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K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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Quella di Lotito è la voce del fallimento di tutti

di ALIGI PONTANI (LA REPUBBLICA.it 13-02-2015)

La sostanza, certo. "Credi forse che Beretta conti qualcosa in Lega di A? Conta zero". La sostanza, che fa paura a chi ancora pensa che nello sport contino i meriti. "Gliel'ho detto ad Abodi. Ce fai salire su er Carpi e er Frosinone? Tra due anni nun c'avemo più una lira". Ma forse quello che più spaventa nell'incredibile documento divulgato da Repubblica è la semplice evidenza del tono usato da Claudio Lotito con il suo interlocutore, più chiara e definitiva di qualsiasi analisi, retroscena, rivelazione giornalistica. Basta quello, basta ascoltare il tono, usato con un piccolo dirigente di una squadra di LegaPro, periferia del calcio che conta, anzi, calcio che non conta, calcio che deve solo adeguarsi, votare, non disturbare.

I due si conoscono appena, non sono amici, non c'è confidenza. Lotito è il presidente di una squadra di fascia medio alta della serie A, Iodice il direttore generale di un club di terza serie. Eppure il tono di Lotito è quello di un capo assoluto, trasversale e feroce: serie A, serie B, Lega Pro, poco importa: c'è un progetto, il suo e quello di chi lo ha delegato (Galliani, su tutti) a mantenere in piedi il potere conquistato, quello che ha portato Carlo Tavecchio alla presidenza della Federcalcio e Maurizio Beretta a quella della Lega di serie A: due uomini scelti dal sistema, di cui Lotito è garante e rappresentate unico, proprio per non disturbare, per "contare zero", come direbbe lui, anzi, come dice lui. Iodice è un piccolo dirigente, ma fa parte di un gruppo di dissidenti che vorrebbero cambiare volti e metodi della loro Lega, detronizzando l'imperatore Macalli, un altro del gruppo Lotito-Tavecchio, per questo premiato con la vicepresidenza della Figc. Ma se dovesse saltare Macalli, i voti della LegaPro cambierebbero direzione, mettendo a rischio la maggioranza in Federcalcio di Tavecchio. Per questo Lotito si sbatte tanto: invece di occuparsi della Lazio, telefona ai dirigenti della LegaPro. Con i toni e l'arroganza che tutti ora possono ascoltare, su cui tutti ora possono riflettere.

La potenza del documento audio che Repubblica ha messo a disposizione di chiunque voglia capire come funziona il calcio in Italia, è definitiva. Chiarisce senza più possibilità di equivoci come funziona e come viene gestita una delle principali aziende del paese, che oltre a risorse economiche consistenti maneggia qualcosa di perfino più prezioso: le passioni delle persone. Per anni, molti, moltissimi anni, i giornali, alcuni giornali tra cui questo, hanno cercato disperatamente di denunciare il declino morale del calcio, l'inadeguatezza degli uomini che lo tenevano in pugno, il sistema chiuso, impermeabile e governato da logiche di banda che lo ha stritolato, fino a ridurlo nello stato attuale. Una banda capace soltanto di spartirsi posti di potere, buoni per arraffare i soldi ciecamente messi a disposizione dalle televisioni, senza alcuna visione strategica, anzi, senza alcuna visione tout court.

Purtroppo l'Italia è un paese specialista nell'arte di voltarsi dall'altra parte, uno sport nel quale non temiamo confronti. Così si sono sempre girati per non guardare quelli che dovevano controllare, i dirigenti del Coni certamente, ma anche e soprattutto la politica, che ha assistito senza mai intervenire allo sfascio del giocattolo. La scorsa estate, quando si è trattato di scegliere gli uomini chiamati a ricostruire dalle macerie del Mondiale brasiliano e di un morto ammazzato per strada prima di una partita di Coppa Italia, la politica ha lasciato che il calcio scegliesse i Tavecchio, i Beretta, i Lotito, i Galliani, nascondendosi dietro l'alibi della "non interferenza", invocando le leggi sportive che proibiscono ai governi di controllare le federazioni, pena sanzioni internazionali. Ma, di certo, ci sono tanti strumenti per esercitare il proprio potere. La politica, in Italia, ha scelto di non usarne nessuno. Ha lasciato fare. Si è voltata dall'altra parte. Ora si ritrova di fronte a una colonna sonora agghiacciante. La voce del fallimento di tutti

Minacce e razzismo, la saga delle gaffe Figc

SCONTRI, INTERESSI E INDAGATI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: ECCO COSA HA COLLEZIONATO LA FEDERCALCIO IN 6 MESI

BELLE FIGURE Il dg dell’Ischia: “Lotito mi ha intimato: o firmi per Macalli o non ti faccio avere i contributi”. Poi è intervenuto Tavecchio, offendendo le donne

di PAOLO ZILIANI (IL FATTO QUOTIDIANO 13-02-2015)

Se Giulio Cesare Croce rinascesse e avesse ancora voglia di scrivere, dopo le avventure di Bertoldo alla corte di Re Alboino scriverebbe oggi le avventure di Tavecchio alla corte di Re Lotito. O di Lotito alla corte di Re Tavecchio, tanto è lo stesso. Altra caratura quella dei Nuovi Eroi rispetto a quella degli antichi personaggi. È ufficiale: Carlo Tavecchio, il 71enne lumbàrd di Ponte Lambro che dall’11 agosto siede sulla poltrona di presidente Figc, sta per entrare nel Guinness dei primati alla voce “maggior numero di pastrocchi compiuti nel minor lasso di tempo”. Nello spazio di 6 mesi e 2 giorni il successore di Abete è riuscito nell’incredibile impresa di incorrere: 1) nella gaffe del secolo su Opti Poba “mangiabanane”; 2) nella gaffe sulle donne che giocano bene a calcio e non sono quindi “handicappate” come molti pensano; 3) nella squalifica di 6 mesi (scadrà il 7 aprile) inflittagli dall’Uefa per razzismo, sanzione estesa poi a livello mondiale (la Figc aveva archiviato); 4) nello scandalo della plusvalenza di 8,7 milioni per l’acquisto di un palazzo a Roma (pagato 19,7 milioni) che qualche giorno prima era stato acquistato per 11; 5) nell’ingaggio di un ct (Conte) indagato per associazione a delinquere e prossimamente a processo per frode sportiva (sic); 6) nello scandalo dei due libri, da lui scritti, fatti comprare per 107 mila euro dalla Figc e per 99 mila dalla Lega Dilettanti.

