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Longcat

Tifoso Juventus
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  1. Caso mai come hanno scritto altri il 3-4-2-1 ( il modulo di Conte al Tottenham) ma ci manca ALMENO un altro esterno che puo’ fare tutta fascia, uno come Hakimi o Dumfries (non intendo loro che non sono acquistabili per noi ma con quelle caratteristiche).
  2. Sbocco in questo caso vale sia come sostantivo che come verbo se si pensa a quei due
  3. Oh ne avesse centrato uno di giovane, ma manco per sbaglio. Se mettevamo una scimmia a tirare freccette su un bersaglio con scritto dei nomi di giovani a caso ne prendeva di più.
  4. Se e’ vero che Allegri nei due anni in cui e’ stato fermo non ha guardato una partita, come fa a dare indicazioni alla società sui giocatori che vuole? Questo spiegherebbe nomi come Martial che ha smesso di essere un giocatore di calcio tre anni fa ( ovvero i due anni di pausa di Max più la stagione passata).
  5. Se vabbeh contiamo Kostic e Cuadrado come attaccanti adesso, ma sei Allegri? 😂
  6. Che poi Baresi e Massaro avevano sbagliato prima di lui e se anche Baggio avesse segnato bastava che il brasiliano dopo di lui segnasse che avremmo perso ugualmente.
  7. Io piu’ che il regista alla Pirlo/Pjanic preferirei il cagnaccio alla Casemiro o Busquets davanti alla difesa con mezze ali più tecniche/fantasiose.
  8. Si che poi anche Kostic era scadenza 2023 quindi scarso potere contrattuale per il venditore, idem Bremer se non sbaglio.
  9. Il Chelsea ci aveva offerto una cifra spaventosa, lui voleva andare ma la società si e’ opposta perche’ “non aveva tempo per trovare un sostituto” e per convincerlo a restare gli hanno dato un ingaggio spaventoso, lo stesso che gli avevano promesso i londinesi se non di più.
  10. Rabiot anche ieri l’unico che ha tenuto botta a centrocampo, le altre mezze seghe tutte travolte fisicamente. Non che lo ami eh… ma i problemi sono altri. Ora poi con Pogba e Mckennie fuori si rischia di giocare mezze partite con almeno due di quei tre piscialetto in campo per non parlare dei cambi.
  11. Ci sono analogie: Blonc esperto di tennis, Arrivabene di F1. Secco addetto fotocopie per Moggi, Cherubini dg del Foligno, siamo lì.
  12. Zaniolo può farlo. Fanno come ieri che spostano indietro Pellegrini. Possono fare tranquillamente una linea a 4 in non possesso con Dybala e Abraham davanti.
  13. Altro pensiero del mattino: ma perché solo noi dobbiamo avere sta str0nzata dei terzini bloccati che non salgono neanche a calci in cxlo? Ma neanche Nereo Rocco. Anche solo ai tempi del Trap c’erano già Cuccureddu, Cabrini e Gentile che facevano i solchi sulle fasce.
  14. Tudor vince 4-1 col Marsiglia, non off topic perché dovrebbe essere il nostro futuro allenatore. Se solo avessero cannato Pirlo e promosso lui dopo due o tre mesi, forse le cose sarebbero cambiate. Su Pirlo aggiungo: Il Karagumruk dell’ex tecnico juventino battuto 4-2 dall’Alanyaspor nella prima giornata di Super Lig. Vince il terzo allenatore italiano nel campionato turco: ok l’Adana di Montella (Balotelli nemmeno in panchina)
  15. Si e’ giusto non avere rimpianti perché se fossero rimasti avrebbero continuato a fare pena, ci si fa solo delle domande come mai questo cambio nel rendimento, Kulusevski sembra diverso anche nell’aspetto, molto piu’ asciutto e tirato.
  16. A dire il vero Eriksen e’ stato decisivo nel girone di ritorno dove le ha giocate tutte, anzi e’ stato il migliore nella fase finale di Europa League che quasi vincono. Ci ha solo messo un po’ a farlo abituare a giocare mezzala.
