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zlataniere

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  1. zlataniere

    KAIO JORGE

    Esordio positivo comunque ormai e' una frase tabu
  2. So what comes next? For three years, United have been driven by the logic of the theme park but at some point, very soon, even the nostalgists must surely accept that there is need for a change of leadership. After all, however much the punters may love Mickey Mouse, nobody expects him to run Disneyland. This is where the true nature of the club will be revealed. Are they even about winning football matches and trophies any more? Or has the business of content production taken over? Because whoever takes over, whenever that transfer of power happens – and there was no sign before Sunday it was imminent – the new manager will have to deal with the problem of Ronaldo. Perhaps there is a way he can be used as a weapon to devastate lesser sides, or as a last-throw-of-the-dice substitute in bigger games, but he has no place as a guaranteed starter against high-class opponents.
  3. Ti ho gia' detto che le tue premesse sono, come dire, influenzate dall'odio verso la persona. Ti ho gia' detto che giusto la fase d'attacco come gol realizzati e' migliore di quella del guru Lippi. Ti ho gia' detto che quello che asserisci essere un elemento della nostra fase offensiva, il lancio lungo, non esiste, e ti ho gia' detto di andare a leggere il numero di lanci lunghi effettuati per esempio ieri. Detto cio', ripeto come ho gia' detto in passato, per la salute del tuo fegato e di quelli nella tua condizione mettiti l'animo in pace: 4 anni.
  4. Ma che ne sai tu Ti ripeto, faccio come fai tu. Dimostrami che Allegri non ha idee in fase offensiva.
  5. Faccio come te guarda: Secondo me la fase d'attacco di Allegri e' studiata e ha una logica e non e' alla caxxo di cane. Spiegami perche' secondo te lo e'.
  6. lo sapevo Se sei tu che spari a caso su lanci lunghi et similia, ti si fa notare che NON E' VERO e la tua risposta e' che non sappiamo rispondere
  7. Fai una lista delle tue domande, vediamole.
  8. Ti ho gia' detto che sebbene tu dica che "Allegri non conosce la fase offensiva" cit. TUTTE LE SUE JUVENTUS hanno una media gol migliore delle tanto decantate Juventus di Lippi.
  9. Io devo andare in ufficio due giorni a settimana, questa settimana ovviamente oggi e domani
  10. Ma come si fa a risponderti su questa roba. Studiati questo magari riferito alla sola partita di ieri. Se non capisci i dati dillo e qualcuno (non io) magari te li spiega. https://www.fotmob.com/match/3657078/stats/inter-vs-juventus Per il resto, un dato su tutti, detto e ridetto, le Juventus di Allegri nel complesso hanno una media gol migliore delle Juventus di Lippi (tutte, nessuna esclusa, quelle di 3 e dico 3 palloni d'oro).
  11. Ripeto e torno a dire, allora cosa conta nel giudizio dell'allenatore e della rispettiva stagione? Trofei? Media punti? Media gol fatti? Media gol subiti? Qualita' conferenze stampa? Secondo me sarebbe meglio se tu dicessi "Guardate a me Allegri fa antipatia e lo detesto come uomo e come professionista e di conseguenza trarro' tutti i miei giudizi sulle sue squadre".
  12. Dico peccato, perche' discutere su quelle basi e' abbastanza tempo perso
  13. Mi sembra che la sua posizione sia abbastanza polarizzata
  14. Vabbe ma se i commenti sono di questo tenore e' molto difficile fare una conversazione di senso compiuto con te.
  15. Ripeto, allora contano i trofei conquistati come parametro di giudizio? Meglio che non la mettiate su questo piano eh
  16. Non ho capito il tuo ragionamento allora, il metro di paragone sono i trofei, la rosa, o gli allenatori?
  17. Infatti due anni senza Allegri e con rose migliori o uguali ci hanno dato calcio spettacolo.
  18. 0.98Expected goals (xG)2.12 0.81xG first half0.90 0.17xG second half1.22 0.87xG on target (xGOT)1.83 0.84xG open play0.18 0.14xG set play1.14 0.00xG penalty0.79
  19. Il problema e' che Ceferin ha anche detto, andate siete liberissimi di fare tutti i tornei che volete ma in seguito certo non potrete chiedere di partecipare a competizioni a marchio FIFA/UEFA.