Tavecchio viene eletto l’11 agosto, col 63,63 % dei voti, dopo una guerra per bande senza esclusione di colpi che vede prevalere la fazione meglio organizzata sul territorio: quella che fa capo a Galliani e Lotito con gli appoggi fidati di Preziosi, Zamparini, Ferrero, Moratti & Thohir e la benedizione della militarizzata Lega Pro di Macalli e della Lega Dilettanti. Il battuto è Demetrio Albertini, personalità vicina allo zero, l’ex giocatore del Milan che invano Andrea Agnelli e la Roma, con l’appoggio del mondo arbitrale, tentano di far passare. E mentre il neo-presidente passa da un pastrocchio all’altro con un’in - genuità che Heidi al confronto era la Thatcher, Lotito calza l’elmetto e va alla guerra. Nelle vesti di consigliere federale s’inventa una delega per la Nazionale e comincia a seguire gli Azzurri per marcare in modo chiaro il territorio. È lui il suggeritore del presidente gaffeur. E il suo bodyguard. “Lotito mi ha minacciato – denuncia il dg dell’Ischia, Iodice –: o firmi per Macalli o non ti faccio avere i contributi per il settore giovanile”. Ops! La Lazio perde due partite con Cesena e Cagliari ed ecco Lotito prendere il kalashnikov e sparare a zero sul fortino arbitrale. Il tutto mentre Galliani urla all’imbroglio perché Sky tarocca i replay del gol di Tevez al Milan. Sky-Juventus-arbitri: riappaiono i vecchi fantasmi e le notti dei tavecchiani tornano a farsi agitate.

E insomma siamo messi così. Con un presidente federale squalificato per razzismo, con un ct che andrà a processo per frode sportiva, con un presidente di Lega (Beretta) stipendiato da Unicredit e precettato a comando dai suoi burattinai; con il piazzista del prodotto “calcio-tv” (Infront) che funge da consulente di Figc e di metà della luna (Galliani & c.); con un presidente del Consiglio (Renzi) che preme sul Coni (Malagò) perché provi a mettere fine a questo sconcio un po’ cialtrone del pallone. Ma come diceva quello, tranquilli: la situazione è grave ma non è seria.

 

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Il calciatore inesistente (o quasi)

Si chiama Francis Obeng, è ghanese e gioca una “partita truccata”.

Il suo ruolo? Comprato e venduto per liberare uno slot da extracomunitario

di ALDO GRASSO (SETTE 13-02-2015)

 

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Questa è la storia di Francis Obeng, il più grande calciatore che non avete mai visto, o quasi. Obeng potrebbe essere uno di quei nomi usciti da una pagina di Osvaldo Soriano: «Le vittorie erano state tutte per un solo goal, ma bastavano a far rimanere il Deportivo Belgrano, l’eterno campione, la squadra di Obeng, di Padìn, di Constante Gauna e di Tata Cardiles, al secondo posto, con un punto di distacco. Si parlava dell’Estrella Polar a scuola, sull’autobus, in piazza, ma nessuno immaginava ancora che alla fne dell’autunno avrebbero avuto ventidue punti contro i ventuno dei nostri». Peccato che Francis Obeng non sia argentino, ma ghanese, e non sia mai apparso in un romanzo di Soriano. Lo scorso anno Francis Obeng è stato acquistato dalla Roma; un salto di categoria strepitoso perché Francis giocava nel Santarcangelo, in seconda divisione. Non sappiamo i motivi per cui non abbia mai indossato la maglia della prima squadra, al fanco di Francesco Totti, ma questo fa parte del mistero che circonda il più grande giocatore che non avete mai visto.

Qualche giorno fa, a conclusione del calciomercato di gennaio, altro colpo di scena. Ecco il comunicato del Santarcangelo, squadra che quest’anno milita in prima divisione: «Il Santarcangelo comunica la cessione a titolo defnitivo del centrocampista classe ’86 Francis Obeng al Napoli. Nel computo della stessa operazione il Napoli cede in prestito lo stesso giocatore al Santarcangelo fno al termine della stagione».

OCCUPARE UNA CASELLA Tesserato dalla Roma, dal Carpi, dal Napoli ma il famoso centrocampista Obeng resta sempre al Santarcangelo? La spiegazione è semplice. Il Napoli ha messo sotto contratto il calciatore ghanese e ha regolarmente depositato il contratto negli uffci della Lega Calcio: il guaio è che Francis non arriverà mai a Napoli perché si tratta solo di una mossa strategica di Riccardo Bigon per occupare momentaneamente la casella di extracomunitario. Nel prossimo mercato, cedendolo, il Napoli potrà avere posto per un altro extracomunitario.

Povero Francis. Immaginavo la sua gioia per essere stato chiamato dal Napoli, immaginavo i suoi allenamenti al fanco di Gonzalo Higuain e di Marek Hamsik, immaginavo i consigli di Rafa Benitez, immaginavo il giorno del suo esordio al San Paolo, immaginavo il passaggio decisivo al 38° della ripresa… Ne avrei fatto il mio eroe, avrei potuto scrivere la storia del più grande giocatore che non avete mai visto. E invece Francis ha un passaporto extra Ue e venderlo il prossimo anno servirà solo a liberare uno slot da extracomunitario. Mi dicono che questo trucco è lecito, che i Tavecchio lo tollerano, che le squadre ne approfttano. Mi sarebbe piaciuto però che anche Francis avesse avuto una storia, una risonanza, una memoria.

 

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Immagina se ci fosse Moggi al posto di Lotito, ora. Ladri, mafiosi, etc etc. Ora che non c'e' la Juve coinvolta, anzi la Juve aveva gia' cercato di denunciare questo sistema schierandosi contro Lotito, Tavecchio e Macalli, scrivono che e' "la sconfitta di tutti". Anche quando non siamo coinvolti direttamente, alla fine con le cose negative centriamo sempre. Ma dire, Andrea Agnelli e la Juventus si erano opposti a questo sistema, proprio no eh? E che catzo .oddio

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Immagina se ci fosse Moggi al posto di Lotito, ora. Ladri, mafiosi, etc etc. Ora che non c'e' la Juve coinvolta, anzi la Juve aveva gia' cercato di denunciare questo sistema schierandosi contro Lotito, Tavecchio e Macalli, scrivono che e' "la sconfitta di tutti". Anche quando non siamo coinvolti direttamente, alla fine con le cose negative centriamo sempre. Ma dire, Andrea Agnelli e la Juventus si erano opposti a questo sistema, proprio no eh? E che catzo .oddio

 

«Il sorteggio non risolve nulla»

Luciano Moggi non è d'accordo con la proposta di Lotito

«Le polemiche arbitrali ci saranno sempre e non è lui a decidere»

di DAVIDE DI SANTO (IL TEMPO 13-02-2015)

Luciano Moggi, ex potentissimo direttore generale della Juventus a processo a Napoli per calciopoli, secondo l'accusa era il controllore del sistema degli arbitri. Lui, condannato in secondo grado, è in attesa della Cassazione ma non risparmia critiche sull'ultima polemica del calcio. «Il sorteggio arbitrale è inutile, non eliminerebbe gli errori e le polemiche, che sono innate nel pallone», ha detto Moggi a Il Tempo puntando il dito contro la tecnologia in campo («È utile solo per il gol-non gol»), criticando il patron della Lazio Lotito («Sugli arbitri non decide lui») e quello dell'Inter Moratti («Gli ho dato la mano solo per educazione»).

La proposta di ripristinare il sorteggio fa tornare alla mente stagioni in cui lei era protagonista.

