniva definito «Facchetti, capitano della Grande Inter». Che invece era proprio Picchi. E poi ci sono state un sacco di testimonianze d'affetto trasversali...».

Per esempio?

«Tifosi milanisti o juventini che si complimentavano con me. O che, come un cioccolataio juventino di Modica, è uscito per regalarmi un sacchetto di dolci dopo aver scoperto chi fossi».

Lei è attore e a settembre riporterà al Leonardo di Milano il suo «Icaro and Dedalo srl». Del Gianfelice scrittore sentiremo parlare ancora?

«Vorrei concentrarmi di nuovo sul teatro, però ho un sacco di suggestioni, anche sportive. Dall'inizio del 2013 vorrei rimettermi a scrivere, sì».

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Persino su Gesù Cristo hanno fatto un film (Le ultime tentazioni di Cristo) per metterne in evidenza le umane debolezze.

Facchetti no. Facchetti è un santo a prescindere. Per lui non è ammissible nessuna debolezza. A costo di scomodare Pasolini al quale, conoscendolo bene, sarebbe piaciuto ben di più il Diavolo Moggi del Santo Facchetti.

E' molto triste dover constatare il raccapricciante percorso della cultura inquisitoria di cui il "Fatto Quotidiano" è organo di punta nazionale.

Nel desolante panorama di valori di questo paese è la risposta moralistica di stampo cattolico o cattocomunista che crea le sue icone e i suoi santini (ci sono i magistrati come gli apostoli, che enunciano il vangelo secondo Ingroia o Narducci o in campo sportivo i vari Zeman, Guariniello e Facchetti) così come i diavoli (la Juventus di Moggi e magari anche quella di Agnelli che non caccia il brutto e cattivo Conte) e pretende di semplificare l'interpretazione della realtà ad uno contro manicheo tra i buoni e virtuosi ed i brutti e cattivi.

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Alena Seredova

Chiamatemi

MISTER

PRESIDENT

L'ATTRICE HA ASSUNTO LA GUIDA DELLA CARRARESE,

SQUADRA DI CUI BUFFON È AZIONISTA UNICO. «AIUTO

MIO MARITO PER UN PROGETTO CHE GLI STA A CUORE»

di VALERIO PALMIERI (Chi 15-08-2012)

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“Colpevole fino a prova contraria”

I folli codici della giustizia sportiva

di MARCELLO LEMBO (gli Altri 08-08-2012)

Epo e calcioscommesse, ci pensano loro ad arrostire un’estate già calda di roghi, fisici e mediatici. E mentre da Londra ai divani di casa nostra si gareggia a buttare la croce addosso ad Alex Schwazer, all’ex ostello della gioventù di Roma si aspetta che ingiustizia sia fatta. Perché a prescindere dal toto sentenze l’unico vero sconfitto del processo calcioscommesse sembra lo stato di diritto. Ironico se si considera che Roma magari non è (mai stata) la patria della democrazia, ma sulla paternità del diritto qualche pretesa può anche accamparla.

Non si direbbe però a leggere il codice di giustizia sportiva della Figc, un “tomo” di ben 34 pagine (compresa la procedura) scritte con interlinea generosa e divise in otto comodi pdf. Eppure in uno spazio tanto breve sono racchiusi non pochi virtuosismi, che l’ultimo processo all’ex ostello – per il filone bis della procura di Cremona e per il primo filone di Bari – ha rivelato in tutto il loro splendore.

Già prima ancora che parta il dibattimento e grazie al caso Antonio Conte si viene a conoscenza ad esempio dell’articolo 23 del codice (che si nasconde sotto il titolo di “Applicazione di sanzioni su richiesta delle parti”), ovvero quello che permette a un deferito – cioè un rinviato a giudizio – di patteggiare una pena senza ammettere la colpa.

Perché il codice di giustizia della Figc prevede in effetti anche la pena senza condanna, così magari il deferito per evitare il processo (scelta abbastanza saggia, come si vedrà) accetta una sanzione minima e aiuta la procura che (e si vedrà anche quello) spesso ha un carnet troppo fitto di impegni.

Arrivati al processo vero e proprio assistiamo all’arringa del procuratore Palazzi che rivolgendosi ai giudici – che per l’occasione si chiamano commissione disciplinare – presenta le prove raccolte in fase di indagine. Non si stupiscano i fan di Perry Mason però, quella non è l’arringa di apertura. No, quello è già il processo che è arrivato a metà. L’articolo 35, comma 4.1 è piuttosto lapidario a riguardo: “I procedimenti si svolgono sulla base degli elementi contenuti nel deferimento e nelle deduzioni difensive”. Traduzione: gli accusati non possono essere sentiti nel corso del processo, sono già stati sentiti dalla Procura federale e questo basta. Seconda traduzione, se un pentito ti accusa (come è il caso della maggior parte dei deferiti del processo calcioscommesse), la difesa non può controinterrogarlo, bisogna solo sperare che la pubblica accusa si sia ricordata di fare tutte le domande.

Esiste ovviamente la possibilità di presentare delle “deduzioni” accompagnandole con delle prove, ma non sempre la va, anzi spesso la spacca. Lo sa bene Marco Di Vaio, ex capitano del Bologna, emigrato nel campionato canadese in tempi non sospetti. Trascinato nel vortice del calcioscommesse da una telefonata a un suo compagno di squadra, Daniele Portanova (di cui però si conosce solo la data ma non il contenuto, perché il gestore si è rifiutato di fornire i tabulati), ha chiesto di presentare alcuni elementi a difesa durante l’udienza dello scorso 3 agosto. Si trattava di alcuni fotogrammi integrativi della partita incriminata e di una serie di dichiarazioni – tra cui quella del presidente onorario del Bologna, Gianni Morandi –, che garantivano sull’onestà della condotta del giocatore. Immediata e stizzita l’obiezione della pubblica accusa: “Non abbiamo il tempo materiale per esaminare quegli atti”. Perché, spiega poi Palazzi, “le indagini difensive quando non passano attraverso autorità giudiziaria ordinaria, non possono essere oggetto di vaglio in questa sede. Si dovrebbe prendere per buono quanto dichiarato da soggetti che poi in più delle volte non sono tesserati”. Il problema del poco tempo libero di Stefano Palazzi deve essere piuttosto grave perché in effetti la commissione disciplinare accoglie l’obiezione e non accetta il materiale presentato.

Per riassumere: patteggiamenti senza ammissioni, niente controinterrogatori e procura troppo impegnata per dare retta alla difesa. Ahmadinejad ne sarebbe fiero. Ma fortunatamente la Costituzione ci protegge, ecco allora gli avvocati di Antonio Conte appellarsi a una pronuncia della Corte Costituzionale per chiedere la ricusazione dei giudici che non avevano accettato un patteggiamento “perché la pena era poco congrua”. Immediata la replica di Palazzi: “Questo procedimento non accoglie i principi del processo penale”. E in effetti il principio giuridico di fondo sembra essere lo “sbrigamose”, perché il mondo va avanti e lo spettacolo deve continuare e ricomincia solo tra qualche settimana. Ecco quindi che l’obiezione è accolta con tanti saluti alla Corte Costituzionale.

È una dittatura verrebbe da pensare. Qualcuno l’ha anche detto, Andrea Agnelli presidente della Juventus, e adesso rischia la squalifica e una multa fino a 50mila euro per lesa maestà.

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Il regime della formazione della prova nel procedimento disciplinare

di EDOARDO REVELLO dal blog SPORT&LEGGE (Ġazzetta.it 08-08-2012)

Risulta di estrema attualità e rilevanza il tema della formazione della prova nell’ambito del procedimento sportivo, alla luce dei recenti scandali che stanno affliggendo il mondo del calcio italiano.

Come noto, nell’ambito della giustizia sportiva, è il soggetto incolpato – a seguito del provvedimento di deferimento emesso dalla Procura Federale – a dover dimostrare la propria innocenza nel corso del dibattimento.

In attesa delle risultanze del processo di primo grado innanzi alla Commissione Disciplinare FIGC in merito allo scandalo del calcioscommesse – attese tra domani e venerdì -, ci si chiede su quali basi potrebbero essere condannati o assolti i soggetti coinvolti dall’inchiesta.

Nello specifico, rivestono un ruolo chiave le dichiarazioni di alcuni tesserati c.d. “pentiti”, i quali hanno assunto un atteggiamento di fattiva collaborazione con gli organi federali anche al fine di godere degli sconti di pena previsti espressamente dall’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva della FIGC (“in caso di ammissione di responsabilità e di collaborazione fattiva da parte dei soggetti sottoposti a procedimento disciplinare per la scoperta o l’accertamento di violazioni regolamentari, gli organi giudicanti possono ridurre, su proposta della Procura federale, le sanzioni previste dalla normativa federale ovvero commutarle in prescrizioni alternative o determinarle in via equitativa“).

Ed è proprio sull’inattendibilità e/o contraddizioni delle versioni fornite da tali soggetti indagati che verte gran parte dell’architrave difensivo di coloro che sono stati, per così dire, “tirati in ballo” da tali dichiarazioni. Nel corso, infatti, del dibattimento appena conclusosi a Roma, numerosi legali hanno fatto esplicito riferimento all’assenza di una prova oltre ogni ragionevole dubbio che possa portare ad una condanna dei propri assistiti.

Orbene, riteniamo che tale principio generale non possa non essere validamente applicato anche all’interno dell’ordinamento sportivo: ne è prova evidente la costante applicazione anche nell’ambito di federazioni c.d. minori (spesso ingiustamente, se si tiene conto dei recenti brillanti risultati olimpici!).

Citiamo allora a mero titolo esemplificativo, una decisione assunta dalla Commissione Disciplinare della Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso (FICSF) – la n.1/2010 -, la quale espressamente evidenzia che “ai fini dell’attribuzione della responsabilità ai singoli deferiti, i fatti contestati debbono, necessariamente, essere valutati secondo il valore che i principi generali di Giustizia Sportiva e il Regolamento Federale di Disciplina e Giustizia prevedono per la formazione della prova che, in osservanza ai superiori ed insormontabili principi dell’Ordinamento Giuridico Generale, deve essere raggiunta “al di là di ogni ragionevole dubbio” (Cass. S.U. 30328/02)“.

Per quanto la giustizia sportiva sia spesso sotto attacco a causa di alcuni suoi insiti malfunzionamenti, bisogna sempre ricordare che si tratta di una giustizia domestica accettata da tutti i suoi componenti al momento del tesseramento e/o affiliazione. In ogni caso, l’esigenza di celerità, imprescindibile al fine di garantire la continuità delle gare e delle competizioni sportive, non deve però far rima con sommarietà. Alcuni principi fondamentali propri della giustizia ordinaria devono dunque trovare anche qui regolare applicazione, tenuto conto della rilevanza – anche economica – degli interessi in ballo.

Per questo motivo, il CONI ha espressamente deliberato un elenco di Principi di Giustizia Sportiva ai quali tutte le Federazioni devono attenersi scrupolosamente.

Per quanto sia pacifica ed incontestata la posizione di rilevanza della Federcalcio nel panorama sportivo italiano, esempi virtuosi come quello offerto della FICSF non possono che essere salutati con favore, poiché possono guidarci ad una corretta applicazione delle norme e principi di diritto comune nell’ambito della giustizia sportiva.

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Scommesse Salvo sorprese, Conte sarà squalificato per 10 mesi, ma il suo caso fa

ancora discutere: delle confessioni di Carobbio solo una parte è stata presa per buona

Le contraddizioni del pentito

salveranno Bonucci e Pepe

Tra oggi e domani le sentenze, ai giudici non bastano le parole di Masiello

di ANDREA ARZILLI (CorSera 09-08-2012)

ROMA — Per un processo costruito sulla credibilità dei pentiti la mazzata è forte, le sentenze che sono in arrivo (domani al più tardi) dalla Disciplinare possono far tremare le fondamenta su cui la Procura federale ha costruito gran parte della propria accusa. C'è una credibilità a intermittenza che si accende e si spegne a seconda delle circostanze, talvolta decide la magistratura ordinaria e in altre occasioni è quella sportiva a dover rivedere le sue posizioni. Tra i 10 mesi di pena per Antonio Conte e la salvezza dei suoi giocatori il denominatore è comune: la credibilità dei pentiti, almeno in questa fase di processi, è variabile.

I proscioglimenti di Leonardo Bonucci dall'illecito e di Simone Pepe dall'omessa denuncia (così come quelli di Salvatore Masiello e Nicola Belmonte) dicono che le rivelazioni di Andrea Masiello non sono attendibili almeno per quanto li riguarda, e che Udinese-Bari è un tarocco su cui ha lavorato il pentito in solitudine, tesi che la giustizia ordinaria ha prima sostenuto e che ora quella sportiva non può far altro che ribadire nelle 100 pagine scritte dopo cinque giorni di riflessioni e pronte alla pubblicazione. E anche dall'assoluzione di Di Vaio, dalla derubricazione di Portanova, da illecito a omessa denuncia, e dall'ammenda comminata al Bologna si capisce che anche la versione di Masiello su Bologna-Bari sia stata declassata, qualcosa va bene, altro meno. Ma non erano le parole dei pentiti l'asse portante dell'inchiesta federale?

