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Socrates

Edwin Van Der Sar

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De Ligt wordt de zevende Nederlander bij Juventus | Foto | gelderlander.nl

 

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VAN DER SAR EDWIN - Dieci Football Entertainment

 

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Ennesima dimostrazione di come sia pi

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Quante scarpe sulla TV per colpa sua.......... sefz !!!

A un certo punto ho iniziato a detestarlo (come molti) e probabilmente ha patito tanto dell'aria di sfiducia che sia era creata intorno a lui!

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Per amore della verit

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fotos.jpgek2008nederlandfrankrij.jpg

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Per amore della verit

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quanta rabbia che mi son fatto con lui

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png    EDWIN VAN DER SAR 

 

Van der Sar en Juventus: 'Kijk niet met overdreven goed gevoel terug' | NOS

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Edwin_van_der_Sar

 

 

Nazione: Paesi Bassi Paesi Bassi
Luogo di nascita: Voorhout
Data di nascita: 29.10.1970
Ruolo: Portiere
Altezza: 197 cm
Peso: 83 kg
Nazionale Olandese
Soprannome: Ijskonijn (Coniglio di ghiaccio)

 

 

Alla Juventus dal 1999 al 2001

Esordio: 18.07.1999 - Torneo Intertoto - Ceahlaul-Juventus 1-1

Ultima partita: 17.06.2001 - Serie A - Juventus-Atalanta 2-1

 

88 presenze - 74 reti subite

 

1 trofeo intertoto

 

 

 

Edwin van der Sar (Voorhout, 29 ottobre 1970) è un dirigente sportivo ed ex calciatore olandese, di ruolo portiere, direttore generale dell’Ajax.

 

Considerato uno dei migliori portieri della storia del calcio, è il secondo calciatore con il maggior numero di presenze nella nazionale olandese con 130 apparizioni. Vanta 665 minuti di imbattibilità internazionale con la sua nazionale e 1 311 minuti nella Premier League con la maglia del Manchester United.[6] L'IFFHS lo ha collocato al terzo posto nella classifica dei migliori numeri 1 del periodo 1987-2011.

 

Edwin van der Sar
Edwin van der Sar side.jpg
     
Nazionalità Paesi Bassi Paesi Bassi
Altezza 197 cm
Peso 83 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Portiere
Termine carriera 9 marzo 2016
Carriera
Giovanili
1985-1990   Noordwijk
1990-1992   Ajax
Squadre di club
1990-1999   Ajax 226 (-188;1)
1999-2001   Juventus 88 (-74)
2001-2005   Fulham 127 (-164)
2005-2011   Manchester Utd 186 (-144)
2016   Noordwijk 1 (-1)
Nazionale
1995-2008 Paesi Bassi Paesi Bassi 130 (-89)

 

Biografia

È sposato dal 2006 con Annemarie van Kesteren. La coppia ha avuto due figli: Joe, portiere classe 1998 del RKC, e Lynn, nata nel 2000. È ambasciatore della Make-A-Wish Foundation, un'associazione benefica che si occupa di bambini malati. È anche opinionista per l'emittente olandese NOS Studio Voetbal.

Caratteristiche tecniche

Nel corso della sua carriera professionistica, Van der Sar si è distinto per senso della posizione, atletismo, riflessi ed essenzialità negli interventi, oltre che per freddezza e affidabilità. Longevo, tempestivo nelle uscite e sicuro nel comandare la difesa, risultava anche molto efficace nell'opporsi ai calci di rigore. Dotato di un ottimo rinvio, che gli consentiva di far ripartire l'azione con grande precisione, è stato uno dei migliori portieri della sua generazione nel gioco coi piedi: Manuel Neuer lo ha annoverato per questo motivo tra i propri modelli di riferimento, affermando che l'abilità dell'olandese nel controllo di palla abbia fatto da apripista a una nuova e più moderna interpretazione del ruolo.

Carriera

Giocatore

Club

Ajax

Dopo gli esordi nella squadra della sua città natale, passa a giocare fino al 1990 nella piccola squadra dilettantistica VV Noordwijk. Quando, un emissario dell'Ajax lo andò a visionare e gli propose un contratto, lui accettò e si trasferì ad Amsterdam. Il suo esordio avvenne il 23 aprile 1991 in una gara del campionato olandese tra Ajax e Sparta (1-0 il risultato finale). Giocò tutte le restanti partite di quel campionato, ma l'allenatore van Gaal preferì affidarsi almeno per un'altra stagione all'esperienza di Stanley Menzo. Anche nella stagione seguente, dunque, trovò poco spazio: riuscì comunque a vincere il suo primo trofeo prestigioso in carriera, la Coppa Uefa, conquistata nella doppia finale contro il Torino: 2-2 allo Stadio delle Alpi e 0-0 ad Amsterdam.

