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CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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CALCIOSCOMMESSE

Dalla Samp a Fontana:

ecco chi spera

Domani processo d'appello per 14 club e 33 tesserati

Ci sono alcuni casi molto controversi

di ROBERTO PELUCCHI (GaSport 01-07-2012)

Domani alle 9.30, nell'ex Ostello della gioventù a Roma, via al processo

d'appello sul calcioscommesse, davanti alla Corte di giustizia federale, per

14 club e 33 tesserati. Durerà 2 o 3 giorni, dispositivo della sentenza entro

fine settimana. E' difficile che ci siano stravolgimenti, ma ci sono posizioni

che potrebbero essere riviste. La Sampdoria ha buone possibilità di vedersi

annullare i 50 mila euro di ammenda per le colpe di Bertani quando era al

Novara: l'attaccante non è ancora stato processato e il tribunale del

Riesame di Brescia l'ha ritenuto estraneo all'associazione (alla base dell'accusa

di Palazzi). Il Vicenza chiederà la retrocessione del Grosseto. Per quanto

riguarda i giocatori, sono almeno tre le posizioni per le quali la Cgs

potrebbe arrivare alle conclusioni che portarono al proscioglimento di

Manfredini (in fase istruttoria devono acquisirsi «elementi certi e

incontrovertibili circa il comportamento scorretto») e Fabbri (si deve

prosciogliere quando «non possa affermarsi raggiunta la prova dell'assunto

accusatorio, non essendo emersi elementi probatori sufficienti», nonostante

dichiarazioni di «pentiti» credibili) o a quelli più recenti di Coser e Job.

Alberto Fontana (Novara, 3 anni 6 mesi) è stato squalificato per

Chievo-Novara 3-0 di Coppa Italia. Il suo nome lo fa Gervasoni, che però

si ricorda di lui soltanto nel terzo interrogatorio, quando coinvolge anche

«l'albanese Shala». Il quale, non essendo albanese, ma di origine kosovara,

è stato prosciolto in primo grado. Inoltre Gervasoni dice di averlo saputo da

Gegic, che a sua volta l'aveva saputo da Ilievski, incaricato di portare i

soldi «nell'albergo dove solitamente era in ritiro il Novara» a Verona. Ma nel

primo processo è stato dimostrato che in quell'hotel il Novara ci è andato

soltanto quella volta. Un alibi a Fontana l'ha fornito anche il compagno di

camera Strukelj (la dichiarazione è stata accettata), mentre il portiere ha

dimostrato che nell'unica ora libera in ritiro ha effettuato un bonifico

online alla nonna, e quindi non poteva incontrare Ilievski.

Nicola Ferrari (Verona, 3 anni). Gervasoni dice di avere proposto la

combine di Rimini-AlbinoLeffe a Carobbio, Ferrari, Poloni, Garlini, Ruopolo

e alla «maggior parte dei componenti della squadra». Ma la Procura federale

non solo non ha chiesto conferme a Poloni e Garlini, ma neppure a Carobbio,

credibile quanto Gervasoni, o agli altri giocatori dell'AlbinoLeffe. E Ruopolo,

che è stato il primo a parlare di questa partita e ha collaborato, non ha mai

citato Ferrari. Il quale, poi, non risulta coinvolto in nessun'altra delle numerose

gare taroccate dell'AlbinoLeffe. Inoltre, in questo caso, Gervasoni non dà

indicazioni sui soldi da guadagnare e sulle modalità di spartizione. Tanto è

vero che la Procura di Cremona non ha mai fatto alcun accertamento su

Ferrari.

Vincenzo Iacopino (Monza, 3 anni 6 mesi). Su Monza-Cremonese, Coppa

Italia 2010, la Procura federale si è spaccata. Gervasoni ha detto che la partita

fu combinata con Paoloni e di aver saputo da Stefani del coinvolgimento di

Fiuzzi, Alberti e Iacopino. Nella loro relazione del 7 maggio, i vice procuratori

Piccolomini, Squicquero e Ricciardi sono arrivati a conclusioni opposte

rispetto a quelle del loro «capo» Palazzi. Hanno scritto che: i calciatori

segnalati dal «pentito» negano; non ci sono riscontri nell'attività di polizia

giudiziaria e neppure nelle dichiarazioni delle persone citate da Gervasoni,

in particolare non è stato sentito Paoloni; anche Saverino ha negato di

avere proposto la combine al portiere; Stefani, Iacopino e Alberti hanno detto

di non conoscere Gervasoni; ma, cosa più importante, non ci sono riscontri

«sulla dazione di denaro ai giocatori del Monza (40 mila euro, ndr) tramite

Stefani, né sulla dichiarata divisione di soldi tra Gervasoni e Paoloni».

-------

GaSport 01-07-2012

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Leggendo questi righi (impossibile chiamare sta roba "articolo") mi rendo conto che bisognerebbe cambiare il titolo da KALCIOMARCIO a MENTIMARCE!

Sanno solo odiare. L'associazione a delinquere mediatico giudiziaria che sogno lo stato inquisitore con i processi di piazza e la caccia alle streghe da impalare in piazza esprime queste menti.

C'è di che imbastirne una qualche riflessione antropoloogica.

Ma forse è semplicemente la pulsione del potere e il delirio (quello si) dell'onnipotenza della penna con le manette a dettare quel che dicono.

Il Calcio non è altro che il palcoscenico su cui hanno deciso di palesarsi.

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Ho appena letto su JU29RO le dichiarazioni di Narducci alla presentazione del suo

capolavoro, ieri, a Monticiano.

Pappa & Ciccia.

C'è una linea ben precisa.

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LETTERA DA PARIGI

Benvenuti a Qatarland Paris!

Lo sceicco Hamad ben Khalifa al-Thani ha fatto della

capitale francese la base delle sue operazioni

finanziarie in Europa, comprandosi hotel e palazzi

storici, oltre che squadre sportive e canali televisivi

Intanto al-Jazeera Sport lancia due canali criptati e fa incetta di

diritti: ha l'80% del campionato francese e metà di quello italiano

di MARCO MOUSSANET (Il Sole 24 ORE - Domenica 01-07-2012)

«Non contenta di aver comprato le squadre di calcio di Marsiglia e di

Lione, il lato destro degli Champs Elysées, il 57% (in valore) dei vigneti

del Bordeaux, le tappe in salita del Tour de France, il dipartimento

di egittologia del Louvre e tutti gli edifici pubblici dello Stato, di cui

quest'ultimo è ormai locatario, la Qatar Investment Authority (QIA) ha

ottenuto i diritti televisivi per l'elezione presidenziale dell'anno prossimo.

La tv del Qatar, al-Jazeera, ha deciso che il voto si svolgerà in sei turni

per una durata di un mese e mezzo. Per poter partecipare, i candidati

dovranno ottenere l'appoggio di almeno 30 aziende con un giro d'affari

superiore ai 10 milioni di euro».

Il quotidiano «Libération» immagina così il ruolo che tra qualche anno avrà

nel Paese il sempre più potente emirato del Golfo. Un divertissement, certo,

un pezzo di fiction economico-politica. Ma più efficace di qualsiasi commento

"serio" sul peso che il Qatar sta assumendo in Francia, scelta come

piattaforma di sviluppo per le ambizioni europee, e non solo, dello sceicco

Hamad ben Khalifa al-Thani.

Se infatti gli investimenti del più giovane tra i fondi sovrani del Golfo non

disdegnano altre mete, dalla Gran Bretagna (Barclays, Lse, Harrods,

Cadbury-Schweppes, Sainsbury) alla Germania (Volkswagen e Porsche),

come base operativa è stata scelta la Francia. Per i consolidati rapporti

politici e militari che con Nicolas Sarkozy sono diventati anche personali

(l'emiro è stato prezioso, se non addirittura fondamentale, nella vicenda

delle infermiere bulgare tenute in ostaggio da Gheddafi e nel sostegno

alla primavera libica) e che con François Hollande dovrebbero continuare a

essere eccellenti. Perché è un mercato finanziario in cui c'è spazio, dove i

fondi pensione non esistono e il risparmio prende la strada dell'immobiliare

e dei titoli pubblici piuttosto che quella del finanziamento alle imprese.

Perché ci sono delle praterie a disposizione di chi ha il coraggio, e i soldi,

per andare all'attacco del quasi-monopolio storico di Canal+ sul fronte

del binomio sport-tv (in realtà calcio-tv). E poi perché Parigi è Parigi.

In effetti le prime, felpate mosse dello sceicco e famiglia sono state

immobiliar-residenzial: nel triangolo d'oro (Montaigne, Champs-Elysées,

George V), sull'Ile Saint-Louis, in place Vendôme, in rue de Rivoli. Poi è

venuto il momento dell'immobiliare alberghiero e business: il Royal Monceau,

la Galleria commerciale Elysées 26, l'ex centro di conferenze Kléber. Una

lista che si è recentemente allungata con altri due prestigiosi indirizzi sugli

Champs: la sede di Hsbc al numero 103 (per 440 milioni) e quella della Virgin

al 52 (per oltre 500 milioni). Senza dimenticare la Société du Casino de

Cannes, che oltre appunto al Casino, possiede gli alberghi Gray d'Albion e

Majestic. E l'acquisizione, è cosa di questi giorni, del polo Starwood (otto

alberghi, tra cui il Martinez di Cannes e l'Hotel du Louvre e il Concorde

Lafayette a Parigi).

Ma è con la nascita della QIA, nel 2005 – affidata alle cure del premier e

ministro degli Esteri, lo sceicco Hamad ben Jassem al-Thani – che si è

cominciato a fare sul serio. Puntando su investimenti che assomigliano

molto ad alleanze strategiche di lungo periodo. In sette anni il Fondo ha

comprato il 5,5% del colosso delle costruzioni Vinci (primo azionista dopo i

dipendenti) , il 5% del leader dei servizi di distribuzione e trattamento

dell'acqua Veolia (terzo azionista singolo), il 12, 8% di Lagardère (primo

azionista davanti alla famiglia), il 2% di Vivendi , l'1% del numero uno

mondiale del lusso Lvmh. Fino all'ingresso in Total (terzo azionista

con il 3%).

