Ero lontano da casa quella sera, lontano dalla mia terra, dalla mia famiglia... Un albergo anonimo, come i tanti che giro per lavoro. Mille luoghi non luoghi, straniero in terra straniera. E quella solitudine che va oltre l'essere realmente solo, la solitudine della distanza, dell'assenza. Ma quella sera scendeva in campo la Vecchia Signora. In palio la finale di Manchester, il sogno di tutti noi. Prima per? c'era da mandare a casa il Real, un'impresa difficile, ma non impossibile. E alloro coraggio, ho lasciato da parte la solitudine, chiuso la porta della stanza ed acceso la televisione. E' bastato vedere in campo le maglie bianconere, i flash delle fotografie, il Delle Alpi pieno di bandiere, ed eccomi di nuovo a casa. E poi lui, quella chioma bionda che sembra essa stessa parte del vento che la scuote. Moto perpetuo, fatica, sudore, classe, ma soprattutto cuore: questo ? Pavel. E quella sera Pavel era l?, con tutta la grandezza del campione, con tutto il coraggio dell'uomo. Quella grandezza e quel coraggio che ha messo nella discesa che ? rimasta scolpita nella mia storia di tifoso bianconero. Quella discesa che ha stroncato definitivamente il grande Real, che ha dimostrato una volta di pi? che non ? sufficiente la classe per vincere, ci vuole altro: applicazione, seriet?, testardaggine, forza. Ci vuole Pavel. E poi quella corsa sotto la curva, immagini sfocate dalle lacrime che senza vergogna sgorgavano dai miei occhi in quella serata indimenticabile. Le lacrime di gioia ci uno che ad un tratto ha ritorvato casa, negli occhi e nel cuore di un campione atipico, uno che non passa dalle copertine dei settimanali, ma dal silenzioso lavoro di ogni giorno, uno come me, come te, uno di noi. Grazie Pavel, grazie grande campione, grazie amico bianconero.