Nel corso della stagione successiva (1992-1993), riuscì a conquistare anche il posto da titolare a scapito di Menzo, collezionando 19 presenze e vincendo la sua prima Coppa d'Olanda. Nella stagione 1993-1994 si laureò per la prima volta campione d'Olanda.

 

220px-AFC_Ajax_-_Finale_Champions_League
 
van der Sar (in piedi, primo da sinistra) all'Ajax nel 1996

 

La stagione 1994-1995 lo vide vincere per la seconda volta consecutiva il campionato olandese, e mettersi in luce anche in Champions League. Al suo esordio nel massimo torneo europeo, affrontò il Milan campione in carica, per tre volte (due nella fase a gironi e una in finale): in tutte e tre le occasioni mantenne la porta inviolata, e l'Ajax si laureò campione d'Europa per la quarta volta. Pochi mesi dopo, il 28 novembre dello stesso anno, andò a giocarsi la Coppa Intercontinentale al National Stadium di Tokyo contro i brasiliani del Grêmio: la porta rimase di nuovo imbattuta, e ai rigori finali decisiva fu la sua parata su Dinho. Laureatosi campione del Mondo, in tale stagione stabilì anche il record d'imbattibilità individuale della Champions League, non subendo gol per ben 658 minuti.

Al termine di quella stagione il giocatore si laureò per la terza volta consecutiva campione d'Olanda, raggiungendo anche la finale di Champions League per la seconda volta di seguito. La gara venne disputata allo Stadio Olimpico di Roma, e i "lancieri" si ritrovarono di fronte ancora una squadra italiana, stavolta la Juventus di Marcello Lippi. Dopo i tempi supplementari chiusi sul punteggio di 1-1, i rigori premiarono i torinesi, che dal dischetto ebbero la meglio sugli olandesi per 4-2.

Nella stagione successiva (1996-1997) il titolo olandese venne conquistato dal PSV Eindhoven, mentre in Europa il percorso della squadra biancorossa venne fermato nuovamente dalla Juventus, stavolta in semifinale. Il digiuno di trofei durò solo una stagione: l'anno successivo (Eredivisie 1997-1998), infatti, la squadra riconquistò il titolo nazionale. Curiosamente, nella penultima gara di quel campionato, giocata il 3 maggio 1998 contro il De Graafschap, mise a segno un gol su rigore. Il 17 maggio la squadra vinse anche la Coppa d'Olanda battendo per 5-0 il PSV Eindhoven nella finale giocata allo Stadion Feijenoord di Rotterdam; venne premiato con la Scarpa d'oro olandese.

La stagione seguente (1998-1999) fu la sua ultima all'Ajax. Quell'anno la squadra si aggiudicò per la seconda volta consecutiva la Coppa d'Olanda, battendo in finale il Fortuna Sittard per 2-0. Il 23 maggio 1999 giocò la sua ultima partita con l'Ajax nell'ultima gara di campionato contro il NAC Breda. Prima di lasciare il club, gli venne dedicata una passerella d'addio all'Amsterdam ArenA, durante la quale venne applaudito e ringraziato da tutto lo stadio.

Juventus e Fulham
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van der Sar alla Juventus nel 1999

 

Acquistato nell'estate del 1999 dalla Juventus per la cifra di 17 miliardi di lire, è stato il primo portiere straniero della storia del club torinese. Nella sua prima stagione in bianconero, dopo un inizio incerto, offrì buone prestazioni e vinse la Coppa Intertoto; nell'annata successiva, tuttavia, il suo rendimento peggiorò: dopo aver commesso diversi errori nella prima parte della stagione – tra i più criticati quello contro la Lazio, su un debole tiro di Marcelo Salas da fuori area, e quello su una punizione di Paulo Sousa in Champions League contro il Panathinaikos –, nella gara di ritorno contro la Roma favorì con una sua incertezza il gol del pareggio in extremis di Vincenzo Montella, che approfittò di una respinta errata del portiere su un tiro di Hidetoshi Nakata. La squadra della capitale si laureerà poi campione d'Italia con 2 punti di vantaggio sulla Juventus.

