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Juan

Disciplinare: Arrivano Altre Sentenze

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Joined: 31-Jul-2007
1401 messaggi

La Fiorentina

La posizione della societ? viola ? la pi? curiosa tra quelle delle quattro societ? coinvolte: gli stessi investigatori accertano che per tutto il campionato sotto lente d?ingrandimento la Fiorentina ? stata talmente danneggiata da direzioni arbitrali sfavorevoli che si ? venuta a trovare in lotta per non retrocedere nonostante i notevoli investimenti compiuti dai Della Valle ed un parco-giocatori che avrebbe dovuto consentirle di posizionarsi quantomeno a centro-classifica. La ?persecuzione? sarebbe stata dovuta alla ?politica? di opposizione al ?sistema? dominante che vedeva come momenti fondamentali la permanenza di Carraro e Galliani ai vertici di Federazione e Lega Calcio. Inoltre alcune ?battaglie? di Diego Della Valle, come la campagna per la ?collettivizzazione? dei diritti televisivi e quella per la sostituzione dei designatori arbitrali, avevano procurato alla Fiorentina forti risentimenti da parte della ?fazione? dominante nella Lega Professionisti, quella facente capo a Moggi e Giraudo. Da colloqui tra Moggi e il vice-presidente federale Mazzini si apprende addirittura che quest?ultimo stava facendo confezionare un ?dossier? compromettente su alcuni ?traffici? immobiliari poco chiari tra Diego Della Valle e il Comune di Firenze servendosi all?uopo di 2 ?ultras? fiorentini contrari alla gestione del patron viola.

Ad un certo punto per? i dirigenti toscani, resisi conto della china pericolosa lungo la quale stavano rotolando cercano di porre riparo alla situazione rivolgendosi a quegli ?interlocutori? che fino a quel momento avevano avversato. Da qui in poi si mette in moto, con la benedizione di Moggi e Giraudo l?operazione di ?salvataggio della Fiorentina?. Il momento storico in cui avviene la ?conversione? ? individuato da Borrelli in un colloquio avvenuto tra il Presidente della Fiorentina Andrea Della Valle e il vice-presidente federale Innocenzo Mazzini dopo l?incontro Fiorentina-Messina del 20/04/2005 terminato 1-1 con il pareggio siciliano giunto all?ultimo dei sei minuti di recupero concessi dall?arbitro Nucini, circostanza che aveva fatto non poco arrabbiare il presidente viola. Nella relazione stranamente per? Borrelli trascura un?altra conversazione avvenuta lo stesso giorno tra Mazzini e l?ad gigliato Mencucci alla quale ? invece dato grande risalto nell?informativa dei carabinieri, contenente alcuni passi interessanti e secondo me colpevolmente trascurati. Vale la pena leggere questo stralcio particolarmente significativo:

?MAZZINI, proseguendo, chiede chiaramente ?? che C***O devo fare io, dimmelo! ?? e di fronte alla risposta diplomatica del suo interlocutore (MENCUCCI): ?? ? ? di probabilmente quello che voleva dire ? che ??? vogliamo rispetto per avere esattamente quello che ci meritiamo in campo ma non essere svantaggiati?? replica a sua volta ??ecco su questo non ci sono dubbi, ma io ti ripeto un?altra volta ma te cosa hai fatto per fare in modo che questo succeda ? ?? ponendo l?accento sulla contropartita degli aiuti che la societ? gigliata dovr? pagare ?? oh allora ? allora vuol dire che tu hai intenzione di cambiare registro secondo me. Per cui cambiare registro non vuol dire mica andare a comprare le partite?<>?io non ti dir? mai di farlo?non devi mai fare troiai che ti propone il tuo direttore generale (n.d.r. Fabrizio Lucchesi), mai! mai ! ?? e ricevuto il concorde parere del dirigente viola, MAZZINI gli fa un esempio delle modalit? per combinare il risultato di un incontro ?? Per? , vedi amico mio, quando negli, ecco avere delle persone in campo di un certo tipo, se nel sottopassaggio?.se nel sottopassaggio di Livorno , Lucarelli (n.d.r. calciatore del Livorno) trova uno di l? che gli dice si fa a pari, ma che C***O te ne frega a te, non l?hai mica fatto te, non l?ha fatto la societ?, 5 giocatori decidono di dover fare 1 a 1, mi capisci? ?<>? Te non te l?accorgi per? tu sei stato bene perch? hai preso il punto e ti sei quasi salvato. Questo vuol dire avere uomini di personalit? in campo e l?, te non ci fai niente nessuno dell?ufficio indagini, n? gli allenatori, ne i presidente perch? te? ? e di fronte alla domanda di MENCUCCI ?? allora perch? non ha accettato ? ?<>?e allora perch? se c?? stata questa proposta perch? non l ?hanno accettata mi domando io ? ? ?, MAZZINI gli spiega anche le motivazioni ??e dimmelo te. Perch? bisogna avere di l? uno , cio? della tua squadra, uno come Lucarelli che te non hai? ?. I due poi si soffermano a parlare dell?attuale direttore generale della Fiorentina e del futuro, dilungandosi su valutazioni di carattere tecnico-sportivo. Quasi prima di concludere la conversazione, MAZZINI ritorna sull?argomento principale della stessa, ovvero gli aiuti alla Fiorentina ed in particolare fornisce le linee guide su come far comportare i DELLA VALLE con i designatori ed in particolare con Paolo BERGAMO ??Bisogna che Paolo BERGAMO abbia un minimo di attenzione verso il caso Fiorentina, il che vuol dire non fare niente di strano se non quello di essere tutelati per la realt? che ? la Fiorentina? . Tutto qui. Per? come tu li hai infamati a bestia, tu vieni a Coverciano in una stanzina riservata e tu gli dici: Caro Paolo guarda che noi forse abbiamo sbagliato ?.inc? per? siamo la Fiorentina, siamo i Della Valle, siamo persone perbene da voi, noi vorremmo essere tutelati. Quando tu hai fatto questo basta e m? avanza, per? se non lo fai e ti vanno nel c**o . Io non ho da dirti altro? ? in modo tale da mettere lui in condizione di agire per il buon fine degli aiuti.?

I passi evidenziati in neretto sembrerebbero indicare, nonostante i redattori dell?informativa giungano a conclusioni contrarie al significato letterale delle parole usate da Mazzini e Mencucci, che la Fiorentina, per bocca del suo ad chiedesse tutela (?vogliamo rispetto per avere esattamente quello che ci meritiamo in campo ma non essere svantaggiati??) per evitare il ripetersi di gravi errori arbitrali ai suoi danni e che Mazzini ?consigliasse? un atteggiamento pi? morbido nei confronti dei designatori (?cambiare registro?) al fine di ottenere ?attenzione? che secondo le testuali parole di Mazzini significa: ?non fare niente di strano se non quello di essere tutelati per la realt? che ? la Fiorentina? . Tutto qui ? e non necessariamente combinare le partite grazie agli arbitri. Qui si innesta il secondo profilo interessante di questo colloquio: Mazzini infatti, come si evince dai passi sopra sottolineati, indica qual ? secondo lui (che non vuole ?troiai?) il modo migliore per ?accomodare? gli incontri: avere tra le fila della propria squadra un calciatore ?carismatico? che possa prendere accordi nell?immediatezza dell?incontro (?nel sottopassaggio?, dice Mazzini) con un calciatore avversario di pari personalit? che ?garantisca? il raggiungimento di un risultato che soddisfi entrambi i contendenti. A titolo esemplificativo Mazzini cita il centravanti del Livorno Lucarelli. Questo metodo ha il vantaggio di escludere le responsabilit? delle societ? e di non poter essere perseguito dall?Ufficio Indagini. Curiosamente uno dei luoghi comuni di ?Calciopoli? ? che la sua particolarit? consista nell?essere uno scandalo che non vede la partecipazione dei calciatori ad imbrogli: forse una considerazione attenta di questa conversazione da parte degli investigatori federali avrebbe potuto far scoprire una realt? un po? diversa. Una conferma a quanto sopra sostenuto si ricava dalle frasi che Mazzini rivolge a Mencucci in seguito alla partita Bologna-Fiorentina terminata 0-0. Mazzini infatti apostrofa cos? il suo interlocutore: ?? c?? l?ufficio indagine che vi sta cercando dove siete???. I carabinieri mettono in relazione questa frase scherzosa con un?altra frase di Mazzini riferita all?arbitro dell?incontro, l?aretino Bertini (??un grande amico?) per ricavare l??aggiustamento? del match, quando a me pare pi? corretto interpretarla come una ?boutade? di Mazzini da mettere in relazione con le sue considerazioni sulle possibilit? di ?accordo? tra giocatori: le cronache infatti segnalarono Bologna-Fiorentina per il suo tasso agonistico molto relativo piuttosto che per le errate decisioni arbitrali, la partita fu talmente blanda che non ci furono episodi controversi. Palazzi miopemente accredita la tesi contenuta nell?informativa e ritiene che quest?incontro sia stato condizionato a favore della Fiorentina grazie all?operato dell?arbitro nonostante non sia emerso il minimo riscontro per avvalorare questa versione dei fatti. Dopo Bologna-Fiorentina, proseguono i rapporti tra la dirigenza viola e Innocenzo Mazzini, rapporti che testimonierebbero un asservimento dei vertici della Fiorentina al vice-presidente federale. Mazzini insiste molto perch? avvenga un contatto diretto tra Della Valle e Bergamo al fine di chiarire i contrasti che erano sorti per la posizione pubblica del patron toscano favorevole ad una sostituzione dei due designatori, posizione che secondo Mazzini, era alla base della ?maldisposizione? arbitrale nei loro confronti. In molte telefonate Mazzini si esprime in toni molto critici nei confronti del direttore generale viola Fabrizio Lucchesi, accusato di muoversi in modo non trasparente e sospettato di cercare autonomamente di aggiustare gli incontri della Fiorentina. Questo profilo disciplinare per? viene lasciato cadere dalla Procura Federale, in modo invero inspiegabile. Ricordiamo per inciso che Lucchesi era stato direttore sportivo della Roma al tempo della famosa vicenda Rolex-arbitri, in conseguenza della quale fu allontanato dalla societ? giallorossa. In questa fitta rete di telefonate l?unico accenno all?arbitro del successivo incontro dei viola lo fa Mazzini dopo il sorteggio a Mencucci, il quale non ? nemmeno troppo felice dell?esito, in quanto per lo scontro diretto contro il Chievo (poi vinto dalla Fiorentina, invero con qualche contestazione dei veronesi verso il direttore di gara) viene designato Dondarini che ne aveva combinate di tutti i colori a danno dei toscani durante il recente Sampdoria-Fiorentina.. La prova regina dell?illecito per? si trova in un?intercettazione successiva alla partita nella quale il presidente dell?Associazione Italiana Arbitri Tullio Lanese, commentando il campionato con il giornalista della giornalaccio rosa Antonello Capone, definisce ?killer? l?arbitro Dondarini e afferma che per orientare le partite non si mandano pi? solo segnali ma si telefona direttamente per chiedere un arbitro gradito. Si tratta per? di malevole considerazioni fatte da terzi di cui non si trova alcun altro riscontro: non vi sono agli atti richieste specifiche di arbitri da parte dei dirigenti viola, i quali anzi non gradiscono affatto la designazione dell?arbitro emiliano.

Intanto ci si avvicina alla fine del campionato e la Fiorentina, nonostante la vittoria di Verona, ? comunque nei guai dai quali si tirerebbe fuori se battesse l?altrettanto disperata Atalanta al Franchi. Purtroppo per lei per? non va oltre un deludente pareggio a reti inviolate, ciononostante secondo la Procura Federale il ?salvataggio? passa attraverso l??aggiustamento? anche di questa partita. In realt? dalle telefonate questo non si evince: solo dopo numerose insistenze e altrettanti rinvii, i due fratelli Della Valle si acconciano ad incontrare Bergamo il sabato 14 Maggio prima di questo fondamentale scontro diretto in chiave salvezza. L?incontro viene descritto come carbonaro e documentato da agenti appostati che scattano numerose foto (ma stranamente non effettuano intercettazioni ambientali). In realt? esso avviene in pieno in giorno in un luogo pubblico e frequentato come il ristorante ?Villa La Massa? ed ? programmato di sabato proprio per evitare maldicenze, avvenendo il giorno dopo il sorteggio arbitrale, ma secondo Palazzi, questa cautela, anzich? essere dettata da motivi di opportunit?, indica una volont? complottarda, non si sa in base a quale logica. Neanche l?arbitro Rodomonti, designato per Fiorentina-Atalanta, ? molto gradito dai Della Valle, ma secondo Palazzi, in base a mezze frasi e interpretazioni ?ipertestuali? delle conversazioni agli atti, avrebbe anche lui diretto a favore dei viola perch? istruito da Bergamo (la prova? Eccola: la segretaria CAN Maria Grazia Fazi chiede al designatore riferendosi a Rodomonti: ?L?hai sentito??) ma la Fiorentina non vince perch? offre una prestazione agonistica ?deludente?, a nulla ? valso l?aiuto dell?arbitro. Naturalmente non viene fornita nessuna prova di come Rodomonti avrebbe aiutato la Fiorentina, ma questo non preoccupa il Procuratore Federale. Dopo Fiorentina-Atalanta, arriva Lazio-Fiorentina, che viene analizzata dalla Giustizia sportiva sotto due profili. Innanzitutto un mese prima dell?incontro il presidente della Lazio Lotito, intercettato al telefono con Mazzini, riferisce a quest?ultimo, parrebbe in presenza del giudice Ferri, che abbiamo gi? conosciuto, di aver ricevuto da Diego Della Valle ?una proposta da bandito?. Non vengono specificati i termini della proposta. Il patron fiorentino negher? sempre di aver cercato di combinare l?incontro, Lotito, che sul punto si era discutibilmente avvalso della facolt? di non rispondere di fronte ai magistrati napoletani, riferir? all?Ufficio Indagini che si trattava di una proposta di tipo ?associativo?, ma non verr? creduto da Borrelli, che non aveva condotto l?audizione delegata ad un suo vice, perch? all?epoca del colloquio Carraro e Galliani erano gi? stati eletti. Lotito specificher? pubblicamente che aderendo alla proposta di Della Valle, che riguardava la distribuzione dei diritti televisivi, la Lazio avrebbe avuto un mancato guadagno rispetto al contratto che stava discutendo con Mediaset (Galliani). Ma tant??, Palazzi non ha alcun dubbio, Della Valle ha tentato l?illecito, e Lotito, Mazzini e Ferri hanno omesso di denunciare. Ferri che per? ? sempre piuttosto ondivago, tanto che smentir? in audizione al CSM quanto affermato di fronte ai giudici napoletani, rifer? che Lotito gli aveva confermato che la ?proposta da bandito? riguardava una combine.

Secondo l?accusa per? Lazio-Fiorentina ? rilevante anche sotto un altro profilo: rientra cio? nel complesso piano di salvataggio della Fiorentina, lo testimonierebbero i contatti tra i Della Valle, Mencucci, Moggi e Mazzini. Lo strumento naturalmente ? la designazione di un arbitro ad hoc, che verrebbe individuato nel torinese Rosetti, che per? nessuno, n? l?A.G.O. n? l?Ufficio Indagini ha ritenuto di dover ascoltare, del resto al momento dell?inchiesta sta rappresentando la classe arbitrale italiana ai Mondiali tedeschi, meglio non disturbarlo?..

Se il piano era quello comunque, probabilmente Tot?, Giacomo Furia e Peppino De Filippo (?La banda degli onesti?) avrebbero avuto pi? successo visto che il fischietto piemontese non solo non fa nulla per aiutare i viola, ma viene messo all?indice dai moviolisti in quanto non concede alla Fiorentina, sul risultato di 1-1, un clamoroso calcio di rigore per un evidentissimo fallo di mano di Zauri sulla linea di porta, infrazione che, se rilevata, avrebbe automaticamente comportato l?espulsione del terzino della Lazio. Che nei giorni successivi, i dirigenti viola si lamentino sospettando che ci fosse qualcosa di strano ai loro danni mi pare il minimo che potesse accadere. Anche la frase di Bergamo che dice come fosse tutto ?pilotato?, potrebbe logicamente intendersi che era stato designato un arbitro tra i migliori per evitare errori in una partita cos? delicata.

Dopo il pareggio dell?Olimpico alla Fiorentina potrebbe non bastare nemmeno la vittoria casalinga sul Brescia nell?ultima giornata di campionato. La classifica infatti vede il Chievo a 42 punti, Bologna, Parma e Brescia a 41, il Siena a 40 e la Fiorentina a 39. Di queste ne devono retrocedere due, che faranno compagnia all?Atalanta, ormai staccata.

Nell?ultima giornata si giocheranno Lecce-Parma, Roma-Chievo, Bologna-Sampdoria, Siena-Atalanta e, appunto, Fiorentina-Brescia.

