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joyce

Tifoso Juventus
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  1. rispondo come sopra per entusiasmo io non intendo il tiki taka ma un gioco organizzato, con i giocatori che si muovono senza palla, attaccano gli spazi, curano il pressing e preferiscono tendenzialmente attaccare più che difendere insomma giocarsi la partita più a viso aperto, avendo lavorato per farlo Quando questo riesce, le partite sono molto più spettacolari di un 1-0 con gol al 21' e poi 75 minuti dietro a difendere per farlo venire bene, devi avere un po' di giocatori giusti, un allenatore di un certo tipo e un ambiente/tempo favorevole insomma, un cambiamento un po' sistemico
  2. certamente io penso però che la Juve di Allegri abbia progressivamente rinunciato troppo al lato "entusiasmo" per favorire il lato "utile" troppa filosofia dell'attendismo e del primo=difendere cioè, ha esagerato inoltre, questo modello, che solitamente penalizza lo spettacolo ma favorisce l'utile, nel calcio di oggi penalizza sempre più anche l'utile ora, per entusiasmo io non intendo il tiki taka ma un gioco organizzato, con i giocatori che si muovono senza palla, attaccano gli spazi, curano il pressing e preferiscono tendenzialmente attaccare più che difendere insomma giocarsi la partita più a viso aperto, avendo lavorato per farlo
  3. Quello che voglio dire è che - superata la fase storica in cui puoi permetterti di spendere un sacco di soldi - entrati in una fase storica in cui lo sport è anche/soprattutto spettacolo La strada di un modello diverso, per la Juve, è qualcosa di logico, sensato, percorribile. Next Gen vuole anche essere un po' questo Va aggiunto uno scouting serio e un altro tipo di calcio. E i tifosi devono partecipare, con il giusto atteggiamento, al nuovo corso.
  4. ma allora solleviamoci un attimo dalle responsabilità proviamoci vedi che siamo arrivati nel cuore del topic?
  5. ma come fa il Napoli di Spalletti, allora?
  6. scusami tu dici che non serve il gioco ma i giocatori poi dici che i giocatori forti costano tanto poi dici che la Juve non ha o soldi per comprare i giocatori forti poi uno ti dice che i giocatori forti li puoi scovare anche poco al che ti rispondi che non li vuoi quando costano poco ma quando costano tanto
  7. Scusa Vikke, ma riusciamo a rimanere in topic?
  8. sono evidenti dimostrazioni che i giocatori bravi, prima di costare 100 milioni, li puoi pagare poco e però devi investire di più in termini di scouting e devi valorizzare le scoperte anche con il gioco basti pensare a cosa riesce a fare l'Ajax
  9. vi posso chiedere cortesemente di restare in topic? i discorsi sul campionato, i punti, la rosa eccetera, pur interessanti, hanno altri topic qui il tema è se nel calcio sia importante l'aspetto della soddisfazione del tifoso, a prescindere dalla vittoria, e se la Juve possa cambiare la tradizione del "vincere è l' unica cosa che conta"
  10. va be', è legittimo è un altro modo di vivere la cosa e anzi credo sia quello storicamente più in voga tra gli juventini
  11. Forse non hai vissuto la Juve di Lippi allora. ho vissuto la Juve di Lippi, che è stata grandiosa ho vissuto quella del Trap, a tratti grandiosa il primo anno di Conte mi ha dato sensazioni uniche, anche un po' per il nuovo stadio quella foga, quella grinta, quelle azioni spettacolari...
  12. certo, ma facevo un discorso più oggettivo, sulla (non) inattaccabilità delle tradizioni
  13. Cito spesso il caso del Milan come cambio di paradigma storico di quella società, che per molti versi assomigliava a quello juventino (laboriosità meneghina come pragmatismo piemontese). Al netto di tante altre considerazioni, il Milan di Berlusconi ha cambiato quel modello, e peraltro lo ha fatto con l'atto di rottura della scelta di un allenatore quasi sconosciuto, e comunque un outsider quando poi al Milan arrivò Capello (piuttosto italianista), era talmente forte il nuovo paradigma che il Milan di Capello giocava quasi come quello di Sacchi ogni tradizione è fatta per essere "tradita". Fa parte della forza stessa della tradizione, che conserva se stessa ma nasce dalla "violenza" operata sulla tradizione precedente, che è stata scalzata dal nuovo modello
  14. ... È bello vedere quante diverse storie ci sono all'origine del proprio tifo. Che resta quasi sempre una circostanza "irrazionale" (famiglia, città d'origine, eventi tipici ecc), cioè non una scelta di ragione. Io sono nato da padre ultrajuventino, in un sud ampiamente juventino, e sono diventato juventino, come tutta la mia famiglia. Anzi, a dirla tutta, all'inizio della facoltà di intendere, intorno al 1973, ero soprattutto betteghiano (adoravo la classe e l'eleganza di Bettega, che con Cruijf è stato uno dei miei tre miti calcistici assoluti. Il terzo è stato Zidane).