A parole sì, nei fatti il pentitismo traballa, almeno nel significato che gli era stato attribuito prima che i processi iniziassero. Perché anche nei 10 mesi di squalifica in arrivo su Antonio Conte, pena subito esecutiva che spedirà il tecnico della Juve in tribuna nella partita di Supercoppa a Pechino col Napoli, la credibilità del pentito relativo esce ridimensionata. Non certo dalla sentenza, piuttosto da come ci si è arrivati e al netto del pasticcio tra club e Palazzi sull'accordo di patteggiamento. Conte è stato deferito per un'omessa denuncia doppia e aggravata dal ruolo di rilievo, per l'accordo con l'Albinoleffe, confessato e patteggiato dall'ormai suo ex collaboratore Stellini (l'altro, Angelo Alessio, sarà squalificato per 8 mesi), e per la presunta istigazione alla tranquillità che l'allora tecnico del Siena aveva pronunciato nella famosa riunione precedente Novara-Siena. Novara che sarà penalizzato di 2 punti.

Questo stando alle parole del pentito Filippo Carobbio, grande accusatore fino alla derubricazione automatica praticata dal procuratore Palazzi. Ma se Carobbio fosse stato ritenuto credibile «in toto», lo sarebbe stato anche nell'episodio specifico della riunione tecnica: ergo, il rinvio a giudizio sarebbe stato per illecito sportivo e non per «omessa», così come sembra indurre a pensare la prima parte dell'atto di deferimento, quello scritto dalla mano degli 007 federali, prima della svolta decisa da Palazzi nelle conclusioni. E ora che la marcia dei pentiti non sembra più così inesorabile, cosa dirà chi è già stato giudicato in base alle loro ammissioni?

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Sconfessato

PALAZZI

La Disciplinare “distrugge” il Procuratore Federale con le sentenze: non solo

Bonucci e Pepe, assolto pure Di Vaio. Sei mesi a Portanova. Bologna: 50mila euro

La prima “sconfitta” su Conte: respinto il patteggiamento adesso 10 mesi Prosciolto Padelli

di ALBERTO ABBATE (CorSport 09-08-2012)

ROMA - Colpito, affondato. Il castello accusatorio di Palazzi si sgretola come sabbia. La clessidra scorrerà ancora sino a domani, prima d’infrangersi. Quando saranno pubbliche le sentenze che stravolgeranno le richieste della Procura Federale. Assolti non solo Bonucci e Pepe, ma anche Marco Di Vaio. Derubricato il reato di Daniele Portanova a semplice omessa denuncia: si beccherà solo 6 mesi. La Disciplinare “distrugge” Palazzi, le sue accuse sulle rivelazioni contraddittorie del pentito Andrea Masiello. Il Procuratore federale sudava già al processo, domani sbiancherà. Alzerà le mani, in segno di resa.

NO COMBINE UDINESE-BARI - In fondo, non è una sorpresa. E la rincorsa di Palazzi il 4 agosto all’ex Ostello della Gioventù era solo uno sprint per la salvezza. Aveva assaporato la sconfitta, inseguito Bonucci sino al fotofinish per farlo patteggiare con un’ammissione di colpa. Aveva addirittura sospeso il processo, dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Bianchi. In trequarti d’ora era stata smontata la credibilità dei sussurri di Andrea Masiello sul presunto tarocco di Udinese-Bari. Troppi ripensamenti, troppe ritrattazioni del pentito, troppi dubbi dei pm di Bari. E quella dichiarazione disinteressata del ristoratore De Tullio ai magistrati, un colpo di grazia: «Masiello ha fatto tutto da solo» . Scagionati quindi, oltre Bonucci e Pepe, anche Salvatore Masiello e Nicola Belmonte. La Disciplinare li assolve.

PORTANOVA, NIENTE ILLECITO - Nelle mani di Palazzi resta solo una nuvola di fumo pure sul Bologna. Aveva chiesto 2 punti di penalizzazione per il prossimo campionato, il club rossoblù non s’è chinato. Per orgoglio. E adesso stravince. Perché Daniele Portanova è colpevole - secondo la Commissione - soltanto di “omessa denuncia”. Era ubriaco dopo il barbecue di fine stagione quel 20 maggio 2011, è stato avvicinato dai Masiello Boys - Carella e Giacobbe - ma non c’è stata alcuna trattativa per una combine: «Unica interpretazione di quell’incontro» , giurava Palazzi al processo. Gli risponde la Disciplinare con la sentenza: derubricato l’”illecito” del difensore. Prosciolto l’ex capitano Marco Di Vaio. Potrà tornare a godersi la sua esperienza canadese con i Montreal Impact. Con buona pace delle indagini di via Po.

LA PRIMA SCONFITTA SU CONTE - S’erano arrovellati, persino divisi in Procura Federale sul “reato” di Antonio Conte. Era addirittura risorto il «dubbio pro reo» per punire il tecnico bianconero con una doppia omessa denuncia. Poi, patteggiata ad appena 3 mesi e 200mila euro. S’è rivelata la prima batosta per Palazzi. Ancora una volta, tutta colpa della Disciplinare: non riteneva congruo l’accordo. Così - naufragati i nuovi tentativi, con la Juve ferita - il Procuratore Federale aveva fatto il pugno duro: 15 mesi di squalifica per Conte. Non è un dispetto, la Commissione li ridurrà a 10 mesi.

PADELLI PARA PALAZZI - C’erano già diverse perplessità persino fra qualche federale. Qualcuno quindi esulterà a via Po, non si scherza con la vita della gente: assolto il portiere Daniele Padelli. Non c’era una prova, che non urlasse la sua innocenza. Non c’era nessuno che provasse a infangarne il nome. Aveva parato il rigore a Miccoli, voleva solo sfoggiare la sua bravura. Una colpa? Adesso può mostrare fiero la sua più bella parata. Le sue mani pulite.

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GLI ALTRI PROVVEDIMENTI DELLA COMMISSIONE DISCIPLINARE

Lecce e Grosseto retrocesse in Lega Pro

Richiesta di radiazione per l’ex presidente pugliese Pierandrea Semeraro,

5 anni di squalifica per Piero Camilli (numero uno del club toscano)

di ALBERTO ABBATE (CorSport 09-08-2012)

ROMA - Ancora 24 ore e si saprà la verità. Non si volevano turbare i calendari, ma è tutto già scritto e depositato. Ieri la Disciplinare s’è riunita per scrivere le ultime motivazioni, alle 17 aveva chiuso ogni plico. Ci sono i verdetti e fanno male a Lecce e Grosseto: verranno retrocesse in Lega Pro, per responsabilità diretta. Sentenze pesanti anche per l’ex presidente Pierandrea Semeraro - radiazione - e per Piero Camilli: si beccherà 5 anni di squalifica, gli è stata tolta la preclusione. Non c’erano le carte di Bari a seppellirlo.

BOLOGNA E UDINESE- Esultano Bologna e Udinese. I rossoblù erano al fianco di Portanova e Di Vaio, ora li ringraziano: per responsabilità oggettiva, legata alla semplice omessa denuncia del difensore, pagheranno solo una multa di 50mila euro. E, se volessero andare avanti nel processo sportivo, potrebbero anche non mettere le mani al portafoglio. Assolto Pepe, sgravata dalla Disciplinare l’Udinese dall’ammenda di 50mila euro. Non esiste più - nelle sentenze - la combine Udinese-Bari (3 a 3). Tireranno un sospiro di sollievo pure Salvatore Masiello e Nicola Belmonte: Palazzi aveva addirittura richiesto per loro, rispettivamente, 3 anni e 6 mesi e 4 anni.

CREDIBILI CAROBBIO E GERVASONI - Spera anche Giuseppe Vives. Prosciolto il portiere Padelli da ogni accusa su Bari-Palermo. In pratica, crolla parecchio - nelle decisioni della Disciplinare - la credibilità del pentito Andrea Masiello sul filone pugliese. Rimane salda invece l’attendibilità di Carobbio e Gervasoni, sui quali il presidente Artico aveva emesso le sentenze degli ultimi processi. Per questo il Novara non avrà un consistente sconto ai -4 punti richiesti.

CONTE 10 MESI E SECONDO GRADO- Non c’è stato molto bisogno di pensare su Antonio Conte e il secondo Angelo Alessio: si prenderanno 10 mesi per la doppia omessa denuncia per le gare del Siena contro Novara e Albinoleffe. Andranno subito alla Corte di Giustizia Federale per ottenere uno sconto della pena. Da domani, le difese avranno 5 giorni di tempo (due per le memorie, due per le repliche, uno per le controdeduzioni) per prepararsi. Quindi il 17 agosto la Corte di giustizia federale, presieduta dal presidente Mastrandrea, si riunirà per l’appello. Un secondo grado, che esaurirà il giudizio in un paio di giorni ed emetterà le nuove sentenze entro il 25 agosto. Quelle della Disciplinare domani mattina saranno pubbliche. E immediatamente esecutive.Persino a centinaia di chilometri di distanza, persino in Cina. Nonostante la grande muraglia.

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L’INCHIESTA VA AVANTI

A Bari c’è altro

fango sul calcio

In Procura proseguono le indagini: sotto osservazione il “tarocco” con la Salernitana

Sospette altre 5 gare. Lanzafame corre da Palazzi, ma non spazza via le nubi su Conte

di ALBERTO ABBATE & ANTONIO GUIDO (CorSport 09-08-2012)

Soldi sporchi, puzzano: 250mila euro divisi nell’ex spogliatoio del Bari, dopo la doccia. Chi li distribuiva, chi li riceveva. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro, setacceranno ogni angolo, spulceranno nelle coscienze di chi s’è sottomesso alla criminalità. Proseguono gli interrogatori in Puglia, il calcio trema di fronte a una nuova ondata di fango. Che invaderebbe ancora i tribunali della Giustizia Sportiva. Non è finita, l’hanno capito a via Po: mentre Palazzi era al processo, sabato 4 agosto Lanzafame correva a “confessarsi” in Procura Federale, dopo aver ricevuto la convocazione dai magistrati di Bari. Ieri era lì, ha cantato due ore. Ha detto di non sapere nulla di Conte, sul quale aleggiano però nuove ombre. Verrà ascoltato come testimone, era il tecnico di una «squadra di calcioscommesse». L’hanno così ribattezzata gli inquirenti, l’hanno smascherata i pentiti Micolucci e Andrea Masiello. Ci sono 6 gare più che sospette, 4 infuocate: la “vecchia” Bari-Livorno di Coppa Italia, Bari-Treviso, Piacenza-Bari e soprattutto Salernitana-Bari.

CAPUTO E BARRETO - Interrogatori lampo ieri per gli ex attaccanti del Bari, Caputo e Barreto, indagati per concorso in frode sportiva, con riferimento al tarocco di Salernitana-Bari, 23 maggio 2009 (3-2). Il pm Laudati si sta soffermando su questa combine, è considerata la «madre» di tutte le altre. Il capitano del Bari, Ciccio Caputo, è rimasto solo tredici minuti ieri davanti al pm della Procura, Giuseppe Dentamaro, e al maggiore Riccardo Barbera. Aveva raggiunto il Comando provinciale dei Carabinieri, sul lungomare, alle 10,25. Ad accompagnarlo il suo legale Malagnini. Lo aveva preceduto di una decina di minuti il brasiliano, Vitor Barreto, in compagnia dell'avvocato Luisa Delle Donne e del procuratore Lucio Zilli. Meno di un quarto d'ora d’audizione, Barreto ha comunque risposto: il brasiliano aveva segnato contro la Salernitana dopo appena 4’, prima che il risultato venisse ribaltato nella ripresa. Riflettori su 250mila euro, contanti divisi nello spogliatoio, subito dopo la doccia, consegnati da persone considerate vicine alla società campana. Il match sarebbe persino stato venduto due volte. La Procura ha raccolto numerose prove di scommettitori, dopo gli spifferi di Micolucci, avallati da Andrea Masiello.

LANZAFAME - Due ore sotto torchio, Davide Lanzafame ha fatto il bis in pochi giorni. Sabato si era catapultato spontaneamente a Via Po, ieri ha ribadito le sue verità. Alle 11,30, era a Bari, insieme al fratello-manager Giovanni e all'avvocato Vittorio Rigo. Mica uno qualunque, il legale di Ibra. Lanzafame era un pupillo di Antonio Conte, lo aveva voluto a tutti i costi nel suo Bari. Non ha tradito il suo maestro. Per il quale, da Siena sino in Puglia, riecheggia la stessa domanda: come poteva un allenatore non sapere?

