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Farsopoli_Giustizia_WMoggi

Tifoso Juventus
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  1. Si dovrebbero mettere d'accordo i due giornalisti de lastampa e di tuttosport.
  2. Ho letto l'intervista su tutto sport... " Calciopoli è davvero finita? «Personalmente ci ho messo una pietra sopra sin dalle prime sentenze. Inutile rivangare il passato». " lastampa Zambrotta: "La Juve ha messo una pietra sopra Calciopoli" Zambrotta, Milan e Juve appaiate in testa alla classifica sono un’altra pietra messa su Calciopoli? «Sembra di essere tornati ai vecchi tempi. Nel senso che la Juve ha completato il cammino per tornare a essere una grande squadra dopo la retrocessione e lo smembramento che ne seguì». Crede davvero che sarà una sfida a due? «La differenza è che allora c’era un divario profondo con le altre mentre adesso Inter, Lazio, Udinese e Napoli sono nelle condizioni di recuperare svantaggi minimi e lotteranno fino alla fine». Conte insiste a dire che il Milan è favorito. Bluffa? «Lo scudetto sulla maglia significa qualcosa e concordo con Ibra quando dice che siamo migliori dell’anno scorso. C’è più consapevolezza della nostra forza e Allegri ha superato l’impatto del primo anno». Quanto può pesare la maggiore esperienza? «Qualcosa fa. Abbiamo cominciato male il campionato ma non ci siamo fasciati la testa perché sapevamo che le stagioni sono lunghe e tutto è possibile: con la Juve vinsi a Udine, all’ultima giornata, un campionato perso e ne persi a Perugia uno che pareva vinto. Son cose che impari con il tempo». E quanto peserà la quantità di campioni che il Milan ha più della Juve? «La Juve ha meno nomi da cartellone di noi e dell’Inter ma è uno svantaggio relativo. A parte i due anni con Capello quando eravamo uno squadrone, la mia Juve non era sempre la più forte ma vinceva per la grande forza d’animo. Quella che ho rivisto tre mesi fa quando abbiamo perso a Torino». L’arrivo di un personaggino come Tevez potrebbe far saltare i vostri equilibri? «Si diceva anche che Cassano avrebbe sfasciato lo spogliatoio e che Ibra era difficile da gestire: invece si sono integrati bene. Con Tevez, se arriverà, succederà lo stesso». - tuttosport Zambrotta: «Juve in campo con 11...Conte» L'ex bianconero: «Per lo scudetto non prevedo una corsa a due tra noi del Milan e loro. E non escludo nemmeno un clamoroso finale al fotofinish. Nel ko subito a Torino ho visto una squadra che non molla mai Lo stesso spirito con cui giocava il tecnico» DUBAI - Sulla sua maglia rossonera spicca, cucito sul petto, l’ambìto triangolino tricolore bordato d’oro simbolo della squadra campione d’Italia. Gianluca Zambrotta lo sfoggia con orgoglio, ma con altrettanto onore e dignità parla della squadra con cui ha egualmente conquistato titoli nazionali: la Juventus. Zambrotta, la Juventus sembra copiare il Milan: pure i bianconeri a Dubai. «A essere sincero il diritto di primogenitura ce l’ha la Juve: nel 2003 siamo infatti venuti qui a svolgere lo stage invernale». Bianconeri che sono i principali antagonisti per il titolo... «E questo non può che farmi piacere. Mi sembra di essere tornato ai tempi pre-Calciopoli, all’inizio del nuovo Millennio, in cui Juve e Milan si contendevano non solo lo scudetto ma pure l’egemonia ai massimi livelli internazionali. L’ultimo euroderby italiano in una finale di Champions League è stato Juventus-Milan del 2003 a Manchester». Perché le fa piacere? «A parte che sono un ex bianconero e ho ancora tanti amici a Torino, a cominciare da Buffon e Del Piero, è bello che un grande club come la Juve torni a competere per il titolo dopo anni bui. Bello per la squadra, per i suoi milioni di appassionati tifosi, per il calcio in generale». Calciopoli è davvero finita? «Personalmente ci ho messo una pietra sopra sin dalle prime sentenze. Inutile rivangare il passato». Merito di Conte? «Indubbiamente è uno dei principali artefici, se non il principale, insieme ai dirigenti e ai giocatori. Ha trasmesso alla squadra il suo spirito vincente e soprattutto quello di non mollare mai. Lo ricordo bene da giocatore. Era un lottatore, giocava con una caparbietà impressionante, non si arrendeva mai. Ho notato di nuovo queste qualità ritrovate quando siamo venuti a inizio ottobre a Torino e purtroppo abbiamo perso 2-0... Anche il nuovo stadio aiuta la squadra, l’impianto è splendido, senza pista d’atletica, come San Siro, i tifosi danno un contributo importante per mettere le ali alla squadrai». Come vede la volata scudetto? «Intanto il discorso non è solo a due. Il campionato è ancora molto lungo, l’Inter sta recuperando punti su punti, poi ci sono l’Udinese, le romane, il Napoli. Io ne ho viste tante, di cotte e di crude come si dice, e non è da escludere che l’arrivo sia in volata, al fotofinish, cioè all’ultima giornata. Personalmente m’è successo già tre volte in carriera di giocarmi il titolo negli ultimi 90’: due volte in Italia e una in Spagna. Nel ‘99 lo persi con la Juve nella piscina di Perugia e a beneficiarne fu la Lazio. Nel 2002, quand’ero sempre alla Juve, lo vinsi a Udine nel giorno del 5 maggio interista a Roma contro la Lazio. Infine nel 2007 quand’ero al Barcellona, lo persi solo per differenza-reti nei confronti del Real Madrid di Capello».
