Socrates 8701 Joined: 04-Apr-2006 135402 messaggi Inviato August 6, 2009 (modificato) STEFAN REUTER http://it.wikipedia.org/wiki/Stefan_Reuter Stefan Reuter, classe 1966 come Häßler, è un terzino come se ne sono visti pochi nel nostro campionato. Velocissimo, fluidificante destro in un campionato in cui, per tradizione, chi fluidifica occupa la corsia di sinistra, da Facchetti a Cabrini a Paolo Maldini, giusto per citare i maggiori interpreti. Ma Reuter è un tipo tosto, il Trap vorrebbe usarlo anche come mediano. Peccato che Stefan sia un giocatore dal rendimento incostante e che, spesso, è bloccato da infortuni che gli fanno perdere i momenti chiave della stagione, tutto il contrario dellinossidabile Kohler, arrivato insieme a lui dal Bayern Monaco. Appena arrivato a Torino, si deve operare al menisco. «È stato facile tornare in campo dopo appena diciannove giorni», racconta, «loperazione, effettuata dal professore Pizzetti, è andata benissimo e la rieducazione altrettanto. Del resto, il centro Sisport di Orbassano è attrezzatissimo e dispone dei macchinari più moderni. Volevo operarmi in Germania, ma mi sono fidato dei consigli del dottor Bergamo, il medico della Juventus. Mi ha garantito che in Italia avrei trovato il meglio ed ha avuto ragione». Purtroppo, alla Juventus serve un centrocampista e Reuter è un terzino destro velocissimo. Siccome Stefan proveniva dal Bayern ed aveva vinto il Campionato Mondiale nel 1990 con la sua Nazionale (non stiamo parlando, quindi, di uno sconosciuto proveniente da un campionato alieno), quellerrore è stato semplicemente imperdonabile. È vero che gli infortuni contribuirono a complicargli la vita, ma Stefan non aveva il passo, la visione di gioco, la lucidità e la continuità dazione del centrocampista. Viceversa, come esterno, preferibilmente di una difesa a cinque, avrebbe potuto esibirsi nei suoi numeri migliori: forza, velocità, recupero. In Germania giocò anche qualche partita come difensore centrale, proprio per la sua capacità di andare a prendere lavversario. «Ho cominciato la carriera da libero, nel Norimberga, per essere poi trasformato in mediano nel Bayern. Ma, nella squadra bavarese, ho agito spesso da laterale destro, posizione nella quale posso esprimermi meglio. In Germania, cerano meno obblighi e per questo mi sganciavo di più, allattacco. Qui in Italia, esistono precisi doveri di marcatura e contenimento». Il bilancio finale conta 34 presenze ed una costante incertezza di collocazione tattica che non gli vale la riconferma. Reuter troverà gloria tornando in patria e nel 1997, nel Borussia Dortmund degli ex bianconeri, si vendicherà della Juventus nella finale di Champions League.RACCONTATO DA FILIPPO GRASSIA, SU HURRÀ JUVENTUS DEL GENNAIO 1992: La notizia risale alla primavera del 1990. Reuter divenne juventino quasi contemporaneamente ad Hassler, ma problemi di bilancio (?) e di scelta (?) fecero slittare il suo arrivo di dodici mesi. Quanto bastò alla Juve per soffiarlo al Bayern a prezzo di parametro Uefa, con un risparmio di almeno 4 miliardi sulle richieste del club bavarese. Un grosso colpo. In Italia non labbiamo capito né apprezzato. Portare via un giovane campione alla società più blasonata (anche se attualmente in ribasso) del calcio tedesco è impresa da segnare sullagenda: una cosa è acquistare Rummenigge a prezzo di affezione, a carriera quasi conclusa e muscoli incidentati, unaltra è giocare danticipo con un giocatore alla Reuter ed invogliarlo a prendere la strada del calcio italiano. È quanto i dirigenti juventini sono riusciti a fare. Oggi Reuter è una pedina essenziale della Juve di Trapattoni, che abbisogna di calciatori eclettici. Uno come lui è difficile trovarlo, forse impossibile. Come laterale destro è formidabile. La sua progressione è degna di un centometrista: in unoccasione ha fermato i