OGGI GUBERTI, PARISI ED ESPOSITO- Il pm Laudati spera che sappia parecchio. Non è certo Conte il suo obiettivo, punta a un sistema di riciclaggio di denaro sporco, alla criminalità organizzata. Non ama alzare polveroni mediatici, non lo sta facendo con Conte. Che entro fine agosto dovrà però testimoniare. Oggi toccherà parlare a Guberti, Parisi e Marco Esposito. Intanto, scarcerati i tre ultras Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono, arrestati a maggio scorso per aver costretto alcuni giocatori del Bari a perdere con Cesena e Samp. Obbligo di dimora e Daspo rimangono.

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Cominciamo bene:

botte per il calcio d’agosto

SASSAIOLA TRA TIFOSI PRIMA DELL’AMICHEVOLE TRA SALERNITANA E LAZIO, ENTRAMBE DI PROPRIETÀ DI LOTITO

Gli scontri alla vigilia delle sentenze sul calcio scommesse, attese tra oggi e domani

di LUCA CARDINALINI (il Fatto Quotidiano 09-08-2012)

Sulla carta si trattava di un’amichevole, se non proprio una festa, con l’aggravante di essere un derby personale del presidente Claudio Lotito, che oltre la Lazio controlla per interposta persona anche la Salernitana. Solo che il tabellino è nelle pagine di cronaca, non in quella dello sport: è finita con una rissa stile far west, come da copione.

Uno dice: sarà stato per l’acceso agonismo, di una gara che ha visto la vittoria netta dei biancocelsti per 3-0, con reti di Ledesma, Mauri (che qualche problemino con le giustizie, sia sportiva che ordinaria, ce l’ha) e Zarate. Errore: gli incidenti sono avvenuti prima della gara. Preventivi, un altro bel segnale.

CHE LE DUE tifoserie non fossero proprio gemellate, se ne era accorta anche la questura locale, che aveva predisposto una fitta scorta per un pullman di tifosi laziali, peccato che per uno sciagurato disguido, l’autista sia andato a parcheggiare davanti alla curva sud dello stadio Arechi, e non davanti alla nord come concertato.

E lì, neanche a dirlo, c’era un gruppo di ultras salernitani, già imbufaliti con Lotito fin dall’epoca dell’acquisizione e oggi ancor più perché, a loro dire, non avrebbe mantenuto le promesse (chissà quali?) in sede di mercato, per una squadra di Lega Pro. Insomma, stanchi di essere considerati i parenti poveri della holding lotitiana.

In ogni modo, i tifosi granata hanno iniziato con una sassaiola di benvenuto, con seguente tentativo di linciaggio di laziali e agenti. Il bilancio è di tutto rispetto (considerando che siamo ai primi di agosto): tre feriti, un poliziotto in ospedale, uno steward e un laziale colpiti da sassate alla testa, oltre alle cariche della polizia, ai lacrimogeni e via discorrendo.

La stagione promette bene. In attesa del via ufficiale, sabato la supercoppa italiana (a Pechino) tra Juventus e Napoli, il calcio fa parlare di sé solo in questura e in tribunale.

LA LAZIO, per altro, c’entra ancora. Due settimane fa era stata assolta per il saluto fascista di Stefan Radu alla curva durante Lazio-Napoli. Con un vero virtusosismo, la commissione disciplinare ha assolto società e calciatore dicendo che “la foto immortala un attimo, ma la natura statica del gesto non fa capire se quello facesse parte di un gesto più articolato”. Per i magistrati sportivi, insomma, Radu stava praticamente falciando l’aria, come a dire: hai voglia.

Quella commissione disciplinare è la stessa che deve decidere dell’ennesimo (il terzo in dodici mesi) processo sul calcioscommesse, arrivato quasi dimezzato dalla gran mole dei patteggiamenti. La sentenza è prevista ad ore, dopo quattro giorni di camera di consiglio. Un articolo della giornalaccio rosa dello sport ha anticipato gli esiti, almeno per quanto riguarda gli imputati eccellenti. Si va – si andrebbe – verso una squalifica di dieci mesi per Antonio Conte, e il proscioglimento per Leonardo Bonucci (per lui il procuratore Palazzi ha chiesto una pena di 3 anni e mezzo) e di Simone Pepe (chiesto un anno). Entrambi erano in campo nello sciagurato Udinese-Bari, l’uno nelle fila dei pugliesi e l’altro dei friulani. Se confermata l’ipotesi del proscioglimento, sarebbero disponibili, quindi, già da sabato.

SAREBBE una soluzione salomonica e strana. Secondo le indiscrezioni la commissione non si sarebbe convinta della solidità dell’impianto accusatorio verso i due juventini, in virtù di un racconto “lacunoso” del loro principale accusatore, Andrea Masiello. L’unica lacuna, visto che per il resto della sua narrazione, Masiello è stato considerato ampiamente attendibile. Si sarà distratto.

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calcioscommesse Oggi o domani le sentenze di primo grado

Bonucci e Pepe salvi, 10 mesi a Conte

La Disciplinare dovrebbe graziare i due juventini: fragile l’impianto accusatorio di Palazzi

di MARCELLO DI DIO (il Giornale 09-08-2012)

I giochi sono fatti, almeno per quanto riguar­da il primo grado di giudizio. Ieri la commissio­ne disciplinare ha depositato i dispositivi della sentenza di primo grado sul calcioscommesse che oggi o forse domani sarà resa pubblica. Le indiscrezioni che si rincorrono da un paio di giorni dicono che ci saranno sorprese per molti dei 31 deferiti (6 club,ma l’Ancona è già fallito,e 25 tesserati). Il tecnico della Juventus Antonio Conte dovrebbe ricevere una pena di 10 mesi (5 in meno rispetto alla richiesta del pm Palazzi), il suo vice Alessio potrebbe scendere da 15 a 9 me­si, i giocatori bianconeri Bonucci e Pepe potreb­bero invece essere assolti ( per il primo si richie­deva 42 mesi di stop, per il secondo un anno) co­sì come dovrebbero uscire dal proces­so anche Salvatore Masiello, Nicola Belmonte e l’ex capitano del Bologna Marco Di Vaio. Tutti legati a quel­l’Udinese- Bari del maggio 2010 tira­ta in ballo da Andrea Masiello, ritenu­to non credibile dalla Disciplinare.

L’impianto accusatorio di Palazzi si era già di fatto sbriciolato nel corso del processo, tanto che il procuratore Figc aveva tentato un patteggiamen­to in extremis.

Probabile anche la derubricazione del reato per Daniele Portanova da illecito a omessa denuncia, dunque la pena dovrebbe ri­dursi dai 3 anni richiesti a 6-8 mesi. Infine le so­cietà: per Lecce e Grosseto (ieri sera una fiacco­latanella città toscana a favore del presidente Camilli) conferma della retrocessione in Lega Pro ma forse senza punti di penalità- possibile ora lo slittamento della B almeno per le partite che riguardano i due club - , per il Bologna solo un’ammenda inve­ce del -2 in classifica, per l’Udinese nemmeno la multa. Sconto possibile anche per il Novara (la richiesta era 4 punti di penalizzazione).

Intanto a Bari proseguono gli inter­rogatorinell’ambitodell’inchiestasualcune partite sospette nel torneo 2008-2009, quando la squadra guidata da Conte conquistò la serie A: convocati ieri nel comando dei carabi­nieri i calciatori Barreto, Caputo e Lanzafame.

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Oggi le sentenze verranno depositate in federcalcio

Slittano i verdetti della Disciplinare

Conte rischia di non poter andare in panchina a Pechino per 14 ore

Il tecnico bianconero dovrebbe essere squalificato per 10 mesi al Bologna potrebbe essere annullato il -2 in classifica

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 09-08-2012)

ROMA – Ci siamo. Se non oggi – quando già in mattinata verranno depositati i dispositivi delle sentenze in Figc - entro domani saranno rese ufficiali le decisioni della Commissione Disciplinare riguardo le 31 posizioni, tra società e tesserati, dei due procedimenti relativi ai filoni di Cremona e Bari (intanto in Procura, ascoltati ieri Barreto, Lanzafame e Caputo). Il possibile slittamento di un giorno rappresenterebbe la volontà di sottrarsi ad una sovraesposizione mediatica con il varo dei calendari di Lega Pro e evitare inoltre che possano comparire due X al posto di Nocerina e Vicenza (anche se il Gubbio spera ancora), qualora i due club, come sembra, dovessero beneficiare delle retrocessioni del Lecce e del Grosseto.

Curiosità: se verrà confermato il rinvio, per 14 ore Conte non potrà sedersi in panchina nella Supercoppa a Pechino. Il ritardo renderà, infatti, le sentenze esecutive dalle 00,01 di sabato, le 6,01 di mattina in Cina e la gara è prevista alle 20 locali. Sono oramai almeno 3-4 giorni che trapela come il tecnico sarà squalificato beneficiando di uno sconto di 5 mesi sulla pena richiesta da Palazzi (un anno e tre mesi). Scricchiola invece il teorema accusatorio del procuratore federale riguardo l’altro pentito Andrea Masiello. Le difese dei legali di Bonucci e Pepe - ma anche di Di Vaio e del Bologna - hanno portato alla luce diverse contraddizioni dell’ex calciatore barese. Se i due juventini hanno più di un motivo per sperare di arrivare al proscioglimento (che comporterebbe l’annullamento della multa all’Udinese), a questi potrebbe unirsi anche l’ex capitano del Bologna, con il club rossoblù che vedrebbe annullato il -2 in classifica (pena che invece dovrebbe ricevere il Novara, che parte da -4). Per Portanova, invece, probabile derubricazione del reato da illecito a omessa denuncia.

Per le conferme ufficiali, dunque, bisognerà probabilmente attendere qualche ora in più. Poi le difese avranno tempo 5 giorni per prepararsi. Appuntamento a dopo Ferragosto: il 17 toccherà alla Corte di giustizia federale a sezioni unite esaminare le carte. Da lunedì 20, nuovo appuntamento in aula per gli appelli. Sono previsti tempi brevissimi: i dispositivi dovrebbero arrivare entro il 23. A settembre, dopo le motivazioni, sarà possibile appellarsi al Tnas.

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Scommesse. Attesa soprattutto per Conte, Bonucci e Pepe

In arrivo la sentenza sul calcio

di MARIA LUISA COLLEDANI (Il Sole 24ORE 029-08-2012)

Oggi è uno dei tanti momenti della verità dell'estate del calcio tormentata da Scommessopoli, lo scandalo servito a tranci dalla giustizia sportiva. Oggi (o al massimo domani) la Disciplinare si pronuncerà sull'illecito sportivo contestato a 13 società e 45 tesserati: quelli che fanno più rumore sono juventini, l'allenatore Antonio Conte e i giocatori Simone Pepe e Leonardo Bonucci. Decisioni che potrebbero anche modificare la storia del campionato, al via il 25 agosto. Perché, soprattutto l'eventuale squalifica di Conte per omessa denuncia (su Novara-Siena e Albinoleffe-Siena del 2011), qualche problema potrebbe crearlo alla squadra campione d'Italia. Qualcuno ne ha già creato, almeno a livello mediatico (e una parte della proprietà avrebbe volentieri evitato l'esposizione in un procedimento in cui il club non c'entra). Si è addirittura parlato di crepe nel rapporto fra Conte e la Juventus. Crepe smentite e, oggettivamente, difficili da immaginare alla luce di quanto afferma il presidente Andrea Agnelli sia ufficialmente sia ufficiosamente. Qualcosa deve essere andato storto fra i legali della Juventus, Michele Briamonte e Luigi Chiappero, e Conte ma questo non ha incrinato l'asse, solidissimo, fra Conte e Agnelli.

Dopo il pasticciaccio del patteggiamento prima accordato dal pm della Figc Stefano Palazzi (3 mesi e 200mila euro di multa), poi bocciato dalla Disciplinare di Sergio Artico (ritiene credibile il pentito Carobbio, ex giocatore del Siena e accusatore di Conte), si va verso la sentenza. Per Conte potrebbe voler dire 10 mesi senza partite in panchina (ma potrebbe allenare senza divieti durante la settimana e andare in tribuna).

Diversa la posizione di Pepe e Bonucci: la Disciplinare pare non avere abbastanza elementi su Udinese-Bari e sarebbe orientata a prosciogliere gli atleti, contrariamente alle pesanti richieste della Procura (3 anni e mezzo per il difensore e un anno per il centrocampista). In ansia Lecce e Grosseto: potrebbero essere retrocesse e partire dalla Lega Pro.

Da oggi, dopo la sentenza, per gli avvocati ci sono cinque giorni prima del secondo processo. Il 17 agosto la Corte di giustizia federale prenderà in considerazione la documentazione, per arrivare, dal 20 agosto, all'appello.

Si allungano, invece, i tempi del filone barese. Ieri sono stati sentiti Barreto, Caputo e Lanzafame, al Bari nel 2008-2009, indagati per concorso in frode sportiva su Salernitana-Bari.

