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CRAZEOLOGY

K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua -

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Non si uccide

così anche il

gioco del calcio?

Per Pasolini era l’ultima rappresentazione sacra, oggi

è diventato la variante più perniciosa del Pensiero Unico

ALTRO CHE SPORT

Un format planetario, la merce da rivendere ai

devoti di una fede totalmente secolarizzata

UN MODELLO CHE FA SCUOLA

Ormai anche Mentana conduce il tg con il ritmo

scalmanato di una telecronaca di Caressa

di MASSIMO RAFFAELI (LA STAMPA 22-07-2012)

A chi gli chiedeva della sua passione per il calcio, Pier Paolo Pasolini una

volta rispose in maniera spiazzante: «Il calcio è l’ultima rappresentazione

sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre

rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica

rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro».

Pasolini pronunciava queste parole nel 1970, solo pochi mesi prima di

iniziare sui giornali, solitario e largamente inascoltato, la sua battaglia

contro il neocapitalismo all’italiana in cui vedeva, come è noto, tanto i

segni del genocidio delle culture particolaristiche quanto l’omologazione

all’«universo orrendo» della società dei consumi. Se tuttavia salvava il

calcio, si può immaginare vi notasse i residui del ludus primordiale e la viva

permanenza dell’opera d’arte popolare.

Pasolini, ormai cinquantenne, era rimasto un tifoso, giocava ancora da ala

destra in accanitissime partite amatoriali e sempre rammentava il tempo della

sua giovinezza (a Bologna, nei prati di Caprara che la sua poesia avrebbe

immortalato) quando andava così forte che i compagni lo chiamavano

Stukas. Non era il primo dei nostri scrittori a struggersi e persino a delirare

per il calcio: Umberto Saba, Vittorio Sereni e Alfonso Gatto gli avevano già

dedicato delle poesie, Mario Soldati alcuni memorabili racconti, Salvatore

Bruno un libro che equivale alla educazione sentimentale di un artista-tifoso

(L’allenatore ,1963, poi Baldini & Castoldi 2003) e Giovanni Arpino, anni dopo,

il romanzo Azzurro tenebra (1977, poi Rizzoli 2010) capace di tradurre la

disfatta della Nazionale italiana ai Mondiali tedeschi del ’74 nella allegoria

di quello che uno storico, Guido Crainz, avrebbe definito il Paese Mancato.

C’è di più: Pasolini aveva colto l’importanza e recepito il lessico della

critica calcistica propriamente detta, dialogando con Antonio Ghirelli e

specialmente con Gianni Brera che aveva sfidato sul suo stesso terreno,

in un celebre articolo uscito sul Giorno , immaginando una semiotica del gioco

dove i calciatori fossero «podemi» e lo sviluppo della partita, come succede

nel testo letterario, fosse determinato dalla prevalenza dei «lirici» oppure dei

«prosatori», che per lui corrispondevano idealmente a Gianni Rivera e a Luigi

Riva.

Ora, Pasolini non solo non poteva immaginare che l’estrema forma della

sacra rappresentazione si sarebbe per sempre dissacrata, anzi sconciata in

effigie, la notte dell’Heysel (cui lo scrittore belga Pol Vandromme dedicherà

il bellissimo, dolente, Le gradinate dell’Heysel, in uscita da Luca Sossella

editore), ma nemmeno poteva sospettare che proprio il calcio sarebbe

divenuto la conferma tangibile della sua nera profezia. Non più un gioco e

nemmeno uno sport, ma un format planetario, la merce per antonomasia da

rivendere ai devoti di una religione infera e peraltro totalmente secolarizzata:

nessuno infatti assocerebbe mai un Ibrahimovic al colore di una maglia

sempre avventizia e, meno che mai, alle funzioni di un «podema». Così

grande, invasivo e si direbbe ubiquitario è diventato il gioco del calcio da

impedire un’autentica oggettivazione e, di riflesso, una distanza critica.

Uno degli autori del nostro tempo, Henrique Vila-Matas, acerrimo tifoso del

Barcellona, ha dichiarato tempo fa che il calcio è una realtà autocentrata, un

fenomeno auto-evidente, e che pertanto raccontarlo non è più possibile.

Trattandosi di una narrazione perfettamente autonoma e unilaterale, non è

un caso che grandi cantori del calcio come Osvaldo Soriano e Eduardo

Galeano guardino per lo più al passato e che al passato volentieri si rivolgano,

per non essere accecati o ammutoliti, i medesimi scrittori italiani, da Carlo

D’Amicis a Darwin Pastorin, da Giuseppe Culicchia al poeta Fernando Acitelli.

Lo stesso giornalismo specializzato, pure in presenza di alcune notevoli

eccezioni, tende alla parafrasi, cioè a chiudersi nello stretto orizzonte

della disamina agonistica e della valutazione puramente tecnica.

Se il calcio è divenuto una variante del Pensiero Unico, talora la più

perniciosa e asfissiante, è perché si è indebolito e via via è venuto meno

un pensiero critico all’altezza della sua esorbitanza. Per fare un minimo

esempio e per scendere un attimo sulla terra: se si ritiene normale, oramai,

il fatto che Enrico Mentana conduca il Tg della 7 con il pathos e il ritmo

scalmanato con cui Fabio Caressa racconta o presume le partite di calcio

su Sky, dovremmo intanto cominciare a domandarcene il perché.

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L’esperto, l’intervista

«Meglio costruire nuovi stadi

che ristrutturare quelli vecchi»

Colantuoni, docente e arbitro al Tas di Losanna «Più garanzie sui tempi»

di GERARDO AUSIELLO (IL MATTINO 22-07-2012)

«La legge sugli stadi può essere un’opportunità ma va migliorata. In generale,

comunque, oggi è più sostenibile costruire un impianto ex novo che

ristrutturarne uno obsoleto». Ne è convinto l’avvocato Lucio Colantuoni,

docente di diritto sportivo all’Università di Milano, arbitro al Tas di

Losanna e tra i massimi esperti della materia.

Professore, in Parlamento si sta discutendo delle nuove norme in

materia di impiantistica sportiva. Quali sono le prospettive?

«Dopo il via libera della Camera, il provvedimento dovrà ora tornare al

Senato perché a Montecitorio è stato oggetto di modifiche. Salvo ulteriori

cambiamenti, l’approvazione definitiva potrebbe arrivare in tempi brevi. Si

tratta di una legge che punta a colmare il gap accumulato dall’Italia rispetto

agli altri Paesi dell’Europa e del mondo soprattutto in termini di procedure

burocratiche».

Cosa non la convince nel testo?

«Occorre un maggiore raccordo tra la normativa nazionale e quelle

regionali perché altrimenti ci potrebbero essere problemi di incostituzionalità

relativi alle competenze tra Stato ed enti locali. Bisogna altresì limitare

l’arbitrarietà nell’assegnazione degli appalti prevedendo procedure di

evidenza pubblica e avviare una riflessione sul regime di proprietà e le

eventuali conseguenze derivanti dal fallimento delle società sportive».

L’Italia non ha ottenuto l’assegnazione degli Europei di calcio anche

a causa dei problemi infrastrutturali. Come ripartire?

«È necessario garantire tempi certi e condizioni appetibili. Altrimenti ogni

progetto è destinato a naufragare. Lo stadio della Reggiana, ad esempio,

fu progettato per essere utilizzato solo come campo sportivo ed è stato una

delle cause del fallimento del club».

Nel disegno di legge c’è una norma che agevola le società sportive nel

percorso di costruzione degli impianti. Un limite o un’occasione in più?

«La ratio è prevedere una corsia preferenziale per i club che poi possono

inserire nel proprio patrimonio i nuovi stadi. Ma non dimentichiamo che anche

con le regole attuali è stato centrato l’obiettivo: penso allo Juventus

Stadium con cui è stato raggiunto un buon equilibrio tra le esigenze sportive

e quelle commerciali».

Ristrutturare o costruire impianti con fondi pubblici è impensabile?

«Con la crisi economica attuale è una follia. Ecco perché i progetti devono

prevedere fonti di reddito per imprenditori e società come ad esempio

centri commerciali, parcheggi, merchandising e la possibilità di utilizzare

le strutture anche quando non si svolgono le partite».

A Napoli è in atto un’accesa discussione sull’ipotesi di dar vita a un

altro impianto accanto al San Paolo. Il suo giudizio?

«Non conosco nei dettagli la questione ma in generale le ristrutturazioni

possono determinare maggiori diseconomie, oltre che problemi organizzativi».

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Coppola, Conte

e i ricordi a metà

Su Novara-Siena il portiere parla del discorso del tecnico ma sbaglia giorno e orari

Poloni e Passoni lo smentiscono anche per la presunta combine con l'AlbinoLeffe

di MAURIZIO GALDI & ROBERTO PELUCCHI (GaSport 22-07-2012)

La credibilità di Filippo Carobbio è stata oggetto di grande dibattito,

soprattutto nel momento in cui è stato tirato in ballo Antonio Conte, mentre

c'è molto meno clamore attorno a quella di altri protagonisti. Per esempio, il

portiere Ferdinando Coppola, colui che con maggiore trasporto ha difeso il suo

vecchio allenatore. Ecco che cosa ha dichiarato a verbale l'8 marzo a Stefano

Papa della Procura federale: «Per quanto concerne la gara Novara-Siena del

30.4.2011 dichiaro di non essere a conoscenza di accordi fra giocatori o fra

società volti a concordare il risultato di parità. Non mi risulta che durante

la riunione tecnica prepartita il nostro allenatore avesse detto alla squadra

che la partita fosse concordata. Ho partecipato a tale riunione tecnica

svoltasi dopo pranzo, verso le 12, tre ore prima dell'inizio della partita, e

mi ricordo dell'emozione che ho provato ad ascoltare le parole del mister che

ha esortato la squadra a impegnarsi al massimo perché la posta in palio era

importante e perché venivamo anche da una sconfitta con il Portogruaro».

Amnesie Coppola ricorda bene il discorso di Conte, ma non il resto. Sbaglia

il giorno della partita (non era il 30 aprile, ma l'1 maggio, in posticipo) e

soprattutto l'orario. La riunione tecnica non può essersi svolta a mezzogiorno,

visto che si è giocato alle 12.30. Un orario insolito per una partita di B,

difficile da dimenticare, anche perché cambiano radicalmente le abitudini del

prepartita (dal pranzo alla riunione tecnica, appunto). In Procura federale

questa «differenza» di ricordi non è sfuggita. Così come a Palazzi e ai suoi

collaboratori non è sfuggito il fatto che per AlbinoLeffe-Siena il portiere è

smentito da Poloni e Passoni, che hanno confermato le parole di Carobbio,

autoaccusandosi di avere in qualche modo partecipato alla progettazione

dell'illecito.

Combine o no? Coppola sostiene di essere andato con Carobbio e Vitiello

a fare shopping in centro a Bergamo e poi di aver visto fuori dall'albergo in

cui il Siena era in ritiro Poloni, Sala e un altro giocatore dell'AlbinoLeffe,

ma nega che si parlò di combinare la partita. Poloni, invece, dice di essere

rimasto in disparte, ma di aver sentito i giocatori «che si mettevano

d'accordo, nel senso che si sarebbe concessa la vittoria dell'AlbinoLeffe nel

caso in cui nel corso della partita gli altri risultati avessero configurato

un vantaggio dell'AlbinoLeffe a vincere la gara». Anche Passoni ammette:

«Ricordo che fra tutti noi venne preso un accordo per il quale l'AlbinoLeffe

avrebbe dovuto vincere la gara anche se non mi ricordo se si parlò del

risultato esatto». Resta da capire se nell'audizione di luglio Coppola ha

corretto il tiro (e gli errori). A quel punto si potrà «pesare» la sua

credibilità.

Ma, insomma:

questo Conte lo vogliamo squalificare, si o no?

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L'OSSERVATORIO di GIANFRANCO GIUBILO (IL TEMPO 22-07-2012)

Anche senza Moggi

lo «stile-Juve» non è cambiato

Sono tramontati i tempi dell'impero Moggi, ma la Juventus non

vuole assolutamente rinunciare alla sua antica prerogativa, quella

di rompere le palle al prossimo. Non limitandosi ai signorili

atteggiamenti perseguiti anche durante lo scorso campionato,

quando si producevano dossier su presunti torti subiti e si zittiva

cinicamente chi era stato truffato, vedi il gol di Muntari e i

tre-rigori-tre negati al Cagliari.

La strada tracciata dal vecchio direttore generale, rimasto nel cuore

della nuova dirigenza, viene intrapresa anche sulle operazioni di

mercato. Chi non ha memoria corta potrà ricordare quando Franco

Sensi, sicuro di avere portato a Roma Paolo Sousa e Ferrara, se li

vide soffiare dalla Juve con un'operazione limpida come una

palude.

Le interferenze, che ben poco hanno di eleganza, si ripropongono

nella trattativa destinata a portare alla corte di Zeman il giovane

Destro, le cui titubanze sulla chiusura di un contratto già definito

in ogni particolare si possono facilmente far risalire a pressioni in

serie: sullo stesso giocatore, sul papà tifoso bianconero, su qualche

procuratore in caccia di speculazioni odiose. Fa onore a Preziosi, che

altre volte aveva operato scelte poco condivisibili, la decisa presa

di posizione a difesa degli accordi con la Roma. Se il giovane Mattia

dovesse ancora puntare i piedi, si farà una bella stagione al Siena,

guadagnando meno di un terzo di quanto gli ha offerto Sabatini.

Con la prospettiva di doversi battere per la salvezza, di appannare

il suo recente prestigio, con riflessi negativi anche per il futuro in

azzurro. L'auspicio, nell'interesse di tutti, è che l'attaccante

ritrovi la via del buonsenso, decidendo da maggiorenne e

vaccinato e sfuggendo alle suggestioni di consiglieri ambigui.

Se poi decidesse che Roma e la Roma non lo meritano, stia sereno:

il sentimento diverrebbe reciproco.

___

SCIENZA E SPORT

La logica matematica del pallone

Due ricercatori hanno applicato la teoria dei grafi

al calcio per valutare lo schema e l'equilibrio di ogni

squadra. E il contributo di un giocatore al modulo

di MARCO PASSARELLO (nòva - Il Sole 24 ORE 22-07-2012)

Il calcio è sempre stato uno sport piuttosto allergico alle statistiche. Se

nel basket il gioco delle squadre e dei singoli giocatori è abitualmente

quantificato da una serie di dati, nel calcio di solito non si va molto al di

là del numero di goal segnati (nonostante la Fifa registri statistiche molto

precise). Si potrebbe pensare, del resto, che in uno sport dove un singolo

tiro in porta azzeccato può rovesciare una partita in cui la squadra

avversaria aveva dominato per un'ora e mezzo senza mai segnare, le

statistiche significhino poco.

Non sono di questa opinione Javier López Peña e Hugo Touchette, due

ricercatori di matematica dell'Università di Londra, appassionati di calcio,

che si sono chiesti se non ci fosse un modo per analizzare le squadre da un

punto di vista statistico per decidere quale fosse la più forte. Hanno così

sviluppato un metodo che sfrutta la teoria dei grafi per quantificare lo stile

di gioco di una squadra. Il metodo può essere usato per stabilire quali siano

i punti forti e deboli e l'importanza dei singoli giocatori, e anche per

valutare quanto sia probabile la sua vittoria. Presentando la ricerca, López

Peña si era spinto a prevedere la vittoria della Spagna nei campionati

europei. Forse c'era anche un conflitto di interessi, vista la nazionalità del

ricercatore, ma ha indubbiamente avuto ragione, come purtroppo sappiamo.

Un grafo è un insieme di elementi, detti nodi, rappresentati come punti,

collegati da linee. Quando le linee hanno una direzione, il grafo si dice

orientato. I due ricercatori hanno rappresentato ciascuna squadra con un

grafo orientato, detto rete dei passaggi, in cui ogni giocatore è un nodo, e la

sua posizione dipende dal ruolo giocato. Il giocatore è collegato a ogni altro

da due frecce che rappresentano i passaggi nei due sensi, il cui spessore

rappresenta la frequenza dei passaggi.

Già questa rappresentazione permette di valutare a occhio se il gioco

della squadra è "bilanciato" o se ci sono delle aree in cui è insufficiente.

Tuttavia, con la teoria dei grafi, è possibile fare valutazioni più accurate.

Per esempio, calcolando un invariante detto "edge connectivity", che

corrisponde al numero minimo di frecce che è necessario togliere perché

il grafo smetta di essere connesso, cioè perché ci siano dei nodi che non

sono più raggiungibili da altri, si ottiene una valutazione sulla coesione del

gioco della squadra. Se infatti il valore di questa quantità è basso,

significa che basta intercettare pochi passaggi (cancellare alcune frecce)

per spezzare il gioco. Valutazioni ancora più precise possono essere fatte

sui singoli giocatori. Analizzando il grafo si possono calcolare quantità come

la «centralità di vicinanza», che misura quanto è facile passare la palla a un

giocatore; la «centralità di tramite», che misura l'effetto di un giocatore

nel facilitare i passaggi tra gli altri; e la «centralità di pagerank».

Quest'ultima si chiama così perché è calcolata in modo simile a quello che usa

Google per calcolare l'importanza di una pagina web a partire dal numero di

pagine che la linkano: è la probabilità che dopo un certo numero di passaggi

un giocatore riceva la palla.

López Peña e Touchette valutano alcune partite dei mondiali di due anni fa,

mostrando come la loro rappresentazione permetta di effettuare valutazioni

in accordo con quello che è stato il gioco effettivo. I due sottolineano che il

loro metodo non è esaustivo, e che può essere approfondito, per esempio

aggiungendo un nodo in più per rappresentare i tiri in porta o tenendo in

considerazione anche l'accuratezza dei passaggi. Già così comunque, il

metodo può essere utile ad allenatori e giornalisti per affinare le

loro valutazioni. È difficile che questi si mettano a studiare la

teoria dei grafi. Ma la passione calcistica può fare questo e

altro (ved. esempio cristallino subito sopra ndt) .

LO SCHEMA SCIENTIFICO DEL «TIKI TAKA»

Rappresentando ogni squadra con un grafo in cui ogni nodo è

un giocatore, con frecce il cui spessore è proporzionale alla

frequenza dei passaggi, si visualizza "l'impronta" del suo gioco,

com'è stato fatto per le squadre della finale del Mondiale di

calcio 2010, Olanda e Spagna: dallo schema emerge visivamente

il "tiki taka" eseguito della squadra spagnola, fatto di una fitta

rete di passaggi soprattutto in fase d'attacco

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gianfranco giubilo?

pensavo fosse morto

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Derby truccato

Carella: «Era solo

una presa in giro» 0spaziovuoto.gif0spaziovuoto.gifdi Stefano Lopetrone

LECCE - «La combine effettivamente non era combine». Gianni Carella lo dice apertamente durante l’interrogatorio del 6 aprile reso alla Procura di Bari. E a Lecce rinasce la speranza. Quanto meno che l’esito del processo sportivo, che si aprirà davanti alla Commissione Disciplinare pochi giorni dopo la fine delle audizioni condotte dal Procuratore Stefano Palazzi, possa essere meno scontato del previsto. La versione di Carella emerge tra le migliaia di pagine allegate all’avviso di chiusura delle indagini notificato venerdì all’ex presidente del Lecce Pierandrea Semeraro, all’imprenditore suo amico Carlo Quarta, agli amici di Andrea Masiello: Marcello Di Lorenzo, Gianni Carella e Fabio Giacobbo. Tutti accusati di frode sportiva.