  3. Clone http://www.tifosibianconeri.com/forum/topic/417610-calciopoli-tutto-quello-che-non-sapete/page__view__findpost__p__11731904
  4. Si ma qualcuno deve muoversi!!! Ormai abbiamo tutte le carte in tavola per aprire una nuova inchiesta.
  5. Calciopoli. Il pentito sbagliato Piaccia o non piaccia, le intercettazioni che non coinvolgevano solo la Juventus c’erano. Piaccia o non piaccia c’è anche il pentito. Più volte abbiamo dipinto calciopoli come una spy story. Ne abbiamo messo in evidenza i contatti con l’affaire Telecom, descrivendola in parte come un suo filone per la contemporanea presenza ai vertici della società telefonica di esponenti dei vertici dell’Inter. E per i dossieraggi illegali fatti compiere da quegli stessi dirigenti nerazzurri ai danni di calciatori e arbitri che oggi pretendono risarcimenti economici per aver avuto vita e carriera distrutta da quel sistema ambiguo e fuorilegge di portare avanti le cose dello sport. Cercando con metodi illeciti di conquistare quelle vittorie che non si riuscivano ad ottenere sul campo nemmeno camuffando i bilanci e i passaporti. Con il benestare della FIGC di Carraro, che da presidente incaricava i designatori di avvisare gli arbitri di non agevolare in alcun modo la Juventus. Perciò calciopoli è finita sulla bocca dei tifosi come farsopoli. Oggi siamo al teatro dell’assurdo. Inaugurato dalla nomina di Guido Rossi a commissario straordinario della FIGC il 16 maggio 2006, si è sviluppato sul terreno fertile di un diffuso sentimento popolare alimentato dai media e si è nutrito sempre più dell’abbandono consapevole di un costrutto drammaturgico razionale e del rifiuto del linguaggio logico-consequenziale. Il 19 giugno 2006 Borrelli chiudeva e consegnava al procuratore Palazzi la relazione su calciopoli, affermando: “Resta da ripetere che le indagini dovranno proseguire: la vastità del contesto, la unicità di questo che è il più grande scandalo del mondo del calcio, il numero davvero ampio di società e soggetti coinvolti, i plurimi filoni investigativi che sin da ora emergono e che vieppiù emergeranno nel prosieguo, Non permettono di ritenere conclusa l’opera di individuazione delle responsabilità eventualmente attribuibili ad altre società e ad altre persone fisiche”. Un anno dopo dichiarava che calciopoli non era ancora finita, chiudendo però contemporaneamente l’inchiesta della FIGC sui dossieraggi illegali. Il 9 aprile 2010 Tuttosport scriveva che Borrelli “promise indagini rapide e sperò a lungo in qualche ‘pentitismo’ che rompesse l’omertà sullo stile di Mani pulite”. Il processo sportivo del 2006 non trovò il pentito in grado di avvalorare il quadro emerso dalle intercettazioni fornite dalla procura di Napoli. Il processo celebrato a Napoli ha svelato che quel pentito fu ricercato dal pm Narducci. Non era quello suggerito nell’articolo di Tuttosport, che sottolineava che Borrelli non fu messo al corrente della deposizione dell’assistente Coppola, che aveva fatto riferimento a un coinvolgimento della società nerazzurra in calciopoli e si era sentito rispondere che l’Inter non interessava. Il processo sportivo del 2006 era monco delle intercettazioni che non riguardavano la Juventus. Occultate, eppure segnalate con tanto di baffi rossi dai carabinieri del pool di Auricchio, Di Laroni e Arcangioli. La difesa della pratica delle intercettazioni è argomento che da tempo occupa gli spazi e gli interessi della politica, della magistratura, dei giornali e dei rotocalchi televisivi. A detta di tanti è stato possibile infliggere grazie a questo sistema investigativo colpi alle organizzazioni malavitose e mettere a nudo gli scandali della politica italiana. Il rovescio della medaglia è l’enorme spesa che comporta per il paese far eseguire le intercettazioni e il dazio che si paga al rispetto della privacy. Soprattutto quando le intercettazioni finiscono sui giornali. Non essendo raro il caso di intercettazioni che si prestano a interpretazioni non univoche a seconda del contesto, le indagini dovrebbero essere completate dalle dichiarazioni di eventuali pentiti, da verificare con l’accertamento delle prove. A Napoli hanno sfilato testimoni in odore di pentitismo. Anzitutto Franco Baldini, che nella famosa intercettazione del 4 aprile 2005, preannunciando all’amico Renzo Castagnini il ribaltone, affermò di aver parlato di Carraro, Galliani e Giraudo, ma di non aver fatto il suo nome. Nell’udienza del 7 ottobre 2010 l’avvocato Prioreschi ha interrogato Baldini e cercando di ricostruire le date del suo rapporto