A questo punto scatta il piano di salvataggio, non baster? pilotare solo Fiorentina-Brescia, bisogner? intervenire anche su altre partite. Il sistema ? quello di designare arbitri compiacenti. Qui c?? la prima stranezza, per la sfida-salvezza del Franchi esce il nome di Collina, arbitro proverbialmente non condizionabile. Secondo il maggiore Auricchio la designazione del principe dei fischietti non ? una contraddizione, scrive infatti nell?informativa: ??sorteggiare ad hoc per l?incontro Fiorentina-Brescia, Pierluigi COLLINA che come ? noto, ? considerato da tutta l?opinione pubblica il miglior arbitro in attivit?, nonch? persona assolutamente sopra le parti e che mai nessuno si azzarderebbe a criticare anche di fronte ad eventuali errori marchiani.?. Parrebbe di capire perci? che l?arbitro viareggino sarebbe parte integrante del ?complotto?, anzi, verrebbe utilizzato il suo prestigio per coprire la ?combine? di fronte all?opinione pubblica. Borrelli e Palazzi invece, nonostante per solito prendano per oro colato anche l?interpretazione pi? arbitraria fornita dai carabinieri nell?informativa, in questo caso incredibilmente glissano ?tout court?, la partita Fiorentina-Brescia non entra nell?inchiesta, e ci? malgrado il fatto che in caso di mancata vittoria viola, il complesso piano di salvataggio rimarrebbe lettera morta. Perch? non si ? voluto coinvolgere Collina? Altri arbitri, come Tagliavento o Messina sono stati incolpati pur non avendo a disposizione maggiori elementi d?accusa. Un altro mistero di questa inchiesta, che ogni tanto appare affetta da ?strabismo investigativo?.

Tutti gli sforzi dunque sono rivolti a Lecce-Parma, per la quale viene designato il diavolo in persona: il tiburtino De Santis, che al contrario di Collina, ? ?al di sotto di ogni sospetto?. Il suo compito non ? facile: secondo gli inquirenti, stavolta concordi nei vari passaggi investigativi, deve ?pilotare? la partita sul pareggio: infatti un arrivo a tre tra Fiorentina, Parma, e Bologna, costringerebbe queste ultime due allo spareggio, salvando immediatamente i toscani. E? un?ipotesi per? che non sta in piedi: molto pi? semplice sarebbe pilotare anche solo una delle partite delle due squadre emiliane verso la loro sconfitta,. questo sarebbe pi? che sufficiente per consentire ai viola di salvarsi senza code. Invece per Palazzi la Fiorentina ? colpevole d?illecito per una partita che non la vede protagonista e per la determinazione fraudolenta di un risultato che potrebbe essere inutile esponendola al rischio d?uno spareggio con le incognite del caso. Oltretutto Palazzi non trae dalla sua ipotesi tutte le conseguenze investigative dovute: Lecce e Parma, che comunque dal pareggio traggono vantaggio in classifica (il Lecce perch? sarebbe aritmeticamente salvo, il Parma perch? se perdesse retrocederebbe) dovrebbero essere perseguite ai sensi dell?art. 6, comma 9 del c.g.s. per ?responsabilit? presunta?. A voler essere rigorosi, ed applicando lo stesso metro usato per la Juventus per il caso delle ?ammonizioni mirate?, si potrebbe perseguire anche il Bologna, poich? anche lei si avvantaggia dell?arbitraggio di De Santis, che secondo l?accusa danneggia il Parma ammonendo dei giocatori diffidati in vista dello spareggio, che, anche se in ipotesi si avrebbe dovuto coinvolgere la Fiorentina, in realt? si disputa proprio contro i rossoblu.

Come considerazione finale si potrebbe sostenere che, interpretando in modo meno malevolo quanto emerso dalle intercettazioni, tutta l?attivit? dei dirigenti viola sia stata finalizzata alla tutela del proprio investimento, messo in pericolo dai ripetuti errori arbitrali a loro danno (errori che, come si ? visto nel caso di Lazio-Fiorentina, si sono ripetuti anche quando la fantomatica operazione-salvataggio si era gi? messa in moto), e non ad ottenere qualcosa di illecito, tesi che a mio avviso non ? stata sufficientemente provata dagli inquisitori federali.

E? paradossale perci? che alla fine di un campionato che ha visto sottrarre alla Fiorentina almeno 10 punti per sviste arbitrali, il Procuratore Federale ne chieda la retrocessione in B con 15 punti di penalizzazione.

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Joined: 31-Jul-2007
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.bel lavoro.

lazio.net, vero?

certo mario buongiorno

bel lavoro si

stamattina guardavo l'articolo di andy54 che mi avevi detto

confrontato ho notato le stesse cose che ha notato lui con le altre dichiarazioni beh non ? che ci volesse tanto poi

comunque scorrendo articoli nucini non si present? la prima volta da borrelli temeva per la famigli ci and? dopo tre giorni e essere passato in tv

domande del giorno

fabiani aveva il numero di nucini?

dal tabaccaio torinese ha comprato una scheda svizzera nel 2003?

fabiani reclutava gli arbitri ma come? chiedeva a tutti?

de santis che c'entra col racconto di nucini a borrelli

perch? racalbuto 3 schede?

mi sembra di avere capito che moggi avesse nove schede

un numero lo ha fatto bergamo

un altro numero lo ha fatto paparesta

gli altri?

moggi e fabiani comunicavano solo con sim svizzere?

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Joined: 08-Jun-2006
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domande del giorno

fabiani aveva il numero di nucini?

dal tabaccaio torinese ha comprato una scheda svizzera nel 2003?

fabiani reclutava gli arbitri ma come? chiedeva a tutti?

de santis che c'entra col racconto di nucini a borrelli

perch? racalbuto 3 schede?

mi sembra di avere capito che moggi avesse nove schede

un numero lo ha fatto bergamo

un altro numero lo ha fatto paparesta

gli altri?

moggi e fabiani comunicavano solo con sim svizzere?

ciao, Gaba.

il pezzo di lazio.net sui viola l'hai postato per Nucini?

Per quel Fiorentina - Messina 1-1 arbitrato da Nucini, che il Messina pareggi? al 6. minuto di recupero, dopo che i minuti dati dal 4. uomo erano 5?

Beh, non so se lo sai, ma un paio di giorni prima, Meani e l'assistenti Stagnoli sai come commentano la designazione dell'arbitro per quella partita?

"Nucini? Ah, il braccio armato..."

Quindi, venendo alle tue domande:

1) fabiani aveva il numero di nucini? Non so. Di certo Facchetti s?.

2) dal tabaccaio torinese ha comprato una scheda svizzera nel 2003? Azz... qua la spy story fa acqua, in effetti... che se ne faceva di una scheda piemontese invece di quella svizzera?

3) fabiani reclutava gli arbitri ma come? chiedeva a tutti?

Mi sa che, come nel caso di Facchetti, ? stato il buon Nucini ad autoreclutarsi... che dici?

4) de santis che c'entra col racconto di nucini a borrelli?

come ha scritto Ottaviani di lazio.net: "il diavolo in persona: il tiburtino De Santis, che al contrario di Collina, ? “al di sotto di ogni sospetto”

5) perch? racalbuto 3 schede?

mah... perch? dovevano associarlo a 3 diverse partite da considerare "truccate" e una scheda non copriva tutto?

Modificato da MarioIncandenza

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il pezzo di lazio.net sui viola l'hai postato per Nucini?

Per quel Fiorentina - Messina 1-1 arbitrato da Nucini, che il Messina pareggi? al 6. minuto di recupero, dopo che i minuti dati dal 4. uomo erano 5?

SI POI C'? ANCHE Il fiorentina bologna di bertini..

tra i 2 chi hanno scelto?

sai che il messina era in b l'anno prima insieme all'atalanta...palermo livorno

il braccio armato lo ricordavo

fabiani comincia come direttore sportivo nel messina 3 anni poi genova e salernitana

prima non c'? niente

comincia nel 2002

cosa faceva?

raclabuto tre schede per coprire pi? partite

o magari hanno idenficato un telefono codice imei e lui ci ha messo dentro 3 schede invece di ricaricare gli davano una scheda nuova.. o un telefono con scheda nuova..?

ma moggi e fabiani come comunicavano tra loro..?

vivevano i 2 stanze diverse a torino 404 e 303 magari uan era al piano di sotto,come sono le unumerazioni delle stanze vanno a piani? avevano una macchina sola?

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il pezzo di lazio.net sui viola l'hai postato per Nucini?

Per quel Fiorentina - Messina 1-1 arbitrato da Nucini, che il Messina pareggi? al 6. minuto di recupero, dopo che i minuti dati dal 4. uomo erano 5?

SI POI C'? ANCHE Il fiorentina bologna di bertini..

tra i 2 chi hanno scelto?

;)

prima non c'? niente

comincia nel 2002

cosa faceva?

Non ne ho idea...

non dirmi impiegato alla Telecom... sefz

EDIT:

Veniva dalle serie minori. Ad esempio, nel '95/'96 era alla Ternana.

Curioso: tra le intercettazioni che ho ascoltato, ce ne sono un paio in cui Lucianone consiglia un DS (in questo caso Pavarese) al presidente dell'Avellino... mentre un altro pretendente a quel posto, in un'altra telefonata, chiama Zavaglia per raccomandarsi, e questo mi pare fosse il DS della Ternana...

raclabuto tre schede per coprire pi? partite

o magari hanno idenficato un telefono codice imei e lui ci ha messo dentro 3 schede invece di ricaricare gli davano una scheda nuova.. o un telefono con scheda nuova..?

E' proprio per questo che vorrei sapere se si pu? ottenere l'IMEI a posteriori....

Se si dovesse scoprire che quelle 3 schede sono state usate da 3 telefonini diversi, penso che l'attribuzione a Racalbuto subirebbe un brutto colpo... no?

(io penso che ricaricassero le stesse... vedi telefonata Moggi-Bergamo febbraio 2005... certo, erano imbranati, e magari qualcuno pu? aver pensato di farsi dare pi? schede: scarica una, si inserisce l'altra... ma a febbraio 2005 Moggi e bergamo parlavano di come ricaricarle... a meno che quello non sia stato un caso particolare... quella scheda, secondo l'informativa, era attiva da diversi mesi...)

ma moggi e fabiani come comunicavano tra loro..?

vivevano i 2 stanze diverse a torino 404 e 303 magari uan era al piano di sotto,come sono le unumerazioni delle stanze vanno a piani? avevano una macchina sola?

Secondo il racconto di Fabiani, si parla solo della stanza di Moggi, 404 (numero particolarmente significativo, per chi naviga su internet...), e si dice che ? Fabiani a portare Nucini in macchina....

Perch

Modificato da MarioIncandenza

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Joined: 31-Jul-2007
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E' proprio per questo che vorrei sapere se si pu? ottenere l'IMEI a posteriori....

Se si dovesse scoprire che quelle 3 schede sono state usate da 3 telefonini diversi, penso che l'attribuzione a Racalbuto subirebbe un brutto colpo... no?

mah io penso di si

il codice serve per bolccare il telefono in caso di furto se tu metti un altra scheda questa contatta con la cella e blocca il telefono quindi penso sia possibile

io invece penso che qualche scheda sia sta inserita in un telfono di cui avevano identificato l'imei

comunque uno dei primi articoli era questo dove si attribuiva la scheda a paparesta figlio

L' uso ?allegro? delle schede svizzere ha messo i carabinieri sulla pista giusta: i telefonini attivi prima e dopo le partite

ROBERTO PELUCCHI MILANO M oggiopoli, l' inchiesta che ha sconvolto il calcio italiano, ? come un mosaico che oggi si va a completare. Ai numerosi tasselli raccolti l' estate scorsa dalla giustizia ordinaria che hanno permesso i processi sportivi (con relative retrocessioni e penalizzazioni), se ne sono aggiunti altri nelle scorse settimane che hanno consentito ora di avere un quadro chiaro di come probabilmente (? giusto aspettare le sentenze definitive prima di emanare certezze) funzionava il meccanismo che ha permesso di condizionare i risultati durante la stagione calcistica 2004-05. Il punto debole sul quale gli accusati della grande truffa si sono sempre poggiati per sostenere la loro innocenza era: ma come poteva Moggi intervenire sul campionato con l' ausilio di un solo arbitro, De Santis? Oggi le nuove carte della Procura della Repubblica di Napoli indeboliscono parecchio questa tesi difensiva: Moggi era al vertice di ?un' associazione per delinquere? che vantava tra le sue file anche otto arbitri e un guardalinee. Gli ordini arrivavano via telefonino grazie ad alcune schede svizzere. Vediamo come gli investigatori hanno ricostruito questa rete. ECCO COME NASCE MOGGIOPOLI 2 Nel corso delle indagini effettuate per la prima parte dell' inchiesta, i carabinieri di Roma hanno sempre avuto il sospetto che i personaggi intercettati disponessero di ?canali di comunicazione alternativi a quelli monitorati?. In particolare, facevano riflettere i colloqui tra Moggi e i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Mezze frasi, sottintesi, messaggi in codice, inviti ad ?accendere? il telefono. S?, ma quale telefono? Il 9 febbraio 2005 i militari hanno la conferma che esiste una ?rete alternativa? a quella conosciuta. Dalla propria abitazione Paolo Bergamo chiama Luciano Moggi sull' utenza svizzera 41764334###. Nella conversazione si fa riferimento a una precedente telefonata non intercettata sulle utenze monitorate e i due si danno appuntamento per il mattino successivo, attraverso canali riservati. Infatti, all' indomani i telefoni tenuti sotto controllo restano muti. A questo punto gli investigatori acquisiscono i tabulati del numero internazionale di Moggi (gestore Switzerland Mobile Sunrise) nel periodo tra il 1? gennaio e il 15 marzo 2005 e scoprono che il traffico telefonico avviene in Italia esclusivamente verso altre due utenze svizzere. Tutte intestate alla stessa persona: un ottantenne residente a Cernobbio. Si chiama Arturo De Cillis. IL VENDITORE DI SCHEDE PORTA A MOGGI Arturo De Cillis ? il padre di Teodosio, titolare di un negozio di telefonia a Chiasso. Il suo nome esce sui giornali e lui decide di presentarsi dai carabinieri di Como per rendere una dichiarazione spontanea. De Cillis rivela di avere venduto quelle tre sim svizzere a Giancarlo Bertolini, osservatore della Juventus, per conto di Moggi. Il rivenditore, per?, precisa che quelle non sono le uniche schede acquistate. Ce ne sono altre dello stesso gestore e alcune di Ring Mobile del Liechtenstein, queste ultime molto pi? vantaggiose perch? non richiedono una registrazione anagrafica. De Cillis fornisce agli investigatori l' elenco delle sim vendute a Bertolini e intestate all' anziano padre. L' osservatore bianconero, davanti agli inquirenti, conferma tutto. LE TRENTUNO SCHEDE SOSPETTE I carabinieri identificano 9 utenze Sunrise, 3 delle quali usate ?verosimilmente? da Moggi, Bergamo e Pairetto, e le mettono sotto controllo. Senza successo, perch? sono ormai inutilizzate dal 10 febbraio 2005, probabilmente perch? considerate ?non pi? sicure?. Dall' analisi del traffico di quelle 9 sim si risale ad altre 12 schede dello stesso gestore, ma soltanto per 10 si riesce a ottenere i dati necessari ad abbinarle ai probabili utilizzatori. Dal traffico di quelle 12, per?, se ne individuano altre 10 (9 svizzere e una slovena), ma soltanto per 4 si riesce a capire chi potrebbe averle usate. LA RETE RICOSTRUITA ATTRAVERSO LE CELLE Gi?: ma come fanno i carabinieri a identificare con un buon margine di sicurezza chi si nasconde dietro quelle utenze ?sospette?? I militari fanno tre operazioni: 1) esaminano le celle agganciate dalle utenze per individuare i luoghi frequentati dagli utilizzatori del telefono; 2) incrociano questi dati con quelli dei personaggi che si pensa possano utilizzare le schede (abitazione, luogo di lavoro, partecipazione a particolari eventi pubblici come le partite di calcio); 3) identificano le altre utenze entrate in contatto con le schede sotto controllo. Attraverso questi incroci gli investigatori riescono a stabilire ?a livello indiziario? che 21 schede sono in possesso di persone coinvolte nelle indagini: 5 Moggi; 2 a testa i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto, il dirigente del Messina Fabiani e l' arbitro Racalbuto; una a testa gli arbitri Paparesta, De Santis, Pieri, Cassar?, Dattilo, Bertini, Gabriele e il guardalinee Ambrosino. LE TELEFONATE DI PAPARESTA Gli abbinamenti tra numero di telefono ?riservato? e utilizzatore avvengono, quindi, allo stesso modo. Per capire meglio ? il caso di prendere un caso considerato emblematico, quello di Gianluca Paparesta, abbinato all' utenza 41764329### (20 contatti in uscita e 40 in entrata tra il 15 ottobre 2004 e il 14 aprile 2005). Per associare la sim all' arbitro barese, i carabinieri fissano dei punti fermi: la via della sua abitazione, quella dello studio e quella dell' Italgreen Energy (di cui era membro del collegio sindacale), dove risultava esserci un impianto di rete fissa intestato proprio a Paparesta. Le celle pi? frequentemente agganciate dal 41764329### sono proprio quelle attorno a queste tre vie. Poi, in coincidenza con alcuni raduni degli arbitri a cui partecipa sicuramente anche Paparesta, l' utenza svizzera aggancia proprio la cella di via Soldani a Coverciano. Questo avviene il 21 ottobre e il 4 novembre 2004. Ma quando Paparesta ? assente perch? impegnato in una partita internazionale (dal 25 al 27 novembre) il 41764329### dalle parti di Coverciano non viene segnalato. I carabinieri si spingono oltre e scoprono che quando il 31 ottobre Paparesta arbitra Siena-Bologna, il 41764329### aggancia la cella nel Comune di Siena, quando il 28 novembre lui dirige Messina-Fiorentina, il telefono aggancia la cella di Messina. Stesse coincidenze per Brescia-Bologna, Lecce-Reggina, Sampdoria-Siena e Atalanta-Chievo. Ma non finisce qui: in quel periodo il 41764329### entra in contatto con numerosi altri numeri di telefonia fissa o mobile, tra cui uno intestato allo stesso Gianluca Paparesta e uno intestato ?a tale Domenico Paparesta?. Ci sono anche ben tre diversi numeri intestati a una farmacista di Foggia, uno della divisione Affari Generali della Rai in viale Mazzini, uno della Lega Dilettanti e uno dell' Inps di Capua. TELEFONATE: MA CHI PAGA? Gli inquirenti sono giunti a stabilire che Moggi aveva distribuito schede considerate a prova di bomba a designatori e arbitri per poter condizionare il campionato, ma l' utilizzo ?allegro? che qualcuno ne ha fatto ? stato un passo falso, perch? ha permesso ai carabinieri di ottenere altri elementi per associare schede a utilizzatore. Dall' analisi delle carte si scopre che con le sim svizzere Bergamo chiamava la moglie; Dattilo la moglie e l' osservatore Aia di Vibo Valentia; Racalbuto un assicuratore che si occupa di infortuni degli arbitri; Fabiani uno studio legale, Telecom e un hotel di Quarto d' Altino; De Santis la moglie, l' avvocato e l' ex segretario della Can Martino. Ancora pi? clamoroso, per certi versi, il caso di Ambrosino, che secondo gli investigatori contattava per pochi secondi Moggi su un' utenza ?non protetta? e poi, subito dopo, i telefoni ?sicuri? associati al dirigente bianconero e al guardalinee entravano in contatto tra loro. Ma chi (e quanto) pagava le bollette? Di certo non gli arbitri, come ha spiegato Bergamo agli inquirenti: ho ricevuto da Moggi ?un cellulare contenente una scheda di nazionalit? sicuramente non italiana (...) affinch? comunicassimo con tale apparecchio (...) Su indicazione di Moggi digitavo un codice numerico sulla utenza cellulare sapendo che attraverso questa semplice operazione la scheda veniva ricaricata. Ignoravo quindi quale fosse poi la persona fisica e giuridica che si accollava in quel momento la spesa effettuata per la ricarica?. SONO 106 LE PARTITE SOTTO ESAME I carabinieri riscontrano ?che all' approssimarsi dei sorteggi, nonch? successivamente al loro svolgimento e, ancora, in prossimit? delle gare e successivamente ad esse, vi ? traccia di numerosi contatti tra le varie utenze straniere (...) In particolare, emerge che in coincidenza degli eventi richiamati, risultano contemporaneamente contatti di Moggi con i designatori Bergamo e Pairetto e con gli arbitri individuati. Tra questi figurano non solo quelli designati per dirigere le gare della Juventus, ma anche altri impegnati nelle diverse gare dei campionati di serie A e B?. Attraverso l' enorme traffico telefonico, compreso tra il 29 settembre 2004 e il 16 maggio 2005, finiscono sotto esame 107 partite: 79 di A, 22 di B e 6 di coppa Italia. Per ognuna di queste partite, i militari hanno fornito ai magistrati Narducci e Beatrice un prospetto dettagliato con il numero delle chiamate effettuate dai vari protagonisti. MA NON FINISCE QUI: ALTRI INDAGATI? Come detto, su 31 schede telefoniche ?soltanto? 21 sono state associate a qualcuno, ma sulle altre 10 le indagini non sono affatto terminate. Anzi, i carabinieri ci hanno lavorato per tutto questo tempo e non ? escluso che, nel frattempo, siano gi? riusciti a identificarne gli utilizzatori. Potrebbero presto esserci altre sorprese e altri indagati. Moggiopoli bis continua. * * *

Pelucchi Roberto

penso che anche qui ci sia un problema di date..almeno credo

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E' proprio per questo che vorrei sapere se si pu? ottenere l'IMEI a posteriori....

Se si dovesse scoprire che quelle 3 schede sono state usate da 3 telefonini diversi, penso che l'attribuzione a Racalbuto subirebbe un brutto colpo... no?

mah io penso di si

il codice serve per bolccare il telefono in caso di furto se tu metti un altra scheda questa contatta con la cella e blocca il telefono quindi penso sia possibile

io invece penso che qualche scheda sia sta inserita in un telfono di cui avevano identificato l'imei

Perch??

comunque uno dei primi articoli era questo dove si attribuiva la scheda a paparesta figlio

Il punto debole sul quale gli accusati della grande truffa si sono sempre poggiati per sostenere la loro innocenza era: ma come poteva Moggi intervenire sul campionato con l' ausilio di un solo arbitro, De Santis? Oggi le nuove carte della Procura della Repubblica di Napoli indeboliscono parecchio questa tesi difensiva: Moggi era al vertice di ?un' associazione per delinquere? che vantava tra le sue file anche otto arbitri e un guardalinee. Gli ordini arrivavano via telefonino grazie ad alcune schede svizzere. Vediamo come gli investigatori hanno ricostruito questa rete.

Capisci?

DOVEVANO coinvolgere degli arbitri, era l'unico modo per cercare di conferire al proceso di Napoli, agli occhi dell'opinione pubblica, un'aura di seriet?.

ECCO COME NASCE MOGGIOPOLI 2 Nel corso delle indagini effettuate per la prima parte dell' inchiesta, i carabinieri di Roma hanno sempre avuto il sospetto che i personaggi intercettati disponessero di ?canali di comunicazione alternativi a quelli monitorati?. In particolare, facevano riflettere i colloqui tra Moggi e i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Mezze frasi, sottintesi, messaggi in codice, inviti ad ?accendere? il telefono. S?, ma quale telefono? Il 9 febbraio 2005 i militari hanno la conferma che esiste una ?rete alternativa? a quella conosciuta. Dalla propria abitazione Paolo Bergamo chiama Luciano Moggi sull' utenza svizzera 41764334###. Nella conversazione si fa riferimento a una precedente telefonata non intercettata sulle utenze monitorate e i due si danno appuntamento per il mattino successivo, attraverso canali riservati. Infatti, all' indomani i telefoni tenuti sotto controllo restano muti.

Su Moggi, Pairetto e Bergamo, non sembrano esserci dubbi... anche se Pairetto ad oggi ha continuato a negare....

A questo punto gli investigatori acquisiscono i tabulati del numero internazionale di Moggi (gestore Switzerland Mobile Sunrise) nel periodo tra il 1? gennaio e il 15 marzo 2005 e scoprono che il traffico telefonico avviene in Italia esclusivamente verso altre due utenze svizzere. Tutte intestate alla stessa persona: un ottantenne residente a Cernobbio. Si chiama Arturo De Cillis. IL VENDITORE DI SCHEDE PORTA A MOGGI Arturo De Cillis ? il padre di Teodosio, titolare di un negozio di telefonia a Chiasso. Il suo nome esce sui giornali e lui decide di presentarsi dai carabinieri di Como per rendere una dichiarazione spontanea. De Cillis rivela di avere venduto quelle tre sim svizzere a Giancarlo Bertolini, osservatore della Juventus, per conto di Moggi. Il rivenditore, per?, precisa che quelle non sono le uniche schede acquistate. Ce ne sono altre dello stesso gestore e alcune di Ring Mobile del Liechtenstein, queste ultime molto pi? vantaggiose perch? non richiedono una registrazione anagrafica. De Cillis fornisce agli investigatori l' elenco delle sim vendute a Bertolini e intestate all' anziano padre. L' osservatore bianconero, davanti agli inquirenti, conferma tutto. LE TRENTUNO SCHEDE SOSPETTE I carabinieri identificano 9 utenze Sunrise, 3 delle quali usate ?verosimilmente? da Moggi, Bergamo e Pairetto, e le mettono sotto controllo. Senza successo, perch? sono ormai inutilizzate dal 10 febbraio 2005, probabilmente perch? considerate ?non pi? sicure?. Dall' analisi del traffico di quelle 9 sim si risale ad altre 12 schede dello stesso gestore, ma soltanto per 10 si riesce a ottenere i dati necessari ad abbinarle ai probabili utilizzatori. Dal traffico di quelle 12, per?, se ne individuano altre 10 (9 svizzere e una slovena), ma soltanto per 4 si riesce a capire chi potrebbe averle usate.

Quella slovena dovrebbe essere quella di cui si parla gi? nella seconda informativa... di Bergamo....

20 Sunrise, e una slovena....

LE TELEFONATE DI PAPARESTA Gli abbinamenti tra numero di telefono ?riservato? e utilizzatore avvengono, quindi, allo stesso modo. Per capire meglio ? il caso di prendere un caso considerato emblematico, quello di Gianluca Paparesta, abbinato all' utenza 41764329### (20 contatti in uscita e 40 in entrata tra il 15 ottobre 2004 e il 14 aprile 2005). Per associare la sim all' arbitro barese, i carabinieri fissano dei punti fermi: la via della sua abitazione, quella dello studio e quella dell' Italgreen Energy (di cui era membro del collegio sindacale), dove risultava esserci un impianto di rete fissa intestato proprio a Paparesta. Le celle pi? frequentemente agganciate dal 41764329### sono proprio quelle attorno a queste tre vie. Poi, in coincidenza con alcuni raduni degli arbitri a cui partecipa sicuramente anche Paparesta, l' utenza svizzera aggancia proprio la cella di via Soldani a Coverciano. Questo avviene il 21 ottobre e il 4 novembre 2004. Ma quando Paparesta ? assente perch? impegnato in una partita internazionale (dal 25 al 27 novembre) il 41764329### dalle parti di Coverciano non viene segnalato. I carabinieri si spingono oltre e scoprono che quando il 31 ottobre Paparesta arbitra Siena-Bologna, il 41764329### aggancia la cella nel Comune di Siena, quando il 28 novembre lui dirige Messina-Fiorentina, il telefono aggancia la cella di Messina. Stesse coincidenze per Brescia-Bologna, Lecce-Reggina, Sampdoria-Siena e Atalanta-Chievo. Ma non finisce qui: in quel periodo il 41764329### entra in contatto con numerosi altri numeri di telefonia fissa o mobile, tra cui uno intestato allo stesso Gianluca Paparesta e uno intestato ?a tale Domenico Paparesta?. Ci sono anche ben tre diversi numeri intestati a una farmacista di Foggia, uno della divisione Affari Generali della Rai in viale Mazzini, uno della Lega Dilettanti e uno dell' Inps di Capua.

Per? noi sappiamo che era il padre...

E infatti un buon padre chiama spesso il figlio....

TELEFONATE: MA CHI PAGA? Gli inquirenti sono giunti a stabilire che Moggi aveva distribuito schede considerate a prova di bomba a designatori e arbitri per poter condizionare il campionato, ma l' utilizzo ?allegro? che qualcuno ne ha fatto ? stato un passo falso, perch? ha permesso ai carabinieri di ottenere altri elementi per associare schede a utilizzatore. Dall' analisi delle carte si scopre che con le sim svizzere Bergamo chiamava la moglie; Dattilo la moglie e l' osservatore Aia di Vibo Valentia; Racalbuto un assicuratore che si occupa di infortuni degli arbitri; Fabiani uno studio legale, Telecom e un hotel di Quarto d' Altino; De Santis la moglie, l' avvocato e l' ex segretario della Can Martino. Ancora pi? clamoroso, per certi versi, il caso di Ambrosino, che secondo gli investigatori contattava per pochi secondi Moggi su un' utenza ?non protetta? e poi, subito dopo, i telefoni ?sicuri? associati al dirigente bianconero e al guardalinee entravano in contatto tra loro.

Beh, su Dattilo abbiamo gi? visto che pi? che chiamare la moglie, quella SIM chiamava casa Dattilo... chi ? l'osservatore AIA di Vibo Valentia? Bolognino?

Lo stesso pu? valere per De Santis... qui il problema ? che oltre che chiamate alla "moglie", ce ne sono anche per l'avvocato. Ma in un'altro articolo si parla di studio legale in cui De Santis lavorava (o collaborava...)

Il caso clamoroso di Ambrosino non mi sembra che dimostri nulla... una SIM svizzera che contatta moggi in chiaro... tutto qui...

Ma chi (e quanto) pagava le bollette? Di certo non gli arbitri, come ha spiegato Bergamo agli inquirenti: ho ricevuto da Moggi ?un cellulare contenente una scheda di nazionalit? sicuramente non italiana (...) affinch? comunicassimo con tale apparecchio (...) Su indicazione di Moggi digitavo un codice numerico sulla utenza cellulare sapendo che attraverso questa semplice operazione la scheda veniva ricaricata. Ignoravo quindi quale fosse poi la persona fisica e giuridica che si accollava in quel momento la spesa effettuata per la ricarica?.

Lucianone ? sempre stato una persona molto brillante... sefz

SONO 106 LE PARTITE SOTTO ESAME I carabinieri riscontrano ?che all' approssimarsi dei sorteggi, nonch? successivamente al loro svolgimento e, ancora, in prossimit? delle gare e successivamente ad esse, vi ? traccia di numerosi contatti tra le varie utenze straniere (...) In particolare, emerge che in coincidenza degli eventi richiamati, risultano contemporaneamente contatti di Moggi con i designatori Bergamo e Pairetto e con gli arbitri individuati. Tra questi figurano non solo quelli designati per dirigere le gare della Juventus, ma anche altri impegnati nelle diverse gare dei campionati di serie A e B?. Attraverso l' enorme traffico telefonico, compreso tra il 29 settembre 2004 e il 16 maggio 2005, finiscono sotto esame 107 partite: 79 di A, 22 di B e 6 di coppa Italia. Per ognuna di queste partite, i militari hanno fornito ai magistrati Narducci e Beatrice un prospetto dettagliato con il numero delle chiamate effettuate dai vari protagonisti. MA NON FINISCE QUI: ALTRI INDAGATI? Come detto, su 31 schede telefoniche ?soltanto? 21 sono state associate a qualcuno, ma sulle altre 10 le indagini non sono affatto terminate. Anzi, i carabinieri ci hanno lavorato per tutto questo tempo e non ? escluso che, nel frattempo, siano gi? riusciti a identificarne gli utilizzatori. Potrebbero presto esserci altre sorprese e altri indagati. Moggiopoli bis continua. * * *

Pelucchi Roberto

penso che anche qui ci sia un problema di date..almeno credo

Non so sulle date, certo dire che le telefonate erano in prossimit? delle partite e dei sorteggi per me vuol dire tutto e nulla, perch? quasi ogni giorno della settimana era in prossimit? di partite o sorteggi...

Per me la prossimit? che dovrebbero cercare, ? quella con il calendario delle attivit? cruciali che riguardano la Figc e la lega in generale.

Inoltre, io credo che gli utenti delle schede non assegnate non necessariamente vadano attribuite a personaggi AIA o Figc...

Credo che il "profilo" di alcuni di questi utenti sia simile a quello del padre di Paparesta... membri della CAN, osservatori, ecc..

Ma altri possono invece benissimo avere il "profilo" di Fabiani, e cio? DS di squadre minori... tipo Pavarese, Auriemma, ecc.. chiss?...

Modificato da MarioIncandenza

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Perch??

beh chi le ha vendute dice che se fossero state usate le modo corretto non sarebbero state scoperte

letto su qualche articolo.per? boh????

un errore alla bergamo pu? essere capitato a qualcuno.. fatale come ho trovato in un articolo precedente

per tutto il resto hai ragione le schede agli arbitri danno un altra parvenza

anche io credo che possa essere anche qualche collaboratore

brambati auriemma ceravolo

la prossimit? dlle partite non ha senso mi sono visto un toto di articcoli di sedi aia dove andva in visita un arbitro con osservatori etc..

la ricarica di bergamo non l'ho mica capita.. se ? stata fatta online una traccia ci sar?

insomma mi sembra un po approsimativo..

io sapevo una cosa che una scheda sim deve avere un intestario questioni di sicurezza poi anche le sul terrorismo..chi la vende deve richiedere un documento...anche l? mi sembra un po strano..

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Joined: 08-Jun-2006
180 messaggi
Perch??

beh chi le ha vendute dice che se fossero state usate le modo corretto non sarebbero state scoperte

letto su qualche articolo.per? boh????

un errore alla bergamo pu? essere capitato a qualcuno.. fatale come ho trovato in un articolo precedente

per tutto il resto hai ragione le schede agli arbitri danno un altra parvenza

anche io credo che possa essere anche qualche collaboratore

brambati auriemma ceravolo

L'errore di Bergamo l'hanno fatto tutti quelli che hanno usato le SIM svizzere per chiamare numeri italiani.

Oltre a Bergamo che da casa chiama Lucianone sul cell svizzero, ci sono tutti quelli che chiamano Dattilo, De Santis, e altri personaggi su linee fisse o cellulari italiani.

Magari le SIM non assegnate sono proprio quelle che hanno chiamato solo altre SIM straniere, magari proprio quelle usate da utenti pi? smaliziati (quelli del "profilo" Fabiani?).

la prossimit? dlle partite non ha senso mi sono visto un toto di articcoli di sedi aia dove andva in visita un arbitro con osservatori etc..

la ricarica di bergamo non l'ho mica capita.. se ? stata fatta online una traccia ci sar?

insomma mi sembra un po approsimativo..

io sapevo una cosa che una scheda sim deve avere un intestario questioni di sicurezza poi anche le sul terrorismo..chi la vende deve richiedere un documento...anche l? mi sembra un po strano..

Beh, qua l'intestatario delle SIM c'?, ? quel De Cillis di Cernobbio, un anziano signore, padre dell'albergatore da cui andava l'assistente di Moggi. Era conseziente. Almeno il figlio.

Probabilmente il figlio di de Cillis faceva un salto oltrefrontiera con il documento del padre...

Modificato da MarioIncandenza

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Se ancora non siete a conoscenza del documento che verra' presentato nella giornata di sabato ad un rappresentante della societa' vi invito a leggere il topic http://www.j1897.com/forum/index.php?showtopic=115553

E se ne condividete il contenuto, ma non potete partecipare, firmate su

www.firmiamo.it/lajuventuschevogliamonoi

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L'errore di Bergamo l'hanno fatto tutti quelli che hanno usato le SIM svizzere per chiamare numeri italiani.

Oltre a Bergamo che da casa chiama Lucianone sul cell svizzero, ci sono tutti quelli che chiamano Dattilo, De Santis, e altri personaggi su linee fisse o cellulari italiani.

Magari le SIM non assegnate sono proprio quelle che hanno chiamato solo altre SIM straniere, magari proprio quelle usate da utenti pi? smaliziati (quelli del "profilo" Fabiani?).

Beh, qua l'intestatario delle SIM c'?, ? quel De Cillis di Cernobbio, un anziano signore, padre dell'albergatore da cui andava l'assistente di Moggi. Era conseziente. Almeno il figlio.

Probabilmente il figlio di de Cillis faceva un salto oltrefrontiera con il documento del padre...

buongiorno Mario

ho trovato questo da ul bolg di mister x

Ecco cosa ha detto l'ex arbitro NUCINI:

GLI ?APPUNTI? DI NUCINI

?Rigore inesistente di Saccani all?Udinese che, gi? salva, affront? la Juve che si giocava lo scudetto?

Ecco gli appunti di Danilo Nucini, ex arbitro di A e B, relativi alla stagione sportiva 2001-02: ci sono i commenti di Berga?mo e Pairetto agli episodi nelle riunioni di Coverciano.

E Juventus-Chievo (Arbitro Bolognino) - Rigore inesistente con?cesso alla Juventus: giudizio positivo.

Juventus-Perugia (Gabriele) - Dopo 20? espulso giocatore del Perugia per somma di ammonizioni: giudizio positivo.

Venezia-Juventus (Gabriele) - Non concesso rigore a favore del Venezia: giudizio positivo.

Chievo-Juventus (De Santis) - Rigore inesistente concesso al?la Juventus: non giudicato un errore.

Roma-Juventus (Cesari) - Giusta l?espulsione di Iuliano per somma di ammonizioni nel primo tempo. Irruzione di Moggi e Giraudo negli spogliatoi: Cesari non ha pi? arbitrato la Juventus.

Torino-Juventus (Paparesta) - Doveva essere espulso Zam?brotta per un volontario fallo da tergo, ma non ? stato espulso:

Pairetto dice all?arbitro ?Hai fatto bene? .

Milan-Juventus (Paparesta) - Rigore inesistente concesso al?la Juventus: giudizio positivo.

Juventus-Bologna (Braschi) - Ammonito Ferrara diffidato, salta la gara successiva (Inter-Juventus). Moggi contesta il prov?vedimento a fine gara. Braschi non ha pi? arbitrato la Juventus.

Parma-Inter (De Santis) - Gol irregolare convalidato al Par?ma:

giudizio positivo.

Venezia-Inter (Rodomonti) - Rigore inesistente concesso al Venezia: giudizio positivo, criticata la sincerit? di Maniero sul?l?episodio.

Udinese-Inter (Trentalange) - Rigore inesistente concesso al?l?Udinese:

giudizio positivo.

Parma-Juventus (Bertini) - Rigore non concesso al Parma e mancata conseguente espulsione di Buffon: non giudicato un er?rore,

premiato con immediate designazioni: Empoli-Modena e Bologna-Piacenza.

Perugia-Juventus (Gabriele) - Dopo 3? di gioco allontanato dalla panchina Cosmi: giudizio positivo.

Bologna-Piacenza (Bertini) - Vince il Piacenza con tre gioca?tori

ammoniti in diffida, squalificati per a gara successiva Pia?cenza- Juventus.

Chievo-Inter (De Santis) - Rigore non concesso all?Inter: non giudicato un errore. Gol annullato a Ronaldo per fuorigioco: epi?sodio non commentato. L?assistente Stevanato successivamen?te ? stato impegnato in Udinese-Juventus e nel ritorno della fi?nale di Coppa Italia Parma-Juventus.

Verona-Inter (Farina) - Non concesso un rigore al Verona: giu?dizio negativo. Farina non ha pi? arbitrato la Juventus o partite di vertice.

Roma-Venezia (Bolognino) - Espulsione di Aldair per presun?ta chiara occasione da gol, episodio verificatosi a 40 metri dalla porta: giudizio positivo.

Inter-Brescia (Rosetti) - Rigore inesistente concesso al Bre?scia:

giudizio positivo.

Bologna-Lazio (Treossi) - Mancata espulsione di Pancaro per fallo da tergo ai danni di Signori, il quale sarebbe stato squalifi?cato nell?ultima gara decisiva per lo scudetto Lazio-Inter. L?episodio non ? stato preso in considerazione e l?arbitro ? sta?to impegnato la domenica successiva in Torino-Roma.

Lecce-Udinese (Saccani) - Rigore inesistente concesso all?Udi?nese al 90?: episodio non preso in considerazione. L?Udinese af?fronta a Juventus nella gara decisiva per l?assegnazione dello scudetto con la matematica salvezza acquisita grazie al rigore concesso.

Lecce-Juventus (De Santis) - Non viene applicata la prova te?levisiva ai danni di Trezeguet che doveva essere squalificato per la gara successiva Juventus-Roma.

Lazio-Juventus (assistente Contente) - Non viene applicata la prova televisiva ai danni di Trezeguet, l?assistente smentendo Collina dichiara di aver valutato l?episodio e di non averlo rite?nuto da sanzionare. L?assistente Contente nelle successive tre giornate di campionato viene premiato con Milan-Chievo, Milan?Juventus e Inter-Chievo.

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buongiorno Mario

ho trovato questo da ul bolg di mister x

Ciao, Gaba.

La rete ? piena di siti anti-Juve con elenchi come questo...;)

Bei tempi, quelli in cui gli altri, perdenti e rosicanti, spendevano tempo e ingegno per elaborare questi bigini....

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Ciao, Gaba.

La rete ? piena di siti anti-Juve con elenchi come questo...;)

Bei tempi, quelli in cui gli altri, perdenti e rosicanti, spendevano tempo e ingegno per elaborare questi bigini....

si ho letto saic he mitooca leggere per cercare qualcosa di interessante.. ieri ho letto un articolo di cecere su moratti che doveva andare da borrelli pensa un po..

comunque stavo guardando adesso riporto il nucini

L'arbitro Danilo Nucini

ROMA - Eccola qui, finalmente, la versione di Danilo Nucini, l'arbitro che dopo essere stato avvicinato da Moggi e dalla sua cupola decise di non accettare la sim svizzera e di denunciare tutto all'Inter. Un racconto suggestivo e avvincente, il suo, dal quale, oltre alle modalit? della commedia moggiana, si evince un dato: e cio? che se solo l'Inter lo avesse voluto, il coperchio sul marcio di Calciopoli si sarebbe potuto sollevare gi? nel 2003: con tre anni di anticipo. Ma l'Inter, misteriosamente, non volle.

Sono le undici del mattino di marted? 12 ottobre 2006. Calciopoli volge al termine, l'Italia ? campione del mondo, la Juventus gioca in serie B e la furia estiva dell'opinione pubblica ? un ricordo sbiadito. Ma in un piccolo ufficio di Bergamo, davanti a una scrivania c'? qualcuno che ancora lavora sodo per capire cosa ? successo davvero nel calcio italiano: si tratta del procuratore federale Francesco Saverio Borrelli e del suo collaboratore, Federico D'Andrea. Hanno convocato Nucini. E vogliono che gli racconti tutta la sua storia. Lui ? nervoso, agitato - come sempre, del resto, quando racconta di quel giorno - per? stavolta non pu? schivare, come fa di solito con i giornalisti, allora prende fiato, si fa coraggio e comincia.

"Era il 25 marzo del 2003. Fabiani (Mariano, braccio destro di Moggi, ndr) mi telefona e mi fissa un appuntamento, a Bergamo, di fianco all'hotel Cristallo Palace (...)". L'incontro si risolve con poche parole ("mi dice che se mi dimostro loro amico arbitrer? in serie A") e con la promessa di rivedersi. Cosa che accade di l? a poco.

Il 25 settembre alle 17.30, Fabiani lo chiama e fissa un secondo appuntamento. In un luogo pi? misterioso, stavolta: "All'uscita Greggio dell'autostrada Milano-Torino. Vuole condurmi a incontrare il suo uomo. Salgo sulla sua nuova Ypsilon e lui si dirige al primo centro abitato". Qui Fabiani fa una cosa strana, apparentemente incomprensibile. Ferma l'automobile davanti a una tabaccheria, compra una ricarica per un telefonino, poi risale e torna al punto di partenza: all'uscita Greggio. "Di l?, ciascuno sulla propria macchina andiamo verso Torino. A Torino andiamo direttamente all'Hotel Concorde, in via Luigi La Grange. L?, entriamo direttamente nella stanza 404. Dove pochi minuti dopo arriva Luciano Moggi. Dopo i soliti convenevoli Moggi mi dice: "Adesso ti faccio vedere io". Prende il telefonino e chiama a turno i due designatori (Bergamo e Pairetto, ndr) con i quali sponsorizza il mio utilizzo come arbitro. Poi mi saluta invitandomi ad ascoltare il suo amico Fabiani. Quando Moggi lascia la stanza, Fabiani mi consegna una scheda telefonica e mi invita a comunicare con lui solamente tramite quella. Scendiamo e ricordo che le chiavi della Ypsilon erano state depositate nella casella del direttore, la 303".

A questo punto, Nucini fa una lunga pausa. Perch? di qui in avanti si parla dell'Inter e della parte meno comprensibile di tutta questa storia. "Sono ripartito da solo per tornare a casa. Ho preavvertito Facchetti che dovevo assolutamente vederlo perch? ero arrivato al cuore del problema. Subito dopo aver parlato con Facchetti buttai la scheda anche se della stessa ho annotato il numero". Tra lui e l'ex presidente dell'Inter, aveva spiegato Nucini a Borrelli e D'Andrea, c'era un rapporto ormai consolidato. "Con Facchetti mi vidi nei primi giorni di ottobre, a casa sua, a Cassano D'Adda. E a Facchetti raccontai tutto. (...) Mi disse che tutto andava denunciato. Su questo concordammo anche se le nostre opinioni divergevano sulle modalit? della denuncia".

Nucini pensava che uscendo allo scoperto da solo il suo racconto non sarebbe stato credibile. "Facchetti non intendeva scoprirsi, e questo non per mancanza di coraggio personale ma solo perch? un suo coinvolgimento avrebbe coinvolto l'Inter in un ginepraio di polemiche che avrebbero finito per danneggiare la societ? (...)". Cos? non se ne fece niente. "Discutemmo a lungo... poi le nostre frequentazioni si diradarono fino ad interrompersi".

(19 dicembre 2007

il messina giocava a terni il 27

che ci fa fabiani a bergamo guardo coppa italia?

insomma se questi volevano fare una rete per non farsi scoprie ti pare che al primo contatto ti dicano tutto quello che fanno o che possono fare e ti associano alla loro associazione?

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(19 dicembre 2007

il messina giocava a terni il 27

che ci fa fabiani a bergamo guardo coppa italia?

insomma se questi volevano fare una rete per non farsi scoprie ti pare che al primo contatto ti dicano tutto quello che fanno o che possono fare e ti associano alla loro associazione?

Bellissimo il dono della SIM italiana... :haha:

Essendo Nucini di Bergamo, probabilmente si vuol lasciare intendere che gli associati a delinquere facevano la campagna affiliazioni fornendo importanti benefit: telefonino (o meglio, nel 2003 solo SIM, poi si sono evoluti....), macchina e autista aziendali.... sefz

Modificato da MarioIncandenza

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Bellissimo il dono della SIM italiana... :haha:

Essendo Nucini di Bergamo, probabilmente si vuol lasciare intendere che gli associati a delinquere facevano la campagna affiliazioni fornendo importanti benefit: telefonino (o meglio, nel 2003 solo SIM, poi si sono evoluti....), macchina e autista aziendali.... sefz

beh se le sim svizzere hanno cominciato a comprarle nel giugno 2004

per quello ha buttato via la scheda...

forse era una tre non valeva pi??

chiss? che numero ha annotato......

se invece pigliamo la versione di tavaroli con cellulare chiss? che modello ha avuto

comunque mi ero dimenticato il titolo dell'articolo eccolo

VERBALI

Quell'arbitro nella stanza 404

"Prendila, ? la sim card segreta"

di MARCO MENSURATI

naturalment caratteri cubitali

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Servono almeno 153 voti per essere eletti presidente dell?Aia. Cesare Gussoni e Marcello Nicchi, i due sfidanti, da stasera si contenderanno i favori dei 305 delegati che si riuniranno in un hotel di Tivoli, alle porte di Roma per nominare il successore di Tullio Lanese, appiedato a met? mandato dalla vicende di moggiopoli. L?elezione al ?soglio laico? degli arbitri arriva dopo una delle crisi pi? burrascose della categoria, e in applicazione del nuovo regolamento scritto dal commissario Gigi Agnolin in collaborazione con la Figc. Il nuovo capo dell?Aia rester? in vigore fino alla scadenza del quadriennio olimpico, cio? fino al 2008.

Mentre la candidatura dell?ex arbitro aretino Nicchi, 53 anni, funzionario di banca, ? stata proposta gi? nei mesi scorsi, quella di Cesare Gussoni, 72 anni, ? arrivata al termine di un lungo processo. Il malcontento di gran parte della base arbitrale che nei mesi scorsi aveva prodotto un invito pressante alla federcalcio per nuove elezioni al posto del proseguimento del commissariamento, aveva dato luogo, oltre a quella di nicchi, ad altre quattro intenzioni di candidatura: Di Cola, Sagrestani, Pezzella e Mattei. Nelle scorse settimane, con l?approssimarsi della scadenza di Tivoli, il presidente della lega Antonio Matarrese aveva polemizzato contro queste candidature non ritenendole all?altezza e chiedendo un candidato autorevole. Matarrese ha indirettamente ottenuto due risultati: da un lato ha irritato non poco la base dell?aia per quello che viene ritenuto un suggerimento, dall?altra ha portato alla marcia indietro dei 4 candidati che per confluire in lista con Gussoni. Nicchi ha proseguito orgoglioso sulla sua strada.

L?assemblea Aia, che per la prima volta applica il nuovo regolamento, domani elegger? il presidente e i suoi vice: il candidato indica in un listino non solo il suo nome da sottoscrivere, ma anche quelli del vicepresidente e del responsabile del settore tecnico. Chi vota per il presidente quindi vota anche per altri due componenti che faranno parte del consiglio nazionale. Nicchi ha proposto alla vicepresidenza Erio Iori, e al settore tecnico l?ex arbitro bolognino. Per Gussoni ecco il vice Bruno di Cola e Maurizio Mattei al settore tecnico.

Ad un altro ex candidato, sagrestani, sarebbe stato confermato un posto nel consiglio. I componenti da eleggere nel consiglio in totale sono nove: i tre del listino presidenziale e altri sei, divisi per tre aree geografiche di due eletti ciascuno: nord, centro e sud. Una delle novit? ? il voto nominale per il consiglio, ed ? anche per questo che Agnolin ha vantato la maggior democrazia di questo nuovo metodo: ?garantisce le minoranze?, ha ripetuto anche oggi nella conferenza stampa di saluto finale.

A questi nove componenti eletti si aggiungono d?ufficio anche i rappresentanti italiani in seno alla Fifa e all?Uefa, ossia Pierluigi Collina e lo stesso Luigi Agnolin con diritto di voto, mentre i 5 designatori nominati dallo stesso consiglio ne fanno parte ma senza diritto di voto se non per le competenze tecniche. Le presenze di Collina e agnolin, quest?ultimo proposto dalla Figc ma non ancora in carica, hanno suscitato molte polemiche e sono tra i nodi che Pancalli ha promesso di risolvere con il nuovo presidente il giorno dopo la sua elezione.

All?elezione di sabato pomeriggio - l?assemblea ? convocata a partire dalle 8.30 di domani mattina - partecipano anche due arbitri in attivit? della can a/b, cio? Rizzoli, presidente della sezione di Bologna e Bertini, delegato di Arezzo. Hanno diritto al voto i 212 presidenti di sezione, gli 88 delegati eletti e i 6 dirigenti benemeriti, tra i quali spiccano i nomi di Giulio Campanati e dell?ex dirigente della Roma lino raule. Nei corridoi della sessione di Tivoli il clan di Nicchi manifesta una discreta euforia, frutto del lavoro a tappeto svolto dal candidato in questi mesi. Nicchi si sente tutt?altro che battuto e c?? chi giura che il prossimo presidente aia sar? proprio lui. Gussoni conta sul lavoro degli altri ex candidati: sia Di Cola che sagrestani sedevano nel disciolto consiglio nazionale con Lanese, e Mattei ? stato il designatore dell?era post Bergamo-Pairetto. Sulla vicenda ? sceso in campo anche Massimo De Santis, uno dei protagonisti dello scandalo estivo e il suo commento ? stato lapidario: ?Gussoni? E? un ritorno al passato?. Ma Antonio Matarrese non ha avuto dubbi: ?E? il nome giusto?, ha sentenziato.

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Servono almeno 153 voti per essere eletti presidente dell?Aia. Cesare Gussoni e Marcello Nicchi, i due sfidanti, da stasera si contenderanno i favori dei 305 delegati che si riuniranno in un hotel di Tivoli, alle porte di Roma per nominare il successore di Tullio Lanese, appiedato a met? mandato dalla vicende di moggiopoli. L?elezione al ?soglio laico? degli arbitri arriva dopo una delle crisi pi? burrascose della categoria, e in applicazione del nuovo regolamento scritto dal commissario Gigi Agnolin in collaborazione con la Figc. Il nuovo capo dell?Aia rester? in vigore fino alla scadenza del quadriennio olimpico, cio? fino al 2008.

Mentre la candidatura dell?ex arbitro aretino Nicchi, 53 anni, funzionario di banca, ? stata proposta gi? nei mesi scorsi, quella di Cesare Gussoni, 72 anni, ? arrivata al termine di un lungo processo. Il malcontento di gran parte della base arbitrale che nei mesi scorsi aveva prodotto un invito pressante alla federcalcio per nuove elezioni al posto del proseguimento del commissariamento, aveva dato luogo, oltre a quella di nicchi, ad altre quattro intenzioni di candidatura: Di Cola, Sagrestani, Pezzella e Mattei. Nelle scorse settimane, con l?approssimarsi della scadenza di Tivoli, il presidente della lega Antonio Matarrese aveva polemizzato contro queste candidature non ritenendole all?altezza e chiedendo un candidato autorevole. Matarrese ha indirettamente ottenuto due risultati: da un lato ha irritato non poco la base dell?aia per quello che viene ritenuto un suggerimento, dall?altra ha portato alla marcia indietro dei 4 candidati che per confluire in lista con Gussoni. Nicchi ha proseguito orgoglioso sulla sua strada.

L?assemblea Aia, che per la prima volta applica il nuovo regolamento, domani elegger? il presidente e i suoi vice: il candidato indica in un listino non solo il suo nome da sottoscrivere, ma anche quelli del vicepresidente e del responsabile del settore tecnico. Chi vota per il presidente quindi vota anche per altri due componenti che faranno parte del consiglio nazionale. Nicchi ha proposto alla vicepresidenza Erio Iori, e al settore tecnico l?ex arbitro bolognino. Per Gussoni ecco il vice Bruno di Cola e Maurizio Mattei al settore tecnico.

Ad un altro ex candidato, sagrestani, sarebbe stato confermato un posto nel consiglio. I componenti da eleggere nel consiglio in totale sono nove: i tre del listino presidenziale e altri sei, divisi per tre aree geografiche di due eletti ciascuno: nord, centro e sud. Una delle novit? ? il voto nominale per il consiglio, ed ? anche per questo che Agnolin ha vantato la maggior democrazia di questo nuovo metodo: ?garantisce le minoranze?, ha ripetuto anche oggi nella conferenza stampa di saluto finale.

A questi nove componenti eletti si aggiungono d?ufficio anche i rappresentanti italiani in seno alla Fifa e all?Uefa, ossia Pierluigi Collina e lo stesso Luigi Agnolin con diritto di voto, mentre i 5 designatori nominati dallo stesso consiglio ne fanno parte ma senza diritto di voto se non per le competenze tecniche. Le presenze di Collina e agnolin, quest?ultimo proposto dalla Figc ma non ancora in carica, hanno suscitato molte polemiche e sono tra i nodi che Pancalli ha promesso di risolvere con il nuovo presidente il giorno dopo la sua elezione.

All?elezione di sabato pomeriggio - l?assemblea ? convocata a partire dalle 8.30 di domani mattina - partecipano anche due arbitri in attivit? della can a/b, cio? Rizzoli, presidente della sezione di Bologna e Bertini, delegato di Arezzo. Hanno diritto al voto i 212 presidenti di sezione, gli 88 delegati eletti e i 6 dirigenti benemeriti, tra i quali spiccano i nomi di Giulio Campanati e dell?ex dirigente della Roma lino raule. Nei corridoi della sessione di Tivoli il clan di Nicchi manifesta una discreta euforia, frutto del lavoro a tappeto svolto dal candidato in questi mesi. Nicchi si sente tutt?altro che battuto e c?? chi giura che il prossimo presidente aia sar? proprio lui. Gussoni conta sul lavoro degli altri ex candidati: sia Di Cola che sagrestani sedevano nel disciolto consiglio nazionale con Lanese, e Mattei ? stato il designatore dell?era post Bergamo-Pairetto. Sulla vicenda ? sceso in campo anche Massimo De Santis, uno dei protagonisti dello scandalo estivo e il suo commento ? stato lapidario: ?Gussoni? E? un ritorno al passato?. Ma Antonio Matarrese non ha avuto dubbi: ?E? il nome giusto?, ha sentenziato.

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(21 gennaio 2003) giornalaccio rosa dello Sport

Bertini-Trentalange a casa per un mese

Severe critiche dai designatori agli arbitri di Perugia-Inter e Atalanta-Roma Le tesi difensive non sono apparse convincenti - Per la partita di Perugia paga anche il guardalinee Pisacreta

Alfredo Trentalange e Paolo Bertini per almeno un mesetto non arbitreranno. Poi riprenderanno dalla B. Per tre settimane star? fermo anche il guardalinee Narciso Pisacreta. Lo stop tecnico ? stato deciso dai designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto e dal vice specializzato sui guardalinee Gennaro Mazzei dopo due diversi colloqui con il presidente federale Franco Carraro, lo scambio di vedute con arbitri e assistente e la visione in tv di Perugia-Inter e Atalanta-Roma. Le posizioni sono differenti, analizziamole una per una. TRENTALANGE - La sua direzione di Atalanta-Roma ? giudicata quella pi? ricca di errori dell' ultima giornata di andata. Soprattutto errori di impostazione e di gestione della gara, vengono definiti. Ovvero: quasi un accanimento verso la Roma. Ma in Federcalcio hanno fatto notare che proprio durante l' ultimo periodo gli arbitri di Torino Trentalange e Rosetti sono stati al centro di un caso perch? si allenano nel campo di Torino della Sisport in cui ora ha traslocato la Juventus per il lavoro settimanale. Fischietti e squadra, quindi, in certe giornate sono vicini. Troppo, secondo la Roma. Al punto che i due, per evitare ulteriori polemiche, sono stati invitati a trovare un altro campo dopo l' arrivo della Juve. Ecco, con questo precedente fresco, in Federcalcio ritengono che sarebbe stato opportuno non inserire n? Trentalange n? Rosetti nella fascia in cui c' era la Roma. Cos? invece ? successo e il sorteggio ha inviato Rosetti a dirigere Reggina-Bologna, ma ha spedito Trentalange a fischiare proprio Atalanta-Roma. Poi ? successo quel che ? successo e da qui la conclusione che in futuro i designatori dovranno stare pi? attenti anche agli spifferi, dovranno valutare meglio ogni situazione di opportunit?. Bene: Trentalange ? stato giudicato fiscale nella prima ammonizione ad Emerson al 10' della partita per fallo su Dabo. Poi, al 21' , Emerson ? intervenuto sempre su Dabo in maniera pi? pesante, stavolta s? da ammonizione ed ecco che Trentalange estraendo il secondo giallo l' ha dovuto espellere. Se non ci fosse stato il primo giallo... Trentalange ha spiegato ai designatori che tante altre volte lui e i colleghi hanno ammonito giocatori per falli identici senza che nessuno dicesse che avevano sbagliato. Avrebbe voluto anche dare una spiegazione tecnica pubblica ai due gialli, ma gli ? stato consigliato che il silenzio sarebbe stato la scelta migliore. Perch? poi sarebbe stato difficile spiegare l' espulsione dell' allenatore Fabio Capello e del team manager Antonio Tempestilli. Sono scattati in piedi dalla panchina quando hanno visto Berretta commettere fallo su Delvecchio e non venire immediatamente ammonito. Trentalange invece il giallo l' ha estratto e subito dopo ? andato dai due per espellerli. Ha spiegato di aver visto nel comportamento una reazione spropositata e capace di aizzare gli animi di giocatori e pubblico romanisti. Invece spropositato ? stato ritenuta l' espulsione dei due. Infine, sono rimasti dubbi sulla punizione assegnata all' Atalanta dalla quale ? nato il 2-1: Aldair prende prima il pallone e poi Pinardi. Trentalange ? all' ultima stagione avendo compiuto 45 anni (revisione del limite d' et? generalmente in atto), ma assicurano che torner? in campo a fine febbraio, riprendendo dalla B. Insomma, Atalanta-Roma non ? stata la sua ultima partita. BERTINI E PISACRETA - L' arbitro di Arezzo, 38 anni, internazionale dal primo gennaio con eccesso di fiducia, ? stato ritenuto colpevole soprattutto di aver assegnato il rigore dell' 1-0 al Perugia contro l' Inter. Lui e soltanto lui doveva e poteva valutare se Ivan Ramiro Cordoba aveva toccato il pallone con la mano (come ha concluso l' arbitro) o con la coscia (come accaduto in realt?). Il fatto che sia andato a chiedere all' assistente Pisacreta ? stato ritenuto un altro errore perch? il collaboratore non poteva proprio valutare: c' ? tutto il corpo di Cordoba a coprire la visuale, visto che il tocco avviene con la parte destra del corpo e Pisacreta sta alla sinistra del giocatore. Pi? colpevole il guardalinee sul gol del 2-0 realizzato in elevazione con la mano da Zizis Vryzas: l' arbitro era controsole e sul campo di Perugia i raggi filtrano come lame dagli spalti, rendendo davvero difficile la visuale. Pisacreta invece aveva il sole alle spalle e il campo libero: quel tocco irregolare poteva vederlo. Per questo anche Pisacreta, giudicato il migliore del gruppo con Puglisi e Ivaldi, sar? fermato. RACALBUTO - Carraro e la commissione designatrice hanno anche discusso delle condizioni di visibilit? di Chievo-Juventus. Nel primo tempo si vedeva proprio poco, nella ripresa la nebbia si ? alzata. La scelta di Salvatore Racalbuto di far proseguire la partita ? stata giudicata legittima, anche perch? chi era in campo assicura che si vedeva meglio di quanto hanno potuto spettatori dello stadio e della televisione. Non tutelati dal regolamento. Antonello Capone IL PRESIDENTE FEDERALE L' ammissione di Carraro: ?Giornataccia? Stop anche a Saccani dopo Modena-Brescia ?Una giornataccia?: il presidente della Federcalcio Franco Carraro definisce efficacemente l' ultima di andata del campionato di A. Ma ? l' unica considerazione pubblica. Per il resto, Carraro ha avuto una lunga serie di telefonate sulla questione arbitrale, fin da domenica poi per l' intero luned?: presidente della Roma Franco Sensi, designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, presidente dell' Aia Tullio Lanese, altre figure istituzionali come il presidente della Lega Adriano Galliani e consiglieri federali. Non sappiamo se abbia sentito anche Maurizio Costanzo, nuovo consulente per il miglioramento della visibilit? televisiva, prima di decidere di non rilasciare e di non far rilasciare dichiarazioni pubbliche. Costanzo e gli specialisti della sua Maurizio Costanzo Comunicazione venerd? hanno dato la prima lezione al presidente Aia Lanese, ai designatori Bergamo e Pairetto, ai cinque ex arbitri che appariranno in tv per spiegare le scelte prese dagli arbitri in campo: Roberto Bettin, Alessandro Guidi, Rosario Lo Bello, Luciano Luci, Marcello Nicchi. Affinata una serie di accorgimenti per abituarsi a comunicare in tv. In attesa che le istruzioni siano completate, ieri il pensiero della Federcalcio e dei designatori ? stato espresso dal responsabile dei rapporti con i mass media Antonello Valentini. Gli errori di Trentalange e Bertini sono stati giudicati ?evidenti e plateali?. Saranno oggetto del ritiro di tutti gli arbitri che si svolger? venerd? a Coverciano ?e l? sar? deciso il periodo di sospensione?. Per il momento ?la prova di Trentalange ? giudicata pi? negativa di quella di Bertini: errori di gestione della gara a Bergamo, errori tecnici e anche tanta sfortuna a Perugia, per valutare i quali si ? dovuta rivedere a lungo la moviola. Comunque, anche questa una prova gravemente insufficiente?. Si parla di uno stop ?di due giornate effettive? che unite a due di riposo portano ad un mese di assenza dai campi. Con ripresa dalla serie B. I due arbitri e il guardalinee in questo periodo perderanno anche danaro: per gli arbitri ogni gara di A vale un gettone da 5 mila euro, ognuna di B 2500 euro, per gli assistenti il compenso ? di 600 euro. Star? fermo almeno per un turno anche Massimiliano Saccani che ha sbagliato parecchio in Modena-Brescia, soprattutto non assegnando un rigore nel finale alla squadra di Mazzone per atterramento di Toni da parte di Mayer che prende l' avversario per i fianchi. Con Carraro si ? pure discusso: come ripartire adesso con serenit?? Il presidente della Lega Galliani inviter? i presidenti dei club al massimo senso di responsabilit? sia nei comportamenti in seno alla societ? e alla squadra sia con tifosi. Bisogner? vedere se e come saranno riallacciati i rapporti con l' Inter, che vanno e vengono con accuse e scuse. Carraro e la commissione designatrice hanno deciso le vie per portare tranquillit? e voglia di riscatto al ritiro degli arbitri. Infine, bandite le lotte interne, di qualsiasi tipo. a. cap.

Capone Antonello

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?La speranza che non ci fossero altri arbitri coinvolti c'era ? confessa il presidente-designatore Gussoni ai microfoni Rai di Gr Parlamento ?, ma adesso non generalizzerei: dalla Procura di Napoli arrivano grosse novit? solo per tre arbitri e uno o due assistenti?. Gussoni si riferisce agli arbitri in attivit? Paparesta, Bertini e Pieri e all'assistente Ambrosino che, secondo gli atti dei pm napoletani, avrebbero ricevuto in regalo da Moggi una ?scheda telefonica riservata? acquistata in Svizzera. Per altri 5 arbitri (De Marco, Dondarini, Messina, Rocchi e Tagliavento) sarebbe ipotizzata solo l'accusa della ?frode sportiva?, da cui sono stati gi? prosciolti dalla giustizia del calcio.C'? anche un osservatore Aia congelato e probabilmente ? lui il secondo ?assistente? citato impropriamente come tale da Gussoni e quale destinatario di ?novit?? giudiziarie.

Si tratta di Francesco Barbuto, presidente della sezione Aia di Vibo Valentia, che sarebbe intestatario di una utenza telefonica cui avrebbero telefonato con le ?schede riservate? indagate. Gussoni, comunque, non invier? pi? Barbuto ad assegnare i voti agli arbitri, finch? non si chiarir? questa storia di ?schede e telefonate. Gussoni conclude: ?Ho sentito tutti gli arbitri, tranne Paparesta che ? andato a Napoli, nessuno s'? dichiarato colpevole, hanno proclamato la loro innocenza. Preciso che finora ci sono state delle "non designazioni" e nessuna "sospensione"?.

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N.I. - F.I.G.C. - ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI

Via Tevere, 9 - 00198 ROMA

telefono 06/84911 - fax 06/84915829

PRESIDENTE DELL'A.I.A. e COMITATO NAZIONALE

Presidente TULLIO LANESE

Vice-Presidente

Segretario Piergiorgio Sciascia

Comitato Pietro Biasizzo (Piemonte)

Alberto Curti (Lombardia)

Bruno Di Cola (Abruzzo)

Liberato Esposito (Campania)

Vincenzo Fiorenza (Toscana)

Cesare Sagrestani (Lazio)

ORGANI TECNICI

C.A.N. A/B

Commissari Paolo Bergamo - Pierluigi Pairetto

Vice Luigi Celli - Alessandro Guidi - Marcello Nicchi

C.A.N. C

Commissario Maurizio Mattei

Vice Camillo Acri - Francesco Capraro - Roberto Bettin - Renato Picchio

C.A.N. D

Commissario Virginio Quartuccio

Vice Paolo Baldacci - Raimondo Catania - Pietro giallanza - Paolo Ghinelli - Maurizio Padovan - Giacinto Franceschini - Italo Novi - Claudio Pieri - Alberto Ramaglia - Antonio Salzano - Pietro Zacchetti

utenti.lycos.it/aiacampania/Home_aia.htm - 3k

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Oggetto: Acquisizione dei tabulati telefonici e nuova disciplina: critiche a prima lettura Data pubblicazione su Diritto e Giustizia: 24/3/2004

di

Francesco Paolo Marinaro e Bernardo Petraia

La legge 45/2004, che ha convertito con modificazioni il Dl 354/03, ha apportato significative modifiche all?articolo 132 del D.Lgs 196/03 in materia di protezione dei dati personali a tutela della privacy, con particolare riguardo alla conservazione dei dati relativi ai traffici telefonici.

La legge in questione ha, inoltre, introdotto innovativi meccanismi procedurali per l?acquisizione dei tabulati nel corso delle indagini penali, che incidono in maniera profonda sull?esercizio del potere istruttorio dei magistrati del Pm, attribuendo - in maniera forse neppure del tutto consapevole - nuovi poteri al giudice delle indagini preliminari, che non sempre appaiono conciliabili con il nuovo articolo 111 della Costituzione, come riformulato con la legge costituzionale 2/1999.

Prima di analizzare nel dettaglio gli aspetti poco convincenti della riforma attuata, ? bene premettere che non si ritiene suscettibile di alcuna valutazione critica la scelta normativa di limitare la conservazione e l?acquisizione dei dati di traffico telefonico ad un periodo massimo di quattro anni, rientrando senza dubbio nell?insindacabile discrezionalit? del Legislatore comparare nella maniera ritenuta pi? adeguata i vari e differenti interessi coinvolti in un intervento normativo. Nel caso di specie la tutela della riservatezza e l?interesse a svolgere investigazioni in merito a fatti di reato.

Gli elementi portanti della riforma possono cos? sintetizzarsi:

a) i dati relativi al traffico telefonico sono conservati dal gestore per un periodo massimo di quattro anni per le sole finalit? di accertamento e repressione dei reati (articolo 132 comma 1);

b) i dati relativi al terzo ed al quarto anno dalla registrazione del traffico telefonico sono conservati soltanto ai fini dell?accertamento e repressione ?dei delitti di cui all?articolo 407, comma 2, lettera a), del Cpp, nonch? dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici? (articolo 132 comma 2);

c) i dati relativi ai primi due anni dalla registrazione del traffico telefonico sono acquisiti ?con decreto motivato del giudice su istanza del Pm o del difensore dell?imputato, della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa o delle altre parti private? (articolo 132 comma 3);

d) i dati relativi al terzo ed al quarto anno dalla registrazione del traffico telefonico sono acquisiti direttamente dalle parti legittimate (Pm ovvero difensore dell?imputato, dell?indagato, della persona offesa o delle altre parti private), previa autorizzazione del giudice che verifica la sussistenza dei requisiti richiesti e, quindi, che vi siano ?sufficienti indizi di dei delitti di cui all?articolo 407, comma 2, lettera a), del Cpp, nonch? dei delitti in danno di sistemi informatici o telematici? (articolo 132 comma 4).

? utile ricordare che, prima della presente riforma, i dati relativi al traffico telefonico venivano acquisiti, nel corso delle indagini preliminari, direttamente ed in via pressocch? esclusiva dal Pm (si ? discusso sulla possibilit? di acquisizione da parte dei difensori ai sensi dell?articolo 391quater Cpp) che ne faceva richiesta al fornitore ai sensi dell?articolo 256 Cpp.

In sede processuale - instauratosi il contraddittorio tra le parti, dopo l?esercizio dell?azione penale - provvedeva il giudice procedente, su istanza di parte o anche di ufficio a seconda del differente stato del processo e secondo i poteri attribuiti dalle specifiche norme del codice di rito che disciplinano ogni singola fase (articolo. 422; 507; 603 Cpp). Rimaneva ovviamente impregiudicato il potere acquisitivo del Pm, autonomamente esercitabile in ogni momento come atto di indagine suppletiva o integrativa.

Peraltro, l?esercizio di questa attivit? di ricerca della prova nella fase (segreta e priva di contraddittorio) delle indagini preliminari, in considerazione dell?indiscutibile compressione della sfera dell?altrui riservatezza, era stata oggetto di approfondite valutazioni di ordine giuridico, culminate nella sentenza, 281/98 dalla Corte costituzionale (pubblicata in Giur. Costituzione, 1998, p. 2167), pronunciata in relazione all?articolo 15 Costituzione, successivamente ripresa dalle Su della Corte di cassazione(ci si riferisce a Su, 23 febbraio 2000, D?amuri, in Dir.giust., 2000, f.21, p. 69).

Le due decisioni hanno rimarcato le differenze sostanziali tra il tabulato telefonico, inteso come documentazione dei dati esterni di comunicazioni gi? avvenute ed esaurite e l?intercettazione in senso proprio, consistente nella ?intromissione in sistemi informatici, deputati alla trasmissione di comunicazioni, al fine di captarle? e, quindi, nell?ascolto diretto della conversazione.

La Corte costituzionale, in particolare, ha affermato: ?la disciplina applicabile all?acquisizione dei ?tabulati?, nei cui confronti opera la tutela che l?articolo 15 Costituzione appresta alla libert? e alla segretezza di ogni forma di comunicazione, va ricercata nell?articolo 256 Cpp, relativo al dovere di esibizione all?autorit? giudiziaria di documenti riservati o segreti; disciplina alla quale sono peraltro sottese le irrinunciabili garanzie stabilite dall?articolo 15, secondo comma, Costituzione, secondo cui la libert? e la segretezza di ogni forma di comunicazione possono essere limitate solo con atto dell?autorit? giudiziaria, sorretto da adeguata e specifica motivazione?.

Muovendosi in questo solco le Su hanno, a loro volta, precisato ed argomentato in merito alle ragioni in forza delle quali titolare del potere acquisitivo, nella fase delle indagini preliminari, non potesse essere che il Pm, sia per ragioni di merito attinenti le ovvie esigenze investigative, che per garantire la conformit? ai parametri costituzionali: ?Il provvedimento consente al Pm, garante della persecuzione dei reati per l?obbligo costituzionalmente impostogli di esercitare l?azione penale, di acquisire a fini investigativi e probatori materiale informatico costituito dai dati precisati, purch? dia corretta ragione del privilegio che fa prevalere sul diritto alla ?privacy? l?interesse pubblico di perseguire i reati, presidiato dall?articolo 112 della Costituzione. E, pur se manca la previsione di un immediato controllo giurisdizionale di detto decreto motivato del Pm, poich? l?articolo 257 Cpp prevede il riesame (articolo 324 Cpp) del solo decreto di sequestro, tuttavia il recupero del controllo su detto provvedimento, che attiene ad un mezzo di ricerca della prova, avviene attraverso la rilevabilit?, anche di ufficio, dell?eventuale relativa inutilizzabilit?, in ogni stato e grado del procedimento, cos? nelle indagini preliminari nel contesto incidentale relativo all?applicazione di una misura cautelare, o nell?udienza preliminare, ovvero nel dibattimento o nel giudizio di impugnazione. Ci? si desume dal disposto dell?articolo 191 del codice di rito, applicabile anche alle c.d. ?prove incostituzionali??.

Nella fase delle indagini preliminari, quindi, il sistema era gi? congegnato tenendo conto delle specifiche competenze dell?ufficio di Procura quale organo dello Stato deputato alla repressione e punizione dei reati, al quale dovevano essere rivolte le richieste di acquisizione di tabulati provenienti dalle altre parti interessate (indagato, parte lesa ecc.). L?appartenenza del Pm all?ordine giudiziario era considerata idonea tutela e garanzia del diritto alla riservatezza dei cittadini, mettendoli al riparo da atti di intrusione nella propria sfera privata eventualmente sviati dal fine di accertamento e repressione dei reati che, solo, consentiva (e consente tuttora) quella deroga.

Unico limite della precedente disciplina, che, si ripete, non era oggetto di specifiche previsioni normative e che costituiva attuazione dei generali poteri dell?organo delle indagini, poteva individuarsi nella non obbligatoriet? per il Pm di procedere all?acquisizione dei dati richiesta dalle altre parti interessate e nella mancanza di un rimedio per il caso di richiesta non accolta. Limite che poteva facilmente essere superato con la previsione di un obbligo del Pm di motivare le ragioni del diniego con trasmissione degli atti al Gip cos? come avviene per i casi di istanze non accolte di sequestro ai sensi dell?articolo 368 Cpp.

In ogni caso la parte poteva proporre (o riproporre) la richiesta al giudice, in sede processuale.

Le norme contenute nella legge 45/2004 hanno invece attribuito il potere di acquisire i tabulati telefonici in via esclusiva al giudice e solo su istanza di parte. La competenza, quindi, nella fase procedimentale si radica oggi nel giudice delle indagini preliminari e nelle fasi successive nel giudice che procede (Gup, Tribunale, Corte di assise, Corte di appello).

La perentoria ed esplicita previsione di una richiesta proveniente da uno dei soggetti interessati e legittimati porta, in primis, ad escludere che il giudice possa provvedere di ufficio nell?esercizio di quei poteri istruttori normalmente connessi alla funzione decisoria.

Questa scelta, in verit?, non appare convincente e neppure coerente col sistema, atteso che il potere cognitivo del giudice ? stato limitato nelle fasi strettamente processuali e, quindi, decisorie e non gi? per finalit? di tutela della privacy, ma soltanto per la mera inerzia delle parti, dettata dalle pi? disparate esigenze, certamente mai collegate o collegabili a ragioni di rispetto della sfera dell?altrui riservatezza.

L?aspetto di maggiore complessit? del novellato articolo 132 D.Lgs 196/03 ? quello relativo alla procedura di acquisizione dei dati di traffico telefonico nel termine di due anni, di cui al comma 3 del citato articolo, che sembra porsi in insanabile contrasto con l?articolo 111 Costituzione e che denota una preoccupante approssimazione legislativa, che discende da non conoscenza sia delle modalit? di svolgimento delle indagini, che di tutti quegli aspetti e corollari essenziali di un sistema processuale di impronta accusatoria, di cui si disconoscono le basi e le pi? elementari nozioni.

Come si ? detto poc?anzi i tabulati delle telefonate intercorse entro il termine di 24 mesi vengono acquisiti dal giudice su istanza di parte con decreto motivato. ? evidente, dunque, che nel corso delle indagini preliminari - che ? il caso pi? frequente e fisiologicamente connaturale a tale tipo di fonte di prova - il provvedimento debba essere adottato dal Gip.

Per la prima volta dall?entrata in vigore del nuovo Cpp, dunque, sono stati attribuiti al giudice autentici poteri istruttori, da esercitare non in sede di giudizio, nel contraddittorio tra le parti e con finalit? decisorie, ma nella fase finalizzata alla raccolta delle fonti di prova, connotata dall?indispensabile requisito della segretezza.

La questione assume aspetti ancor pi? complessi se si considera che il provvedimento del giudice, non soltanto non viene ancorato a parametri sostanziali e processuali, che, a differenza di quanto previsto per l?acquisizione dei traffici intercorsi tra il 24? ed il 48? mese, avrebbero consentito di prevedere un potere autorizzatorio in funzione di controllo, ma deve essere motivato, evidentemente sulla base di un giudizio di utilit? e/o necessit? per la prosecuzione dell?indagine. Diversamente, infatti, non sarebbe possibile ipotizzare alcuna motivazione che non si risolvesse in un mero controllo della sussistenza di una notizia di reato iscritta nel registro generale e della legittimazione della parte richiedente. Ne discende che la richiesta debba essere corredata dalla trasmissione del fascicolo di indagine da parte del Pm o dall?allegazione delle copie del fascicolo e delle eventuali indagini difensive da parte dei difensori delle altre parti.

Il giudice diventa, quindi, dominus dell?indagine, essendo chiamato a compiere atti istruttori in prima persona, al di fuori della fase processuale e, soprattutto, in prospettiva non decisoria.

La scelta normativa adottata appare ancor pi? grave e discutibile se si considera che questi delicatissimi aspetti - evidentemente non considerati dal Legislatore - erano gi? stati incidentalmente esaminati dalla Corte costituzionale nella parte motiva della citata sentenza 281/98, nel corpo della quale l?unico ed ipotetico (e, come detto, respinto) intervento del giudice, veniva astrattamente configurato nella sola possibilit? di prevedere un atto autorizzatorio da adottare previa verifica di requisiti di fatto e di diritto stabiliti dal Legislatore.

La Consulta - descrivendo l?impossibilit? anche tecnica di procedere ad una pronuncia additiva - ha affermato, infatti, che ? ? ove si riservasse al giudice l?autorizzazione alla acquisizione dei tabulati, spetterebbe comunque al Legislatore l?individuazione dei parametri di giudizio del relativo decreto, ora definiti dall?articolo 267, comma 1, Cpp (e per i delitti di criminalit? organizzata dall?articolo 13 del Dl 152/91), limitandosi l?articolo 15, secondo comma, Costituzione a prescrivere la necessit? di un atto motivato dell?autorit? giudiziaria nel rispetto delle garanzie stabilite dalla legge?.

? chiaro, dunque, come la novella legislativa sia in netta antitesi con il nuovo articolo 111 Costituzione, che, imponendo la terziet? ed imparzialit? del giudice, in qualche modi limita l?attribuzione di poteri istruttori diversi da quelli finalizzati ad una decisione da assumere in sede processuale e dopo l?instaurazione di un contraddittorio tra le parti.

Questo argomento, data l?unicit? della norma in oggetto, che si pone completamente al di fuori della prospettiva accusatoria, non ? stato affrontato direttamente dalla Corte costituzionale, la quale, tuttavia, approfondendo tematiche attinenti i poteri del giudice nella fase delle indagini preliminari, ha in parte gi? delineato alcuni degli aspetti tipici del nuovo rito, tracciando i confini tra i poteri istruttori del Pm e quelli di controllo del giudice.

Si richiama in proposito l?ordinanza 321/01 con la quale la Consulta, ha ritenuto non fondata la questione di illegittimit? costituzionale dell?articolo 299 commi 3ter e 4ter Cpp (sollevata in relazione agli articoli 3 e 111 Costituzione) nella parte in cui non prevede che il Gip chiamato a provvedere sulla richiesta di revoca di una misura cautelare personale, allorch? non sia in grado di decidere allo stato degli atti disponibili, possa acquisire informazioni e disporre accertamenti diversi e ulteriori rispetto a quelli indicati dalla disposizione censurata. In questo caso la Corte, nel confermare l?onere di allegazione indiziaria del Pm (con la conseguenza della revoca della misura nel caso di insufficienza di indizi), ha escluso la configurabilit? di poteri istruttori in senso stretto in capo all?organo giudicante diversi da quelli volti ad acclarare eventuali cause di incompatibilit? con lo stato detentivo, che, ovviamente, non sono finalizzati alla ricerca della prova del fatto e della responsabilit? dell?indagato.

La Corte ha statuito, in particolare: ? ? ? da osservare che la decisione incidentale sulla libert? personale che nella specie il rimettente deve assumere) non ? utilmente comparabile con il giudizio dibattimentale - e oggi, dopo la novella recata dalla legge 479/99, con il giudizio abbreviato -, giacch? la possibilit? di integrazione probatoria (rispettivamente, articolo 507 e articolo 422 Cpp) che ? data al giudice ai fini di decisioni sul merito della causa che sono idonee a concludere quest?ultima, non ? suscettibile di meccanica estensione in relazione alle decisioni che, di volta in volta, il giudice per le indagini preliminari deve tempestivamente assumere sulle specifiche richieste che le parti gli rivolgono articolo 328 Cpp) e sulle quali egli provvede secondo il criterio - che lo stesso rimettente richiama - della decisione allo stato degli atti disponibili: i poteri di integrazione probatoria previsti ai fini della pronuncia sul merito dell?accusa non possono pertanto, in nome del principio della ?ricerca della verit?? al quale il rimettente si richiama, essere estesi alle pronunce cautelari de libertate, per le quali vale il diverso criterio della decisione sulla base del materiale raccolto e addotto dalle parti?.

Non vi ? dubbio che il passaggio appena riportato, al di l? dello specifico settore cui si riferisce, consente di cogliere le diversit? essenziali ed i differenti ambiti di intervento del Gip e del Pm, che sono ispirati insuperabilmente alle necessit? del rito accusatorio, che non pu? consentire alcuna commistione tra chi rappresenta l?accusa e chi ? deputato al controllo sul corretto uso dei pubblici poteri, oltre che all?esercizio della giurisdizione in senso stretto.

? tutto il sistema processuale ad essere necessariamente ispirato a questi principi.

Si pensi al potere di sequestro con finalit? di prova, attribuito al Pm a differenza di quello con finalit? meramente cautelari, disposto dal giudice previa verifica (in funzione di controllo) dei presupposti legittimanti il provvedimento preventivo o cautelativo.

Si pensi all?autorizzazione (sempre in funzione di controllo della sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto) a disporre le intercettazioni telefoniche od ambientali che consente al Pm di svolgere quegli atti di indagine garantiti ritenuti necessari per l?accertamento del fatto e delle responsabilit?.

Si pensi all?interrogatorio dell?indagato detenuto svolto dal Pm con finalit? di indagine, che si differenzia ontologicamente da quello del Gip in seguito all?esecuzione di ordinanza applicativa di misura cautelare, finalizzato esclusivamente a valutare i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari (tanto da essere definito ?di garanzia? e da avere determinato nel 1995 la modifica del comma 6 dell?articolo 294 Cpp, con la quale si ? vietato al Pm di precedere l?atto del Gip proprio in considerazione della diversit? di funzione).

Ed ancora al provvedimento di rigetto della richiesta di archiviazione con il quale il giudice, lungi dal compiere atti istruttori che non sono consentiti da norma costituzionale, segnala al Pm semplicemente la necessit? di procedere a nuove investigazioni.

Si pensi proprio al comma 4 dell?articolo in questione, che, prevedendo a differenza del comma 3, specifici requisiti per l?adottabilit? del provvedimento di acquisizione dei tabulati, riporta il potere del giudice nell?alveo naturale dell?autorizzazione in funzione di controllo, peraltro con riferimento ai dati pi? risalenti nel tempo che maggiormente incidono sulla tutela della privacy, tanto da essere circoscritti a limitate ipotesi riferite ai pi? gravi delitti.

I gravi aspetti di incostituzionalit? sopra delineati, inoltre, comportano anche concreti ostacoli operativi.

La norma, infatti, nulla dice in ordine alle modalit? di esecuzione del decreto motivato di acquisizione, potendosi pertanto desumere che questa spetti proprio al giudice, che ha emesso il provvedimento. Ci? si ricaverebbe dal sistema, atteso che, quando il Legislatore ha voluto attribuire l?esecuzione di un provvedimento a soggetto diverso da chi lo ha emesso, lo ha fatto con apposite previsioni legislative. Emblematici in proposito gli articoli 92 e 104 disp. att. Cpp in tema di esecuzione di misure cautelari, personali e reali.

Non sar? agevole, pertanto, interpretare la nuova normativa nel senso semplicistico e ragionevole di ritenere che il giudice, acquisiti i tabulati, li trasmetta alla parte richiedente per l?ulteriore corso: stante la forma di decreto motivato del provvedimento e la sua esecuzione diretta da parte del giudice, infatti, il risultato dell?atto istruttorio sembrerebbe essere rimesso a chi quegli atti ha voluto acquisire per quelle ragioni (assolutamente libere) specificamente espresse nella motivazione e, quindi, anche per gli accertamenti consequenziali.

Se si ritenesse il decreto un ?atto dovuto? (certamente inconciliabile con l?obbligo di motivazione), infatti, non si comprenderebbe neppure la logica e la ragionevolezza della novella, che ha orbato il Pm dei propri tipici poteri istruttori nell?asserita prospettiva di una maggiore garanzia dei diritti delle persone coinvolte, che verrebbero invece automaticamente compressi da una mera richiesta, anche proveniente dalle parti private, che non sono certamente assimilabili alla parte pubblica - ancora, almeno per ora, appartenente all?ordine giudiziario - nella sua funzione di rappresentante dello Stato nell?essenziale compito di intervento investigativo.

Tra le possibili opzioni interpretative potrebbe allora ricorrere anche quella secondo cui i dati acquisiti potrebbero confluire nel fascicolo delle indagini, anche se richiesti dai difensori dell?indagato e della persona offesa e anche qualora evidenziassero elementi contrari alla parte privata che li abbia richiesti. In tal senso sembrerebbe deporre anche la lettera del nuovo articolo 132 D.Lgs 196/03, che consente la limitazione del diritto alla riservatezza - connesso alla conservazione del traffico telefonico - per le sole finalit? positive dell?accertamento e della repressione dei reati, non consentendo, per converso, che i dati acquisiti restino inutilizzati ed, anzi, occultati o, comunque, nell?esclusiva disponibilit? di un privato e non conosciuti neppure dal giudice che li ha materialmente appresi. Cos? potendosi prestare anche ad usi impropri e non garantiti dal controllo pubblicistico esercitato dall?Autorit? Giudiziaria.

Viene allora il dubbio che l?intervento legislativo, non in linea con la Costituzione e con i meccanismi procedurali, sia stato dettato esclusivamente dall?attuale clima di sfiducia nei confronti dell?Ufficio del Pm e nella prevalente logica di limitarne le prerogative, cos? recando grave nocumento a qualsiasi investigazione, atteso che proprio l?organo deputato a coordinarle e dirigerle, ? privato di quei poteri che non possono che essere esercitati direttamente dagli inquirenti.

N? si capisce, allora, perch? analoga legittimazione alla richiesta di acquisizione non sia stata attribuita direttamente anche alla Polizia Giudiziaria ed anche all?insaputa del Pm, sempre pi? emarginato e sospinto verso compiti esclusivamente dibattimentali.

Alle spalle di interventi legislativi di tale natura, infine, si colloca una concezione di ?parit? tra le parti? davvero singolare, che confonde ruoli e funzioni; pubblici poteri e diritti dei privati. In un?ottica sbagliata e perversa, che equipara il sistema penale ad una sorta di partita di tennis.

Oggi che le riforme processuali ed ordinamentali hanno un significato soltanto politico e parlamentare, restando avulse dalle logiche giuridiche - e, infatti, non affidate a giuristi -, si spera che la superficialit? con cui tali complesse tematiche vengono affrontate contribuisca, quanto meno, a riportare la riflessione sui temi propri della giustizia in senso sostanziale ed a comprendere il ruolo di grande garanzia che ? connaturato all?Ufficio del Pm ed alla sua appartenenza all?ordine giudiziario, in forza della quale esercita i poteri pubblici che le indagini impongono e che sono necessariamente invasivi.

Deve essere chiaro - e l?argomento in esame ne ? iniziale riprova - che al di fuori di questo terreno, davanti ad un Pm indebolito nei suoi poteri istruttori e non pi? espressione piena di prerogative giudiziarie, l?alternativa non potr? essere l?ampliamento dell?ingerenza del giudice, ma l?espansione delle attivit? di Polizia, che relegheranno le procure a compiti meramente dibattimentali, privando la collettivit? di qualsiasi controllo ed intervento giudiziario nella delicatissima fase investigativa.

Interventi legislativi come quello appena esaminato devono far comprendere che la predisposizione di un sistema garantito, garantista ed accusatorio, che sia anche efficiente, equilibrato, repressivo e punitivo non passa affatto dalla separazione di funzioni o di carriere, ma da riforme di diritto sostanziale e processuale che siano finalmente liberate dai retaggi inquisitori che, dal 1989 sino ad oggi, ciciclamente ripropongono la figura del giudice istruttore.

Ulteriori perplessit? desta la disciplina in esame, specie se posta in accostamento funzionale con l?analoga normativa concernente le intercettazioni.

Per un verso, difetta in essa la facolt? per il Pm, motivata dall?urgenza che il momento d?indagine pu? ragionevolmente esigere, di procedere direttamente all?acquisizione dei dati di traffico telefonico pregresso. La contemplazione di un ?grave pregiudizio per le indagini? da parte dell?articolo 267 comma 2 Cpp libera correttamente ed opportunamente il p.m. dai tempi complessi dell?accesso mediato alle intercettazioni, consentendone l?attivazione diretta fatta salva l?immediata comunicazione del decreto al giudice per la sua convalida, secondo lo schema proprio delle misure precautelari (arresto, fermo) che, pi? in generale, ? quello consono ai provvedimenti urgenti destinati ad incidere su diritti rilevanti e costituzionalmente protetti, qual?? quello sulla riservatezza delle comunicazioni.

Ora, se si considera che l?impulso invasivo riconducibile all?accesso ai c.d. tabulati ? intuibilmente pi? blando dello strumento intercettativo e che le ragioni d?urgenza ben possono assumere valore cogente in ambedue i casi, resta del tutto inspiegabile ed irrazionale l?omissione in parola; tanto pi? se si pone mente all?ulteriore dato, anch?esso da tempo normativamente consolidato, che per i ?delitti di criminalit? organizzata? e quelli di ?minaccia col mezzo del telefono? ? espressamente previsto che sia direttamente il p.m., per i casi di urgenza, a provvedere alla proroga, pur sempre osservando le disposizioni sopra richiamate in ordine alla convalida dell?atto interinale (articolo 13 comma 2 seconda parte Dl 152/91 conv. Con modif. in legge 203/91).

La necessit? di un?espressa motivazione circa la ricorrenza di sufficienti indizi di reato come condizione coessenziale della legittimit? del provvedimento autorizzatorio del giudice, quanto all?acquisizione di dati di traffico collocabile nel terzo e quarto anno a ritroso (comma 2 articolo 132 cit.), induce a riflettere su una doppia variabile operativa.

In primo luogo ? da chiedersi se il novero rigido di cui all?articolo 407 comma 2 lettera a) Cpp lasci spazio ad un?apertura d?uso dei tabulati ultrabiennali anche con riferimento ad eventuali reati non rientranti in quell?area di gravit? ma connessi al delitto che d? titolo all?accesso remoto presso il fornitore telefonico.

L?interrogativo probabilmente si risolve scorrendo ancora una volta le norme inerenti le intercettazioni, laddove l?articolo 270 Cpp disciplina espressamente l?eventualit? di un?utilizzazione per cos? dire ?transitiva? degli elementi acquisiti in esito al servizio d?intercettazione, dal procedimento nel quale essa ? stata autorizzata ad altro distinto dal primo. Dispone la norma che ?i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti, salvo che risultino indispensabili per l?accertamento dei delitti per i quali ? obbligatorio l?arresto in flagranza?? e la giurisprudenza ? intervenuta concordemente a chiarire che non rientrano nel concetto di ?diverso reato? ai fini della disciplina dell?articolo 270 Cpp le indagini strettamente connesse e collegate sotto il profilo oggettivo, probatorio e finalistico al reato in ordine al quale il mezzo di ricerca della prova ? stato disposto (Cassazione, Sezione sesta, 1626/96, Pulvirenti; 7/1997, Pacini Battiglia; 5192/97, Gunnella; 1972/97, Pacini Battiglia; Sezione terza, 1208/98, Romagnolo; Sezione prima, 6242/99, Tomasello; Sezione sesta, 4007/99, Venturini; Sezione prima, 14595/99, Toscano; Sezione quarta, 992/03, Doro; Sezione prima, 2930/03, Semeraro).

La medesima disciplina - accostata idealmente al settore che qui interessa - pu? servire allora ad illuminare l?interprete sui concetti di ?stesso? e ?diverso? reato manipolati dalla giurisprudenza per giustificare o meno la ricorrenza dell?articolo 270 Cpp . Alla luce di tali parametri interpretativi, non v?? difficolt? alcuna a ritenere dunque che, una volta autorizzata l?acquisizione dei tabulati ultrabiennali per un reato riconducibile all?area di gravit? indicata dal comma 2 dell?articolo 132 cit., esso valga ?per l?accertamento e la repressione? anche dei reati connessi al primo e che insieme fondano l?unica indagine in corso di svolgimento. Diversamente opinando, ossia seguendo una lettura rigida ed atomistica del dettato normativo, l?indagine verrebbe inaccettabilmente a frazionarsi in segmenti investigativi incomunicabili tra loro, svilendo quell?obiettivo unitario che ha giustificato l?avvio cumulativo del procedimento per pi? reati.

La minore preponderanza invasiva del mezzo di ricerca, rispetto allo strumento intercettativo, suggella pertanto un?interpretazione ?allargata? del precetto processuale del comma 2, pur ad onta dell?aggettivazione qualificante presente nell?enunciato di legge (??per esclusive finalit? di accertamento e repressione dei delitti di cui all?articolo 407 comma 2 lettera a) del Cpp??).

L?onere di motivare la sufficienza indiziaria, riguardata alla luce di un?istanza che possa provenire dalla parte indagata schiude poi l?analisi ad una serie interessante di riflessioni, prima fra tutte quella sulla sequenza e doverosit? dei passaggi che il fascicolo dell?indagine ? destinato a subire in casi siffatti.

E cos?, deve porsi l?interrogativo circa la sussistenza di un obbligo del p.m. di trasmettere il proprio fascicolo d?indagine al Gip allorquando, a fronte di un?istanza di acquisizione di tabulati proveniente dalla parte privata, costui debba decidere con i parametri, se del caso di sufficienza indiziaria, imposti dalla legge. Non v?? dubbio che una risposta affermativa - alla quale, si ritiene, non possa invero sfuggirsi a meno di svilire nel nulla l?intervento del giudice - al di l? di una coatta e relativamente breve stasi degli atti in altro ufficio con i possibili disguidi sui modi e tempi dell?indagine, determiner? un pericoloso vulnus alla segretezza della stessa, dal momento che la decisione del giudice, specie se sollecitata sulla scorta del secondo comma dell?articolo 132 cit., contempler? l?indicazione dei sufficienti indizi di reato, attingendoli dall?indagine in corso, oltre ai dati del procedimento pendente fino ad allora possibilmente segreti all?esterno.

In tal guisa, viene a realizzarsi, di fatto, un surrettizio meccanismo informativo del tutto indebito perch? fuori dei casi previsti dall?articolo 369 Cpp, senza dire che esso ben potrebbe prestarsi ad usi distorti, orientati al solo fine di permeare le indagini in corso, fine perfettamente raggiungibile invocando ed ottenendo l?autorizzazione in discorso senza poi metterla in esecuzione.

Si rasenta poi il paradosso se poco si riflette sull?eventualit? - originabile da evenienze in pratica tutt?altro che sporadiche - che l?istanza privata possa intervenire quando ancora non sia acceso alcun fascicolo presso il Pm: si pensi all?ipotesi di molestie telefoniche ultrabiennali, all?indomani delle quali il difensore della p.o., sollecitato dalla vittima, ormai stanca e decisa a denunciare, richieda al giudice l?autorizzazione ad acquisire i tabulati telefonici. Ebbene, mancando ogni aggancio fascicolare dal momento che nessuna denuncia ? ancora intervenuta e dunque nessun procedimento ? stato conseguentemente iscritto, non soltanto il giudice (il Gip?) dovr? pronunciarsi ?al buio? fidando sull?esclusiva parola del richiedente, ma si vedr? costretto a motivare su un novero di elementi, anche indiziari, desunti esclusivamente dall?indagine privata.

Radicalizzando l?obiezione, potrebbe immaginarsi anche un?analoga iniziativa in caso di mera perdita del cellulare: l?offeso ipotizza al giudice un probabilissimo furto ed invoca i tabulati al fine di localizzare il terminale: il giudice potr? disporne l?acquisizione senza che ad essa subentri alcun seguito.

Salerno, mercoled? 24 marzo 2004

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in ordine a Paolo Bertini, la scheda SIM a lui attribuita risulta aver agganciato con

maggiore frequenza celle localizzate nel Comune di Arezzo ove vive il deferito.

Inoltre vi ? corrispondenza tra localizzazione ed orari delle chiamate e presenza dal Bertini

per partecipare a convegni tecnici (Coverciano e Milano) o per arbitrare gare del

Campionato Italiano. In significativa coincidenza con gli arbitraggi internazionali del Bertini,

le indagini hanno riscontrato il silenzio della scheda SIM in questione sul territorio

nazionale. Infine il Gianluca Paparesta nel corso dell?audizione del 10.3.2008 ha ammesso

di aver parlato con il Bertini in data 8.11.2004 dopo le ore 17:30, e dai tabulati risulta

effettivamente un contatto in tale data tra la SIM estera attribuita al Bertini e quella

attribuita al Paparesta.

Le istanze istruttorie avanzate dal Bertini nella memoria difensiva sono inammissibili in

quanto generiche e perch? indicano quali testimoni da escutere soggetti deferiti nel

presente giudizio. Sono comunque irrilevanti. Per quanto riguarda la richiesta di essere

sentito personalmente, il Bertini, presente in aula non ha reiterato tale istanza ma, anzi, ha

abbandonato la riunione prima della fine;

il paparesta padre dice che sul telefono con sim datagli da moggi aveva 2 numeri

uno per moggi l'altro per fabiani

come faceva ad avere il numero di bertini?numero sim svizzero??

l'8/11/ ? dopo la famosa reggina juventus del 7/11

poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale del 10/11

in cui bertini era riserva degli arbitri insieme a trefoloni

paparesta padre ha patteggiato 20 mesi.. tnato per un pentito?

il figlio 2 mesi pochi per uno che ha usato la scheda

bertini un anno e 4 mesi

qualcosa non va?

poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale

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Calciopoli si abbatte con violenza anche sul campionato di serie B 2004-2005. Dopo i sospetti, arrivano puntuali, dalle carte giudiziarie, le prime conferme. Ed ? in arrivo un altro terremoto giudiziario e sportivo.

Dalla terza informativa dei carabinieri, quella del 2006 dedicata ai rapporti tra ?laccompagnatore degli arbitri? per conto del Milan, cio? Leonardo Meani di Lodi, e vari interlocutori, come il guardalinee Claudio Puglisi, tracimano altri veleni, altre combine. Comunque tali da alterare la classifica finale, le promozioni e tutto il resto, in un specie di effetto domino dalle conseguenze, almeno per il momento, imprevedibili e foriere di altre retrocessioni dufficio. Allora, Genoa e Torino finirono nei guai e furono severamente punite. I rossoblu per la partita con il Venezia, che si disse ?comprata? e i granata per le vicissitudini finanziarie.

[...]

Ma se la giustizia, compresa quella sportiva, dovesse dimostrare che ci furono altre irregolarit?, rischiano di saltare gli equilibri e lassetto finale della B per la prossima stagione. Tornano alla ribalta due partite sospette, cio? Arezzo-Salernitana (2-0)e Empoli-Vicenza (2-1), gi? da tempo inserite nella lista nera dei pm di Napoli Narducci e Beatrice. Oggi linchiesta ci racconta come e quando e attraverso chi avvenne il presunto ?taroccamento? del risultato finale. E altre partite rischiano di finire nel mirino degli inquirenti. Come, tanto per fare un esempio, Arezzo-Catanzaro, del 23 aprile 2005, finita 2-1 e Arezzo-Catania, 3-1. Gli inquirenti stanno incrociando i dati: quali gli arbitri, gli assistenti, i risultati finali. Schemi e diagrammi, con i nomi, le sezioni di appartenenza, gli esiti delle gare.

Le ?pressioni dei capi?

Un giorno della tarda primavere del 2005, sono le ore 20,51. Al telefono con il mite Leo Meani, c? larbitro Danilo Nucini, della Can di A e B, sezione Aia di Bergamo. La conversazione parte in modo innocente; al centro c? il fatto che Nucini sta per andarsene in pensione, proprio alla fine dellanno: ?Nucini... mette in risalto ancora una volta il predominio esercitato da Luciano Moggi sullintero sistema calcio... si osserva che gi? negli Anni Novanta Moggi regolava in maniera netta le designazioni arbitrali, interagendo direttamente sul responsabile Fabio Baldas allepoca designatore arbitrale?.

Se questa era la premessa, alla fine, ?i due interlocutori, per vie diverse, affermano di essere venuti a conoscenza di ?pressioni...?, esercitate dai ?...capi?, nellambito del campionato cadetto, emergendo a loro parere il chiaro disegno di favorire le squadre toscane, fornendo in tal modo ulteriore riscontro a quanto emerso in proposito a gi? segnalato con linformativa dello scorso 2 novembre?. Gli inquirenti, appresi questi ed altri particolari, non usano mezze misure. Anzi: ?Sul tema dellalterazione del risultato sportivo a favore delle toscane, le indagini hanno consentito di acquisire un importante riscontro sulle manovre attuate e dai conseguenti effetti che ne discendono, in base alle affermazione di uno degli stessi guardalinee che si ? dovuto rendere strumento a tal fine...?.

Il guardalinee indottrinato

Traduzione dal legalese: il guardalinee ha taroccato il risultato. Di cognome fa Titomanlio e, a un interessato Meani, spiega come ? stato ?indottrinato? per lincontro Arezzo-Salernitana. Bergamo gli diceva secco che ?Maurizio Mazzei avrebbe dovuto parlargli e poi questultimo che lo prendeva in disparte e gli diceva ci? che avrebbe dovuto fare raccomandando il massimo riserbo, e senza far trapelare nulla agli altri componenti della terna arbitrale?. Ecco come si fa a cambiare il risultato, a favore dellArezzo: ?Quando si ? trovato pressato dalla Salernitana...il guardalinee stesso, avvertendo il rischio di un pareggio, ha sbandierato di fronte a due azioni dellattaccante salernitano, sanzionandole come falli dattacco?. Testuale: ?...E cera lattaccante che si ? liberato un po ? forzato e io gli... ho... sono andate su tutte e due le volte per come fallo in attacco... cio? piuttosto... allora cosa ho fatto piuttosto che venga fuori una contestazione, stava facendo pressione (la Salernitana, ndr) e cera il rischio che pareggiasse... e allora cosa ho detto! Ho detto m? vado su perch? almeno, la cosa sia pulita... capisci??.

Due rigori fantasma

Tanto basta per immanlinconire per sempre i poveri tifosi della Salernitana. Ma il peggio deve ancora venire. ? la volta di Empoli-Vicenza. Era il 7 maggio 2005, fin? 2-1. Prima di addentrarci nelle carte giudiziarie, vale la pena di fare un po di cronaca della partita, dove tal Cuttica faceva lassistente. La gara fini tra le polemiche, con i calciatori vicentini decisi a farsi giustizia da s?, dopo una serie di sviste, a loro sfavore, ?incredibili?. Due espulsioni, i vicentini Pesoli e Bolic; un gol di Bonanni, del Vicenza, al 45 del primo tempo e, alla fine, con due rigori attribuiti allEmpoli, al 35 e al 45 della seconda frazione, vincono i toscani. Due rigori che i cronisti definirono ?inesistenti?. Larbitro era Nucini, gli assistenti Pascariello-Cuttica. Il portiere Sterchele ?tent? di farsi giustizia da s?, ma fu provvidenzialmente fermato dai compagni?.

Il bomber Tavano non sbaglia la mira, un penalty da una parte, laltro dallaltra. Due gol che mettono ko i veneti, in preda alla frenesia, alla rabbia. Sugli spalti, tensione tra i tifosi. Alla fine, restano agli atti le dichiarazioni del direttore generale del Vicenza, Gasparin: ?Primo rigore scandaloso, il secondo una forzatura. Noi ci siamo complicati la vita, ma larbitro ci ha messo del suo?. Altro che, caro Gasparin.

FONTE:www.tuttomercatoweb.com

scritto da salvoct60 alle ore 21:46 commenta leggi commenti (0)

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in ordine a Paolo Bertini, la scheda SIM a lui attribuita risulta aver agganciato con

maggiore frequenza celle localizzate nel Comune di Arezzo ove vive il deferito.

Inoltre vi ? corrispondenza tra localizzazione ed orari delle chiamate e presenza dal Bertini

per partecipare a convegni tecnici (Coverciano e Milano) o per arbitrare gare del

Campionato Italiano. In significativa coincidenza con gli arbitraggi internazionali del Bertini,

le indagini hanno riscontrato il silenzio della scheda SIM in questione sul territorio

nazionale. Infine il Gianluca Paparesta nel corso dell?audizione del 10.3.2008 ha ammesso

di aver parlato con il Bertini in data 8.11.2004 dopo le ore 17:30, e dai tabulati risulta

effettivamente un contatto in tale data tra la SIM estera attribuita al Bertini e quella

attribuita al Paparesta.

Le istanze istruttorie avanzate dal Bertini nella memoria difensiva sono inammissibili in

quanto generiche e perch? indicano quali testimoni da escutere soggetti deferiti nel

presente giudizio. Sono comunque irrilevanti. Per quanto riguarda la richiesta di essere

sentito personalmente, il Bertini, presente in aula non ha reiterato tale istanza ma, anzi, ha

abbandonato la riunione prima della fine;

il paparesta padre dice che sul telefono con sim datagli da moggi aveva 2 numeri

uno per moggi l'altro per fabiani

come faceva ad avere il numero di bertini?numero sim svizzero??

l'8/11/ ? dopo la famosa reggina juventus del 7/11

poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale del 10/11

in cui bertini era riserva degli arbitri insieme a trefoloni

paparesta padre ha patteggiato 20 mesi.. tnato per un pentito?

il figlio 2 mesi pochi per uno che ha usato la scheda

bertini un anno e 4 mesi

qualcosa non va?

poi ci sarebbe stato un turno infrasettimanale

I GUAI di Bertini, che gi? era stato prosciolto nell?estate 2006 per il primo filone di Calciopoli, ricominciano dalla decisione di Gussoni di non mandarlo pi? in campo in attesa dei risultati dell?inchiesta di Napoli o di un eventuale deferimento da parte del procuratore federale Stefano Palazzi. ?Ma ? lamenta Messeri ? la sospensione dovrebbe essere l?equivalente di un provvedimento cautelare in sede penale. Qui invece sta diventando una vera e propria pena. Dopo i primi quattro mesi, il provvedimento ? stato rinnovato in agosto per altri quattro. E si pu? arrivare fino a un anno. E? una specie di squalifica. Una misura assurda. Non si pu? rimanere ad aspettare l?esito dell?udienza preliminare di Napoli. La giustizia del calcio deve avere il coraggio di muoversi?. Bertini, ricorda l?avvocato, ?era non solo un internazionale ma uno dei primi tre arbitri d?Italia. Lo hanno lasciato solo. Lo ha abbandonato anche l?Aia. La Federcalcio si decida: o ci sono gli elementi per condannarlo o gli devono consentire di tornare in campo a fare il suo mestiere?.

D?ALTRONDE, nella sostanza, l?arbitro aretino continua a dichiararsi innocente su tutta la linea: ?Non ha mai avuto sim svizzere, tantomeno da Moggi?, assicura Messeri. E i tabulati prima di Juve-Milan del 20 dicembre 2004, quelli che evidenzierebbero decine di contatti fra l?arbitro e le sim dell?entourage moggiano? ?I tabulati, per quanto ci riguardano, non dicono il vero. Ci sono situazioni nelle quali secondo la scheda Bertini sarebbe ad Arezzo e invece ? fuori citt?, altre in cui in cinque minuti sarebbe prima ad Arezzo e poi a Milano. E poi quello che ? successo in campo non torna coi tabulati?. Per esempio? ?Per esempio c?? un?Atalanta-Milan in cui Paolo, secondo l?accusa, avrebbe avuto contatti con Moggi per sfavorire i rossoneri, avversari della Juve per lo scudetto. E invece il Milan vinse avvantaggiandosi di una mancata espulsione di Nesta. E allora da che parte stava Bertini, con Moggi o col Milan? No, non c?? logica?. Del resto, spiega l?avvocato, persino Romeo Paparesta, padre di Gianluca, che ammette di avere avuto una scheda svizzera, dice di non avere mai parlato con l?arbitro aretino. Che ora chiede solo di essere giudicato dal suo mondo, quello del calcio. E? troppo?

quindi?

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I GUAI di Bertini, che gi? era stato prosciolto nell?estate 2006 per il primo filone di Calciopoli, ricominciano dalla decisione di Gussoni di non mandarlo pi? in campo in attesa dei risultati dell?inchiesta di Napoli o di un eventuale deferimento da parte del procuratore federale Stefano Palazzi. ?Ma ? lamenta Messeri ? la sospensione dovrebbe essere l?equivalente di un provvedimento cautelare in sede penale. Qui invece sta diventando una vera e propria pena. Dopo i primi quattro mesi, il provvedimento ? stato rinnovato in agosto per altri quattro. E si pu? arrivare fino a un anno. E? una specie di squalifica. Una misura assurda. Non si pu? rimanere ad aspettare l?esito dell?udienza preliminare di Napoli. La giustizia del calcio deve avere il coraggio di muoversi?. Bertini, ricorda l?avvocato, ?era non solo un internazionale ma uno dei primi tre arbitri d?Italia. Lo hanno lasciato solo. Lo ha abbandonato anche l?Aia. La Federcalcio si decida: o ci sono gli elementi per condannarlo o gli devono consentire di tornare in campo a fare il suo mestiere?.

D?ALTRONDE, nella sostanza, l?arbitro aretino continua a dichiararsi innocente su tutta la linea: ?Non ha mai avuto sim svizzere, tantomeno da Moggi?, assicura Messeri. E i tabulati prima di Juve-Milan del 20 dicembre 2004, quelli che evidenzierebbero decine di contatti fra l?arbitro e le sim dell?entourage moggiano? ?I tabulati, per quanto ci riguardano, non dicono il vero. Ci sono situazioni nelle quali secondo la scheda Bertini sarebbe ad Arezzo e invece ? fuori citt?, altre in cui in cinque minuti sarebbe prima ad Arezzo e poi a Milano. E poi quello che ? successo in campo non torna coi tabulati?. Per esempio? ?Per esempio c?? un?Atalanta-Milan in cui Paolo, secondo l?accusa, avrebbe avuto contatti con Moggi per sfavorire i rossoneri, avversari della Juve per lo scudetto. E invece il Milan vinse avvantaggiandosi di una mancata espulsione di Nesta. E allora da che parte stava Bertini, con Moggi o col Milan? No, non c?? logica?. Del resto, spiega l?avvocato, persino Romeo Paparesta, padre di Gianluca, che ammette di avere avuto una scheda svizzera, dice di non avere mai parlato con l?arbitro aretino. Che ora chiede solo di essere giudicato dal suo mondo, quello del calcio. E? troppo?

quindi?

L?arbitro aretino, invece, non confessa niente, nonostante le conclusioni della disciplinare. Secondo i giudici sportivi, gli indizi del fatto che anche lui avesse una Sim straniera stanno nei contatti che i carabinieri hanno individuato con la cella di ricezione di Arezzo. "Inoltre - afferma la sentenza - vi ? corrispondenza tra localit? e orari delle chiamate e presenza del Bertini per partecipare a convegni tecnici (Coverciano e Milano) o arbitrare partite del campionato italiano".

L?ultimo elemento, spiegano i giudici, starebbe proprio nel racconto di Gianluca Paparesta, he nell?interrogatorio davanti ai giudici di Napoli del 10 marzo 2008 avrebbe parlato di una telefonata a Bertini tramite le schede elvetiche. "Ma le cose non stanno cos? - mette le mani avanti l?avvocato Messeri - Paparesta dice che la chiamata c?? stata e che non ricorda per? con quale Sim. Infatti la telefonata risulta ma sui tabulati dei telefonini ordinari dei due arbitri". Il legale ripete ancora la verit? del fischietto aretino: "Non ha mai avuto schede svizzere, gli indizi sui quali ? basata la sentenza sono contraddittori. Il collegio ha utilizzato solo quello che faceva comodo per pronunciare la condanna

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