«Sì ma quando c’era era criticatissimo. Con le griglie che dividevano le squadre importanti e gli arbitri internazionali il sorteggio lo si poteva intuire. Seguendo quello che succedeva nelle settimane precedenti era facile capire le griglie».

E poi c’è il sorteggio integrale, quello che poi è sfociato in calciopoli...

«Le polemiche ci sarebbero lo stesso, quando ad esempio un arbitro inadeguato va a dirigere una partita importante. Le polemiche sono innate nel calcio e non sono eliminabili, anche perché alimentano i teatrini degli opinionisti e le pagine dei giornali».

Ma dietro a questa, di polemica, quanto pesano secondo lei gli attriti tra Aia e Figc?

«Non lo so. Lotito ha detto che vuole il sorteggio integrale come se fosse lui a stabilire il sistema da usare. Non è una bella cosa da dire da parte del presidente di una società. Avrà la possibilità di proporlo, ma non decide lui. E poi dipende se la questione verrà posta in consiglio federale. Se accadesse, l’Aia si sentirebbe sfiduciata da tutti quelli che hanno portato Nicchi alla presidenza».

Tra gli elettori di Tavecchio non figurano gli arbitri, però.

«Non è molto serio "picchiarsi" perché non si ha avuto un appoggio. "Picchiarsi" è utile per fare le cose bene, non male».

Gli ultimi episodi contestati le sembrano anomali?

«Normale amministrazione. Sul gol di Tevez il Milan dovrebbe ricordarsi la rete fantasma con l’Udinese. Gli arbitri sono uomini e possono sbagliare, punto e basta. O si accetta questo o si cambia sport. Non è la moviola in campo che può rimediare agli errori, genererebbe solo confusione. La tecnologia può essere utile solo per il gol-non gol».

E la guerra dei fermo-immagine tra Galliani e Agnelli?

«La Juventus non è squadra da mandare in onda cose irreali, e non avrebbe bisogno di farlo per vincere. Sta dimostrando di essere superiore a tutti. Poi se si vuole mettere mano alla questione, deve essere la Lega a farlo».

Il saluto con Moratti? La mano poi l’ha lavata davvero?

«Mi hanno insegnato per educazione a dare la mano a chi me la porge, poi i pensieri che ho in testa possono essere diversi e contrastanti. Su Twitter ho fatto una battuta ma solo per sdrammatizzare. È vero che il passato tra me e Moratti non è stato tra i più felici, ma un tribunale ha dimostrato che il campionato era regolare».

Ora l’aspetta la Cassazione.

«Sì e ci saranno cose da dire, a marzo. Ma il problema vero che ci sono giocatori che sono stati in galera o hanno ammesso di aver alterato i risultati di partite e ora sono tornati regolarmente in campo, come Masiello e Ruopolo. Questo è il calcio di oggi, che si rispecchia anche nella qualità del gioco. A noi per una battuta ci hanno dato il sequestro di persona e la federazione ha inteso bene di radiarci mentre altri che si andavano a "prendere" le partite continuano a fare i presidenti. È una vergogna».

Ha seguito l’inchiesta sul calcioscommesse?

«La conosco poco, non voglio esprimermi. Ma è sempre specchio del calcio di adesso».

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

.

Delinquentis e la sua banda (Bigon in questo caso) chiagne e fotte come al solito.

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Joined: 26-Jul-2006
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Ho seguito soprattutto sul sito web de "La Repubblica" la vicenda della telefonata di Lotito.E l'ho seguita con una sensazione mista di incredulità e ripugnanza, perchè , nonostante la mia opinione sul nostro calcio e su molti dei personaggi che di esso sono protagonisti fosse già da tempo, assolutamente bassa, anzi, bassissima, qui siamo alla vergogna più assoluta.Allo schifo totale, quasi inimmaginabile.

Ora, fermo restando che, in qualunque altro Paese, e in qualunque altra Federazione di qualsivoglia sport, dopo una telefonata di questo indicibile tenore, un dirigente cui fosse rimasto un briciolo, uno solo, anche picolisssimo di pudore e di dignità, di frontre alle logicissime reazioni provenienti da ogni parte, si sarebbe immediatamente dimesso, parole come quelle di Lotito a me hanno fatto la stessa impressione-e lo dico chiaramente, ASSUMENDOMENE OGNI RESPONSABILITA', di quelle che capita  di sentire nei telefilms polizieschi,nei quali,, il boss malavitoso di turno, di fronte all'intrusione nel  territorio che considera sua  esclusiva "proprietà", da parte di  qualcuno che ritiene "estraneo", è disposto,pur di levarselo di mezzo, a qualsiasi nefandezza..

Intendiamoci bene: anch'io reputo ( e l'ho anche scritto qui sul Forum) troppe le squadre di A, B e Lega Pro, ma mai mi abbasserei a dire, a Società che fanno la loro parte con onestà, spirito di sacrificio, passione "Sei un danno per  il calcio perchè con te ci si perde" E mi piacerebbe anche sapere se Lotito sarebbe capace di considerare parimenti dannosa, anche quella Salernitana di cui è praticamente proprietario.Ebbene, non ci credo.
Certo è che dopo la malinconica ( a dir poco), uscita di Galliani sulla prospettiva e quest'ultima schifezza, nessuno, cui fosse rimasto anche solo un atomo di buon senso ( ma ci sarà mai uno così???) dovrebbe più azzardarsi a tirare in ballo la Juve, farsopoli, gli arbitri, le righe,i furigioco, gli aiutini.Comunque, coraggio, domenica si gioca, e nessuno ci penserà più.

 

P.S Chissà come mai AA, a suo tempo, in sede di consiglio di Lega aveva votato contro Lotito &C?? A voi, Amici, la risposta.

i

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Joined: 07-May-2009
2753 messaggi

La cupola mafiosa capitolina.

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Ho seguito soprattutto sul sito web de "La Repubblica" la vicenda della telefonata di Lotito.E l'ho seguita con una sensazione mista di incredulità e ripugnanza, perchè , nonostante la mia opinione sul nostro calcio e su molti dei personaggi che di esso sono protagonisti fosse già da tempo, assolutamente bassa, anzi, bassissima, qui siamo alla vergogna più assoluta.Allo schifo totale, quasi inimmaginabile.

[...]

P.S Chissà come mai AA, a suo tempo, in sede di consiglio di Lega aveva votato contro Lotito &C?? A voi, Amici, la risposta.

 

AA conosce bene i suoi omologhi (ha imparato da Giraudo e Moggi). Non è riuscito a far commissariare la FIGC spendendosi solo all'ultimo momento per la candidatura di Albertini - un ripiego - dopo che le dimissioni di Abete lo hanno spiazzato.

 

Dunque, non essendo strategicamente preparato (come Giraudo & Moggi all'epoca di Farsopoli quando vennero a mancare uno dietro l'altro i numi tutelari della società Juventus), ha favorito il golpe-Tavecchio, altra marionetta posta al centro di una politica sportiva ammorbata dalla presenza di Infront.

 

Fossi in AA, visto che i responsabili di questa vergogna restano ancora tutti al loro posto, gli proporrei di dimettersi da consigliere di lega e ri-cominciare l'opera di costruzione.