cronometri sui 10 secondi ed 8 decimi dopo una volata di 100 metri. In corsa diventa incontenibile per via di una statura (181 centimetri) che non è facile riscontrare in un lavoratore del pallone. A vederlo correre su quella fascia viene facile porsi la domanda: ma questo tedesco ce la farà ad andare avanti ed indietro ancora una volta? Statene certi: ce la farà. Il medico del Bayern, dal cognome lunghissimo che ci e vi risparmiamo, si sorprese di fronte alla capacità polmonare di Reuter, capace di trattenere oltre 7 litri daria. Come Coppi o come Merckx, tanto per fare due nomi. Nel calcio si tratta di un piccolo record che garantisce circa la sua forza organica. Chiamarlo Rambo non è poi eccessivo. Chiudiamo la parentesi sulle sue capacità fisico-atletiche e torniamo alleclettismo. Che sia un laterale destro di indubbie doti, abbiamo detto. Qui aggiungiamo che Reuter può giocare stopper oppure libero oppure mediano in mezzo al campo. Mettetelo dove volete, il tedesco dal volto arcigno e dal sorriso mica tanto facile non deluderà. Dimenticavamo che la sua capacità di concentrazione è enorme. Di lui non scriveremo tanto spesso che ha compiuto errori di disattenzione. Guardatelo in campo: la fronte corrugata, la grinta dipinta sul volto scavato, la muscolatura in rilievo, lincapacità di recepire stimoli che non provengano dalla partita. Poi lo guardi fuori dal campo e ti accorgi che Reuter non è un mostro ma dimostra in tutto e per tutto i venticinque anni compiuti lo scorso 16 ottobre. Nel suo curriculum figura la vittoria al Mondiale disputato nel nostro paese. Un segno del destino, che aveva già avuto un prologo nellaprile del 1987, quando il nostro esordì in Nazionale proprio contro lItalia a Colonia. E adesso è pronto a sfondare anche da noi, o meglio a confermarsi. Con il Bayern ha conquistato due titoli. Come dire che è un vincente. Nel suo futuro cè un sogno, quello di vestire i panni del libero: ne ha certamente le qualità che gli derivano da quella forza atletica e morale di cui abbiamo scritto. Chissà che Trapattoni non lo accontenti, affidandogli le mansioni che attualmente sono del brasiliano Julio Cesar. In questo caso lo vedremo alle spalle di Kholer anche in Nazionale. Una coppia eccezionale, non pensiamo ne esista una più affidabile al mondo. Una garanzia in fase divensiva (chi mai sfuggirebbe a Reuter?), ma anche un punto di riferimento per il centrocampo, che potrebbe avvalersi, alternativamente, di uno dei due tedeschi. Per lennesima volta, quindi, Boniperti ha visto giusto. Ed è probabile che, se fosse rimasto alla Juventus, Reuter sarebbe arrivato un anno prima alla società bianconera. E pensare che Stefan, poco prima di essere bloccato dalla Juve, aveva confessato di aspirare a due squadre: una era il Real e laltra era lInter. Invece è finito nella Juve, dove potrebbe rimanere a vita. E non solo per ragioni economiche. Un bel rischio, che ne dite? Modificato May 19, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8701 Joined: 04-Apr-2006 135402 messaggi Inviato August 6, 2009 (modificato) Modificato June 10, 2024 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Swos 0 Joined: 23-May-2006 327 messaggi Inviato August 7, 2009 Purtroppo per lui era un terzino troppo "futuristico" per la juve di trapattoni nel 91/92. A trapattoni serviva un terzino classico, mentre stefan era un fluidificante di destra Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Moeller 73 8823 Joined: 19-Aug-2008 29636 messaggi Inviato September 10, 2009 La verit Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8701 Joined: 04-Apr-2006 135402 messaggi Inviato May 19, 2022 (modificato) STEFAN REUTER https://it.wikipedia.org/wiki/Stefan_Reuter Nazione: Germania (Ovest) Luogo di nascita: Dinkelsbühl Data di nascita: 16.10.1966 Ruolo: Difensore Altezza: 181 cm Peso: 75 kg