Una novità «vecchia» di tre mesi e mezzo, ma della quale pochi si sono accorti. E sulla quale è lecito attendersi una levata di scudi dalla difesa di Semeraro, sia in sede sportiva (l’ex numero uno giallorosso sarà ascoltato da Palazzi domani), sia in sede penale. Nel marasma di contraddizioni, versioni rese e poi smentite, testimonianze e prove documentali, spunta un’ammissione che può far crollare parecchi dogmi. Carella racconta un episodio capitato a luglio, a Viareggio. Lì incontra il padre di Andrea Masiello. Agli inquirenti, Carella racconta di aver consegnato a Mario Masiello parte del denaro ottenuto con la presunta combine. E questi, quasi ammirato, avrebbe elogiato Carella per «la presa in giro a Lecce». Questo episodio sosterrebbe una versione alternativa a quella della Procura: l’estraneità di Pierandrea Semeraro alla tentata combine. Soprattutto avvalorerebbe la tesi secondo la quale la combine stessa non si sarebbe mai consumata. Ipotesi suffragata anche dalle dichiarazioni di Vives, che durante l’interrogatorio a Bari ha negato di aver mai dato una pacca sulla spalla di Masiello, quale segnale per comunicare che per la combine era tutto ok. Tutti aspetti da far valere davanti a Palazzi ed eventualmente davanti alla Commissione Disciplinare.

Ecco come risponde Gianni Carella alle domande del magistrato Ciro Angelillis e del comandante dei carabinieri di Bari, il tenente colonnello Francesco Rizzo.

Rizzo: Il padre di Masiello, quando riceveva questi soldi, non le diceva...

Carella: Lo sapeva che era della combina (così si legge nel verbale, ndr)...

Rizzo: Ce lo deve spiegare.

Carella: ... del Lecce. Lo sapeva che era della combina del Lecce.

Rizzo: Perché?

Carella: Lo sapeva.

Rizzo: Se ce lo vuole dire.

Angelillis: Su che cosa fonda questo?

Carella: Giel’avevamo detto, gliel’avevo detto io.

Rizzo: E lui che cosa vi ha risposto?

Carella: Guardi, a me dispiace mettere nei guai un padre di famiglia, però, se devo dire la verità, dico tutta la verità, è così, gli avevo detto, anzi, lui mi elogiava perché la questione di... diciamo questa presa in giro a Lecce era stata, era partita da me, diciamo che questa cosa si fa, quando la combina effettivamente non era una combina, la partita se la sono giocata, il Bari camminava, hanno perso la partita, ci è andata bene, però io gliel’ho detto al signor Masiello Mario, giel’ho detto, ho detto: “La cosa...”

Rizzo: Mario Masiello è il padre?

Carella: Mario Masiello è il padre di Andrea, io gliel’ho sempre detto: “Guarda che ha fatto questa cosa”, lui lo sapeva.

Rizzo: Che avrebbero vinto lo stesso, anche se non avessero...

Carella: No, gli ho detto il fatto della combina, gliel’ho detta, la sapeva perfettamente, sapeva da dove arrivavano i soldi. Forse per quello Masiello ha detto che abbiamo avuto tutti i soldi tutti insieme e che ho restituito l’assegno.

Angelillis: Voleva evitare di compromettere il papà.

Carella: Ma, guardi, lo volevo anche io, perché è un bravo Cristo, mi dispiace anche... però...

Angelillis: Però bisogna ricostruire.

Carella: Io devo dire ora tutto quello che so e come è andata.

[da LA giornalaccio rosa DEL MEZZOGIORNO, 17 luglio 2012]

Modificato da totojuve

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Deferimenti in arrivo: ansia Conte

Tutti gli scenari possibili per il tecnico della Juve: dal proscioglimento al processo per illecito.

Francesco Ceniti - Gasport - 23-07-2012

Ci siamo. Tra domani e mercoledì la Procura federale tirerà le somme dopo mesi di audizioni, rendendo noti i deferimenti relativi agli atti di Cremona e Bari. L’elenco è molto lungo, ma di sicuro il nome più importante è quello di Antonio Conte che aspetta di sapere se la sua difesa ha fatto presa sugli 007 di Palazzi. Non è un particolare da poco, considerando che l’11 agosto è in programma la Supercoppa a Pechino (si sfidano Juve e Napoli): quella data potrebbe diventare uno spartiacque per il futuro del tecnico bianconero. Cerchiamo di capire quali sono tutti gli scenari possibili.

Proscioglimento È naturalmente l’ipotesi più favorevole a Conte: la Procura federale decide di non dare seguito alle accuse di Carobbio su Novara-Siena («durante la riunione tecnica l’allenatore ci disse che c’era un accordo per il pari») e AlbinoLeffe-Siena («fummo tutti d’accordo, giocatori e staff tecnico, a lasciare la gara agli avversari»). Sarebbe un successo totale degli avvocati: avrebbero convinto in toto Palazzi della innocenza del loro assistito e quindi della non credibilità, almeno in questo caso, del pentito Carobbio.

Deferimento e omessa denuncia Uno scenario da possibile «pareggio». La Procura decide di non procedere su Novara-Siena, facendo proprie le osservazioni prodotte dalla difesa (la versione cambiata da Carobbio al terzo interrogatorio, le incongruenze nel racconto, il risentimento personale per la lite tra mogli, le 23 testimonianze contrarie al pentito sulla riunione tecnica), ma deferisce Conte per omessa denuncia. Lo potrebbe fare su AlbinoLeffe-Siena, per via delle ammissioni fatte dai giocatori dei lombardi che hanno confermato la versione di Carobbio, l’accordo sul risultato e il ruolo di Stellini (il tecnico bianconero ha spiegato nell’audizione come il contatto preso dal suo vice con Carobbio fosse avvenuto a sua insaputa e serviva comunque per evitare vendette dopo la rissa dell’andata) che aveva negato tutto nell’interrogatorio dello scorso marzo. Gli 007 federali, insomma, non considererebbero credibile che Conte non sapesse. Ma l’omessa denuncia potrebbe anche essere doppia: l’accusa in questo caso farebbe lo stesso ragionamento anche per Siena-Varese, dove Carobbio sostiene che qualcuno della società avrebbe chiesto a Coppola di perdere la gara (fatto parzialmente confermato dal portiere), aggiungendo che analoga cosa era avvenuta con Stellini. Se si verificasse questa ipotesi gli avvocati di Conte potrebbero patteggiare una squalifica (3/4 mesi), evitando il rischio di un processo che potrebbe costare a Conte fino a un anno di squalifica per episodio.

Illecito più omessa denuncia È lo scenario da incubo per Conte. La Procura lo deferisce per illecito (minimo 3 anni di squalifica) su Novara-Siena più l’omessa denuncia (singola o doppia). Questa ipotesi potrebbe verificarsi anche se la Procura ritenesse «pertinenti» le osservazioni della difesa. Come mai? Il ragionamento giuridico è semplice: non spetta a noi (l’accusa) valutare se siano sufficienti a insinuare il dubbio e portare all’assoluzione. Questo è il compito dei giudici chiamati a valutare le prove ed emettere la sentenza nei due gradi. In sostanza la «battaglia» si sposterebbe nel dibattimento. È chiaro che lo scontro potrebbe diventare totale anche sul piano mediatico (la Juve finora ha tenuto un profilo basso, ma potrebbe esserci un cambio di strategia anche per la pressione dei tifosi). Eppure tecnicamente potrebbe accadere qualcosa di particolare: una richiesta di patteggiamento per la sola omessa denuncia. Il motivo? I legali dell’allenatore metterebbero sulla bilancia la possibilità di una «beffa». Questa: vittoria e assoluzione sull’accusa di illecito, ma sconfitta e condanna sull’imputazione più leggera. Patteggiando sarebbero 3/4 mesi, a processo se ne rischiano fino a 12. Insomma, la richiesta «particolare» potrebbe arrivare alla Procura (chiamata a valutarla). Di sicuro nell’attesa tutte le soluzioni restano possibili.

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Modificato da huskylover

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Calcioscommesse, inizia la settimana dei deferimenti

Ma la salita più dura è smentire Carobbio. La stagione di Conte al crocevia: la sfida al pentito si gioca oggi nel maxivertice in Procura federale. Deferimento per omessa denuncia l'ipotesi più probabile per il tecnico bianconero

Simone Di Stefano - Tuttosport - 23-07-2012

ROMA, 23 luglio 2012 - Conto alla rovescia per Antonio Conte. Ormai ci siamo, questa è la settimana dei deferimenti, e dopo aver respinto le accuse di Filippo Carobbio, il tecnico bianconero attende di conoscere gli esiti, come uno scolaro che aspetta i quadri di fine anno. Palazzi ha passato il week end a pensarci su, la situazione è delicata, questa volta anche lui rischia: Carobbio e la sua credibilità. Metterla in pericolo significherebbe giocarsi una carta importante per il futuro dell'inchiesta. Peraltro, alcune ritrattazioni fornite nell'ultimo interrogatorio del pentito, hanno indotto i federali a valutare con maggiore attenzione l'ipotesi d'accusa per Conte. Per lui più probabile un deferimento per omessa denuncia, ma se Palazzi dovesse prendere per oro colato le parole di Carobbio, il nome del tecnico andrebbe associato a due gare: AlbinoLeffe-Siena e Novara-Siena. In entrambe Carobbio dice che «Conte era al corrente della combine». Con un'omessa denuncia spalmata, difficilmente Conte potrebbe prendere meno di sei mesi di squalifica. Il suo desiderio è quello di uscirne immacolato, ma a qul punto potrebbe cambiare la strategia processuale spingendo sulla limitazione del danno. E una chiave di tutto sarà pesare anche la credibilità di Nando Coppola, caduto in qualche contraddizione, ma forse più preciso e tetragono a luglio. Più complessa la posizione del suo vice, Cristian Stellini, indicato come il mandante della combine con l'AlbinoLeffe. Possibile che Conte ignorasse quanto facesse il suo braccio destro? Bisognerebbe essere nella testa di Palazzi per capire cosa pensa il pm. Una cosa è certa, con Conte deferito per omessa denuncia, lo stesso reato sportivo scatterebbe per tutti i componenti di quelle riunioni tecniche. Anche se i riscontri sui protagonisti hanno prodotto un mare di «non so nulla», in quel caso il Siena si ritroverebbe con la necessità di rimpiazzare una quindicina di giocatori circa. Una mazzata per il club di Massimo Mezzaroma, che dal canto suo trema per il rischio di responsabilità diretta. E se sembrano svaniti i riscontri (non i dubbi dei federali) sul tentativo di corrompere Coppola in Siena-Varese, resta in piedi quanto rivela Carobbio sulla gara con l'AlbinoLeffe: «È evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente». Parole, allontanate decisamente dal patron, che però deve guardarsi anche alle spalle per quanto dice l'altro pentito, Carlo Gervasoni, in merito al presunto tentativo di corrompere Perna e Tamburini in Modena-Siena. Un de relato solo apparentemente triplo («Gegic mi ha detto di aver appreso da un suo amico del Kazakistan...») che al di là della boutade sul kazako, potrebbe contenere per la procura lo stesso valore di tutti gli altri «Gegic mi ha detto» di Gervasoni, che hanno già portato a condanna diversi tesserati.

*********************************************************

Scommessopoli, processo dal 2 agosto. Bonucci: si stralcia?

Simone Di Stefano - Tuttosport -23-07-2012

Roma, 23 luglio 2012 -Circa cento interrogatori in 43 giorni, audizioni compresse per poter abbreviare i tempi e consentire quella «corsia preferenziale» alle responsabilità dirette che riguarderà il prossimo processo in vista dell'inizio dei campionati. Unica certezza: tutte le posizioni che Palazzi ritiene definite, le manderà da subito a giudizio. Da oggi a venerdì ogni giorno è buono per i deferimenti: oggi ci sarà una riunione del pool federale, domani sera dovrebbero partire le notifiche con pubblicazione mercoledì con possibile primo grado il 2 e 3 agosto. In ballo nomi importanti e club: Lecce (Semeraro ) e Grosseto (Camilli) rischiano la retrocessione, anche il Siena e Mezzaroma, che comunque sperano ancora nel pacchetto di oggettive. Stando così sarebbe un mini processo con una trentina di deferiti ai quali andrebbero aggiunte alcune posizioni ( Bertani, Acerbis, Turati, Joelson) stralciate al processo scorso. In questi 43 giorni però, Palazzi ha condotto un'indagine tripla, aggiungendo al materiale di Cremona anche quello di Bari e Napoli. Il filone partenopeo è stato tutto estinto e dalla procura non arriverà più materiale, possibile dunque che Gianello e il Napoli possano da subito essere giudicati. Il filone cremonese è invece incompleto, compreso il caso Genoa-Samp (dove - stando a quanto trapela - non sembra al momento sussistere ipotesi di responsabilità diretta dei due club liguri), e le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio: in questi casi probabile che slitti tutto a settembre. Facile invece che il caso-Semeraro si trascini dietro (oltre al granata Vives) gran parte del filone barese, compreso Masiello e Leonardo Bonucci per la combine Udinese-Bari (che ne sarà di Pepe?). Per lo juventino potrebbe però esserci lo stralcio. Danza in un limbo anche il Bologna, che con il consiglio di Portanova a «stare attenti» ai suoi compagni, rischia un'omessa denuncia generale di quasi tutto lo spogliatoio che prese parte alla vigilia di Bologna-Bari.

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Il caso

Corsa del Comune contro il tempo. Persi 70 giorni. Nota della Corte dei conti sul canone

San Paolo, stop della prefettura

lavori urgenti per la sicurezza

Per la convenzione sullo stadio il Napoli dovrebbe assumere gli 80 lavoratori

di ANTONIO CORBO (la Repubblica - Napoli 23-07-2012)

LO STADIO della lite è inagibile. Ufficialmente chiuso. Il San Paolo riapre

stamane solo per una ispezione degli inviati dall’Uefa, in vista dell’Europa

League. Sono prescritti urgenti lavori per la sicurezza dell’impianto dalla

commissione di vigilanza. Per la prossima partita domenica 29, l’amichevole

Napoli- Bayer Leverkusen, mancano il collaudo per la staticità e un sistema

antiincendio certificato.

L’ultima gara al San Paolo si giocò il 13 maggio, Napoli- Siena. L’assessore

allo sport, Pina Tommasielli, nell’ultimo incontro in prefettura ha attivato

le procedure. Il viceprefetto Giovanna Via, che guida la commissione di

vigilanza, aiuterà il Comune in questa corsa contro il tempo. Ma sono stati

persi 70 giorni e le norme sulla sicurezza vanno rispettate.

Riprende il dialogo tra il sindaco e De Laurentiis dopo l’incidente

diplomatico dei giorni scorsi. Il presidente del Napoli, in un confidenziale

discorso con i tifosi, registrato da qualcuno e diffuso sul web da

“napolista.it”, ha riferito in toni spinti la verità: il Napoli boccia

Ponticelli come sede del nuovo stadio. Vuole ristrutturare il San Paolo. Per

una clausola della convenzione in vigore fino al 2014, il Napoli ha un

vantaggio: può subentrare a chi si aggiudica una gara di evidenza pubblica sul

restyling del San Paolo rimborsando le spese al vincitore. Per rinnovare la

convenzione sono al lavoro i rispettivi tecnici e legali da un anno: sospesi

intanto i rapporti economici. Il Comune non ha rimborsato il Napoli per lavori

urgenti eseguiti nello stadio, il Napoli ha smesso di pagare il fitto. La

Corte dei conti ha già sollecitato l’amministrazione de Magistris a recuperare

il canone. Circa due milioni. Cifra che doveva essere già da tempo compensata

con i crediti del Napoli.

Anche la polizia con il vicequestore Luigi Peluso ha indicato opere a basso

costo ma da eseguire presto: è troppo facile scavalcare. La questura deve

disporre plotoni di agenti per separare settori con tifosi rivali, mancando le

barriere prescritte.

Più complessa la concessione per 99 anni. Il Napoli dovrebbe in questo caso

assumere gli attuali 80 dipendenti comunali del San Paolo. Vuol ristrutturare

a sue spese lo stadio con la vendita del terzo anello inagibile ai cinesi. Il

progetto prevede di abbassare il campo di gioco per ottenere sotto l’anello

inferiore una nuova tribuna circolare. Idea che ebbe anche Ferlaino 23 anni

fa. Ma un primario pneumologo del Cardarelli lo fermò: su un campo interrato

vi sarebbero problemi di ossigenazione per i calciatori, quindi muscoli

strappati.

___

San Nicola a pezzi Dopo il trofeo Tim, critiche sul Comune. Il sindaco: non possiamo buttare 20 milioni in lavori

Stadio, Emiliano si

difende e rilancia

«La manutenzione del campo tocca al Bari non a noi. Collaboriamo»

di SAMANTHA DELL'EDERA (Corriere del Mezzogiorno - Bari 24-07-2012)

BARI — «Le condizioni del manto erboso dello stadio San Nicola non dipendono

dal Comune ma dalla società del Bari che gestisce la struttura da 22 anni». Il

sindaco Michele Emiliano, all'indomani delle polemiche sul trofeo Tim e sullo

stato del campo, respinge le accuse. E punta il dito contro l'As Bari. «Il

Comune non ha nessun ruolo né nella manutenzione dell'erba né riguardo alla

decisione se giocare o non giocare il torneo. Decisione che spetta

esclusivamente all'arbitro, alle società e agli organizzatori del trofeo. Le

polemiche che tirano in ballo il Comune per le cattive condizioni dell'erba

sono totalmente infondate. Ricordo che noi abbiamo fatto il nostro dovere in

questo fine settimana, gestendo ottimamente le manifestazioni in

contemporanea. Non ci tiriamo indietro ma non assumiamo responsabilità che non

sono nostre».

Il primo cittadino ha poi fatto il punto su quella che è stata la storia del

San Nicola. «La costruzione di quella struttura fu imposta all'amministrazione

comunale ed è stata una decisione sbagliata perché Bari non aveva bisogno di

due stadi — continua Emiliano —. L'amministrazione l'ha poi ceduto in gestione

all'As Bari, ma è evidente che la società non è più in grado di gestirlo né

noi siamo in condizioni di spendere altri soldi per una struttura che serve

solo a un campionato. Al momento servirebbero 20 milioni di euro per

risistemarla. Soldi che non abbiamo considerando anche che dobbiamo 18 milioni

di euro al Consorzio Stadium per una sentenza legata proprio alla costruzione

del San Nicola». Il Comune però tende comunque la mano alla società. «Noi

siamo disposti a sostenere il Bari per questo campionato — aggiunge Emiliano —

ma è l'ultima volta. Siamo pronti a collaborare e ad aiutare la società anche

nel riparare il manto erboso, intervento che costerebbe diverse migliaia di

euro. Ma è arrivato il momento di vendere il Bari e non voglio proprio credere

che non ci sia nessun imprenditore interessato». L'amministrazione ha anche

contattato l'architetto Renzo Piano chiedendo di predisporre un progetto di

risistemazione dello stadio (sottoposto a vincolo d'autore) che prevede la

demolizione di una parte e la successiva ricostruzione, fornendo lo stadio di

nuove strutture accessorie come negozi e alberghi. «Siamo pronti a venderlo —

continua Emiliano — ma a patto che la società decida di vendere il Bari. Non

ha senso anticipare i tempi. Chi riporterà il grande calcio a Bari si assumerà

anche il compito di gestire i costi di manutenzione dello stadio San Nicola.

Ora come ora questa società non è più in grado, a causa dei debiti, di

provvedere alla manutenzione dello stadio così come alla gestione della

squadra e quindi deve fare un passo indietro». L'assessore allo Sport, Elio

Sannicandro, comunque, garantisce: «Lo stadio non è pericoloso».

