Socrates 8516 Joined: 04-Apr-2006 134571 messaggi Inviato August 5, 2009 (modificato) , Modificato March 13, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8516 Joined: 04-Apr-2006 134571 messaggi Inviato August 5, 2009 (modificato) . Modificato March 13, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8516 Joined: 04-Apr-2006 134571 messaggi Inviato May 4, 2022 ROBERTO SOLDÁ https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Soldà Nazione: Italia Luogo di nascita: Valdagno (Vicenza) Data di nascita: 28.05.1959Ruolo: Difensore Altezza: 179 cm Peso: 73 kgSoprannome: - Alla Juventus dal 1986 al 1987 Esordio: 24.08.1986 - Coppa Italia - Lecce-Juventus 0-2 Ultima partita: 06.05.1987 - Coppa Italia - Juventus-Cagliari 2-2 27 presenze - 1 rete Roberto Soldà (Valdagno, 28 maggio 1959) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. Roberto Soldà Soldà alla Lazio Nazionalità Italia Altezza 179 cm Peso 73 kg Calcio Ruolo Allenatore (ex difensore) Termine carriera 1993 - giocatore 1998 - allenatore Carriera Giovanili Ravenna Squadre di club 1978-1980 Ravenna 46 (0) 1980-1981 Forlì 29 (3) 1981-1983 Como 48 (0) 1983-1986 Atalanta 81 (4) 1986-1987 Juventus 27 (1) 1987-1989 Verona 56 (0) 1989-1992 Lazio 88 (0) 1992-1993 Monza 27 (2) Carriera da allenatore 1993-1994 Chiasso 1997-1998 Montichiari Caratteristiche tecniche Calciatore Dotato di buon senso della posizione e di grandi doti fisiche, ricopriva il ruolo di libero, che spesso si trasformava in un centrocampista aggiunto, che permetteva di impostare l'azione dalle retrovie. Carriera Giocatore Soldà alla Juventus nella stagione 1986-1987 Debutta in Serie A con la maglia del Como l'11 ottobre 1981 a Napoli; anche se con la squadra lariana non riesce a evitare la retrocessione nel campionato cadetto, disputa un buon campionato da titolare. Nel 1983 è stato acquistato dall'Atalanta, con la quale ha disputato delle ottime stagioni e quattro reti condite con la promozione nella massima serie nella stagione 1983-84. Le sue prestazioni sono state notate dalla Juventus, acquistandolo come successore del grande Scirea. Nella sua prima e unica stagione in maglia bianconera non si è dimostrato all'altezza delle aspettative, derivato anche dal calo generale della squadra, venendo così ceduto al Verona per due stagioni e poi alla Lazio. Nella sua carriera disputa più di 200 partite in massima serie. Allenatore e dirigente Dopo l'ultima esperienza da giocatore al Monza, inizia la prima avventura da tecnico alla guida del Chiasso in Svizzera. In Italia diventa allenatore di seconda categoria nel 1997 e trova impiego dopo pochi mesi subentrando a novembre sulla panchina del Montichiari essendo poi esonerato a febbraio. Intraprende poi la carriera dirigenziale prima nell'Ardens Cene e poi, dopo la fusione con l'Alzano, nell'AlzanoCene. Dal mese di maggio 2013 ricopre il ruolo di direttore tecnico al Ciserano, squadra bergamasca di Eccellenza. Dal 2016 ricopre invece il ruolo di direttore tecnico della Falco Albino, squadra di prima categoria bergamasca con un ottimo settore giovanile. Palmarès Giocatore Campionato italiano di Serie B: 1 - Atalanta: 1983-1984 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8516 Joined: 04-Apr-2006 134571 messaggi Inviato May 4, 2022 ROBERTO SOLDÁ «So che Scirea ha avuto parole di elogio nei miei confronti – racconta poco dopo il suo approdo a Torino nell’estate del 1986 – come lui, anch’io in Serie C ho giocato da mezzala e solo dopo mi sono trasformato in libero. Spero di poter disputare qualche partita, ma non sarà facile trovare spazio perché Gaetano non si discute. Non vorrei però trascorrere un intero anno in panchina perché allora sarebbe una stagione persa. Come libero