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CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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Joined: 14-Jun-2008
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SPY CALCIO di Fulvio Bianchi (Repubblica.it 19-02-2012)

Presidenti, lite da un miliardo

Beretta, 10 club contro e va via

La Lega di serie A è nel caos più totale: hanno ragione Giovanni Petrucci e

Giancarlo Abete a lanciare l'allarme. Il 2 marzo è prevista un'assemblea che

più calda non si può. Sotto esame la posizione del presidente Maurizio Beretta,

che non conta niente (sue parole... ) ma non vuole lasciare la carica pur

essendosi dimesso, si fa per dire, il marzo dello scorso anno. Una situazione

grottesca. Beretta "teme" che se lui va via la Lega possa essere commissariata,

e agita questo spauracchio davanti ai presidenti. Ma non è assolutamente

detto: Simonelli, che è il capo dei revisori, può traghettarla sino a giugno,

come ha fatto in passato, sperando che i presidenti trovino poi un accordo sul

nome del successore di Beretta. E' chiaro che se poi non lo trovano, e

continuano a litigare, debba per forza di cose arrivare un commissario. Ma il

vero snodo non è Beretta, di cui interessa ben poco ai presidenti, ma il

"malloppo" da dividere. Sì perché ci sono in ballo soldi veri: un miliardo di

euro a stagione, dal 2012 al 2015. Sono i soldi dei diritti tv. La legge

Melandri dice solo che la parte prevalente debba essere divisa in parti

uguali. Lo scontro è su tutto il resto e se in passato per il 25% del bacino

d'utenza finì addirittura a botte (vedi De Laurentiis-Cellino), ecco che ora

le premesse non sono per nulla allegre. I grossi club (Juve, Milan, ecc. ) sono

preoccupati perché rischiano di finire in minoranza. In una Lega così

litigiosa, e senza guida forte, non si riesci a capire come possano trovare un

accordo in tempi ragionevoli.

Ricordiamo inoltre che per un anno la Lega di A non si è fatta vedere dalle

parti del consiglio federale, il governo del calcio. E Giancarlo Abete è stato

sin troppo buono: da regolamento avrebbe dovuto far decadere i due consiglieri

(Lotito e Cellino) della Lega di Milano. Inoltre la cosidetta Confindustria

del pallone mai si è fatta vedere nemmeno nelle tante riunioni delle

commissioni statuto (presieduta da Carlo Tavecchio) e riforma campionati

(Mario Macalli), contribuendo così a paralizzare il sistema-calcio. Le ricorda

queste cose Beretta? Inoltre, tra quelli che lui elenca come grandi meriti

della sua gestione, molti sono invece frutto degli anni di Tonino Matarrese,

che almeno sapeva tenere a bada i presidenti. Ma Beretta non molla: è anche

comprensibile visto che l'assegno della Lega (circa 30.000 euro) si somma ogni

mese a quello ancora più consistente di Unicredit. In questo caso è dura

lasciare una poltrona d'oro e si fa finta che non ci sia alcun conflitto

d'interessi (che invece c'è, eccome). Otto club hanno chiesto l'assemblea del

2 marzo per sfiduciare il presidente. Sono Inter, Palermo, Cagliari, Bologna,

Novara, Lecce, Siena e Cesena. Pro Beretta ci sono Lazio, Milan, Juve, Genoa,

Parma e Catania. Le altre società sono ancora incerte. Se i club che vogliono

le dimissioni del presidente dovessero arrivare a dieci, a questo punto

sarebbe costretto davvero ad arrendersi. Certo, poi bisognerà arrivare a quota

14 per eleggerle il successore, e qui saranno dolori seri. Un'ultima

considerazione: Beretta sostiene che Claudio Lotito è un "personaggio che ha

una forte spinta innovativa". Anche qui Beretta, soprannominato nell'ambiente

"dimmi Claudio...", ha la memoria corta: Lotito è stato sicuramente un

innovatore ma ultimamente ha preso l'abitudine di non voler rispettare le

regole e di pagare in ritardo gli affitti (dell'Olimpico). La Lega presto,

Beretta e non Beretta, dovrà pensare anche a sostituire il patron laziale in

consiglio federale, sempre che i presidenti ritengano importante avere una

rappresentanza nel governo del calcio.

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Joined: 30-Aug-2006
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VIDEO - Verso Milan-Juve tra le polemiche: la gomitata di Pirlo sfuggita a Brighi

di Giovanni Capuano (Blog-Panorama - 20-02-2012)

gomitata-large.jpg

Sarà una settimana di polemiche roventi come del resto lascia ben intuire la lettura questa mattina dei quotidiani sportivi che hanno aperto la lunga vigilia della sfida scudetto di sabato sera sottolineando con grande evidenza le parole di Allegri sul gol di Chiellini

. Colpo basso? Puntura di spillo? Difficile da decifrare ma intanto

su internet circola il video di una fase di Juventus-Catania in cui si intuisce un brutto gesto da parte di Pirlo ignorato dal direttore di gara

http://www.youtube.com/watch?v=OcyLfcWbELs&feature=player_embedded

.

Siamo al 42′ del primo tempo e le squadre sono ferme sull’1-1. Le immagini mostrano Pirlo mentre in fase di copertura si mette tra Gomez e il pallone e sembra rifilare all’avversario una gomitata all’altezza del volto. Il giocatore del Catania cade a terra senza protestare ma con un movimento del corpo che indica l’esistenza di un impatto. Guarda l’arbitro e poi si rialza.

Il signor Brighi si trova a una decina di metri e sta certamente guardando i due giocatori anche perché segue l’andamento dell’azione. Ha la visuale sgombra e non ritiene di dover intervenire. Dunque non esiste alcun presupposto perché si possa nemmeno invocare la prova televisiva contro Pirlo, però il fatto stesso che i tifosi del Milan stiano facendo circolare il video su internet chiedendosi provocatoriamente che cosa sarebbe accaduto se il protagonista fosse Ibrahimovicsegnala il clima di tensione che accompagna questa vigilia.

Già, Ibra. Giovedì è il giorno del giudizio. “Spero che ci sia” ha detto ieri Allegri insieme all’altra frase sul gol concesso a Chiellini tra spinte e contro spinte che ha fatto infuriare gli juventini. A Torino si attendono la conferma anche della terza giornata di qualifica per lo schiaffo ad Aronica. A Milano puntano forte sull’esistenza di un doppiopesismo quando di mezzo c’è lo svedese. Lo dicono i tifosi guardando la gomitata di Pirlo e lo dice Allegri quando ironicamente si chiede se a Ibrahimovic sarebbe stato riservato lo stesso trattamento di Chiellini. Pronostico? Preparatevi a un crescendo e auguri ai giudici che dovranno decidere se restituire Zlatan al Milan o accontentare la Juve

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CALCIOPOLI L'ULTIMA SCOPERTA

Sorteggi falsati? Che bluff!

Gli incredibili errori della fotosequenza e del filmato non consultabile dai giudici

La cronologia delle immagini dei carabinieri è illogica ma evidenzia che è

un giornalista a prendere la sfera e non un uomo Figc come disse l’accusa

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-02-2012)

estrazioneconcronista.jpg

NON BASTAVANO le telefonate occultate per 4 anni; non erano bastati i baffi

rossi delle segnalazioni sulle telefonate “calde” trascurati quando erano

attribuiti a personaggi di squadra che «non interessavano» a chi indagava sul

malcostume nel calcio. C’è pure il mistero del video scomparso tra le prove e

una relazione fotografica a supportare la tesi dei sorteggi truccati da

cestinare. Ora vi spieghiamo perché.

NON C’E’ E’ la voce del pm Stefano Capuano , l’8 novembre 2011, che

riecheggia, mentre guardiamo le istanze andate buca degli avvocati difensori

per avere visione del filmato del sorteggio arbitrale del 13 maggio 2005. Quel

video nel faldone processuale che ha partorito la sentenza della giudice

Casoria non c’è; e non c’è nemmeno nell’incartamento girato alla Corte

d’Appello dall’ufficio del gup De Gregorio che condannò Giraudo e alcuni

arbitri nel rito abbreviato del dicembre 2009. Sparito, meglio sottratto.

Perché come scrive la Cancelleria della IX sezione del tribunale di Napoli «il

documento richiesto è in possesso dell’Ufficio di Procura dal giorno

29/7/2009». Anche se le istanze riguardavano anche la Procura che ai legali

risposta sul video non l’ha ancora data...

IL SORTEGGIATORE A supportare quella che doveva essere la prova regina del

taroccamento dei sorteggi - abbattuta dalla Casoria - solo la sequenza

fotografica tratta dal video, passato per stralcio nella docu-fiction Off-Side

su La7 il 15 dicembre 2009 e presente anche sul nostro sito Tuttosport. com, e

commentata dal rapporto del maresciallo Sergio Ziino , autore del servizio a

Coverciano. Peccato, però, che la sequenza fotografica e il suo commento a

latere siano totalmente sballati: foto numerate in ordine crono. . . illogico,

erronea attribuzione di identità e ruolo a chi materialmente svolgeva il

sorteggio, non un imprecisato «dipendente Figc» come possiamo dimostrare

pubblicando qui sopra proprio il documento prodotto dagli inquirenti, ma il

giornalista scelto a rotazione dall’Unione stampa sportiva come ogni

settimana. Nel caso di specie Riccardo Bianchi , cronista della Provincia di

Como venuto apposta per l’occasione. E vestito non nella divisa federale, come

scritto nei rapporti, ma con l’abito buono e la cravatta delle occasioni

migliori.

