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da "la stampa" di oggi. Teniamo duro!!! Mediaset paga cara l’esclusiva della Champions League anche a Piazza Affari. I maggiori ammortamenti sui diritti televisivi e l’incremento dei costi operativi fanno scivolare pesantemente il titolo del Biscione in Borsa, che chiude in calo del 9,45% a 4,27 euro. A deludere sono soprattutto i costi operativi e di ammortamento dei diritti televisivi oltre le attese, con il rischio che incidano sulle previsioni di utile già molto ridotte per quest’anno e per il 2016. Per il Biscione sono in calo le spese per il personale, all’interno di un programma di contenimento dei costi che ha avuto risultati superiori alle previsioni e apprezzato dal mercato, ma sono in aumento i costi operativi (nei primi nove mesi dell’anno passati da 699 a 769 milioni) e anche gli ammortamenti dei diritti televisivi (da 538 a 558 milioni). Quello che non è piaciuto agli analisti, oltre alla perdita netta tra luglio e settembre di 60 milioni contro una stima di 51, è che questa base di aumento costi fa crescere di 40 milioni a 2,55 miliardi la stima della società sulle spese operative per l’intero anno. Ecco allora una raffica di report al ribasso sul titolo con Hsbc, la stessa Equita e Goldman Sachs che hanno tolto il giudizio «buy» (comprare) sul titolo Mediaset. «Nonostante il calo - commenta il direttore finanziario del gruppo Marco Giordani - le azioni restano in crescita del 25% da inizio anno, a fronte di una Borsa salita del 18%, e siamo tornati ai livelli di un mese fa. Da un lato - prosegue il manager - c’è stata sicuramente una sorta di “sell-on-news” viste le aspettative prima dei conti e l’andamento in Borsa (+9% circa nell’ultimo mese, ndr), dall’altra ci sta che il mercato reagisca a un trimestre, quello in corso, che potrebbe vedere la crescita del mercato pubblicitario italiano inferiore rispetto alle aspettative precedenti e che quindi in qualche modo potrà deludere. La pubblicità sta timidamente ripartendo (in ottobre la raccolta è cresciuta oltre il 2% con il quarto trimestre che nel complesso dovrebbe aumentare «a una cifra»), ma è comunque in Italia che il gruppo fatica. Anche perché Premium per ora sta raccogliendo frutti modesti (ricavi +0,89%) dall’investimento per i diritti in esclusiva della Champions league, con le stime di 200mila nuovi abbonati entro fine anno che sono comunque confermate. Per ora va detto che i 630 milioni in 3 anni investiti per la Champions league su Premium non hanno portato risultati eclatanti. I ricavi nei primi 9 mesi dell’anno sono arrivati a quota 406 milioni contro i 402 dello stesso periodo 2014 quando l’esclusiva per la principale competizione calcistica europea non c’era. A dare soddisfazioni al Biscione in questa fase sono le attività in Spagna. Il risultato prima degli oneri finanziari (Ebit) nei primi nove mesi è infatti sceso a 83 milioni rispetto ai 107 milioni del 2014: in Italia è negativo per 47 milioni rispetto al dato positivo di 23 milioni dell’anno scorso, mentre in Spagna cresce a 131 milioni rispetto agli 84 milioni precedenti.