JMO

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Joined: 20-Apr-2009
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Prepariamoci con la partita con il cesena per le polemiche a go-go contro di noi. Dovranno "coprire" lo scandalo Lotito, Tavecchio, Macalli e tutte le istituzioni del calcio che conta.

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Joined: 08-Jul-2006
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Tra poco i libri di tavecchio saranno proposti come testi scolastici.

 

per le superiori ?

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Joined: 14-Jun-2008
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Da macchietta a macchia

di FRANCESCO MERLO (LA REPUBBLICA 14-02-2015)

Neppure Luciano Moggi era stato beccato in modo così plateale a truccare i campionati di A e di B, persino opponendosi alla promozione che il Carpi sta conquistando sul campo.

Claudio Lotito, che sembrava solo una macchietta, è invece una macchia da ripulire, un padrino del calcio italiano che truffa, manipola, ricatta per «dare una mission alle leghe, con il sistema mio». Perciò ordina di tenere lontani dalla A i club piccoli perché «se ce stanno Latina Frosinone e Carpi chi ċazzo li compra i diritti»? E «se me porti tre squadre che non valgono un ċazzo, tra due o tre anni nun ci avemo più na lira».

Ora tocca al governo dello Sport, vale a dire al sottosegretario Graziano Delrio intervenire sul pavido presidente del Coni Giovanni Malagò e costringere Lotito alle dimissioni per incompatibilità con le leggi e con l’etica dello Sport. Da solo infatti Malagò non ce la fa: ieri sera ha speso più parole a difenderlo che a censurarlo. Di sicuro a espellerlo dalla Federazione non sarà il suo presidente Carlo Tavecchio che si è esibito in uno slalom doroteo che lo stesso Lotito in serata, da spavaldo impunito, ha commentato così: «casta vixit». E poi, traducendo dal latinorum al romanesco: «è l’ometto mio».

A sua volta Lotito è da sempre l’uomo di mano di Galliani, del Milan, e di Preziosi, del Genoa, che fu l’unico presidente di calciopoli ad essere beccato con una valigetta piena di soldi. Dei tre, che fanno allegra combriccola a Forte dei Marmi, lo stesso Galliani ha detto: «Siamo un tris di spiritosi umoristi». Ma nella registrazione che abbiamo mandato in rete su Repubblica.it Lotito non parla più come lo spiritoso cafone che arrivando al Tg3 salutò le signore dicendo «pace e pene» e fu subito buttato fuori. Qui invece dice: «Quando uno ha bisogno di soldi va da un amico, e un amico pesa» che è il linguaggio del sopracciò, del distributore di denaro e di amicizia, vale a dire del potere. E infatti Lotito, dispensando la grazia a Macalli, ha deciso di confermarlo presidente dei semi prof. perché «s’è messo a piagne e ha detto: non m’ho potete fa, me dovete aiutà, è da 35 anni che ce conosciamo». E «l’amicizia pesa».

Insomma il presidente della Lazio è una specie di Sindaco del Rione Sanità di Eduardo, quel «pezzo d’uomo che teneva il quartiere in ordine, componeva le vertenze, mangiava il naso ai nemici» e che ha ispirato Francis Ford Coppola per don Vito Corleone. Come il don Antonio di Eduardo, «che rendeva il mondo meno rotondo e più quadrato», e come Marlon Brando, Lotito si vanta di non volere incarichi, non ambisce ad esibire il potere formale: «Vi tranquillizzo, io non sono candidato a niente, non mi interessa …». Lui è solo «un inventore» e dunque «fammece pensà, possiamo fare un’anticipazione di cassa sui progetti della fondazione». Perché? «Perché decido io». I presidenti infatti non contano nulla, come il suo fidatissimo Tavecchio e come Maurizio Beretta che è liquidato così: «Zero!».

Dunque ora tutti sappiamo che c’è sempre stato un progetto furfantesco dietro la comicità di Lotito, di cui abbiamo colpevolmente troppo riso perché è servita al giornalismo spettacolo, dal Processo del lunedì alla Domenica Sportiva e Stadio Sprint… sino alla prosa colta degli intellettuali raffinati che si compiacciono nell’esegesi del plebeismo quasi fosse l’essenza popolare del calcio, un po’ come Machiavelli che amava giocare a carte nelle bettole. Per anni hanno riso dei sei telefoni che a volte gli suonano tutti insieme nelle tasche dove tiene rotoloni di contanti. E ci sono i collezionisti della sue frasi strampalate, da «le diastole non sono dialisi» a «prendere le vacche per le zinne e i tori per le palle». Per non parlare delle sue mille insolenze, come quella riservata al dirigente della Juve Marotta, che è un po’ strabico: «Lasciatelo sta’, quello con un occhio gioca al biliardo, e con l’altro segna i punti».

Ebbene a quel Lotito gradasso che sognando di scendere in politica diceva «fateme lavora’ pe’ la polis» e «l’Italia ha bisogno di un governo con dieci Lotito» e «io in politica sarò meglio de Della Valle perché a Cortina ci ho la casa più grande della sua», insomma al vecchio Lotito del folclore è per sempre subentrato il mariuolo: «In Lega di A ho 17-18 voti » e «ho messo Pozzo in Consiglio federale» e «il rapporto personale ha un peso». Solo nella Figc questo lessico non è messo ai margini. Altrove è tenuto a bada ora dalla buona educazione ora dalla forza pubblica. Nel calcio è il linguaggio del potere, anzi dello strapotere di Lotito: «Ho detto ad Abodi: Andrea se mi porti squadre che non valgono un ċazzo …»

Al di là del calcio, Lotito è la controprova del drammatico destino che impedisce a Roma di avere un’imprenditoria normale. Solo pittoreschi palazzinari, furbetti der quartierino, ospedalieri arricchiti in corsia come evoluzione dell’industria del caro estinto. Sposato con Cristina Mezzaroma, Lotito è imparentato con una delle più ricche famiglie di costruttori che un po’ lo subisce e un po’ lo promuove: lo manda avanti per vedere di nascosto l’effetto che fa. Alla giunta Veltroni, per esempio, Lotito presentò un progetto per una mega cittadella della Lazio sui terreni di famiglia nella via Tiberina: lo Stadio delle Aquile, una giungla di palazzoni, persino un campo d’atterraggio. Veltroni gli disse: «Lotito, guarda che Roma è già stata costruita».

E però le sue imprese di pulizia e di vigilanza, che molto devono alla Regione e alla Provincia dei tempi di Storace e della Polverini, sono arrivate sino all’aeroporto di Malpensa. Anche nella gestione della squadra è riuscito a spalmare il debito, si è giocato calciatori a biliardino con gli sceicchi arabi ma per i suoi modi aggressivi e verbosi è uno dei pochissimi casi di presidente odiato dai tifosi.

E trascina i cronisti sportivi a mangiare da Assunta Madre: «paghi te però». Il ristorante è quello dove Dell’Utri fu intercettato dall’antimafia: in una scenografia nera e in un eccesso di bollicine e di vassoi di pesce, tutti sembrano comparse del film Terapia e pallottole. Lotito mangia il prosciutto con le mani, rimane a tavola almeno quattro ore, in lui ci sono la posa, il codice, il posizionamento e quella schiuma di arraffo sui beni primari che ovviamente non è uno stile ma solo un umore degli imprenditori romani: la lingua greve, la camminata sguaiata, i suoi cappotti neri svolazzanti, i bottoni che saltano sopra la cintura e tutto quel farneticare di Kant, le citazioni di Manzoni che «ispira la poetica della Lazio» e poi Pascoli e la Ġazzetta dello Sport, e Renzi che «se deve mette a legge’ la pioggia nel pineto», e «mo’ ce vuole ‘na scossa, io so’ la scossa» e «l’umanità o è ‘psichiatrica o è chimica».

Anche la villa sull’Appia antica è degrado di ricchezza: statue, capitelli, camini di marmo, una grande aquila di legno, un’immensa scrivania sulla quale poggia i piedi e dice «io so’ laureato in pedagogia con 110 e lode», «io dormo tre ore a notte», «io so’ autorevole». Ecco, se non fosse stato registrato e smascherato da Pino Iodice, direttore generale dell’Ischia Isola verde chissà con quanto fumo da macchietta ci avrebbe ancora storditi, con quanto altro non sense e latinorum, «io so’ sinestetico», «est modus in sciaradis», «io so’ un patròn non un cogliòn». Nel film C’eravamo tanto amati l’Aldo Fabrizi/Claudio Lotito resterà solo e disperato nell’immensa pacchianeria della sua villa a consumare l’ultima trippa.

Discreto esercizio di stile

 

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Joined: 05-Jun-2006
1953 messaggi

per molto ma molto meno nel 2006, ancora prima che si conoscesse il contenuto delle registrazioni, i giornalai erano pieni di titoloni....oggi si scopre qualcosa di decisamente più pesante ma tutto tace.....

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Joined: 26-Jul-2006
3522 messaggi

Giusto egregio Amico,"JUVE FC" inoppugnabile!!!Ed è proprio questo che fa crescere in me il senso di schifo.!!! Sembra incredibile (  Visto tra l'altro che  altrove, dove Federazioni e Leghe,sono degne di questo nome un problema così sarebbe stato risolto in un batter d'occhio con un generale repulisti) eppure, se ci pensi, sono proprio questi personaggi -non tutti naturalmente, ma almeno un certo numero di essi, sempre quelli - che ci hanno affondato con farsopoli.Gli stessi che pretendevano di dare lezioni di morale a noi!
Comunque, e su questo son quasi disposto a scommetterci, tempo una, massimo due settimane e tutto finirà inesorabilmente nel dimenticatoio.Perchè poi, è proprio ciò che quasi tutti, al di là delle momentanee espressioni di sdegno e scandalo, vogliono.. E questa occasione ottima, sapendola adeguatamente sfruttare, per dimostrare chi in Lega ed in FIGC ha davvero gli attributi,finirà, anch'essa,come da ormai consolidata prassi "a tarallucci e vino".D'altronde, mica c'è di mezzo la Juve! ( E MENO MALE!!!)

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Joined: 10-Sep-2006
5211 messaggi

per le superiori ?

 

Per ogni ordine di scuola.

 

Devono essere veramente pieni di cultura.

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Joined: 20-Apr-2009
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Le mani di Infront sul calcio italiano: storia e attualità 14/02/2015

 

Questa è la storia di una società nata agli inizi degli anni '90, denominata "Media Partners Digital S.r.l.", fondata dai manager di area Fininvest, Marco Bogarelli, Andrea Locatelli, cui qualche anno dopo si aggiungerà un certo Giuseppe Ciocchetti. Società che si occupa di acquisto e gestione eventi sportivi, di vendita diritti televisivi di detti eventi e così via.

In altri termini, una società creata appositamente per aggirare, da parte di Fininvest, i limiti antitrust, in materia di  acquisizione di diritti televisivi di eventi sportivi. Ed invero "Media Partners Digital S.r.l.", diventa ben presto una società nella quale sbarcano persone d'area Mediaset, o d'area Milan, per gestire al meglio l'attività.

La svolta avviene nel 2006, quando la società venne acquisita per incorporazione da una multinazionale di gestione eventi sportivi e diritti televisivi, denominata "Infront Sports & Media", presieduta da un soggetto il cui cognome vi ricorderà qualcosa, Philippe Blatter; vi sono anche altri nomi di rilievo, tra cui l'ex calciatore tedesco Günter Netzer, e naturalmente, nella società incorporante entra a far parte del C.d.A. il già citato Marco Bogarelli (tra parentesi fondatore del canale tematico "Milan Channel", tra le altre cose, e da sempre in ottimi rapporti anche lavorativi con Adriano Galliani).

 

La società incorporata cambia denominazione e diventa "InfrontItaly S.r.l.", ed ha come scopo sociale, "la produzione, l'acquisto e la cessione di programmi televisivi in Italia e all'estero, l'acquisto, la vendita in Italia e all'estero dei diritti per lo sfruttamento commerciale e per la trasmissione radiotelevisiva di eventi sportivi, artistici e dello spettacolo, acquisto e vendita di diritti pubblicitari, sponsorizzazione, gestione di budget pubblicitari, acquisto e vendita di spazi pubblicitari".

Uno straordinario business, con giro di denaro notevole, come potete rendervi conto.

Bene, questa società, proprio dal 2006, e cioè quando ancora Adriano Galliani era presidente di Lega Serie A, ha ottenuto di essere "Advisor" (brutto neologismo, per coprire il più semplice significato di "consulente - mediatore per vendita di beni e servizi") della Lega Calcio per la commercializzazione di tutti i diritti media nazionali ed internazionali dei campionati italiani di calcio di Serie A e B, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Campionato Italiano Primavera: in altri termini ha nelle proprie mani la gestione di tutto il calcio nazionale sotto il profilo della vendita degli eventi e dei diritti televisivi.

Questo ruolo di "Advisor", è stato rinnovato successivamente, nel 2009, grazie al voto determinante di Matarrese, Cellino e Lotito e il voto contrario della Juventus, del Torino e dell'Atalanta: solo che con questo secondo "mandato"  il potere di InfrontItaly è diventato ancora più immanente sul calcio, dato che da semplice attività di mediazione lautamente retribuita si è passati ad una gestione sostanzialmente diretta del business "diritti tv" del calcio (leggi qui).

Facciamo un piccolo passo indietro.

Sul sito di InfrontItaly, all'epoca, si poteva leggere che "InfrontItaly gestisce i diritti marketing e advertising del Club più titolato al Mondo, l'AC Milan oltre a quelli di SS Lazio, Genoa CFC, US Città di Palermo e Cagliari Calcio... Fiore all'occhiello delle sue attività sono il ruolo di Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, nonché la gestione marketing e sponsoring di A.C. Milan, S.S. Lazio, U.S. Città di Palermo, Cagliari Calcio e Genoa CF".