«GUARDATELO!» Ma torniamo alla voce di Capuano che nella controreplica e in

extremis risponde alle accuse dei difensori, ad arringhe al veleno. «Più volte

si è dileggiato sull’investigazione in merito ai sorteggi, io incuriosito sono

andato a vederli, andate a vedere il filmato - dice accalorato alle giudici,

l’unico pm rimasto, dopo gli abbandoni di Beatrice e Narducci - Il filmato

parla chiaro, addirittura ricordo la difesa di Moggi che parla di falso per

quanto riguarda servizio di Ocp: il filmato rappresenta esattamente quanto

vergato nell’Ocp dal maresciallo Ziino, il filmato che ho visto io era senza

audio (ma l’audio c’è: in tv si sente Pairetto pronunciare “Lecce-Milan” e il

giornalista estrarre “ Trefoloni ” come pronuncia Bergamo, ndr). Non si palesa

così come è voluto far credere questa assoluta distinzione: prima sorteggia

Pairetto poi sorteggia Bergamo, c’è una sorta di confusione come descritta. Vi

è il famoso colpo di tosse, vi è il colpo di tosse (...) Le palline si aprono,

lo vedete, basta vederlo è agli atti del dibattimento: non si deve fare altro,

si vede la pallina che si apre e si richiude. (...) Questa è la situazione e

la potete vedere dai due filmati che avete in vostro possesso». Veramente no,

non lo potevano vedere perché il filmato fantasma non c’è più: lo trovate sui

siti, nell’archivio di La7, ha il sonoro e fa capire che proprio di quel

13/5/2005 si tratta (Lecce-Milan, arbitro Trefoloni, è la gara in cui venne

fatto cambiare referto per fallaccio di Konan su Kaká ).

LA SEQUENZA SBALLATA Il giornalista Bianchi in aula il 1° ottobre 2010 disse

le cose come stavano (nessuno dei giornalisti, nessuno dei notai protagonisti

del sorteggio fu mai interrogato in fase d’indagine), smentendo la sequela di

errori commessi nella sua testimonianza dal capo investigatore Auricchio che

affermava essere stato Bergamo ad estrarre. «Arrivai a Coverciano 15 minuti

prima del sorteggio - disse Bianchi -, venni a sapere dopo che era stato

filmato dai carabinieri. Pairetto, come da procedura a estratto le pallina con

le partite, mentre io ho estratto quelle coi nomi degli arbitri (?). Nessuno

mi suggerì di muovere la mano a seconda di colpi di tosse, e certo Bergamo e

Pairetto non mi indirizzarono in alcun modo: l’avessero fatto nei giorni

precedenti avrei potuto fare lo scoop della vita e sarei diventato famoso. Fu

un sorteggio regolarissimo, assolutamente». Bianchi, però, è il protagonista

anche del clamoroso errore di persona che troviamo nel reportage fotografico

del maresciallo Ziino: del cronista nessuna traccia, perché viene scambiato

(foto 9) per un «dipendente della federazione (lo stesso che successivamente

ha collaborato con il Bergamo all’estrazione delle palline) mi chiedeva il

motivo della mia presenza in quella sede ed io, senza qualificarmi,

giustificavo la mia presenza. L’uomo non si presentava, ma aveva una divisa

ufficiale della Figc». Quanti errori! L’uomo non è in divisa Figc e

l’operazione del sorteggio è in pieno corso (foto A) con tanto di pallina

appena estratta dal Bianchi, con Bergamo pronto a leggere il nome

dell’arbitro. La foto B, poi, è chiaramente riferibile ad un momento

precedente: il notaio sta arrivando, le urne sono vuote. Beh, guardiamo allora

la foto C: tavolo senza designatori, notaio e giornalisti e una sola urna, le

buste con le palline appena portate, siamo alla fase preparatoria.

Improssivamente alla foto D tutti al loro posto, ma palline ancora da inserire

e buste chiuse. Alla foto E il colpo di scena (e non di tosse): Bergamo

raccoglie una pallina caduta, «dopo averla sorteggiata», (è la fascia C,

quella con i match più semplici di serie B). Epperò ha nell’altra mano la

busta appena svuotata. Non è che la pallina è caduta mentre veniva inserita?

A TORINO, INVECE... La domanda sull’ordine con cui vengono numerate le foto

confrontata con la descrizione delle operazioni ci sta: seguendo le sole foto

- senza il video - capire di che fasi del sorteggio si parli è impossibile. La

giudice Casoria, rispetto a De Gregorio e ai giudici Figc, va a fondo e scrive

in sentenza: «Che il sorteggio non sia stato truccato, così come sostenuto

dalla difese, è emerso in maniera sufficientemente chiara al dibattimento.

Incomprensibilmente il pm si è ostinato a domandare ai testi di sfere che si

aprivano, di sfere scolorite, di altri particolari, se il meccanismo del

sorteggio per la partecipazione ad esso di giornalista e notaio era tale da

porre i due designatori nell’impossibilità di realizzare la frode». E a dire

il vero allo stesso porto era approdato il procuratore capo di Torino,

Maddalena , che archiviò l’indagine su Calciopoli: «E’ uno dei designatori che

materialmente estrae dall’urna la pallina della gara, mentre è materialmente

un giornalista sportivo ad estrarre dall’altra urna la pallina dell’arbitro

(?). Data la presenza di un notaio e di un giornalista (mai lo stesso per ogni

sorteggio) pare fortemente improbabile, se non del tutto inverosimile ritenere

che i sorteggi fossero truccati». Ci erano arrivati senza video, a Torino.

La Juve ha pagato

tarocchi inesistenti

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 21-02-2012)

MA PERCHE’ è così importante ritornare sul mistero del video

scomparso e - soprattutto - sulla sequenza fotografica che

induce - irrimediabilmente per i disattenti (non la giudice Casoria, in

verità) - all’errore di valutazione? Beh la sentenza del rito abbreviato

condanna Giraudo (e alcuni arbitri) per le frodi nei sorteggi;

Borrelli - addirittura - fonda l’accusa, poi passata col

copia-e-incolla da Palazzi e dai giudici Figc sul fatto che Bergamo

menta sul sorteggio taroccato. Ebbene, Bergamo non mentiva sul

sorteggio, qui ci sono le prove, e nemmeno sui rapporti telefonici e

conviviali con Facchetti e gli altri.

LA SENTENZA GIRAUDO Leggiamo, allora, il passaggio della sentenza

di condanna del rito abbreviato, che dal 21 marzo verrà esaminata in

appello a Napoli: «Deve rilevarsi che le notizie fornite da Martino

ebbero riscontro da positivi accertamenti di Polizia giudiziaria;

invero i solerti (sic! Ndr) carabinieri - scrive a pagina 109 delle

motivazioni De Gregorio - per due volte si recarono, e da credere

sotto mentite spoglie (da soli? Ndr), a metà ed alla fine del

campionato presso le sedi dove si svolgevano i sorteggi e verificarono

in entrambi i caso che le importantissime sfere contenenti i nomi

degli arbitri e delle gare da abbinare tramite sorteggio erano

riempite e imbustate prima in luogo riservato e poi portate all’

estrazione in buste sigillate, come in effetti riferito anche da

Martino. La valutazione degli elementi probatori sul punto induce a

ritenere provato, nel compendio complessivamente emerso, che il

“sorteggio” in realtà non era tale e cioè affidato alla Dea Bendata ma

che, al contrario, era ampiamente pilotato - espressione del resto più

volte adoperata dai designatori su argomenti attinenti alle scelte

degli arbitri».

LA RELAZIONE BORRELLI Nella relazione di Borrelli, capo degli

investigatori Figc, ovvero nel documento d’accusa che ha inchiodato la

Juve e gli altri puniti della prima Calciopoli, si tratta del

sorteggio a pagina 21. Se ne parla come di un elemento primario della

frode: «Bergamo ha sottolineato che da allora (stagione 2002-03, ndr)

“non si è mai più fatto un sorteggio senza la partecipazione attiva di

un giornalista” e comunque “da quella data non ho più estratto una

pallina dall’urna”. L’ultima affermazione contrasta con le prove

acquisite dal Nucleo Operativo dei carabinieri del comando provinciale

di Roma. Dal servizio di osservazione svolto a Coverciano il 13 maggio

2005, infatti, risulta che Bergamo eseguiva direttamente la fase della

estrazione delle palline dall’urna (cfr. Le foto contenute nel

servizio di osservazione eseguito dal Nucleo Operativo CC del comando

provinciale di Roma del 13-5-2005)». Ebbene sì, proprio “quel”

servizio foto smentito dalle immagini di un video ritirato dalla

Procura di Napoli il 29 luglio 2009.

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Italiane in Europa, aveva detto già tutto Zidane

di RIO PALADORO (IL FOGLIO 21-02-2012)

Il mistero del calcio a cavallo dei due Millenni è uno:

perché negli anni Novanta in Europa vincevano solo le

italiane e ora non più? Oggi vincono un po’ tutte, a fasi

alterne. Noi siamo un po’ in declino, per problemi di

budget, ma in generale c’è un livellamento che in nulla

ricorda il predominio italiano di due decenni fa. Si posso

fare tante congetture per spiegare il perché di quella

supremazia ma alla fine, gira e rigira, la spiegazione è

soltanto una e l’ha data Zidane nel 2002 in un’intervista

al Monde: “Alla Juve – ha detto – prendevo la creatina. Al

Real non ne prendo più, prendo solo vitamine”. Le squadre

italiane andavano avanti a creatina. All’estero non veniva

usata. Se fossimo stati negli anni Novanta, Lazio-Atletico

Madrid sarebbe finita a reti invertite.