mi ritengo abile a impostare il gioco, non solo a romperlo. Però questa sarà una novità per me, abituato soprattutto a non scoprire la difesa. Perché a Bergamo giocavamo soprattutto per salvarci e far bene in una squadra come l’Atalanta è abbastanza facile. Alla Juventus le ambizioni sono diverse: non ci si può accontentare del risultato, bisogna anche dare spettacolo. Non ho avuto problemi a inserirmi nel nuovo ambiente e con Marchesi mi sono subito trovato a mio agio. Gli allenamenti non sono neppure molto pesanti. A Bergamo, con Sonetti, ero abituato a un lavoro più duro, maggiormente impostato sul fondo. Qui l’obiettivo della squadra non è uno solo come lo era per l’Atalanta, noi ci dovremo impegnare su più fronti ed è quindi logico che il carico di lavoro sia distribuito diversamente». Quella Juventus è allenata da Rino Marchesi: è l’ultima stagione di Platini, la penultima di Scirea. Roberto è sballottato fra difesa e centrocampo; addirittura, a Firenze, è schierato con un improbabile numero 10! Dice Marchesi: «Soldà può essere valido anche a tutto campo, mancatomi Bonini ho pensato a lui proprio per le sue risorse nella corsa, assistite da un buon tocco di palla». È un giocatore potente e acrobatico, forte sulle parabole, sempre costruttivo nel tocco di palla. Difetta solamente di personalità, quella che deve avere il leader della difesa della Juventus. Certo, la squadra bianconera non lo aiuta, gli eroi di mille battaglie sono stanchi, i giovani troppo acerbi e Marchesi non è in grado di gestire la situazione. La Juventus, piano piano, va alla deriva; il campionato è dominato dal Napoli di Maradona e la Coppa dei Campioni è presto perduta, di fronte ad un modesto Real Madrid. Alla fine di quella stagione è ceduto al Verona, in cambio di Tricella. La caccia all’erede di Scirea continua. NICOLA CALZARETTA DAL “GUERIN SPORTIVO” DEL 22-28 LUGLIO 2003 Luglio caliente, voglia di mare. Si scende dalla Val Brembana, meta la costiera romagnola. «Il mio regno estivo è Milano Marittima, dove ho da tempo una casa: un acquisto è stato il primo affare della mia attività imprenditoriale». La compiaciuta confessione è di Roberto Soldà, quarantaquattro anni e un fisico tirato a lucido come ai tempi d’oro, quando comandava le difese di Como, Atalanta, Juventus, Verona, Lazio e Monza. Il tutto tra l’81 e il ‘93. «Dopo, però, c’è stata anche l’esperienza all’estero con il Chiasso da allenatore-giocatore. A trentasei anni ho scelto di chiudere nonostante l’offerta del Benevento, troppo lontano: l’idea era di rimanere a Bergamo per curare da vicino i miei interessi». Ramo immobiliare. «Già durante la carriera mi ero avvicinato al settore. Il mattone mi piaceva fin da ragazzo. Frequentavo l’Istituto per congegnatori meccanici e il pallone era solo un sogno. Finita la scuola, anche per raggranellare qualche spicciolo, lavoravo con mio zio, titolare di un’impresa edile. Così una volta smesso non ho avuto dubbi: ho creato la Abso Srl, un’immobiliare. Acquisto vecchie case, le ristrutturo appaltando i lavori e poi le metto sul mercato». In più c’è l’attività di consulenza per le agenzie immobiliari del Bergamasco. «Mi capita spesso di avere contatti con chi opera direttamente sul mercato. Io mi sono fatto un po’ d’esperienza sempre un passetto dopo l’altro. È la mia filosofia: poche cose fatte bene e con i tempi giusti». E in solitudine. «Ho preferito fare così, anche perché se devo sbagliare preferisco farlo con la mia testa. E poi c’è meno stress. Di buoni affari ne ho fatti. Quello che mi ha dato più soddisfazione è la vendita di un appartamento ristrutturato a Bergamo Alta a un signore inglese che neanche in Toscana era riuscito a trovare qualcosa di suo gradimento. Ma non