  15. ma è così, è proprio così lo juventinismo dominante nella storia è quello solo che i tempi sono cambiati, i grandi Agnelli sono morti, il mondo è globale, la Fiat non esiste più, Torino non è più il cuore dell'industria, gli uffici sono in Olanda, il digitale domina, la competizione è totale eccetera eccetera eccetera cioè sono venute meno tutte le precondizioni di quella storia si rischia di essere un po' come l'ultimo giapponese
  16. Concordo, Bonny. Ad esempio, per dirne una, il tiki taka del Barcellona mi stancava da morire. Per me il miglior Guardiola è stato quello del Bayern. Un calcio splendido, mix di palleggio, ampiezza, fisicità. Non voglio dire eresie ma la prima Juve di Conte era un po' così, ovviamente con giocatori molto più modesti. Poi c'è l'Ajax, che è un modello veramente fantastico, con uno scouting e un lavoro sulle giovanili di livello altissimo. E tante altre possibilità, anche molto diverse tra loro, ma con il comune denominatore che la partita è uno spettacolo, un grande divertimento, di giocate, velocità, attacco, e il gol è il momento supremo.
  17. Forse perché quando perdi sei più aperto a rimetterti in gioco. Come quando sei in ospedale, pieno di buoni propositi, e appena esci ricominci a fumare. Ma la sconfitta, in questo caso, conta pochissimo. Nella vita si perde. Nel caso specifico, va dato merito al Napoli di una grande partita. Il mio discorso è generale, e nemmeno legato solo a questi ultimissimi tempi. Riguarda la concezione di fondo della Juve, che questi ultimissimi tempi hanno polarizzato. Io credo che questa concezione di calcio 1) stia spegnendo la passione in molti, 2) non sia più adeguata alle prospettive di una grande squadra, sportive e industriali. E credo che un cambiamento di tradizione, 50 anni fa impossibile e 25 anni fa difficile, oggi sia non solo auspicabile ma del tutto praticabile.
  18. questa roba è assurda c'è gente che passa la vita a duellare sul web a suon di caxxate e meme vari con quelli dell'altra squadra è una situazione malata
  19. E infatti il punto non è che a volte non vinci. È ovvio che a volte non vinci.
  20. Ma in realtà qui il discorso riguarda poco Allegri. Allegri è l'emblema di un certo calcio, e lo anche ha estremizzato, ma la Juve ha da sempre un'identità che si sposa bene con la forma di calcio in cui crede Allegri. La questione, insomma, va al di là di Allegri. In tal senso, io vedo due problemi e un'opportunità. Primo problema: questa filosofia calcistica sta togliendo piacere di vedere le partite a molti. Secondo problema: questa filosofia calcistica oggi non è più adeguata ai piani di una squadra di alto livello. Opportunità: si può cambiare. Per tanti versi, la cosa può presentare molti vantaggi.
  21. frustrazione, e maleducazione ce n'è tanta in giro, e i social ne generano in sovrappiù la vida es demasiado corta para responder a todos
  22. Credimi, l'opinione che ho di Agnelli è lontanissima da ogni sopravvalutazione. Era solo una constatazione oggettiva. Il presidente della Juve dice che la filosofia della Juve è il cortomuso. E molti tifosi, forse la maggioranza, esultano, perché intuiscono che in un modo o nell'altro si vincerà. Questa idea di calcio non mi interessa più. Proprio mi annoia. Meglio un film o un libro o una chiacchierata con gli amici, o tante altre cose. Come faccio da tempo. È una passione che si sta spegnendo.
  23. Per me è un ideale anche di vita. Nei nostri modelli sociali c'è un eccesso di finalismo, di ricerca spasmodica dell'utile. Non va bene.
  24. ho capito che tu vuoi vincere, Vikke il concetto mi è chiaro
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