  20. Inter e Juventus hanno pensato troppo a difendersi Due squadre che devono lavorare molto per trovare la forma migliore. Condividi: Se non fosse bastata la tradizione che ha assegnato a Inter-Juventus il titolo di “derby d’Italia”, la significativa distanza dalle due capoliste Napoli e Milan aveva reso fondamentale la partita di San Siro. La squadra di Simone Inzaghi arrivava dalla brutta sconfitta della scorsa settimana in casa della Lazio, mentre quella di Allegri veniva da una striscia di quattro vittorie consecutive per 1-0 tra campionato e Champions League, quasi una rappresentazione plastica della volontà del suo allenatore di cominciare la sua seconda avventura sulla panchina bianconera focalizzando inizialmente i suoi sforzi sulla fase difensiva. L’unico ballottaggio aperto per Simone Inzaghi era quello nella posizione di mezzala sinistra del suo 3-5-2, risolto in favore di Hakan Çalhanoğlu. Le scelte di Allegri per la formazione titolare, invece, definivano chiaramente il suo progetto tattico, con l’esclusione di De Ligt, Chiesa e Bentancur, seduti in panchina assieme ad Arthur e al rientrante Dybala. Il tecnico bianconero ha optato cioè per un 3-5-2 piuttosto rigido nelle due fasi di gioco, con Kulusevski posizionato alle spalle di Morata per provare a legare il gioco in fase di possesso e, soprattutto, marcare a uomo Marcelo Brozovic in fase difensiva. Ed è proprio la fase difensiva delle due squadre ad aver definito il contesto tattico del match. Partendo da schieramenti simili e pur condividendo l’idea di portare la prima pressione alla costruzione avversaria ad altezze simili – appena oltre la metà campo – Inter e Juventus hanno adottato strategie di pressing abbastanza diverse per sporcare l’impostazione di gioco avversaria. I bianconeri, come detto, hanno impiegato Kulusevski in marcatura fissa su Brozovic, lasciando Morata più avanti, nella zona di competenza di De Vrij, e il resto della squadra disposta compatta alle spalle dei due attaccanti, con la linea dei tre centrocampisti e quella più arretata dei cinque difensori. Il 3-5-1-1 difensivo della Juventus con Kulusevski su Brozovic. Lo schieramento bianconero lasciava libertà ai due difensori laterali nerazzurri, tuttavia Allegri doveva aver individuato nelle conduzioni e nei passaggi filtranti di Bastoni, o nei suoi cambi di campo e, più in generale, nella fascia sinistra dell’Inter, la principale fonte di pericolo per la difesa bianconera. Per questo motivo ha assegnato alla trasmissione orizzontale del pallone verso il difensore mancino nerazzurro la funzione di trigger del pressing della sua squadra, con la mezzala destra, McKennie, pronta ad alzarsi velocemente in pressione su Bastoni e provare a costringerlo a tornare indietro. La palla viaggia da De Vrij a Bastoni. È il segnale che McKennie aspetta per alzarsi in maniera decisa in pressing su Bastoni. Sull’altra fascia invece la mezzala sinistra, Bernardeschi fino all’infortunio, è rimasto legato al mediano, Locatelli, accettando le conduzioni di Skriniar, probabilmente ritenuto meno pericoloso di Bastoni in fase di costruzione della manovra. Sulla parte sinistra del campo Bernardeschi non si alza in maniera aggressiva su Skriniar e rimane accanto a Locatelli controllando lo spazio. Anche Simone Inzaghi ha differenziato la sua strategia di pressione sui due difensori juventini al fianco di Bonucci, lasciando maggiore libertà di manovra a Chiellini, ritenuto probabilmente meno abile di Danilo nel muovere il pallone. A differenza della Juventus, però, l’Inter non ha scelto di marcare il mediano avversario con una delle due punte, ma ha adottato un controllo dello spazio davanti alla difesa bianconera che avrebbe dovuto indirizzare il pallone verso la zona sinistra della difesa bianconera. Con Chiellini in possesso di palla la linea di passaggio diretta e centrale verso le punte era oscurata dall’uscita in pressione di Barella, che lasciava al numero 3 bianconero solo lo scarico esterno verso Alex Sandro. A questo punto, con l’aiuto della linea laterale, l’Inter soffocava la manovra juventina e provava a riconquistare palla esternamente. Le linee di passaggio più frequenti della Juventus sono state quella da Bonucci a Chiellini (28 passaggi), seguita da quella da Danilo e Bonucci (23 passaggi) e descrivono bene la direzione dell’impostazione del gioco bianconero, forzata dalla strategia di pressione di Inzaghi. Chiellini ha poi avuto come destinatario privilegiato dei suoi passaggi Alex Sandro (16 passaggi) a dimostrazione delle difficoltà avute nel trovare una soluzione filtrante. Lautaro Martinez e Dzeko controllano lo spazio davanti a Danilo e Bonucci, schermando Locatelli e lasciando lo scarico verso Chiellini. Poi si alza Barella, che copre il centro del campo concedendo il passaggio laterale verso Alex Sandro. In mezzo, Lautaro ha ruotato venendo in marcatura su Locatelli e anticipandolo quando Alex Sandro prova a servirlo. Le strategie di non possesso delle due squadre hanno prevalso su quelle offensive, sporcando a sufficienza il gioco d’attacco che non è mai riuscito ad avere una fluidità e una brillantezza sufficiente a muovere e disordinare i due schieramenti difensivi. Sia Inter che Juventus hanno mostrato un gioco offensivo piuttosto rigido e hanno usato pochissime variazioni della propria disposizione in fase d’attacco che potessero eludere le strategie di pressione avversarie. Ad esempio, la costruzione a 4 o le conduzioni dei difensori centrali, pur nel bagaglio tattico delle due squadre, sono state usate solo marginalmente, a favore di una disposizione a 3 abbastanza statica e a una circolazione del pallone piuttosto conservativa. Circa un passaggio su 7 dell’Inter è stato un passaggio lungo e non è bastato il buon lavoro di protezione palla di Dzeko e creare una fase d’attacco davvero convincente. Dall’altro lato del campo Chiellini è stato costretto a ben 13 passaggi lunghi che, in più della metà delle occasioni, non hanno raggiunto un compagno. E forse non è un caso se il gol del vantaggio nerazzurro sia giunto, più che per meriti dell’attacco nerazzurro, in una fase di squilibrio difensivo dei bianconeri – in un momento della partita, cioè, in cui la Juventus giocava in dieci uomini per l’infortunio di Bernardeschi – e sia nato proprio da un tiro dalla zona che avrebbe dovuto essere difesa da Kulusevski, che aveva però sostituito il proprio compagno nella posizione di mezzala sinistra. La Juventus in 10 uomini difende con il 3-5-1 con Kulusevski nella posizone di Bernardeschi. La palla viaggia da Bastoni e Darmian che la ritrasmette in mezzo per Çalhanoğlu, libero di calciare. L’ingresso in campo di Bentancur, impiegato come mezzala sinistra, ha ulteriormente peggiorato la qualità dell’attacco juventino, privando i bianconeri dei movimenti interno-esterno di Bernardeschi che avevano disegnato una linea di passaggio per Chiellini e che, al contempo, aiutavano a creare spazi interni per giungere direttamente sulle punte bianconere. In compenso la Juve ha aumentato la pressione su Skriniar – non è chiaro se per le caratteristiche intrinseche di Bentancur o per la situazione di punteggio diventata sfavorevole – riuscendo a recuperare in posizione avanzata qualche pallone da fasi di pressing puntuale e ben portate. I palloni recuperati in break e le occasioni generate da calcio piazzato hanno costituito le uniche fonti di situazioni pericolose per la Juventus che, per il resto, nel primo tempo ha faticato a liberare al tiro i propri giocatori su azione manovrata. Le mosse a partita in corso Dopo il negativo inserimento di Bentancur nella posizione di mezzala sinistra, la prima vera mossa di Allegri è stata quella di invertire le posizioni di McKennie e dello stesso Bentancur, spostando lo statunitense sul centro sinistra a inizio del secondo tempo e riportando l’uruguaiano nella consueta posizione sul centro destra. La mossa ha avuto effetti positivi sulla circolazione del pallone della Juventus, mettendo a proprio agio Bentancur, mentre McKennie, che già la scorsa stagione aveva più volte occupato la posizione di mezzala sinistra, si è mosso in maniera molto più efficace supportando meglio Chiellini in fase di risalita del pallone. Nel secondo tempo, Chiellini ha trovato un passaggio davanti a sé per McKennie per ben 7 volte, mentre nel primo non era mai riuscito a servire Bentancur. A rendere più agevole la risalita del pallone per la Juventus è stato anche il più prudente atteggiamento dell’Inter che, invertendo ad inizio ripresa le posizioni di Çalhanoğlu e Barella, ha abbassato la pressione su Chiellini preferendo aspettare ancora più compatta nella propria metà campo. L’ingresso di Gagliardini per il centrocampista turco ha accentuato ulteriormente l’atteggiamento attendista dell’Inter. Poi, dopo 20 minuti dall’inizio del secondo tempo, Allegri ha inserito Dybala e Chiesa per Kulusevski e Cuadrado, mantenendo invariato un modulo di gioco che, visto l’andamento tattico del match, non richiedeva più a Chiesa grosso impegno difensivo al fianco destro di Danilo. Ed è stato soprattutto l’ingresso di Dybala a migliorare notevolmente la circolazione palla dei bianconeri, sia per la qualità dei suoi movimenti senza palla che per quella delle sue giocate. A differenza di Kulusevski, che si è mosso principalmente alle spalle del centrocampo nerazzurro e in profondità, compensando i movimenti di Morata, Dybala ha alternato ricezioni tra le linee e movimenti verso il pallone o, come di consueto, verso la zona del centro-destra, forzando i compagni a spostarsi e ad abbandonare le proprie posizioni per equilibrare i suoi movimenti. Nella prima immagine Dybala si apre a destra e Bentancur va ad occupare la zona tra le linee. Nella seconda occupa assieme alle mezzali la zona alle spalle del centrocampo avversario, riceve il laser pass di Bonucci e dialoga con qualità con McKennie. La presenza in campo di Dybala oltre all’ovvio contributo di qualità tecnica – 16 passaggi su 18 riusciti -, ha eliminato parte della rigidità posizionale della squadra, rendendo più fluido il gioco e muovendo, finalmente, i difensori avversari. L’argentino ha assunto subito il ruolo di fulcro della manovra offensiva, ricevendo spesso il pallone e ordinando, con le sue ricezioni, lo schieramento offensivo della squadra. Inzaghi ha risposto togliendo Perisic (ammonito) che il baricentro basso della squadra costringeva a difendere spesso in isolamento su Chiesa: Dumfries è andato sulla fascia destra con Darmian sul lato opposto, in marcatura appunto su Chiesa. Inzaghi ha anche provato, invano, a dare energia alle ripartenze con Alexis Sanchez al posto di un grigio Luataro Martinez. Nonostante gli evidenti miglioramenti seguiti all’ingresso di Dybala, la produzione offensiva della Juventus è comunque rimasta insufficiente e Allegri a 10 minuti dalla fine ha ancora una volta mutato l’assetto della squadra passando a una sorta di 3-4-3 con Chiesa sull’esterno, Arthur in mezzo con Bentancur, e Dybala e Kaio Jorge alle spalle di Morata. Come in occasione del gol dell’Inter, però, è servito un episodio alla Juventus (un rigore assegnato dal Var) per potere raggiungere il pareggio, proprio quando gli uomini di Inzaghi stavano ormai assaporando il gusto della vittoria. Solo 0.7 xG (e quasi interamente attribuibili al tiro del gol di Dzeko), 2 tiri nello specchio e 10 tiri totali per l’Inter. Ancora una volta, dopo la partita contro la Lazio, l’Inter non riesce a capitalizzare il vantaggio, e una situazione di apparente vantaggio tattico in campo. I difetti mostrati la settimana scorsa sembrano, sinistramente, simili a quelli emersi contro la Juventus: in entrambi i casi la produzione offensiva dell’Inter è stata insufficiente. Contro la Lazio aveva più volte sbagliato in zona di rifinitura, non concretizzando varie situazioni di superiorità numerica e posizionale sulla trequarti campo avversaria, contro la Juventus invece gli uomini di Inzaghi hanno avuto grosse difficoltà a penetrare il blocco difensivo avversario. Il passaggio dal rigido sistema offensivo di Conte, con le due punte sempre vicine e pronte a riempire l’area e a preparare, impegnando i centrali avversari, gli inserimenti delle mezzali, a un sistema più aperto, con gli attaccanti liberi di svariare e maggiori responsabilità creative ai singoli giocatori, deve ancora essere pienamente assimilato dalla squadra nerazzurra. Inoltre, come contro la Lazio, una volta in situazione di vantaggio l’Inter è stata troppo passiva, abbracciando una circolazione del pallone prudente e abbassando progressivamente il baricentro della propria difesa, regalando campo alla Juventus, non troppo a suo agio nella risalita del campo. Dall’altro lato del campo, ancora una volta, la solida prova difensiva della Juventus è stata accompagnata da una fase offensiva poco fluida e incapace di disordinare lo schieramento difensivo avversario. La sfida per Allegri è chiara ed è quella di coniugare la ritrovata efficienza difensiva con la presenza in campo dei suoi giocatori di maggiore qualità. La chiave, potrebbe essere, provare ad alzare il baricentro della squadra, difendere più avanti e utilizzare il possesso anche per togliere chance offensive agli avversari. Il “derby d’Italia” ci ha detto che Inzaghi e Allegri devono ancora lavorare molto sulle proprie squadre se vogliono annullare la distanza che attualmente le separa da Napoli e Milan e competere, come legittimamente sperano, per la vittoria del campionato di serie A.
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