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Scommesse Dopo i rinvii è atteso il giudizio tra oggi e domani. La Juva pronta ad affrontare il peggio

L’attesa infinita di Conte. Ansia per la sentenza

di DANIELE PALIZZOTTO (IL TEMPO 09-08-2012)

Forse già oggi, più probabilmente domani. Per Antonio Conte e la Juventus l’attesa sembra infinita: il giorno giusto per conoscere il proprio destino - alias sentenze di primo grado relative agli ultimi due processi sportivi sullo scandalo Scommessopoli - potrebbe slittare in avanti perché le decisioni della Disciplinare sono praticamente pronte, ma forse la Federcalcio ne rinvierà la pubblicazione per evitare la concomitanza con la presentazione dei calendari della Lega Pro. L’attesa è grande soprattutto per la Juventus, a Pechino per conquistare la Supercoppa italiana ma con un orecchio a Roma per capire cosa ne sarà del proprio allenatore, senza dimenticare Bonucci e Pepe, tutti deferiti dalla Procura federale. A giudicare dalle indiscrezioni, del resto, la situazione più complicata sembra proprio quella di Conte, rinviato a giudizio per non aver denunciato le presunte combine delle partite giocate dal Siena contro AlbinoLeffe e Novara nel maggio 2011. La Disciplinare, in effetti, ha già mostrato nell’ultimo processo di ritenere attendibile l’ex calciatore del Siena Carobbio, grande accusatore del tecnico bianconero, e per questo sembra orientata ad accogliere le tesi dell’accusa, forse con un leggero sconto di pena rispetto ai 15 mesi chiesti da Palazzi. Perdere Conte anche per 9-10 mesi, del resto, sarebbe un grande problema per la Juventus: nonostante la decisione non sia definitiva - entro il 25 agosto arriveranno le sentenze di secondo grado - il club bianconero sembra già pronto per l’eventualità peggiore, come dimostrano le voci sull’uscita dei legali del club dal collegio difensivo del tecnico. Al contrario, le posizioni di Bonucci e Pepe - così come quelle di Portanova e Di Vaio - sembrano alleggerirsi, nonostante le pesanti richieste di Palazzi (3 anni e 6 mesi per il difensore della Nazionale, un anno per l’esterno offensivo ex Udinese): la Disciplinare sembra nutrire diversi dubbi sulle confessioni fatte da Andrea Masiello sulle presunte combine di Udinese-Bari (maggio 2010) e Bologna-Bari (maggio 2011). Restano complicate, invece, le posizioni di Lecce e Grosseto, entrambe a rischio retrocessione in Lega Pro. Per conoscere le decisioni, però, bisognerà forse aspettare ancora un giorno.

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CALCIOSCOMMESSE LE SENTENZE SLITTANO A DOMANI

Grazie al fuso poteva

esserci anche Conte

Se non ci fosse la procedura d’urgenza

la squalifica partirebbe dopo la partita

di MAURIZIO GALDI (GaSport 09-08-2012)

La Disciplinare pubblicherà sul sito federale domani mattina le sue decisioni. C’è la necessità — tutta della Federcalcio — di non creare ombre sulle varie manifestazioni delle sue componenti e questa mattina, a Firenze, vengono sorteggiati i calendari di Lega Pro.

La curiosità Antonio Conte non siederà sulla panchina della Juventus in occasione della Supercoppa di sabato a causa della squalifica di dieci mesi che gli sarà inflitta. Ma vale la pena ricordare che se non ci fosse stata la «procedura d’urgenza », il fatto che la sentenza fosse comunicata venerdì, avrebbe fatto entrare in vigore la squalifica soltanto sabato. Ma grazie al fuso orario Conte avrebbe cominciato a scontare lo stop a Supercoppa già giocata. Invece, visto che si tratta di un procedimento con «procedura d’urgenza e termini abbreviati », la sentenza è immediatamente esecutiva nel momento in cui c’è la pubblicazione del comunicato sul sito ufficiale della Figc. Saranno liberi di giocare Bonucci e Pepe, comunque, visto che per loro si andrà al proscioglimento.

Retrocessioni Domani sicuramente il presidente federale Abete sentirà quello della Lega di B, Abodi, per decidere cosa fare in attesa dell’appello davanti alla Corte di giustizia federale di lunedì 20. Si deve decidere se rinviare le partite della prima giornata che vedono impegnate Grosseto e Lecce. Le sentenze di secondo grado arriveranno il 23 e il campionato partirà il 25. Inoltre, c’è la possibilità che con procedura d’urgenza anche il Tnas possa decidere l’eventuale appello in sei giorni (ci sono i precedenti). Intanto Vicenza eNocerina scaldano i motori: sono le prime due che salirebbero in B per la revisione della classifica.

Portanova e Di Vaio Anche la posizione di Daniele Portanova dovrebbe essere ridimensionata dalla sentenza della Disciplinare. Per il calciatore dovrebbe scattare la derubricazione da illecito a omessa denuncia (del resto sempre ammessa dal calciatore). Dovrebbe risultare prosciolto invece Marco Di Vaio per la stessa partita (Bologna-Bari) e così l’attaccante potrebbe riprendere immediatamente l’avventura canadese. Per conseguenza al Bologna dovrebbe essere inflitta soltanto un’ammenda per l’omessa denuncia di Portanova (Palazzi aveva chiesto il -2).

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Conte, difesa più forte

Lanzafame lo scagiona

La Figc prende tempo, ancora 24 ore per le sentenze

L’attaccante ascoltato ieri a Bari: sistema marcio, ma il tecnico non sapeva

Dubbi sulla credibilità di Masiello: Bonucci e Pepe puntano all’assoluzione

di GIULIANO FOSCHINI & MATTEO PINCI (la Repubblica 09-08-2012)

Con il fiato sospeso. Antonio Conte, Leonardo Bonucci, ma anche Lecce e Grosseto, sono tra i trenta soggetti che aspettano l’esito delle sentenze di primo grado della commissione Disciplinare. Sentenze che, a meno di nuove sorprese, dovrebbero slittare a domani. Ma il tecnico della Juventus può respirare soprattutto per le notizie che arrivano da Bari. Ieri è stato infatti ascoltato dalla procura pugliese l’attaccante Davide Lanzafame, che il tecnico ha allenato al Bari nelle stagioni 2007-2008 e 2008- 2009. Due ore circa di interrogatorio diventato presto una confessione a tutti gli effetti, nella quale il giocatore ha confermato punto per punto le ricostruzioni fornite dai due pentiti, Vittorio Micolucci – che alla procura aveva inviato un manoscritto per aprire i nuovi fronti di Salernitana-Bari, Piacenza- Bari e Bari-Treviso – e Andrea Masiello. A cominciare proprio da quel match con la Salernitana, coda del campionato di serie B vinto nel 2009, e ritenuta dagli inquirenti la combine più rilevante, quasi smaccata per quanto evidente. Ma Lanzafame ha anche escluso il coinvolgimento dell’allenatore Conte: lui non sapeva, sostiene il giocatore. Che davanti ai pm ha raccontato di passaggi di soldi all’interno dello spogliatoio per alterare il risultato delle partite, un elemento confermato dalle varie testimonianze, e cardine di un sistema che anche l’attaccante, ultimo ieri a sfilare davanti alla procura di Bari dopo Francesco Caputo e Victor Barreto, ha definito come consolidato e oleato. Ma Lanzafame aveva già raccontato tutto ciò anche alla procura Federale di Palazzi. Sabato scorso, mentre al Foro Italico si dibatteva per il processo di primo grado al filone barese d’indagine, il giocatore si era recato a Roma di propria iniziativa, dopo aver ricevuto la convocazione da Bari. Un modo per cautelarsi anche a livello sportivo: la testimonianza che il sistema federale che tutela chi si pente e fornisce “collaborazione fattiva” ammettendo le proprie responsabilità, funziona, eccome, da incentivo. Lo hanno testimoniato gli sconti sostanziali sulle pene assicurati a chi sceglie di dare il proprio contributo al lavoro della procura federale, come accaduto per i “pentiti” dell’ultimo processo, Filippo Carobbio e Andrea Masiello.

Eppure, le sentenze della Disciplinare rischiano di smontare la credibilità di quest’ultimo. Soprattutto per quanto riguarda Udinese-Bari del 2010 (ma anche Bologna-Bari) e che vedeva coinvolti anche Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Quasi certa la loro assoluzione: ma per conoscere l’esito del pronunciamento, i due giocatori della Juventus, come anche Di Vaio e Portanova, il Lecce e il Grosseto, è probabile debbano attendere fino a domani. La Figc avrebbe deciso per lo slittamento di 24 ore per evitare sovrapposizioni con la cerimonia di presentazione dei calendari di Lega Pro, in programma stamane a Firenze. Questione di buon senso: se Lecce e Grosseto fossero condannate alla retrocessione in terza serie pochi minuti prima della formulazione dei calendari, la cerimonia partorirebbe un frutto già da riformulare. Se lo slittamento fosse dunque confermato – ma non è da escludere una retromarcia – la Commissione potrebbe approfittarne per ritoccare un dispositivo comunque già ultimato. Rivedendo, magari, alcuni dettagli delle posizioni più in bilico. Confermata la possibilità più che concreta che Antonio Conte possa essere condannato a una squalifica intorno ai 10 mesi: il collegio difensivo, con cui ha già iniziato a lavorare anche Giulia Bongiorno, punta all’assoluzione in secondo grado almeno per l’omissione di Novara- Siena, per arrivare a dimezzare o quasi la pena. Per il via al processo d’appello bisognerà attendere i cinque giorni concessi alle difese per richiedere gli atti e presentare le memorie: appuntamento il 20 o, più probabilmente, già il 17 agosto.

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CALCIOSCOMMESSE, DOMANI LE SENTENZE DEL TERZO PROCESSO SPORTIVO

Credibili a metà

Smontate in parte le accuse del pentito Masiello: assolti i bianconeri Bonucci e Pepe

Confermate invece le condanne a Conte (dieci mesi) e al suo vice Alessio (otto)

Agli atti della Figc altre tre partite del Bari allenato dal tecnico della Juve

Prosciolto Di Vaio, sei mesi a Portanova, solo multato il Bologna Meno 2 punti al Novara

di GUGLIELMO BUCCHERI (LA STAMPA 09-08-2012)

Cento pagine e cinque giorni di riflessioni. Domani la Commissione disciplinare emetterà i propri verdetti sul secondo processo scommesse di questa estate (il terzo considerato quanto accadde l’anno scorso) e, al di là dei numeri, a far rumore saranno le motivazioni dei cinque giudici federali. Cominciando dal peso delle squalifiche, Antonio Conte, tecnico campione d’Italia con la Juve, dovrà prepararsi ad un lungo stop, più leggero dei 15 mesi richiesti dal pm del pallone Stefano Palazzi, ma, comunque, tale da spingere l’allenatore bianconero all’immediato cammino dei ricorsi: come più volte annunciato, di dieci mesi sarà la squalifica per Conte, al centro dello scandalo per due partite ai tempi in cui lavorava a Siena. Duri, durissimi, saranno i passaggi nelle motivazioni che riguarderanno il tecnico, a processo per una doppia omessa denuncia: le accuse per Novara-Siena ed Albinoleffe-Siena non usciranno incrinate dalla camera di consiglio della corte.

Se Conte, in attesa dell’appello, dovrà fermarsi dieci mesi (curioso come la squalifica sarà effettiva a sole diciotto ore dalla finale di Supercoppa Italiana contro il Napoli di sabato a Pechino), il suo vice Angelo Alessio dovrà farlo per due in meno. Ben diversa, invece, la sorte per i due giocatori della Juve, Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Entrambi a processo per la partita Udinese-Bari, 3 a 3, del 9 maggio del 2010, ed entrambi strattonati nello scandalo dalle dichiarazioni di uno dei pentiti del calcioscommesse, Andrea Masiello, proprio dalla non credibilità di quest’ultimo, Bonucci e Pepe troveranno il motivo per il loro proscioglimento. Bonucci era accusato di illecito sportivo, Pepe di omessa denuncia: per il difensore Palazzi aveva chiesto 3 anni e mezzo di squalifica, per il centrocampista un anno: la loro assoluzione da parte della Disciplinare apre, inevitabilmente, una crepa nel teorema accusatorio di una procura federale che, adesso, vede mettere in discussione lo stesso sistema del pentitismo.

Tre sono i grandi collaboratori dell’accusa in questa lunga stagione dei processi sportivi sulle scommesse. Fino ad ora, Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio hanno retto l’urto delle corti anche se proprio per il caso Conte lo stesso procuratore della Figc Palazzi ha dimostrato di non seguire fino in fondo i racconti dell’ex difensore del Siena Carobbio. Con le sentenze di primo grado attese in queste ore, lo scenario cambia radicalmente perché se è vero che gran parte del terzo processo scommesse è basato sulle ricostruzioni fatte in procura da Andrea Masiello, è altrettanto vero che le stesse sono spesso naufragate davanti alla corte. Così, ad esempio, ci troviamo davanti ad una partita, Udinese-Bari, dove tutti i protagonisti chiamati in causa da Masiello, compreso l’omonimo Salvatore, usciranno prosciolti. E più attenuate risulteranno le responsabilità di Daniele Portanova - 6 mesi di squalifica per omessa denuncia e non illecito come chiesto da Palazzi - a processo per Bari-Bologna sempre dopo le dichiarazioni di Masiello (per la stessa partita verrà prosciolto l’ex capitano rossoblù Di Vaio, mentre il club subirà soltanto una sanzione economica e non due punti di penalizzazione come richiesto dall’accusa).

Le cento pagine di motivazioni della Disciplinare sono pronte e, oggi, verranno consegnate in Federcalcio in attesa della loro pubblicazione. Fra i club coinvolti, c’è anche il Novara, per il quale Palazzi ha chiesto 4 punti di penalizzazione e che dovrebbe uscire dal primo grado con due punti in meno da scontare l’anno prossimo in B, riduzione frutto dell’ottimo lavoro di prevenzione sul tema scommesse messo in atto da tempo da parte del club piemontese (per Lecce e Grosseto pronte ad aprirsi le porte della Lega Pro). Fra i tesserati, le crepe riscontrate dalla Disciplinare nei racconti di Masiello fanno sperare anche il granata, ed ex leccese, Giuseppe Vives. Intanto, negli uffici della procura federale a Roma sono arrivati gli atti di tre partite del Bari della stagione in cui era Conte l’allenatore finite al centro dell’inchiesta della procura della Repubblica barese e che, da settembre, daranno vita ad una nuova fase investigativa da parte degli uomini di Palazzi.

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Ora Conte è in bilico

Sarà l’unico a pagare nel processo di Roma

Bonucci e Pepe saranno assolti. 10 mesi al tecnico che ora

rischia l’esonero. Grosseto e Lecce in Lega Pro. Novara meno due

di SIMONE DI STEFANO (l'Unità 09-08-2012)

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BONUCCI E PEPE PROSCIOLTI, CONTE E ALESSIO RIMANDATI. L'UFFICIALITÀ POTREBBE VENIR SANCITA OGGI O PIÙ PROBABILMENTE DOMANI PER EVITARE LA SOVRAPPOSIZIONE CON I SORTEGGI DI LEGA PRO. Masticherà amaro il tecnico: dovrà «accontentarsi» di 10 mesi di squalifica in primo grado contro i 15 richiesti da Palazzi. Comunque 7 mesi in più di quelli che avrebbe patteggiato se i giudici non si fossero messi di traverso.

Su di lui pesano le parole di Filippo Carobbio, ritenuto credibile, e per questo gli verrà soltanto decurtato il plus che Palazzi ha aggiunto alle due omesse denunce. Tolta l'aggravante della carica da tecnico, il suo vice Angelo Alessio va incontro a 9 mesi di squalifica. Con il proscioglimento di Pepe e Bonucci la Juve è meno in ansia, ma a processo resterà il suo allenatore, l'artefice dello scudetto. Qui non decide Conte, e la strada assolutoria che si è aperta per i suoi due calciatori, lo porterà al secondo grado da solo.

Dunque la Juve dimezza il danno, ma resta comunque a processo, e per cose mai accadute a Torino. Mentre sul banco degli imputati, per paradosso, ci finisce ora il pm federale Palazzi. La sua è diventata una guerra psicologica con la Disciplinare, che prima lo hanno mortificato respingendo il patteggiamento dell’anno, e adesso gli mette in dubbio la credibilità del suo pentito Andrea Masiello. Oltre a Bonucci e Pepe (l'Udinese evita così la multa), si salveranno anche Belmonte e Salvatore Masiello, mandando all'aria la teoria della combine collettiva di Udinese-Bari. Ma c'è di più: per Bologna-Bari derubricato Portanova a omessa denuncia, prosciolto Di Vaio e solo multa per il Bologna. Per Palazzi, una debacle senza precedenti considerato che in passato con la Disciplinare c’era una sinergia di ferro.

Tornando al bianco e al nero: c'è da attendersi una nuova alzata di scudi con frasi sibilline come la settimana scorsa? Allora fu il patteggiamento saltato del tecnico a smuovere le viscere del presidente Agnelli, che parlò di giustizia «dittatoriale», quando si era pensato a tutto tranne che a fare i conti con l’oste, i giudici che dovevano accettare. Respinto invece, «non congruo», e la Juventus si è sentita presa in giro, sei anni dopo il caos di Calciopoli e le polemiche dell'anno passato (era di questi tempi più o meno) sulla mancata revoca dello scudetto all’Inter. La terza stella sul petto, se a molti non piace, in casa bianconera viene vista come una magra consolazione, peraltro accettata bene o male da tutte le istituzioni.

La Juve è già a Pechino, in Cina arriveranno nel pomeriggio le decisioni della Commissione, nell’aria c’è una festa a metà. Sorrideranno i giocatori, storcerà la bocca lo staff tecnico, con l'allenatore già a «tirocinio» per imparare a seguire la sua squadra dalla tribuna. È già scattato il toto-sostituto: favorito Carrera su Baroni, ma si tratterà di una soluzione tampone: «Conte non si tocca». Ad allontanare le voci di una spaccatura tra il tecnico e la società da ricondurre all'ingaggio dell'avvocato Giulia Bongiorno in vista dei gradi successivi.

A settembre si vedrà anche cosa esce da Bari, dove Conte potrebbe essere ascoltato come persona informata sui fatti. Per Bonucci e Pepe è stata invece convincente l'arringa degli avvocati Chiappero e Bianchi, che hanno mirato a scardinare l'impianto accusatorio di Andrea Masiello. Il pentito non è ritenuto credibile in questo caso, negli altri sì. Per Udinese-Bari non poteva, visto che le incongruenze sulle sue ripetute segnalazioni contrastano assai. Palazzi parlò di «dichiarazioni progressive», ma l'epiteto può essere affibbiato a Carobbio, non a Masiello che ritratta anche davanti alla procura della Repubblica per evitare di accollarsi l'associazione.

C'è una bella differenza infatti se la partita viene combinata con altri compagni di squadra o con persone estranee al mondo del calcio. Nel primo caso si tratta di semplice reato sportivo (sia Masiello da solo o con altri nove compagni come sostiene), nel secondo caso – con l'aggiunta di Carella eGiacobbe – scatta l'associazione a delinquere. Per la Disciplinare dunque quella gara la fece solo Masiello, anche se non si riesce a capire come può aver combinato un pareggio “over” (sia 2-2 o 3-3 poco importa) senza l'apporto di qualche avversario.

L'avvocato di Bonucci aveva anche detto: «Tolto Bonucci la gara resterebbe in piedi lo stesso», cercando di attenuare la paura di Palazzi nel vedersi crollare il castello di Udinese-Bari per colpa dell'assoluzione del difensore. Per questo il pm federale aveva provato in tutti i modi a stoppare l'arringa per chiedere un nuovo patteggiamento. No, Bonucci si è sempre rifiutato di patteggiare e per questo probabilmente verrà creduto e salvato. Così anche Pepe, l'ultimo appiglio alla gara per quella telefonata con Salvatore Masiello.

In queste ultime ore la Disciplinare ha cercato di dare un senso alle dichiarazioni di Andrea Masiello sulla famosa Ferrari di Pepe: «Ho sentito Salvatore dirgli per telefono se la voleva vendere la Ferrari». Ma la Ferrari aveva un senso se si parlava di acquisto (la prima dichiarazione di Masiello), e Masiello gli avrebbe detto: «Se facciamo la combine riesci a comprarti la Ferrari». Ma per venderla non c'è bisogno della combine, e tutto salta. Scagionato Pepe, con lui salvi anche Salvatore Masiello, Belmonte, e poi Di Vaio e Portanova che esce con l'omessa denuncia: Palazzi ha perso. Se prima eravamo alle malelingue, ora è una conferma: ecco perché voleva patteggiare.

Infine, i giudici hanno anche deciso che Lecce e Grosseto andranno retrocesse in Lega Pro e che il Novara inizierà il prossimo campionato di Seri B da meno due.

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Palazzi affonda con Masiello

Udinese-Bari: Bonucci-Pepe assolti. Conte stop fino a giugno

Il pentito barese non credibile, Carobbio sì. Bologna ok.

Di Vaio e l’altro Masiello prosciolti. Novara -2. Giallo Vives. Grosseto e Lecce in Lega Pro

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 09-08-2012)

ROMA. Un gelo senza precedenti, in questi giorni caldi che prevedono per oggi la chiusura del lavoro assai pubblicizzato della Disciplinare sulle sentenze e domani reso noto a tutti. I tempi in cui la Disciplinare andava a braccetto con Palazzi (come il caso Manfredini che gridava vendetta ma fu lasciato prosciogliere dalla Corte di Giustizia) sono un lontano ricordo. Come dire, se son pentiti fioriranno. Andrea Masiello è appassito già in primo grado. Tutte (o quasi) le sue accuse vanno verso il proscioglimento o la derubricazione: Leonardo Bonucci e Simone Pepe assolti, con loro si salvano anche Salvatore Masiello , Nicola Belmonte e l’Udinese che evita la multa. Bilancio di Palazzi su Udinese-Bari: 4 proscioglimenti. Per i giudici quella combine la fece proprio Masiello, da solo o con i suoi amici Carella e Giacobbe . Il castello di Palazzi scricchiola. Bologna-Bari? Il pm federale aveva chiesto 3 anni per Portanova, e un anno per omessa denuncia a Di Vaio . Ma i giudici sembrano voler credere a Portanova («Ho avvertito i compagni...») e per questo lo dovrebbero derubricare in omessa denuncia, salvando l’ex capitano e il Bologna che avrà solo una multa. La pena forte resta su Antonio Conte che da 15 mesi scende a 10 mesi, uno in più del suo vice Angelo Alessio . Lo sgravio è dovuto alla responsabilità relativa alla carica di allenatore. Ma c’è un motivo che rende ancora più pesante la sconfitta del procuratore in questo doppio processo: quanto dice Carobbio (e “de relato” Gervasoni), per la Disciplinare resta credibile, mentre le rivelazioni di Andrea Masiello non sono riscontrate. Anzi, il pentito si è contraddetto in più punti e la differenza l’hanno fatta le conclusioni a cui giunge la procura di Bari. Mentre a Cremona siamo ancora work in progress, in Puglia i pm Laudati e Angelillis sono già arrivati a dama per la Bari 1 e su Masiello non hanno maturato un’opinione così decisiva come il pm Di Martino assegna a Carobbio: «Masiello non è credibile», dice Bari. Ma Palazzi no, ha osato, alzato il tiro, mandando a processo e chiedendo la condanna per diversi tesserati, sulla scorta di dichiarazioni «non riscontrate». Questo sarebbe lo scotto che la giustizia sportiva pagherebbe se i processi venissero fatti a inchiesta penale chiusa. Si va anche verso la retrocessione del Lecce, ma non certo per l’autoaccusa di Masiello: «Ho fatto l’autogol volontariamente», aveva scritto agli inquirenti poco prima di essere arrestato: «La natura auto accusatoria di Masiello risulta priva di fondamento e mirata ad allontanare lo spettro dell’associazione», la chiosa finale scritta sull’ordinanza. Ad inguaiare il Lecce invece sarebbero stati i tabulati e i flussi bancari prodotti dagli inquirenti, non certo la collaborazione di Masiello.

E VIVES? Alla luce di tutto questo brucia ancora di più ai patteggiati della prima ora, Bentivoglio , Parisi , ecc. E lo stesso patteggiamento di Masiello: 26 mesi di squalifica scontati per cosa? A questo punto sperano tutti, compreso Giuseppe Vives , il presunto braccio operativo di Semeraro in campo. La domanda sul segnale dell’accordo raggiunto: ma fu una pacca sulla spalla o uno scambio di maglia? Anche qui Masiello aggiusta, per Vives è una storia simile a quella di Bonucci: toglierlo dalla combine non escluderebbe comunque il derby. Altra matrioska? Sperano invece gli altri coinvolti, compreso Padelli , accusato di un illecito in Palermo-Bari quando fu proprio lui a sventare la combine parando il rigore a Miccoli. Dopo il rinvio a giudizio e il suo sfogo in dibattimento, pare che qualche federale gli si sia avvicinato per esprimergli la sua solidarietà...

NOVARA ETICO A completare il quadro dei club: Grosseto in Lega Pro (Carobbio e gli altri...), mentre il Novara dovrebbe scendere a -2 (in continuazione con il -3 del primo processo): apprezzato il codice etico e il monitoring societario, in linea con gli innovativi standard di prevenzione promossi dalla serie B di Andrea Abodi, prossima a concludere una trattativa con Federbet. Un gran caos, anche sulla tempistica: le sentenze dovevano uscire oggi ma usciranno domani, per evitare la sovrapposizione dei sorteggi di Lega Pro.