Nazionale Tedesco Soprannome: - Alla Juventus dal 1991 al 1992 Esordio: 28.08.1991 - Coppa Italia - Udinese-Juventus 0-0 Ultima partita: 24.05.1992 - Serie A - Verona-Juventus 3-3 36 presenze - 0 reti Campione del mondo 1990 con la nazionale tedesca Campione d'Europa 1996 con la nazionale tedesca Stefan Reuter (Dinkelsbühl, 16 ottobre 1966) è un dirigente sportivo ed ex calciatore tedesco, di ruolo difensore, dirigente dell'Augusta. Campione del Mondo nel 1990 e campione d'Europa nel 1996 con la nazionale tedesca. Stefan Reuter Reuter alla Juventus nella stagione 1991-1992 Nazionalità Germania Ovest Germania (dal 1990) Altezza 181 cm Peso 75 kg Calcio Ruolo Difensore Termine carriera 2004 Carriera Giovanili 1971-1982 TSV 1860 Dinkelsbühl 1982-1984 Norimberga Squadre di club 1984-1988 Norimberga 124 (13) 1988-1991 Bayern Monaco 95 (4) 1991-1992 Juventus 36 (0) 1992-2004 Borussia Dortmund 307 (11) Nazionale 1985-1987 Germania Ovest U-21 11 (2) 1987-1990 Germania Ovest 23 (1) 1990-1998 Germania 46 (1) Palmarès Mondiali di calcio Oro Italia 1990 Europei di calcio Argento Svezia 1992 Oro Inghilterra 1996 Caratteristiche tecniche Grazie a caratteristiche quali forza, velocità e recupero sull'avversario, rese al meglio soprattutto come terzino fluidificante, o in alternativa come esterno di centrocampo, in entrambi i casi sulla fascia destra. Ricoprì all'occorrenza anche le posizioni di difensore centrale e libero, quest'ultimo il suo ruolo originario, e più raramente (e con minor successo) di mediano. Carriera Giocatore Club Cresciuto calcisticamente nella formazione locale del TSV 1860 Dinkelsbühl, si trasferì nel 1982 nelle giovanili del Norimberga, e dopo aver compiuto diciotto anni come richiedevano i regolamenti della Federazione tedesca, esordì nel 1984 nella prima squadra che disputava la Zweite Bundesliga. Rimase a Norimberga fino al 1988, conquistando nel 1985 la promozione nella Bundesliga e nell'ultimo anno la qualificazione alla Coppa UEFA, totalizzando complessivamente con il Club 100 presenze e 10 gol in campionato. Reuter (a destra) in azione al Bayern Monaco nel 1989, in marcatura sul napoletano Careca nella semifinale di andata della Coppa UEFA. Si trasferì quindi al Bayern Monaco. In Baviera giocò dalla stagione 1988-1989 al 1990-1991, con la conquista di due titoli nazionali e di una Supercoppa di Germania (1990), concludendo il suo triennio ai Roten con 95 presenze e 4 gol. Nella stagione 1991-1992 approdò in Italia, acquistato dalla Juventus per 4,6 miliardi di lire, assieme al compagno di squadra Jürgen Kohler. A differenza di quest'ultimo, il quale diverrà uno dei punti fermi dei bianconeri nella prima metà degli anni 1990, Reuter mostrò a Torino un rendimento incostante, a causa di vari infortuni nonché incomprensioni tattiche con l'allenatore Giovanni Trapattoni (il quale ne snaturò le qualità preferendo impiegarlo in mediana), facendo sì che non proseguisse oltre questa unica stagione la sua esperienza in Serie A, dove disputò 28 partite. Tornò allora in Germania, stavolta al Borussia Dortmund in cui militò per il resto della sua carriera. Dalla stagione 1992-1993 fino al ritiro, avvenuto al termine del campionato 2003-2004, giocò in maglia giallonera 307 incontri segnando 11 gol nella Bundesliga, che vinse in tre occasioni (1994-1995, 1995-1996 e 2001-2002). In campo internazionale prese parte anche alle affermazioni della squadra nel 1997 in Champions League e Coppa Intercontinentale. Nazionale Con la nazionale tedesca partecipò ai Mondiali di Italia 1990 e Francia 1998, e agli Europei di Svezia 1992 e Inghilterra 1996, vincendo nelle rispettive edizioni del 1990 e del 1996 e piazzandosi al secondo posto nel 1992. Con le maglie di Germania Ovest prima e Germania poi, totalizzò 69 presenze e 2 gol tra il 1987 e il 1998. Vinse inoltre con la rappresentativa