Successivamente altre squadre hanno stipulato rapporti commerciali con InfrontItaly, compreso quel Napoli di Aurelio De Laurentiis, originariamente ostile all'affidamento a questa società del ruolo di Advisor per la gestione dei diritti tv del calcio, e probabilmente sarà stato solo un caso che, coevamente alla stipula di questo rapporto commerciale, De Laurentiis abbandonò la cordata Abodi per la presidenza di Lega Serie A appoggiando la riconferma di Beretta.

Ma tornando ad InfrontItaly, come abbiamo visto, è dunque società che gestisce i diritti marketing e advertising delle società calcistiche sue clienti, oltre ad essere Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, ma non sono solo queste le sue attività.

Sempre sul sito di InfrontItaly (link) potrete leggere che:

"InfrontItaly è in grado di offrire alle aziende clienti servizi tecnici di altissima tecnologia: ha creato uno dei più importanti centri italiani indipendenti per la produzione televisiva, con strutture di produzione e postproduzione TV, per la trasmissione dei segnali e i collegamenti satellitari da tutto il mondo."

InfrontItaly in sostanza, opera in questo modo: tratta la vendita alle emittenti televisive dei diritti a trasmettere le partite di campionato, gli highlights, le conferenze stampa dopopartita, le interviste e via di seguito; ma al contempo offre alle società acquirenti le cosiddette "infrastrutture per realizzare il prodotto televisivo, ossia i cosiddetti centri di produzione e post produzione TV (ossia la distribuzione delle immagini realizzate), quindi attrezzature, impianti, regie televisive, e così via.

Ne consegue dunque, che InfrontItaly, dalla gestione dei diritti televisivi, ci guadagna due volte, la prima nel suo ruolo di "advisor", ossia soggetto mediatore per la vendita, la seconda nel ruolo di produttore, per conto delle società calcistiche e/o delle emittenti televisive, delle immagini, e dunque di vero soggetto organizzatore delle strutture e delle attrezzature necessarie.

Cosa che naturalmente si scontra, tra l'altro, con il fatto che la Juventus, essendo proprietaria dello stadio in cui gioca, ha pure realizzato un suo autonomo centro di produzione e post produzione TV che gestisce in proprio e sul quale InfrontItaly non può mettere le mani, anche se, da quanto risulta, ci ha anche provato: del resto avere tra le proprie strutture controllate anche il centro produzione e post produzione TV della squadra con il maggior numero di tifosi in Italia è un affarone sul piano economico, per cui non poter "entrare" nello Juventus Stadium come azienda che cura questa attività è un evidente "danno economico" per InfrontItaly.
 
Il resto è cronaca di questi giorni.

A chi scrive, rimane il rammarico che queste vicende erano chiare da anni, eppure pochi giornalisti hanno voluto vederci chiaro e, impegnati come erano a cercare le sim di Moggi o le griglie di Bergamo, hanno discusso di pagliuzze quando i mega affari che di fatto hanno condizionato il calcio italiano erano palesi e neppure tanto difficile era intuirne la portata.
 
E adesso arriva pure la notizia dell'acquisto da parte di un gruppo cinese - Dalian Wanda - del gruppo Infront Sports, da cui dipende InfrontItaly, con la conferma tuttavia di Bogarelli nel suo ruolo, il tutto ad una cifra non proprio di mercato, direi inferiore, cosa che non dovrebbe destare sospetti, se non fosse che contestualmente lo stesso Bogarelli ci informa che Dalian Wanda ha interesse nella costruzione del nuovo stadio del Milan e ad entrare come socio di minoranza nell'A.C. Milan.
 
Come dire, l'attacco di Galliani dopo Juventus-Milan appare maliziosamente come un segnale per far partire un'operazione economica garantendo dei risultati immediati: togliere ai "broadcaster", ossia alle emittenti che materialmente trasmettono le partite (nel nostro caso Sky, ma anche Mediaset) le regie degli eventi, ed affidarle a regie indipendenti e, quindi, affidare ai neo entrati Dalian Wanda questo lucroso affare fin da subito.

Sarà questa la vera battaglia che si dovrà combattere negli anni a venire: impedire che qualcuno metta totalmente mano in maniera monopolistica sul calcio italiano, cosa nella quale si sta riuscendo grazie anche a quella formidabile arma di distrazione di massa, nel calcio, che è quella di sguinzagliare opinionisti vari a creare polemiche ad arte che distraggano dall'attenzione di questi strani ma inquietanti affari.

Tanto parlare di Juventus che ruba, che vince per gli arbitri, è argomento efficace per il popolino credulone...
http://www.juventibus.com/content/le-mani-di-infront-sul-calcio-italiano-storia-e-attualita.html

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Le mani di Infront sul calcio italiano: storia e attualità 14/02/2015

 

Questa è la storia di una società nata agli inizi degli anni '90, denominata "Media Partners Digital S.r.l.", fondata dai manager di area Fininvest, Marco Bogarelli, Andrea Locatelli, cui qualche anno dopo si aggiungerà un certo Giuseppe Ciocchetti. Società che si occupa di acquisto e gestione eventi sportivi, di vendita diritti televisivi di detti eventi e così via.

In altri termini, una società creata appositamente per aggirare, da parte di Fininvest, i limiti antitrust, in materia di  acquisizione di diritti televisivi di eventi sportivi. Ed invero "Media Partners Digital S.r.l.", diventa ben presto una società nella quale sbarcano persone d'area Mediaset, o d'area Milan, per gestire al meglio l'attività.

La svolta avviene nel 2006, quando la società venne acquisita per incorporazione da una multinazionale di gestione eventi sportivi e diritti televisivi, denominata "Infront Sports & Media", presieduta da un soggetto il cui cognome vi ricorderà qualcosa, Philippe Blatter; vi sono anche altri nomi di rilievo, tra cui l'ex calciatore tedesco Günter Netzer, e naturalmente, nella società incorporante entra a far parte del C.d.A. il già citato Marco Bogarelli (tra parentesi fondatore del canale tematico "Milan Channel", tra le altre cose, e da sempre in ottimi rapporti anche lavorativi con Adriano Galliani).

 

La società incorporata cambia denominazione e diventa "InfrontItaly S.r.l.", ed ha come scopo sociale, "la produzione, l'acquisto e la cessione di programmi televisivi in Italia e all'estero, l'acquisto, la vendita in Italia e all'estero dei diritti per lo sfruttamento commerciale e per la trasmissione radiotelevisiva di eventi sportivi, artistici e dello spettacolo, acquisto e vendita di diritti pubblicitari, sponsorizzazione, gestione di budget pubblicitari, acquisto e vendita di spazi pubblicitari".

Uno straordinario business, con giro di denaro notevole, come potete rendervi conto.

Bene, questa società, proprio dal 2006, e cioè quando ancora Adriano Galliani era presidente di Lega Serie A, ha ottenuto di essere "Advisor" (brutto neologismo, per coprire il più semplice significato di "consulente - mediatore per vendita di beni e servizi") della Lega Calcio per la commercializzazione di tutti i diritti media nazionali ed internazionali dei campionati italiani di calcio di Serie A e B, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Campionato Italiano Primavera: in altri termini ha nelle proprie mani la gestione di tutto il calcio nazionale sotto il profilo della vendita degli eventi e dei diritti televisivi.