con Auricchio, cominciato nel 2003 in seguito alle indagini dei carabinieri sull’iscrizione della Roma al campionato attraverso false fideiussioni, ha dato luogo a una confusione di date che ha innervosito Baldini, il quale si è visto costretto ad ammettere la sua collaborazione con Auricchio. Più o meno la stessa cosa è accaduta conNucini, il cavallo di T***A con il quale Facchetti fu lungamente in rapporti confidenziali. Nucini ha tenuto durante tutta la deposizione un comportamento sopra le righe, confessando non solo i rapporti tra un arbitro in attività e alcuni dirigenti dell’Inter, ma addirittura come questi si fossero dati da fare per procurargli colloqui di lavoro in cambio della sua collaborazione. Anche Manfredi Martino potrebbe rientrare in questa categoria di mancati pentiti, con le sue dichiarazioni in merito ai colpi di tosse con i quali i designatori avrebbero orientato i sorteggi ritenuti truccati. Almeno stando alle dichiarazioni rese nell’intervista pubblicata dal Corriere dello Sport alla vigilia di Natale a Edmondo Pinna proprio da uno dei “Magnifici 12” rimasto anonimo. Il “pentito” sui generis ha affermato di essere a conoscenza che ci fossero telefonate dell’Inter, che le intercettazioni venivano ascoltate, segnate con i baffetti di diverso colore e riassunte in un brogliaccio. Auricchio e di Laroni provvedevano a decidere cosa mettere nell’informativa. Rispondendo alla domanda perché alcune intercettazioni non sono finite sull’inchiesta ha risposto: “quello che veniva fatto, veniva fatto per costruire. Poi io ti porto il materiale, t’ho portato il mattone ma se tu non ce lo metti, sto mattone..”. Inoltre ha dichiarato che potevano capitare dei black out, cioè che il server delle intercettazioni, con sede a Roma, a Piazzale Clodio, avesse delle interruzioni che potevano essere pilotate nella trasmissione delle intercettazioni alle postazioni dei carabinieri. Riportando il problema della selezione delle intercettazioni a monte. Anche sull’incontro tra i Della Valle, Mazzini e Bergamo si è detto sicuro che esiste l’audio dell’intercettazione ambientale, contrariamente a quanto affermato da Auricchio. Il quale sarebbe arrivato ai ferri corti con Arcangioli nella conduzione dell’inchiesta e sostanzialmente l’avrebbe portata avanti senza il suo consenso. L’ex capo della procura di Napoli, Giovandomenico Lepore, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport nella quale ha candidamente affermato che la fuga di notizie rovinò calciopoli, bruciando l’inchiesta. Ha anche auspicato che lo strano pentito, che invece di provenire dal mondo di chi i reati avrebbe commesso, proviene dal nucleo investigativo mettendone in dubbio la validità dell’indagine, si rechi da un giudice a rendere una testimonianza scritta. Aggiungendo: “Resta da capire, però, se i fatti in questione non siano talmente indietro nel tempo da risultare ormai prescritti”. Ricordiamo un magistrato solerte nel raccogliere le dichiarazioni rese a un giornale da un allenatore che lanciava accuse di doping a una squadra avversaria. Di recente si è dato da fare per controllare lo stato dell’acciaio del nuovo stadio della Juventus. Come mai non si è ancora trovato un giudice al quale stia a cuore verificare l’operato dei carabinieri e della magistratura? Un quinto del pool dei carabinieri di Roma era impegnato nell’indagine di calciopoli, sottratto ad altre delicate indagini. Lepore è stato a capo di una procura “calda”, quella di Napoli, impegnata nei processi contro la camorra. Esigere chiarezza è un dovere di cittadini ancora prima che di Juventini. Anche se, parafrasando Riccardo Cocciante, era già tutto previsto. O forse era già tutto prescritto. GLMJ Farsopoli di G. FIORITO
  6. Io non lo volevo proprio per quel malgarbo che ci fece... Se oggi la questione è diversa... non lo so... ormai non credo più a niente. Mi sono già espresso sul giocatore. Benvenuto.
  7. è ufficiale? Benvenuto a Marco Borriello! Matri vs Borriello... non mi interessa chi giocherà, l'importante sono i gol, l'importante è vincere!
  8. Secondo quanto appena riportato da Sky Sport24, il neo juventino Marco Borriello sta svolgendo in questo momento le consuete visite mediche alla clinica Fornaca di Torino. L'attaccante ex Roma è approdato in bianconero con la formula del prestito con diritto di riscatto.
  9. Si parla tanto di Borriello... e quando di Iaquinta e Amauri???
  10. scusate, pensavo ancora al topic dello spam. Comunque può sempre servire!
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