tedesco-occidentale Under-16 gli Europei di categoria nel 1984. Dirigente Dopo la conclusione dell'attività agonistica, Reuter rimase dal 2004 al 2005 al Borussia Dortmund come assistente della dirigenza nel settore marketing. Dal 2006 al 2009 ricoprì poi la carica di direttore sportivo nel Monaco 1860. Dal 2012 è dirigente dell'Augusta. Palmarès Reuter nel 2016, dirigente dell'Augusta. Club Competizioni nazionali Campionato tedesco: 5 - Bayern Monaco: 1988-1989, 1989-1990 - Borussia Dortmund: 1994-1995, 1995-1996, 2001-2002 Supercoppa di Germania: 3 - Bayern Monaco: 1990 - Borussia Dortmund: 1995, 1996 Competizioni internazionali UEFA Champions League: 1 - Borussia Dortmund: 1996-1997 Coppa Intercontinentale: 1 - Borussia Dortmund: 1997 Nazionale Kohler, Augenthaler e Reuter festeggiano il trionfo della Germania Ovest al campionato del mondo 1990. Campionato mondiale: 1 - Germania Ovest: Italia 1990 Campionato d'Europa: 1 - Germania: Inghilterra 1996 Modificato June 10, 2024 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8701 Joined: 04-Apr-2006 135402 messaggi Inviato May 19, 2022 STEFAN REUTER Luca Cordero di Montezemolo ha finalmente ufficializzato il trasferimento in bianconero del ventiquattrenne campione del mondo Stefan Reuter – si legge su “Hurrà Juventus” del luglio/agosto 1991 a firma di Marco Franceschi –. Con la Juventus, Reuter ha sottoscritto un contratto triennale, scadenza giugno 1994. Le basi dell’accordo, comunque, erano state gettate fin dal marzo 1990. Il suo contratto con il Bayern Monaco è scaduto il 30 giugno; lo scorso inverno la dirigenza bavarese, per bocca del general manager Uli Hoeness, aveva fatto l’ultimo tentativo per trattenerlo in Germania, inutilmente. «Reuter doveva essere una colonna del Bayern degli Anni 90, l’erede naturale del libero Klaus Augenthaler, abbiamo fatto il possibile per trattenerlo, ma lui aveva già deciso diversamente» ha commentato, sconsolato, lo stesso Hoeness. Al Bayern, Stefan Reuter era arrivato nell’estate 1988, ma anche con la società bavarese l’accordo era stato perfezionato nel mese di marzo e più esattamente la sera del 7 marzo 1988, a Monaco di Baviera. E insieme a lui, per un totale di 5 milioni e 800 mila marchi (circa 4 miliardi e mezzo di lire), cifra fra le più alte mai pagate in Bundesliga per due difensori, il Bayern aveva prelevato anche il marcatore Roland Grahammer. In tre stagioni trascorse a difendere i colori della squadra che fu di Beckenbauer, di Gerd Müller e di Kalle Rummenigge, Reuter ha avuto la soddisfazione di dominare in campo nazionale e di arrivare, in tre occasioni su tre, alle semifinali di una Coppa europea: nell’89 in Coppa Uefa (Bayern eliminato dal Napoli), nel ‘90 e nel ‘91 in Coppa dei Campioni (Bayern eliminato dal Milan e, quest’anno, dalla Stella Rossa). Al Bayern però ha vissuto una travagliata identità tattica. In tre anni, il tecnico Jupp Heynckes gli ha sistematicamente cambiato ruolo: prima mediano, sull’asse centrale del campo; poi fluidificante sulla fascia destra; quindi ancora mediano e infine libero. Calcisticamente, Reuter nasce come cursore di centrocampo, ma è nel ruolo di libero che si è affacciato e affermato nel calcio professionistico, salvo poi ottenere la consacrazione mondiale come fluidificante destro della Nazionale tedesca campione del mondo. Ma andiamo per ordine. Stefan Reuter è nato il 16 ottobre 1966 nella cittadina di Dinkelsbühl, nella Franconia, a metà strada fra Stoccarda e Norimberga, a nord ovest di Monaco di Baviera. Secondo genito di Fritz ed Ella Reuter, che tuttora vivono a Dinkelsbühl, Reuter ha un fratello di ventisette anni e una sorella di diciannove. A scuola è arrivato all’esame di maturità, ma gli studi hanno sempre lasciato spazio, molto spazio, allo sport. È figlio d’arte: in gioventù papà Fritz è stato un bravo mezzofondista, gareggiava sui 1.000, 1.500 e 3.000 metri piani, mentre mamma Ella, a livello giovanile, ha giocato a pallamano. A sei anni, Stefan è stato iscritto nel TSV 1860 Dinkelsbül, omonima polisportiva della sua città natale, e dall’età di otto anni ha cominciato a praticare contemporaneamente due diverse discipline: l’atletica leggera e il calcio. Velocista di belle speranze, finno all’età di quattordici anni ha corso dapprima sui 50 metri e poi sui 75, ma è negli 800 metri che ha vinto il titolo regionale della domenica. Nel 1980 è stato costretto a una scelta: ha optato per il calcio e due anni più tardi è entrato nelle giovanili del Norimberga, nella formazione «B-Jugend», paragonabile ai nostri Allievi. Però, una volta alla settimana, ha continuato a farsi seguire da un allenatore di atletica leggera con il quale, per mesi, ha lavorato sul potenziamento delle articolazioni dei piedi, un lavoro extra, estenuante, ma che oggi gli permette di sviluppare il massimo della progressione in soli dieci metri. E la sua è una progressione con la «p» maiuscola. Corre i 100 metri in 10”7, ma quello che ha sbalordito lo staff medico del Bayern è la sua capacità polmonare, poco inferiore ai 7 litri di volume, come quella di due campionissimi del ciclismo, Eddy Merckx e Stephen Roche... Ma c’è di più. Non sente lo sforzo fisico. Negli ultimi test ergometrici sostenuti nell’ottobre 1990, quando ha raggiunto il massimo dello sforzo il suo fisico è arrivato a sprigionare una potenza pari a 220 watt e questo mantenendo 120 pulsazioni cardiache al minuto: una persona comune che raggiunge i 125 watt di potenza ha già 150 pulsazioni al minuto... Nel tempo libero ama giocare a tennis e al tennis deve l’incontro con la donna della sua vita, Birgit Schaefer, conosciuta sui campi di terra rossa del centro sportivo del Norimberga e sposata nel dicembre 1989, quando i due già convivevano in un appartamento situato in un esclusivo quartiere residenziale di Monaco, adiacente, ovviamente, a un club di tennis. Da sempre, la famiglia Reuter è tifosa del Bayern, ma Stefan non è mai stato troppo entusiasta del suo trasferimento nel capoluogo bavarese. «Se Heinz Hoeher, il tecnico a cui devo di più come calciatore, fosse rimasto l’allenatore del Norimberga, non me ne sarei mai andato», dichiarò Reuter nei suoi primi mesi al Bayern. A Heinz Hoeher, Reuter deve l’esordio nella prima squadra del Norimberga e quindi nel professionismo. Un debutto fortuito, se vogliamo, sicuramente condizionato da fattori contingenti. Nell’autunno 1984 il Norimberga, allora in seconda divisione ma con velleità di promozione, fu scosso da un vero e proprio ammutinamento della «vecchia guardia», così l’allenatore (Hoeher, appunto) decise di affidarsi al vivaio e Reuter, diciottenne, fu promosso titolare e impiegato nel delicato ruolo di libero: una folgorazione. Al termine della stagione il Norimberga vinse il campionato, fu promosso nella Bundesliga e Reuter ne divenne il simbolo, tanto che qualcuno si lasciò scappare che «Reuter è per il Norimberga quello che Beckenbauer è stato per il Bayern», ma le cose andarono poi diversamente. Nelle quattro stagioni giocate a Norimberga, quasi sempre nel ruolo di libero, Reuter ha conquistato una promozione e un posto Uefa, ma tanto non gli è bastato per imporsi come libero anche a livello di rappresentative nazionali nelle quali, al contrario, in quel ruolo non è mai stato preso in considerazione. Destro naturale, grandi capacità di recupero, estremamente corretto nell’intervento (è incocciato nel primo cartellino rosso della sua carriera solo all’andata del campionato appena concluso), in possesso di un palleggio pulito ma non eccessivamente morbido, Reuter nasce mediano e in questo ruolo, nel maggio 1984, a Ulm, in Germania, si è fregiato del titolo continentale Under 16. Nel settembre 1985 ha esordito nella Nazionale Under 21, ma in 11 presenze, collezionate fra il settembre ‘85 e l’ottobre ’87, in una sola occasione ha potuto giostrare al centro della difesa. Anzi no, in due, una volta nell’inedito ruolo di stopper e sarà forse un caso, nell’unica partita giocata da libero ha messo a segno il suo primo gol realizzato in una selezione nazionale. Mediano o fluidificante di destra i due ruoli nei quali è stato regolarmente impiegato e la cosa non è cambiata con l’esordio nella Nazionale maggiore. Beckenbauer lo ha fatto debuttare il 18 aprile 1987, a Colonia, in una amichevole contro l’Italia di Vicini (0-0): è entrato nella ripresa e ha giocato gli ultimi venticinque minuti in sostituzione di Wolfgang Rolff. Ma neanche «Kaiser Franz» gli ha mai dato fiducia come libero: «Troppo giovane» era il giudizio dell’ormai ex c.t. tedesco. Ed essendo solo ventunenne, Beckenbauer lo ha scartato anche quando si è trattato di fare le convocazioni per gli Europei tedeschi. È tornato in Nazionale nel settembre ‘88 e ne è diventato titolare nell’aprile ‘89, ma come terzino destro. Presente a Italia ‘90, ha disputato la prima parte del Mondiale, poi Beckenbauer gli ha preferito Berthold (!). In questa stagione è ritornato prepotentemente alla ribalta: in Nazionale, sulla fascia destra, è ormai indiscutibile, mentre nel Bayern si è addirittura preso la soddisfazione di farsi ammirare come libero (dopo una stagione passata a correre sulla fascia e a centrocampo) in sostituzione dell’acciaccato Augenthaler. E di recente ha dichiarato: «Augenthaler è il migliore libero del calcio tedesco. Con me». Ma Vogts non vuole rinunciare al suo stantuffo. «Con le sue qualità dinamiche, sulla fascia destra Reuter è un elemento determinante». E come terzino fluidificante, secondo Beckenbauer, chiamato a esprimere un parere dal settimanale tedesco «Sport Bild», Reuter, già oggi, è da considerarsi trai migliori dieci della storia della Bundesliga. 〰.〰.〰 Reuter è un tipo tosto, il Trap vorrebbe usarlo anche come mediano. Peccato che Stefan sia un giocatore dal rendimento incostante e che è spesso bloccato da infortuni che gli fanno perdere i momenti chiave della stagione, tutto il contrario dell’inossidabile Kohler, arrivato insieme a lui dal Bayern Monaco. Appena arrivato a Torino, si deve operare al menisco. «È stato facile tornare in campo dopo appena 19 giorni, l’operazione, effettuata dal professore Pizzetti, è andata benissimo e la rieducazione altrettanto. Del resto, il centro Sisport di Orbassano è attrezzatissimo e dispone dei macchinari più moderni. Volevo operarmi in Germania, ma mi sono fidato dei consigli del dottor Bergamo, il medico della Juventus. Mi ha garantito che in Italia avrei trovato il meglio e ha avuto ragione». Purtroppo, alla Juventus serve un centrocampista e Reuter è un terzino destro velocissimo. Siccome Stefan proveniva dal Bayern e aveva vinto il Campionato Mondiale nel 1990 con la sua Nazionale (non stiamo parlando, quindi, di uno sconosciuto proveniente da un campionato alieno), quell’errore è stato semplicemente imperdonabile. È vero che gli infortuni contribuirono a complicargli la vita ma Stefan non ha il passo, la visione di gioco, la lucidità e la continuità d’azione del centrocampista. Viceversa, come esterno, preferibilmente di una difesa a cinque, avrebbe potuto esibirsi nei suoi numeri migliori: forza, velocità, recupero. Il bilancio finale conta 34 presenze e una costante incertezza di collocazione tattica che non gli vale la riconferma. Reuter troverà gloria tornando in patria e nel 1997, nel Borussia Dortmund degli ex bianconeri, si vendicherà della Juventus battendola nella finale di Coppa dei Campioni. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/10/stefan-reuter.html Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti