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Socrates

Eduardo Ricagni

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Eduardo Ricagni | Juvepedia | Fandom

 

File:1953–54 Juventus Football Club.jpg - Wikimedia Commons

 

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Ricagni Eduardo | Blue Vayeros

 

Stranieri d'Italia: R | Storie di Calcio

 

File:Eduardo Ricagni (Platense). - El Gráfico 1410.jpg - Wikimedia Commons

 

 

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1940-1971.png.2f1fab068b1b47f0f991db98b2165d37.png  EDUARDO RICAGNI

 

File:Eduardo Ricagni - Juventus FC 1953-54 (cropped).jpg - Wikimedia Commons

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_Ricagni

 

 

Nazione: Argentina Argentina

        Italia Italia
Luogo di nascita: Buenos Aires
Data di nascita: 29.04.1926

Luogo di morte: Buenos Aires

Data di morte: 01.01.2010
Ruolo: Attaccante
Altezza: 168 cm
Peso: 73 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Hombre-gol - El Goleador - Paquito

 

 

Alla Juventus dal 1953 al 1954

Esordio: 01.11.1953 - Serie A - Juventus-Udinese 1-0

Ultima partita: 30.05.1954 - Serie A - Juventus-Napoli 3-2

 

24 presenze - 17 reti

 

 

Eduardo Ricagni (Buenos Aires, 29 aprile 1926  Buenos Aires, 1º gennaio 2010) è stato un calciatore argentino naturalizzato italiano, di ruolo centrocampista o attaccante.

 

 

Eduardo Ricagni
Eduardo Ricagni.PNG
Ricagni all'Huracán nel 1952
     
Nazionalità Argentina Argentina
Italia Italia (dal 1953)
Altezza 168 cm
Peso 73 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Centrocampista, attaccante
Termine carriera 1959
Carriera
Giovanili
194?   Platense
Squadre di club
1944-1946   Platense 35 (22)
1947-1949   Boca Juniors 49 (20)
1949-1951   Chacarita Juniors 78 (39)
1952   Huracán 27 (30)
1953-1954   Juventus 24 (17)
1954-1956   Milan 43 (11)
1956-1958   Torino 45 (9)
1958    Genoa 0 (0)
1958-1959   Catania 28 (2)
Nazionale
1953-1955 Italia Italia 3 (2)

 

Caratteristiche tecniche

Calciatore non molto dotato fisicamente nonché poco avvezzo alla spettacolarità, sopperiva a ciò con un grande fiuto sottorete (da cui il soprannome di Hombre-gol), che lo portò a siglare molte marcature da opportunista.

Carriera

Club

Il padre Pietro, di origini padovane, era emigrato in Argentina nel 1912. Ricagni esordì a 16 anni nel campionato argentino, vestendo tra gli anni 1940 e 1950 le maglie di Platense, Boca Juniors, Chacarita Juniors e Huracán.

 

220px-Eduardo_Ricagni_-_Juventus_FC_1953
 
Ricagni in azione alla Juventus nel campionato 1953-1954

 

Approdò in Italia nel 1953, a campionato già iniziato, acquistato dalla Juventus; rimase a Torino per una stagione, decidendo al debutto in bianconero la sfida contro l'Udinese del 1º novembre e rendendosi protagonista di un'ottima annata sottorete, che tuttavia non bastò ai piemontesi per vincere lo scudetto, battuti al rush finale dall'Inter. Non integratosi nello spogliatoio juventino a causa del carattere indolente, nella successiva estate si trasferì al Milan, dove colse maggiori soddisfazioni, conquistando in rossonero il titolo della stagione 1954-1955.

 

Nella seconda metà del decennio militò anche con Torino e Genoa, club dove si trasferì in prestito nell'estate del 1958 e con cui disputò il 6 luglio l'incontro tra i rossoblù e il Vigevano, valido per la Coppa Italia 1958 e terminato 5-2 a favore dei liguri.

 

Dopo un'ultima stagione nelle file del Catania, il 15 novembre 1959 si imbarcò da Genova per far ritorno a Buenos Aires. In Italia totalizzò complessivamente 112 presenze e 37 reti in Serie A e 28 presenze e 2 reti in Serie B.

Nazionale

Mise a referto 3 gare e 2 reti con la nazionale italiana, la prima delle quali nella Coppa internazionale, il 13 dicembre 1953 a Genova contro la Cecoslovacchia, in una partita vinta dagli azzurri per 3-0, segnando il secondo gol al 27'.

Palmarès

Club

 

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1940-1971.png.2f1fab068b1b47f0f991db98b2165d37.png  EDUARDO RICAGNI

 

ricagni%2B%25285%2529.jpg

 

 

 

13 dicembre 1953, Italia-Cecoslovacchia, cronaca di Vittorio Pozzo su “Stampa Sera”: «L’odore dell’occasione che poteva presentarsi, lo juventino lo sentì da lontano, perché prese improvvisamente a correre da dove si trovava, mentre i diversi episodi sopraccennati stavano svolgendosi, percorse una trentina di metri a tutta velocità, e arrivò colla precisione del secondo sul luogo e nell’istante in cui il portiere commetteva il suo errore, e spedì in rete, come se lui avesse già saputo tutto prima.
Poi diede sfogo all’entusiasmo e all’emozione per avere segnato per l’Italia alla sua prima comparsa in maglia azzurra, cadendo a terra svenuto. Se ne parlerà a Buenos Aires di quest’avvenimento e di questo svenimento. Qui in Italia possiamo dire che questa rete di tipo specialissimo ha suggellato definitivamente l’incontro di Genova».
Finì 3-0 per gli azzurri. Edoardo Ricagni, oriundo argentino, aveva davvero perso i sensi: le foto lo ritraggono sdraiato per terra, con gli occhi sbarrati e le braccia allargate.
Tutto cominciò all’età di nove anni, quando alla scuola preferì il lavoro da garzone nel negozio di calzature del padre Pietro, emigrato in Argentina, nel 1912 da Padova. Ne aveva sedici quando esordì nella Platense contro il Boca Juniors, in un incontro della Coppa Ramirez vinto dalla squadra di La Plata per 4-3. Qualche tempo dopo, il giocatore passò allo stesso Boca, poi al Chacarita Juniors. Nel 1951 fu bloccato dal Torino che, all’ultimo momento, gli preferì Hjalmarsson e Ricagni rimase in Sudamerica vincendo, con l’Huracan, la classifica cannonieri con trenta reti in ventinove partite. Intanto, con un altro calciatore di nome Spinelli, acquistò un bar, chiamato Tres Estrellas, nel centro di Buenos Aires.
Ma quei goal convinsero la Juventus di aver trovato il sostituto di Rinaldo Martino, grande campione tornato in Argentina, vinto dalla nostalgia. Le trattative furono molto rapide, in una settimana Ricagni diventò juventino: all’Huracan andavano un milione e duecentocinquantamila pesos, il contratto triennale del giocatore prevedeva un ingaggio di quattrocentomila pesos e uno stipendio annuo di duecentomila pesos.
Il giornalista argentino Oreste Bomben scrisse sul “Calcio illustrato”: «Il recente acquisto sudamericano della Juventus ha ventisette anni, è alto 1,67 e pesa normalmente settanta chilogrammi; in Buenos Aires svolge l’attività di esercente di un bar sito nell’Avenida Cabildo».
«Sono arrivati a Torino ieri i due giocatori argentini Ricagni e Giarrizzo – si legge su “La Stampa” del 14 agosto 1953 – ingaggiati, com’è noto, dalla Juventus. Il primo si fermerà nella nostra città e sarà la mezzala destra titolare della squadra bianconera, mentre Giarrizzo, dopo qualche giorno di permanenza, si trasferirà a Palermo per giocare nella squadra siciliana. I documenti ufficiali di cui sono in possesso confermano chiaramente la loro origine. Entrambi figli di italiani emigrati in Argentina anni fa, hanno conservato la cittadinanza, anche se né nella lingua né nei tratti tradiscono la loro origine. Ricagni è bruno, con lineamenti marcati, di media statura, con calvizie incipiente. Giarrizzo, invece, è un longilineo, biondo, cordiale e fanciullesco nei modi. Non si direbbe certo di sangue siciliano. Sessanta ore di viaggio non possono certo costituire una preparazione ideale per una chiacchierata, ciononostante i due calciatori non si dimostrano stanchi, accettano il discorso, che, naturalmente cade su argomenti di calcio. A istruirli sul nostro gioco ha provveduto Cesarini, l’ex-giocatore e allenatore dei bianconeri, che ha caldeggiato l’acquisto entrambi. Sanno già che da noi si usa la maniera forte, l’urto uomo contro uomo, il controllo serrato a spalla a spalla. Informazioni giunte dal Sud America confermano che i due sono particolarmente adatti al gioco italiano. Deciso, tiratore in goal Ricagni, abilissimo nel gioco di testa e nello smistamento il giovane Giarrizzo. La carriera di Ricagni è già nota, perché debba essere ricordata. Merita cenno comunque il fatto che il giocatore in undici anni di professionismo non è mai stato espulso dal campo e di conseguenza neppure una volta squalificato. È anche lieto di poter dire di non aver mai subito un incidente grave di gioco, in modo che le sue assenze dalla squadra sono state sempre brevissime. Nello scorso anno ad esempio ha giocato ventinove partite delle trenta che conta il campionato argentino. I ventinove goal segnati confermano le sue doti di realizzatore. Sia Ricagni che Giarrizzo questa mattina andranno al campo per conoscere gli altri juventini. Ricagni inizierà gli allenamenti con i suoi nuovi compagni martedì, dopo l’interruzione per le feste di ferragosto».
Nella Juventus fece molti goal, ma con l’ambiente non riuscì a legare e il periodo in bianconero non fu sempre felice. Un giorno dichiarò: «Avevo, contro di me, due o tre dirigenti bianconeri e alcuni giocatori».
Non ha mai rivelato i nomi dei nemici, ma non è difficile immaginare che del gruppo facesse parte Boniperti. Il capitano, nel libro “La mia Juventus”, scrisse: «Ricagni giunse dall’Argentina con ottime referenze, ma stentò a innestarsi nei nostri schemi di gioco. Era un opportunista, pronto a sfruttare astutamente il gran correre degli altri attaccanti. Segnò, infatti, diciassette reti (capocannoniere fu Nordahl con ventitré), ma si inimicò molti compagni. Io e Muccinelli stentammo un po’ ad andare d’accordo con lui, ma specialmente con i danesi diede vita a un’accesa rivalità».
Ricagni fu ceduto al Milan con tanti rimpianti, poiché era molto più valido atleticamente di quanto qualcuno avesse ritenuto. Nel 1956, passò al Torino, dove disputò ancora molte partite e segnò numerosi goal. Chiuse la carriera nel Catania.
La mattina del 15 novembre 1959, una domenica, accompagnato dalla moglie e dai tre figli, si imbarcò a Genova sulla nave Conte Grande e fece ritorno alla sua Buenos Aires.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/05/eduardo-ricagni.html

 

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