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sondaggio [ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
Pressing ha risposto al topic di Morpheus © in Stagione 2017/2018
Sczcesny 6 De Sciglio 6,5 Rugani 6,5 Chiellini 6,5 Asa 6.5 Sturaro 6,5 Pjanic 6.5 Khedira 6 Costa 6 Berna 7 Sandro 7 Dybala 6+- 29 risposte
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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38 di febbre fatemi passare un pomeriggio tranquillo.- 1204 risposte
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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su skysport ho visto una carrellata dei derby anni '80, tutti i protagonisti del pendolo vintage- 337 risposte
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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Sturaro ha il compito di randellare Rincon.- 337 risposte
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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Meglio Sandro che Sturaro in quel ruolo.- 337 risposte
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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Se Berna non sarà disponible.. SCZCESNY LICHT BENATIA CHIELLINI ASA KHEDIRA PJANIC MARCHISIO COSTA HIGUAIN SANDRO- 337 risposte
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JUVE.BAYERN 15/16 JUVE-BARCELLONA 16-17 JUVE-MONACO 16-17 JUVE-TOTTENHAM
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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Ogni tanto una proposta seria -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Bloody money, inchiesta su rifiuti, affari e politica https://www.fanpage.it/story/inchiesta-ciclo-rifiuti/ Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione, nell’inchiesta rifiuti di Fanpage.it Roberto De Luca, figlio minore del presidente della Regione Campania nonché potente assessore al Bilancio del Comune di Salerno, è nel mirino della Procura di Napoli con altri politici e imprenditori nell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti scaturita dall’indagine giornalistica di Fanpage.it. La Procura ha disposto perquisizioni nell’abitazione privata e nello studio del secondogenito di Vincenzo De Luca. Roberto De Luca, secondogenito di Vincenzo, il presidente della Regione Campania e fratello minore di Piero, candidato del Pd alle Elezioni Politiche del 4 marzo, è indagato per corruzione. L'inchiesta è quella della Procura di Napoli innescata da un lavoro giornalistico di Fanpage.it sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti in relazione al lavoro di una azienda della Regione Campania, la Sma. Roberto De Luca è attualmente assessore al Bilancio al Comune di Salerno e grande favorito per la corsa a primo cittadino della città capoluogo, che ha visto suo padre a lungo con la fascia tricolore. Sono due i filoni dell'indagine che ieri ha portato lo Sco diretto da Alessandro Giuliano ad effettuare perquisizioni e acquisizioni di atti negli uffici del consigliere regionale Luciano Passariello (Fdi), del suo assistente Agostino Chiatto e del consigliere delegato della Sma Campania Lorenzo Di Domenico. Indagati risultano anche il commercialista Carmine Damiano e i tre imprenditori Nunzio Perrella, Rosario Esposito e Antonio Infantino. Che ruolo ha, in tutto questa vicenda, Roberto De Luca? Tratta con una persona che crede essere uno degli imprenditori interessati all’aggiudicazione dell’appalto. Il suo ruolo di assessore comunale a Salerno non gli dà alcun potere per sedersi al tavolo e ragionare di questi argomenti, tuttavia De Luca jr. vanta la possibilità di intervenire a livello regionale. continua su: https://napoli.fanpage.it/roberto-de-luca-il-figlio-del-presidente-della-regione-campania-e-nell-inchiesta-rifiuti/ -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Calenda arrivò ai ferri corti pure con Emiliano. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Elezioni, Berlusconi: “Abbiamo trovato 270 miliardi di coperture. https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/15/elezioni-berlusconi-abbiamo-trovato-270-miliardi-di-coperture-otto-miliardi-andranno-a-pensioni-mamme/4162814/ -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Secondo me la prima ipotesi. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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hanno pure cose in comune col pd cit. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Pietro Grasso al videoforum di Repubblica Tv con Massimo Giannini e Laura Pertici Il leader di Liberi e uguali a Repubblica tv: "Voto utile? Lo chiedono FI-Pd per fare governo insieme". Presentato il programma economico di Liberi e uguali. Bersani: "La nostra è l'anti-flax tax" di GIOVANNA CASADIO e MONICA RUBINO ROMA - Le critiche a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, futuri "sposi in un matrimonio di convenienza" destinato a durare poco. La rinnovata apertura al M5s e la controchiusura via Twitter della compagna di partito Laura Boldrini. Il tutto nella giornata in cui Leu presenta il suo programma economico. Una mattinata da protagonista per Pietro Grasso, leader di Leu e ospite del videoforum di RepubblicaTv. Dove commenta lo "show" di Silvio Berlusconi, che ieri sera a Porta a Porta è tornato alla scrivania riproponendo il "contratto" con gli italiani, ora chiamato "impegno". • LE CRITICHE A BERLUSCONI "Gli italiani non hanno memoria - dice Grasso - dovrebbe colpire che il suo impegno di 17 anni fa non è stato poi rispettato e onorato". "Mi ha poi impressionato - aggiunge - la pacificazione fiscale" proposta dal leader di Forza Italia. Un condono "che rientra nella caratteristica del personaggio, che cerca di cancellare il passato illegale. Condono vuol dire mettere un bollo sull'illegalità. È una cosa contraria al mio modo di vedere". Il condono "incentiva l'illegalità che non aiuta la ricostruzione di un Paese". Berlusconi, inoltre, non è candidabile ma il suo nome è nel simbolo: "È una cosa inopportuna e non doveva essere consentita ma non c'è una legge che lo vieta", afferma il presidente del Senato. • NOZZE DI INTERESSE FI-PD "In cinque anni il Paese è cambiato - riflette il leader di Leu - ho visto perdere sempre di più i valori della sinistra. Mi sono rimesso in gioco dopo 43 anni in magistratura perché ci sono ancora delle sfide da portare avanti, bisogna battersi per difendere valori come la tolleranza, l'uguaglianza la solidarietà". E sul "voto utile" propagandato dal segretario del Pd commenta: "Lo chiedono Berlusconi e Renzi che poi faranno un governo insieme. Ma le nozze d'interesse fra centrodestra e Pd porteranno presto al divorzio". Legge elettorale, Grasso (Leu): "Matrimonio d'interesse Centrodestra-Pd, porterà presto a un divorzio" Condividi Dire inoltre, come fa l'ex premier, che un voto per Leu avvicina Salvini al governo è "speculazione da campagna elettorale". Sul rischio che il centrosinistra al Sud non prenda nemmeno un collegio per via della concorrenza fra Pd e Leu, Grasso risponde: "Il Pd ha già perso in città roccaforte quando era unito. Le idee, i valori, sono stati traditi". Di Renzi candidato in quel Senato che voleva abolire con la sua riforma, il leader di Leu dice: "Fa parte dell'incoerenza della politica". E precisa: "Veramente aveva anche detto che avrebbe lasciato la politica se avesse perso il referendum". • GRASSO E BOLDRINI, DIVERGENZE SUI 5S Grasso, infine, non esclude la possibilità di un'intesa post-voto con il M5s: "Il Movimento è ondivago, è in una fase di mutazione genetica. Ma non ci sono pregiudiziali, quelle le abbiamo solo nei confronti della destra". E conclude: "Se ci fossero le condizioni per cui le loro proposte corrispondono ai nostri valori e principi, perché non potremmo sostenerle?". • IL PROGRAMMA ECONOMICO DI LEU: L'ANTI-FLAT TAX Oltre che sull'ambiente, il programma economico di Liberi e uguali è centrato "sul rilancio degli investimenti a partire da quelli pubblici che hanno una capacità di moltiplicatore sulla crescita economica di 3-4 volte rispetto ai bonus", come afferma Maria Cecilia Guerra in conferenza stampa. Leu punta inoltre sulla riduzione delle imposte a chi le paga con una proposta di contrasto all'evasione, che prevede la trasmissione telematica dei dati di ogni fattura emessa e degli scontrini al consumatore finale. "Ipotizziamo - dice Guerra - di avere un recupero stabile di 30 miliardi che finanzia una riduzione di 20 miliardi dell'irpef ai redditi bassi e medi e un assegno unico alle famiglie con l'unificazione di assegni e detrazioni. Gli altri 10 miliardi vanno a favorire le imprese che reinvestono gli utili". La proposta economica di Leu comprende anche l'introduzione di una "imposta di equità" sui redditi da capitale e sui patrimoni, una sorta di "patrimoniale progressiva", come la definisce Bersani. Essa prevede la soppressione dell'imu e delle ritenute sui redditi di capitale e la loro sostituzione a parità di gettito (30 miliardi) con un unico prelievo personale progressivo a base patrimoniale con aliquote comprese tra 0 e 1 per cento. Viene escluso un