 

220px-Van_Der_Sar_Fulham.jpg
 
van der Sar al Fulham

 

Nell'estate del 2001, il club londinese del Fulham lo acquistò per 7 milioni di sterline. Esordì in Premier League in una partita persa per 3-2 in casa del Manchester United. Nella stagione seguente, i bianconeri vinsero anche la Coppa Intertoto 2002. Nonostante fosse giunto in Inghilterra stimolato dal progetto della squadra, nel 2009 Van der Sar affermò che il periodo al Fulham fu per lui triste, a causa della mancanza di partecipazione alle coppe europee.

Manchester Utd

Il 5 giugno 2005, dopo quattro stagioni a Craven Cottage, il Manchester Utd acquistò Van der Sar per 1.5 milioni di sterline. Esordì il 9 agosto in una gara valevole per il terzo turno dei preliminari di Champions League contro gli ungheresi del Debrecen. In campionato fece il suo esordio il 20 agosto al Goodison Park contro l'Everton (2-0). Il 26 febbraio conquistò il suo primo trofeo con i Red Devils, battendo 4-0 il Wigan Athletic in finale di Carling Cup, al Millennium Stadium.

Il 4 febbraio 2007, nella gara giocata al White Hart Lane contro il Tottenham (4-0), sulla ribattuta di una parata su Robbie Keane, venne involontariamente colpito in pieno volto dallo stesso attaccante irlandese, perdendo conoscenza per alcuni minuti; resterà lontano dai campi di gioco per venti giorni. A fine stagione vinse il campionato, ma il 19 maggio perse la finale di FA Cup contro il Chelsea (1-0).

Nella stagione successiva, 2007-2008, nella finale di Community Shield del 5 agosto 2007 contro il Chelsea (1-1 al 120'), parò 3 rigori su 3, neutralizzando i tiri dal dischetto di Claudio Pizarro, Frank Lampard e Shaun Wright-Phillips. In seguito subì un infortunio in allenamento che lo tenne fuori per diverse gare, fino a quando non fece il suo rientro il 5 gennaio 2008, nella gara di FA Cup contro l'Aston Villa (2-0). Si rivelò una pedina importante in match chiave per il titolo come quello contro l'Arsenal all'Old Trafford, dove salvò varie volte il risultato con grandi parate, e contro il Liverpool mantenne ancora la porta inviolata, mettendo a segno un record mai riuscito a nessun altro portiere della storia mancuniana: mantenere la porta imbattuta per tre stagioni intere contro i rivali storici del Liverpool. Si rivelò importante anche nella scalata dei Red Devils alla finale della Champions League, tenendo la porta imbattuta per 5 gare di fila nella massima competizione europea. L'11 maggio si è poi laureato Campione d'Inghilterra per la seconda volta consecutiva, grazie alla vittoria contro il Wigan in trasferta per 2-0. Il 21 maggio ha disputato la sua terza finale di Champions League della carriera, nella storica finale tutta inglese contro i rivali del Chelsea (1-1 al 120'): furono necessari ancora una volta i calci di rigore: van der Sar parò il penalty decisivo di Nicolas Anelka, laureandosi campione d'Europa per la seconda volta in carriera.

 

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van der Sar al Manchester Utd nel 2006

 

Il 10 agosto 2008 ha iniziato la nuova stagione vincendo la Community Shield nella partita contro il Portsmouth (vittoria ai rigori). Il 27 gennaio 2009 ha stabilito il nuovo record di imbattibilità nella Premier League, facendo registrare 1032 minuti (11 partite) senza subire reti e battendo, in tal modo, il precedente primato che apparteneva a Petr Čech. La sua imbattibilità si è fermata a 1 311 minuti il 4 marzo nella partita contro il Newcastle Utd (1-2). Il Manchester Utd ha vinto il campionato, e per le sue prestazioni ha conquistato anche il Golden Glove, oltre a venire inserito nella squadra ideale della PFA. I Red Devils però non si riconfermarono campioni d'Europa, venendo battuti in finale di Champions League per 2-0 dal Barcelona.

Il 23 dicembre 2009 la moglie di van der Sar è stata colpita da un'emorragia cerebrale nell'appartamento di famiglia nel Cheshire. Subito trasportata all'ospedale, le sue condizioni di salute sono state giudicate molto gravi dai sanitari. A van der Sar, già fermo da circa un mese per un infortunio al ginocchio, è stato concesso dal club mancuniano un permesso a tempo indeterminato per accudire la consorte. Meno di un mese dopo, il 16 gennaio 2010, è tornato in campo nella partita vinta per 3-0 dai Red Devils sul Burnley.

Il 22 maggio 2011 seguente ha raggiunto le 605 partite di campionato disputate in vent'anni: 226 con l'Ajax, 66 con la Juventus, 127 con il Fulham e 186 con il Manchester United. Ha disputato la sua ultima partita il 28 maggio 2011 nella finalissima di Champions League allo Stadio Wembley contro il Barcellona, persa 3-1, lasciando il calcio giocato con l'amaro in bocca per una finale perduta.

Il 3 agosto 2011 si è giocata la sua partita d'addio all'Amsterdam Arena, un'amichevole tra l'Ajax e il Dream Team di van der Sar guidato da Alex Ferguson, suo allenatore a Manchester.

Noordwjik

Il 9 marzo 2016 ritorna a giocare, all'età di 46 anni, per la squadra dilettantistica del VV Noordwijk, nelle cui giovanili aveva militato dal 1985 al 1990. Alla prima e unica partita, disputata per infortunio di tutti i portieri della prima squadra, è decisivo parando un rigore e contribuendo al pareggio per 1-1 contro il Jordan Boys.

Nazionale

220px-Edwin_van_der_Sar.JPG
 
van der Sar in nazionale al Mondiale 2006

 

Convocato dalla nazionale olandese per il campionato del mondo 1994, non giocò nemmeno un minuto in quella manifestazione. Fece il suo esordio nella nazionale oranje il 7 giugno 1995 contro la Bielorussia. Anche in nazionale guadagnò subito il posto da titolare, tanto da essere schierato anche durante il campionato d'Europa 1996, dove i Paesi Bassi arrivarono sino ai quarti di finale per poi essere eliminati dalla Francia ai tiri di rigore dopo che i tempi regolamentari e supplementari erano terminati sullo 0-0.

Due anni dopo disputò da titolare il campionato del mondo 1998: stavolta gli oranje ottennero il quarto posto, dopo essere stati battuti, solo ai tiri di rigore, in semifinale dai campioni in carica del Brasile. Al campionato d'Europa 2000 giocò da titolare arrivando in semifinale, dove gli olandesi vennero sconfitti ancora una volta ai rigori, stavolta dall'Italia, dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano conclusi sullo 0-0.

Fallita la qualificazione per il campionato del mondo 2022, gli olandesi centrarono quella per il campionato d'Europa 2004: nei quarti di finale, la gara contro la Svezia si concluse ancora una volta ai rigori: van der Sar fu decisivo parando il tiro di Olof Mellberg. L'eliminazione maturò in semifinale contro i padroni di casa del Portogallo (2-1).

Dopo l'europeo 2004 sulla panchina degli oranje arrivò Marco van Basten, che attuò una rivoluzione nella squadra: uno dei pochissimi veterani scelti dal nuovo CT fu van der Sar, scelto come capitano. Inoltre fra il 13 ottobre 2004 e il 17 agosto 2005, nelle qualificazioni al campionato del mondo 2006, riuscì a stabilire un record d'imbattibilità di 665 minuti consecutivi, nei quali parò un rigore a Tomas Rosicky. Nella fase finale del Mondiale, il cammino della sua nazionale si fermò ancora una volta per mano del Portogallo, stavolta negli ottavi di finale (1-0): in questa gara, van der Sar raccolse la sua 113ª presenza con la nazionale olandese, battendo il precedente primato di Frank de Boer; il suo record verrà superato il 9 giugno 2017 da Wesley Sneijder.

In seguito giocò il campionato d'Europa 2008 da titolare e da capitano. Dopo aver chiuso il girone a punteggio pieno, il cammino dell'Olanda si incrociò con quello della Russia (3-1 d.t.s.), che mise fine alla carriera in nazionale del portiere. Il nuovo CT degli oranje, Bert van Marwijk, non lo ha incluso nella lista dei convocati per il campionato del mondo 2010.

Il suo bilancio nella nazionale olandese è di 130 presenze, di cui 11 raccolte ai mondiali e 16 agli europei.