Particolarmente emblematiche le operazioni Total, perché il Qatar

possiede le terze riserve di gas al mondo ed è il primo esportatore di gas

liquido, e Lagardère. Al di là delle relazioni familiari molto forti, in quest'ultimo

caso è probabile che abbia pesato la quota del 7,5% che la società francese

ha in Eads, essendo il Qatar uno dei grandi clienti di Airbus. Ma anche la

diversificazione di Lagardère nello sport e il fatto che abbia in portafoglio

il 20% di Canal+, la pay tv peraltro controllata proprio da Vivendi.

L'intreccio sport-tv è d'altronde cruciale nella politica dell'emirato e

della sua al-Jazeera. La Qatar Sports Investments (QSI), guidata dal

figlio dello sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, si è comprata la squadra

di calcio parigina Psg (e, en passant, quella di handball) con l'obiettivo

di trasformare finalmente un club francese in una realtà degna della grande

scena internazionale. Anche se il sorprendente Montpellier, vincendo il

campionato, ha momentaneamente raffreddato i sogni di gloria del club

allenato da Carlo Ancelotti.

Intanto al-Jazeera Sport (AJS), filiale della tv guidata proprio dal

presidente del Psg Nasser al-Khelaifi, ha deciso di lanciare due canali

criptati, Be In Sport 1 e 2 (il primo ha cominciato a trasmettere il 1°

giugno, il secondo partirà a fine luglio), e sta facendo incetta di diritti:

l'80% del campionato francese, 133 partite di Champions League, metà

dei campionati tedesco e italiano, l'intera Liga spagnola, parte dell'Euro

2016 (ma il debutto è già avvenuto con gli incontri dell'Euro

2012).

Se insomma nella stagione appena conclusa Canal+ ha trasmesso 1.820

incontri di calcio su 2.186, la prossima sarà AJS a trasmetterne 1.415 su

2.306. Come sempre senza badare a spese, visto che lo sforzo

finanziario è di poco inferiore ai 400 milioni.

Che lo sport sia una delle principali chiavi che sta usando il Qatar per

sostenere le proprie ambizioni globali lo dimostra l'organizzazione, nel

2022, dei mondiali di calcio. Ma anche di iniziative parallele, più trasversali,

più "intellettuali". Per esempio il Doha Goals Forum, che in dicembre

riunirà nell'emirato la crema mondiale per discutere dello sport in tutte

le sue dimensioni (sociale, culturale, finanziaria, architettonica.. . ). Il

regista della manifestazione è Richard Attias, marito di Cecilia

Ciganer-Albéniz, ex madame Sarkozy.

E a proposito di sociale – visto che anche gli emiri hanno un cuore (e sono

attenti all'immagine) – il Qatar spenderà quest'anno 50 milioni per sostenere

aspiranti imprenditori nelle disastrate periferie francesi.

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Sanno solo odiare. L'associazione a delinquere mediatico giudiziaria che sogno lo stato inquisitore con i processi di piazza e la caccia alle streghe da impalare in piazza esprime queste menti.

C'è di che imbastirne una qualche riflessione antropoloogica.

Ma forse è semplicemente la pulsione del potere e il delirio (quello si) dell'onnipotenza della penna con le manette a dettare quel che dicono.

Il Calcio non è altro che il palcoscenico su cui hanno deciso di palesarsi.

Ho appena letto su JU29RO le dichiarazioni di Narducci alla presentazione del suo

capolavoro, ieri, a Monticiano.

Pappa & Ciccia.

Letto anch'io.

Questo individuo, il giornalista travagliato, va alla ricerca di tutti quelli che hanno problemi con la giustizia, sia meritatamente che no, e li propone nei suoi libri e nei suoi pezzi come delinquenti.

Alla fine, meno male che c'è lui, persona proba e onesta, altrimenti... sai l'Italia :|

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SPY CALCIO

Calcioscomesse, si riprende

Figc: "Fare presto e bene"

Fulvio Bianchi - repubblica.it -12-06-2012

Nessun colpo di spugna, la lunga stagione dei processi del calcioscomesse continua. Domani si riunisce la Cgf (corte giustizia federale): appello per 14 club e 33 tesserati. Durerà solo un paio di giorni, non dovrebbero esserci grosse novità rispetto al verdetto della Disciplinare. Continua intanto il lavoro di Stefano Palazzi e del suo staff: il materiale arrivato da Cremona, Bari e Napoli è imponente. In settimana continuano le audizioni. Possibile a questo punto che si tenga un altro processo, verso il 25 luglio, ma soltanto per i casi che riguardano Bari e Napoli, rinviando così ad un ulteriore processo, ad agosto, quelli di Cremona. Interessati anche alcuni club di A. Si procede a tappe forzate: l'errore è stato fare il primo processo e non aspettare. Hanno fatto molto discutere anche alcuni patteggiamenti: ma la linea di Palazzi ormai è chiara. Fiducia nei pentiti e sconti di pena solo a loro. "Presto e bene", è il motto della Figc. Non è semplice, però, uscirne fuori: i tempi sono molto ristretti, la Lega di serie A ha garantito con il suo presidente Maurizio Beretta che il campionato non slitta e inizia regolarmente il 25 agosto. Palazzi dovrà volare...

Lega Pro: vicino il traguardo dei 60 club

Cinque club si sono già arresi: Taranto, Piacenza, Triestina, Pergocrema e Giulianova non si sono nemmeno iscritti al campionato. Altri (molti altri) saranno bocciati alle prossime verifiche. La Lega Pro vuole solo club solidi, in grado di pagare gli stipendi e concludere la stagione. Lo scorso anno l'organico era a quota 77, ora è già a 72: non sono previsti ripescaggi, il traguardo sono i tre gironi con 60 club. Non è detto che non venga raggiunto già quest'anno. D'altronde, per molti presidenti è diventato complicato addirittura trovare la fidejussione. Poi ci sono anche problemi di impianti. In serie difficoltà sarebbero anche Foggia, Campobasso, Martina, Andria, eccetera. Il 19 luglio decide il consiglio federale. Continua inoltre la battaglia di Macalli e Ghirelli sul fronte delle scommesse: la Lega Pro è all'avanguardia nei controlli. Un segnale chiaro ai calciatori.

Pass olimpici a quota 275, ma ora tocca all'atletica

I pass olimpici per ora sono 275 ma domani potrebbero aumentare con le staffette dell'atletica: probabile che si chiuda intorno a 290. Cifra giudicata dal Coni più che sufficiente per puntare al traguardo, quello di restare fra i top 10 del mondo. E trenta medaglie sarebbero una manna, di questi tempi. Martedì 3 luglio Giunta e Consiglio Nazionale del Coni, poi via alla spedizione: a metà mese partiranno per Londra già i primi dirigenti. Tutto è pronto ormai, e c'è un moderato ottimismo.

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CALCIO

Petrucci: "Bene la nazionale

ma non si dimentichi il marcio"

Il presidente del Coni scende in campo per evitare che l'entusiasmo

intorno agli azzurri faccia archiviare gli scandali che negli ultimi

tempi stanno segnando il mondo del calcio: "Il Paese non lo capirebbe"

della redazione di Repubblica.it 01-07-2012

ROMA - "La Nazionale" non metterà a tacere quello che di brutto c'è nel nostro

calcio. I colpi di spugna non saranno dati. Non lo capirebbe il paese e tutto

lo sport italiano". Lo ha detto il presidente del Coni Gianni Petrucci ai

microfoni della Rai a chi gli ha chiesto se l'entusiasmo che ruota attorno

alla Nazionale potrebbe fare dimenticare il marcio del nostro calcio".

Sul rapporto tra i club e la Nazionale, poi, Petrucci ha detto che "Prandelli

e la Federazione hanno ragione - ha detto a proposito del maggiore spazio

che chiede la Nazionale - Penso che dopo questo europeo la Figc riunirà

presidenti dei club e dirà che nessuna Champions darà quanto dà la Nazionale.

La Nazionale viene al primo posto. I club devono capire".

Solo in questo topic, in questo forum, documenti e discussioni per 193 pagine.

Vedi un po' tu, caro Petrucci, dov'è nascosto questo marcio...a cominciare

dalla suola delle tue scarpe?

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Chi tifa contro l'Italia

di CLAUDIO CERASA dal blog Cerazade (IL FOGLIO.it 01-07-2012)

Quindi, ricapitolando: Marco Travaglio dice che in questo europeo non

ha tifato e continuerà a non tifare Italia perché altrimenti, se l’Italia dovesse

vincere stasera contro la Spagna, tutte le inchieste sul calcio malato

andranno a farsi benedire e l’Italia, ancora una volta, quella non sportiva,

si illuderà che tutto va bene e che non c’è nessun problema e che siamo

un paese felice e spensierato, mentre naturalmente non è così, e quindi è

giusto e auspicabile che l’Italia stasera esca sconfitta dalla sfida contro la

Spagna in maniera tale che l’Italia non si dimentichi che non va tutto bene

che ci sono un sacco di problemi e che non possiamo proprio dirci un paese

felice e spensierato. Allo stesso modo di Travaglio, anche Beppe Grillo sostiene

– come d’altronde aveva già fatto nel 2006, quando l’Italia, sfortunatamente

per lui, vinse i mondiali – che un successo per l’Italia sarebbe alquanto

pericoloso perché “vincere gli Europei significa la prescrizione da parte

dell'opinione pubblica di qualunque reato” (lo ha detto davvero, giuro). Come

Beppe Grillo e come Marco Travaglio la pensa anche il pm Giuseppe Narducci,

ex assessore alla Sicurezza dell’ex pm Luigi De Magistris e già titolare

dell’inchiesta su Calciopoli, Giuseppe Narducci, che, durante la presentazione

del suo ultimo libro, “Calciopoli la vera storia” (prefazione, naturalmente,

di Marco Travaglio), ha espresso tutta la sua più viva preoccupazione per

“il rischio che con una vittoria della Nazionale agli Europei ci possa essere un

colpo di spugna sull'inchiesta sul calcioscommesse”, come d’altronde, secondo

Narducci, andò nel 2006, quando il paese provo a non fare i conti con la realtà

e a cancellare Calciopoli. E come Travaglio, Grillo e Narducci, la pensano anche,

naturalmente, diversi leghisti, che, nonostante il simpatico appellativo

offerto da Borghezio a Balotelli, “un padano con la pelle scura”, continuerà,

come confermato più o meno anche da Matteo Salvini, a proseguire nel

suo generoso e comunque coerente tifo non per l’Italia. Tutti contro l’Italia. E

poi uno dice che non è vero che a volte il calcio spiega davvero come è fatto

il mondo.

N.b.

Cerasa, noto interista, ha linkato JU29RO

Modificato da Ghost Dog

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Scatta il filone-Napoli. «Ma l'Europa non è a rischio»

Palazzi fa partire un'altra raffica di audizioni. Il legale del club, Grassani, rassicura i tifosi

Maurizio Galdi - Gasport - 2-07-2012

Mentre alle 9.30, all’ex Ostello della gioventù al Foro Italico, si terrà il processo d’appello sul secondo filone del calcioscommesse davanti alla Corte di giustizia federale (si proverà a chiudere il dibattimento in un giorno, al più tardi si finirà domani), la Procura federale — dopo aver ricevuto e valutato attentamente oltre cinquemila pagine di materiale — comincerà le audizioni del «filone Napoli». Si parte con Claudio Furlan (calciatore svincolato, ex Portogruaro), Dario Passoni (Folzano) e Marco Zamboni (Spal). In particolare torna sotto esame Passoni, che ha già patteggiato una squalifica di 1 anno e 2 mesi nel processo sportivo per il filone cremonese, ma che dalle carte di Napoli risulta abbia informato Michele Cossato su AlbinoLeffe-Siena. Nella relazione di chiusura delle indagini il magistrato scrive: «L’analisi dei contatti telefonici tra lo stesso (Passoni, ndr) e Michele Cossato documenta in termini sufficientemente nitidi come a seguito di segnalazione “privilegiata” del Passoni circa il probabile esito dell’incontro di calcio AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio 2011, gli stessi condividano la scommessa di somme di denaro sulla vittoria dell’AlbinoLeffe», che poi arrivò.

Le altre gare Sempre dalla lettura del documento di fine inchiesta si scopre come siano molte le partite sulle quali la Procura vorrà fare domande. «Per avere un quadro d’insieme delle risultanze investigative basta consultare l’indice dell’informativa, che si divide per schede soggettive e per partite di interesse investigativo», per cui oltre a Sampdoria-Napoli, entrano nel fascicolo federale anche Lecce-Napoli, Napoli-Inter, Portogruaro- Crotone e Palermo-Chievo.

Gianello e il Napoli La grande attenzione mediatica, però, sarà centrale il 6 luglio quando sarà sentito l’allora terzo portiere del Napoli, Matteo Gianello (assistito dall’avvocato Eduardo Chiacchio) e gli altri calciatori del Napoli (Grava e Cannavaro) oltre al tecnico Walter Mazzarri (che sarà accompagnato dal legale del Napoli, Mattia Grassani). Sul tavolo le due diverse posizioni. Da un lato Gianello che ha ammesso davanti ai magistrati di aver avuto da Silvio Giusti una proposta per convincere i suoi compagni di squadra a favorire la vittoria della Sampdoria. E su questo Gianello ammette di averne parlato con Grava e Cannavaro che avevano «seccamente» rifiutato. Dall’altro ci sono le dichiarazioni dei due calciatori che negano qualsiasi contatto.

La posizione del Napoli La società mostra la sua più totale serenità. Il rischio è la possibilità che l’Uefa possa non iscriverla all’Europa League. «Mi sento di precisare che i tesserati del Napoli hanno confermato di non avere commesso alcuna violazione — spiega Grassani —. La società si ritiene del tutto estranea alla vicenda, e lo dimostrerà». E il rischio Europa League? «Su questo tema occorre fare chiarezza: secondo lo Statuto, l’Uefa ha il potere discrezionale di non ammettere alle Coppe i Club coinvolti in illeciti sportivi, quindi l’esclusione non sarebbe una conseguenza automatica, anche in caso di condanna. Andrebbe valutato il singolo caso. Sotto questo profilo, la posizione della società non è a rischio e, nella stagione 2012-2013, il Napoli disputerà l’Europa League», è certo Grassani.

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Joined: 08-Jan-2007
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.........Invece ho tifato per l’Italia in altri tempi, quando a simboleggiarla erano i

Bearzot, gli Zoff, i Trap. Anche allora c’era qualche furbetto coinvolto in

scandali, tipo Rossi nel 1982: ma avevano pagato il conto con la giustizia.......

Ancora con sta storia di Rossi?!!!!

Travaglio è proprio una m.e.r.d.a.

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Grazie, ma ora ripartiamo

Aligi Pontani - Tempo scaduto - repubblica.it - 2-07-2012

Adesso ringraziamo, tanto, quanto possiamo: grazie per la musica del pallone, per le emozioni e i brividi, i gesti, gli abbracci e le facce, di tutti i colori e tutte definitivamente italiane. Adesso ringraziamo, tanto, senza riserve, le sconfitte dure fanno parte del gioco. Ma, per favore, facciamolo con uno sguardo lungo. Perché stavolta l'occasione non si perda e l'onda alta di passione non finisca troppo presto contro uno scoglio. E' l'ultimo sogno che resta: quello di aver assistito a un evento che duri oltre il suo epilogo. Un grande mese di calcio che serva non per cancellare quelli orribili che lo hanno preceduto, ma per fare in modo di non viverne più in futuro.

La forza di un amore ritrovato, dopo l'oltraggio di mille tradimenti, riempie sempre di emozione, speranza, progetti. Ma è in realtà una forza fragile, costretta a lottare con i sospetti, le paure di rovinose ricadute. E il calcio italiano oggi è così, tutto vestito di una rinfrescata maglia azzurra, che racchiude però un corpo devastato dagli scandali. Un calcio, soprattutto, che quando ha avuto in dono le vittorie, le ha usate per nascondere i suoi delitti, mettere a tacere i critici, ingessare tutto, decidere sempre e comunque di non decidere mai.

Ringraziamo, allora, soprattutto Prandelli, sconfitto ma gigantesco. Anche per avere sempre ricordato quanto è dura essere santi in un purgatorio come il nostro, con il 17° posto nel ranking Uefa giovanile a testimoniare la vergogna dell'incuria principale, quella verso i giovani. Ringraziamolo, tanto. Ma continuiamo a sognare, anche dopo la brutale ma limpida finale di Kiev. Sogniamo una scia lunga, una voglia di nuovo trasmessa dalla Nazionale che porti il calcio a non mettere più, mai più la testa sotto la sabbia. E non si parla solo dello scandalo scommesse: si parla degli stadi deserti e orrendi, degli ultrà centurioni, dei procuratori onnipotenti, dei vivai dimenticati, degli occhi ciechi con cui i presidenti italiani guardano al futuro, ubriacati dalla fonte generosa delle tv. Si parla di una Lega di serie A assente e prepotente, di una Federcalcio impotente con gli arroganti, gli stessi che hanno messo sempre i bastoni tra le ruote a Prandelli, e forte con i timidi, i club dalla serie B in giù che rischiano di morire di debiti, imbrogli, scommesse impicci.

Ecco, quando finiremo di ringraziare chi ci ha riempito di emozioni e di speranze, ricordiamoci di non dimenticare. E teniamoci forte: a fine agosto ricomincia il campionato.

(02 luglio 2012)

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". Si parla di una Lega di serie A assente e prepotente, di una Federcalcio impotente con gli arroganti,"

Sicuramente ce l'ha con i prescritti sefz

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Dedicato a...

di 6553822-bambino-mangia-marmellate-mentre-con-la-sua-faccia-con-marmellate.jpg (il Fatto Quotidiano 03-07-2012)

A Giancarlo Abete, detto anche “cambio di

vocale”: il presidente della Figc che si

vergogna per quei due o tre che hanno osato

dichiarare il tifo anti-“azzurri”. Conservi la

vergogna, se ha idea di cosa sia, per questioni più

serie. Tipo quel tizio che nel 1979, ai tempi di

Breznev e Andreotti, era deputato Dc; dopo tre

legislature divenne dirigente pallonaro per meriti

politici, senz’accorgersi di decine di Calciopoli; e

dopo 23 anni è ancora lì a far la muffa; tant’è che

Prandelli, vedendoselo sempre fra i piedi, è sbottato

contro l’Italia “paese per vecchi”. Un tale Abete.

L’insuccesso gli ha dato alla testa.

A Giorgio Napolitano, che a 87 anni si scopre

tifosissimo di calcio, ma si scorda di spiegare alla sua

signora chi è il tizio che le siede accanto (tale

Platini). Poi abbraccia Sbruffon che ha appena

attaccato i pm del calcio-scommesse, anziché

abbracciare i pm del calcio-scommesse. Infine

scrive a Prandelli e telefona a Mancino, anziché

scrivere e telefonare ai pm di Palermo che indagano

sulla trattativa.

A Mario Monti, altro neofita del pallone, che un

mese fa voleva “chiudere il calcio italiano per 2-3

anni” per bonificarlo e l’altroieri ha scelto il

momento e il luogo peggiore, Kiev, per assistere alla

prima partita della sua vita. Con tanti saluti a Julia

Timoshenko. Salvo poi lavarsi la coscienza con la

letterina paracula al dittatore perché gli faccia

vedere la prigioniera. Ma certo, come no.

A Capezzone che, parlandone da vivo, aspettava la

vittoria per regolare i conti coi pm (“chiedano scusa

a Buffon”). Fortuna che nessuno sragiona come lui,

altrimenti ora che Buffon ha perso dovrebbe

scusarsi coi pm.

A Sergio Marchionne, che cercava di nascondere

dietro la bandiera azzurra i disastri della Fiat

incapace di vendere auto e rispettare i diritti dei

lavoratori: “La finale la vince l’Italia”. Noto patriota

con cittadinanza svizzera.