L'amministrazione sta valutando invece la possibilità di intervenire sul

vecchio stadio della Vittoria. «Preferirei ristrutturare quella struttura

piuttosto che il San Nicola — dice Emiliano —. Il Della Vittoria viene usato

per tanti progetti sociali ed è preferito dalle società per i concerti. Ma ora

è il momento di risolvere la questione San Nicola: spero la società prenda in

considerazione la mia offerta di collaborazione. Per il bene della città».

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Calcioscommesse

La settimana dei deferimenti,

attesa per Conte

Il tecnico della Juve in caso di “rinvio a giudizio” rischia l’omessa denuncia o l’illecito sportivo

di MATTEO PINCI (la Repubblica 23-07-2012)

ROMA — La settimana dei deferimenti. La Procura Federale prepara le carte

per il nuovo processo sportivo, quello che porterà davanti alla Commissione

Disciplinare molti “big” del calcio italiano: il presidente del Siena

Mezzaroma, l’ex presidente del Lecce Semeraro, il presidente del Grosseto

Camil-li, tre club potenzialmente a rischio retrocessione per responsabilità

diretta. Ma soprattutto l’allenatore della Juventus Conte. Tremano anche

il Bari, il pentito Masiello, Bonucci (ma la sua posizione potrebbe essere

stralciata), Stellini e forse Pepe. E se le maglie dovessero allargarsi, nella

rete finirebbero anche gli spogliatoi al completo di Bologna e Siena, a

rischio omessa denuncia generale. Il procuratore federale Palazzi e i suoi

vice si riuniranno oggi, in via Po: un lieve impasse, dovuto ad alcune

posizioni delicate (ad esempio quella dei giocatori del Bologna messi al

corrente da Portanova del rischio combine) ha rallentato i lavori, ma da

stasera a mercoledì ogni momento è quello buono per i “rinvii a giudizio”.

Poi dal 2 agosto il via al procedimento (si chiuderà in 2-4 giorni). Dovrebbe

restare fuori il filone di Napoli, valutato poi con le posizioni di Lazio e

Genoa. L’attenzione generale è concentrata soprattutto sulla situazione

di Conte. Tre strade possibili: deferimento per omessa denuncia, rischio

di illecito sportivo per Novara-Siena e infine il doppio deferimento per

entrambe le contestazioni. L’illecito rimane ipotesi reale, anche se meno

semplice da sostenere rispetto a un mese fa, alla luce degli sviluppi

d’indagine che hanno indebolito – nel caso specifico – le accuse del pentito

Carobbio. Rischia Mezzaroma e con lui il Siena. Delicatissimo il caso Lecce:

quasi impossibile evitare la responsabilità diretta. E il rischio serie C (Lega

Pro ndt).

___

CorSera 23-07-2012

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___

CALCIOSCOMMESSE

Conte, Siena e Lecce

Ansia per i deferimenti

art.non firmato (CorSport 23-07-2012)

ROMA - Parte la settimana più calda dello scandalo scommesse. Da

oggi, il procuratore federale Stefano Palazzi si riunirà con i suoi più

stretti collaboratori per chiudere i deferimenti più delicati e complessi di

questa brutta vicenda. Con il fiato sospeso, soprattutto, Conte (e con

lui la Juve), il Siena e Mezzaroma, ma anche le altre società che rischiano

la responsabilità diretta per illecito sportivo. E dunque in ansia pure il

Grosseto (per la partita contro l’Ancona) e soprattutto il Lecce, con l’ex

presidente Semeraro che è stato ascoltato giovedì scorso, ma che non

avrebbe convinto gli investigatori federali (ci sono le carte arrivate da

Bari a pesare sulla combine del derby). E a rischiare potrebbe essere

anche il Bari, gli interrogatori di gran parte dei vertici societari ad inizio

giugno, dal direttore generale Garzelli in giù, potrebbero essere un indizio.

LAVORO - Palazzi ha già studiato le carte, il lavoro che gli uomini a lui più

fedeli hanno svolto fino ad oggi, spesso sacrificando le proprie attività.

Adesso è arrivato il momento di tirare le somme, di mandare alla sbarra

(sportiva) chi si è macchiato del delitto più grave, l’illecito sportivo, ma

anche chi sapeva e ha taciuto. Il tutto sullo sfondo delle scommesse,

nuova frontiera delle combine nel mondo del calcio, la partita truccata non

(o non solo) per acquisire vantaggi in classifica, ma soprattutto economici.

Una fitta rete di faccendieri e giocatori, di criminalità organizzata che vede

nel football una nuovo orizzonte di guadagno. Palazzi starebbe preparando

i deferimenti, alcuni a sorpresa. Da questa sera, ogni giorno è buono, anche

se i rinvii a giudizio sportivo sono attesi per mercoledì. Allora sapremo. . .

___

Scommesse Entro la settimana si parte: rischiano Lecce, Siena e Grosseto. Conte in bilico

Palazzi prepara i deferimenti

di SIMONE PIERETTI (IL TEMPO 23-07-2012)

Sarà la settimana dei deferimenti, quella decisiva per riscrivere la geografia

del calcio italiano. Il procuratore federale Stefano Palazzi giovedì scorso ha

ultimato le audizioni ascoltando l'ex presidente del Lecce Pierandrea

Semeraro.

Ora manca soltanto il ds del Cittadella Marchetti, che con ogni probabilità

comparirà davanti agli 007 della Procura Federale mercoledì 25. L'inchiesta

sportiva, basata sui filoni della Procure di Cremona, Bari e Napoli, è

arrivata al capolinea. Domani, al massimo dopodomani, il procuratore

federale renderà noti i rinvii a giudizio per avviare il procedimento. Due le

società che rischiano la responsabilità diretta, Lecce e Grosseto: rischia

anche il Siena che - tuttavia - potrebbe comunque evitare tale capo di

imputazione. Molto ruoterà intorno alla figura del presidente Mezzaroma

che durante l'audizione pare aver convinto della propria innocenza gli

inquirenti. Scontata la responsabilità diretta per Grosseto e Lecce, visto

il presunto coinvolgimento diretto del presidente dei toscani Camilli e dell'ex

presidente dei salentini Semeraro. I due club rischiano la retrocessione.

Ancora dubbi - invece - sulla situazione dell'ex tecnico del Siena Conte,

chiamato in causa a più riprese dall'ex giocatore Carobbio. La Procura ritiene

che le affermazioni di Gervasoni e dello stesso Carobbio siano attendibili.

Per questo la posizione all'attuale allenatore della Juve non è semplice. Nel

processo che partirà all'inizio di agosto, i giudici potrebbero essere chiamati

a valutare solo i club chiamati alla sbarra per responsabilità diretta, gli altri

casi dovrebbero essere valutati successivamente. Tutto ciò per facilitare

la compilazione dei campionati e la formulazione dei calendari.

___

la Repubblica - Genova 23-07-2012

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___

GLI ALTRI CASI

Siena, Lecce e Grosseto:

club a rischio

di FRANCESCO CENITI (GaSport 23-07-2012)

Non solo Antonio Conte. L'ansia deferimenti è di molti tesserati, ma

soprattutto di club che rischiano la responsabilità diretta (e quindi

la retrocessione). A forte rischio Lecce e Grosseto, mentre il Siena

di Mezzaroma potrebbe cavarsela con la oggettiva. I toscani, però,

potrebbero avere un altro problema: se la Procura darà seguito

all'accusa di Carobbio per la gara col Novara, allora molti suoi

giocatori sono passibili di squalifica. Tutti questi motivi hanno

spinto la Procura a dividere in due tronconi i deferimenti: la

precedenza sarà data ai casi che non possono essere rimandati.

E tutte le situazioni che in qualche modo gravitano intorno a

questa orbita saranno «attratte» nella prima parte. Non ci sono

molti margini: il processo dovrebbe iniziare il 2 agosto (nel primo

giorno ci saranno anche i patteggiamenti) e finire dopo circa

4 giorni. Entro Ferragosto sentenza d'appello in modo da consentire

l'avvio regolare dei campionati. Dovrebbero restare fuori, invece,

partite come Lazio-Genoa e tutto il filone di Napoli. Le eventuali

penalizzazioni (e le squalifiche) potranno essere date anche a

campionato in corso. Tutti gli altri conosceranno ad ore il loro

destino: da Bonucci a Pepe, da Portanova ai suoi compagni del

Bologna, dall'Udinese al Bari.

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LE VERITÀ NASCOSTE

Che fine ha fatto la

responsabilità oggettiva?

Nel calcio il vil denaro cancella il baluardo etico

della “responsabilità oggettiva”, senza cui la

giustizia sportiva non ha senso. I precedenti scandali

dal 1980 confermano l'evoluzione amorale del pallone.

di GIOVANNI ARMILLOTTA (Limes 16-07-2012)

«Ma a chi invece non resta nulla - oltre le umiliazioni, la miseria, l’affitto

oneroso, la famiglia da mantenere, la disoccupazione, gli invivibili quartieri

dormitorio, l’aria malsana, l’immondizia straripante - la squadra di calcio

amata diventa l’unico valore». Per cui se il club per cui si tifa trionfa, i

tifosi, gli sportivi - ossia quasi tutti gli italiani - il giorno dopo si alzano di

buon umore. O meglio, non tutti, ma quelli che hanno vinto. E non parlo

soltanto dei nostri connazionali.

A che prezzo? I guadagni nella stagione 2010-2011 hanno raggiunto una

quota di 16,9 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto alla stagione

precedente. I ricavi della Serie A sono passati a 21 milioni di euro (+1%)

toccando gli 1,55 miliardi di euro. Hanno mantenuto il quarto posto avanti

alla Ligue 1 francese, i cui ricavi hanno raggiunto i 1, 04 miliardi di euro,

unici in calo (-3%) tra le prime cinque leghe del Continente - inglese,

tedesca, spagnola, italiana e, appunto, transalpina.

Il calcio è uno Stato nello Stato, con tanto di apparati e vertici “politici”

e amministrativi, presidenti, giudici, avvocati, medici, norme legali e

“cittadini” stessi di Serie A (tifosi organizzati che contano) e Serie B

(sportivi abbonati e non, che si recano allo stadio e contano molto meno).

A Bari, addirittura, alcuni ultras il 20 marzo 2011 hanno avvicinato «i

calciatori biancorossi per imporre loro di perdere le successive partite di

campionato».

Aggiungiamo a tale entità “statuale” una stampa qualificata e specifica e

un “ordine professionale” di validi e preparati radio-telecronisti - sia pure

umiliati da imposti “commentatori tecnici”. Oltre a ciò mettiamoci i grandi

capitali aggirantisi fra le nomenclature calcistiche e gli sponsor, i quali si

estendono dall’abbigliamento, ai gadget, alle tv, con tanto di diritti di

trasmissione Rai, Mediaset, alta definizione, digitale terreste e satellitare.

È sin troppo facile capire che tutto ciò non può non intaccare quella che

una volta era “sana” per definizione: la tenzone sportiva. Gli scandali relativi

alle scommesse clandestine fanno parte di una totalità devastante che si

sviluppa in modo esponenziale a cui non partecipano solo calciatori, arbitri e

organizzatori degli illeciti. Si trascende dal mondo “sportivo” propriamente

detto, toccando ambienti quali le mafie e il riciclaggio. All’illecito come

sempre seguono prima l’indignazione poi l’impegno di punizioni esemplari,

ma in fin dei conti paga solo qualcuno per tutti - come la Juventus tempo fa.

La questione preoccupante è piuttosto un’altra. Molto tempo addietro il

calcio aveva sane e granitiche consuetudini. Se un calciatore, un arbitro o un

funzionario fosse stato riconosciuto reo, sarebbe stato espluso dal mondo del

pallone. Un giusto metro d’altronde: nel momento stesso in cui un cittadino

fosse colto in flagranza di reato laddove lavora o altrove, perde ‘ipso facto’

l’incarico ed è segnalato al casellario giudiziario, con pochissime successive

occasioni di essere reintegrato in quell’ambiente.

Oltre a ciò la società in cui operavano i colpevoli era colpita con vigore;

anche se non fosse stata a conoscenza dei fatti, essa poteva pure pagare

il fio con la retrocessione. Il concetto e lo strumento chiave in questo

ragionamento era la "responsabilità oggettiva": per i tribunali operanti in

seno alle federazioni sportive, esso rappresenta un validissimo strumento

d’equità, non potendo i giudici costringere i convenuti ad ammettere i fatti

acclarati e nemmeno comminare sanzioni relative agli ordinamenti penali

ordinario o militare.

Senza “responsabilità oggettiva”, la giustizia sportiva non avrebbe senso

poiché “libererebbe” qualsiasi membro di una società a delinquere assieme

a chiunque. Facciamo un esempio: il funzionario X con il calciatore Y fanno

in modo di decidere ex ante il risultato di un incontro; nel caso il tutto

venisse a galla, X d’accordo con Y darebbe la colpa al secondo, dando ad

intendere di essere all’oscuro; così salverebbe la società, mentre Y avrebbe

avuto già delle garanzie sottobanco in previsione della scoperta dell’illecito.

Già dopo il primo grande scandalo-scommesse del campionato 1979-80,

l’istituto della “responsabilità oggettiva” iniziò a scricchiolare pericolosamente.

A seguito della vittoria dell’Italia ai Mondiali di Spagna del 1982, evento atteso

da 44 anni, una grande amnistia portò i protagonisti di quello scandalo a calcare

nuovamente i campi di calcio, al contrario del cittadino-paria di cui sopra. Un po’

come gli antichi monarchi: quando nasceva il primo figlio maschio, aprivano

le carceri.

Negli anni gli scandali si sono ripetuti regolarmente e le sanzioni sono

decisamente meno severe e quindi maggiormente attaccabili dalla difesa con

bizantinismi e busillis. Appare evidente la maniera in cui la “responsabilità

oggettiva” sia stata sconfitta irreversibilmente. Alcune società hanno evitato

la retrocessione e molti sono tornati sul manto erboso al prezzo di pochi mesi

di allontanamento; per non parlare delle varie prescrizioni atte a dimostrare

Moggi quale male assoluto.

Mi chiedo: se è dimostrato il reato commesso, la compravendita della partita

e tutto il resto, quale valore morale può essere rappresentato da pentimenti e

patteggiamenti di cui si sta facendo largo uso? Non siamo in un confessionale

o nell’animo di un terrorista sinceramente contrito per il male che ha fatto.

Perché equiparare i casi di individui che cercano di investire i 30 anni e

passa del loro squallido tramonto con i momenti giudiziali più dolorosi della

Repubblica? Cosa importa al calciatore a fine carriera di una pena anche di 24

mesi o dell’amore dei tifosi, quando può invece raggranellare tanti soldi

subito e in nero?

Quando finirà questo circo Barnum di pagliacci corrotti e senza scrupoli?

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Le ’ndrine nel pallone

Padrini e presidenti. Da tempo la mafia calabrese ha messo le mani

sullo sport nazionale. Attraverso un club si può riciclare denaro

e persino legalizzare le estorsioni. Viaggio tra i campi di

periferia per scoprire dove nasce il consenso attorno alle cosche

di ALESSIA CANDITO (left-AVVENIMENTI n. 28 - 14 luglio 2012)

Un secondo posto non sembra bastare a scatenare la patriottica euforia che

all’ombra di insperate vittorie tutto cancella e tutti assolve. E allora –

forse – tornato in patria, Gianluigi Buffon non si potrà limitare a spiegare

come e perché gli spagnoli abbiano bucato quattro volte e da quattro

differenti angolazioni la sua porta. Ai pm di Cremona, il portierone azzurro

dovrà chiarire se quei milionari trasferimenti di denaro a favore di uno

sconosciuto tabaccaio di Parma, stanati dalla Guardia di finanza, siano

davvero «un aiuto ad un amico, legittimo perché – come dice Buffon – con i

miei soldi faccio ciò che voglio» o piuttosto, come sospettano i magistrati,

un rudimentale sistema di scommesse per interposta persona. E Buffon non sarà

l’unico chiamato a dare lunghe e dettagliate spiegazioni a giudici che

difficilmente si accontenteranno di disquisizioni su sistemi di gioco o

schemi. L’inchiesta non è che l’ennesima mazzata su un sistema calcio che

ormai sa di marcio. E di ’ndrangheta. Perché il pallone non è solo una

straordinaria macchina di consensi, ma anche un business che – lontano da

occhi indiscreti – fa girare miliardi. Riciclaggio di soldi mediante

sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine, presidenti

prestanome, il mondo ultrà, le scuole calcio: sono migliaia i canali che la

malavita di ogni ordine e grado utilizza per fare soldi con il pallone. E come

dimostrano le ultime inchieste, clan differenti nella genesi, ma uniti nel

comune obiettivo del profitto, sono in grado di utilizzarli tutti. Al di là

delle singole posizioni di giocatori e società, l’ultimo filone d’inchiesta

sul calcioscommesse parla chiaro: sul pallone c’era e c’è l’ombra lunga delle

’ndrine. Fra i protagonisti c’è infatti anche l’ex stellina della Nazionale

under 21, Giuseppe Sculli, nonché nipote prediletto del boss di Africo

Giuseppe Morabito, “U tiradrittu”. Un parente ingombrante, che Sculli – già

casualmente pizzicato a combinare partite nell’ambito di un’indagine della Dda

sulla sua famiglia – ha sempre difeso in modo netto: «Vergognarmi? Io vado a

testa alta, per me mio nonno non ha fatto nulla di male». E il nonno, feroce e

sanguinario boss della Jonica, per quel ragazzino che si voleva fare strada

palla al piede, ha sempre avuto una predilezione particolare, tanto che gli

investigatori durante la sua latitanza hanno girato gli stadi di mezza Italia

nella speranza di trovarlo a veder giocare il campione di casa. Una passione,

quella per il calcio, che è costata cara a un altro boss, Rocco Aquino,

tradito da un sms inviato a una trasmissione televisiva in cui contestava

l’espulsione dei due figli in una gara della squadra della quale era stato

presidente, il Marina di Gioiosa Ionica. Un undici giovanissimo che militava

nel campionato di promozione calabrese e che poteva vantare non solo un

mammasantissima come presidente, ma anche i figli del boss – i gemelli Aquino

– come onnipresenti e inquestionabili titolari. E proprio l’espulsione dei due

rissosi fratelli ha spinto il papà-presidente – carica ricoperta fino a quando

il mandato di cattura spiccato dalla Dda, nel corso dell’operazione Crimine,

non lo ha costretto a una precipitosa latitanza – a inviare a una tv locale

quel messaggio firmato “un dirigente” che ha permesso agli investigatori di

localizzarlo.

Ma Rocco Aquino non è l’unico boss della ’ndrangheta ad aver sperimentato la

carriera di presidente di club. Perché in Calabria il calcio è anche una

macchina di consenso che affonda le radici nelle speranze di chi vede nel

pallone la strada di una vita diversa e migliore. E si ritrova schiavo di un

clan. Che magari vende una partita in cambio di una fornitura di kalashnikov.

Dieci maggio 1997: sul campo ci sono il Locri e il Crotone. I pitagorici hanno

bisogno di un punto per approdare alla C2 e cominciare la scalata al calcio

che conta. La partita si chiude con un pareggio che basta al Crotone per

conquistare la tanto agognata serie superiore. Ma che non è frutto né del caso

né di opposti agonismi. Lo rivelerà 13 anni dopo il pentito Vincenzo Marino,

che ai magistrati confesserà il prezzo di quella scalata alla C2: un carico di

bazooka e kalashnikov da centinaia di migliaia di euro che i Vrenna di Crotone

hanno acquistato dai Cordì, padroni per oltre 15 anni – ha dimostrato

l’inchiesta Giano e confermato l’indagine Leone – del Locri calcio. Una

circostanza confermata anche dai testimoni di giustizia Luca Rodinò e Rocco

Rispoli nel corso del processo Shark, secondo i quali il clan, attraverso

Guido Brusaferri, non solo era riuscito a mettere le mani sulla squadra, ma

faceva anche da “garante” ai calciatori che considerava vicini.