Dirigente

Il 16 novembre 2012 assume il ruolo di direttore marketing per l'Ajax. Dal 6 settembre 2015 siede nel comitato dei lancieri e l’11 novembre 2016 viene promosso direttore generale. Sotto la sua gestione nel 2018/2019 l’Ajax arriva fino alla semifinale di Champions dopo 22 anni venendo eliminato dal Tottenham e a distanza di qualche anno torna a vincere la Coppa d'Olanda e il campionato. Il 15 novembre 2019 rinnova il proprio contratto fino al 2023.

 

Record

Van der Sar detiene sia il record d'imbattibilità riguardo alle gare ufficiali della nazionale olandese, che stabilì tra il 13 ottobre 2004 e il 17 agosto 2005, non subendo goal per 665 minuti, che quello di 1 311 minuti nella Premier League con la maglia del Manchester United. Detiene inoltre quello riguardante l'imbattibilità individuale della Uefa Champions League, che stabilì durante la stagione 1995-1996 quando militava nell'Ajax e il record d'imbattibilità nelle gare esterne di UEFA Champions League (stagione 2010-2011).

Ha perso tre finali di UEFA Champions League, di cui due allo stadio Olimpico di Roma: il 22 maggio 1996 Juventus-Ajax (4-2 dcr, 1-1 dts), il 27 maggio 2009 Barcellona-Manchester United (2-0) e il 28 maggio 2011 al Wembley Stadium sempre in Manchester United-Barcellona (1-3).

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Individuale

Onorificenze

Ufficiale dell'Ordine di Orange-Nassau - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine di Orange-Nassau
  — 2010

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png    EDWIN VAN DER SAR 

 

edwin-van-der-sar-juventus-1999_1np1q28avirtl1ln6i6cwc5js1.jpg

 

 

 