valore patrimoniale di base pari al patrimonio familiare del contribuente medio. Circa la metà dei contribuenti sarebbe esclusa dal prelievo. "La nostra è una coraggiosa riorganizzazione sul piano fiscale sotto la stella di riferimento di una netta progressività - precisa Bersani - È l'anti-flat tax, per essere chiari. Il welfare universale viene sostenuto da un fisco universale e non da una parte sola". -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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18 milioni di persone a rischio esclusione sociale non possono più aspettare “18 milioni di persone a rischio esclusione sociale non possono più aspettare” CENTINAIA DI RETI SOCIALI, GIURISTI, MAGISTRATI, RICERCATORI RILANCIANO IL REDDITO MINIMO GARANTITO Don Luigi Ciotti: “I poveri non chiedono elemosina ma dignità e la povertà è un reato contro la dignità delle persone”. La rete dei Numeri Pari chiede un immediato confronto con le forze politiche su un tema centrale per democrazia e coesione sociale totalmente eluso dal dibattito politico ed elettorale. Roma, 15 febbraio 2018 – A seguito del seminario i love dignità tenutosi ieri, 14 febbraio, presso la Casa internazionale delle Donne, la Rete dei Numeri Pari chiede un immediato confronto con le forze politiche per discutere e implementare la proposta sul Reddito Minimo Garantito che lo scorso anno vedeva convergere il 40% di deputati e senatori del M5S, di una parte del PD e SEL raccogliendo più di 100mila firme. “Per il suo livello di scientificità, la nostra proposta è l’unica in grado di rovesciare la situazione e contrastare davvero povertà, mafie, disuguaglianze, razzismo coniugando solidarietà e dinamismo economico”, spiega Giuseppe De Marzo delle Rete dei Numeri Pari. “È vergognoso che una proposta di cui beneficerebbero 18 milioni di persone a rischio esclusione sociale, oltre che la collettività tutta, non sia mai stata discussa in Parlamento mentre si sia scelto di tagliare il 93% del fondo nazionale per le politiche sociali e i trasferimenti agli enti locali”. “L’Italia è l’unico paese nell’UE a non avere una misura di sostegno al reddito. Il REI non può essere definito come tale perchè seleziona solo una parte dei poveri assoluti senza peraltro garantire loro la realizzazione di un’esistenza libera e dignitosa, come ci dice la normativa europea sul reddito fin dagli anni ’90”, spiega Giuseppe Bronzini, magistrato e parte del BIN Italia. “La nostra proposta in 10 punti è coerente con le indicazioni sovranazionali e le esperienze nazionali già in vigore perché pone al centro la valorizzazione e l’autonomia di scelta del proprio percorso di vita. L’esatto opposto di quello che succede con il REI dove il destinatario unico è la famiglia e tutti sono corresponsabili nella gestione di un pacchettino di 180 euro, di cui 90 versati in contati e l’altra metà in una carta prepagata” “Il diritto al reddito minimo è previsto dalla nostra Costituzione attraverso i principi di dignità, eguaglianza, solidarietà e lavoro. Il “reddito costituzionale” dev’essere uno strumento di emancipazione e partecipazione attiva, non un’elemosina che lascia i poveri ai margini”, spiega Gaetano Azzariti, costituzionalista. “La prestazione monetaria va necessariamente supportata con misure che garantiscano altri diritti fondamentali come l’accesso a casa, servizi sociali e trasporti”. “Siamo la generazione più povera dalla seconda guerra mondiale. L’introduzione di un reddito minimo garantito, che per noi si declina in un reddito di formazione, è oramai una riforma necessaria per la sostenibilità del sistema. La politica prenda immediatamente posizione proponendo misure concrete”, afferma Martina Carpani, studentessa e rappresentante della Rete della Conoscenza. “Il reddito minimo garantito vuole riscattare un’enorme parte dei nostri cittadini esclusi dalla vita democratica del paese e va supportato con misure che garantiscano la possibilità di accedere, fra gli altri, ai servizi culturali”, afferma Tomaso Montanari. “Questo paese ha il 48% degli analfabeti funzionali e un tasso di astensione alle scelte politiche del 30%. Senza l’accesso alla conoscenza, alla cultura, questo paese rischia di diventare un’oligarchia e terreno di populismi e fascismi. Il reddito minimo garantito, quindi, serve non solo a chi lo percepisce ma è uno strumento di interesse strategico della collettività. Libertà e giustizia sposa la proposta di reddito proposta dalla Rete dei Numeri Pari”. Chiudono le parole di Don Luigi Ciotti: “La rete dei Numeri Pari