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Da Lanzafame ai pm

risposte interessanti

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 09-08-2012)

ROMA. Penultimo giorno di interrogatori prima delle vacanze. La procura di Bari va spedita verso la chiusura delle indagini sulle due gare rivelate da Andrea Masiello: Bari-Treviso e Bari-Salernitana del 2008-09. Ieri i procuratori Angelillis e Dentamaro hanno sentito Francesco Caputo e Davide Lanzafame, mentre si è avvalso della facoltà di non rispondere l’attaccante Vitor Barreto, anche se il suo procuratore Zilli sostiene il contrario. «Non è vero, ha risposto a tutte le domande». Di poco conto l’interrogatorio di Caputo, un’ora scarsa e poca voglia di parlare all’uscita. Ancor più blindata l’uscita in taxi dell’attuale attaccante del Catania. Lanzafame è rimasto davanti agli 007 per circa due ore e avrebbe chiarito la sua posizione. Il verbale resta secretato, ma a seguito di alcune ammissioni di altri giocatori, anche Lazafame avrebbe confermato alcuni episodi nebulosi avvenuti in quel Bari. Oggi sarà la volta di Marco Esposito, Stefano Guberti e Alessandro Parisi.

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I conti agli sceicchi.

Indagine sul Qatar e la sua colonizzazione pallonara

di FRANCESCO CAREMANI (IL FOGLIO 09-08-2012)

The Paris Saint-Germain project, è così che l’umorismo inglese stigmatizzato, sul sito del Guardian, la costruzione della squadra francese a suon di milioni. Difficile dargli torto dopo l’ennesimo colpo annunciato: il brasiliano Lucas (vanamente inseguito dall’Inter) per 45 milioni di euro, per andare a far compagnia a Ibrahimovic e Lavezzi, costati 47 milioni (per transfermarkt. de, 50 per altre fonti). In meno di due anni Leonardo, braccio armato di Nasser Ghanim Al-Khelaïfi (presidente qatariota del club acquistato attraverso la Qatar Investment Authority, che ne controlla il 70 per cento; già presidente della locale federazione di tennis e vice presidente di quella asiatica), ha speso 195.800.000 di euro, perdendo il campionato contro il Montpellier che ha un tetto ingaggi di 200 mila euro. Ma il calcio è solo la punta dell’iceberg di un piccolo paese che si sta facendo strada grazie agli investimenti e a una diplomazia trasversale. A Parigi l’ambasciata del Qatar, ristrutturata dallo studio Seste di Roma per 8 milioni di euro, è affacciata su Place Charlesde- Gaulle, in faccia all’Arc de Triomphe. Per 300 milioni hanno acquistato l’edificio che ospita una parte dell’ambasciata americana della capitale francese e la sede del Figaro. Nel 2009 avevano fatto altrettanto con l’ambasciata Usa di Londra. Per non parlare del 5 per cento della banca Santander in Brasile, della Miramax, messa in vendita dalla Disney, dei magazzini Harrods e della Volkswagen-Porsche. Tutto attraverso la Qia che gestisce soldi e investimenti del fondo sovrano qatariota, capace di sponsorizzare anche il Barcellona con un contratto da 150 milioni di euro per cinque stagioni più eventuali bonus.

Ma agli emiri sembra non bastare. Lo scorso giugno hanno acquistato, attraverso la Qatar Sports Investments, la squadra Paris Handball, in un paese in cui la pallamano è uno sport molto popolare. Ma il colpo più duro l’hanno sferrato qualche giorno prima quando in Francia sono partiti i canali “Be In Sport” 1 e 2 di al Jazeera che ha acquistato i diritti della Ligue 1 e si è buttata nella battaglia per conquistare anche quelli della Premier League, con nuovi canali dedicati. North Dome, il più grande giacimento di gas naturale al mondo, tra le acque territoriali del Qatar e dell’Iran, è questa la cassaforte di Hamad bin Khalifa al Thani che nel 1995 ha deposto il padre, il quale non voleva investirci per tenere buoni Iran e Arabia Saudita, lanciando il Paese verso la modernizzazione a tappe forzate. Nel 2003 ha aperto le porte al Pentagono, che vi ha costruito la più grande base aerea statunitense all’estero, da cui partivano per operazioni in Afghanistan e Iraq.

Facile quando a decidere le sorti di tanta ricchezza sono solo in quattro: l’emiro al Thani, il figlio Tamim, la seconda moglie Sheikha Mozah (a capo della Qatar Foundation) e il primo ministro Hamad bin Jassim al Thani (presidente della QIA). E lo sport? E’ la passione della famiglia, dal tennis all’equitazione, dall’atletica al calcio e dopo le Olimpiadi asiatiche di Doha del 2006 i Mondiali del 2022, seppur con tanti dubbi sulla trasparenza nell’assegnazione.

Prima dell’arrivo degli emiri al Psg i vecchi proprietari hanno impiegato dieci campagne acquisti per spendere 190.530.000 di euro. Lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, che ha acquistato il Manchester City nel 2008 attraverso l’Abu Dhabi United Group, ha speso 579.635.000 di euro per vincere una FA Cup e la Premier League.

Meno dispendiosa l’avventura dell’altro qatariota Abdullah al Thani che con poco più di 84 milioni di euro (in due stagioni) ha portato il Malaga ai preliminari di Champions League. Adesso, però, pare intenzionato a vendere il club a russi o ucraini, memore del suo primo giorno nella città andalusa due anni fa, quando il suo yacht fu completamente svaligiato.

Una piccola botte d’acciaio (piena di gas) nel tormentato panorama arabo, questo è oggi il Qatar che fa amicizia col mondo attraverso il calcio, dimenticando il fair play finanziario. “Se non genera ricavi pari alle spese il Psg deve preoccuparsi. Non guarderemo in faccia nessuno”, ha dichiarato il segretario generale dell’Uefa Gianni Infantino. E le stelle staranno a guardare?

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BUSSOLE di ILVO DIAMANTI (Repubblica.it 08-08-2012)

Tifo dunque sono

Ho quasi cinquant'anni, sono un impiegato pubblico. Vivo e lavoro a Padova. Mi chiamo Ludovico, ma, a parte il nome, non so più chi sono. Come definirmi. Il Lavoro? Meglio fingere indifferenza. Dipendente pubblico è sinonimo di "Fannullone". L'unica etichetta che rischio di portarmi dietro. Appiccicata da Brunetta. Che, a quel che ricordo, quando lavorava, faceva il professore universitario. Proprio qui: a Padova. Dunque, era anche lui un dipendente pubblico. Il lavoro, però, non è più un marchio indelebile. Non dà identità. In parte perché oggi è una merce scarsa. In parte perché è diventato fluido. Incerto, frammentato, instabile.

D'altronde, oltre metà delle persone si pensa "in fondo" alla scala sociale. Le posizioni e le gerarchie sono, dunque, più confuse di un tempo. In questa società "liquida", (dis) orientata da un lavoro "liquido", per usare il linguaggio di Bauman. Sociologo trendy, capace di liquefare ogni cosa intorno a noi. Non senza ragione. Perché anch'io mi sento abbastanza anonimo. Senza nome. Senza luogo. Senza bandiera. Senza un "noi" in cui trovare rifugio. A cui ancorarsi. La Politica? Sicuramente no. Si è perduta e ha perduto anche me. Che ero di sinistra e riformista. Un laburista, avrei detto fino a qualche anno fa. Ma oggi come si fa a definirsi laburisti se il lavoro si è liquefatto? E poi, sinistra riformista... Ma che vuol dire? Se penso che la maggioranza di governo tiene insieme PD, PdL e UdC, mi dico, ma che vuol dire Sinistra riformista? Perché c'è bisogno di un avversario, se non di un nemico, per sentirsi "parte". In politica. Ma se i berlusconiani sono dalla "mia" parte, se il governo è Tecnico, senza bandiera e senza fede, se non quella del Bilancio e del Mercato, allora non c'è più religione. D'altronde, anche la Religione... Sono tutti cattolici, siamo tutti cattolici. Io stesso lo sono. Almeno, se me lo chiedono, affermo (ammetto?) di esserlo. Ma in Chiesa non ci vado quasi mai. Al massimo a Pasqua e Natale. O quando si sposa una persona che conosco... (Anche se ormai non si sposa quasi più nessuno.) Così, dirsi cattolici, non costa molto. Ma non aiuta a "situarsi". A darsi un posto nel "nostro" mondo. A distinguersi dagli altri. E al tempo stesso a dire "da che parte" e "con chi" stai.

L'Età. Neanche quella contribuisce. Perché oggi sono, siamo tutti giovani. Ieri ho incontrato un "vecchio" amico. Qualche anno appena meno di me. Gli ho chiesto cosa facesse. Mi ha detto che è manager di una piccola impresa. E ha aggiunto che presiede il Comitato Regionale dei Giovani della sua Associazione di categoria. Con orgoglio evidente. Motivato non so se dal ruolo - Presidente - o dal settore, quindi dalla definizione sociale: Giovane. A più di quarant'anni. Perché nel nostro tempo e nella nostra società sono tutti giovani e non invecchiano mai. Fino a quando non vengono affidati a una badante. Oppure muoiono.

La Geografia? Come può darti un'identità? L'hanno praticamente abolita dagli insegnamenti: nella scuola dell'obbligo e in quella superiore. Per cui nessuno sa più neppure dove abita. Berlino, Dublino e Toblino. È lo stesso. Se devi muoverti, andare da qualche parte, c'è il GPS, il Satellitare. In auto, negli smartphone. Ti guida lui. Non c'è bisogno di sapere dove sei. Non è importante. Basta ascoltare le indicazioni scandite da una voce metallica. Così il luogo non serve a darti una "posizione". Una direzione. Un senso. Io, che abito a Padova, me ne rendo conto. Appena qualche anno fa avevo solo l'imbarazzo della scelta. Potevo dirmi: Veneto, Nordestino, Nordista. Ma anche Italiano. Senza contraddizione. In opposizione a "quelli che" si dicono Veneti, Nordisti, Padani "o" Italiani". In alternativa. In opposizione anche a "quelli che" si dichiarano Europei oppure Cittadini del Mondo. Ma oggi la globalizzazione e la crisi finanziaria hanno vanificato o comunque ridotto il potere "distintivo" di queste etichette. Perché Nordisti e Nordestini sono, comunque, a Sud della BCE, del FMI, della Germania e del Marco. Quanto ai Padani, in questi tempi, se ne vedono pochi in giro. Mentre è difficile invocare la "patria europea". E non esiste ancora un passaporto che permetta ai Cosmopoliti di passare alle frontiere.

Per cui, fuori della mia cerchia stretta di amici e conoscenti, io non so chi sono, né come mi chiamo.

D'altronde, se mi guardo intorno, se guardo i media, vedo solo e sempre Monti. Emblema del nostro tempo. Un uomo che è difficile definire: dal punto di vista politico, geopolitico, religioso, dell'età. È un uomo senza etichette. Distaccato. Distante. Algido. Sicuramente, non mi ci riconosco. Ma neppure lo osteggio apertamente, come invece facevo con Berlusconi.

In quest'epoca senza passione, a risvegliare la mia passione resta solo il calcio. Perché, come metà degli italiani, sono un tifoso. Anche se, salvo rare eccezioni, coltivo la mia "fede" davanti alla tivù, invece che negli stadi. Ma non mi perdo un rito. Una partita. Di campionato o di Coppa. Io sono juventino. Come dice il mio amico Eddy: anzitutto bianconero. Unica identità non negoziabile. Gli scandali di ieri e di oggi, le scommesse e ancor più "calciopoli": non hanno raffreddato la mia passione. Anzi: l'hanno accesa e la accendono di più. Meglio lo scandalo dell'indifferenza. Noi contro tutti. Ogni scudetto in meno, ogni squalificato in più: alimentano il mio senso di appartenenza.

Così resto in attesa. Perché -quando i campionati tacciono e parlano solo i Mercati - oppure, quest'anno, le Commissioni d'inchiesta - io mi sento perduto. (Le Olimpiadi sono solo un "placebo".) Senza calcio, mi scopro senza nome, senza volto e senza bandiera. Senza parole. E mi nascondo nell'ombra. (In questa stagione torrida e afosa, è un sollievo.) Consapevole che l'attesa sarà breve. Poche settimane ancora e la mia vita (pubblica) ricomincerà. Insieme al campionato. Ritroverò me stesso. Il mio volto, il mio nome, la mia bandiera. Gli amici e i nemici di sempre.

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L’ora del giudizio

di GIULIANO FOSCHINI dal blog Lo zingaro e lo scarafaggio 09-08-2012

Di solito anticipare sul giornale le sentenze è praticamente impossibile. Di solito il giudice, specialmente nei casi più complessi, mantiene fino all’ultimo istante il proprio processo decisionale aperto, e per questo è geloso di ogni singola valutazione, di ogni singolo pensiero. Se si confida o si confronta, e capita davvero raramente, lo fa con pochissime persone di fiducia, gente del mestiere che sa come ci si rapporta con una persona che in quel momento è tormentata dalla propria personale condanna: la condanna al giudizio. Persino i giornalisti di cronaca giudiziaria, che sono brutte persone, notoriamente si fermano, quasi rispettosi, davanti a questa condizione. E infatti gli scoop sulle sentenze (anticipazioni sulle condanne o sulle assoluzioni) nella storia del giornalismo si contano sulla punta delle dita. Al massimo, i più aggressivi anticipano l’orientamento di una giuria, mai il contenuto di una sentenza.

Questo discorso vale per ogni tipo di giudizio, penale, civile, amministrativo, contabile. Andate a consultare gli archivi se non ci credete. Eppero’ evidentemente non vale per i giudizi sportivi. Era già successo per Calciopoli ed e’ successo di nuovo, ieri, per il calcio scommesse. Bastava passare per via Po’, l’altra mattina, e, sapendo come muoversi, si potevano trovare numerosi “soggetti qualificati” pronti a concedere lo scoop. Qualcuno sul giornale del giorno dopo l’ha messo come indiscrezione, qualcun altro l’ha venduto come una notizia esclusiva, qualcun altro ancora ha ignorato la dritta. Ma non è questo che ci ha colpito.

Quello che ci ha colpito è la totale mancanza di reazioni da parte dei giudici e delle istituzioni. Per capirci. Provate ad anticipare una sentenza di un processo per omicidio e vedrete cosa succede il giorno dopo, le inchieste ministeriali, quelle penali, le dichiarazioni di indignazione, le urla… E invece in questo caso, nulla. Nulla di nulla. Nulla dalla Figc, nulla dal Coni, nulla dall’inerte ministro Gnudi (uno che arriva in ritardo anche quando deve chiamare al telefono un atleta per fargli i complimenti, figurarsi quando deve intervenire su un caso complesso). Ora, per concludere, le cose sono due: o lo “scoop” era falso e allora i giudici, asserragliati nel loro riflessivo riserbo, stanno tutti ridendo di noi. Oppure… Oppure quell’anticipazione non è dispiaciuta a nessuno. Non al Coni (avete fatto caso come sui giornali abbia tolto spazio allo scandalo del doping olimpico?). Non alla Federcalcio (a proposito, che fine ha fatto lo zerotollerante Abete?) che ha mandato un bel segnale distensivo al signor Agnelli. Non ai giudici che hanno potuto vedere l’effetto che faceva prima di depositare (con un po’ di utile ritardo) la loro bella motivazione.

Ma no, siamo sicuri che siamo noi che pensiamo sempre male. Altrimenti sarebbe confermata una volta di piu’ la nostra impressione iniziale su tutta questa storia del calcio scommesse. Il vero problema non sono i calciatori o le società, non erano il Bari e il Siena di Conte, non sono i mille scarafaggi che danno da mangiare ai mille zingari. E non sono nemmeno gli ultra di twitter, ultima penosa piega della stupidità pallonara, i quali adesso che hanno messo giu le mani dai loro “eroi” torneranno a farsi andare bene i mille palazzi del palazzo, in attesa del prossimo scandalo, del prossimo casino, del prossimo processo. Che purtroppo non tarderà.

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«Nella giustizia sportiva chi è

accusato non può difendersi»

Dopo le anticipazioni della Ġazzetta dei verdetti sul Calcioscommesse, intervista al blogger Antonio

Corsa: «Manca buonsenso. Ma sono più preoccupato per l’organizzazione della giustizia sportiva».

di DANIELE CIACCI (TEMPI.it 09-08-2012)

Ieri, la Ġazzetta dello Sport anticipava i verdetti sul Calcioscomesse. La Disciplinare non ritiene credibile Andrea Masiello: saltano così le accuse di illecito verso Simone Pepe e Leonardo Bonucci, entrambi in forza alla Juventus. Meno fortunato è l’allenatore Antonio Conte, che si vede confermati 10 mesi di squalifica per “omessa denuncia”. In una situazione nebulosa, in cui è difficile discernere i metodi di procedimento della giustizia sportiva, tempi.it ha chiesto ad Antonio Corsa, tifoso juventino e blogger del sito uccellinodidelpiero.com, di spiegare con chiarezza i passaggi più impaludati della vicenda.

Antonio, qual’è il tuo parere sulla clamorosa anticipazione della giornalaccio rosa dello Sport, che già ieri sbatteva in prima pagina i dettagli delle accuse ad Antonio Conte?

Non mi pare un’azione di buonsenso. Non dovrebbero uscire, tutto qui. Ma da sempre i giornalisti hanno rapporti con le procure, e il danno non lo fa certo la Ġazzetta dello Sport. A me preoccupa altro.

Che cosa?

Mi preoccupa come è organizzata la giustizia sportiva in Italia. Essa sta operando sulle carte di un’iniziativa in corso della Procura. L’indagine non si basa su prove, le quali si formeranno nel dibattimento, ma su indizi che vanno ancora riscontrati. Secondo me, non è corretto istruire un vero e proprio processo basandosi su prove non certe, e il fatto di poter giudicare soltanto basandosi su indizi può portare a cantonate incredibili. Vedi l’affaire Andrea Masiello, non riconosciuto attendibile dalla Procura di Bari, ma credibile secondo il Procuratore federale. Inoltre, nel processo sportivo non c’è spazio alla difesa, ma solo all’accusa. È necessario: bisogna fronteggiare i tempi sportivi, per i quali la rapidità è d’obbligo quanto il rispetto delle scadenze. Tuttavia, con le carte in mano e prove “provate”, si eviterebbero tanti errori.

Perché la Procura di Bari non crede alla testimonianza di Masiello?

Si sta valutando se la posizione è credibile o meno, ma il calciatore cambia versione di frequente. Ricordiamo che durante il derby tra Bari e Lecce, il difensore fa autogol. Prima – dice – non volontariamente. Poi invece ammette di aver segnato di proposito per ricevere soldi. Cambia il momento e il luogo in cui si sarebbe accordato con lo juventino Leonardo Bonucci. D’altronde, al difensore barese fa comodo scaricare la colpa. «La natura auto-accusatoria di Masiello risulta priva di fondamento e mirata ad allontanare lo spettro dell’associazione» dice la Procura di Bari. Insomma, pur di alleggerire la propria posizione dipinge una trama di accordi tra squadre.

Le indagini del Procuratore federale Stefano Palazzi hanno avuto, come risultato, l’assoluzione dei quattro giocatori imputati. Gli errori di valutazione di Palazzi, a tuo parere, devono essere puniti onde evitare sempre più frequenti cacce alle streghe?

Secondo me Palazzi dovrebbe dimettersi. Ma siamo in Italia, e ne vediamo di tutti i colori. In ogni caso, il vizio è procedurale. L’accusa si basa sulle informative dei Carabinieri e su interrogatori a indagini in corso. Nei processi è possibile incappare in errori, e l’accusato ha la possibilità di difendersi. In quello sportivo, purtroppo, no. Inoltre, non sono molto convinto del lavoro di Palazzi. Se l’accusa formale per Conte è di una doppia omissione di denuncia, si sarebbe potuto chiedere dai 15 ai 18 mesi. Palazzi ne ha chiesti 15. Di fronte a una richiesta così alta, il Procuratore si è accontentato di un patteggiamento che allontanava Conte per tre mesi, e lo obbligava a pagare una multa di 200 mila euro. Uno scambio molto al ribasso. A chi sarebbe convenuto chiudere in fretta il patteggiamento onde evitare il processo? A Conte? Sicuramente sì. Ma anche a Palazzi, che avrebbe evitato di mostrare al mondo notevoli incapacità gestionali. Palesatesi anche durante il “caso Marcelo Larrondo”, attaccante argentino impiegato in Novara-Siena. Da “illecito sportivo”, Palazzi ha accettato di patteggiare derubricando l’accusa in “omessa denuncia”. Perché? È chiaro che il Procuratore non era poi così certo dei suoi argomenti.

Adesso Antonio Conte può fare ricorso per diminuire il possibile deferimento?

Sì, lo può fare, ma la statistica non sorride. Nel primo filone di calcio scommesse, gennaio 2012, su 56 deferiti in 52 sono stati squalificati, con patteggiamento o meno. Il 96 per cento dei ricorsi non hanno avuto successo. Si tende a confermare i verdetti di primo grado, e per l’allenatore bianconero sarà difficilissimo uscirne illeso. Tuttavia, non credo che la Vecchia Signora abbandonerà Conte. Sul tecnico si basa infatti l’intero progetto di ricostruzione della squadra piemontese.

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Scommesse

Sentenze:

le certezze di Cremona

i dubbi di Bari

di ANDREA ARZILLI (CorSera 10-08-2012)

ROMA — Il giorno dei verdetti. Stamattina la Figc darà pubblicazione delle decisioni della Disciplinare in merito al doppio processo d'agosto sul calcioscommesse. Se sul versante cremonese dell'inchiesta le sentenze seguiranno la linea dura usata dal procuratore Palazzi nelle richieste, su quello barese si annunciano numerosi ribaltoni. Spaccata in due filoni c'è la Juve: da una parte Antonio Conte e i 10 mesi (a fronte di una richiesta di 15) con cui, per l'omessa denuncia doppia e aggravata conseguente alle rivelazioni di Filippo Carobbio, la Disciplinare lo condannerà in primo grado allo stop, pena subito esecutiva che impedirà al tecnico di sedere in panchina domani a Pechino per la Supercoppa contro il Napoli; dall'altra Pepe e Bonucci, salvi e prosciolti per i dubbi emersi in dibattimento sulla credibilità di Andrea Masiello, il pentito che li ha portati alla sbarra a rispondere rispettivamente delle accuse di omessa denuncia (un anno la richiesta) e illecito sportivo (tre anni e mezzo chiesti da Palazzi). E' questa la dicotomia tra le sentenze che colpiranno 25 tesserati e sei società, l'accusa tiene su Cremona e cade su Bari. I verdetti dicono che a lavorare sul pari «over» in Udinese-Bari fu il solo Andrea Masiello, gli altri rinviati al giudizio sportivo se la cavano tutti: non solo Bonucci e Pepe, ma anche l'Udinese, che evita l'ammenda, Salvatore Masiello e Nicola Belmonte. Tutti prosciolti e contenti, così come Marco Di Vaio, deferito per omessa denuncia in relazione alla presunta combine in Bologna-Bari. E va bene anche allo stesso club emiliano, che si vedrà comminare solo un'ammenda di 50 mila euro per responsabilità oggettiva in relazione alla squalifica del proprio tesserato Daniele Portanova, rinviato per illecito ma derubricato a semplice omessa denuncia (6 mesi di stop). Dalla pubblicazione delle sentenze le difese hanno cinque giorni per preparare l'appello: si va di fretta, la Procura farà di tutto perché il secondo grado inizi il 17.

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La Disciplinare stamane ufficializza le sentenze di un processo pieno di contraddizioni

Giustizia anomala

I verdetti risentono della credibilità degli accusatori

Conte sarà sospeso per dieci mesi, Pepe e Bonucci vanno verso l’assoluzione

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 10-08-2012)

ROMA - Strano a dirsi quando le sentenze debbono essere ancora ufficializzate. Eppure di questa parte del processo sul calcioscommesse, comprendente sia il filone di Bari che di Cremona, è stato oramai pubblicizzato praticamente tutto. Nonostante ciò, meglio continuare ad utilizzare il condizionale quando si parla delle squalifiche che saranno rese note questa mattina, se non altro per rispetto nei confronti della Commissione Disciplinare.

Un procedimento che sarà ricordato a lungo, avendo portato alla luce diverse anomalie. In primis: se come sembra le diverse contraddizioni di Andrea Masiello garantiranno il proscioglimento di Bonucci, Pepe, Salvatore Masiello, Belmonte e Di Vaio, la derubricazione di Portanova, l'annullamento dell'ammenda all'Udinese e del -2 al Bologna, cade inevitabilmente l'asse portante dell'inchiesta federale. Ossia, quella dell’assoluta credibilità del pentito. In questo caso, poi, ciò avviene in palese ritardo con quanto già asserito dalla procura ordinaria di Bari (che ieri ha intanto interrogato Parisi, Esposito e Guberti per Salernitana-Bari del 23 maggio 2009: i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) che riguardo alla figura di Andrea Masiello da tempo aveva espresso molti dubbi. Quelli che Palazzi sino alla difesa dell’avvocato Bianchi (Bonucci) non ha mai avuto: le dichiarazioni dell’ex barese, infatti, erano ritenute «univoche e insuperabili». Un errore che agli occhi dell’opinione pubblica mina inevitabilmente anche la credibilità dell’altro pentito, Filippo Carobbio. E non per la pena che verrà comminata a Conte (10 mesi) ma per il modo in cui ci si è arrivati.

Contraddizioni che sono state le vere protagoniste di questo processo. Proviamo ad elencarne alcune. Carobbio è stato ritenuto credibile «in toto» dalla Procura, tanto che nelle carte si legge che la valenza data alla difesa di Conte nel screditarlo è pari allo zero visto che «le motivazioni addotte appaiono incoerenti e prive di pregio, ove, la versione fornita dal calciatore appare più verosimile». Ma se è credibile al 100%, lo sarebbe stato anche nell'episodio specifico della riunione tecnica nella gara con il Novara. E allora il rinvio a giudizio per l'allenatore perché non è stato per illecito sportivo ma per omessa denuncia? Dubbio che s’ingigantisce leggendo la prima parte dell'atto di deferimento, quello scritto dalla mano degli 007 federali, prima della svolta decisa da Palazzi (che ieri ha ricevuto l’appoggio di Abete: «In questi anni la Procura ha lavorato molto bene a prescindere dalle autonome valutazioni che saranno fatte nei vari gradi di giustizia») nelle conclusioni.

Non trova risposta nemmeno un altro quesito: se il tecnico deve rispondere di omessa denuncia, perché i calciatori presenti nello spogliatoio del Siena ai quali si sarebbe rivolto confidando che «c'era un accordo per il pari» non sono stati deferiti? E perché, come hanno fatto notare almeno una decina di avvocati durante il dibattimento, nelle conclusioni di Palazzi la formula in dubbio pro reo viene utilizzata in un mare magnum di 58 deferiti, solamente per Conte? Strano anche il solo deferimento al team manager del Bologna, Sanfelice, quando Portanova avrebbe parlato con tutto lo spogliatoio rossoblù. Perché non omessa denuncia per tutti? Addirittura inspiegabile quanto accaduto al povero Padelli, che dopo aver parato il rigore che non permette il buon esito di una combine, rischia una pena di tre anni. E poi, l’ultima anomalia. Quella che alla luce dell’ufficialità delle sentenze di oggi, lascerebbe ancor di più perplessi: ma il patteggiamento di Masiello, grazie al quale l’ex barese sconterà 26 mesi di squalifica, è stato concesso per cosa?

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Il processo La Commissione disciplinare renderà stamane note le decisioni basate sugli atti trasmessi dalle Procure di Cremona e di Bari

Calcioscommesse, è il giorno delle sentenze

Nel mirino sei club e 25 tesserati. Pepe e Bonucci assolti?. Conte rischia dieci mesi di stop

di ALESSANDRO FERRI (IL MATTINO 10-08-2012)

Stamane le sentenze della Commissione Disciplinare in merito al doppio processo al Calcioscommesse, basato sugli atti trasmessi dalle Procure di Cremona e di Bari, tenutosi la settimana scorsa all'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico. L'organo presieduto da Sergio Artico è chiamato a valutare le posizioni di sei club: Ancona, Bologna, Grosseto, Lecce, Novara, Udinese; e di 25 tesserati, tra cui l’allenatore della Juventus, Antonio Conte, il suo vice, Angelo Alessio e i giocatori Leonardo Bonucci e Simone Pepe. E ancora il difensore del Bologna Daniele Portanova e l'ex capitano Marco Di Vaio.

Dei 58 deferiti (13 società e 45 tesserati) dal procuratore federale, Stefano Palazzi, in 27 (tra cui AlbinoLeffe, Bari, Portogruaro, Siena, Sampdoria, Torino e Varese), invece, hanno preferito patteggiare.

«C'è grande fiducia negli organi di giustizia, in questi anni Palazzi e la procura hanno lavorato molto bene, a prescindere dalle autonome valutazioni che saranno fatte nei vari gradi della disciplinare e della Corte di giustizia» ha intanto sottolineato il presidente federale Giancarlo Abete a margine della presentazione a Firenze dei calendari dei campionati di Prima e Seconda divisione di Lega Pro. «Come presidente della Figc - ha aggiunto - ora aspetto che a partire da domani parlino le sentenze; poi toccherà ai ricorsi. Ricordo che Palazzi non è un giudice ma è responsabile di un ufficio che indaga e indica situazioni da sottoporre a giudizio. Chi non ci crede fa male, ogni organo di giustizia è imparziale e autonomo».

Sul «difficile» rapporto tra federazione e Juventus ha aggiunto: «Quel che conta è che ci sia un rapporto e questo c'è: sia a livello istituzionale che di ruoli e stima personale. Si possono avere posizioni diverse e al tempo stesso comprensione per quelle altrui».

Inevitabilmente però le decisioni di stamane potyrebbero creare un vero e proprio terremoto, specie per l’arrivo nel campionato di serie B di squadre di calcio provenienti dalla Lega Pro. «I rischi ci sono - ha avanzato Andrea Abodi, presidente della Lega serie B - e ritengo opportuno da parte nostra, piuttosto che fare congetture o anticipazioni, attendere che i giudici emettano le sentenze». Per Abodi comunque questa «è una fase di svolta». «Sono situazioni che ci aiutano a migliorare e probabilmente avremmo potuto alzare le barriere dell'attenzione prima che si manifestassero situazioni patologiche. Ora abbiamo la grande opportunità di rigenerare questo mondo».

Intanto in attesa della giustizia sportiva, quella penale a Bari prosegue le indagini sulle presunte partite truccate. Cinque giorni fitti di convocazioni eccellenti in cui hanno sfilato davanti agli inquirenti alcuni giocatori biancorossi tirati in ballo dalle ultime rivelazioni di Andrea Masiello e Vittorio Micolucci.

Ultimi, in ordine di tempo, gli interrogatori di Alessandro Parisi, Stefano Guberti e Marco Esposito. Ai primi due viene contestata la frode sportiva per Salernitana-Bari del 23 maggio 2009. All'ex calciatore Esposito anche la presunta combine di Bari-Treviso dell'11 maggio 2008. I tre si sono comunque avvalsi della facoltà di non rispondere. Con quelli di ieri si conclude la seconda tranche di interrogatori cominciati venerdì scorso con Ranocchia e Gillet. L'indagine si preannuncia ancora lunga e non si escludono nuove convocazioni eccellenti, tra le quali quella di Conte.

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CONCLUSI GLI INTERROGATORI AMMISSIONI PARZIALI DA STELLINI, GILLET E LANZAFAME

Inchiesta di Bari: Esposito,

Guberti e Parisi non parlano

di FRANCO CIRICI & MAURIZIO GALDI (GaSport 10-08-2012)

Ieri dovrebbe essere stata l'ultima giornata di interrogatori della seconda tranche dell'inchiesta di Bari. Al momento i magistrati non hanno ancora deciso se e quando sentire il tecnico Antonio Conte come persona informata dei fatti relativamente alle partite che si sono disputate nelle stagioni in cui era alla guida del Bari. In questa fase i magistrati stanno indagando soprattutto su Salernitana-Bari (3-2) penultima di campionato della stagione 2008-2009.

Gli interrogatori Davanti al pm Giuseppe Dentamaro, che con il collega Ciro Angelillis segue l'inchiesta sulle presunte combine delle partite del Bari, ieri Stefano Guberti, Alessandro Parisi e Marco Esposito (tutti e tre accompagnati dall'avvocato Piero Nacci Manara) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere come aveva fatto già il difensore dell'Inter Andrea Ranocchia e Daniele De Vezze che in questi giorni sono stati sentiti nella caserma dei carabinieri dai pm e dal capitano Barbera. Mercoledì Barreto e Caputo avevano detto di non aver avuto sentore di combine per quella partita.

Le ammissioni Non c'è nessuna conferma da parte dei magistrati, ma sull'ipotesi che per combinare Salernitana-Bari sarebbero stati «investiti» 250 mila euro (come ha raccontato Andrea Masiello) i pm avrebbero avuto ammissioni da parte di alcuni calciatori. Nei giorni scorsi ammissioni parziali avrebbero fatto Stellini e Gillet (almeno sul clima che si viveva nello spogliatoio del Bari in quel periodo) e anche mercoledì Davide Lanzafame avrebbe confermato alcuni particolari. Gli inquirenti hanno anche le informazioni — sebbene de relato — fornite da Vittorio Micolucci. Ora i magistrati stanno valutando anche se, venuti a conoscenza della presunta combine, i gruppi organizzati di scommettitori abbiano a loro volta «comprato» l'informazione e da chi.

Strategia Il fatto che molti degli indagati si siano avvalsi della facoltà di non rispondere è dettata dalle esigenze (manifestate dai loro avvocati) di conoscere prima le contestazioni che venivano fatte. Inoltre quando la Procura di Bari trasmetterà gli atti (non prima della fine di ottobre) alla Procura federale sarà in quella sede che i difensori sceglieranno la linea difensiva per la giustizia sportiva in base alle contestazioni che verranno loro fatte.

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I pentiti a targhe alterne

L’avvocato: «Attenzione per Grosseto e Lecce! Pepe e Bonucci bravi a rifiutare patti». Abete difende Palazzi

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 10-08-2012)

ROMA. Le sentenze sono pronte e oggi verranno pubblicate, attendono solo di essere lette nelle loro motivazioni, dove la Disciplinare spiegherà la principale discrasia tra i due filoni: Cremona morti e feriti, Bari liberi tutti. Qualcosa non quadra, il peso ponderato dei due pentiti a confronto, Carobbio e Masiello , ha stravolto gli esiti che per il filone barese vedono il pm federale Palazzi perdere su quasi tutti i fronti. Abbiamo chiesto un commento all’avvocato Mattia Grassani , uno dei massimi esponenti di diritto sportivo, che dopo aver contribuito alla attesa derubricazione di Portanova , al proscioglimento di Di Vaio e quindi alla sola multa per il Bologna («Si trattava di un’accusa che non aveva né capo né coda»), resta a processo con Grosseto e Lecce: «Due posizioni di grande responsabilità da parte dei giudici. Per il resto - osserva - stando alle indiscrezioni si nota una spaccatura: i fatti di Cremona vengono sposati dai giudici per intero, mentre i collaboranti di Bari per buona parte sono sottoposti a un vaglio più critico che non avrebbe retto. La procura di Cremona ha trovato quasi sempre un puntuale riconoscimento nei pentiti, mentre Bari ha messo in dubbio le affermazioni di Masiello. Chi si è dovuto difendere da Bari ha avuto maggior gioco, bene dunque hanno fatto Pepe e Bonucci a non patteggiare e onore agli avvocati Chiappero e Bianchi che hanno deciso di affrontare il dibattimento quando poteva essere più agevole la strada del patteggiamento».

VIVES SPERA Da Bari sembrano tanti i proscioglimenti, anche Giuseppe Vives ci conta: «Lo merita, sulla sua estraneità - arguisce Grassani - c’è una prova certificata dalla procura di Bari. E le carte esibite dai difensori di Vives sono state assolutamente cristalline». Spera anche Padelli , il che per Palazzi significherebbe perdere anche Palermo-Bari. Ma perché tanta voglia di osare? «La procura federale - dice Grassani - ha sposato per intero le accuse mosse da Masiello che venivano invece da Bari maggiormente verificate, ma anche dai deferimenti si intuiva una minor forza». Al contrario, quanto dice Carobbio soddisfa anche la Disciplinare. Ecco perché a Conte è stato riconosciuto uno sconto minimo (10 mesi): «Anche lui paga la credibilità di Carobbio. Tuttavia, quanto accaduto in questi 4 giorni romani deve indurre riflessioni sulle riforme e una migliore regolamentazione per derubricazione, patteggiamento e pentitismo. Ne è stato fatto un uso distorto e poco chiaro per l’opinione pubblica».

«RIFORMIAMO?» È lo stesso auspicio del presidente di B, Andrea Abodi , che ieri a Firenze per i sorteggi di Lega Pro, ha aperto a possibili riforme: «Siamo a una fase di svolta, queste situazioni ci aiutano a cambiare e migliorarci. Siamo costretti a farlo, probabilmente avremmo potuto alzare le barriere del contrasto già prima, adesso che è tutto conclamato abbiamo la grande opportunità di rigenerare questo mondo e di contribuire a una sua maggiore credibilità».

L’ABETE DIFENSORE E mentre il gran cerimoniere Mario Macalli tiene a specificare che «da noi non c’è un giocatore implicato», il presidente Figc, Giancarlo Abete , prova a fare da scudo allo stesso Palazzi: «Ricordo che Palazzi non è un giudice ma è responsabile di un ufficio che indaga e indica situazioni da sottoporre a giudizio. Chi non ci crede fa male, ogni organo di giustizia è imparziale e autonomo rispetto alle istituzioni». Palazzi è però in attesa del rinnovo quadriennale della carica (domanda già depositata presso Pasquale De Lise ), ma alla luce delle recenti debacle potrebbe essere tutto rivisto. Sarebbe comunque un complicato dietrofront, dopo la fiducia di Abete rilanciata dopo la crisi dei “patteggiamenti facili”.

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