Il primo portiere straniero della storia della Juventus, nasce e cresce nel vivaio dell’Ajax; fino a sedici anni, Edwin, non pensa affatto che il suo futuro possa essere quello del calciatore. Il giovane olandese si preoccupa solamente di prendere il diploma di commerciante per aprire un negozio nella sua Voorhout. Gioca saltuariamente a calcio con gli amici, in una piccola squadra dilettantistica dal nome quasi impronunciabile, il Noordwijk. Come tutti gli olandesi, anche Edwin conosce benissimo la fama dell’Ajax e, quando un emissario della formazione più famosa d’Olanda lo va a visionare e gli propone un contratto, non ci pensa due volte e si trasferisce ad Amsterdam.
Dalla capitale olandese parte la sua inarrestabile ascesa: da terzo portiere dell’Ajax in un paio di anni diventa titolare e nella squadra allenata da Van Gaal, vince tutto. Van der Sar è un gigante, essendo alto un metro e novantasei centimetri: ottimo piazzamento, dotato di buon occhio e di una buona presa, ha forse il difetto di essere docile di carattere e di mortificarsi troppo dopo un errore commesso.
Per qualche stagione gli “Aiaci” sono la squadra più forte in Europa, fino alla sconfitta contro la Juventus nella finale di Champions League nel 1996, a Roma. Un segno del destino, forse. Diventa anche portiere titolare della Nazionale arancione che raggiunge, con molti rimpianti, il quarto posto al Mondiale francese del 1998. Edwin fornisce delle ottime prove, tanto da essere giudicato uno dei migliori portieri del torneo.
Nell’estate del 1999 Van der Sar lascia l’Ajax per vestire la maglia bianconera e sostituire, tra i pali, un monumento come Peruzzi, capitano della Juventus. L’eredità è molto pesante ma Edwin non sembra spaventarsi; non ha problemi a integrarsi nell’ambiente juventino, dove ritrova il compagno Davids, che lo aiuta anche con la lingua.
A proposito della differenza fra l’Ajax e la Juventus afferma: «Sono squadre ugualmente famose nell’area europea. Due enormi realtà che hanno conquistato anche il mondo. La Juventus vive, però una situazione più difficile, perché mentre in Olanda sono due o tre i club di vertice, da voi la concorrenza è più vasta e particolarmente feroce e qualificata. Qui, inoltre, un calciatore vive sotto pressioni molto robuste da parte di giornali e televisioni. Se perdi una partita con il Bari dopo quattro giorni se ne discute ancora, in Olanda non è così».
L’incontro con l’Avvocato e con il Dottore lo mette in seria difficoltà: «Gli Agnelli sono uomini di gran classe e amabili intenditori di calcio. Quando parlo con loro, e mi capita di frequente, mi sembra di perdere molti centimetri e di diventare piccolo piccolo».
La prima stagione bianconera si conclude senza infamia e senza lode; la Juventus perde il campionato all’ultima giornata, nella “piscina” di Perugia: «Era un campo impraticabile, non si doveva giocare», dice il gigante olandese, ma lo scudetto vola a Roma, sponda laziale.
Nel campionato successivo cominciano i dolori. La squadra non ingrana, è eliminata al primo turno della Coppa Italia dal Brescia di Hübner e non supera il primo girone di Champions League. Van der Sar è messo sul banco degli imputati, insieme a Zidane e Davids, colpevoli di qualche espulsione di troppo. Anche Ancelotti non sfugge alla pesante critica dei tifosi bianconeri, ma è sul portierone che sorgono i primi dubbi, soprattutto dopo la pessima prova di Atene contro il Panathinaikos: Van der Sar si lascia infilare da una punizione per niente irresistibile dell’ex Paulo Sousa e, nel secondo tempo, è espulso per doppia ammonizione.
La partita successiva, vede la Juventus affrontare la Lazio al Delle Alpi; molti chiedono la testa del portiere ma Ancelotti, nonostante la presenza di un portiere molto affidabile come Rampulla, schiera nuovamente in campo Van Der Sar. La sua prestazione è disastrosa: su un tiro centrale di Salas si tuffa dalla parte opposta e permette alla Lazio di pareggiare il goal iniziale di Tudor e, successivamente, è involontariamente colpito da una punizione bomba di Verón, che altrimenti non sarebbe mai riuscito a parare. È emotivamente distrutto e in campo si vede. I tifosi sono inferociti, piovono grida non molto gentili verso il portiere, cori coniugano pesanti rime con il suo cognome.
«È un periodo buio per me, non mi è mai successo in carriera, ma sono certo che presto tutto si risolverà. Non ho problemi di vista, nell’ultimo test è risultato tutto a posto, voglio riscattarmi con la Juventus e vorrei rimanere a Torino. Non c’è stato nessun faccia a faccia con Ancelotti, ci siamo parlati solo in generale, insieme con i compagni. Non avrei avuto comunque intenzione di chiedergli di riposare. È un brutto momento per me e la Juventus, ma lo supereremo insieme. Non m’importa se non ho la fiducia di qualche tifoso, l’importante è avere quella di società e compagni. Mi sono chiesto tante volte perché sto commettendo tutti questi errori, ma non ho saputo darmi risposta. Ho in mente soprattutto quelli con Udinese e Lazio, frutto di errori di piazzamento e quindi più gravi. La vista non c’entra: ogni anno, quando ci sottoponiamo alle visite mediche, ci fanno anche il test per gli occhi e per me è stato tutto OK. Non è nemmeno vero che ho fatto visite supplementari per la vista. È vero che si gioca in undici, ma io mi sento responsabile dei risultati negativi».
Ancelotti, anche lui colpevole di questa situazione, va avanti per la propria strada e Edwin resta a difendere la porta bianconera. Partita dopo partita, Van der Sar riacquista fiducia nei propri mezzi ma, proprio nella partita decisiva contro la Roma, si lascia sfuggire un innocuo tiro di Nakata, sul quale si avventa Montella che realizza il pareggio romanista, spegnendo definitivamente le speranze di scudetto juventine.
Logico che la società corra ai ripari; arriva il portiere più forte del mondo, Gianluigi Buffon e Edwin emigra in Inghilterra, al Fulham. Termina, così, nel modo peggiore, l’avventura bianconera di Van der Sar con la convinzione che il gigante olandese non abbia mai dimostrato le sue qualità.
Nella terra di Albione, Edwin, torna a essere il portiere affidabile e sicuro che era nell’Ajax e riesce anche a mantenere il posto in Nazionale, nonostante la concorrenza di portieri più giovani; lo troviamo così a difendere la porta olandese anche negli Europei greci del 2004. Le notevoli prestazioni di Van der Sar con la maglia bianca del Fulham, fanno salire le quotazioni del portiere a tal punto di vestire, l’anno successivo, la prestigiosa maglia del Manchester United e a disputare, sempre da titolare, il Mondiale tedesco del 2006 e l’Europeo del 2008.

GIACOMO ARICÒ, DA “TUTTOJUVE.COM” DEL 4 AGOSTO 2011
Come dimenticarsi di quello spilungone olandese che arrivò a difendere i pali della Juventus nell’estate del 1999? Edwin Van der Sar ebbe subito un compito arduo appena vestì la maglia della Juventus, quello di sostituire Angelo Peruzzi. I tifosi più attenti e di buona memoria ricorderanno un suo prodigioso intervento alla seconda partita in campionato, un colpo di reni incredibile che evitò un pallonetto di Mboma a Cagliari, quelle braccia lunghe che arrivarono ad arpionare il pallone che si stava insaccando.
Il portiere il primo anno se la cavò egregiamente, fece il suo e la Juventus a un certo punto aveva mezzo scudetto cucito sul petto, andando a più nove dalla Lazio. Suscitava perfino simpatia quel ragazzo di quasi due metri, ingiustamente espulso contro l’Inter quando l’arbitro lo cacciò per un presunto intervento di mano fuori area (ma era nettamente sul petto). Poi quel tricolore scivolò, annegò a Perugia, Edwin fermo immobile sul destraccio di Calori. Quel giorno forse successe qualcosa anche a lui, abituato a vincere tutto con l’Ajax (già campione d’Europa nel 1995 contro il Milan) che però seppe conoscere dolori memorabili quando incrociò la Juventus nella finale di Champions League 1996 a Roma.
Non parò neanche un rigore in quella lotteria, dove anche Davids, negli “Aiaci”, ciccò come un dilettante regalando alla Juve e a Peruzzi il trionfo. Nel 1997 in semifinale ne beccò poi quattro a Torino dopo averne già incassati due ad Amsterdam.
Dicevamo, qualcosa successe, e Van der Sar non fu più lo stesso. Errori, uno dietro l’altro. Juve fuori dalla Champions contro il Panathinaikos per demerito soprattutto suo, uccellato dalla distanza dall’ex Paulo Sousa. In campionato un tiro di Salas, centrale e innocuo, lo fece svenire.
Nacque addirittura un’ironica e graffiante canzoncina ispirata a “Papaveri e papere”: “Lo sai che le tue papere son diventate tante, diventi preoccupante, metodico allarmante, se resterai tra i pali non vincerete nulla, se giocherà Rampulla, qualcosa parerà”, giusto per citarne uno stralcio.
L’olandese seppe reagire, la Juve tornò in alto, a un soffio dalla Roma di Capello. Meno tre e scontro diretto al Delle Alpi. Una manciata di minuti e Del Piero e Zidane portano i bianconeri sul 2-0. Manca poco e Nakata riapre. Poi ecco che Van der Sar, sempre su tiro del giapponese, decreta la fine della sua storia in bianconero, non bloccando il pallone ma anzi appoggiandolo a Montella: pareggio e secondo scudetto perso di fila.
La Juve lo scaricò per chi ancora oggi ne difende la porta, Gigi Buffon. Ma Van der Sar ha saputo sempre rialzarsi. Alti e bassi ma un palmarès vincente. Dopo la Juve il Fulham e il passaggio al Manchester United.
Per lui parlano i numeri e i trofei vinti, sempre da titolare: quattro campionati, tre Coppe di Lega, tre Community Shield, una Champions League e una Coppa del Mondo per Club, risultando spesso determinante per le sorti della sua squadra, parando rigori decisivi come nella finale a Mosca nel 2008 contro il Chelsea in Champions (eletto miglior portiere della competizione). Anche per la Nazionale Olandese ha rappresentato un punto fisso e inossidabile per il record di 130 presenze in campo internazionale.
Edwin, quarantuno anni, ieri ha salutato il mondo del calcio e lo ha fatto ad Amsterdam, dove ha scelto di mettere contro l’Ajax e una selezione di stelle straniere, tra cui Rooney, Giggs e Rio Ferdinand, compagni di squadra nello United, Kuyt, Davids e Bergkamp. 53.000 persone si sono alzate per salutare il portierone che ufficialmente ha chiuso con l’ennesima finale di Coppa dei Campioni, stavolta persa contro il Barça, all’alba dei quarantuno anni.
Una carriera memorabile, talmente avvincente tra cadute e risalite che anche i tifosi juventini gli hanno perdonato quei suoi grossolani errori. Nonostante tutto, un onore averlo avuto quei due anni, alla luce di tutto quello che si è riconquistato con il sudore e la fatica.
Applausi al campione, a Edwin Van der Sar.

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/10/edwin-van-der-sar.html

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