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Proveraciascolta

Tifoso Juventus
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  1. In questi giorni in Tv sento tante idiozie (naturalmente) raccontate da portaborse interisti o filo romanisti riguardo l'assegnazione dello scudetto del 2006. A questo punto ho fatto una ricerca per rispolverare un po la memoria, ricordavo che un precedente in Italia ci fu nel periodo fascista quando a dominare il calcio era la sfera granata. Su Wikipedia ho trovato un report molto interessante sul caso: http://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Allemandi riporto di seguito quanto scritto dagli utenti di Wikipedia sulla vicenda: La cronaca dell'illecito Il tentativo di corruzione del giocatore Luigi Allemandi, terzino della Juventus, fu una vicenda alquanto complessa e dai retroscena che non furono mai ben chiariti. Secondo la cronaca del tempo, Luigi Allemandi venne avvicinato da un dirigente granata, il dottor Nani, che avrebbe corrotto il giocatore anticipandogli metà della somma pattuita, pari a 50.000 lire, affinché questi dirottasse a favore del Toro il risultato del derby di Torino in programma il 5 giugno 1927. In quel momento i granata erano in testa alla classifica ma braccati dal Bologna, mentre la Juve era alquanto attardata e oramai rassegnata a perdere il titolo conseguito l'anno prima. Per contattare il giocatore, Nani si affidò a Francesco Gaudioso, uno studente catanese del Politecnico che alloggiava in una pensione di via Lagrange dove aveva domicilio anche Allemandi. In quella stessa pensione vi era anche il giornalista Renato Farminelli, corrispondente dal capoluogo piemontese del Tifone, una testata dell'epoca. Il derby si chiuse con la vittoria per 2 a 1 del Torino, ma Allemandi contrariamente ai presunti patti si segnalò tra i migliori in campo. Per questo, Nani si rifiutò di pagare le restanti 25.000 lire al calciatore: la discussione che si accese tra i due avvenne nella pensione di via Lagrange alla presenza di Gaudioso, ma fu udita anche da Farminelli che origliava da un'altra camera. L'inchiesta della FIGC Da questo episodio, a fine campionato, Farminelli ricaverà sul Tifone un pepato articolo dal titolo C'è del marcio in Danimarca. Questo reportage provocherà le indagini della Federcalcio, alla cui testa si trovava all'epoca Leandro Arpinati, gerarca fascista nonché podestà della città di Bologna. Poiché fu proprio la squadra del Bologna che arrivò seconda dietro i granata, vi furono forti sospetti sull'imparzialità con cui vennero condotte le indagini. Effettivamente quella che venne considerata la "prova schiacciante" era così fragile da suscitare il dubbio che fosse stata creata ad arte: durante un sopralluogo nella famosa pensione il vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, rinvenne in un cestino dei rifiuti alcuni pezzi di carta che uniti risultarono essere una lettera nella quale Allemandi reclamava il pagamento a saldo della somma pattuita. La sentenza Il Direttorio Federale, riunito nella Casa del Fascio, revocò lo scudetto al Torino e squalificò a vita Allemandi, che nell'estate era passato dalla Juventus all'Inter, anche se in seguito alla vittoria della Nazionale Italiana della medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928, il giocatore godrà poi di un'amnistia. Nessun provvedimento fu invece preso a carico della Juventus, poiché i bianconeri si difesero spiegando che il terzino si era mosso in maniera autonoma e che la società zebrata era dunque vittima, e non protagonista, dell'illecito avvenuto. Lo scudetto restò invece perpetuamente "non assegnato", e non quindi dato al Bologna come i dirigenti della società felsinea reclamavano. Sulle motivazioni di questa mancata riassegnazione, contraria ai regolamenti che invece espressamente, secondo le norme del CIO, prevedevano la vittoria della seconda classificata nel caso di squalifica della prima piazzata, si avanzarono illazioni totalmente opposte. Da un lato c'era chi, credendo nella buona fede e nella probità di Arpinati, sostenne che fu proprio il gerarca a impedire la premiazione dei rossoblù perché ciò gli avrebbe tirato addosso ovvi sospetti di parzialità, dall'altro lato ci fu chi, specie tra i sostenitori granata, portò invece avanti la tesi secondo cui fu proprio Arpinati a ordire, e forse inventare o quantomeno gonfiare, lo scandalo che coinvolse Allemandi, mentre la mancata incoronazione dei felsinei sarebbe stata voluta da alti gerarchi, forse dal duce stesso, timorosi che le velenose critiche verso Arpinati potessero arrivare a discreditare l'immagine e l'autorità dello stesso Governo fascista. Lo scudetto di quell'anno rimase dunque inaggiudicato, unico caso fino al ripetersi di un secondo episodio nel 2005. Nel 1949, durante i funerali del Grande Torino, la FIGC promise di riaprire il caso, ma tale assicurazione non ebbe mai seguito. Ora al di là del fatto che la squadra coinvolta sia quella granata, volevo far notare che nonostante il direttore Federale fosse totalmente di parte Bolognese, non ebbe comunque il cattivo gusto di assegnare lo scudetto alla squadra della sua città. Mi chiedo se il signor Guido Rossi abbia mai letto qualcosa in merito e se i tre "saggi" chiamati a valutare l'assegnazione nel 2006 siano a conoscenza di questo fatto storico.
  2. Io ieri ho festeggiato la terza giornata di campionato che passo senza guardare la partita. Il calcio italiano per me
  3. Scusami gaba, forse i toni sembravano inveire contro di te, in realt
  4. Guarda non vorrei sembrare interista.. ma se ci sono reati penali o sportivi in quelle telefonate allora spero che a me non mi abbiano mai intercettato quando parlo della seconda squadra di milano
  5. In alcuni commenti agli articoli di questi giorni sul CDS ho trovato questa :
  6. Scusate esiste un topic in cui vengono raccolti i fatti salienti che mettono DAVVERO in discussione il processo sportivo e che dimostrino che oggi si
  7. Inter - Juventus 2-2 del 28 Novembre 2004 fu arbitrata da Rodomonti (la telefonata è del 26-11-2004) http://www.juworld.net/partita.asp?d=28/11/2004
  8. E' diventato un discorso di parte ragazzi... non vedete che gli intertristi non rispondono pi
  9. Tra le telefonate di Calciopoli spunta anche quella fra l'allora presidente dell'Inter e l'arbitro. Si parla dello svizzero capo della commissione Stadi della Fifa MILANO, 7 aprile - Tra le telefonate intercettate nell'inchiesta Calciopoli (e trascritte dalla difesa di Luciano Moggi), ve n'
  10. Io non mi ricordo benissimo come stanno le cose e rischierei di dire qualche corbelleria, ma quello che ricordo
  11. Direi di si, visto che le indagini per calciopoli sono state affidate ad Arcangioli e Auricchio... Scusa avevano già risposto
  12. Sembrerebbe di si tra l'altro il suo esimio collega Arcangioli è sospettato di aver fatto sparire una agenda dopo l'omicidio del giudice Borsellino in cui sembra ci fossero dei nomi scomodi ad alcuni politici italiani. Ho trovato questo articolo in un sito (comunista... però non ne parlano in tanti...) : http://spacepress.wordpress.com/2009/08/08/lagenda-rossa-di-paolo-borsellino/ Naturalmente nonostante questa sua impresa eroica anche Arcangioli come Auricchio oggi è colonnello.
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