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LA CONTROINCHIESTA I documenti

Calciopoli, il giallo

del video-fantasma

sparito in procura

Era la prova regina contro Moggi ma nelle immagini dei sorteggi

arbitrali recuperate dal «Giornale» ci sono strane incongruenze

di GIAN MARCO CHIOCCI (il Giornale 21-02-2012)

La prova regina dello scandalo di Calciopoli che ha dato il là all’inchiesta

su Moggi & co (le tenui motivazioni di condanna sono state rese note il 6

febbraio scorso) è un video. Che non si trova più. Il filmato ritrae, o meglio

dovrebbe ritrarre, il taroccamento dei sorteggi arbitrali nella stagione

2004/2005. Il dvd girato il 13 maggio 2005 nel centro tecnico di Coverciano da

uno dei carabinieri dell’indagine Off Side ha costituito materiale per la

condanna a tre anni col rito abbreviato di Antonio Giraudo e di alcuni

arbitri. Non solo. È stato utilizzato dal magistrato Francesco Saverio

Borrelli, allora inquirente della Federcalcio, per imbastire il processo

sportivo del 2006 che ha stravolto il calcio italiano con la retrocessione

della Juve e la revoca di due scudetti. E soprattutto ha rappresentato il

perno d’accusa dei pm napoletani Narducci, Beatrice (e poi Capuano) nelle

indagini e poi al dibattimento.

Un documento importantissimo. Peccato, però, che quella fon­damentale ripresa

audio-video nei fascicoli del rito ordinario e dell’abbreviato non c’è,

nonostante della sua visione abbia parlato il pm napoletano Stefano Capuano

nell’ultima udienza, l’9 novembre 2011: «Andate a vedere il filmato anche voi,

il filmato parla chiaro (. . . ) rappresenta esattamente quanto vergato dal

maresciallo Ziino, l’ho visto io,era senza audio». Impossibile per le difese

avere copia dell’originale. Tant’è che la Corte d’appello di Napoli spiega che

«il filmato da riprodurre non è in possesso di questa cancelleria» mentre il

23 gennaio 2012, la nona sezione del Tribunale, sottolinea che il video ce

l’ha «l’ufficio di Procura dal 29 luglio 2009». Ce l’ha dunque il pm? La

domanda ha un senso perché la stessa istanza, rivolta alla procura, è caduta

nel vuoto. Perché non esce? E perché si è arrivati alle condanne (abbreviato,

Federcalcio, Napoli) senza metterlo a disposizione degli imputati, lasciando a

questi ultimi le fotocopie dei fotogrammi delle immagini estrapolate dal

filmato?

Durante la camera di consiglio del processo napoletano, al giudice Casoria

che secondo alcune indiscrezioni ne avrebbe preteso la visione, sarebbe stato

risposto che no, al momento, non era possibile dare un’occhiata come suggerito

dal pm. Le difese sono certe che la sequenza delle immagini riversate nel

rapporto del maresciallo Sergio Ziino non rappresenta il cronologico svolgersi

degli eventi di quella mattina. Le foto sono mischiate. Ad arte o per sbaglio?

Quel video è scomparso dalle aule giudiziarie ma è stato in parte trasmesso il

15 dicembre 2009, in una fiction de La7 su Calciopoli, poche ore dopo le

condanne del rito abbreviato. E cosa si vedeva in quello spezzone? Che a

differenza di quanto riportato nel rapporto del maresciallo, dove si asseriva

che era stato il designatore Paolo Bergamo a estrarre la pallina «incriminata»

dall’urna trasparente davanti a dieci giornalisti e altri testimoni (c’era

pure un notaio), a tirar fuori la sfera dello «scandalo» è stato in realtà un

cronista. Nel caso specifico Riccardo Bianchi, della Provincia di Como .

L’interessato, nell’udienza del primo ottobre 2010 a Napoli, afferme­rà:

«Arrivai a Coverciano 15 minuti prima del sorteggio (...). Pairetto, come da

procedura, ha estratto le pallina con le partite, mentre io ho estratto quelle

coi nomi degli arbitri (...). Nessuno mi suggerì di muovere la mano a seconda

di colpi di tosse, e certo Bergamo e Pairetto non mi indirizzarono in alcun

modo: l’avessero fatto nei giorni precedenti avrei potuto fare lo scoop della

vita e sarei diventato famoso. Il sorteggio fu regolarissimo ». Di questo

giornalista nel rapporto non c’è traccia. O meglio «nella foto numero 9» che

lo ritrae viene invece definito «dipendente Figc» che indossa una «divisa

ufficiale della federazione». A prescindere dal fatto che Bianchi è in abiti

civili, quel che è più grave è che viene immortalato a cose fatte, a sorteggio

effettuato, con Bergamo intento a leggere il nome dell’arbitro.

Mentre nella foto succes­siva, la 10, si vede il segretario della commissione

arbitrale Manfredi Martino portare le buste per l’estrazione, a urne ancora

vuote, col sorteggio ancora da fare. Perché quest’inversione? Un abbaglio? Le

coincidenze diventano troppe se si osservano le foto a seguire: nella numero

«12» il tavolo è vuoto, le urne vuote, le sedie vuote, e dei designatori non

c’è traccia. Le buste delle palline portate in quel momento da Martino sono

intatte. All’improvviso, dopo un primo piano di Bergamo (foto 13), ecco la

foto 14: tutti al loro posto, dietro al tavolo, buste intatte, urne vuote e il

giornalista Bianchi pronto. Il clou arriva con la foto numero 17 quando,

scrivono i carabinieri, «a Bergamo cade sul tavolo una pallina». In sentenza

l’episodi­o dubbio viene platealmente ridimensionato.

Il sospetto che l’errata disposizione delle immagini non sia casuale nasce

dal fatto che è la sequenza delle fotografie estratte dal video (fantasma)

sembra fatta apposta - ad occhi disattenti- a dimostrare l’inciucio. Ma come

poi dirà il giudice Casoria nel motivare la sentenza di condanna di Moggi «che

il sorteggio non sia stato truccato è emerso in maniera sufficientemente

chiara al dibattimento. Incomprensibilmente il pm si è ostinato a domandare ai

testi di sfere che si aprivano, di sfere scolorite, di altri particolari, se

il meccanismo del sorteggio per la partecipazione a esso di giornalista e

notaio era tale da porre i due designatori nell’impossibilità di realizzare la

frode». Per la cronaca nessun giornalista convocato per i sorteggi è stato

interrogato durante le indagini. Quando sono sfilati al processo hanno

smentito grossolanamente le elucubrazioni degli inquirenti. Che ci voleva ad

ascoltarli prima? E ancora. Sui sorteggi taroccati i pm forse avrebbero fatto

bene a dare un’occhiata all’archiviazione dell’inchiesta di Torino (pm

Maddalena, estate 2004) nata su ipotesi di doping e finita ai presunti

intrallazzi di Moggi, Pairetto e Giraudo (tutti assolti). Bene: nella

richiesta di archiviazione, poi accolta, si legge:«È uno dei designatori che

materialmente estrae dall’urna la pallina della partita, mentre è

materialmente un giornalista sportivo a estrarre dall’altra urna la pallina

dell'arbitro (...). Data la presenza di un notaio e di un giornalista (mai lo

stesso per ogni sorteggio) pare fortemente improbabile, se non del tutto

inverosimile ritenere che i sorteggi fossero truccati». In quell’inchiesta,

per escludere intrallazzi nei sorteggi, fu determinante Manfredi Martino,

segretario della Can (Commissione arbitrale di serie A) che per i pm di Napoli

rappresenterà, al contrario, il teste chiave proprio sui sorteggi. Martino in

dibattimento non ha fatto una gran figu­a. Nelle motivazioni viene definito

prima «inaffidabile» e poi presentato dai pm «come colui che doveva far luce

sulle irregolarità, quando ha solo prodotto un coacervo di risposte da presa

in giro, tipo il colpo di tosse del designatore Bergamo nel bel mezzo del

sorteggio dell’arbitro Collina, non imputato, per la partita Milan-Juve,

nemmeno presente nei capi di imputazione ».

(1. Continua)

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Joined: 01-Aug-2006
1148 messaggi

Italiane in Europa, aveva detto già tutto Zidane

di RIO PALADORO (IL FOGLIO 21-02-2012)

Il mistero del calcio a cavallo dei due Millenni è uno:

perché negli anni Novanta in Europa vincevano solo le

italiane e ora non più? Oggi vincono un po’ tutte, a fasi

alterne. Noi siamo un po’ in declino, per problemi di

budget, ma in generale c’è un livellamento che in nulla

ricorda il predominio italiano di due decenni fa. Si posso

fare tante congetture per spiegare il perché di quella

supremazia ma alla fine, gira e rigira, la spiegazione è

soltanto una e l’ha data Zidane nel 2002 in un’intervista

al Monde: “Alla Juve – ha detto – prendevo la creatina. Al

Real non ne prendo più, prendo solo vitamine”. Le squadre

italiane andavano avanti a creatina. All’estero non veniva

usata. Se fossimo stati negli anni Novanta, Lazio-Atletico

Madrid sarebbe finita a reti invertite.

Zinedine, sei stato un gran campione ma, anche un po' ignorante. Cosa c'entra la creatina con le prestazioni di tipo aerobico come e' il calcio, dovresti studiarlo. A meno che, tu non abbia sposato la tesi di un certo allenatore che si e' definito in un'aula di tribunale, come il piu' bravo allenatore dell' Universo.

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Joined: 31-Jul-2007
1401 messaggi

Italiane in Europa, aveva detto già tutto Zidane

di RIO PALADORO (IL FOGLIO 21-02-2012)

Il mistero del calcio a cavallo dei due Millenni è uno:

perché negli anni Novanta in Europa vincevano solo le

italiane e ora non più? Oggi vincono un po’ tutte, a fasi

alterne. Noi siamo un po’ in declino, per problemi di

budget, ma in generale c’è un livellamento che in nulla

ricorda il predominio italiano di due decenni fa. Si posso

fare tante congetture per spiegare il perché di quella

supremazia ma alla fine, gira e rigira, la spiegazione è

soltanto una e l’ha data Zidane nel 2002 in un’intervista

al Monde: “Alla Juve – ha detto – prendevo la creatina. Al

Real non ne prendo più, prendo solo vitamine”. Le squadre

italiane andavano avanti a creatina. All’estero non veniva

usata. Se fossimo stati negli anni Novanta, Lazio-Atletico

Madrid sarebbe finita a reti invertite.

uh la creatina

l'energy kappa vis..

fanno sempre la pubblicità .asd

Modificato da gaba

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

uh la creatina

l'energy kappa vis..

fanno sempre la pubblicità .asd

Pensa che in Spagna probabilmente

si bomba(va)no direttamente...

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Joined: 10-Sep-2006
5202 messaggi

Pensa che in Spagna probabilmente

si bomba(va)no direttamente...

Hai nominato, per caso, Contador, il ciclista?

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Joined: 22-May-2010
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Ho avuto l'occasione di conoscere un medico sportivo che lavorato per molti anni all Isef di Roma e ammesso che quello che dicesse fosse vero,il doping e' un fatto accettato e accertato in tutti gli sport professionistici.L'unica cosa su cui bisogna stare attenti ( a suo dire ) e' il quanto e chi ha piu,diciamo, diritti di praticarlo.

Quando un atleta o anche un paese ne approfitta troppo possono scattare ritorsioni ,ma fino a che rimane nel binari consentiti ( da quello che ho capito gli States hanno un bonus superiore agli altri sefz )nessuno interviene.

Ovviamente sono informazioni di seconda mano ma non mi stupirei che ci fosse un gentlemen's agreement anche a livello di doping.

A parte questo..sbaglio o la creatina cmq non e' una sostanza considerata dopante ?

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Joined: 12-Jun-2006
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A parte questo..sbaglio o la creatina cmq non e' una sostanza considerata dopante ?

Dipende da chi l'assume!!!!

Mi spiego meglio.......

...tutto dipende dal colore della maglia.

Se per caso fosse a tinte bianconere allora sì che è una sostanza dopante.

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Guerra di nervi sull'asse Milano-Torino: anche così si vincono gli scudetti

Luciano Moggi Libero 21-02.2012

La lotta continua attorno a quel punto di differenza. Il Milan sa bene che i termini di confronto non sono quelli, potendo il recupero Bologna-Juve ampiamente modificarli, ma sull’argomento i rossoneri tacciono – a loro sta bene così – in attesa del confronto che può decidere larga parte della stagione, o forse anche tutta. È la seconda parte dei danni a distanza patiti dai bianconeri per i rinvii causa neve. Una Juve che, avesse giocato e vinto sul Bologna, avrebbe affrontato sabato il Milan con due punti di vantaggio, con riflessi di forza mentale e auto considerazione ben diversi. L’attesa intorno alla sfida è già debordata con annesse polemiche. Allegri ha puntato sul gol di Chiellini, viziato a suo parere da una “schiacciata”su un avversario, furenti le reazioni dei siti juventini, ma ad onor del vero l’allenatore del Milan intendeva rapportare il modo di saltare del difensore bianconero con quello di Ibra («di solito a Zlatan quelle entrate le fischiano» ha detto il tecnico milanista), ma questa aggiunta nei commenti è quasi del tutto sparita.

Sotto questo aspetto ritengo che Allegri abbia semplicemente recitato la sua parte. Nella sostanza avrebbe potuto glissare, d’altra parte non ci sono dubbi che se qualcuno può lamentarsi di errori arbitrali, in capo a questo tipo di graduatoria non c’è il Milan. Sul campo poi, la risposta colpo su colpo tra juventini e milanisti, è uno dei motivi di maggiore interesse del campionato. C’è l’idea che il Milan abbia vinto più facilmente della Juve nonostante un blocco serio di assenze (non solo Ibra, ma anche Boateng, Pato e Seedorf, per stare a quelle che sembrano più significative). Ma già alla vigilia ci appariva meno ostico il Cesena per il Milan, rispetto al Catania per la Juve. In effetti così è stato, qualche patema per i rossoneri nella ripresa, ma nulla di clamoroso. Problemi in più per la Juve, per la prima volta sotto nel nuovo stadio e presa per mano da un super Pirlo. Conte ha visto una bella prova di carattere e siamo d’accordo. Allegri sfoglia la margherita, non solo per Ibra (giovedì si conoscerà l’esito del ricorso), ma anche per Boateng, infortunato: la loro assenza sarebbe un indubbio vantaggio per la Juve.

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Hai nominato, per caso, Contador, il ciclista?

Lui per ultimo, ma In Spagna non c'è stato solo Contador.

Fuentes ha magheggiato per anni senza che le

autorità spagnole si preoccupassero d'intervenire ufficialmente, anzi.

Ultimamente i boriosi francesi hanno sollevato un polverone contro la

inesistente, o meglio, ipertollerante, politica anti-doping spagnola.

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Joined: 14-Jun-2008
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TONI SEMPRE PIÙ ACCESI DOPO LA MAXI RICHIESTA ALLA FEDERAZIONE

443 MILIONI

La battaglia Juve-Figc

Calciopoli ma non solo

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 22-02-2012)

DICE: ma perché la Juve e la Federcalcio litigano così? A voler fare i

banalotti ci sarebbero 443 milioni di motivi per spiegare l’astio tra

Federazione e Juventus. 443 milioni come gli euro chiesti come somma

risarcitoria per la vicenda dello scudetto 2006. Anche negli anni di Carraro,

nonostante i teoremi di Calciopoli, di contrasti e liti di Via Allegri con

Moggi e Giraudo ce ne furono eccome: basterebbe ripensare alle stagioni degli

scudetti di Lazio e Roma, tra 2000 e 2001. Stavolta, però, la questione è

diversa: la Juventus, anche grazie alla gestione del caso del ricorso sullo

scudetto 2006, pensa che questo corso federale - considerato alla stregua di

un coacervo di poteri da Prima Repubblica - sia uno dei grandi freni alla

rivoluzione del calcio italiano. Un fatto: l’azionista di maggioranza della

Nazionale sono i giocatori juventini, e la Nazionale è la fonte di reddito più

importante della Figc. Per questo il contrasto attuale sembra quasi

innaturale. A ripensarci ora quell’incontro del 21 settembre 2010 in Figc tra

Andrea Agnelli e Marotta, con il presidente Abete e il suo dg Antonello

Valentini che veniva a valle di 5 mesi (i primi di una lunga serie) di attesa

che Palazzi muovesse una paglia nella sua indagine su Calciopoli 2, non deve

essere andato benissimo: o meglio, non devono essersi capiti o forse capiti

pure troppo. E non deve essere bastato ricordare di essere tifoso della Juve e

appassionato di Stacchini.

L’ESPOSTO Sta di fatto che da quando nel maggio 2010 la Juventus ha

presentato il suo esposto e cominciato a richiedere par condicio nelle

questioni legate a Calciopoli, dalla Figc sono arrivate - con circonlucuzioni

infinite - una serie di porte in faccia. E la contrapposizione s’è estesa ad

ogni ambito di politica sportiva. Oggi - per la prima volta dopo la lettera di

Cobolli per i torti arbitrali post Calciopoli - siamo agli stracci anche sulle

questioni tecniche. Il fatto è che c’è profondissima sfiducia sulla capacità

di questa gestione dello sport italiano di poter portare il calcio fuori dalle

secche in cui è impantanato. La vicenda Calciopoli, con

l’azzeccagarbuglianesimo della “non competenza” sulla tardiva (14 mesi) ma

chiarissima Relazione Palazzi trascinata fino al Tnas, ha tracciato un solco.

Certo.

AVVERSARI UFFICIALI Anche perché da agosto e ufficialmente Figc e Juventus

sono avversarie nei tribunali ordinari: il Tar, la Corte dei Conti, la Corte

d’Appello civile. E un accoglimento delle richieste enormi della Juve farebbe

chiudere i battenti alla Figc e non solo. Il solco è divenuto canyon con le

vicende di Lega, però, perché la strategia aggressiva e modernizzatrice

dell’avvocato bianconero, Michele Briamonte, con l’appoggio forte e chiaro di

Andrea Agnelli ma anche di John Elkann («Scudetto 2006? E la par condicio

federale dov’è?»), ha dato impulso forte al movimentismo di Lotito, grande

nemico dell’establishment del Palazzo sportivo (e personale di Petrucci). Il

tira-e-molla che ha messo Abete nel ruolo scomodissimo di casco blu coi

calciatori, col risultato che la firma annunciata, lo sciopero fatto non sono

serviti ad avere il tutto nero su bianco per l’accordo ponte che sta già per

scadere.

ESTATE CALDA L’estate è stata piena di frecciate e ricorsi, di duelli nelle

sedi istituzionali nelle quali la Juventus non ha mai fatto mancare la

notazione di vedere la Figc sempre a braccetto con l’Inter resistente a

mollare lo scudetto figlio della prescrizione sulla Relazione Palazzi. E

l’estate s’è chiusa con la polemica dei 29 scudetti, figlia dell’invito

accettato all’inaugurazione dello Juventus Stadium. A dire il vero anche i

commenti al dopo sentenza di Calciopoli hanno dato il “la” a qualche

considerazione polemica: Abete che ritiene confermato il quadro accusatorio

che mise la Juventus in ginocchio nel 2006. Peccato che poi proprio le

motivazioni, tagliando fuori la Juve dalle responsabilità per i fatti ascritti

a Moggi, ci dicano l’esatto contrario. E l’ultima rivelazione sui sorteggi non

truccati, base dell’accusa di Borrelli regala appigli sempre nuovi ai ricorsi

Juve nelle varie sedi giudiziali esterne al mondo dello sport.

Al di là e oltre la decisione del 18 luglio, quando proprio Abete e il suo

consiglio federale si presero la responsabilità di dichiararsi non competenti,

la crisi di fiducia nella struttura decisionale federale è totale: la Juve è

con la Lazio di Lotito anche nello schieramento che resiste alla

defenestrazione di Beretta, mentre la Figc si è messa sotto l’ala del Coni

nella crociata contro. E la riforma della giustizia sportiva che proprio dal

Palazzo ad H sta precipitando su tutte le federazioni piace poco meno di

niente alla Juventus. Perché se da una parte - a cose fatte - concede il fatto

che il consiglio federale sia sempre competente a decidere sugli scudetti,

d’altro canto prevede l’ineleggibilità di chi ha promosso azioni legali contro

la Federazione. Un nuovo Agnelli presidente-riformatore come fu il papà di

Andrea, Umberto, negli anni ‘60 non è alle viste... E l’idea di una clausola

anti-risarcimento è chiaramente rivolta a chi quella strada ha intrapreso per

far valere, fuori dal consesso sportivo, i proprio diritti. E nella sede della

Juve resta forte l’eco per la famosa frase di Abete «l’etica non va in

prescrizione».

TAVOLO DELLA PACE Sullo sfondo il tavolo della pace: lì Agnelli e Petrucci si

misero sulla stessa lunghezza d’onda, bypassando la Figc, e qualche risultato

forse s’è ottenuto proprio per questo. Ma è un tempo lontano, specie se tra

questioni politiche e giuridiche si mettono anche le stilettate tra Aia, Can e

Juventus e queste più recenti con Abete sulla questione arbitrale applicata

alla sfida scudetto col Milan.

Andrea, tutto un equivoco

trafiletto di RUGGIERO PALOMBO (GaSport 22-02-2012)

Sono il testimone vocale delle dichiarazioni «decisamente

inopportune» di Giancarlo Abete, ospite lunedì, come chi

scrive, della trasmissione radiofonica «La politica nel

pallone». A una domanda del conduttore Emilio Mancuso

sulle esternazioni arbitrali di Conte, il presidente

federale ha risposto, come sa fare benissimo, senza in

pratica dire nulla che non fosse assolutamente scontato e

politicamente corretto. Vogliamo rassicurare Andrea

Agnelli: Abete, nell'ora di trasmissione, non ha parlato

di Allegri, Ranieri, Luis Enrique o Mazzarri, come sembra

di capire sarebbe piaciuto al presidente della Juventus,

solo perché nessuno gli ha fatto domande su di loro.

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IL NODO SOSPENSIONE

Petrucci riapre a Lotito

le porte della Lega

Macalli: «Dalla Figc norme per fare pulizia in Lega Pro»

di MAURIZIO GALDI (GaSport 22-02-2012)

«Il Coni ha varato un codice etico per evitare che i presidenti (condannati

anche in primo grado, ndr) possano continuare a svolgere incarichi da

consiglieri federali o di Lega. Detto questo, è giusto invece che continuino a

rappresentare le loro società». È nel suo saluto al convegno «Un contributo

per nuove strategie di gestione delle società di calcio», organizzato dalla

Lega Pro, che il presidente del Coni Gianni Petrucci lancia il giglio della

pace a Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, appena entrato

nell'auditorium e, indirettamente, all'assente Lotito aprendogli le porte

dell'attesa assemblea del 2 marzo. Si è parlato di riforma dei campionati, di

legge 91, di legge sugli stadi, di normativa fiscale. «Il rinnovamento ci deve

essere per tutti, non solo nello sport, ma in tutto il Paese — ha aggiunto

Petrucci —. Il calcio ha i suoi problemi ma li affronta sempre al suo interno

con grande serietà e competenza».

Massima pulizia «Chiediamo alla Figc delle norme per impedire a determinate

persone di inquinare il nostro mondo. Non le voglio più vedere, bisogna fare

la massima pulizia a fine campionato, la moneta cattiva va scacciata per

mantenere quella buona», ha detto il presidente della Lega Pro Mario Macalli,

e sugli stadi: «Non vogliamo stadi fatiscenti e per questo è necessario che

all'interno della legge ci siano anche le piccole società». E il presidente

federale Abete è stato incisivo: «Il ministro Gnudi ha detto che entro giugno

la legge ci sarà, ma se dovesse ancora tardare meglio metterci una pietra

sopra».

Contratto Macalli, ottenendo anche l'appoggio di Beretta, ha parlato di

revisione della legge 91 e del contratto collettivo sostenendo l'ipotesi della

«introduzione della figura dell'apprendistato sportivo». Sul piano fiscale,

poi le proposte sono venute in particolare da Victor Uckmar che ha suggerito

l'abolizione dell'Irap per le società in perdita; l'adozione di un regime

fiscale agevolato per l'apprendistato; la riduzione dell'incidenza fiscale

connessa agli stipendi dei tesserati visto che sono caratterizzati da picchi e

sarebbe giustificata una tassazione separata da calcolarsi con l'aliquota

pre-picco.

___

ALTRI GUAI DALLA PROCURA FEDERALE

Trasferimenti irregolari

deferiti Lotito, Zamparini

la Lazio e il Palermo

Le trattative riguardavano fra gli altri Zarate e Pastore

Deferito anche l’allora diesse rosanero Sabatini Rischi: multe e inibizioni

di EDMONDO PINNA (CorSport 22-02-2012)

ROMA - Claudio Lotito, presidente della Lazio, e Maurizio Zamparini, patron

del Palermo, sono stati deferiti ieri dal procuratore federale, Stefano

Palazzi, alla Disciplinare per violazioni legate al trasferimento di alcuni

calciatori. Con loro, deferite anche le due società, nonché - per quanto

riguarda il club rosanero - anche il ds Sabatini, attuale direttore sportivo

della Roma.

LOTITO - La vicenda che ha coinvolto Lotito riguarda la trattativa legata

all’acquisto di Zarate, inchiesta che due anni fa (marzo 2010) il Corriere

dello Sport-Stadio aveva anticipato in esclusiva. A distanza di due anni,

Palazzi ha formalizzato il deferimento. Tutto partì da una denuncia della

Covisoc, c’era qualcosa che non andava nelle cifre della trattativa di Zarate

e, successivamente, di Cruz, con mediazioni rispettivamente di 15 e 2 milioni.

Troppi. Lotito è stato deferito per plurime violazioni agli articoli 1 (lealtà)

e 10 (doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti, cessioni e

controlli societari), nonchè degli articoli 3, 4 e 10 del Regolamento agenti.

Una storia nella quale c’entrano l’agente Petrucchi (deferito), la società

della quale era legale rappresentante, la Pluriel Limited, cui Lotito ha

versato un compenso per il contratto di Zarate, ma anche la Van Dijk, società

alla quale il presidente della Lazio ha conferito l’attività di scouting

(ricerca e segnalazione di calciatori), nonché l’irregolarità nel

perfezionamento del contratto di Cruz. Rischia dall’ammenda alla squalifica e

all’inibizione temporanea che, solo per la violazione dell’art. 10, non può

essere inferiore a tre mesi. Per la Lazio, la pena dovrebbe tradursi solo in

un’ammenda.

ZAMPARINI - Simile, per certi aspetti uguale, la vicenda che ha coinvolto

Zamparini, Sabatini e il Palermo. I calciatori in questione sono Pastore,

Yacob, Caballeros, Rinaudo, Morganella, Laribi, Acquah, Melinte, diverse gli

agenti e le società di scouting coinvolti, davanti alla Disciplinare dovranno

comparire anche gli agenti Simonian, Pacheco, Chirila e il segretario del

Palermo, Felicori. Anche in questo caso, rischiano grosso i dirigenti.

la
Puntura

di ROBERTO PELUCCHI

(GaSport 22-02-2012)

Si parla sempre di più di

riformare la giustizia

sportiva. Il dibattito è

aperto. Anche il presidente

del Genoa, Enrico Preziosi,

dice di avere una proposta.

L'importante è che non la

tiri fuori da qualche

valigetta.

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CALCIOSCOMMESSE

«Incontravo i giocatori

gioco 30 mila a weekend

ma non trucco le partite»

Le verità dello zingaro Ilievski: «Io e Gegic i boss? Ridicolo.

In Italia gestisce tutto Gervasoni, tanti calciatori scommettono»

di FABIO BIANCHI & FRANCESCO CENITI (GaSport 22-02-2012)

«Sì, incontravo i giocatori per avere informazioni sulle partite e poi

scommettevo a colpo sicuro. Certo, a volte li pagavo per questo, ma non faccio

parte di nessuna organizzazione: il denaro che offrivo era mio. A volte

vincevo, ma poteva accadere anche il contrario. E allora rivolevo i soldi

indietro. I giudici, però, mi accusano di tante cose non vere. Il 70 per cento

di quello che si dice non è vero. Perché non mi costituisco? Ho visto troppe

situazioni non corrette. Potrei farlo e sono disposto a sottopormi alla

macchina della verità per dimostrare che non mento. Ma ormai giornali e tv mi

hanno identificato come un boss. C'è troppa pressione mediatica, non ho

nessuna garanzia di un processo corretto. Si scrive che avessi rapporti con

giocatori di A e io non ne ho mai conosciuto nessuno. E poi i calciatori per

uscire dal carcere hanno scaricato le responsabilità su me e Gegic. Ecco

perché non mi muovo da Skopje, dove la legge mi protegge e non permette la mia

estradizione. Però voglio dire la verità, desidero riavere la serenità nella

mia famiglia». Sono passate le 10 di sera quando Hristyan Ilievski ci risponde

al telefono. Lo «sfregiato», com'è indicato nell'inchiesta, ci racconta la sua

versione, limitando al minimo indispensabile il ruolo nella vicenda del

calcioscommesse. Lo fa in un inglese comprensibile, ma il suo racconto lo è un

po' meno. La procura di Cremona ha chiesto il suo arresto dal 19 dicembre non

in base alle confessioni di alcuni giocatori (Gervasoni, Micolucci e Carobbio

in primis e in modo parziale da Zamperini, poi Masiello) arrivate in una fase

successiva e che hanno semmai confermato i numerosi riscontri in mano agli

inquirenti. Il pm Di Martino sul conto di Ilievski ha un fascicolo corposo:

intercettazioni, tabulati, spostamenti in Italia negli alberghi delle squadre,

incontri a Milano con indagati provenienti da Singapore, soggiorni con

documenti falsi, numerosi contatti coi giocatori finiti nell'inchiesta.

Insomma, forse il motivo che lo spinge a restare al sicuro in Macedonia è più

da ricercare in questi passaggi che nella «pressione mediatica». Ma anche

nella «verità» di Hristyan ci sono alcuni passaggi significativi. E fanno

capire come il calcio italiano sia stato negli ultimi anni preda di bande

fameliche alla ricerca del tarocco.

Ilievski, lei respinge le accuse più pesanti. Allora che parte ha in

questa storia?

«Ve l'ho detto. Sono un gambler, un giocatore d'azzardo compulsivo. Ecco

perché sono anche disposto a pagare chi mi dà informazioni. I calciatori sono

una fonte privilegiata. Io mi gioco 20-30 mila euro ogni week end. A volte

vinco, a volte perdo, e molto. Solo per Inter-Novara ho perso 10 mila euro».

Dunque, non è con Gegic a capo della banda degli Zingari?

«Ridicolo. Gegic è una persona normalissima. E non esiste affatto una banda.

E poi perché zingari? Ecco un'altra stupidaggine (usa bullshit, ndr.). Solo

perché siamo macedoni? Io non sono uno zingaro, lavoro in banca e sono un

ex poliziotto».

Ma secondo la Procura di Cremona lei è uno dei boss. Con Gegic

contatta i giocatori per corromperli.

«Non è così. Certo, ho dato diversi soldi ad alcuni calciatori per avere

informazioni. Ma non ho mai alterato direttamente una partita. Lo giuro sui

miei figli (frase che ripeterà più e più volte durante l'intervista, ndr)».

Quali giocatori conosce personalmente?

«Ho incontrato Micolucci, poi una volta Carobbio. Ho incontrato anche

Zamperini e Bellavista. E Gervasoni, che poi è quello che gestisce tutto in

Italia...».

Che cosa vuole dire?

«E' Gervasoni ad avere i contatti con i suoi colleghi. Lui ha chiamato

centinaia di volte, non io. Mi vendeva informazioni. E sceglieva anche squadre

e partite. Se esiste un'organizzazione in Italia, il capo è Gervasoni. Ora

piange, ma è lui che tira le fila».

Ma non eravate voi a mettere i soldi? Con quelli di Singapore?

«Il denaro che offrivo era mio. Gegic non è un giocatore come me, scommette

poche centinaia di euro. Quelli di Singapore non so chi siano»

Micolucci e Gervasoni raccontano di un incontro nella notte ad Ascoli.

Con minacce e offerte per truccare una partita.

«Nessuna minaccia, si parlava di una gara con il Novara. Pagavamo per quella

informazione».

E Zamperini che in una telefonata parla delle sue preoccupazioni: «Qui

ci ammazzano tutti», gli avrebbe detto.

«Si ho letto, non capisco da dove sia saltata fuori questa cosa».

Sempre Zamperini sostiene che lui è andato da Farina per corromperlo

offrendo i vostri soldi.

«So anche questa storia. Lo ripeto per l'ennesima volta: al massimo noi

pagavamo per avere informazioni dirette».

Lazio-Genoa e Lecce-Lazio sono partite secondo i magistrati alterate

da lei e Gegic. Che cosa dice?

«Falso. Certo, sono stato a Roma e Lecce perché Zamperini mi aveva detto che

si poteva ottenere qualche informazione per una scommessa. A Milano

nell'albergo dei calciatori? Ero a Milano, ma non ho incontrato nessun

giocatore. Non conosco giocatori di A. Ci ho provato, ma nessuno mi ha mai

voluto incontrare».

Neppure Masiello e gli altri ex Bari?

«Sì, Masiello l'ho visto. Mi dato un'informazione sbagliata per Palermo-Bari

e una buona per Bologna-Bari. So anche chi sono Parisi, Marco Rossi,

Bentivoglio e Padelli. Ma non giocano in B?».

Perché ha scelto l'Italia per questa attività? E' facile alterare le

partite da noi?

«I problemi del vostro calcio li conoscono tutti. Si sa che non è pulito. I

giocatori che scommettono sono davvero tanti. Pochi in A, ma nelle altre serie

sono la maggioranza. Vogliono fare la bella vita, come quelli di A, e hanno

bisogno di soldi. E quando non sanno come pagare i vestiti o gli aberghi di

lusso della moglie, come Micolucci, finiscono per vendere le informazioni al

miglior offerente. Parlate di questa fantomatica banda degli zingari, ma vi

posso assicurare che ci sono almeno due o tre organizzazioni reali che in

Italia offrono soldi ai calciatori per truccare le partite. E spesso ci

riescono. Ma non è il mio caso: ve lo giuro sui miei figli... Vorrei tornare e

dire tutto, e Gegic tornerebbe con me. Ma dovrei avere garanzie, e la macchina

della verità davanti».

Modificato da Ghost Dog

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Joined: 01-Jun-2005
2375 messaggi

......

Andrea, tutto un equivoco

trafiletto di RUGGIERO PALOMBO (GaSport 22-02-2012)

Sono il testimone vocale delle dichiarazioni «decisamente

inopportune» di Giancarlo Abete, ospite lunedì, come chi

scrive, della trasmissione radiofonica «La politica nel

pallone». A una domanda del conduttore Emilio Mancuso

sulle esternazioni arbitrali di Conte, il presidente

federale ha risposto, come sa fare benissimo, senza in

pratica dire nulla che non fosse assolutamente scontato e

politicamente corretto. Vogliamo rassicurare Andrea

Agnelli: Abete, nell'ora di trasmissione, non ha parlato

di Allegri, Ranieri, Luis Enrique o Mazzarri, come sembra

di capire sarebbe piaciuto al presidente della Juventus,

solo perché nessuno gli ha fatto domande su di loro.

Ci sarebbe da chiedere a Palombo:

Ma quando ad un allenatore chiedono chi è stato il peggiore o il migliore in camo dei suoi qual'è la risposta più comune?

"Non mi soffermo sui singoli è merito o responsabilità di tutta la squadra ......"

Che un giornalista faccia una domanda in riferimento a Conte non esime chi risponde ed ha responsabilità di un gruppo (o come nel caso di Abete di un intero movimento calcistico) dal farlo con riferimento globale e non singolo.

Ma questa cosa ovvia per idioti di tal fatta è concetto ostico.

O per meglio dire lo sanno benissimo e sono solo dei disonesti in malafede che parlano e scrivono per orientare il sentimento popolare di (quelli si) boccaloni ed idioti che servono da zoccolo duro per il mantenimento dell'establishment politico e mediatico: DOVETE MORIRE *****E!

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Joined: 30-Aug-2006
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Unicità di Mourinho

Stefano Olivari - GuerinSportivo.it - 22-01-2012

Non si accettano scommesse su cosa abbia fatto arrabbiare di più Massimo Moratti durante Inter-Bologna. Non il crollo di una squadra schiacciata dall’età dei suoi (ex) campioni e dalla scarsezza, ad alto livello, dei suoi giovani: perdere fa parte del calcio ed è una situazione che il presidente nerazzurro ha conosciuto bene nel passato in tutta una serie di campionati da asteriscare (altro che stagione 2004-2005), dove situazioni extra-calcistiche si erano mescolate a errori suoi e degli uomini da lui scelti. La cosa che lo ha fatto impazzire sono stati i cori pro Mourinho, non degli ultras ma della maggioranza di solito silenziosa. Non era semplice rimpianto per il passato recente, ma per una modalità di gestione che dà la sensazione che si stia andando in una direzione precisa. Cosa che nell’Inter morattiana è stata possibile solo con allenatori di grande personalità, dei quali Moratti subiva il carisma: Roberto Mancini, sempre inseguito e mitizzato come giocatore, e appunto Mourinho. La cui unicità non sta solo nel vincere, perché tutti i grandi allenatori che hanno allenato club ricchi hanno vinto trofei importanti (Guardiola, Ancelotti, Ferguson, Lippi, Benitez, eccetera), ma nel costruire un ambiente unito in posti dove l’individualismo l’aveva sempre fatta da padrone. Lo fa usando metodi di psicologia elementare, dalla creazione di un nemico anche quando non c’è alla difesa dei ‘cattivi’ passando per il posizionamento mediatico da outsider anche quando sulla carta sarebbe favorito, ma lo fa benissimo. In posti con un grande passato, dove tutti sono maestrini, come il Porto, l’Inter e il Real Madrid. Ma anche in squadre che la nobiltà dovevano guadagnarsela, come Il Chelsea, che non a caso lo rivorrebbe. Nei posti del primo tipo è fisiologico che i dirigenti pavoni dopo un primo momento di luna di miele comincino a detestarlo (l’Inter 2008-2010 la definireste Inter di Mourinho o Inter di Moratti?), in quelli del secondo invece al netto delle incomprensioni siamo in zona statua equestre. Concludendo? Moratti sa di aver fatto un enorme errore nel non costringere Mourinho a rispettare un contratto, ma non ammetterà mai di averlo lui stesso accompagnato all’uscita. Soprattutto non ammetterà mai che sul pianeta Terra è l’unico allenatore che può far funzionare l’Inter oltre il livello degli onorevoli piazzamenti. Poi per prendersi qualche complimento interessato possono bastare anche Corvino e Baggio.

wolfply2.jpg

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11014 messaggi

Eh no cari juventini, a calcio vince il migliore.

Ce l’avete insegnato voi

Compagni e amici bianconeri, pur concedendovi molte attenuanti per le

pene subite, non potete urlare al complotto, adombrare la sudditanza

psicologica, fare la contabilità dei rigori. Se le vostre vittorie

sono state regolari, lo sono anche quelle degli altri.

di FRED PERRI (TEMPI.it 22-02-2012)

Perché in questo spazio cinico e baro si costruisce spesso un ponte

tra il calcio e la politica? Perché il calcio, come la politica, è l’arte della

dimenticanza, il festival dell’incoerenza. Prendete la Juventus e i suoi

milioni di tifosi. Ne hanno passate tante, che si prenda la storia del 2006

come oro colato o si consideri tutta la vicenda tutt’altro che chiara, come

tutte le (fasulle) rivoluzioni italiane (io propendo per questa seconda

ipotesi). Beh, comunque, dopo aver preso una botta terribile, sono tornati

competitivi. Meglio, dico io, perché così ci divertiamo di più. Però, compagni

e amici bianconeri, pur concedendovi molte attenuanti per le pene subite, non

potete urlare al complotto, adombrare la sudditanza psicologica, fare la

contabilità dei rigori. Non potete perché prima del 2006 c’eravate voi al

governo, in campo e fuori, ed erano gli altri a recitare le stesse

giaculatorie nei confronti della Juve. Se pensate che le vostre vittorie siano

state regolari, adesso non potete sostenere che quelle degli altri non lo

sono.

Rimango uno dei pochi a pensare che la Juve vinse regolarmente sul

campo i due scudetti che le sono stati tolti. Ma non si può essere garantisti

solo quando pare a noi. Dal 2006 al 2010 l’Inter ha vinto perché era la più

forte, poi è stata la volta del Milan per l’identica ragione. E se i rossoneri

si ripeteranno sarà perché l’avranno meritato. Punto.

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Joined: 30-Aug-2006
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ZEMAN SCATENATO: "MOGGI E' UN NEMICO DEL CALCIO"

DA AbruzzoWeb.it 22-02-2012

PESCARA - "Nei tanti anni trascorsi sui campi in molte partite di fine campionato ho visto un calcio strano. Accordi tra giocatori dove magari c'era la necessità di qualche squadra di fare un punto. Io sono stato sempre contrario a questo, anche perché se regali un punto a un avversario vuol dire che ne affossi un altro e questo non è corretto. Bisogna allora affrontare tutti con lo stesso spirito e la stessa determinazione".

Lo ha detto il tecnico del PescaraZdenek Zeman in un'intervista che uscirà a marzo sull' Eco di San Gabriele.

Diversi i temi affrontati nell'intervista, dalla politica al calcio, passando al rapporto del boemo con la religione.

"MOGGI NEMICO DEL CALCIO"

"Non credo che Luciano Moggi il sabato sera s'informi del risultato del Pescara. E poi secondo me Moggi non è nemico di Zeman...Moggi è nemico del calcio e di tutti quelli che non l'hanno seguito e non si sono lasciati convincere. E siccome io sono tra questi...".

"In Italia - aggiunge il tecnico biancazzurro - a differenza di altri paesi non si è affrontata la questione con fermezza e provvedimenti drastici. Altrove chi sbaglia esce per sempre fuori dal gioco. In Italia, invece, ci sono indagini troppo lunghe e le decisioni hanno un tempo indefinito...Invece basterebbero poche sentenze, rapide ed esemplari, per far passare la voglia a questi signori".

"CON MONTI PAESE HA FATTO QUALCHE PASSO IN AVANTI"

"Non so chi sia meglio, bisogna valutare i risultati anche se con l'attuale crisi che sta attraversando il mondo intero non è semplice muoversi. Comunque con quel poco che ha fatto Mario Monti sino ad oggi, credo che qualche piccolo passo in avanti sia stato compiuto".

E' uno de passaggi salienti dell'intervista al tecnico del Pescara calcio, Zdenek Zeman che sara' pubblicata nel numenro di marzo del mensile "L'eco di San Gabriele".

"Io - dice in un altro passo dell'intervista Zeman - non vorrei morire...E' impossibile? Allora vorrei che arrivasse di notte mentre dormo nel mio letto".

"MAI RICEVUTO PROPOSTE DALLA JUVE"

"Ufficialmente non ho mai ricevuto proposte dalla Juve, anche se ai tempi di Boniperti c'è stato qualche colloquio. Invece sono stato vicino all'Inter. Ci dovevamo vedere ma io avevo preso già un impegno e quindi non se ne fece niente. Sono stato vicino anche al Real Madrid, ma pure in quel caso mi ero già impegnato".

"SONO CATTOLICO MA NON HO MAI CHIESTO AIUTO A DIO"

"Sono cattolico. Sono stato educato in tal senso, anche se all'epoca nella vecchia Cecoslovacchia si doveva fare tutto di nascosto. Io e mia sorella seguivamo il catechismo e frequentavamo la chiesa. Non ho mai chiesto 'aiuto' a Dio per una partita. Credo proprio che Dio non c'entri niente con lo sport".

"MIO FIGLIO ALLENATORE? OGGI IL CALCIO E' DIVERSO"

"Karel, il mio primogenito, si è laureato diversi anni fa in lingue ma ha l'ambizione di fare l'allenatore. E oggi non è certamente facile. Il mio augurio è che possa raggiungere il successo che desidera. E' molto bravo, il cognome poi dovrebbe aiutarlo, ma il calcio oggi è diverso, ci sono tante dinamiche che non c'entrano con l'aspetto sportivo".

"NON ACCETTEREI INVITO DA VIALLI"

"Non accetterei mai un invito a cena da Gianluca Vialli, io voglio la pace...Più della sua recente uscita sulla brillantezza atletica del Pescara a me ha fatto male quando nel 1998 mi diede del terrorista...Come può rimarginarsi una simile ferita? Terrorista è una bruttissima parola...".

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Joined: 10-Sep-2006
5202 messaggi

"Non accetterei mai un invito a cena da Gianluca Vialli, io voglio la pace...Più della sua recente uscita sulla brillantezza atletica del Pescara a me ha fatto male quando nel 1998 mi diede del terrorista...Come può rimarginarsi una simile ferita? Terrorista è una bruttissima parola...".

Secondo me, Vialli, chiamandolo semplicemente terrorista, gli fece un complimento,

con tanti altri termini che a quest'uomo si addicono...

Modificato da totojuve

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Avv. Gallinelli: Se fosse stata lesa la

corretta Amministrazione della Giustizia?

della redazione di JUVENTINOVERO.COM 22-02-2012

[...]

Una nota dell'avvocato Paolo Gallinelli - In relazione alle ultime

indiscrezioni circa la possibilità che dagli uffici della Procura di Napoli

sia sparito un video relativo ai sorteggi, riceviamo dall'avvocato Paolo

Gallinelli, difensore di Massimo De Santis', e volentieri pubblichiamo la

seguente nota.

Sarebbe non solo paradossale, ma costituirebbe una gravissima compromissione

della credibilità dell’apparato investigativo - giudiziario laddove dovesse

emergere che l'Autorità Inquirente di Napoli, pur di ottenere una condanna per

frode sportiva degli imputati nel processo calciopoli, abbia essa stessa,

direttamente od indirettamente, “alterato lo stato dei fatti al fine di

ottenere dal tribunale una decisione favorevole” all'Accusa (cfr. art. 374 c.p.).

Una simile condotta, se inequivocabilmente accertata, sarebbe altamente

lesiva di un principio fondamentale posto a tutela di tutti i cittadini: la

corretta amministrazione della Giustizia.

In tal senso, non potrebbe attribuirsi alcuna rilevanza al fatto che la

Dott.ssa Casoria, nella sua motivazione, abbia affermato l’insussistenza

di qualsivoglia alterazione dei sorteggi arbitrali, laddove la frode processuale

si realizza anche con il mero tentativo di “condizionare” il libero convincimento

del Giudice, trattandosi di un reato di pericolo a consumazione

anticipata, proprio come i reati di frode sportiva contestati al mio assistito

Massimo De Santis.

[...]

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Joined: 18-Apr-2007
457 messaggi

Eh no cari juventini, a calcio vince il migliore.

Ce l’avete insegnato voi

Compagni e amici bianconeri, pur concedendovi molte attenuanti per le

pene subite, non potete urlare al complotto, adombrare la sudditanza

psicologica, fare la contabilità dei rigori. Se le vostre vittorie

sono state regolari, lo sono anche quelle degli altri.

di FRED PERRI (TEMPI.it 22-02-2012)

I numeri di 5 anni post-calciopoli dicono che, anche tenuto conto del rendimento inferiore, alla Juve danno circa la metà dei rigori che statisticamente dovrebbe avere. Questa anomalia è sintomatica di una tendenza espressa chiaramente nelle intercettazioni, "nel dubbio non sbagliare a favore della Juventus".

Queste anomalie statistiche prima di calciopoli guarda un pò non c'erano, proprio quando avrebbe invece dovuto esserci una cupola a crearle. E per molto meno i nostri avversari si lamentavano eccome.

Questi dati sono l'espressione di ciò che veramente è successo in campo, fatti inequivocabili, non chiacchiere.

Modificato da leo13

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

CALCIOPOLI

Prove “taroccate”

partono gli avvisi

Il video sparito e le foto manipolate sul sorteggio arbitrale, architrave dell’accusa a

Moggi e Giraudo, fanno scattare un’inchiesta sull’indagine e sui due processi di Napoli

di ALVARO MORETTI (Tuttosport 23-02-2012)

ROMA. Eppur si muove qualcosa sul fronte delle ipotesi di falso e falsa testimonianza

conseguenti alle clamorose incongruenze partorite dall’indagine e dal processo

Calciopoli. A Roma sono stati aperti fascicoli sui fatti denunciati nelle scorse

settimane e sarebbero stati già iscritti a registro un paio di personaggi che in

ambienti di Procura vengono definiti figure chiave della vicenda del 2006.

A dire il vero a far sbottare gli avvocati e taluni imputati e condannati dei riti

napoletani la rivelazione di Tuttosport (e de “ Il Giornale ”) sul video scomparso dal

fascicolo processuale del sorteggio preteso come truccato il 13 maggio 2005 e invece

rivelatosi regolare. Si approssima la data dell’inizio del processo d’appello per il

rito abbreviato, che il 15 dicembre 2009 portò alle condanne di Giraudo , Lanese e

degli arbitri Dondarini e Pieri , ma il fatto che proprio la prova regina sul sorteggio

taroccato che ha condizionato l’ipotesi di colpevolezza sia stata sottratta il 29

luglio 2009 (quattro mesi prima della sentenza: è stata visionata in camera di

consiglio?) dal fascicolo e non sia nella disponibilità ora della Corte d’Appello

scatena Gabriele Bordoni , legale bolognese di Dondarini. «Dopo la vostra rivelazione -

ci dice - il re è nudo. Quando il 21 marzo ci presenteremo davanti alla quarta sezione

del tribunale d’appello di Napoli la questione andrà chiarita preliminarmente:

ri-presenterò un’istanza per sapere dove è finito il video, perché non ne sono ancora

in possesso io, e chiedere conto di quel che si sta scrivendo su questa prova decisiva

per la questione sorteggi. Eppoi ancora: qui ci si condanna per la trascrizione di

alcune telefonate, dal 2009 a oggi abbiamo scoperto decine di telefonate di diverso

tono e allora chiedo se questo tipo di parzialità nella conduzione dell’indagine ha un

profilo di diritto, se segue il dettato costituzionale. Qui vediamo violazioni

macroscopiche e alla corte chiederò se intendono eliminare dagli elementi a carico del

mio assistito tutto quanto dovrebbe essere oggetto di ben altra indagine. Perché

elementi decisivi per le sorti di un processo fanno questa fine? Abbiamo scoperto

bobine inascoltabili, brogliacci incompleti, telefonate segnalate e non portate

all’attenzione dei giudici, altre lasciate nel dimenticatoio. Si faccia pulizia di

questa macroscopica serie di storture e giudicateci su quel che resta.. . Togliamo dal

tavolo di chi giudica una volta per tutte il sorteggio truccato che truccato non era.

Ed evitiamo allo Stato di dover spendere altri 400 mila euro per riascoltare e

trascrivere le telefonate. Dondarini è stato pure vittima di errori per così dire

ordinari: condannato per l’annullamento di un gol mai segnato. Ma sviste e travisamenti

ci sono sempre stati nei processi».

ATTI SPARITI Bordoni ha interessato ufficialmente il Ministero di Grazia e Giustizia.

«Ho inviato una segnalazione ufficiale per come è stata condotto questo processo e

l’indagine: se spariscono i pezzi di un processo, qualcuno ci deve spiegare perché. Se

serve un’ispezione? Lo decida il Ministero. Di certo dopo l’assoluzione che noi

chiederemo in appello, ci rivolgeremo in tutte le sedi per denunciare quanto capitato».

Su certe questioni era stato chiarissimo Maurilio Prioreschi , uno degli avvocati di

Moggi : «Non ero un pazzo che urlava in fase di arringa che quegli atti al centro del

servizio di osservazione erano oggettivamente falsi. Se sia stata superficialità o

altro lo vedremo. Io alla fine della mia arringa ho chiesto la trasmissione degli atti

alla Procura di Roma per indagare su quanto successo in Calciopoli per i reati di abuso

in atti di ufficio, falso ideologico in atto pubblico e calunnia in danno del mio

assistito. Ma come si fa a scambiare il giornalista sorteggiatore per un dipendente

Figc in divisa? Il pm Capuano chiedeva di visionare un video che non c’è eppoi si

stupiva delle mie accuse in arringa, ma io non sparavo nel mucchio. E ora voglio la

verità su quel video e sulla sequenza fotografica che, tra l’altro, ha condizionato

l’indagine sportiva». Per la quale si attende a breve l’udienza finale dell’Alta Corte

Coni sulle radiazioni di Moggi, Giraudo e Mazzini ...

___

IL PROCESSO RIPARTE

Calciopoli dal 15 maggio

alla Corte dei Conti

Ma sarà battaglia per la competenza sul danno d'immagine

di MAURIZIO GALDI (GaSport 23-02-2012)

Il 12 maggio 2009 il processo Calciopoli davanti alla sezione regionale della

Corte dei Conti venne sospesa in attesa della sentenza di Napoli. Tre anni

dopo si riparte: il 15 maggio si torna in aula. Nel frattempo è cambiato il

presidente della sezione, questa volta sarà a presiedere il collegio sarà

l'aggiunto del presidente della sezione regionale, Ivan De Musso, che sarà

anche relatore. Il procuratore sarà ancora Ugo Montella (viceprocuratore

generale regionale). Agli imputati (cioè Mazzini, Bergamo, Pairetto, Lanese,

Mazzei, Fazi, De Santis, Babini, Puglisi, Ambrosino, Bertini, Dattilo,

Gabriele, Pieri, Racalbuto, Titomanlio) erano stati chiesti 120 milioni. Nel

frattempo Paparesta e Cassarà erano stati prosciolti. Il 3 febbraio 2011 ci fu

un'udienza dopo le sentenze del rito abbreviato e nonostante Gabriele (assolto

all'abbreviato) chiedesse di procedere, tutto fu rinviato. Ora si riparte,

anche se dalle eccezioni di competenza.

Danno d'immagine Il dubbio che aleggia sul procedimento è quello della legge

del 2009 che escludeva il danno d'immagine tra i compiti della Corte dei

Conti. «Mi sono permesso di criticare quella legge come giudice - ha detto

ieri il presidente della sezione regionale della Corte dei Conti, Salvatore

Nottola -, dobbiamo vedere se c'è ancora la nostra competenza». La Procura

comunque darà battaglia e sta proprio lavorando all'interpretazione dei limiti

della legge del 2009.

ALL’ALTA CORTE

Lotito fa ricorso per rimanere consigliere Figc

trafiletto non firmato (GaSport 23-02-2012)

Claudio Lotito non accetta la sua esclusione dal

Consiglio federale e ieri, tramite l’avvocato

Gianmichele Gentile, ha depositato un ricorso

contro la norma etica del Coni all’Alta corte

per la giustizia sportiva presieduta da Riccardo

Chieppa. Intanto è slittata la convocazione del

Consiglio federale della Federcalcio. Si era

pensato a martedì 28 febbraio, ma ora sembra che

la data dovrebbe essere mercoledì 7 marzo. In

quella riunione Lotito non dovrebbe essere

convocato.

la
Puntura

di ROBERTO PELUCCHI

(GaSport 23-02-2012)

Evidentemente quando

Petrucci ha pensato al tavolo

della pace non immaginava

che la nuova generazione di

dirigenti del calcio si fosse

formata con i film di Bud

Spencer e Terence Hill.

Anche loro due risolvevano le

cose con i tavoli, e di solito

uno non bastava.
Modificato da Ghost Dog

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