  17. E’ cambiato anche fisicamente, più asciutto e rapido
  18. Tanto per cambiare assist e gol di Kulusevski nel 4-1 del Tottenham nella prima giornata di Premier
  19. Not good: ESCLUSIVA TJ - Caso Pogba, il fisioterapista Gianluca Palmas: "Il francese ha scelto la via di Rasputin" Sta facendo discutere la scelta di Paul Pogbae della Juventus di non ricorrere all'intervento chirurgico ma ad una terapia conservativa per recuperare dalla lesione al menisco. Per approfondire la situazione, la redazione di TuttoJuve.com ha interpellato uno dei maggior esperti italiani nella cura del ginocchio, nonchè autore di libri sulla riabilitazione del menisco, il fisioterapista Gianluca Palmas, che fornisce un punto di vista particolare sul caso dell'asso francese: "Dopo una decina di giorni nei quali il talento francese ha tenuto con il fiato sospeso i tifosi juventini e d’oltralpe, e catalizzato l’attenzione mediatica del mondo calcistico, il 10 bianconero ha sciolto ogni riserva - spiega Palmas -. Nel diradarsi della cortina che ha avvolto il futuro del suo ginocchio, è stato possibile intuire quali siano le nuove priorità del giocatore, e, purtroppo per i tifosi Juventini, nonostante il lungo corteggiamento sfociato in un nuovo matrimonio, la squadra bianconera non sembra più essere in cima alle sue priorità. Già, perché leggendo tra le righe della sua scelta, che sembra aver preso insieme al fedele riabilitatore piuttosto che con la dirigenza bianconera, questa via allontanerebbe il ritorno sul campo dell’Allianz Stadium anziché avvicinarlo". Palmas ripercorre "le tappe che hanno portato il “polpo” a ristilare una silenziosa classifica di priorità (sue) prima ancora che la stagione 2022-23 abbia preso inizio e minandola (forse) irrimediabilmente. Ogni ginocchio ha due menischi (laterale e mediale) e questi svolgono diversi compiti sia il corretto funzionamento dell’articolazione sia di protezione delle cartilagini che la rivestono. Sono strutture molto forti e dinamiche, ma possono ugualmente essere danneggiate durante la pratica sportiva, rendendola impraticabile. Di conseguenza, è necessario intervenire quando ciò avviene. Il caso Pogba non fa eccezione, ha subito la lesione del menisco laterale del ginocchio sinistro e così, nei giorni scorsi, è volato a Lione per essere valutato dal luminare Dr Sonnery-Cottet, e ricevere le uniche due proposte chirurgiche, diametralmente opposte fra loro. Il medico francese è lo stesso che ha operato Ibrahimovic soltanto pochi mesi fa, optando, in quell’occasione, per la riparazione del menisco laterale del ginocchio sinistro del fuoriclasse svedese. Anche al talento bianconero ha caldamente consigliato l’intervento di sutura del menisco, perché più logico e perché le evidenze scientifiche hanno dimostrato, in ottica futura, di assicurare una vita calcistica pressoché normale a chi si sottopone a tale intervento. Ma il prezzo da pagare era troppo alto per il 29enne francese. Rinunciare per diversi mesi al calore del pubblico bianconero, ma, soprattutto, lo spettro di dover saltare il Mondiale in Qatar che prenderà il via il 21 di novembre di questo anno, per seguire un percorso riabilitativo lento e lungo (almeno 4-5 mesi), tale da proteggere la sutura, permettere la miglior guarigione tessutale e poter ripristinare le funzioni meccanica e di protezione cartilaginea. Insomma, troppo per chi si vuole presentare al mondo da campione in carica". "Ma non ha neanche scelto l’alternativa - osserva Palmas -, la strada più breve, la meniscectomia, cioè la resezione parziale del menisco con conseguente percorso di recupero rapido (5-7 settimane), cosa che gli avrebbe permesso di poter partecipare regolarmente al Campionato del Mondo. Stessa strada intrapresa dal nostro capitano azzurro, Franco Baresi, al mondiale del 1994 negli USA. Anche questa strada prevedeva un sacrificio che Paul avrebbe pagato a rate, negli anni: rinunciare a una struttura anatomica che svolge, tra gli altri, il compito di protezione delle cartilagini articolari, esponendo l’articolazione a un rischio elevato di deterioramento e incapacità funzionale. Dunque, il rischio più che concreto di una carriera rimanente ridotta e il rischio di nuovi infortuni al ginocchio. Ma c’è di più, se per Baresi si trattava di una lesione del menisco mediale, meno soggetto a complicanze immediate, per il campione francese si tratta di una lesione del menisco laterale, più soggetto ad avere complicanze già nei primi mesi post operatori (es. dolore, gonfiore, lesione cartilaginea, ma anche nuovo intervento chirurgico e, perfino, rischio della carriera)". "Ed ecco che davanti alla scelta di riparare il menisco, e “salvare” il ginocchio da una possibile artrosi precoce, oppure di asportare la parte danneggiata, esponendo le cartilagini articolari a (altamente) probabili lesioni premature, l’asso juventino ha tirato fuori dal mazzo il jolly della terza via, su suggerimento del suo fidato fisioterapista, quella che possiamo definire - aggiunge Palmas - la “via di Rasputin”. I consigli del Dr Sonnery-Cottet (e di tutti professionisti che si sono pronunciati sui giornali di mezza Europa) a favore di un intervento di riparazione e nell’interesse del giocatore stesso, sono così diventati carta straccia. C’è chi, addirittura, avrebbe speculato che il viaggio a Lione sia stato solo un “obbligo” formale nei confronti della Vecchia Signora, perché Paul avesse già preso la decisione dentro di sé. Il parere della Juventus non è dato a sapere, anche se è lecito pensare ad una dirigenza bianconera a favore di un intervento che salvasse il ginocchio del suo assistito. Discorso super partes quello legato alla Nazionale francese, che ha probabilmente avvallato la decisione del suo faro di centrocampo, pensando ai propri interessi immediati futuri, senza preoccuparsi del futuro calcistico del calciatore, avendo tanti talenti che potrebbero sostituirlo ai Mondiali Americani del 2026. Insomma, pare chiaro che la Juventus e i tifosi bianconeri abbiano perso posizioni nella lista di priorità Pogba. Ma di cosa si tratta la via suggerita dal Rasputin di casa Pogba? "È, di fatto, la strada meno conosciuta ed anche la più rischiosa di tutte, quella che prevede di non sottoporsi ad alcun intervento chirurgico, né di riparazione né di asportazione del menisco, ma di lasciare tutto come si trova allo stato attuale (rotto) e, probabilmente, di rimandare l’intervento di riparazione, all’inizio del nuovo anno - continua il dott. Palmas -. Altro elemento che rafforzerebbe l’idea che per il “polpo” il Mondiale conti più della Juve e del calore dei suoi tifosi, rinunciando alla seconda metà di stagione in Serie A e tornare a disposizione di Allegri solo per la stagione 2023-24. Più che un percorso di recupero sembra essere un campo minato pieno di insidie. I consigli del guru, probabilmente, si basano sulla grande fiducia (eccessiva?) riposta nella forza muscolare del polpo, la quale potrebbe sopperire il grado di instabilità dato dalla lesione meniscale, e sulla lettura piuttosto ottimistica delle statistiche UEFA riguardo i calciatori che partecipano alle serie maggiori. Queste ultime suggeriscono che il 70% dei calciatori che hanno sofferto una lesione meniscale, sono ritornati a giocare ai livelli pre-infortunio. Suggeriscono che chi si è operato ha avuto il 40% di possibilità in più di tornare su quei livelli, che si è potuto rimandare l’intervento ad un secondo momento, che il rischio di re-infortunio è stato del 5%. Ma ci sono anche altri dati, un poco nascosti, nelle statistiche UEFA e che hanno un’importante rilevanza nel caso Pogba. Due su tutte, i giocatori trentenni e coloro che compiono la fase difensiva di pressing, hanno una prognosi peggiore di tornare ai propri livelli di performance che avevano prima dell’infortunio. Parte dell’identikit del polpo. Per chi decide seguire questa via conservativa, come farà il talento bianconero, non mancano le incognite legate alla penuria di studi che abbiano valutato i risultati di un trattamento conservativo su calciatori d’alto livello. Come è, appunto, Pogba. Non solo, c’è una penuria ancor più marcata di studi di alto livello che descrivano “il cosa” e “il come” fare in caso di lesioni meniscali isolate, cioè quelle lesioni che avvengono senza interessamento di altri legamenti del ginocchio. Perché le lesioni del menisco laterale avvengono, solitamente, in concomitanza con il crociato anteriore. Ma non è il caso di Pogba. L’unico studio randomizzato e controllato (per intenderci, uno di quelli che farà la storia) e che ha dato risultati positivi per lesioni meniscali isolate in pazienti giovani e attivi, ma non di alto livello sportivo, è stato appena pubblicato. Il fuoriclasse non può rispecchiarsi in questa popolazione di sportivi, lui che è un calciatore d’élite, che affronta ritmi di gioco frenetici e intensi, che spende molte più energie di un atleta non elitario. Per calciatori come loro, la meta non può essere il ritorno in campo ma il ritorno ai livelli di performance pre-infortunio. Ma ciò che lascia ancora più perplessi - prosegue il fisioterapista - è la (sotto)stima che si è fatta circa la durata del trattamento conservativo a cui dovrà sottoporsi. Nello studio d’alto livello il programma è stato portato avanti per 12 settimane, per il francese ne sono state previste solamente 5! Insomma, in barba ai luminari e agli studi scientifici, l’asso francese si prepara ad intraprendere un percorso di recupero tutt’altro che facile e lineare, che dovrebbe portarlo sui campi in breve tempo. La domanda finale è come tornerà a giocare? Con quale intensità, con quale grinta, con quale incisività nelle trame di gioco di Allegri? Senza essere dei grandi indovini si può presumere che vedremo un Pogba lontano dalle performance che ci si potrebbe aspettare, così da preservare il ginocchio per il Mondiale, sempre che non ci siano altri intoppi, per poi sottoporsi all’intervento di riparazione ad inizio 2023 e ritornare sui campi soltanto a fine stagione. Un po’ lontano da quello che era il sogno dei milioni di tifosi juventini sparsi per lo Stivale, ma, soprattutto, divergente dall’idea che avevano i dirigenti della Juventus, avendo puntato tutto sulla figura di Pogba per l’ennesimo anno del rilancio in Europa", conclude il dott. Gianluca Palmas.
  20. Comunque gente, non capisco questa vostra teoria secondo la quale Chiesa se schierato esterno non dovrebbe ripiegare e pressare in non possesso palla e che Allegri sarebbe difensivista e retrogado nel volerglielo far fare… ma avete mai visto il lavoro che fanno gli esterni offensivi di Liverpool, City, Bayern? Si fanno TUTTI in mazzo tanto per riconquistare palla. L’unica cosa e’ che loro lo fanno nella meta’ campo avversaria e correndo in avanti, noi nella nostra area correndo indietro, e’ quest’ultima cosa che deve cambiare, si difende troppo bassi in confronto alle squadre moderne che comandano il calcio di oggi.
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