pensare che sia stato tutto in discesa. Grossi traumi nel passaggio dal calcio alla vita normale non li ho avuti perché con il mondo del pallone non ho mai staccato definitivamente: ho allenato squadre dilettantistiche vicino casa per alcuni anni e poi ho continuato a giocare, anche con la nazionale di beach-soccer. Poi perché, comunque, mi sono inserito in un settore che già conoscevo. Piuttosto è stato arduo, specie i primi tempi, convivere con i problemi quotidiani che ti si presentano: come porsi di fronte ai clienti, cosa dire al venditore che non ti vuol cedere quella casa. Poi il tempo stesso ti aiuta». Fino ad arrivare a escogitare qualche piccola astuzia: «Quando mi presento per l’acquisto di un immobile cerco di non far sapere che sono stato calciatore perché è il presente quello che conta. Poi non si sa mai, magari qualcuno potrebbe pensare “questo qui ha i soldi, alziamo il prezzo”». Sorriso convinto, la battuta è andata a segno. «Nel futuro non penso proprio che ci sarà posto per altre attività. Anche perché improvvisarsi a questa età in altri mestieri la vedo dura. Continuo con il mattone ancora per qualche tempo, poi se i figli lo vorranno lascerò spazio a loro». Roberto la via del pallone non l’ha abbandonata del tutto, quindi... «Certo, se arrivasse qualche proposta interessante la valuterei con attenzione, l’esperienza non mi manca». E non solo di campo, ma pure di vita. «Fino a vent’anni ho gravitato nei dilettanti. Ero il “bravo giocatore di paese” e niente più. Con il passare delle stagioni quell’etichetta mi stava sempre più stretta, provavo un senso profondo di grande ingiustizia. Comunque non ho mai mollato». Finalmente ecco il treno giusto. «Un certo Cavalcanti mi portò al Ravenna, sempre nei dilettanti. Ma intanto avevo passato il confine del paese. L’anno dopo mi prese il Forlì in C1, finalmente ero tra i professionisti. Giocai bene tanto che si aprirono le porte della Serie A». Immediata scalata al vertice: segno che le qualità c’erano in questo ragazzo dal fisico massiccio e dal destro potente. «Capisci il perché di quel senso di ingiustizia? Io sapevo di poterci stare ad alto livello. Anche se nel primo anno a Como pagai un po’ lo scotto. Ho esordito contro il Napoli, ci giocava Krol, il mio idolo. Un libero capace di impostare e rilanciare. Quello che cercai di fare anch’io in quel debutto... Figurati se ci sono riuscito: troppo emozione». Il Como retrocede. Soldà, libero dai piedi buoni, riconquista subito la A, ma resta fra i cadetti. «Andai all’Atalanta, mi chiamò Sonetti: per me è stato fondamentale. Aveva un brutto carattere, però è stato lui a darmi sicurezza e convinzione. Si vinse il campionato e non ti dico la festa. Ancora oggi è il ricordo sportivo più bello». Insieme a una partita speciale. Ancora Napoli, quasi una rivincita: «L’anno dopo, era l’ottobre dell’84, me la sono vista con Maradona, e ho detto tutto. Segnai su punizione e salvai un gol sulla linea. Titolo sulla giornalaccio rosa del giorno dopo: “Soldà batte Napoli 1-0”». Roberto stuzzica gli appetiti di molte grandi, Boniperti gioca d’anticipo. «La Juventus mi aveva preso già un anno prima, ma per una stagione mi lascio a Bergamo. Arrivai a Torino nell’86 con questo programma: campionato di apprendistato, poi l’eredità di Scirea». Non andò esattamente così. «La stagione in bianconero mi ha lasciato molte amarezze. Ho giocato 16 partite, ma tutte da mediano. Anche per colpa mia non sono riuscito a integrarmi nell’ambiente: ho sentito molto il salto da Bergamo a Torino. Alla fine della stagione mi trovai ceduto al Verona». Tempo due anni e nuovo trasferimento, stavolta alla Lazio. «Ci arrivai nell’89 e all’inizio fui trattato a pesci in faccia dalla stampa