Ai tromboni e trombettieri di giornali e tv, grondanti

metafore, voli pindarici, ditirambi patriottardi sul

“primo tifoso che porta fortuna”, l’“Italia torna a

vincere non solo nel calcio”, il “fare squadra”,

“l’Italia s’è desta”, le magnifiche sorti e progressive

dei “tre Mario”, l’“asse fra Re Giorgio e Cesare

Augusto”, la fine del razzismo irrorata dalle lacrime

di Supermario. Ma ande’ a ciapa’ i ratt.

Al prototipo degli ultrà italioti, che a Como festeggia

la vittoria coi tedeschi sparando fucilate e colpendo

una bimba di 10 anni.

Ai cosiddetti giornali del “VaffanMerkel” e del “Ciao

ciao culona”, come se la Merkel tirasse rigori:

ringraziate che in Spagna non esistono giornali

equivalenti, sennò sai le risate.

Ai pippaioli di Twitter, quattro comari che

confondono il pallone con la realtà per saltare sul

carro dei vincitori. Non ci sono abituati, ma devono

accontentarsi di quello dei perditori.

A chi mischia calcio e politica e viene punito col più

impietoso dei contrappassi: non basta una bella

partita per vincere il campionato.

Al più grande biscottificio della storia dell’universo,

il calcio italiano, che lanciava sospetti sul “biscotto”

spagnolo e ha avuto quel che si meritava: un bel

cappotto spagnolo.

A Sandro Petrucci, presidente del Coni dalla notte

dei tempi, altro dinosauro che deve aver ispirato la

denuncia di Prandelli visto che bivacca fra Coni,

Federcalcio, Federvolley, Federgolf e politica da 35

anni. L’altra sera gli è bastata una buona partita con

la Germania per uscirsene col memorabile “lo

spread lo dettano gli azzurri, le chiacchiere stanno a

zero”. Zero a quattro, per la precisione.

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L'ITALIA TORNA E ACCUSA

Abete attacca i club

«Azzurri bene di tutti

ma la Lega è assente»

«Sarebbe interesse degli stessi presidenti valorizzare

il lavoro di Prandelli. E mi vergogno per chi tifa contro»

di SEBASTIANO VERNAZZA (GaSport 03-07-2012)

Mai così duro. Giancarlo Abete, presidente della federcalcio, attacca la Lega

e i club. «J'accuse» aspro, toni civili. I messaggi sono forti e chiari: non

amate la Nazionale, non fate nulla per sostenerla, concedete malvolentieri i

vostri giocatori, pensate soltanto ai vostri interessi di bottega. Questo è il

senso del discorso di Abete il giorno dopo la batosta di Kiev, che però è

stata archiviata con un sorriso: «Sono soddisfatto del nostro Europeo: per il

risultato, per il gioco espresso, per l'immagine del nostro calcio. Ci siamo

riconciliati con l'opinione pubblica. Ringrazio tutti: il c.t. Prandelli, il

vicepresidente Albertini. Un pensiero speciale va al presidente della

Repubblica, Giorgio Napolitano, che a Danzica ci ha onorato della sua

presenza».

Presidente Abete, il c. t. Prandelli non lascia la Nazionale, ma

acquisisce maggiori competenze.

«Attraverso il nostro allenatore vogliamo rendere più organici i rapporti tra

Nazionale, Under 21 e selezioni giovanili, Settore Tecnico e Scuola

allenatori. Abbiamo vincoli di calendario internazionale. Nel biennio abbiamo

nove settimane di gioco, 18 partite al massimo, escluse le fasi finali di

Mondiali ed Europei».

Il contributo della Lega alla Nazionale?

«Mai la Lega ha avuto un ruolo così insignificante rispetto alla federazione.

L'assenza di progetto da parte della Lega determina un danno. La Lega è

assente dal consiglio federale, non è determinante come in passato

nell'elezione del presidente. Purtroppo la sommatoria di interessi individuali

è diventata così esplosiva che manca una qualsiasi proposta».

Che cosa può fare la federazione?

«La federazione ha il diritto-dovere di far rispettare le regole e

responsabilizzare la Lega sull'importanza della Nazionale, che va al di là del

risultato. È interesse stesso dei club valorizzare il lavoro di Prandelli.

Solleciteremo un confronto. Se non c'è la democrazia di un progetto comune. . .

La sommatoria di interessi individuali non determina un interesse generale.

Eppure l'immagine della Nazionale giova ai club».

Domenica in tribuna a Kiev c'era un solo presidente di club, Guaraldi

del Bologna. Possibile?

«Sarebbe gradita una maggiore partecipazione da parte dei presidenti di

società. L'attenzione non è mai stata alta, ci vorrebbe un maggiore

coinvolgimento. La federazione rappresenta tutto il movimento. C'è

un'esplosione di individualismo: è un problema generale, non soltanto del

calcio. A Danzica (per la prima partita contro la Spagna, ndr) c'era Ghirardi,

presidente del Parma. Prima di ogni partita Agnelli, presidente della Juve, mi

ha sempre telefonato per incoraggiarmi con un "in bocca al lupo"».

Presidente, lei sembra stufo. Ed è diventato aggressivo.

«Non sono né stufo né aggressivo. Penso di avere il dovere di dire queste

cose. Sono l'unico in federazione che ha il potere per farlo. Lavoro da 25

anni in Figc senza retribuzione, io vivo di altro. Oggi ho il dovere di essere

duro, di trasmettere messaggi forti. Capisco che si debbano presentare i libri,

ma vorrei tranquillizzare il dottor Travaglio e il dottor Narducci (l'ex pm

di Calciopoli a Napoli, ndr). Nessuno di noi ha mai pensato ad amnistie o

indulti. Neppure se avessimo vinto l'Europeo avremmo preso misure atte a

insabbiare Calciopoli (e Scommessopoli, ndr)».

Dalle scarpe non si è tolto dei sassolini, ma delle pietre.

«Ho sempre sostenuto l'Italia e mi vergogno per quelli che non lo fanno (il

riferimento è al giornalista Marco Travaglio, che in un suo editoriale su «Il

Fatto Quotidiano» aveva scritto di tifare contro la Nazionale, ndr). Non si

può tifare contro, è orribile. Mi dispiace vedere certe cose. Diffido di chi

critica sempre e non costruisce».

Albertini Anche il vicepresidente federale Demetrio Albertini ha detto la

sua sui conflitti tra federcalcio e Lega: «Filosofie diverse, obiettivi diversi.

"Cantera" (vivaio in spagnolo, ndr) è soltanto una bella parola». Albertini è

amareggiato perché i presidenti di club — uno più degli altri — hanno chiesto

lumi sui tesseramenti degli extracomunitari nei settori giovanili, la

dimostrazione che alle società non importa nulla del progetto azzurro di

Prandelli e della federazione.

-------

il retroscena

Disgelo Figc-Juve

Presto gli azzurri allo «Stadium»

di SEBASTIANO VERNAZZA (GaSport 03-07-2012)

La grande guerra è finita, disgelo tra federcalcio e Juventus. Un paio

di passaggi della «invettiva-stampa» di Giancarlo Abete sono

illuminanti. Il presidente della Figc ha ringraziato il presidente

bianconero Andrea Agnelli per le telefonate di sostegno alla vigilia

di ogni euro-partita e ha attaccato Giuseppe Narducci, ex pm di

Calciopoli. Oltre a sollecitare la fine del processo d'appello con

rito abbreviato, Abete ha punzecchiato Narducci e Marco Travaglio sul

tema dei «libri da vendere». Musica per le orecchie degli juventini.

Juventus Stadium Non è tutto. Una volta conclusa la conferenza

stampa, il presidente federale si è intrattenuto per qualche minuto

con i giornalisti e ha affermato che la Nazionale è pronta per giocare

a Torino una partita delle qualificazioni al Mondiale 2014: «Sì, allo

Juventus Stadium e non all'Olimpico. È chiaro». La polemica sulla

terza stella è dunque un lontano ricordo. Abete sorridente: «Le cose

evolvono». In via Allegri, sede della federcalcio, hanno apprezzato il

fatto che la Juventus e i suoi dirigenti abbiano fatto un passo

indietro sul simbolo dei trenta scudetti (no alle tre stelle sulle

maglie) e giudicano accettabile la scritta dei «trenta sul campo» da

esibire sulla nuova maglia bianconera. E pazienza se per entrare allo

Juventus Stadium gli azzurri dovranno probabilmente passare sotto il

grande scudetto tricolore con tre stelle.

In Emilia e a Catania La federcalcio ha anche un'altra priorità:

«Andremo a giocare una partita in Emilia per portare la nostra

solidarietà alle popolazioni terremotate», ha spiegato Abete. L'11

settembre, Italia-Malta, prima partita casalinga degli azzurri nelle

qualificazioni a Brasile 2014, potrebbe essere giocata a Parma, anche

se per il Tardini bisognerà richiedere la deroga all'Uefa.

L'alternativa è lo stadio di Catania, eventualmente destinato a

ospitare un'altra gara dell'Italia. Gli azzurri debutteranno nelle

qualificazioni mondiali il 7 settembre a Sofia contro la Bulgaria, ma

saranno in campo già il 15 agosto in amichevole a Berna contro

l'Inghilterra.

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Il fatto del giorno di GIORGIO DELL'ARTI (GaSport 03-07-2012)

_la polemica dopo l'Europeo

Il sentimento anti-italiano

è realmente così forte?

Da Grillo ai No Tav, da Travaglio fino a Radio Padania:

molti hanno tifato contro la Nazionale Ma pensare che

nel Paese sia tutto sbagliato sembra un'esagerazione

C'è ora il caso di questi qui che hanno tifato contro l'Italia

nella finale contro la Spagna e durante tutto l'Europeo.

1

Come dobbiamo considerarli?

È una domanda difficile. Perché l'anti-italianità è un dato eterno del nostro

essere italiani. Poi una parte di me, su tante cose, non riesce a dargli torto

del tutto. Cioè li capisco. Il Paese è talmente ingiusto in una quantità così

grande di occasioni... Mio padre tifava sempre contro, ed erano gli Anni 50.

Io ero bambino, e stavo con l'Italia, e mi pareva che lo facesse apposta, per

fare un dispetto a me. D'altra parte tifare contro mi sembra pure impossibile.

È vero, il Paese è stato governato vergognosamente, siamo circondati da

profittatori e furbetti. Però c'è anche tanta gente per bene, anzi la maggior

parte degli italiani è fatta da gente per bene, che obbedisce anche alle leggi

inique e paga le tasse, gente che vorrebbe un po' di pace e non la rissa

continua che c'è stata fino a sei mesi fa, in tv e ovunque. Questi italiani

domenica hanno riempito le piazze e cantavano Fratelli d'Italia, una cosa che

se il povero Mameli morto ad anni 22 fosse resuscitato sarebbe subito rimorto

per l'emozione. Questi qui tifavano Italia. Perché, da italiano, mi dovrei

mettere contro di loro? E magari sentendomi anche un poco superiore?

2

Chi sono poi questi che hanno tifato contro l'Italia?

Prima di tutto sono tornati alla carica con l'anti-italianità i leghisti.

Radio Padania ha fatto la cronaca della partita e ad ogni gol spagnolo erano

grida di esultanza. La Lega ha ripreso a cantare la solfa della secessione e

dell'indipendenza, dimenticando la brutta figura rimediata durante le

celebrazioni dei 150 anni dell'Italia: la maggior parte delle finestre

pavesate dal tricolore stavano nelle città settentrionali. Del resto il Maroni

che proprio a me, alla vigilia di Italia-Francia del 2000, aveva detto di

tifare per la Francia, diventò ministro dell'Interno dell'odiato Belpaese.

Sbarazziamoci dei leghisti, il cui anti-tifo non pone culturalmente nessun

problema.

3

Poi?

Mi sembra una scemenza pure la festa anti-Italia organizzata dai No Tav in Val

di Susa. È sempre politica, speculazione di basso conio, l'altra faccia del

tifo nazionalistico e cretino di quelli che credono ancora a una «missione» o

a una «superiorità» italiana nel mondo (esistono pure questi,

dimentichiamocene per carità di patria). Ci sono poi i senesi, a cui sembra

più importante della finale europea il loro Palio. È possibile, questo è il

vecchio municipalismo nostrano, per cui nessuno di noi è davvero italiano ma

siamo tutti pisani o livornesi, romani o milanesi, bresciani o bergamaschi.

Non mi creano problemi neanche loro.

4

E allora con chi entra in crisi?

Beh, mi fa una certa impressione il discorso di Grillo: «Chi ha vinto? Le

banche spagnole, che hanno finanziato il calcio (senza di loro non

esisterebbero né Barcellona, né Real Madrid attuali) e che oggi vengono

salvate dalla Bce, e quindi anche dall'Italia, con 100 miliardi. Ha vinto il

calcio più indebitato. Ha vinto il presidente ucraino che ha avuto sul palco

d'onore i primi ministri della Ue, Rigor Montis compreso, che si sono salvati

l'anima mandando la letterina di Babbo Natale a Viktor Yanukovich, mentre la

Timoshenko continua a marcire in carcere. Ha vinto la corruzione nel calcio

italiano che, vittoria dopo vittoria della Nazionale, è scomparsa dal radar

dell'informazione. Hanno vinto i giornalai e le Istituzioni che hanno usato il

calcio per nascondere il nostro cratere morale e economico». Sulla situazione

finanziaria di Real e Barça, c'è poco da discutere. Riguardo alla Timoshenko,

non so: la figlia Eugenia ha ringraziato Monti e Rajoy definendo la loro

lettera «un grande aiuto». L'Europeo ha poi attirato l'attenzione del mondo su

un caso che senza il calcio sarebbe stato ignorato dai più. E infine: siamo

tutti talmente stupidi che basta un gol di Balotelli per farci dimenticare il

mondo nel quale viviamo? E noi giornalisti: dovremmo, ogni volta che ci casca

dalla penna il nome di Bonucci, ricordare che c'è un giudice il quale pensa

eccetera eccetera? Poi c'è l'anti-italianità di Travaglio.

5

Sentiamo cosa dice Travaglio.

Travaglio, prima della finale, ha scritto che al tempo di Bearzot tifava

Italia anche se pure allora c'era stato uno scandalo legato alle scommesse.

Solo che allora i calciatori messi sotto accusa avevano scontato la loro pena.

«Io vorrei sapere, che si vinca o si perda, cos'è quel milione e mezzo di euro

versato da capitan Buffon a un tabaccaio di Parma. Vorrei sapere quali e

quanti calciatori coinvolti nell'inchiesta di Cremona per essersi venduti le

partite in barba ai tifosi e alla lealtà sportiva, sono colpevoli o innocenti.

Nessuna vittoria all'Europeo può cancellare lo scandalo». Cioè, Travaglio

suppone che la partita Spagna-Italia sia in realtà un match tra Onesti e Ladri,

e si schiera dalla parte degli Onesti. E ipotizza pure che il giudice, di

fronte al bel comportamento della Nazionale, arretri o addirittura si fermi.

Allo stesso modo noi giornalisti casseremmo dalle nostre cronache le evidenze

dello scandalo prendendo a scusa l'Europeo: anzi, a quanto pare, non

aspettavamo altro. Abete gli ha risposto che chi tifa contro l'Italia deve

vergognarsi. A parte questo, mi sembrano esagerazioni, eccessi polemici di cui

non mi pare abbiamo bisogno.

___

Da Travaglio a Radio Padania

L'ira di Abete su chi tifa contro

di GIOVANNA CAVALLI (CorSera 03-07-2012)

ROMA — «Mi vergogno di chi non tifa Italia» dice il presidente della

Federcalcio Giancarlo Abete (foto in alto), che se la prende con chi ha tifato

per la Spagna e contro la Nazionale. Una ridotta ed eterogenea compagnia —

da percentuale irrilevante, paragonata agli oltre 22 milioni di spettatori in tv

e alle migliaia di bandiere in piazza — tra cui spicca Marco Travaglio, che

peraltro ha fatto il suo outing anti-azzurri già per la sfida con la Germania.

«Penso che siano la migliore espressione di un calcio marcio dalle fondamenta,

detesto quest'orgia di retorica, demagogia e zucchero filato da cui siamo

stati travolti con l'Europeo» ribatte il giornalista, convinto che «una

vittoria avrebbe reso più difficile fare pulizia». Non gli basta che Abete,

chiamandolo in causa — insieme all'ex pm di Calciopoli Giuseppe Narducci —

prometta: «Voglio tranquillizzarli, nessuno ha mai pensato a indulti o colpi

di spugna, neanche se avessimo vinto noi 4 a 0. Chi ha commesso errori paga.

Io però ho sempre tifato Italia». Travaglio no. E insiste: «L'insuccesso gli

ha dato alla testa, Abete non riesce nemmeno a tollerare che 2 o 3 persone

abbiano idee diverse, pretende lo sbandieramento a reti unificate. Ha fatto

bene Prandelli a dire che siamo un paese vecchio, ti credo, Abete era in

Parlamento nel 1979, ai tempi di Breznev, prima di essere sistemato in Figc,

su cui regna da 25 anni. Sono antipatico a tutti, pazienza. Non mi sento meno

italiano. Tiferò per i nostri atleti alle Olimpiadi. Nessuno di loro, sono

sicuro, compra orologi in tabaccheria».

Ipercritico anche Beppe Grillo, che infierisce sul sogno infranto («Abbiamo

fatto la parte del toro, anzi del bue») e dal suo blog scrive: «L'Italia ha

perso, l'Italia ha vinto. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse

per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie. Hanno vinto le banche

spagnole, che hanno finanziato le squadre, ha vinto il calcio più indebitato».

Tra chi ha gioito per il poker spagnolo e riso delle lacrime inconsolabili di

Bonucci e degli occhi rossi di Pirlo, ci sono i No Tav che domenica sera

saltavano — contenti loro — al grido di «Spagna! Spagna!». E i telecronisti di

Radio Padania che hanno urlato di gioia alle reti di Silva, Alba, Torres e

Mata che umiliavano il «nemico» italiano. Un gemellaggio ideale che non piace

nemmeno al controtifoso Travaglio: «Loro fanno un altro tipo di sragionamento,

non riconoscono l'Italia, se non quando incassano i rimborsi elettorali».

___

APPUNTO di FILIPPO FACCI (Libero 03-07-2012)

Bandiere

a scacchi

Detto a boccia ferma: ammiro le opinioni impopolari e questo vale anche

per Marco Travaglio, che ha confessato di aver tifato contro l’Italia agli

Europei. È una posizione come un’altra: in passato l’hanno avuta anche

molti leghisti. A loro si poteva muovere la stessa obiezione che si può

muovere a chi, oggi, la mette giù dura e tira in ballo il nazionalismo:

sono solo partite di calcio, calmatevi. Poi, però, leggi le motivazioni di

Travaglio e ti si ghiaccia il sangue nelle vene. Sono solo partite di calcio,

appunto: questione d’istinto, di divertita faziosità, di cuore. Ma Travaglio non

ha un cuore: ha uno schedario giudiziario. Siccome c’è la vicenda

del calcioscommesse, secondo lui bisognava tifare contro. Non c’è ancora

nessuna sentenza, nessun deferimento: ma il sospetto basta. Non si sa se

c’entrino giocatori azzurri: ma il sospetto basta. Travaglio vuole sapere

«cos’è quel milione e mezzo versato da Buffon a un tabaccaio di Parma»:

e, siccome non l’ha capito, s’incazza con Napolitano che abbraccia Buffon (che

non è neppure indagato) e rimpiange Paolo Rossi che perlomeno «aveva

pagato il conto della giustizia». Non si sa neanche se esista un conto da

pagare, ora: ma nell’attesa deve pagarlo tutta la nazionale, come non accade

in Germania e Inghilterra che pure hanno i loro guai col calcioscommesse.

Il sospetto, secondo Travaglio, non è neppure l’anticamera della verità:

è la verità.