Questo ruolo di "Advisor", è stato rinnovato successivamente, nel 2009, grazie al voto determinante di Matarrese, Cellino e Lotito e il voto contrario della Juventus, del Torino e dell'Atalanta: solo che con questo secondo "mandato"  il potere di InfrontItaly è diventato ancora più immanente sul calcio, dato che da semplice attività di mediazione lautamente retribuita si è passati ad una gestione sostanzialmente diretta del business "diritti tv" del calcio (leggi qui).

Facciamo un piccolo passo indietro.

Sul sito di InfrontItaly, all'epoca, si poteva leggere che "InfrontItaly gestisce i diritti marketing e advertising del Club più titolato al Mondo, l'AC Milan oltre a quelli di SS Lazio, Genoa CFC, US Città di Palermo e Cagliari Calcio... Fiore all'occhiello delle sue attività sono il ruolo di Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, nonché la gestione marketing e sponsoring di A.C. Milan, S.S. Lazio, U.S. Città di Palermo, Cagliari Calcio e Genoa CF".

Successivamente altre squadre hanno stipulato rapporti commerciali con InfrontItaly, compreso quel Napoli di Aurelio De Laurentiis, originariamente ostile all'affidamento a questa società del ruolo di Advisor per la gestione dei diritti tv del calcio, e probabilmente sarà stato solo un caso che, coevamente alla stipula di questo rapporto commerciale, De Laurentiis abbandonò la cordata Abodi per la presidenza di Lega Serie A appoggiando la riconferma di Beretta.

Ma tornando ad InfrontItaly, come abbiamo visto, è dunque società che gestisce i diritti marketing e advertising delle società calcistiche sue clienti, oltre ad essere Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv e media dei campionati di calcio di serie A e B, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, ma non sono solo queste le sue attività.

Sempre sul sito di InfrontItaly (link) potrete leggere che:

"InfrontItaly è in grado di offrire alle aziende clienti servizi tecnici di altissima tecnologia: ha creato uno dei più importanti centri italiani indipendenti per la produzione televisiva, con strutture di produzione e postproduzione TV, per la trasmissione dei segnali e i collegamenti satellitari da tutto il mondo."

InfrontItaly in sostanza, opera in questo modo: tratta la vendita alle emittenti televisive dei diritti a trasmettere le partite di campionato, gli highlights, le conferenze stampa dopopartita, le interviste e via di seguito; ma al contempo offre alle società acquirenti le cosiddette "infrastrutture per realizzare il prodotto televisivo, ossia i cosiddetti centri di produzione e post produzione TV (ossia la distribuzione delle immagini realizzate), quindi attrezzature, impianti, regie televisive, e così via.

Ne consegue dunque, che InfrontItaly, dalla gestione dei diritti televisivi, ci guadagna due volte, la prima nel suo ruolo di "advisor", ossia soggetto mediatore per la vendita, la seconda nel ruolo di produttore, per conto delle società calcistiche e/o delle emittenti televisive, delle immagini, e dunque di vero soggetto organizzatore delle strutture e delle attrezzature necessarie.

Cosa che naturalmente si scontra, tra l'altro, con il fatto che la Juventus, essendo proprietaria dello stadio in cui gioca, ha pure realizzato un suo autonomo centro di produzione e post produzione TV che gestisce in proprio e sul quale InfrontItaly non può mettere le mani, anche se, da quanto risulta, ci ha anche provato: del resto avere tra le proprie strutture controllate anche il centro produzione e post produzione TV della squadra con il maggior numero di tifosi in Italia è un affarone sul piano economico, per cui non poter "entrare" nello Juventus Stadium come azienda che cura questa attività è un evidente "danno economico" per InfrontItaly.

 
Il resto è cronaca di questi giorni.

A chi scrive, rimane il rammarico che queste vicende erano chiare da anni, eppure pochi giornalisti hanno voluto vederci chiaro e, impegnati come erano a cercare le sim di Moggi o le griglie di Bergamo, hanno discusso di pagliuzze quando i mega affari che di fatto hanno condizionato il calcio italiano erano palesi e neppure tanto difficile era intuirne la portata.

 
E adesso arriva pure la notizia dell'acquisto da parte di un gruppo cinese - Dalian Wanda - del gruppo Infront Sports, da cui dipende InfrontItaly, con la conferma tuttavia di Bogarelli nel suo ruolo, il tutto ad una cifra non proprio di mercato, direi inferiore, cosa che non dovrebbe destare sospetti, se non fosse che contestualmente lo stesso Bogarelli ci informa che Dalian Wanda ha interesse nella costruzione del nuovo stadio del Milan e ad entrare come socio di minoranza nell'A.C. Milan.
 
Come dire, l'attacco di Galliani dopo Juventus-Milan appare maliziosamente come un segnale per far partire un'operazione economica garantendo dei risultati immediati: togliere ai "broadcaster", ossia alle emittenti che materialmente trasmettono le partite (nel nostro caso Sky, ma anche Mediaset) le regie degli eventi, ed affidarle a regie indipendenti e, quindi, affidare ai neo entrati Dalian Wanda questo lucroso affare fin da subito.

Sarà questa la vera battaglia che si dovrà combattere negli anni a venire: impedire che qualcuno metta totalmente mano in maniera monopolistica sul calcio italiano, cosa nella quale si sta riuscendo grazie anche a quella formidabile arma di distrazione di massa, nel calcio, che è quella di sguinzagliare opinionisti vari a creare polemiche ad arte che distraggano dall'attenzione di questi strani ma inquietanti affari.

Tanto parlare di Juventus che ruba, che vince per gli arbitri, è argomento efficace per il popolino credulone...

http://www.juventibus.com/content/le-mani-di-infront-sul-calcio-italiano-storia-e-attualita.html .quoto .quoto .quoto .quoto .quoto .quoto

 

Ti straquoto su tutta la linea.E a riprova di quanto ho scritto più sopra, già ieri sera, a "Diretta Stadio" di 7GOLD, più d'uno, e tra essi, mi dispiace dirlo anche l'opininista "juventino" M.Brambati" aveva esordito dicendo che poi, tutto questo scandalo,(che non era poi, a loro dire, così eclatante,)era nato dall'aver reso pubblica una telefonata strettamente privata. Violando con ciò la privacy dei due interlocutori.E che, uno , privatamente può dire quello che vuole.Il chè, sia chiaro, non è concettualmente sbagliato.,Eppure, mi si lasci dire,,che, dal punto di vista sportivo,qualcuno che , vuoi per interesse ( anche... e perchè no? personale, vuoi perchè stufo di un certo andazzo, avesse, finalmente , il coraggio di scoperchiare la fogna maleodorante, ci voleva.Qualcuno che finalmente mostrasse il vero volto del nostro calcio,doveva prima o poi saltar fuori.Purtroppo, ribadendo quanto già scritto, temo che l'occsione -anche questa-di una sana, VERA, totale pulizia, non verrà sfruttata.