locale. Attacchi del tutto immotivati. A sistemare le cose pensò prima il campo e poi, l’anno dopo, l’arrivo di Zoff che mi definì il libero ideale per la sua squadra». Anche a Roma buoni campionati, ma zero successi. «È il dispiacere più grande. Il treno delle grandi occasioni è passato e l’ho preso al volo. Ma quando si è fermato alle stazioni più importanti non ho mai trovato la banda». https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/05/roberto-solda.html Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Puma83 2346 Joined: 02-Jun-2005 14603 messaggi Inviato May 4, 2022 11 minuti fa, Socrates ha scritto: ROBERTO SOLDÁ https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Soldà Nazione: Italia Luogo di nascita: Valdagno (Vicenza) Data di nascita: 28.05.1959Ruolo: Difensore Altezza: 179 cm Peso: 73 kgSoprannome: - Alla Juventus dal 1986 al 1987 Esordio: 24.08.1986 - Coppa Italia - Lecce-Juventus 0-2 Ultima partita: 06.05.1987 - Coppa Italia - Juventus-Cagliari 2-2 27 presenze - 1 rete Roberto Soldà (Valdagno, 28 maggio 1959) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. Roberto Soldà Soldà alla Lazio Nazionalità Italia Altezza 179 cm Peso 73 kg Calcio Ruolo Allenatore (ex difensore) Termine carriera 1993 - giocatore 1998 - allenatore Carriera Giovanili Ravenna Squadre di club 1978-1980 Ravenna 46 (0) 1980-1981 Forlì 29 (3) 1981-1983 Como 48 (0) 1983-1986 Atalanta 81 (4) 1986-1987 Juventus 27 (1) 1987-1989 Verona 56 (0) 1989-1992 Lazio 88 (0) 1992-1993 Monza 27 (2) Carriera da allenatore 1993-1994 Chiasso 1997-1998 Montichiari Caratteristiche tecniche Calciatore Dotato di buon senso della posizione e di grandi doti fisiche, ricopriva il ruolo di libero, che spesso si trasformava in un centrocampista aggiunto, che permetteva di impostare l'azione dalle retrovie. Carriera Giocatore Soldà alla Juventus nella stagione 1986-1987 Debutta in Serie A con la maglia del Como l'11 ottobre 1981 a Napoli; anche se con la squadra lariana non riesce a evitare la retrocessione nel campionato cadetto, disputa un buon campionato da titolare. Nel 1983 è stato acquistato dall'Atalanta, con la quale ha disputato delle ottime stagioni e quattro reti condite con la promozione nella massima serie nella stagione 1983-84. Le sue prestazioni sono state notate dalla Juventus, acquistandolo come successore del grande Scirea. Nella sua prima e unica stagione in maglia bianconera non si è dimostrato all'altezza delle aspettative, derivato anche dal calo generale della squadra, venendo così ceduto al Verona per due stagioni e poi alla Lazio. Nella sua carriera disputa più di 200 partite in massima serie. Allenatore e dirigente Dopo l'ultima esperienza da giocatore al Monza, inizia la prima avventura da tecnico alla guida del Chiasso in Svizzera. In Italia diventa allenatore di seconda categoria nel 1997 e trova impiego dopo pochi mesi subentrando a novembre sulla panchina del Montichiari essendo poi esonerato a febbraio. Intraprende poi la carriera dirigenziale prima nell'Ardens Cene e poi, dopo la fusione con l'Alzano, nell'AlzanoCene. Dal mese di maggio 2013 ricopre il ruolo di direttore tecnico al Ciserano, squadra bergamasca di Eccellenza. Dal 2016 ricopre invece il ruolo di direttore tecnico della Falco Albino, squadra di prima categoria bergamasca con un ottimo settore giovanile. Palmarès Giocatore Campionato italiano di Serie B: 1 - Atalanta: 1983-1984 Disperato dolor mi rinnovelli Socrates. Soldà era un bravo cristo ma quando mi resi conto che avrebbe dovuto sostituire Scirea mentre il Milan aveva Baresi, Maldini, Tassotti e Costacurta, capii che il nostro lungo e incontrastato regno bonipertiano era finito. Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti