L'ho sempre saputo, dopo Cardiff l'ho razionalizzato meglio.
Sono Juventino perché per me la Juventus rappresenta il concetto di Amore.
Da una mia inclinazione naturale, da una persona che purtroppo non sento più, da ragionamenti con me stesso, da alcuni libri letti e da una prova pratica, sono giunto alla mia personale visione dell'amore che in poche parole si sostanzia nel sentirsi un tutt'uno con l'altro, fino a cancellare il pronome "io" in favore del "noi", con tutto ciò che ne consegue: incapacità di sostituire, spirito di sacrificio, propensione all'anteporlo, sostegno incondizionato e molto altro ancora.
Con le persone è difficile instaurare e mantenere un sentimento e rapporto del genere.
Forse è un'utopia possibile da sfatare solo in alcuni momenti.
L'ostacolo principale risiede nella presenza di un altro individuo nella relazione e quello non lo puoi controllare, è autonomo.
Puoi però sempre determinare le tue azioni, la tua concezione, il tuo modo di amare.
Essere Juventino è esattamente questo, si tratta di un esercizio ad amare.
La Juventus è nella mia vita da quando praticamente ragiono.
Non ho mai trascorso giornata senza pensarci.
Me ne sono innamorato.
Quando vinciamo è una gioia immensa.
Quando perdiamo è una delusione atroce ma la Juve è e resta sempre lei.
Dalla tanta gloria contornata da successi, fino alle partite in B e alla finali perse, in fin dei conti non cambia nulla.
Non esiste amore che persegua un qualche ideale di perfezione, non c'è amore che non abbia alti e bassi.
L'importante è continuare a portare avanti la propria storia. Quel che accade si racconterà ed è questo il bello. Non l'avvenimento in se ma viverlo a prescindere da qualunque esso sia.
Esserci. Restare.
Vincere è l'unica cosa che conta per motivare i professionisti che si dedicano allo sport. Nella vita però vincere equivale a sostenere e non abbandonare mai. In nessun caso.
L'unica cosa che conta è accompagnare il soggetto del proprio innamoramento fino alla fine.
Fino alla fine dei propri giorni.
Forza Juve!