E dalla Jonica alla Tirrenica, il copione in Calabria non cambia. Se a

Crotone a dettare le leggi - anche sul rettangolo verde – erano i Vrenna, a

Locri i Cordì, a Rosarno anche il calcio si muove secondo le regole decise dal

clan Pesce. «Francesco ha amici nel pallone e ci portano affari. Ha uno che

compra e vende: questo è l’inserimento che dovete fare. Bisogna inserirsi e

investire al Nord… Ci sono 22 giocatori, quelli portano pane, portano novità.

Così è e così va bene». Antonino Pesce, “U testuni”, è dietro le sbarre, ma

questo non gli impedisce di dettare la linea a tutto il clan. Sulla squadra di

casa, o meglio “di famiglia”, quella vecchia Rosarnese diventata Interpiana

dopo la fusione con il Cittanova, bisogna continuare a investire. Perché crea

consenso e garantisce rispetto. Ma soprattutto perché è un business che

permette di drenare fondi dai commercianti locali sotto forma di

sponsorizzazioni. Quasi estorsioni legalizzate. E “ripagate” con i giocatori

della rosa che mangiano, dormono, fanno la spesa, lavano i vestiti e persino

si tagliano i capelli lì dove il clan indica e non altrove, e gli ospiti

spediti a soggiornare dove ai Pesce più conviene. I calciatori, inoltre,

possono dare una mano a risolvere “problemi” . «Il calcio serve ad allargare

le conoscenze. Hai un casino per della droga da consegnare? Il calciatore avrà

pure un amico o un parente pulito… Io tramite Ciccio Testuni (Francesco Pesce,

ndr) ho risolto una questione nel brindisino attraverso un giocatore»,

racconterà al sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Alessandra

Cerreti, il collaboratore di giustizia Salvatore Facchinetti.

Estorsioni quasi legalizzate, un indotto drogato, uomini puliti da utilizzare

all’occorrenza: per i Pesce, il calcio era un business vincente. Da

esportazione. Nel 2005 la cosca reggina cerca addirittura di rilevare il

Cosenza, all’epoca in B, ma l’affare va in fumo. Più fortuna il clan di

Rosarno la avrà un anno più tardi con il Sapri, in provincia di Salerno, lì

dove la camorra regna e fa affari anche – soprattutto – con la ’ndrangheta.

Ma il 21 Aprile 2011, la scalata al calcio giocato dei Pesce di Rosarno viene

spazzata via dagli arresti e dai sequestri dell’operazione All Clean, condotta

dal pm Cerreti. O almeno così lo Stato ha tentato di fare. Perché la

’ndrangheta non ci sta mai a perdere. Neanche sul rettangolo verde. Dopo il

provvedimento di confisca, seguito al sequestro e confermato in primo grado,

la squadra si sbriciola. La tifoseria sparisce. L’Interpiana non ha più uno

stadio di casa ed è costretta a disputare gli incontri “pellegrinando” tra i

campi limitrofi. Alla presidenza spunta quell’antico sponsor e sospetto

prestanome Vincenzo Condomiti, che nel giro di poco farà le valigie, i

finanziatori si dileguano, l’allenatore Mommo Misiti lascia e dall’ultima

domenica di febbraio 2012 lo faranno anche i giocatori. In molti, pur di non

giocare, presenteranno certificati medici che attestano le più diverse

malattie: dai disturbi neurovegetativi alla dissenteria. Secondo indiscrezioni,

nei mesi precedenti tutti avevano protestato per quella parte di stipendio “a

nero” che il clan versava regolarmente e che dopo la confisca pretendevano di

continuare a percepire.

La squadra comincia a perdere, e male – 5 a 0, 6 a 0 – crolla dai primi posti

della classifica alla zona retrocessione. Arriva qualche nuovo giocatore,

alcuni anche del gruppo Aquanera dalla Lombardia, cui la società può

promettere solo un rimborso spese e l’ex stella del calcio argentino Pedro

Pablo Pasculli – campione del mondo nell’86 con gli undici di Diego Armando

Maradona – si offre come nuovo allenatore. Ma non basta. L’Interpiana

retrocede. E strangolata dalla mancanza di fondi, l’anno successivo rischia di

non potersi iscrivere neanche al campionato di Eccellenza. Il titolo potrebbe

essere venduto, certo, ma è un’ipotesi che non viene neanche tenuta in

considerazione: nessuno se non i Pesce, o chi per loro, si presenterebbe per

comprarlo. Una sconfitta per lo Stato, che ha strappato la squadra alla

’ndrangheta, una sconfitta per Rosarno, dove la scomparsa dell’Interpiana

potrebbe diventare la prova plastica di una città che solo sotto il giogo

delle ’ndrine può sopravvivere. Nei mesi scorsi, la Provincia reggina aveva

promesso una donazione di 40mila euro, che nel corso dei mesi si è miseramente

ridotta a 4mila. Il tentativo di organizzare una partita di beneficenza con la

più nota e blasonata Reggina, è andato in fumo. Insieme al sogno di strappare

alla ’ndrangheta una straordinaria macchina di denaro e di consenso.

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SCOMMESSOPOLI

Caso Conte

Non ascoltate solo i pentiti

Conte, i pentiti

e l'altra verità

Il Tnas detta le regole: le indagini difensive

devono avere peso nel processo sportivo

di MARIO STAGLIANO avvocato penalista ed ex vicecapo

Ufficio Indagini Figc (TUTTOSPORT 24-07-2012)

La giustizia sportiva, fino alla fine degli anni 90, era qualcosa di molto

simile alla giustizia sommaria. Vigeva il principio dell'inversione dell'onere

della prova: una volta acquisiti indizi di responsabilità, spettava al

tesserato dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli (una vera e

propria probatio diabolica, nella maggior parte dei casi).

Solo nel 2001, con il famoso caso relativo alla gara Atalanta-Pistoiese del 20

agosto 2000, le difese riuscirono a far riconoscere valido il principio -

fondamentale nell'ordinamento comune - dell'onere della prova a carico degli

organi inquirente (rappresentato all'epoca dall'Ufficio Indagini) e requirente

(rappresentato dalla Procura Federale), anche se ad un livello di grado

inferiore rispetto alla «prova al di là di ogni ragionevole dubbio». Questo

comportò una difficoltà quasi insormontabile di riuscire a dimostrare la

responsabilità dei tesserati, in particolare nelle ipotesi di illecito

sportivo (da quell'Atalanta-Pistoiese uscirono tutti prosciolti e solo

recentemente uno dei calciatori coinvolti, Cristiano Doni, ha ammesso che ci

fu effettivamente un accordo, seppure definito di tipo "goliardico").

In quegli anni, però, iniziò un fenomeno completamente sconosciuto nel periodo

precedente. Alcune Procure della Repubblica, indagando su reati di particolare

allarme sociale, nell'esaminare alcune intercettazioni telefoniche o

ambientali, avevano constatato la sussistenza di comportamenti che in taluni

casi potevano anche essere di loro interesse, ma che comunque ritenevano

essere di interesse della Giustizia Sportiva, in quanto in violazione delle

norme comportamentali imposte ai tesserati.

IN QUESTI casi, applicando il disposto della legge 401/89, gli Organi della

Giustizia Ordinaria avevano disposto la trasmissione degli atti - non coperti

da segreto istruttorio - agli organi della Giustizia Sportiva per l'azione

disciplinare.

LA PREVALENZA DEI PM

Le maggiori indagini degli anni 2000 trovano il loro spunto proprio dalla

collaborazione tra i magistrati ordinari e quelli sportivi (anche se, in

qualche caso, sarebbe più corretto parlare di recepimento dei secondi); basti

ricordare il calcioscommesse del 2004 (nato da un'indagine della DDA di Napoli),

il caso Genoa-Venezia del 2005 (indagavano i pm di Genova), la famosa

Calciopoli del 2006 (figlia dell'indagine napoletana del 2004), fino ad

arrivare alle recenti inchieste di Cremona, Napoli e Bari. In tutti i casi ai

quali si è appena fatto cenno, a fronte delle eccezioni sulle intercettazioni

gli organi giudicanti della Federcalcio, sia di primo che di secondo grado,

hanno sempre risposto che, trattandosi di atti provenienti da organi della

giustizia ordinaria - prevalenti su quelli della giustizia Figc - non si

poteva porre in dubbio liceità dell'acquisizione e utilizzabilità. Da questo

principio, ormai conforme e consolidato, è scaturita la conseguenza che tutto

quanto fosse stato trasmesso dai giudici ordinari dovesse ritenersi fonte

privilegiata, anche se (come nel caso di Calciopoli) si trattava di una mera

ipotesi accusatoria. Nel 2007 poi, il Codice di Giustizia della Federcalcio ha

introdotto l'istituto del cosiddetto patteggiamento e della collaborazione, di

fatto introducendo la figura dei c. d. pentiti o collaboranti. In buona

sostanza, al tesserato che collabora con l'organo inquirente, ammettendo le

proprie responsabilità e coinvolgendo - se del caso - responsabilità altrui,

sono concessi significativi sconti di pena, come accaduto nei recenti casi

eclatanti che hanno visti coinvolti i calciatori Micolucci, Carobbio e

Gervasoni.

INDAGINI DIFENSIVE

Con questo quadro deprimente per i diritti della difesa, sostanzialmente

chiamata a districarsi tra gli atti provenienti dalle Procure e le accuse dei

pentiti, qualcuno si è posto il problema sulla utilizzabilità, in ambito

sportivo, delle indagini difensive previste dall'articolo 391 bis e seguenti

del Codice di Procedura Penale. Come sta capitando, anche nel caso Conte.

Non si vede, invero, quale possa essere l'ostacolo da frapporre. Per poter

contrastare l'ammissibilità delle prove dichiarative provenienti dai non

tesserati, infatti, la Giustizia Sportiva si è sempre fatta scudo con la

mancanza di conseguenze ove i testi si fossero resi responsabili di mendacio.

Nel caso delle indagini difensive, invece, sia i testi, sia i difensori degli

indagati si assumono responsabilità penali e disciplinari, in caso di false

dichiarazioni o di modalità scorrette di acquisizione. Il fascicolo delle

indagini difensive entra a far parte del fascicolo del pm e, in un processo di

parti quale è il nostro processo penale, ne entra a far parte con pari dignità

(quantomeno in linea di principio).

UN DOVERE

Nello stesso identico modo in cui la Giustizia Sportiva fa propri gli atti del

pm DEVE far propri gli atti delle indagini difensive per valutarli alla stessa

stregua delle ipotesi accusatorie dell'organo inquirente (pubblico e sportivo)

e delle dichiarazioni dei pentiti-collaboranti. Altrimenti, si svuoterebbe

totalmente il diritto di difesa garantito dallo stesso Statuto della Figc

(art. 33 n.2). Solo la valutazione, in concreto: da parte degli organi

giudicanti federali degli elementi a favore della tesi accusatotia e di quelli

a favore della tesi difensiva, potranno rendere operativo quel principio di

carattere generale più volte accennato dal Tnas in base al quale: «Il grado di

prova richiesto, per poter ritenere sussistente una violazione, deve essere

comunque superiore alla semplice probabilità, ma inferiore all'esclusione di

ogni ragionevole dubbio(...)deve ritenersi sufficiente un grado inferiore di

certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, in modo

tale da acquisire una ragionevole certezza in ordine alla commissione

dell'illecito». Se, in ipotesi assurda, i giudici Figc dovessero decidere solo

sulla base degli elementi indiziari portati dall'accusa, senza prendere in

considerazione gli elementi portati dalla difesa con la modalità delle

indagini difensive, commetterebbe una palese violazione delle norme di

garanzia e dei principi da loro stessi predisposti. Difficile credere ad una

tale possibilità; se questo si verificasse, vorrebbe dire per la giustizia

sportiva tornare all'antico principio di inversione dell'onere della prova e

potrebbero risuonare ancora le parole di un Maestro del diritto che anni fa

ebbe a dire: «In cinquant'anni di professione non ho mai conosciuto nulla di

più ingiusto della Giustizia Sportiva».

-------

TRA OMISSIONE E ILLECITO

Palazzi ai dettagli

Rischio stangate

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 24-07-2012)

ROMA. Ci vorrà ancora un po’ per i deferimenti di Palazzi, tra domani e

venerdì la pubblicazione. Antonio Conte, e tutti gli altri sulla graticola di

Scommessopoli, dovranno penare ancora qualche giorno per sapere da cosa

(e come) difendersi. Per il tecnico juventino si balla da un’omessa denuncia

(su due gare?) all’illecito (per Albinoleffe-Siena) con relativa squalifica lunga.

Palazzi sta valutando con perizia chirurgica il capo d’accusa, Conte e il

Siena sono gli imputati “big” di questo processo e il pm federale vuole fugare

tutti i dubbi in cui potrebbe incappare il suo castello accusatorio basato

sulle dichiarazioni di Filippo Carobbio. Il pm riflette, anche ieri durante la

riunione fiume con il suo pool federale: la sua accusa (e le sentenze) devono

resistere anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Come ai tempi

dell’Ufficio Indagini, gli 007 di Palazzi hanno fatto gli investigatori, ora

spetta a lui - da pm e gip - fare la sintesi. Chi andrà a processo stavolta

rischia di prendersi tutti i carichi in entrambi i gradi. A meno che non

confessi e si avvalga dell’articolo 24. Antonio Conte è convinto della sua

innocenza e difficilmente farà un passo indietro, proprio per questo Palazzi

sta spendendo gran parte del suo tempo per valutare il capo d’accusa più

congruo su Conte e il Siena (oggettiva più che diretta) e sulle delicatissime

posizioni di Lecce e Grosseto. L’azione di Stellini in Albinoleffe-Siena era

isolata o Conte sapeva? L’intero spogliatoio del Siena smentisce, con

testimonianze giurate, il nuovo fronte delle linee difensive.

GIRAUDO AL TAR Il 2 e 3 agosto dovrebbero essere i giorni del processo

sportivo di Scommessopoli, ma nelle stesse ore al Tar contro la radiazione di

Calciopoli sono in aula Moggi (il 2) e Antonio Giraudo che il 3 ricorre,

assistito dagli avvocati Galasso, Krogh e Scoca.

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SCOMMESSE SLITTA L’EVENTUALE SQUALIFICA DEL TECNICO (MA SOLO SE NON PATTEGGIA)

Conte, la Supercoppa sembra al sicuro

I deferimenti non prima di venerdì

Via al processo il 6 agosto, sentenze dal 13

di MAURIZIO GALDI (GaSport 24-07-2012)

Neanche il weekend ha fermato il lavoro della Procura federale. Il capo

dell'ufficio, Stefano Palazzi, sebbene abbia raggiunto la famiglia al mare,

non ha mai abbandonato il computer. E già ieri era al suo tavolo di lavoro in

via Po in riunione con i suoi vice, ma questo non è servito ad accorciare i

tempi per la chiusura del capitolo deferimenti.

Uno slittamento «Le carte sono tante e l'argomento è delicato», trapela

dagli uffici della Procura e tutto lo staff sta all'opera per mettere a punto

deferimenti «blindati» e a prova di eccezioni e difese. Probabile che gli

avvocati solo venerdì mattina si vedranno recapitare gli atti, poi avranno i

«tempi abbreviati» per chiedere gli atti e presentare le memorie. Questo

significa che anche la «prenotazione» fatta dalla Federcalcio alla Coni

servizi dei locali dell'ex ostello della gioventù, slitterà. In un primo

momento sembrava che il procedimento davanti alla Disciplinare dovesse

partire il 2 agosto, ma ora si fa strada la data del 6. Naturale che slitti a dopo

ferragosto anche il secondo grado davanti alle sezioni unite della Corte di

giustizia federale: probabile data il 20 agosto, anche se si farà di tutto per

anticipare.

La Supercoppa In questo gioco allo slittamento, l'ipotesi di un Antonio

Conte saldamente seduto sulla panchina della Juventus in Supercoppa

prende piede. Attenzione tutti i condizionali restano e le ipotesi che ieri

Ġazzetta ha fatto della sua posizione restano immutate. Comunque se si

dovesse andare a un esame della sua posizione in aula, qualunque sia

la decisione della Disciplinare è ipotizzabile che l'allenatore della Juventus

potrebbe conoscerla solo lunedì 13, a Supercoppa giocata. Sempre nel ricordare

le tre ipotesi formulate, quella di un patteggiamento sarebbe immediatamente

esecutivo e quindi non potrebbe andare in panchina. Ricordiamo, infatti che i

patteggiamenti devono avvenire prima della chiusura del dibattimento e che

comunque lo stesso dibattimento dovrebbe durare al massimo tre giorni (6, 7 e

8 agosto).

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Inviato (modificato)

Palazzi fa notte per Conte

Deferimenti in arrivo: riunione fiume per decidere le sorti del tecnico

Le richieste possono slittare di 1-2 giorni: i federali vogliono essere inattaccabili da eventuali ricorsi

di ALBERTO ABBATE (CorSport 24-07-2012)

ROMA - Pensa e ripensa, Palazzi. Sfoglia e risfloglia quelle carte. E’

rinchiuso negli uffici di via Po da venerdì, col suo pool ieri ha trascorso

un’altra nottataccia. Pioveranno deferimenti a giorni, ore. Sarà un diluvio. E

la Procura mette subito l’ombrello: i rinvii a giudizio - attesi per domani,

ma potrebbero slittare a giovedì o venerdì - dovranno reggere nei dettagli al

prossimo processo. Che potrebbe scivolare di qualche giorno rispetto al 2

agosto. Guai ad aver fretta, farà comunque brutto tempo. La richiesta di

Palazzi verso Antonio Conte è la più attesa. E’ in ansia la Juve, l’aspettano

pure tutti i “deferiti” del precendente filone sulla base dell’”attendibilità”

del pentito Carobbio: «Il trattamento sarà uguale per tutti» , si mormora da

giorni in Procura Federale. Eppure comunque andrà, sarà un insuccesso.

Qualcuno rimarrà deluso.

PALAZZI STUDIA CAROBBIO - Se fosse rimessa in discussione la credibilità

di Carobbio, vacillerebbe l’intera inchiesta, che del pentito ne ha fatto un

perno. Sinora non era riuscito a scalfirla nessuno, neppure i mugugni di

tantissimi deferiti e condannati. Qualche lapsus nell’ultimo interrogatorio

però sta facendo meditare oltremodo Palazzi sui prossimi rinvii a giudizio.

Carobbio per lui è assolutamente attendibile, ma i suoi “spifferi” dovranno

reggere nei tre gradi (Disciplinare, Corte di Giustizia e Tnas). I legali si

appiglieranno a ogni errore. Come quella contraddizione di Carobbio

sull’incontro con Coppola, prima negli spogliatoi, poi in privato: dettaglio

fondamentale per il Siena e Mezzaroma, in attesa di una decisione.

LE DUE ANIME DELLA PROCURA - E’ un vincente, non tremerà neppure

stavolta Conte. Eppure la Juve è in ansia, eccome, per le sue sorti. E’ in

pericolo, Antoniocapitano, è nelle mani di Palazzi, appeso alle pene - più o meno

severe - della Giustizia Sportiva. Si sente innocente, il tecnico. Lo ha urlato a

squarciagola a via Po. Chiede d’essere scagionato da ogni accusa, la Procura

Federale sta invece studiando il suo deferimento. Se dovesse assegnargli un

pesantissimo “illecito”, non esisterà un patteggiamento ad Contem: se avesse

avuto qualcosa da confessare, lo avrebbe dovuto fare a tempo debito. Si

vociferano tante ipotesi, lo stesso Palazzi le sta vagliando e continuerà a

farlo. Darà il responso soltanto quando il suo giudizio sarà inattaccabile da

presumibili ricorsi. Ci sono due anime federali: una vorrebbe la linea morbida

(l’omessa denuncia), l’altra più dura (l’illecito). A Torino sono terrorizzati

dalla stangata.

FIATO SOSPESO - C’è in ballo la carriera dell’allenatore campione d’Italia, in

un certo senso il futuro della Juve e il sorriso di milioni di tifosi. Non è

una questione di figli e figliastri, è chiaro che ci sia un’attenzione

particolare per Conte. L’angoscia però travolge tante altre piazze. In Salento

c’è un Lecce con l’acqua alla gola, teme d’affogare in Lega Pro: “colpa”

dell’ex presidente Semeraro. Il Grosseto annusa la stessa sorte, per la

responsabilità diretta riconducibile al numero uno Camilli. Nubi nere sul Bari,

il Siena ora ha qualche brivido in meno, ma - come il Bologna - rischia

un’omessa denuncia generale, che decimerebbe la rosa. Un intero “spogliatoio”,

luogo dei presunti misfatti. Adesso arrivano i fatti.

___

LA STAMPA 24-07-2012

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___

SCOMMESSE

Arrivano i deferimenti

Juve in ansia per Conte

In caso di squalifica per un breve periodo panchina bianconera affidata a Baroni

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 24-07-2012)

ROMA – Un centinaio di interrogatori in appena 43 giorni e anche parte

della serie A va a processo. Sono attese entro venerdì le prime

notifiche dei deferimenti ai soggetti interessati con possibile primo

grado il 2 o 3 agosto. Date soggette a lievi oscillazioni anche se

l’intenzione è quella di finire per Ferragosto con la sentenza

d'appello, in modo da consentire l'avvio regolare dei campionati.

Nelle intenzioni del procuratore Palazzi dovrebbero essere al massimo

una trentina i deferiti (possibile stralcio per Bonucci) ai quali

andrebbero aggiunte alcune posizioni (Bertani, Acerbis, Turati,

Joelson ) stralciate nel procedimento scorso.

Diversi i club che rischiano la responsabilità diretta (e quindi la

retrocessione). Tra questi Lecce e Grosseto, mentre il Siena di

Mezzaroma potrebbe cavarsela con una serie di responsabilità oggettive

(incerte invece le posizioni di Bari, Bologna e Udinese) a meno che

non sia dato seguito alle accuse riguardo Novara-Siena: in quel caso

oltre alla responsabilità diretta, la società correrebbe il rischio di

veder squalificati molti dei suoi tesserati. Slitteranno probabilmente

a settembre, invece, i casi di Lazio e Genoa. Dubbi (sui tempi) per

quanto riguarda il Napoli.

A livello mediatico tutte le attenzioni sono incentrate su Antonio

Conte. Il tecnico della Juventus rischia per le accuse del pentito

Filippo Carobbio. Due le gare sotto osservazione: Novara-Siena

(«durante la riunione tecnica l'allenatore ci disse che c'era un

accordo per il pari») e AlbinoLeffe-Siena («fummo tutti d'accordo,

giocatori e staff tecnico, a lasciare la gara agli avversari»). Tre

gli scenari possibili: deferimento per omessa denuncia per

Albinoleffe-Siena, rischio di illecito sportivo per Novara-Siena o

doppio deferimento per entrambe le contestazioni, senza dimenticare la

gara Siena-Varese, dove Carobbio sostiene che qualcuno della società

avrebbe chiesto a Coppola di perdere la partita. Difficile fare

pronostici. Inizialmente sembrava che l’illecito potesse essere

difficile da sostenere in tema dibattimentale. Nelle ultime ore,

invece, non viene esclusa nessuna ipotesi. In caso di omessa denuncia,

gli avvocati di Conte potrebbero patteggiare una squalifica (3/4 mesi

oltre ad una forte ammenda), evitando il pericolo di un processo. Se

gli episodi dovessero due, Conte rischia uno stop di 18 mesi (con il

patteggiamento diventerebbero circa 6/7). In caso di squalifica breve,

la Juventus ha già in mente l’eventuale sostituto: si tratta del

tecnico della Primavera, Baroni. Diverso invece il discorso per

l’illecito: la situazione diventerebbe più pesante con la pena che

andrebbe dai 3 ai 5 anni. Inevitabile, a quel punto, cercare un altro

allenatore.

___

Derby, via alle audizioni

sentiti anche Palombo e Mannini

La procura: dieci giorni per le sorti dell’inchiesta

I due blucerchiati non sono indagati

Indagine in dirittura sugli ultrà e Dainelli

di STEFANO ORIGONE (la Repubblica - Genova 24-07-2012)

I NOMI di due giocatori della Sampdoria nell’indagine sulla presunta combine

nel derby con il Genoa del maggio 2011. A farli è il capo degli ultrà rossoblù

Massimo Leopizzi, accusato di favoreggiamento in relazione a dichiarazioni su

una vicenda già prescritta, quella sugli “accordi” nella partita con il

Venezia nel 2005. Il tifoso parlando al cellulare, con il suo interlocutore ha

tirato in ballo Daniele Mannini e Angelo Palombo. In particolare è una frase

dell’intercettazione che interessa la procura e che necessita di chiarimenti.

«Se Milanetto - indagato per frode sportiva - parlasse, loro finirebbero. . . ».

Il riferimento, secondo la procura è chiaro: il tifoso parla del derby,

impossibile non associare, se non altro avere il dubbio, che il discorso sta

ruotando attorno a quella partita. In ogni caso, è bene precisarlo, i due

giocatori non risultano indagati, ma non è escluso, salvo improvvisi dietro

front della procura, che vengano sentiti nei prossimi giorni in qualità di

testimoni. Le parole di Leopizzi, al centro delle indagini di Cremona e Genova

e soprannominato dagli inquirenti l’«ultrachiacchierone », sono tutte da

verificare, ma per il pm Biagio Mazzeo chiamare i due giocatori sarebbe un

percorso naturale per chiarire tutti i punti oscuri della vicenda e proseguire

l’indagine in quanto il fascicolo è passato per competenza dalla magistratura

di Cremona a quella del capoluogo ligure. Anche perché è previsto che, in

agosto, la magistratura faccia una valutazione complessiva e definitiva di

tutte le testimonianze, per decidere poi se esercitare l’azione penale o

archiviare. Per il momento nel fascicolo sono iscritte cinque persone: quattro

ex giocatori del Genoa, Domenico Criscito, Oscar Milanetto, Dario Dainelli e

Rodrigo Palacio, indagati per frode sportiva, e come detto il capo ultrà

rossoblù Massimo Leopizzi. Il procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico ha

ribadito che, per il momento, non sono stati iscritti nel registro degli

indagati giocatori o ex giocatori della Sampdoria perché ci sono troppe

dichiarazioni contrastanti di chi li cita in questa indagine (prima due, poi

otto), ma non ha escluso che potrebbero venire convocati non solo Palombo e

Mannini, ma anche Luciano Zauri. L’ex sampdoriano, come è noto, è stato

nominato da Leopizzi. Il tifoso avrebbe rivelato che prima del derby c’era

stata una cena in cui 18 giocatori della Samp avrebbero manifestato la

disponibilità a pagare i colleghi del Genoa se gli avessero fatto vincere il

derby che valeva la salvezza. Il pm Biagio Mazzeo, che coordina l'indagine,

dovrebbe convoca- re in queste settimane gli stessi giocatori rossoblù

coinvolti e probabilmente anche i tre blucerchiati per valutare le

dichiarazioni di Leopizzi, ritenute, pare di capire, piuttosto farraginose. Va

verso la chiusura anche l'inchiesta relativa alla presunta aggressione subita

da Dainelli nel gennaio scorso negli spogliatoi del campo di allenamento a

Pegli, il famoso “sequestro” da parte di alcuni tifosi che si erano presentati

al campo per accusare i giocatori di scarso impegno. Secondo il pm Biagio

Mazzeo, che in questi giorni si è recato al ritiro del Genoa a Bormio, dove ha

voluto sentire il capitano Marco Rossi, è chiaro che i giocatori avevano

subito minacce o violenze verbali esplicite. Anche in questo caso, la procura

non ha escluso che sia necessario in futuro ascoltare anche il patron del

Genoa, Enrico Preziosi. A proposito di chiusura indagini, è ormai arrivata al

capolinea l'inchiesta sui disordini avvenuti allo stadio Luigi Ferraris

durante la partita Genoa-Siena, che fu interrotta dalla tifoseria all'inizio

del secondo tempo ed i giocatori rossoblù furono costretti a togliersi la

maglia. Le posizioni dei tifosi che si sono resi protagonisti della vicenda

sono limpide e non necessitano di ulteriori approfondimenti.

Modificato da Ghost Dog

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L’intervista Sulley Muntari

«Quella volta

Buffon mi ha deluso»

di FRANCO ORDINE (il Giornale 24-07-2012)

Milanello

Scusi Muntari, ma lei sta già bruciando le tappe: è merito dei sensi

di colpa?

«Ho avuto le stampelle per una settimana, medici e fisioterapisti mi hanno

suggerito di procedere con calma, sono sicuro di tornare prima del 2013. La

mia fortuna è doppia: il legamento non era tranciato di netto ma solo

lesionato eppoi da quando sono arrivato a Milanello ho compiuto progressi

straordinari. I miei compagni di squadra mi incoraggiano: dai, che devi

tornare presto, mi ripetono».

Ma come le è venuto in mente di giocare a calcio con gli amici...

«Ho sempre giocato con i miei amici, potevo stirarmi e invece mi si è

lesionato il legamento, non accadrà mai più ma ora è meglio pensare positivo».

Galliani è ancora inviperito?

«Quando mi ha visto, mi ha fatto un cenno con la mano come per dire:

lazzarone. Gli ho promesso che tornerò più forte di prima».

Lo sa che per Allegri avrebbe giocato al posto di Van Bommel?

«A me quel ruolo è sempre piaciuto. Ma sono disponibile a giocare anche in

altri ruoli: così è stato con Spalletti a Udine, così con Mourinho all’Inter,

così sarà con Allegri».

Che aria si respira a Milanello senza Thiago Silva e Ibrahimovic?

«Aria fresca! Eravamo preparati all’addio di Gattuso, Nesta, Seedorf,

Zambrotta, Thiago e Ibra erano fondamentali per noi. Ma Galliani e Braida

sanno cosa fare. Non ho dubbi: il Milan sarà sempre il Milan, anche senza quei

due. Da qui sono partiti Shevchenko e Kakà e la squadra è tornata in alto.

Così dovremo fare noi».

Forse qualcuno, tipo Cassano, dovrà diventare un leader...

«No, Antonio non deve prendere il posto di Ibra, Antonio è già leader. E poi

non è solo. Perché abbiamo Cassano, Pato, Robinho. Non uno ma la squadra può

rimpiazzare Thiago e Ibra, ognuno deve dare di più».

Cosa pensi della decisione, dopo il famoso gol fantasma contro la Juve,

di procedere alla riforma con gli arbitri di porta?

«È una decisione saggia che eviterà altri clamorosi errori in futuro. Sono

felice della decisione».

Ma se avessero “visto” quel gol, come sarebbe finito il duello

scudetto con la Juve?

«Potevamo vincere la partita e perdere il campionato oppure perdere la

partita e vincere il campionato. Ormai è andata così».

Ma di Buffon che non si accorse di nulla cosa pensa?

«Io non ho mai avuto un idolo ma ho sempre considerato Buffon un campione

di correttezza e di lealtà. Io so bene che la palla era dentro, lui sa bene che

la palla era dentro. Nel calcio, sotto la pressione della partita, può

succedere che magari cadi a terra e fai una scena, succede a tutti. Ma

così. . . ».

Cosa ha avuto la Juve in più rispetto al Milan?

«Erano ben organizzati, si capiva che era un gruppo unito, correvano tutti,

Conte ha fatto un gran bel lavoro, e ciascuno era pronto al sacrificio per il

compagno».

Ma è vero che con Allegri non c’è feeling?

«A me non sembra. Io vedo che tutti parlano e scherzano con il mister. Poi

quando si lavora, il clima è diverso, dev’essere diverso».

Continua a sentire Mourinho?

«Tre, quattro giorni fa l’ultima volta. Lui ti carica prima della partita,

alla fine se hai giocato bene ti fa i complimenti, altrimenti ti dice dove hai

sbagliato. É l’unico che riesce ad avere un rapporto sincero con i suoi

giocatori. Perciò lo adorano».

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I debiti del Real e il fallimento

mancato per un soffio

di RUBEN H. OLIVA (Corriere.it 23-07-2012)

Madrid – In mezzo alle proteste degli indignados che bloccano le strade di

Madrid, a stento riusciamo a raggiungere l’Europa Building, un hotel a pochi

passi dallo stadio Santiago Bernabeu, tempio delle merengues. Ad aspettare c’è

Jorge Valdano: dopo i litigi con lo “Special One” Josè Mourinho e la rinuncia

al posto di general manager del Real, Valdano non parla facilmente. Sono

tempi difficili per parlare della crisi del calcio in Spagna, specie dopo che il New

York Times ha posato gli occhi su Florentino Perez discusso presidente dei

campioni di Spagna. Jorge Valdano non nasconde l’imbarazzo quando gli

chiediamo sulle folli spese effettuate per l’acquisto dei migliori fuoriclasse

del mondo.

«IL REAL PUO' PERMETTERSI DI SPENDERE»- «Il Real Madrid ogni anno

guadagna quasi 500 milioni di euro e perciò può permettersi di spendere»

risponde glissando sulla figura dell’amico Florentino. Non c’è da stupirsi:

la multinazionale di cui è presidente Perez, “l’ACS construcciones”, la terza

impresa a livello mondiale della costruzione, ha contratto debiti con l’ex

banca privata Bankia, ora statalizzata con i fondi della banca europea, per

quasi 9.000 milioni di euro, il doppio del suo valore in borsa. Se la banca

non fosse stata acquistata dallo Stato, molto probabilmente, il Real Madrid

avrebbe conosciuto l’umiliazione del fallimento.

UN DEBITO DI 500 MILIONI- Mentre l’ACS andava a gonfie vele a forza di

crediti dal tasso privilegiato, le “merengues” s’indebitavano ulteriormente

per acquistare David Beckham, Cristiano Ronaldo, Kakà. E dopo il milionario

arrivo dello “special One” Josè Mourinho, 10 milioni di euro netti all’anno,

gli acquisti e il debito sono continuati a salire. Di Maria, Ozil, Flavio Coentrao,

Khedira e Carvalho, tanto per citarne alcuni, sono stati presi per accontentare

Mourinho. Ora il Real si trova a dovere gestire un debito di 500 milioni di euro.

«A differenza del Barcellona, che prende quasi tutti i suoi calciatori dalle giovanili,

il Real è costretto ad acquistare i giocatori fuori per mantenere il suo livello

agonistico» ci racconta Valdano. Ma in tempi di crisi può una delle due

grandi spagnole può continuare a spendere? Gli esperti dicono di no,

che la pacchia è finita. Che d’ora in poi i bilanci dovranno essere a posto.

E allora si scopre che Bankia, per riuscire a convincere la Bce a stanziare i

soldi per diventare una banca statale, aveva messo come garanzia i 76,5

milioni usati per prendere Ronaldo, i 60 milioni per Kaka più il resto dei

giocatori. All’improvviso gli atleti del pallone sono diventati dei CDO

(Collaterized Debt Obligations).

IL FALLIMENTO DEL SARAGOZZA - E che dire dei diritti televisivi? Secondo

il giornalista sportivo Ezequiel Fernandez Moores, il 53% dei diritti televisivi

finiscono nelle tasche del Real Madrid e del Barcellona. In questa folle corsa

agli acquisti molte squadre di calcio spagnole sono finite con un piede nella

bancarotta e gran parte dei giocatori non appartengono più alle società ma ai

fondi d’investimento. Un esempio per tutti il Real Saragozza, diventata grazie

ad una nuova legge dello sport varata nel 2005 e ora cancellata, società

anonima. Il Saragozza ha un debito di 134 milioni di euro ed è praticamente

fallita (come altre 20 squadre del calcio spagnolo ). Ma continua ad

acquistare giocatori attraverso un fondo d’investimenti in cui partecipa lo

stesso presidente della società Agapito Iglesias. Insomma, l’era del

milionario calcio spagnolo sembra finita. Le squadre tedesche, che hanno

mantenuto un rigoroso controllo dei propri bilanci, ora fanno la voce grossa

con la Uefa e impongono a Michele Platini bilanci in parità. Qualcosa che in

Italia è iniziato con la fuga dall’Inter di Samuel Eto'o, approdato alla semi

sconosciuta Anzhi Makhachkala, squadra russa del magnate Suleiman

Kerimov. Venti milioni netti all’anno valgono bene una fuga dall’Europa in crisi.

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Il Real batte il Barcellona sui debiti ma entrambe sono in regola con il fairplay finanziario

Marco Bellinazzo - ilsole24ore.com - 24-07-2012

Se la Catalogna è sull'orlo del baratro finanziario per il Barcellona non siamo certamente in vista di un default economico-sportivo. Evidentemente l'avvitarsi della crisi spagnola tra banche e autonomie locali a corto di liquidità non potrà non avere un impatto sulle regine del calcio europeo. Non vedremo più gli acquisti milionari dei Galacticos cui ci aveva abituati Florentino Perez. Quelli ormai possono permetterseli solo gli sceicchi e qualche oligarca sovietico. Ma Real Madrid e Barcellona sono state capaci negli ultimi anni di creare un giro d'affari e un cash flow da record per il calcio del Vecchio continente che le rende entrambe solide e in linea con il fair play finanziario, tanto per intenderci.

Fatturati e debiti

Blancos e Blaugrana, nel 2011, si sono confermate al primo e al secondo posto della graduatoria europea per fatturato, rispettivamente, con 479 e 450 milioni di euro. Generano entrate record che arrivano per 180 milioni dai diritti tv a testa (venduti individualmente), per 123 milioni e 110 dalla biglietteria e per 172 e 156 milioni dagli sponsor e dal settore commerciale. Fatturati che possono reggere dunque il peso dell'indebitamento dei due club, cui pure in passato è mancato il generoso supporto delle banche iberiche. Il Real, sempre nel 2011, aveva 241 milioni di debiti a lungo termine (di cui 118 con banche) e 343 milioni di debiti di breve termine (di cui solo 48 con banche). Il Barcellona avava 168 milioni di debiti a lungo termine di cui 107 con banche e 410 a breve termine di cui 50 verso istituti di credito. Nell'ottica del fair play finanziario sarà ammesso un livello di indebitamento netto (finanziario) non superiore al fatturato. In ogni caso, il Real ha chiuso il bilancio 2011 con un attivo di 32 milioni ( 24 milioni nel 2012). Il Barca con un rosso di 9 milioni (mentre nel 2010 il deficit era stato di 80 milioni).

Gli ingaggi.

Se è vero poi che Real e Barca pagano stipendi abbondanti alle loro star, Messi e Cristiano Ronaldo su tutti, parliamo di 216 e 241 milioni (sempre nel 2011), è altrettanto vero che il rapporto salari-fatturato si attesta, rispettivamente, sul 45 e sul 53% (ben al di sotto della quota del 70% tollerata dal fair play). Tanto per fare un raffronto con le big di casa nostra, le tre nobili del calcio italiano, viaggiano sullo stesso livello di mega retribuzioni, ma con fatturati nettamente inferiori alle spagnole: la Juventus ha raggiunto nel 2011 una percentuale del 74%, con ricavi, incluse le plusvalenze, di 170 milioni e salari di 126; il Milan si colloca al 72%, potendo contare su 266 milioni di ricavi spende in premi e ingaggi 193 milioni; mentre l'Inter ha un rapporto salari e premi (180 milioni) / fatturato (262) del 69%. Numeri che da soli spiegano la corsa ai tagli delle rose e del monte ingaggi dell'attuale calciomercato.

Le prospettive della Liga.

Detto questo, se la sopravvivenza ad alto livello in Europa di Real e Barca non sarà messa in discussione nel breve-medio termine, il fatto che queste due società assorbano gran parte degli incassi della Liga (circa 900 milioni su 1,7 miliardi di fatturato totale) ha impoverito la Liga dove sette club operano in amministrazione contrallata. Non proprio un bel viatico con la stretta creditizia alle porte e l'economia nazionale in piena recessione.

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Calcioscommesse

Nuova accelerazione: domani i deferimenti

Processo al via il 2 agosto, sentenze dopo circa 7 giorni.

E intanto Joelson inguaia il Grosseto

Maurizio Galdi - Gasport - 25-07-2012

Contrordine, la Procura federale ha davvero fatto gli straordinari e alla fine riuscirà a rispettare gli impegni: stasera ci saranno i deferimenti, verranno consegnati alla Disciplinare e ai corrieri che entro domattina avranno consegnato a tutti gli avvocati. Sempre giovedì la Disciplinare fisserà l’inizio dell’udienza, cinque giorni «liberi» (esclusa la domenica quindi) per il deposito delle memorie. Il 2 agosto alla 9 tutti all’ex ostello della gioventù per l’inizio del procedimento sportivo. È probabile che si vada avanti fino a sabato e che già a metà della settimana seguente possano esserci le decisioni. Subito dopo Ferragosto la Corte di giustizia sportiva a sezioni unite per gli appelli. Nessun problema per calendari e gironi perché nella giustizia sportiva il giudizio di primo grado è esecutivo.

Supercoppa Con il ritorno alla vecchia calendarizzazione, Conte in caso di deferimento e di un successivo dibattimento saprà prima della Supercoppa se potrà sedersi sulla panchina della Juventus in caso di assoluzione oppure se la Disciplinare lo fermerà per un eventuale squalifica. Di sicuro, qualunque sarà la decisione, arriverà prima dell’11 agosto.

I deferimenti Ieri è durata due ore e quaranta l’audizione di Inacio Joelson alla Procura federale. Sono stati gli stesi legali del calciatore a chiedere l’incontro alla Procura federale per gettare le basi al patteggiamento. Joelson che il 15 marzo aveva negato ogni addebito, ieri ha confermato quanto già detto al Gip di Cremona Guido Salvini nell’interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto. Ha confermato la tentata combine in Ancona-Grosseto. «Mi disse (l’ex ds del Grosseto Andrea Iaconi, ndr) — aveva detto a Cremona — che per realizzare questo progetto voleva l’assenso del presidente Camilli». E nel prosieguo spiegava che la mattina dopo «l’assenso era arrivato». Insieme alle dichiarazioni dello stesso Iaconi e dell’altro ex Turati, la posizione del presidente del Grosseto Camilli e della società è abbastanza compromessa e potrebbe anche scattare il deferimento per responsabilità diretta che porterebbe alla retrocessione del Grosseto. I deferimenti dovrebbero riguardare i provvedimenti legati ai documenti arrivati da Cremona (ma non su Lazio e Genoa), Bari e anche Napoli.

**********************************************************************

Conte sul campo, comunque vada

Da Roma i primi sentori di "cattive sorprese"

Alvaro Moretti - Tuttosport -25-07-2012

ROMA, 25 luglio 2012 - You'll never walk alone: la Juventus si prepara alla battaglia legale in difesa del suo allenatore e maieuta, Antonio Conte . Per nessuna ragione lascerà solo il guerriero di Lecce. Ieri sera i primi sentori in Corso Galileo Ferraris per un deferimento che potrebbe portare anche cattive sorprese processuali: se Palazzi opterà per una sorta di combinato disposti di omessa denuncia per Novara-Siena e illecito per AlbinoLeffe-Siena, col duello coi pentiti bergamaschi, oltre che con Carobbio , sarà più complicato anche scegliere l'exit strategy del patteggiamento senza squalifica significativa. In ogni caso, però, la Juve sa - perché glielo dicono i regolamenti italiani e europei, ma soprattutto la tutela del posto di lavoro - che nei mesi dell'eventuale stop disciplinare il tecnico leccese potrà continuare a svolgere il proprio lavoro in campo. Non su quello da gioco nei giorni di gara, quello no: l'inibizione temporanea secondo l'articolo 19 del codice di giustizia della Figc impedisce l'accesso agli spogliatoi, al tunnel e al recinto gara. Analogamente fa l'articolo 70 del codice disciplinare della Uefa, che specifica come in tribuna sì, si può. Il tutto per quanto riguarda le «manifestazioni o gare calcistiche anche amichevoli, nellambito della Figc, con eventuale richiesta di estensione anche in ambito Fifa e Uefa». Tra l'altro questo non impedirebbe - non lo vietano i regolamenti - la partecipazioni a conferenze stampa. In queste ore Palazzi sta per spedire il plico coi deferimenti dell'ennesimo maxiprocesso: ballano le date del 2 agosto e del 6. Nel secondo caso - tra l'altro - Antonio Conte vedrebbe impedito il suo completo diritto di difesa: domenica 5 agosto, infatti, direttamente da Salerno, dopo l'amichevole del 4 contro il Malaga, la sua Juve volerà a Pechino per la Supercoppa dell'11. Una Supercoppa nella quale si verseranno inevitabilmente i veleni di questo processo incentrato sulle accuse di Carobbio, ma nel quale - se si comincia il 6 agosto - proprio Conte non potrà far sentire la propria voce (vabbè che la Disciplinare sostiene che le prove si formano prima del dibattimento a cui assistono...) In ogni caso in un caso come quello di Conte si gioca tutto sulle versioni contrastanti e allora... Dicevamo che la Juve, seguendo lo struggente e bellissimo inno dei Reds di Liverpool, non lascerà solo Conte. E non solo per quanto riguarda la sua difesa processuale affidata, oltre che al proprio legale personale, agli avvocati Michele Briamonte e Luigi Chiappero . La società crede profondamente nella versione di Conte e contesta quella di Carobbio. Darà battaglia per quel condottiero che l'ha riportata alla vittoria con le sue partite vissute come battaglie. In caso di squalifica, Conte dovrà giocare la partita più dura: trasmettere la sua anima dagli spalti dello Stadium, dopo le dure lezioni di Vinovo o le vigilie sulla pelouse dell'Old Trafford o del Camp Nou. Le regole lo consentono, l'amore di tutti - dirigenti e tifosi - lo rende imprescindibile. Con tutte le conseguenze del caso, se del caso.

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Conte, l'ora della verità. C'è ansia per le sorti del tecnico

L'allenatore chiede l'assoluzione. Con una squalifica breve soluzione interna. O resta solo Prandelli

Abbate-Barillà - Corsport - 27-07-2012

ROMA, 25 luglio 2012 - E' l'ora della verità, farà male? Sarà quella di Conte o quella di Palazzi? Coincideranno o vincerà l'allievo infedele Carobbio? E' tutto appeso a un filo, sottilissimo e delicato. Può spezzarsi o diventare più saldo che mai. Perché, comunque andrà a finire, questo fango segnerà per sempre Antoniocapitano. Sporcato, ma apparentemente mai provato, il tecnico urla da mesi la sua innocenza. Chissà - tifosi e Juve a parte - se sarà davvero stato ascoltato. Domani l'ardua sentenza: una giornata sarà una vita. Interminabile.

FIDUCIA IN CONTE - Le notti insonni del procuratore Stefano Palazzi, ormai prossimo a svelare i deferimenti, allungano un filo d'ansia pure in corso Galileo Ferraris. La società ha ribadito in più circostanze piena fiducia in Antonio Conte, negando con fermezza l'esistenza di un progetto per assegnare la panchina in caso di squalifica: «Conosco i valori e la personalità del nostro tecnico - l'ultima dichiarazione del presidente Andrea Agnelli - : da quando si alza a quando va a dormire pensa solo alla vittoria, e poi continua a sognarla. Sono sereno. Non esiste alcun piano B» . E' inevitabile, però, che nell'imminenza delle richieste, il pensiero, anche per un solo momento, corra al peggio.

VICE - Anche in queste ore i vertici bianconeri ribadiscono comunque di non aver considerato successioni - non sprovveduti, ma convinti dell'innocenza di Conte e della sua capacità di dimostrarla -, così, davanti a una brutta sorpresa, non avrebbero che la soluzione interna: la più semplice e anche la più simbolica, significherebbe aspettare Conte senza disarcionarlo. Due le opzioni: l'interregno di Angelo Alessio, il suo vice, oppure la promozione momentanea di Marco Baroni, tecnico della Primavera. I giovani, tra l'altro, non si troverebbero improvvisamente senza guida: da poche settimane infatti è stato nominato come "secondo" Fabrizio Del Rosso, già allenatore degli Allievi. Conte, nel frattempo, continuerebbe a coordinare il lavoro settimanale. Un piano percorribile solo se Palazzi dovesse chiedere per Conte un'omessa denuncia: patteggiandola, potrebbe ottenere uno sconto sino a 3-4 mesi. In fondo, sarebbe un atto per il bene della Juve. Che in questa triste vicenda ci si è ritrovata per caso.

FEDELTA' - Ma se la squalifica fosse particolarmente lunga? Se il codice etico oscurasse l'escamotage? Nessuno vuole pronunciarla quella parola, eppure si trova nel dizionario di giustizia sportiva: illecito, è l'accusa con cui Carobbio vorrebbe affossare Conte, suo ex allenatore ai tempi del Siena. Storia di riunioni tecniche pro tarocco, smentite da tanti, gridate dal giocatore pentito, colui che regge - insieme a Gervasoni - l'intera inchiesta sul calcioscommesse. I legali di Conte vogliono attaccarne la credibilità: sarebbero persino pronti a ricusare Artico, presidente della Disciplinare (ha emesso le ultime sentenze sulla base dell'attendibilità di Carobbio), in caso di deferimento. Se ci riuscissero in parte, riuscirebbero a limitarne i danni. Perché un eventuale illecito significherebbe diversi anni di squalifica per l'allenatore. A Torino l'idea è bandita. E chissà come decideranno di muoversi se dovessero finire spalle al muro. Di certo, gli allenatori da Juve sono pochi: per questo, con Fabio Capello ormai Ct della Russia, nonostante la fedeltà giurata alla Figc, non si può fare a meno di pensare a Cesare Prandelli.

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Calcioscommesse, arrivano i deferimenti. Ecco i club che rischiano di più

Calcio &business di Marco Bellinazzo - sole24ore.com - 25 LUGLIO 2012 - 8:25

"Stiamo lavorando, stiamo lavorando", ha assicurato oggi il procuratore federale, Stefano Palazzi. Manca all'appello l'audizione di domani del ds del Cittadella Stefano Marchetti, ma gran parte del lavoro sul materiale giunto dalle Procure della Repubblica di Bari, Cremona e Napoli è già stato completato. I deferimenti sono vicini anche per rispettare le scadenze legate all'avvio regolare dei campionati da rispettare. L'ex ostello della gioventù del Foro Italico è già stato prenotato a partire da giovedì 2 agosto e, dopo l'antipasto del procedimento svoltosi a fine maggio, saranno diversi i club e tesserati illustri a finire alla sbarra.

Tra le società quelle a rischiare di più sono il Lecce, il Grosseto e il Siena. Sui primi due club aleggia pericolosamente un deferimento per responsabilità diretta e, quindi, lo spettro della retrocessione in Lega Pro. Al doppio salto all'indietro di categoria dei salentini (l'anno scorso militavano in Serie A) peserebbe la presunta combine del derby con il Bari "comprato", secondo quanto dichiarato dall'ex capitano del Bari Andrea Masiello, dall'ex presidente del Lecce Pierandrea Semeraro. Tremano, però, anche i tifosi del Grosseto. Oggi L'ex attaccante Inacio Joelson ha forse dato il colpo definitivo alla società maremmana confermando il coinvolgimento del presidente Piero Camilli nella presunta combine di Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010. È stato lo stesso giocatore brasiliano a chiedere agli inquirenti federali di essere ascoltato nuovamente (il 15 marzo negò ogni addebito) per poter usufruire poi dell'istituto del patteggiamento. Nelle due ore e quaranta minuti di confronto, Joelson ha di fatto confermato le dichiarazioni rese al gip di Cremona Guido Salvini che, lo scorso 4 giugno, gli sono già valse la revoca degli arresti domiciliari. Contro Camilli, però, ci sono anche le testimonianze dell'ex ds Andrea Iaconi e di altri tesserati tra cui Marco Turati, la cui posizione e quelle degli altri calciatori stralciate dal procedimento di maggio perchè sottoposti a custodia cautelare dalla Procura di Cremona (Paolo Acerbis, Alessandro Pellicori, Joelson e Cristian Bertani), saranno giudicate nel procedimento della prossima settimana.

A rischiare però è anche l'altra squadra toscana del Siena: il pentito Carlo Gervasoni, de relato, accusa il presidente Massimo Mezzaroma della presunta combine di Modena-Siena; l'altro pentito ed ex senese Filippo Carobbio, invece, sempre de relato, per Siena-Varese. La Procura federale, finora, ha ritenuto i due credibili e su di loro ha basato l'impianto accusatorio dello scorso processo. Rischieranno la loro credibilità deferendo il patron senese per responsabilità diretta? Carobbio coinvolge anche l'allora tecnico del Siena Antonio Conte. L'allenatore della Juventus, è citato dal suo ex tesserato a riguardo delle presunte combine di Novara-Siena ("durante la riunione tecnica l'allenatore ci disse che c'era un accordo per il pari") e AlbinoLeffe-Siena ("fummo tutti d'accordo, giocatori e staff tecnico, a lasciare la gara agli avversari"). Conte rischia quanto meno un'omessa denuncia, ma c'è anche lo spauracchio dell'illecito sportivo che potrebbe fermare la giovane carriera dell'allenatore, privando i campioni d'Italia della loro guida tecnica.

Ore di attesa anche in casa Bari (diversi i tesserati coinvolti), Bologna (gran parte della rosa rischia la squalifica per omessa denuncia per la tentata combine della partita con i pugliesi), Udinese (se sarà deferito l'ex Simone Pepe per l'omessa denuncia nella tentata combine di Udinese-Bari) e Napoli (l'ex Matteo Gianello ha ammesso di aver cercato di combinare la partita con la Sampdoria provando a coinvolgere capitan Paolo Cannavaro e Gianluca Grava). Sono, invece, probabilmente rimandati a settembre i casi di Lazio e Genoa, strettamente legati all'inchiesta sul derby con la Samp in corso nel capoluogo ligure.

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Calciomercato, quante truffe

Procuratori che ingaggiano giocatori 'a strascico' e poi spariscono. Altri che tengono i loro assistiti in ostaggio per fare la cresta. Per non parlare delle false fatture. Un giovane agente del pallone racconta cosa c'è dietro il mondo dorato dei vari Raiola

Federico Formica - espresso.repubblica.it - 24-07-2012

L'uomo dell'estate si chiama Carmine Raiola, al secolo Mino: nato a Nocera Inferiore 45 anni fa, è il procuratore di Zlatan Ibrahomic (trasferimento-monstre da Milano a Parigi) e di Mario Balotelli. Grazie agli enormi guadagni che fa percepire ai suoi celebri clienti, Raiola è uno degli uomini più ricchi che orbitano intorno al mondo del calcio.

Simone Bortolan Gianese invece ha 27 anni, fa la spola tra la sua Milano, la Scandinavia e i Balcani. Si sta facendo le ossa nei in campionati minori, come si dice nel gergo calcistico, e guadagna poche decine di migliaia di euro all'anno.

Tra Bortolan e Raiola c'è un abisso, eppure anche lui appartiene alla categoria più detestata dai tifosi italiani, la più temuta da presidenti e direttori sportivi: quella dei procuratori.

Fino alla deflagrazione del calcioscommesse, i cattivi della storia erano proprio loro, gli agenti. Uomini in giacca e cravatta e sempre con il cellulare in mano. Dipinti come professionisti senza scrupoli, pronti a tutto per spuntare l'ingaggio più alto possibile per il proprio assistito. Perché ogni agente percepisce una cifra che spesso arriva fino al 10 per cento dello stipendio lordo del calciatore seguito.

Gli agenti italiani iscritti all'albo della Fifa sono oltre 900, ma quelli che contano davvero sono solo una decina. Una piccola casta che si spartisce una torta da 58 milioni di euro. L'uomo del momento è appunto Raiola, ma sono molto potenti anche Beppe Bozzo (quello di Antonio Cassano), Andrea D'Amico (agente tra gli altri di Gattuso e Caracciolo), Federico Pastorello (che ha De Sanctis e Giuseppe Rossi), Claudio Pasqualin (procuratore di Giovinco).

Secondo i dati del Centro nazionale di studi sullo sport di Neuchatel, i nostri agenti sono secondi per fatturato solo agli inglesi che nella stagione 2010-2011 hanno messo insieme complessivamente 86 milioni di euro.

Quello delle procure è però un mondo in cui emergere è impresa quasi disperata, se è vero che solo 83 agenti (su 5800) seguono la metà dei calciatori che giocano in Europa.

«In Italia, se vuoi fare questo lavoro devi cominciare a collaborare con procuratori più conosciuti, ma io non avevo alcuna voglia di fare il galoppino di certi personaggi. Così sono andato a lavorare in Danimarca, poi in Svezia. Dopo sono venute anche Romania e Ungheria e da pochi mesi anche la Croazia», dice Simone, che ora segue alcune giovani promesse di questi paesi. Li scopre sui campi di provincia, li segue cercando di farli salire di categoria, fino all'equivalente della nostra serie A: «Un mestiere bellissimo», dice.

Ma anche pieno di trucchi e di scorrettezze, aggiunge. Una delle più comuni è la procura 'a strascico'. L'agente sceglie dieci, quindici giovani calciatori e convince le famiglie - staccando assegni da 10 o 15 mila euro - ad affidargli la procura. Per uno che ha successo e diventa un buon calciatore, ce ne sono altri nove che non sfondano. E che vengono abbandonati strada facendo, semplicemente perché non convengono più.

Una pratica che ha successo soprattutto nei paesi meno ricchi, dove molte famiglie non possono dire di no a una busta piena di contanti. «Se il calciatore non si rivela un talento, può succedere che il procuratore non risponda più al telefono, o che pianti in asso il giocatore in aeroporto una volta ricevuti i soldi dalla società. A un mio assistito è successo qualche anno fa: arrivato a destinazione non ha trovato il suo agente ad aspettarlo. Lui è ungherese e non conosceva una parola di italiano. Quando lo portai in prova in un club italiano, si stupiva che rimanessi lì con lui tutti i giorni».

Il paradosso è che spesso si tratta di accordi puramente verbali. Perché prima dei 18 anni la procura può durare al massimo120 giorni: se entro questo periodo l'agente non ha trovato una squadra al suo assistito, il rapporto si interrompe», spiega Simone. Poi ci sono i calciatori 'ostaggio' del loro agente: «Alcuni procuratori chiedono alla società una cifra extra per chiudere l'accordo. Soldi che finiscono dritti nelle loro tasche. Succede a tutti i livelli. Se la società rifiuta di pagare questa cifra, l'affare non si chiude. E il calciatore perde un'occasione per la sua carriera». Quello delle 'commissioni' è un fenomeno molto comune soprattutto nel mercato dei parametri zero, cioè i giocatori che si trasferiscono a contratto scaduto. Chi compra non sborsa un euro per il cartellino, ed è su questo che fa leva l'agente.

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Soledad vola a Londra da Cavani

Fuga da Napoli dopo lo scippo choc

Il procuratore: Edi scosso e dispiaciuto

NAPOLI - Scossa e provata, Soledad Cavani - aggredita e scippata a via Cupa Cintia ieri sera poco dopo le venti - raggiungerà il marito Edison a Londra, dove si trova per i giochi olimpici. Una bruttissima avventura che Soledad condivide con molti altri. La aspettavano vicino alla sua auto, evidentemente l'orologio Piaget da 18mila euro era stato notato da tempo e la ragazza era stata seguita.

L'hanno accostata in due su uno scooter e l'hanno strattonata. Prima della partenza la signora Cavani dovrebbe fare un altro passaggio in Questura, per contribuire ale indagini.

«Lo scippo a Maria Soledad, moglie di Cavani, ha scosso un po' tutti. Lei è ancora sotto choc, è un brutto episodio. Siamo abbastanza sfortunati in questa girandola di cose, ma ci tengo a confermare il fatto che 100 o 200 delinquenti non rovinano una città meravigliosa come Napoli e non incrinano il rapporto fantastico che Cavani ha con la gente».

Sono state le parole di Claudio Anellucci, procuratore di Edinson Cavani, intervenuto oggi ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli in seguito allo scippo di ieri subìto dalla moglie del bomber del Napoli. «Sono cose che fanno male, segnano chiunque, gli imprenditori come i calciatori - ha spiegato l'agente -. Ma la ripetitività con la quale queste cose accadono a noi è al limite del credibile. Maria Soledad è a Londra, noi siamo qui a sistemare alcune cose relative alle cose accadute ieri, abbiamo dovuto rimandare la nostra partenza per raggiungere Edi in Inghilterra».

«Cavani è scosso come tutti noi - ha continuato Anellucci -, come chiunque possa essere vittima di un episodio del genere. Non è mai bello subire questo tipo di episodi e quando succedono con una ripetitività del genere, ne sei ovviamente terrorizzato. Purtroppo, ancora una volta è capitato a noi».

Dopo aver dichiarato di non voler parlare delle questioni di mercato del suo assistito, Anellucci ha concluso prospettando per l'uruguagio delle Olimpiadi brillanti: «Le Olimpiadi sono una vetrina importante, un'ulteriore crescita professionale con la Nazionale. Cavani riverserà tutta la rabbia in campo. Sono emozionato in attesa di vederlo calcare il campo. So quanto Edi tiene al gruppo, con la Nazionale sta facendo cose meravigliose e vincere il trofeo olimpico sarebbe un ulteriore cappello ad un momento fantastico che vive il movimento calcistico uruguagio».

[il Mattino]

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Calcioscommesse La Figc pronta a rendere pubblica la lista dei 50 soggetti che subiranno il processo sportivo

Conte, il deferimento arriva oggi

L'unico dubbio la motivazione: illecito oppure omessa denuncia

di ANDREA ARZILLI (CorSera 26-07-2012)

ROMA — La giornata di Antonio Conte, Massimo Mezzaroma e delle responsabilità

a vario titolo, addirittura otto tra dirette e oggettive secondo quanto riesce

a filtrare dal portone blindatissimo della Procura federale. Sulla cinquantina

di soggetti deferiti, la linea dura di Stefano Palazzi sarebbe stata

confermata nelle ultime riflessioni che hanno accompagnato la fase delle firme

e della spedizione via corriere dell'incartamento, ieri pomeriggio poco prima

delle cinque. Tutto top secret, dalle consegne alla Disciplinare alle

notifiche di stamani, un silenzio che i più stretti collaboratori del super

procuratore hanno avuto ordine di mantenere per non creare disparità o

storture e, forse, per evitare giochi pericolosi sui media che potrebbero

aggiungere tensione a rapporti già tesi.

Tipo con la Juventus, con cui la Figc ha in ballo una causa al Tar, in

autunno. Tanto rigore nel far rispettare il silenzio sembra l'accorgimento ad

hoc per limitare l'impatto mediatico su Antonio Conte e sul club bianconero,

gli avvocati di parte si attendono il rinvio a giudizio anche se mordono il

freno per sapere quale sia la contestazione: illecito o omessa denuncia?

Cambia tutto, dalla carriera dell'allenatore ai programmi di rinascita del

club, eventualmente costretto a ripartire con un nuovo progetto, nuove idee e

un nuovo tecnico. L'illecito è una macchia quasi indelebile (si rischiano 3

anni di squalifica, si può smussare, ma serve la collaborazione totale),

l'omessa denuncia è un'ombra che può essere notevolmente ridimensionata con il

patteggiamento, anche se il tecnico ha detto più volte «no» alla linea del

compromesso. La speranza di non essere nel plico dei deferimenti sembrerebbe,

comunque, pari a zero. I segnali che il pool della Juve ha intercettato dalla

Procura non sono positivi, danno il senso dell'inevitabilità del prossimo

procedimento. Tanto che già si pensa alla fase del dibattimento, dal 2 agosto

all'ex Ostello della Gioventù, alla strategia che possa consentire ad Antonio

Conte a alla Juve di uscire senza le ossa rotte dal processo-bis sul

calcioscommesse.

La bussola che ha orientato i federali è Filippo Carobbio, le sue parole

valgono per tutti soprattutto se vengono confermate nell'incrocio dei

riscontri. E le oltre venti dichiarazioni firmate dai giocatori che Conte

allenò nel Siena alla conquista della serie A possono valere altrettante

denunce omesse. I pentiti sono lo scheletro dell'accusa e i criteri sui quali

la Procura ha condotto la propria indagine sono gli stessi usati l'anno scorso

e a giugno di quest'anno; la mano pesante di Palazzi è il filo rosso che ha

legato i vari processi ed è stata confermata anche per il prossimo. Nessun

occhio chiuso, insomma.

Il reato di omessa denuncia dovrebbe essere contestato a Leonardo Bonucci e

Simone Pepe, sui quali pendono le accuse di Andrea Masiello, filone barese. I

due sono finiti nell'inchiesta per il pregresso nel Bari e nell'Udinese,

tirati dentro per un pari over combinato tra i due club che ora rischia di

fargli saltare la prima parte della stagione. Anche il Bologna rischia grosso

in questa infornata, c'è un'omessa denuncia di massa che pende sullo

spogliatoio dei rossoblù, la Procura crede al pentito e non a Portanova.

Dovrebbe restare fuori dal plico tutta la parte napoletana, rimandata a

settembre insieme alla parte del filone cremonese (e di Genova) ancora sotto

inchiesta. Napoli, Lazio, Genoa, Milanetto, Sculli, Criscito: il sollievo è a

tempo.

___

Deferiti in settanta

e due diversi processi

Lecce e Grosseto sono ad alto rischio di responsabilità diretta

A giudizio Siena e Bari, probabilmente Bologna, Udinese e Samp

di MAURIZIO GALDI & ROBERTO PELUCCHI (GaSport 26-07-2012)

L'attesa è finita, alle nove di questa mattina la Disciplinare riceverà i

deferimenti della Procura federale relativi al calcioscommesse. Ma una novità

c'è: non uno, ma due procedimenti diversi. Il primo riguarda i documenti della

Procura di Cremona (almeno una parte), il secondo quelli della Procura di

Bari. Non sono trattate le posizioni di Napoli, Lazio e Genoa.

I deferimenti Saranno una settantina le posizioni dei due tronconi: per il

filone cremonese le società coinvolte dovrebbero essere Grosseto (che rischia

la responsabilità diretta), Siena (con l'eventuale coinvolgimento di Conte) e

AlbinoLeffe proprio per la partita con in toscani. Per il filone barese ci

dovrebbe essere il deferimento del Lecce (che rischia la responsabilità

diretta), del Bari, ma anche di Bologna e Udinese, per le responsabilità che

emergerebbero dalle dichiarazioni di Masiello. Ancora incerta la posizione

della Sampdoria che, sempre in base alle ammissioni di Masiello, sarebbe

tirata in ballo per un presunto coinvolgimento di Guberti.

La Disciplinare Questa mattina riunione della Disciplinare (presieduta da

Sergio Artico) che deve preparare due diversi procedimenti. Questo potrebbe

portare all'anticipazione a mercoledì 1 agosto dell'inizio dei lavori: primo

filone l'1 e 2 agosto, secondo filone il 3 e 4. Tempi raddoppiati per la

Disciplinare e accorciati per le difese. Soprattutto quelle che saranno

convocate l'1 agosto avranno nei cinque giorni di tempo per preparare le

memorie, anche domenica 29 luglio. E non mancheranno le polemiche sulla

definizione di «giorni liberi», se devono o meno essere conteggiati i festivi.

Posizioni stralciate I tesserati le cui posizioni erano state stralciate il

31 maggio, perché sottoposti a provvedimenti restrittivi (Bertani, Acerbis,

Turati, Pellicori e Joelson), non saranno convocati. La convocazione non

dipende più dal deferimento, ma sarà la Disciplinare a deciderla. Per questo,

anche se agli atti ci saranno le deposizioni di Turati e Joelson che

riguardano i tempi in cui giocavano nel Grosseto, loro non saranno in aula.

Comunque entrambi (il brasiliano lo ha già fatto) dovrebbero avvalersi

dell'ufficio del patteggiamento e della collaborazione.

Cosa rischiano Per valutare quello che le società rischiano da questa seconda

infornata di deferimenti basta rileggere il precedente procedimento. Comunque,

le società che verranno deferite per responsabilità diretta (nel caso fosse

confermata dalla decisione della Disciplinare) rischiano la retrocessione. Le

altre a seconda degli illeciti contestati potrebbero rischiare qualche punto

di penalizzazione. In questa ottica è probabile che il Bari si accordi per un

patteggiamento. Sicuramente il Procuratore federale Palazzi chiederà il

massimo per l'illecito sportivo (tre anni più le aggravanti in caso di

pluralità di illeciti, di risultato ottenuto, o di essere tecnico o dirigente)

e per l'omessa denuncia (nonostante il minimo sia 6 mesi e 30 mila euro di

ammenda, finora ha sempre chiesto un anno di squalifica o inibizione).

___

SCOMMESSE

Il giorno di Conte

Oggi i rinvii a giudizio di Palazzi

Per il tecnico omessa denuncia o illecito

di STEFANO CARINA (Il Messaggero 26-07-2012)

ROMA – «Parleranno gli atti e i fatti». Il procuratore federale Stefano

Palazzi sembra quasi sollevato quando dietro di sé chiude il portone dello

stabile che ospita gli uffici del suo staff in via Po. La promessa nei

confronti del presidente Abete è riuscito a mantenerla. Dopo aver effettuato

oltre un centinaio di interrogatori in appena 43 giorni, ieri ha consegnato in

Figc il faldone con i deferimenti. L’attesa, dunque, è finita. In una via

Allegri blindata dagli sguardi indiscreti di qualche giornalista, un corriere

a bordo di una Peugeot 308 nera ha ritirato il pacco che conteneva le

raccomandate con i provvedimenti. Atmosfera quasi surreale: plico coperto da

un foglio di giornale e inserito in uno scatolone, il segretario della procura

federale, Giuseppe Martucci, che parla bisbigliando con la guardia giurata che

a sua volta impartisce le direttive al ragazzo delegato a portare i

deferimenti alla posta centrale.

Clima da spy story a parte, nei provvedimenti che raggiungeranno in giornata

i soggetti rinviati a giudizio, non comparirà il Napoli che slitta a settembre

con Lazio e Genoa. Inevitabile il deferimento per Antonio Conte (da capire

l’entità: se per omessa denuncia o per illecito) mentre la posizione di

Leonardo Bonucci dovrebbe essere stralciata. Il calciatore ha infatti chiesto

un po’ più di tempo per aver maggiore compiutezza delle indagini. Diversi i

club che rischiano la responsabilità diretta (e quindi la retrocessione). Tra

questi Lecce e Grosseto ma la lista potrebbe allungarsi (tremano il Siena e

l’Albinoleffe). Incerte invece le posizioni di Bari, Bologna e Udinese. Il 2

agosto si parte: alle ore 9 l’appuntamento è nuovamente all'ex ostello della

gioventù per l'inizio del procedimento sportivo. L’intenzione è quella di

finire per Ferragosto (o al massimo slittare di 3-4 giorni) con la sentenza

d'appello, in modo da consentire l'avvio regolare dei campionati. Nessun

problema nemmeno per calendari e gironi: nella giustizia sportiva, infatti, il

giudizio di primo grado è esecutivo.

___

SCOMMESSE: LE DECISIONI DELLA PROCURA FEDERALE. L’ALLENATORE NEL MIRINO PER LA STAGIONE DI SIENA

Conte

alla rovescia

Oggi i deferimenti: critica la posizione del tecnico della Juve

Tra le ipotesi anche l’illecito: la difesa si prepara già al processo

Pepe e Bonucci rischiano lo stop per omessa denuncia in merito a Udinese-Bari

Per quattro squadre incombe addirittura la retrocessione: Siena, Lecce, Grosseto e Bari

di GUGLIELMO BUCCHERI (LA STAMPA 26-07-2012)

Le ultime, delicate, riflessioni. Poi la firma e la consegna degli atti in

segreteria per la spedizione: il pool del pm del pallone Stefano Palazzi ha

terminato ieri il suo lavoro e, adesso, la palla avvelenata passa alle difese.

Il segnale è chiaro: anche per il secondo processo sul calcioscommesse di

questa estate l’accusa presenterà un conto molto pesante in fatto di capi di

imputazione e di richieste di pena. Mano dura, durissima, dunque. Per tutti i

deferiti - circa cinquanta - e per le società chiamate a processo per

responsabilità diretta o oggettiva (almeno otto).

Palazzi si prepara al dibattimento, il calcio ad andare incontro a nuove

vittime illustri. A tremare ci sono club come il Siena, il Lecce, il Grosseto

e il Bari, squadre che rischiano addirittura il duro fardello di un salto

all’indietro di categoria. Ma, a trattenere il fiato, c’è anche, fra gli altri,

Antonio Conte, il tecnico della Juventus campione d’Italia. Gli inquirenti

federali hanno dedicato alla posizione dell’allenatore bianconero, all’epoca

dei fatti contestati sulla panchina del Siena, gli ultimi due giorni di lavoro

prima della stesura dei deferimenti, i rinvii a giudizio della giustizia

sportiva, che verranno ufficializzati oggi. La difesa di Conte, gli avvocati

che lo hanno accompagnato due settimane fa all’interrogatorio in via Po a Roma,

hanno ricevuto dalla procura messaggi negativi tanto che le loro attenzioni

si sono già rivolte al dibattimento che comincerà fra una settimana: il

silenzio negli uffici federali è stato assordante come mai in precedenza vista

la delicatezza dei protagonisti al centro dello scandalo scommesse (la premura

degli uomini di Palazzi è stata quella di evitare fughe di notizie fino alla

consegna degli atti), ma sempre più forte è la sensazione dell’inevitabilità

del processo per il tecnico della Juve. Conte, in aula, potrebbe addirittura

entrare accompagnato dall’accusa più pesante, quella di illecito sportivo che

complicherebbe anche l’eventuale patteggiamento: infatti per ottenere una

riduzione sostanziale di pena in questi casi occorre una collaborazione

totale. Sullo sfondo resta il capo di imputazione più leggero, l’omessa

denuncia - tre o quattro mesi di squalifica con il patteggiamento - per una

delle due partite per le quali Conte è finito nel cuore dell’inchiesta dopo le

rivelazioni del pentito Filippo Carobbio. Ma l’incubo peggiore sarebbe il

processo con una doppia accusa: illecito per Novara-Siena, omessa denuncia per

AlbinoLeffe-Siena.

Le riflessioni di Palazzi, oggi, saranno note dopo quasi tre mesi di

interrogatori sul filone di Cremona (solo a settembre verranno esaminate le

posizioni di Lazio e Genoa) e su quello di Bari. Quest’ultima inchiesta ha

portato nel mirino degli inquirenti della Figc, fra le altre, anche la partita

Udinese-Bari del 9 maggio del 2010, sfida terminata 3 a 3 e per uno dei

pentiti dello scandalo, l’ex di fensore barese Andrea Masiello, truccata.

Masiello, nei suoi verbali, ha tirato in ballo anche i due giocatori della

Juve, Simone Pepe e Leonardo Bonucci, rispettivamente ex attaccante

dell’Udinese ed ex tesserato del Bari: entrambi potrebbero finire a processo

per omessa denuncia in quanto avrebbero saputo, per l’accusa, della combine

senza denunciare i colpevoli alla procura sportiva della Figc.

I deferimenti di Palazzi potrebbero colpire anche i giocatori del Bologna per

la sfida fra gli emiliani e il Bari, ma anche allenatori come Bortolo Mutti,

all’epoca dei fatti alla guida del club pugliese. Rischiano il processo anche

il centrocampista del Toro, Giuseppe Vives, e i difensori granata Salvatore

Masiello ed Alessandro Parisi.

___

E Conte va al processo

Il tecnico fra i deferiti. Stamattina centinaia di pagine sconvolgeranno il calcio

Il 2 agosto Conte sarà davanti alla Disciplinare La Juve rischia di perderlo a Pechino

Alle 8.30 i deferiti: in ansia il Siena e Mezzaroma Lecce e Grosseto verso la Lega Pro

di ALBERTO ABBATE (CorSport 26-07-2012)

ROMA - Una lettera scarlatta: «Conte, sei stato deferito» . Verrà notificata

stamattina alle 8.30 al tecnico della Juventus: ieri era già imballata in uno

scatolone con centinaia di rinvii a giudizio. Palazzi non ha avuto pietà:

«Parlano gli atti e i fatti» , bofonchiava nel pomeriggio a via Po. Stamattina

urlerà l’elenco, tutte le richieste saranno rese pubbliche. Nessuna porta

della Procura Federale le secreterà. Chi tremava, ora piange o sorride. Conte

dovrà provare la sua innocenza il 2 agosto: a malincuore sarà ospite al

processo. Diserterebbe Pechino, la Supercoppa dell’11 agosto col Napoli, con

un giudizio di primo grado sfavorevole e immediatamente esecutivo.

CONTE - Busserà anche alla Juventus, il postino. Due “botte” all’ attuale

tecnico campione d’Italia, pure alla società verrà notificato il deferimento

di Conte. Per i fatti di Siena, ovviamente. In fondo, i bianconeri se

l’aspettavano la richiesta. E pure l’allenatore. Che - con l’aiuto o meno del

suo club - dovrà subito difendersi al prossimo processo. Non sono bastate 13

testimonianze dei suoi ex “amici” toscani e le 23 giurate, portate dai suoi

legali. Stamattina Antoniocapitano verrà convocato anche dalla Commissione

Disciplinare per il 2 agosto. Non è più uno spettro, Conte saprà contro quale

accusa dovrà combattere: omessa denuncia o illecito.

JUVENTUS - Dalla Procura all'ex Ostello della Gioventù, Conte lotterà per

screditare Carobbio. Conosce il "nemico" e sa che la sua sorte - 67 delle 83

precedenti sentenze nei due gradi sono state emesse così - è appesa alla

"credibilità" del pentito. Eppure Carobbio a Cremona, ben due volte, non aveva

accennato ad alcuna "riunione tecnica", escludendo la combine - ma c’erano

oltre 162 chiamate e sms da una scheda egiziana a Iliekski - di Novara-Siena;

salvo poi confessare tutto a maggio. Oggi Conte saprà quanto gli è costata

quella “maledetta” gara e quella con l’Albinoleffe. E finalmente sarà

informata persino la Juventus, che - pur totalmente estranea - rischia

d’affondare nel vortice: nel calderone dei deferimenti potrebbero rientrare

anche Pepe e Bonucci per una presunta omessa denuncia in Bari-Udinese.

TREMANO IN TANTI - Trema la serie A: in assoluto il Siena, in bilico fra una

responsabilità diretta e un’oggettiva, che potrebbe comunque decimare la rosa,

ma salvare il presidente Mezzaroma. In ansia anche Udinese e Bologna. In B c’è

il Bari, terrorizzate Lecce e Grosseto, a un passo dalla Lega Pro per i

“misfatti” riconducibili a Semeraro e Camilli, ex e attuale presidente. Nella

bufera anche Crotone e Portogruaro. Sarà una strage, sulla quale resta ancora

un leggero alone di mistero.

PROCURA BUNKER - Questione di riservatezza, era un bunker ieri la Procura

Federale. Non c’era un sussurro, non respirava una foglia a via Po all’ora di

pranzo. Palazzi girovagava col suo vespino. Fino a quel rombo di tuono. Ore

16.30: una peugeot 208 nera faceva il suo ingresso. Si sbarravano i cancelli,

c’era un corriere Tnt. Vetri oscurati e tante raccomandazioni degli 007

federali per portare a destinazione quello scatolone con centinaia di plichi.

Alle 8.30 saranno notificati a tutti i destinatari.

NON FINISCE QUI - Il Napoli - come Lazio e Genoa - dovrà aspettare ancora.

«Solo casi chiusi» , aveva lasciato trapelare la Procura Federale. Ed

effettivamente il filone partenopeo s’è prolungato sino a ieri pomeriggio.

Mentre il corriere trasportava già pagine e pagine di deferimenti, nelle

segrete stanze veniva interrogato Marchetti, ds del Cittadella. Rientrerà nel

processo di settembre, dove il Napoli rischia la responsabilità oggettiva per

le "confessioni" di Gianello sulla gara con la Samp. Hanno negato tutto Grava

e Cannavaro, colpiti dall'ex terzo portiere azzurro. Eppure potrebbero

beccarsi un'omessa denuncia. Insieme a Quagliarella, nominato dal poliziotto

Gaetano Vittoria. Non finirebbe il tormento juventino. Un incubo.

-------

IL PARERE DI UN EX JUVENTINO

Furino «E’ giusto credere ad Antonio»

«La scelta della Juve è chiara: inutile pensare a un altro tecnico in caso di squalifica»

di ANTONIO BARILLÀ (CorSport 26-07-2012)

TORINO - Beppe Furino, 361 presenze e 8 scudetti con la maglia

bianconera, cosa pensa della linea societaria su Antonio Conte?

«Credo che il presidente e la dirigenza siano nelle condizioni di esternare

massima fiducia nei confronti dell'allenatore: sanno come sono andati i fatti

e concoscono il ragazzo da sempre. Conte è juventino dalla testa ai piedi e si

è sempre distinto per serietà, sacrificio, determinazione e volontà:

caratteristiche in cui, voltandomi indietro, mi rispecchio, attraverso le

quali s'è conquistato un posto importante nel calcio, prima da centrocampista

e poi da tecnico. La Juve fa bene a credere in lui».

L’ombra del deferimento però si allunga e un'eventuale squalifica

potrebbe sconvolgere tutto...

«La Juve crederà in Conte comunque vada».

In società giurano che non esiste alcun piano B, perciò l'unica

soluzione possibile è promuovere momentaneamente un tecnico già

tesserato. Varrebbe anche in caso di lungo stop o diventebbe opportuno,

a quel punto, cercare un successore?

«Questa seconda ipotesi ha zero possibilità, non è nemmeno da prendere in

considerazione. Sinceramente non è neanche corretto chiederlo: la scelta della

Juve è chiara».

Anche la sua...

«Io dico che la società fa bene a prendere una posizione così netta nei

confronti di Conte. E aggiungo che bene avrebbe fatto qualche anno fa se

avesse deciso di difendere i dirigenti».

Non tutti, nel mondo del calcio, la pensano così...

«Ognuno deve sentirsi a posto con la propria coscienza».

___

SCOMMESSOPOLI OGGI I DEFERIMENTI

Conte, l’ora del destino

Stamane la relazione Palazzi: rischia omessa denuncia e/o illecito

In aula il 2 agosto. Carobbio, Gervasoni e Masiello fanno tremare Siena, Lecce, Bari Grosseto e Bonucci

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 26-07-2012)

ROMA. In una Procura federale blindata da occhi indiscreti, il pacco di

cartone con deferimenti e coperto da un foglio di giornale, è partito alle

16.45 a bordo di un’utilitaria scura. Ieri sera lo smistamento verso le sedi,

stamattina l’ok a far partire le notifiche: ora “X” le 8:30, entro due ore

tutti conosceranno il loro destino e la Figc pubblicherà gli esiti sul suo

sito e la Disciplinare fisserà per il 2 agosto il via ad un processo le cui

prime sentenze arriveranno il 6-7, con appello da chiudere dopo Ferragosto.

E QUELLA SIM? I filoni sono una parte dell’indagine di Cremona e di quella di

Bari. Si attende il risultato del confronto a distanza tra Antonio Conte e

Filippo Carobbio , il suo grande accusatore che ha già patteggiato a 20 mesi

ma dovrà rispondere per AlbinoLeffe-Siena e Novara-Siena. Queste le gare che

lasciano Conte con il fiato sospeso, e quella rivelazione shock di Carobbio:

«Conte e il Siena sapevano delle combine con Novara e AlbinoLeffe». Per quelle

frasi (oltre all’aggiunta sul tentativo di Mezzaroma di corrompere Coppola in

Siena-Varese) sono stati ascoltati il tecnico della Juventus, il patron dei

toscani, il portiere Coppola e ancora una volta Carobbio. Tutti negano,

Carobbio ha rivisto ma non ritrattato. Oggi Palazzi svela le carte, quanto

vale per lui quel «Conte sapeva»? Il tecnico della Juventus danza tra l’omessa

denuncia (forse spalmata su due gare) e l’illecito. Nel primo caso si potrebbe

patteggiare, nel secondo il tecnico dovrebbe andare fino in fondo con il

rischio di squalifica lunga. In ballo le contraddizioni di Carobbio, da ultima

una scheda Sim che il pentito avrebbe usato per contattare Ilievski prima,

durante, e dopo Novara-Siena, scheda intestata a un fittizio egiziano e che

Carobbio a Cremona aveva smentito di aver usato in prossimità di

quell’incontro. Perché ha mentito? Per screditare la sua credibilità la difesa

di Conte ha fatto leva sulle tensioni tra la moglie del pentito e quella del

tecnico. Come Mezzaroma, ha spinto sulle testimonianze giurate dei suoi ex

giocatori: sono 23 e tutte smentiscono Carobbio, compreso Coppola (che ha

fatto confusione sulle date di Novara-Siena, però). Peserà l’omissis? «Gli

atti e i fatti parleranno», ha annuito ieri il pm federale Stefano Palazzi .

Ci ha pensato tanto, da timoniere ha virato la rotta più volte, per esser

certo che la sua nave possa reggere alle ondate contro la credibilità dei

pentiti. Tra questi c’è anche Andrea Masiello , con lui (pronto a patteggiare)

finirà dentro il Lecce e il suo ex presidente Semeraro per responsabilità

diretta. Come il Grosseto per le rivelazioni di Joelson , Turati e Acerbis ,

stralciati come Bertani al primo processo e che ora ritornano in lizza. Il

Siena spera di scacciare l’incubo, sorprese in arrivo: il borsino delle

dirette potrebbe salire. Trema anche il Bari e diversi suoi ex tesserati,

compreso Leonardo Bonucci che rischia l’illecito per Udinese-Bari (e Pepe?).

La gara però potrebbe essere stralciata, come la posizione del difensore che

avrebbe chiesto tempo per avere maggiore compiutezza dell’indagine. Anche a

Bologna ore di apprensione: i felsinei rischiano l’omessa denuncia generale

per Bologna-Bari.

RETTIFICA L’avvocato Giovanni Vezzoli , legale di Joelson, in riferimento

all’articolo sull’interrogatorio riguardante il caso Grosseto ci invia la

seguente rettifica alle frasi “Confermiamo quanto detto alla magistratura” e

al sunto delle risposte del calciatore “ Camilli sapeva tutto”. «Debbo

precisare - scrive Vezzoli - che non ho mai pronunciato tale ultima

affermazione, ma mi sono limitato, unitamente al mio assistito, a riferire che

nel’interrogatorio sono state confermate le dichiarazioni già rese avanti al

gip di Cremona».

-------

E la Procura rimanda il Napoli a settembre

Processo con Lazio e Genoa. Cannavaro e Grava denunciano Gianello,

la Procura non chiude sulla presunta combine con la Samp. Tempi

lunghi anche per l’indagine sui match che coinvolgono i doriani

di SIMONE DI STEFANO (TUTTOSPORT 26-07-2012)

ROMA. Tra i deferimenti inviati dalla Figc e oggi a tutti noti non ci sarà

quello che sul caso Samp-Napoli. Il rinvio a giudizio del club partenopeo,

chiamato a rispondere di responsabilità oggettiva per le conferme arrivate dal

suo ex portiere, Matteo Gianello , è rimasto in stand-by fino all’ultimo, poi

ieri la conferma. Il Napoli non c’è, perché l’inchiesta sul filone napoletano

non è ancora finita. Un buon assist per non commettere un errore di disparità

di giudizio (il Napoli subito, Lazio e Genoa poi, e conseguenze Uefa in

letargo), lo ha fornito l’audizione del ds del Cittadella, Stefano Marchetti ,

legato anch’egli al filone partenopeo: mentre veniva interrogato dai

procuratori federali, il pacco contenente i deferimenti era già partito,

mentre l’inchiesta napoletana era in zona Cesarini ma non completa da

prevedere la chiusura.

QUERELE Ergo, tutte le risultanze dell’inchiesta napoletana (compresi oltre

al club di De Laurentiis anche Paolo Cannavaro e Gianluca Grava , che

rischiano l’omessa denuncia ma oggi presentano querela contro l’ex compagno

Gianello), verranno snocciolate con calma quando il maremoto del processo che

sta per iniziare avrà esaurito i due gradi di giudizio. Da settembre Palazzi

appronterà una nuova fase di inchiesta che si riallaccerà ai nuovi atti di

Cremona. A campionati già avviati, ci sarebbe tempo per attendere la

deposizione principale, quella di Almir Gegic , prossimo (a quanto dice) a

costituirsi. I de relato di Gervasoni potrebbero diventare testimonianze

dirette, oppure sfaldarsi di fronte a una smentita dello slavo. Mauri,

Milanetto, e tutte le posizioni che riguardano Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, gare

rivelate proprio da Gervasoni , restano così bloccate. Stralciata anche la

posizione della Sampdoria, oggi relativa a Bari-Samp ma che domani potrebbe

riguardare anche il derby Genoa-Samp su cui sta indagando la procura ligure.

Metafora federale: meglio una gallina domani.

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Calcioscommesse, arrivano i deferimenti.

Ma qualcosa nei tempi e nei modi non quadra

di ALESSANDRO OLIVA dal blog VIVA LA FIFA (LINKIESTA 26-07-2012)

Tra oggi e domani si attendevano i primi deferimenti sulla (ennesima) indagine

sul calcioscommesse in Italia. E puntuale come un treno svizzero, proprio nel

giorno in cui dovranno uscire i calendari della serie A, la procura federale

ha reso noti i deferimenti. Coinvolte 13 società e 44 tesserati. I nomi più

noti sono quelli di Leonardo Bonucci (sì, proprio quello che a Euro 2012 ci è

andato lo stesso) e Antonio Conte, oggi alla Juve ma deferiti per fatti che

sarebbero avvenuti quando erano al Bari e al Siena. Dei due, quello che

rischia di più è Bonucci: il difensore della Juventus è indagato per illecito

sportivo, così come Daniele Portanova, Andrea e Salvatore Masiello, Alessandro

Parisi e Nicola Belmonte.

I fatti risalgono a Udinese-Bari del 9 maggio 2012: i giocatori avrebbero

complottato per alterare il risultato finale della gara. Conte è indagato per

omessa denuncia per le partite Novara-Siena del 1° maggio 2011 e e

AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio 2011. La Procura non ha ritenuto di avere gli

elementi per procedere con l'accusa di illecito sportivo: dovrebbe essere

scongiurato quindi il rischio di una lunga squalifica per il tecnico, che

dovrà comparire davanti alla Commissione disciplinare il prossimo 2 agosto a

Roma. Tra le società, quelle messe peggio sono Lecce e Grosseto: i due club

sono indagati per responsabilità diretta e rischiano dunque la retrocessione,

mentre il Siena rischia alcuni punti di penalizzazione. Prosciolto da ogni

accusa il Pescara (scarica qui il documento completo dei deferimenti).

Qualcosa però non quadra, almeno nei tempi. In Italia la giustizia va sempre

a rilento, stavolta si muove su piani cronologici diversi. Mentre oggi sono

arrivate le prime decisioni, i prossimi deferimenti che verranno decisi sulla

base delle indagini delle procure di Genova e Cremona arriveranno a settembre.

Così Genoa e Sampdoria (per il derby del maggio 2011) e i loro indagati

Criscito (sì, proprio quello escluso dalla Nazionale alla vigilia di Euro 2012),

Milanetto, Dainelli e Palacio sapranno il proprio destino disciplinare a

calciomercato chiuso, assieme alla Lazio indagata per Lazio-Lecce.

Viene così a crearsi uno squilibrio. Le squadre coinvolte ora potranno, in

caso di squalifiche, provare a rimediare in sede di mercato (anche se magari

in extremis), mentre le altre no. Il campionato rischia così di essere falsato

ancora prima di cominciare. Ecco perché gli interisti – categoria di cui

faccio parte, più o meno orgogliosamente – dovrebbero astenersi dall’esultare

per i deferimenti a carico, tra gli altri, di alcuni protagonisti della Juve

neo campione d’Italia. Uno: perché i fatti imputati non c’entrano con la

società bianconera. Due: perché le disparità di trattamento a livello

cronologico si sono poi riversati sulla Nazionale, vedi l’esclusione di

Criscito (ma non di Bonucci) con tanto di spettacolarizzazione dell’arrivo

della polizia a Coverciano. Tre: perché i deferimenti per ‘omessa denuncia’

colpiscono alcuni, non tutti. E quelli che sapevano e non hanno parlato?

Perché Carobbio, il super pentito ritenuto attendibile, ha fatto solo alcuni

nomi? C’entrano davvero, come spiegano i difensori di Conte, motivi di

vendetta personale per un litigio tra le rispettive mogli? Quattro: perché

l’Inter rischia di perdere Palacio a settembre per squalifica, così come il

Genoa rischia di essere falcidiato senza poter operare sul mercato.

Insomma: la giustizia sta facendo davvero il suo corso, punendo prima gli uni

e dopo gli altri? Non è che alcuni deferiti contano più di altri?

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2375 messaggi

Calcioscommesse, arrivano i deferimenti.

Ma qualcosa nei tempi e nei modi non quadra

di ALESSANDRO OLIVA dal blog VIVA LA FIFA (LINKIESTA 26-07-2012)

Tra oggi e domani si attendevano i primi deferimenti sulla (ennesima) indagine

sul calcioscommesse in Italia. E puntuale come un treno svizzero, proprio nel

giorno in cui dovranno uscire i calendari della serie A, la procura federale

ha reso noti i deferimenti. Coinvolte 13 società e 44 tesserati. I nomi più

noti sono quelli di Leonardo Bonucci (sì, proprio quello che a Euro 2012 ci è

andato lo stesso) e Antonio Conte, oggi alla Juve ma deferiti per fatti che

sarebbero avvenuti quando erano al Bari e al Siena. Dei due, quello che

rischia di più è Bonucci: il difensore della Juventus è indagato per illecito

sportivo, così come Daniele Portanova, Andrea e Salvatore Masiello, Alessandro

Parisi e Nicola Belmonte.

I fatti risalgono a Udinese-Bari del 9 maggio 2012: i giocatori avrebbero

complottato per alterare il risultato finale della gara. Conte è indagato per

omessa denuncia per le partite Novara-Siena del 1° maggio 2011 e e

AlbinoLeffe-Siena del 29 maggio 2011. La Procura non ha ritenuto di avere gli

elementi per procedere con l'accusa di illecito sportivo: dovrebbe essere

scongiurato quindi il rischio di una lunga squalifica per il tecnico, che

dovrà comparire davanti alla Commissione disciplinare il prossimo 2 agosto a

Roma. Tra le società, quelle messe peggio sono Lecce e Grosseto: i due club

sono indagati per responsabilità diretta e rischiano dunque la retrocessione,

mentre il Siena rischia alcuni punti di penalizzazione. Prosciolto da ogni

accusa il Pescara (scarica qui il documento completo dei deferimenti).

Qualcosa però non quadra, almeno nei tempi. In Italia la giustizia va sempre

a rilento, stavolta si muove su piani cronologici diversi. Mentre oggi sono

arrivate le prime decisioni, i prossimi deferimenti che verranno decisi sulla

base delle indagini delle procure di Genova e Cremona arriveranno a settembre.

Così Genoa e Sampdoria (per il derby del maggio 2011) e i loro indagati

Criscito (sì, proprio quello escluso dalla Nazionale alla vigilia di Euro 2012),

Milanetto, Dainelli e Palacio sapranno il proprio destino disciplinare a

calciomercato chiuso, assieme alla Lazio indagata per Lazio-Lecce.

Viene così a crearsi uno squilibrio. Le squadre coinvolte ora potranno, in

caso di squalifiche, provare a rimediare in sede di mercato (anche se magari

in extremis), mentre le altre no. Il campionato rischia così di essere falsato

ancora prima di cominciare. Ecco perché gli interisti – categoria di cui

faccio parte, più o meno orgogliosamente – dovrebbero astenersi dall’esultare

per i deferimenti a carico, tra gli altri, di alcuni protagonisti della Juve

neo campione d’Italia. Uno: perché i fatti imputati non c’entrano con la

società bianconera. Due: perché le disparità di trattamento a livello

cronologico si sono poi riversati sulla Nazionale, vedi l’esclusione di

Criscito (ma non di Bonucci) con tanto di spettacolarizzazione dell’arrivo

della polizia a Coverciano. Tre: perché i deferimenti per ‘omessa denuncia’

colpiscono alcuni, non tutti. E quelli che sapevano e non hanno parlato?

Perché Carobbio, il super pentito ritenuto attendibile, ha fatto solo alcuni

nomi? C’entrano davvero, come spiegano i difensori di Conte, motivi di

vendetta personale per un litigio tra le rispettive mogli? Quattro: perché

l’Inter rischia di perdere Palacio a settembre per squalifica, così come il

Genoa rischia di essere falcidiato senza poter operare sul mercato.

Insomma: la giustizia sta facendo davvero il suo corso, punendo prima gli uni

e dopo gli altri? Non è che alcuni deferiti contano più di altri?

Sta a vedere hanno fatto un favore alla Juventus? Ma suicidati S****O!

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Joined: 23-Jun-2006
1495 messaggi

Sta a vedere hanno fatto un favore alla Juventus? Ma suicidati S****O!

.asd

Comunque, la riflessione e' piu' che lecita.

Metti che squalificano uno a mercato chiuso : come lo sostituisci ???

Ecco perche', oltre ai risaputi motivi, considero la conduzione di questa indagine UNA PORCATA!

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