Erimango pure  della mia idea che, alla fine, costui ( Il dirigente dell'Ischia calcio), sarà proprio  lui, e non certoLotito a finire nei guai.

Modificato da diamond

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Joined: 10-Sep-2006
5211 messaggi

 

Giraudo è colpevole anche di aver chiacchierato DOPO la partita sulla conduzione di gara dell'arbitro.

 

Anche i suoi erano discorsi privati che ognuno può fare.

 

Ma, evidentemente, non tutti sono considerati liberi allo stesso modo.

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Joined: 07-Jul-2006
4112 messaggi

per molto ma molto meno nel 2006, ancora prima che si conoscesse il contenuto delle registrazioni, i giornalai erano pieni di titoloni....oggi si scopre qualcosa di decisamente più pesante ma tutto tace.....

 

Non solo...pensa ai libri scritti sul Direttore, tipo "Lucky Luciano" dove Moggi è massacrato, manco fosse un vero mafioso!

E quel famoso "giornalista" che lo co-scrisse, quel libro, ora che fa????Avanti, tu che hai scritto del Direttore paragonandolo ad un mafioso, tu che hai scritto di "papi"...perchè non scrivi un libro anche sui VERI mali del calcio??

Ah, già, ho capito perché!Finché si tratta di fuffa e chiacchere da pescivendola, tu scrivi libri, sulle cose serie, mio caro, non ce la fai...

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Joined: 24-Oct-2006
11409 messaggi

Mi spiace, ma considero la proprietà della Juventus complice di questo scempio. 

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Joined: 08-Jul-2006
21628 messaggi

Mi spiace, ma considero la proprietà della Juventus complice di questo scempio. 

anco uesto?

 

sembra di assistere al gioco delle ttre carte

tavecchio vince

agnelli perde

tavecchio perde

agnelli perde

lotito vince agnelli perde

lotito perde

agnelli perde

.......................

.....................

 

io ne dico bene perchè in questo momento essergli contro............... :mf_popeanim:

:mrtt2:

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Joined: 24-Oct-2006
11409 messaggi

Fare la guerra solo a chiacchiere, e contemporaneamente promuovere sui giornali di famiglia una linea operativa (attenzione, non necessariamente editoriale) opposta, vuol dire prendere per i fondelli il popolo Juventino.

Vuol dire che ci sono sempre interessi superiori alla Juve da tutelare.

Vuol dire che se c'è un adeguato corrispettivo la Juve può andare bellamente a farsi f***e. 

Vuol dire che c'è sempre una completa disponibilità a qualunque tipo di compromesso. Basta che ci siano tangibili aspetti positivi... 

Mi spiace, non è il mio modo di pensare il mondo e le cose. 

Per carità, un po' è fisiologico che sia così, lo è ovunque, mica solo in Italia o a Torino. Però questi qua sono andati troppo oltre da un bel pezzo.

Il punto non è tanto che sono complici, ed è già gravissimo, il punto è che non hanno manco il coraggio di dircelo che sono complici dell'insieme del sistema. 

Sono stati scoperti e allora ci prendono in giro e fanno cassa. A loro basta così. 

Una vergogna senza fine. 

Modificato da CRAZEOLOGY

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Joined: 07-Jul-2006
4112 messaggi

Craze, sono d'accordo con te e tu lo sai...

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

Ma che catzo parla a fare questo qua  .oddio

Non ho fatto il presidente della Juve ma di una societa' quotata in borsa perche' me lo chiese il dottor Gianluigi Cadetti

Pogba va venduto

La Roma puo' recuperare

Il "presidente" Lotito è una persona estremamente esuberante, a volte parla e forse 'stra-parla' però è stato capace di gestire bene un club come la Lazio."

L'ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, ha concesso un'intervista a EuropaCalcio.it. Ecco le sue parole: "Perchè accettai quella carica di presidente? Il dottor Gianluigi Cadetti mi chiese di andare a fare il presidente di una società che era quotata in borsa. Visto che il dottor Cadetti è stata la persona a cui mi riferivo maggiormente, persona che stimavo di più nella vita professionale accettai senza nessun dubbio. 
Di quella mia esperienza, devo dire che se potessi tornare indietro farei tante cose migliori di quelle fatte. La cosa che più mi dispiacque di quel periodo, è che al termine del campionato di serie B quando arrivammo in serie A, il nostro allenatore Didier Deschamps decise di lasciarci". "La Juventus - ha aggiunto -  sta facendo delle ottime cose in campionato però questa squadra ha perso alcune occasioni per poter allungare sulla Roma. L'ultima occasione sprecata è domenica scorsa e non soltanto, questo è un problema che la Juve dovrà affrontare perchè la Roma ha subito un periodo di calo, però adesso secondo me sta recuperando uomini, Gervinho in testa e ha dei giovani per cui potrebbe diventare più competitiva.
Questa rosa ha ricevuto critiche anche da Buffon che come capitano al termine dell'ultima partita, ha fatto una presa di coscienza per sè stesso e per tutta la squadra, anche se i bianconeri domenica hanno giocato meglio del Cesena. Futuro Pogba? Se la cifra che alcuni club sarebbero disposti a spendere per Pogba equivale a 90/100 milioni, valuterei l'ipotesi di cessione. Il club bianconero ha dimostrato di essere capace di trovare giovani e grandi calciatori pagandoli poco, prendiamo Coman come ultimo esempio e riuscire a farli crescere. Per quei valori io lascerei andare Pogba e con quei soldi rinforzerei la squadra comprando giovani competenti, possibilmente italiani".
 
"Se abbiamo club come Carpi e Frosinone, chi li compra i diritti? Non ho voglia di dare giudizi su queste dichiarazioni anche perchè Lotito è quello che è, lo conoscono tutti. Il presidente è una persona estremamente esuberante, a volte parla e forse 'stra-parla' però è stato capace di gestire bene un club come la Lazio."

Modificato da ClaudioGentile

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Joined: 08-Jul-2006
21628 messaggi

la sacra famiglia non ha bisogno purtroppo o fortunatamente di far parte di nessun sistema

è un sistema

a se stante e bastante

perlomeno e tantopiù ora

quando in italia c'è il vuoto assoluto da un punto di vista politico istituzionale finanziario industriale

quindi non è complice di niente e di nessuno

al limite può essere burattinaia

 

mia personale opinione non suffragata da nessuna prova indiscutibile quindi pienamente opinabile

 

p.s.da cittadino sono veramente preoccupato di tutto questo nulla

il nulla deve essere riempito

riempito di cosa e da chi ?

mahhhhhhhh bohhhhhhhhh

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Joined: 24-Oct-2006
11409 messaggi

Cadetti? Gabetti semmai. 

O dei giornalisti un po' dilettanti hanno capito/riportato male il nome, oppure lui era alticcio.  

Oppure tutte e due.  sefz

 

 

Grande Cobollone mio! Grandeeeeeeeeeee!

E' sempre un piacere ascoltare l'originale, perché l'attuale vigile non ha lo stesso talento espressivo, bisogna ammetterlo.  

I miti non muoiono mai. 

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