-
Numero contenuti
28433 -
Iscritto
-
Days Won
2
Tipo di contenuto
Profilo
Forum
Calendario
Tutti i contenuti di zlataniere
-
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
catzo vuole pif -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
non fa una piega -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
io mai arriverò a capire come sia possible che ci siano fino a €780 a disoccupato e nessuno ci abbia mai pensato prima, ANZI dare €80 a persona per certi redditi è a malapena sostenibile mistero -
totale, tra l'altro howedes in forma è un gran difensore
- 2433 risposte
-
- sorteggio
- quarti di finale
-
(e 3 altri)
Taggato come:
-
howedes non è più in lista champions
- 2433 risposte
-
- sorteggio
- quarti di finale
-
(e 3 altri)
Taggato come:
-
https://projects.fivethirtyeight.com/soccer-predictions/champions-league/
- 2433 risposte
-
- sorteggio
- quarti di finale
-
(e 3 altri)
Taggato come:
-
spero in un real-mancity onestamente non ne vedo scarsoline
- 2433 risposte
-
- sorteggio
- quarti di finale
-
(e 3 altri)
Taggato come:
-
Come avete esultato al gol di Dybala? Io sono svenuto (vol. 2)
un topic ha rispost a zlataniere nel forum Juventus Forum
non ho esultato a sto giro, troppo presto e troppa tensione -
MAX VI HA PURGATO ANCOOOORA MERRDEEEERRR
- 1048 risposte
-
- 4
-
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
Vero ormai lo leggo solo per la cronaca locale (dall'estero) -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
Ilfatto ormai è alla stessa stregua di libero o il giornale -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
-
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
nono fidati, la mangiatoia non si chiude da un giorno all'altro VOLONTARIAMENTE -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
Il Sud più povero ha votato per il reddito garantito 06 MARZO 2018 La promessa dell’assegno di cittadinanza ha favorito la vittoria pentastellata nel Meridione. Minore è il benessere economico, maggiore il consenso per il movimento, che segna il minimo in Trentino DI ROBERTO PETRINI L'Italia "gialla" della politica si sovrappone esattamente a quella "nera" dell'economia. Lo sfondamento grillino nel Meridione è evidente, ma la corrispondenza dei dati elettorali a quelli del basso reddito pro capite e dell'alta disoccupazione aggiunge una chiave di lettura inequivocabile: M5S vince dove il disagio e la rabbia sono più forti. Presumibilmente perché lo Stato lì non risponde su temi come occupazione e criminalità, ma anche perché Di Maio e i suoi hanno fatto balenare una formula micidiale di assistenzialismo: la promessa dei 720 euro per tutti del reddito di cittadinanza, senza curarsi della spesa stratosferica. I grafici che pubblichiamo sono molto eloquenti in questo senso: i Cinque stelle hanno raccolto tra il 40 e il 50 per cento dei suffragi in Campania, Sicilia, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria e Sardegna. Nelle stesse regioni il Pil pro capite è tra i più bassi d'Europa: si colloca tra il 60 e l'80 per cento della media dell'Unione europea. E lo stesso accade con il tasso di disoccupazione alla fine del 2017. I dati Istat mostrano che M5S ha ottenuto più del 40% in regioni come la Calabria e la Sicilia dove il tasso dei senza lavoro supera il 20%. L'esplosione cromatica ed elettorale della nuova "questione meridionale", che farà saltare nei loro sepolcri Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini, sta tutta in questi dati Eurostat del 2016: il reddito pro capite al Sud è di 18 mila euro, la media nazionale è di 27 mila euro, mentre nel Nord Ovest si raggiungono i 34.100 euro pro capite, quasi il doppio del Sud; e in Europa la media è di 29.200 euro. Così il tema secolare, dimenticato e collocato nelle retrovie dei programmi della campagna elettorale appena conclusa, torna alla ribalta. Ci si accorge che il tasso di disoccupazione al Sud è quasi del 18 per cento contro l'11 nazionale, che quello giovanile è alla desolante cifra del 46,6 per cento. Si riscopre la Svimez che analizza costantemente la situazione e spiega che negli ultimi 15 anni il Meridione ha perso 200 mila laureati con un salasso in termini di costo del capitale umano di 30 miliardi. A conti fatti, mentre il Centro Nord ha recuperato sostanzialmente l'occupazione dei livelli pre-crisi nel Mezzogiorno mancano ancora all'appello 381 mila posti di lavoro. La fotografia degli investimenti racconta un Sud paradossalmente ancora dimenticato: nel 2016 la spesa in conto capitale è stata dello 0,8 per cento del Pil contro il pur scarso 2,2 a livello nazionale. Negli ultimi cinquant'anni, annota sempre la Svimez, il crollo della spesa per infrastrutture è stato del 2 per cento all'anno, ma al Sud si è perso il 4,8 per cento e al Centro-Nord solo lo 0,8 per cento. La vittoria dei "gialli" nelle zone economicamente "nere" è ancora più evidente se si guardano i risultati dei Cinque stelle nei quartieri più degradati del Sud, come ha descritto ieri Repubblica: a Scampia sono sopra il 65 per cento, a San Giovanni a Teduccio, deserto industriale di Napoli Est, al 60 per cento, così a Barra e Ponticelli. Oppure si volge lo sguardo al cappotto grillino in Puglia e a Taranto alle prese con la difficile risoluzione della questione dell'Ilva e i 14 mila posti di lavoro a rischio. Una periferia che una volta fu rossa e sulla quale fioccano le analisi. Certo il disagio e la paura. E la criminalità. Ma anche l'utilizzo al rallentatore dei fondi europei spesso all'insegna della scarsa efficienza e non di rado, come ha spesso testimoniato la Corte dei Conti, esposto a casi di malagestione. Come pure, ma l'analisi a questo punto è strettamente politica, viene tirato in ballo il ruolo del Pd e il suo assetto di potere meridionale di frequente condizionato da gruppi locali che tutto hanno fatto tranne che dialogare con il territorio. rep.it -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
habemus gobernum? -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
salutiamo chiamparino -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
-
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
tieni, riguardatelo, è successo solo pochi anni fa -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
L'extrema ratio: un governo di scopo M5S, Lega e Pd 05 MARZO 2018 DI CLAUDIO TITO ROMA. C'è una formula che inizia ad essere sussurrata in tutte le riunioni di partito. Due parole che mettono in allarme molte delle forze politiche in campo e che fanno tirare un sospiro di sollievo alle altre. Si tratta del "governo di scopo". Ossia di un esecutivo appoggiato da una larghissima maggioranza parlamentare e con un raggio di azione temporale limitato ad uno o ad alcuni specifici obiettivi. A cominciare dalla riforma elettorale. Tutti ne parlano anche se nessuno lo ammette pubblicamente. È un'ipotesi che spaventa in primo luogo i partiti che si sentono vincitori di questa tornata elettorale: il Movimento 5Stelle e la Lega. Eppure anche all'interno di questi due partiti sta diventando una soluzione presa in considerazione, anche se osteggiata. Tutto nasce da una considerazione: i risultati elettorali non consentono la nascita di una maggioranza politica autonoma. Per dare la fiducia ad un nuovo presidente del consiglio arrivando alla Camera a quota 316 deputati e 161 al Senato, due dei tre principali poli dovrebbero in qualche modo allearsi: centrodestra, M5S e Pd avrebbero insomma l'obbligo di trovare una soluzione comune. Che al momento, però, viene esclusa. Di certo viene scartata dai Democratici e dal centrodestra. Gli unici che non hanno dichiarato delle contrarietà pregiudiziali sono i grillini. Il partito di Renzi - almeno fino a quando sarà lui il segretario - non ha alcuna intenzione di sostenere un governo insieme ai pentastellati o alla Lega. Il suo obiettivo è mostrare agli italiani l'incapacità degli avversari. Punta a farli scontrare contro il muro dei numeri in Parlamento o contro le difficoltà di governare il Paese. Mettere alla prova la promessa di concedere il reddito di cittadinanza (progetto che ha fatto volare i consenso grillini al Sud) e di introdurre la flat tax al 15% (la proposta che ha spinto la Lega al Nord e al Centro). Il capo del Carroccio, Matteo Salvini, invece, ha tutto da perdere da un accordo con il Movimento di Grillo e Di Maio. In questo momento il segretario leghista è di fatto il leader del centrodestra, ossia di una forza di oltre il 35 per cento. Non trarrebbe nessun vantaggio da un intesa con il M5S. Sarebbe costretto a trattare con un partito del 32 per cento portando in dote soltanto il suo 17 per cento. Il Parlamento, dunque, si trova in uno stallo senza precedenti. E per uscirne ci sono solo due strade. La prima è appunto quella del "governo di scopo". Non è un caso che sta diventando l'oggetto principale delle discussioni in tutti i partiti e anche uno spauracchio. Si tratterebbe di una extrema ratio. Di un ultimo tentativo dopo che si saranno consumati inutilmente tutti gli altri esperimenti e le "esplorazioni". Solo in quel momento potrebbe allora prendere forma una compagine ministeriale sostenuta da tutti e tre i poli principali - a cominciare dal Movimento 5Stelle - e con un premier che non sia la loro espressione diretta. Con un compito e un tempo limitato: una garanzia fondamentale per chi già pensa di poter tornare rapidamente alle urne per incassare definitivamente il successo conseguito (Di Maio e Salvini) o per reclamare la rivincita (il Pd e Renzi). Non è un caso che in questa complicata situazione il capo dello Stato, Sergio Mattarella, stia ribadendo in modo informale a tutti i suoi interlocutori che intende aspettare segnali precisi dal Parlamento prima di affidare l'incarico di formare il nuovo governo. In questo contesto non può che mantenere un profilo di terzietà. La sua bussola sono le decisioni assunte nelle aule di Camera e Senato. Eppure, dinanzi alla paralisi del sistema politico, il capo dello Stato non potrebbe che esaminare in ultima analisi anche la soluzione del "governo di scopo". Anche perché esiste una sola altra via d'uscita che può sbloccare l'impasse che rischia di realizzarsi a Montecitorio e a Palazzo Madama: il ritorno immediato alle elezioni. Ma questa ipotesi non è certo quella preferita dal capo dello Stato. In primo luogo perché l'attuale legge elettorale ha dimostrato di essere totalmente inefficiente in un sistema politico tripolare. E poi perché la reazione dei mercati e dell'Unione europea potrebbe rivelarsi devastante per il nostro Paese se il pericolo della palude e dello stallo parlamentare si dimostrerà permanente anche con la seconda tornata elettorale. rep.it -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
zlataniere ha risposto al topic di - Domenico - in Il nostro forum
ne vedremo delle belle