___

Abete ai «gufi» Travaglio e Grillo:

vergognoso non tifare per gli azzurri

Gli attacchi

Il giornalista: vogliono farci dimenticare lo scandalo come accadde ai Mondiali 2006

di CORRADO CASTIGLIONE (IL MATTINO 03-07-2012)

Travaglio, Grillo e l’ex pm di Calciopoli Narducci. Poi ancora i No Tav e

quelli di Radio Padania. C’è un’Italia che non ha tifato per gli azzurri:

perché il sospetto di un indulto o di un’amnistia è più grande d’ogni emozione,

perché la lotta antagonista non conosce tregua neppure di fronte ad una

partita di calcio che conta, proprio come il sogno estremo di una secessione

non soltanto sportiva. Per questo il presidente della Figc Giancarlo Abete va

su tutte le furie: «Voglio tranquillizzare Narducci e Travaglio: nessuno mai

ha pensato a indulti o colpi di spugna. Neanche se avessimo vinto noi 4-0».

E poi si sfoga: «Una sola cosa dico: io ho sempre tifato Italia, e mi vergogno

di chi non tifa Italia».

«Eroi in mutande», Travaglio è andato giù duro nell’editoriale scritto per il

Fatto quotidiano nel giorno della finalissima. Recidivo, il giornalista già

prima della missione aveva preannunciato che avrebbe gufato perché «se

dovessimo vincere ci dimenticheremmo subito dello scandalo di Calciopoli, come

nel 2006 ai Mondiali». Ma domenica è stato molto più esplicito: «Io vorrei

sapere, che si vinca o si perda, cos’è quel milione e mezzo versato da capitan

Buffon a un tabaccaio di Parma». E ieri Travaglio l’ha ribadito: «Da tempo

tifo contro l’Italia, da quando penso che la nazionale sia la migliore

espressione di un calcio marcio dalle fondamenta. Il calcio scommesse è

infinitamente più ampio di quel poco che hanno scoperto i magistrati di

Cremona. Penso che avesse ragione Monti, prima della folgorazione sulla via di

Kiev, a chiedere di fermare il calcio». Infine Travaglio ce l’ha anche con il

Colle e parla di ondata retorica: «Si paragonano i successi europei a quelli

di Monti, il ricevimento al Quirinale: sono cose dell’altro mondo. Vedo che in

altri Paesi il calcio è il calcio, non è una metafora della politica e

dell'economia. Si gioisce e poi finisce lì».

Il colpo di spugna lo teme anche l’ex pm di Calciopoli ed ex assessore a

Napoli Giuseppe Narducci, che a margine della presentazione del suo libro

nell’auditorium di Monticiano, paese di nascita tra l’altro di Luciano Moggi,

ha argomentato: «La parte che non vuole fare i conti con la realtà e che cerca

di cancellarla con un colpo di spugna pensa sempre di approfittare del

trionfo».

Beppe Grillo nel suo blog, per certi aspetti, è anche più duro nel chiedersi

chi è che ha vinto. La risposta è molteplice: «Ha vinto la corruzione del

calcio italiano che è scomparsa dal radar dell’informazione. Hanno vinto i

giornalai e le istituzioni che hanno usato il calcio per nascondere il nostro

cratere morale e economico». Poi ancora: ha vinto il presidente ucraino,

giacché Grillo valuta blanda la lettera di Monti («mentre la Timoshenko

continua a marcire in carcere»). Quindi le banche spagnole, sì, le stesse «che

hanno finanziato il calcio (senza di loro non esisterebbero né Barcellona, né

Real) e che oggi vengono salvate dalla Bce, e quindi anche dall’Italia, con

100 miliardi». Infine, i calciatori e l’allenatore «premiati con un invito al

Quirinale» nonostante la più schiacciante sconfitta che la storia centenaria

del calcio italiano ricordi.

Poi ci si è messa - ma non è la prima volta - anche Radio Padania a urlare

«Spagna, Spagna», mentre i No Tav, organizzavano una sorta di contropartita

con clown, sbandieratori e cantanti davanti alle barriere del cantiere a

Chiomonte. Viene da chiedersi: con tutti quei gufi, gli azzurri avrebbero mai

potuto tingere il cielo sopra Kiev?

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GaSport 03-07-2012

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CorSera 03-07-2012

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CALCIOSCOMMESSE IL PROCESSO D’APPELLO

Ferrari, sms da Carobbio

«Meriti di essere assolto»

Colpo di scena: fatto mettere agli atti un

messaggio del «pentito» che scagiona la punta

di ROBERTO PELUCCHI (GaSport 03-07-2012)

Un sms può salvare Nicola Ferrari, attaccante del Verona, da una squalifica di

tre anni che gli troncherebbe la carriera. È un messaggio che Filippo Carobbio,

uno dei pentiti-chiave dell'inchiesta sul calcioscommesse, ha inviato all'ex

compagno all'AlbinoLeffe la scorsa settimana e che ieri l'avvocato Stefano

Bosio ha fatto mettere agli atti, a sorpresa, nel corso del processo d'appello

davanti alla Corte di giustizia federale. «Ciao Ferro. Mi dispiace per quello

che ti sta capitando. Spero che anche per te come per Achille (Coser,

prosciolto in primo grado, ndr) giustizia verrà fatta. Non servirà a niente

questo mio messaggio, ma volevo dirti che ti penso. Non mollare! Un abbraccio.

Pippo».

Colpo di scena Non è un sms insignificante. Ferrari è stato coinvolto

dall'altro pentito Gervasoni nella presunta combine di Rimini-AlbinoLeffe con

Carobbio, Ruopolo, Poloni e Garlini. Ruopolo ha parzialmente confermato il

racconto, senza però mai citare Ferrari, mentre a Poloni, Garlini e,

soprattutto, Carobbio nessuno della Procura ha mai chiesto nulla. Perché?

Adesso spunta questo sms nel quale, in pratica, Carobbio considera

un'ingiustizia la condanna in primo grado di Ferrari. Per Palazzi il messaggio

non va tenuto in considerazione, ma al tempo stesso non ha mai voluto che

Carobbio venisse sentito nel processo, per confermare o smentire Gervasoni.

Per la difesa di Ferrari ce n'è abbastanza per chiedere il proscioglimento per

mancanza di riscontri. Questo è stato l'unico colpo di scena di un processo

che fatica a garantire il diritto di difesa. Cinque minuti al massimo per ogni

avvocato, ma (chissà perché) 40 minuti a Carlo Rienzi del Codacons, lasciato

comunque fuori dal processo (1078 tifosi hanno dato mandato all'associazione

di far causa a Figc e Lega).

Bertani fantasma Ieri in nove ore di dibattimento non si è riusciti, comunque,

a evadere tutte le posizioni, si ricomincia oggi alle 10. La Sampdoria e

l'avvocato del portiere Mario Cassano hanno abilmente sfruttato l'assist

arrivato dal tribunale del Riesame di Brescia, che ha scarcerato Bertani

facendo cadere l'accusa di associazione per delinquere. Per Giulia Bongiorno,

legale del club, «Bertani è un fantasma. Non è stato ancora processato e per

Brescia non era nell'associazione, però la Sampdoria deve pagare (50 mila euro

di ammenda la condanna in primo grado, ndr) per averlo tesserato dal Novara,

l'unica squadra nella quale eventualmente ha commesso illeciti». Anche

Francesco Maresca, legale di Cassano, è partito dall'ordinanza per andare

all'attacco: «Il castello accusatorio della Procura di Cremona, che ha come

pilastri le dichiarazioni di Gervasoni, piano piano si sta sgretolando». Anche

se per Palazzi la scheda telefonica dedicata di cui era dotato e l'episodio

dei soldi nascosti negli asciugamani bastano e avanzano per considerare

Bertani «pienamente organico all'organizzazione criminale».

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l'opinione

BISOGNEREBBE GOVERNARE

DI PIU’ E POLEMIZZARE MENO

di ANTONIO MAGLIE (CorSport 03-07-2012)

Se i nostri calciatori palleggiassero in campo come i dirigenti sportivi

palleggiano le proprie responsabilità fuori dal campo, avremmo una nazionale

anche più forte di quella spagnola. Purtroppo queste qualità “tecniche” si

esaltano nella polemica sterile e improduttiva. Ieri il presidente della

Federazione, Giancarlo Abete, ha “salutato” la fine della spedizione europea

accusando il collega al vertice della Lega, Maurizio Beretta, di svolgere

(insieme all'istituzione che rappresenta) un ruolo insignificante. Il fatto è

che si è insignificanti in rapporto a qualcuno che significa qualcosa. E

sinceramente non è che la Federazione abbia fatto granché in questo senso.

Che la Lega sia presieduta da un presidente scaduto da tempo come il latte a

lunga conservazione e che a via Rosellini si litighi su tutto, non è una notizia

ma una constatazione.

Il problema, come direbbe Abete, è la sintesi. E chi la fa questa sintesi?

Chi governa il calcio? Siamo proprio sicuri che il football nazionale (nel

senso di italiano non semplicemente di squadra azzurra) si salva con qualche

stages piazzato in date che oggettivamente confliggono con gli impegni dei

club, «interni» e internazionali? Siamo proprio convinti che il problema sia

solo la “generosità” dei club e non anche la capacità di incidere, per vie

federali, sulle svariate riforme dei calendari internazionali? Siamo sicuri

che a una Lega insignificante faccia da contraltare una forte leadership della

Figc? Vogliamo ricordare i diversi Europei persi e non ottenuti, in qualche

misura esempi di insignificanza? A livello giovanile non vinciamo nulla solo

perché i club non investono, o anche perché da troppo tempo manca una

adeguata politica federale in materia? Bisognerebbe governare di più e

polemizzare meno ma si fa l'esatto contrario tra rispettabili signori “costretti”

a scambiarsi poltrone per presunta mancanza di ricambio.

___

L’altra metà del pallone,

i pro e i contro di uno

strano Europeo

di VALERIA VIGANÒ (l'Unità 03-07-2012)

GLI EUROPEI SONO FINITI. INTENSI, INTERESSANTI PER

SPUNTI CALCISTICI E NON. LO SPETTACOLO È STATO TOTALE:

I RIGORI, LE TATTICHE, LE POLEMICHE, I MASS MEDIA, I

PERSONAGGI, GLI IDOLI, LE DICHIARAZIONI PUBBLICHE.

Dimostrano ancor più che il calcio non si limita al prato verde, agli

spogliatoi, al giornalismo sportivo ma ingloba tutte le sfaccettature della

realtà che sia economica, nazionale, politica, sociale, sociologica. Si è

cominciato ancora prima di cominciare a giocare ma non si smetterà dopo

la fine degli Europei. Di questo immenso calderone mediatico una breve

succinta analisi

MI PIACE

Spagna: che dire di più, la conferma di una sapienza da laurea ad honorem

nella migliore università del calcio. Prandelli: bravissimo a condurre le

partite prima e durante. Anche se sbaglia la finale. Bravissimo a gestire una

banda con qualche matto e a tenerla coesa. Bravissimo nell’essere garbatamente

sincero, fuori dai luoghi comuni e dagli schemi. Essere umano di valore, che

alla perdita subita nella vita fa seguire una maturazione e una saggezza

superiori. Al contrario del suo calmierato (da una donna e da un figlio,

qualche volta ci va bene!) Antonio che spara ignoranza e grettezza sui gay,

Prandelli ha usato parole misurate e aperte, segno di una riflessione

personale che ci aggrada. Un signore.

Arbitri: il livello arbitrale è stato buono, in certi casi ottimo. Aiutati

dal comportamento dei calciatori, i direttori di gara hanno agito con calma,

attenzione e hanno sbagliato poco. Segno che ci dice che l’isteria collettiva

in campo fa pagare tributi e crea tensioni a tutti. E rovina le partite.

Correttezza dei giocatori in campo: davanti a miliardi di spettatori e con

regole pacate e certe, quasi tutti hanno evitato scenate, sceneggiate, tuffi,

proteste psicopatiche, raptus, rotolamenti finti sul campo, aggressioni.

Italia: intesa come squadra e paese intero. Se lo stesso senso del bene

collettivo abitasse in egual modo il nostro essere italiani nella quotidianità,

saremmo di gran lunga migliori. Napolitano ne sarebbe entusiasta.

Iniesta: schivo e deciso, fantasioso e razionale, centrocampista completo e

uomo completo. Senza atteggiamenti roboanti, senza male parole, un esempio di

ciò che possono essere i campioni in campo e fuori, esattamente come il suo

compagno Messi. Umile.

NON MI PIACE

Buffon: è il migliore portiere del mondo, uno dei più grandi di tutti i tempi.

Ma insopportabili sono quell’aria da tribuno e il rimangiarsi le proprie

opinioni il giorno dopo. Insopportabili il suo essere capopopolo

ridimensionato solo dalla sconfitta, le sue puntate milionarie chissà su cosa,

che saranno pure affari suoi come il bunga di B. , ma quando rappresenti un

modello, un pensiero e un mito devi starci molto attento. Essere capitano non

vuol dire far proclami e uscire dando di matto alla fine di una partita per 10

minuti di ovvio disperato schiacciamento avversario. Ma forse non l’ha ancora

capito. E francamente, se gli andasse di traverso una scatola di biscotti

millantati, almeno starebbe zitto. Il ringraziamento alla Spagna dopo il

non-pareggio è quasi mafioso. Troppe ombre nei suoi occhi azzurri.

Germania: ha sbagliato la partita decisiva, come spesso le accade dopo un

girone in cavalcata delle Valchirie. Dovesse scontare il senso di colpa del no

agli eurbond della gentile cancelliera Merkel?

Francia: Blanc è stato un grande difensore ma l’accozzaglia di galletti che

ha messo insieme non suonava mai la sveglia alla stessa ora. I chicchirichì si

accavallavano e ognuno per conto suo. Impalpabile.

Balotelli: perdonato dei mille misfatti da adolescente nababbo e cretino,

sono bastati due gol alla Germania per farlo diventare un eroe. Più divo che

giocatore, la sua spoliazione da gladiatore mostra muscoli è stata patetica.

Il maschio belluino, attaccato alla mamma, sciupatore di femmine do cojo cojo,

rappresenta il becerume vanaglorioso dell’italiano che non ha rispetto per

nessuno e per nessuna regola. E se ha avuto un passato difficile (come il bari

vecchia Cassano) ora ha un presente d’oro. Lo usi per smetterla con gli

atteggiamenti e i comportamenti goliardici e machisti. È ora.

Adesso che si è chiusa la kermesse torniamo al marcio del calcio. Ci saranno

sconfitte peggiori della finale e non si deve salvare nessuno dei colpevoli.

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Dedicato a...

di 6553822-bambino-mangia-marmellate-mentre-con-la-sua-faccia-con-marmellate.jpg (il Fatto Quotidiano 03-07-2012)

A Giancarlo Abete, detto anche “cambio di

vocale”: il presidente della Figc che si

vergogna per quei due o tre che hanno osato

dichiarare il tifo anti-“azzurri”. Conservi la

vergogna, se ha idea di cosa sia, per questioni più

serie. Tipo quel tizio che nel 1979, ai tempi di

Breznev e Andreotti, era deputato Dc; dopo tre

legislature divenne dirigente pallonaro per meriti

politici, senz’accorgersi di decine di Calciopoli; e

dopo 23 anni è ancora lì a far la muffa; tant’è che

Prandelli, vedendoselo sempre fra i piedi, è sbottato

contro l’Italia “paese per vecchi”. Un tale Abete.

L’insuccesso gli ha dato alla testa.

A Giorgio Napolitano, che a 87 anni si scopre

tifosissimo di calcio, ma si scorda di spiegare alla sua

signora chi è il tizio che le siede accanto (tale

Platini). Poi abbraccia Sbruffon che ha appena

attaccato i pm del calcio-scommesse, anziché

abbracciare i pm del calcio-scommesse. Infine

scrive a Prandelli e telefona a Mancino, anziché

scrivere e telefonare ai pm di Palermo che indagano

sulla trattativa.

A Mario Monti, altro neofita del pallone, che un

mese fa voleva “chiudere il calcio italiano per 2-3

anni” per bonificarlo e l’altroieri ha scelto il

momento e il luogo peggiore, Kiev, per assistere alla

prima partita della sua vita. Con tanti saluti a Julia

Timoshenko. Salvo poi lavarsi la coscienza con la

letterina paracula al dittatore perché gli faccia

vedere la prigioniera. Ma certo, come no.

A Capezzone che, parlandone da vivo, aspettava la

vittoria per regolare i conti coi pm (“chiedano scusa

a Buffon”). Fortuna che nessuno sragiona come lui,

altrimenti ora che Buffon ha perso dovrebbe

scusarsi coi pm.

A Sergio Marchionne, che cercava di nascondere

dietro la bandiera azzurra i disastri della Fiat

incapace di vendere auto e rispettare i diritti dei

lavoratori: “La finale la vince l’Italia”. Noto patriota

con cittadinanza svizzera.

Ai tromboni e trombettieri di giornali e tv, grondanti

metafore, voli pindarici, ditirambi patriottardi sul

“primo tifoso che porta fortuna”, l’“Italia torna a

vincere non solo nel calcio”, il “fare squadra”,

“l’Italia s’è desta”, le magnifiche sorti e progressive

dei “tre Mario”, l’“asse fra Re Giorgio e Cesare

Augusto”, la fine del razzismo irrorata dalle lacrime

di Supermario. Ma ande’ a ciapa’ i ratt.

Al prototipo degli ultrà italioti, che a Como festeggia

la vittoria coi tedeschi sparando fucilate e colpendo

una bimba di 10 anni.

Ai cosiddetti giornali del “VaffanMerkel” e del “Ciao

ciao culona”, come se la Merkel tirasse rigori:

ringraziate che in Spagna non esistono giornali

equivalenti, sennò sai le risate.

Ai pippaioli di Twitter, quattro comari che

confondono il pallone con la realtà per saltare sul

carro dei vincitori. Non ci sono abituati, ma devono

accontentarsi di quello dei perditori.

A chi mischia calcio e politica e viene punito col più

impietoso dei contrappassi: non basta una bella

partita per vincere il campionato.

Al più grande biscottificio della storia dell’universo,

il calcio italiano, che lanciava sospetti sul “biscotto”

spagnolo e ha avuto quel che si meritava: un bel

cappotto spagnolo.

A Sandro Petrucci, presidente del Coni dalla notte

dei tempi, altro dinosauro che deve aver ispirato la

denuncia di Prandelli visto che bivacca fra Coni,

Federcalcio, Federvolley, Federgolf e politica da 35

anni. L’altra sera gli è bastata una buona partita con

la Germania per uscirsene col memorabile “lo

spread lo dettano gli azzurri, le chiacchiere stanno a

zero”. Zero a quattro, per la precisione.

Quanta bile che deborda in questo articolo per poi finire in maniera puerile con un "Avete perso 4-0".

E' l'odio sparso da chi vorrebbe uno stato inquisitore per drizzare la schiena agli italiani.

Il Fascismo mediatico giudiziario questo conosciuto.

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5192 messaggi

Quanta bile che deborda in questo articolo per poi finire in maniera puerile con un "Avete perso 4-0".

E' l'odio sparso da chi vorrebbe uno stato inquisitore per drizzare la schiena agli italiani.

Il Fascismo mediatico giudiziario questo conosciuto.

Buffon avrebbe attaccato i pm anticalcioscommesse?

Quando?

Hanno anche la faccia tosta di storpiare il cognome delle persone?

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Joined: 14-Jun-2008
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Buffon avrebbe attaccato i pm anticalcioscommesse?

Quando?

Hanno anche la faccia tosta di storpiare il cognome delle persone?

E' sempre lui, M. Cacasénno T.: quella dei giochi puerili di parole è la sua

firma principale nel panorama giornalistico italiano.

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Joined: 30-Aug-2006
776 messaggi

dal profilo Facebook di Gigi Buffon

Ahi ahi ahi ragazzi, primi giorni di vacanza e prime preoccupazioni...

Ma secondo voi riuscirò a guarire per l'inizio di campionato???

Come qualcuno avrà letto quest'oggi sui giornali, dopo una presunta lite con Balo (leggete bene la finezza di chi non ha nessuna certezza e parla sempre per ipotesi adoperando il condizionale, e quindi non può e non vuole esporsi troppo… il classico dico,ma non dico... tipico di chi vuol fare opinione con notizie fasulle per cercare di riempire un po' di spazio, ma senza volersi prendere in pieno la responsabilità di ciò che si è scritto) insomma stando a queste news così attendibili :-) ci sarebbe stata una colluttazione violenta con Mario (che tra l'altro era all'antidoping), nella quale figurerebbero morti, feriti e qualche disperso :-) … ora mi chiederete il perché sono a rischio per l'inizio del campionato… è molto semplice… perché la mano con la quale avrei sferrato uno schiaffo o un pugno (?) al mio compagno di squadra mi duole da morire e non vorrei essermi procurato delle fratture alle ossa :-) comunque al più presto farò degli esami più approfonditi per scongiurare questa eventualità :-)

Vabbè, chiuso con lo scherzo, questo è ciò che passa il convento... l'importante è sapere che la colpa è soprattutto nostra.

Si si, ho detto nostra e parlo da cittadino di un paese che dovrebbe essere lontano anni-luce da queste miserie, da questi giochini squallidi che imbarazzano una nazione, che avrebbe bisogno di qualche messaggio positivo, costruttivo, quelli nel quale credere, invece che affogare sempre nella solita meschineria da quattro soldi, nella nostra grossolanità e superficialità spicciola, sempre messaggi negativi, sempre pensieri distruttivi che possano gettare fango od ombre sulle persone…

Ma, come dicevo prima, i maggiori responsabili siamo noi cittadini che accettiamo tutto questo in modo abulico, intorpiditi e senza un briciolo di amor proprio, chiare (non) reazioni di chi non si aspetta più nulla di buono dal prossimo, di chi non crede più nel futuro,di chi è rassegnato… sicuramente questo non è quello che sognavo da bambino, me lo sono trovato ma non voglio essere accondiscendente, non voglio e non devo accettare questo scempio, lo devo fare per me, lo devo fare per la mia famiglia, lo devo fare per i miei figli, lo devo fare per la mia dignità e queste righe che di tanto in tanto butto giù sono solo per sapere ed avere la certezza di non essere l'unico a pensarla in questo modo; desidero essere rappresentato dall'èlite, in ogni campo, in ogni settore, in ogni luogo, perché me lo merito e perché è il diritto di ogni individuo che sogni un paese migliore...

Certamente non quello che siamo noi adesso...

Un abbraccio a tutti e un grazie di cuore a chi ieri ci ha tributato in maniera commovente parole d'incitamento e orgoglio in aeroporto e per le vie di Roma… grazieeee!!!

E’ proprio anche per voi che capisco che nulla è ancora perduto, che la speranza di recuperare la nostra amata Italia c'è e anche grazie al Presidente Napolitano, uomo di grande sensibilità, spessore umano, intelligenza… gigante fra pigmei…

Gigi

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Servizio Pubblico lancia “Forza Italia”,

inchiesta a fumetti sul calcioscommesse

Tra oggi e il 6 luglio cinque puntate sul sito della trasmissione

per approfondire gli scandali dello sport preferito dagli italiani. Tra le

tante storie le vicende che riguardano l’allenatore della Juventus Antonio

Conte. Non mancheranno i retroscena sui calciatori del giro della Nazionale

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 luglio 2012

art.scoperto grazie a fra_pav

Servizio Pubblico di Michele Santoro propone sul suo sito una serie

di inchieste a fumetti, dedicata agli scandali dello sport preferito dagli

italiani. Nelle chine di Sergio Gerasi verrà raccontata l’ultima Calciopoli,

un capitolo al giorno, in cinque puntate. “Forza Italia”, un serial a fumetti

scritto da Walter Molino e Claudio Pappaianni e curato da Francesca

Di Stefano, ci spiegherà, tra oggi e il 6 luglio, i passi salienti dell’inchiesta

che ha sconvolto il calcio italiano.

Sconfitta in finale dalla Spagna, la nazionale di Prandelli viene ricevuta

oggi al Quirinale al rientro dalla spedizione in Polonia e Ucraina. Le

esaltanti vittorie con Inghilterra e Germania hanno riempito le piazze,

cancellando dalla memoria le recenti immagini degli arresti nel calcio

italiano. Ma adesso la giustizia – ordinarie e sportiva – ricomincia a fare

il suo corso.

Tra le tante storie che saranno illustrate, le vicende che riguardano tra gli

altri, l’allenatore della Juventus campione d’Italia Antonio Conte. Non

mancheranno i retroscena sui calciatori del giro della Nazionale Mimmo

Criscito, Leonardo Bonucci, Simone Pepe e Stefano Mauri. La

prima puntata, “La retata”, si apre sul giro di scommesse che ha travolto

il calcio italiano: “All’alba del 28 maggio, la Polizia arriva nel ritiro della nazionale

pronta a partire per gli Europei. La spedizione azzurra rischia di saltare…”

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La Lega replica: “Club motore del calcio. ABETE è ingeneroso”

Marco Iaria - Gasport -03-07-2012

Beretta: “Le società danno il massimo appoggio alla Nazionale. Consiglio Figc con la A al 12%: le riforme non dipendono da noi”…

Presidente Maurizio Beretta, ha visto l’entrata a gamba tesa di Abete sulla Lega?

“L’ho trovata ingenerosa e inopportuna, nel giorno delle celebrazioni per un secondo posto europeo che rappresenta un traguardo importante”.

Il presidente federale dice che la Lega ha un ruolo insignificante.

“Non mi pare. La Lega di A riveste un ruolo centrale nella promozione del calcio italiano, organizzando competizioni che hanno milioni di telespettatori ogni domenica e boom di ascolti come la Tim Cup. E dal punto di vista delle risorse assicura una mutualità del 10% dei proventi televisivi, qualcosa come 100 milioni all’anno devoluti alle altre componenti”.

Non è una novità che i club siano poco sensibili alle sorti azzurre. Basta ripescare negli archivi le frasi di De Laurentiis: “La Nazionale non ci ostacoli”.

“Nessuna avversione da parte nostra. I club italiani fanno tutto quello che è nelle loro possibilità per supportare la Nazionale, che nel 2011-12 ha avuto a disposizione i giocatori per oltre 70 giorni. Sugli stage, non appena il discorso era stato affrontato in modo collaborativo, avevamo trovato una data, poi saltata per lo stop dovuto alla tragedia di Morosini. La disponibilità dei club di A è la stessa di quella delle altre leghe europee, compatibilmente col calendario internazionale. Per di più, in Spagna hanno chiuso la stagione una settimana dopo di noi, con la finale di Copa del Rey: non mi pare che il team di Del Bosque ne abbia sofferto”.

All’interno della stessa Lega di A ci si lamenta del fatto che negli ultimi tempi avete trascurato la politica sportiva, le riforme. Proprio nulla da rimproverarvi?

“Su tutti i temi che sono stati all’ordine del giorno la Lega non ha mai fatto mancare il proprio contributo. Se la Lega avesse la bacchetta magica le si potrebbe imputare qualcosa. Ma siccome qualsiasi decisione in consiglio federale passa attraverso maggioranze qualificate, è difficile prendersela con chi come noi pesa solo per il 12%. Qualunque riforma ha bisogno di una condivisione molto, molto larga. Non è un problema della singola componente, ma del sistema”.

Cosa pensate delle squadre B proposte da Albertini e Prandelli?

“Possono esserci seconde squadre, possono esserci minori vincoli sulle partecipazioni societarie. Ognuna di queste idee ha sostenitori e detrattori all’interno del consiglio federale. Se questo tema rappresenta una priorità, lo si metta sul tavolo e ci si confronti chiaramente”.

Dopo il fallimento in Sudafrica ci si aspettava una svolta. La Lega, che dovrebbe essere la guida del calcio italiano, ha fatto solo da spettatrice all’inconcludenza istituzionale?

“Nel 2010 si decisero tre cose: la riduzione da due a un extracomunitario, che noi contestammo; la trasformazione del Club Italia affidato ad Albertini, che ha fatto bene il suo lavoro; la nomina di Roberto Baggio a presidente del settore tecnico Figc per un rilancio dei vivai. Pochi mesi fa ci è stata presentata un’ipotesi di progetto dall’entourage di Baggio, vedremo se verrà finanziato…”.

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Lo Zingaro e lo scarafaggio

di GIULIANO FOSCHINI & MARCO MENSURATI (MONDADORI Editore)

Criminali feroci, calciatori corrotti, magazzinieri ricattatori, tabaccai,

ristoratori, imprenditori pronti a tutto per una giocata vincente. E poi,

milioni di tifosi: ingenui, ostinati, persino complici. Ma soprattutto una

marea di soldi che si muove veloce su internet o nascosta nei trolley dei voli

intercontinentali. Un oceano di denaro che si gonfia e si sgonfia nel giro di

pochi secondi, che travolge esistenze, illusioni e sogni senza lasciare il

tempo di capire cosa stia accadendo. Facendo leva sulla debolezza del

sistema, sulle pene ridotte in caso di arresto e sull'indisponibilità di attori

e spettatori ad accettare che il giocattolo si sia rotto, mafie locali e

internazionali stanno spolpando il cadavere di quello che era lo sport più

bello del mondo: il calcio. Un saccheggio forsennato, a colpi di giocate

milionarie o da pochi biglietti da cento, di colpi di genio o anche di manovre

ambigue che nascondono il riciclaggio di droga e armi, o che nascono

semplicemente dall'illusione di poter vivere una vita diversa, migliore. Lo

zingaro e lo scarafaggio non è una cronaca dettagliata dell'ultimo scandalo

del calcioscommesse. È un viaggio all'interno del sistema, il ritratto fedele

dei personaggi che stanno divorando la quarta azienda del Paese. Con un

grande complice: l'omertà.

Modificato da Ghost Dog

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