è nata per lottare e sognare mentre oggi sono in troppi a scegliere un prudente silenzio. I poveri non chiedono elemosina ma dignità e la povertà è un reato contro la dignità delle persone. È un crimine di civiltà. Fare politica vuole dire partire dai bisogni e dalle speranze delle persone. Politica è etica della comunità e oggi c’è un divorzio tra politica ed etica. Se la politica è lontana dalla strada e dagli ultimi, la politica è lontana dalla politica ed è quindi un’altra cosa. Dobbiamo alzare al voce perché, pur di avere consenso, si sta calpestando la dignità della persone creando un clima sconcertante”. I DIECI PUNTI PER IL REDDITO Un reddito individuale attraverso l’erogazione di un beneficio in denaro e destinato a sostenere la persona, ricordando che i sistemi di redditi minimi adeguati debbano stabilirsi almeno al 60% del reddito mediano dello Stato membro interessato (come espressamente previsto al punto 15 della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 sul ruolo del Reddito Minimo, nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa: e avvalorato dal Rapporto annuale 2014 dell’Istat su “La situazione del Paese”(pag. 227 228 – Tavola 5.17). Individuare i destinatari del Reddito Minimo o di Cittadinanza, considerando che per alcuni è uno strumento di valorizzazione ed autonomia di scelta del proprio percorso di vita, per altri sono necessarie misure di reinserimento sociale e per altri ancora è necessario attivare forme di promozione dell’occupazione. Stabilire una soglia di accesso tale da poter intervenire su tutti coloro che vivono al di sotto di una certa soglia economica (non meno del 60% del reddito mediano equivalente familiare disponibile) ed individuare eventualmente ulteriori interventi specifici, come quelli volti all’affermazione dell’autonomia sociale dei soggetti beneficiari compresi coloro che sono in formazione, cosi da garantire il diritto allo studio e, in particolare, per contrastare la dispersione scolastica e universitaria. Interventi che sono previsti nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea sotto la forma di un “reddito di formazione” sia diretto che indiretto che si affianca al reddito minimo o di cittadinanza. I beneficiari dovranno essere residenti sul territorio nazionale. La durata temporale del beneficio sia destinata “fino al miglioramento della propria condizione economica” o comunque ad una replicabilità temporale dell’intervento cosi da non permettere che si rimanga senza alcun sostegno economico. Non contrapporre il Reddito Minimo o di Cittadinanza, e l’integrazione sociale e la garanzia ad una vita dignitosa attraverso l’obbligo all’integrazione lavorativa. In sostanza che“il coinvolgimento attivo non deve sostituirsi all’inclusione sociale e chiunque deve poter disporre di un Reddito Minimo, e di servizi sociali di qualità a prescindere dalla propria partecipazione al mercato del lavoro” (Relazione per Risoluzione europea sul Coinvolgimento delle persone escluse dal mercato del lavoro – 8 aprile 2009). Incentivare la libertà della scelta lavorativa come misura di contrasto dell’esclusione sociale può evitare la ricattabilità dei soggetti in difficoltà economica. In questo caso il concetto di “congruità dell’offerta di lavoro” e non dunque “l’obbligatorietà del lavoro purché sia” può ben riferirsi alla necessità di valorizzare il soggetto beneficiario ed a trovare tutti gli strumenti utili affinché l’integrazione al lavoro tenga conto delle sue esperienze, delle sue capacità e competenze e dunque a non generare comportamenti di vessazione e imposizione verso il beneficiario. Perché “la causa di un’apparente esclusione dal mondo del lavoro può risiedere nella mancanza di sufficienti opportunità occupazionali dignitose piuttosto che nella mancanza di sforzi individuali” (Risoluzione sul Coinvolgimento delle persone escluse dal mercato del lavoro– 8 aprile 2009). Costruire un sistema integrato, oltre l’erogazione del beneficio economico, con le altre misure di welfare sociale e di servizi di qualitàcon il coordinamento tra gli organi preposti alla loro erogazione (Regioni e Comuni) così da definire un ventaglio di interventi mirati e diversificati a seconda delle necessità e delle difficoltà della persona e che mirano ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa. Affiancare il Reddito Minimo o di Cittadinanza all’individuazione di un progetto di integrazione sociale individuale condiviso con il beneficiario che lo richiede. Rafforzare i servizi e il sistema dei centri per l’impiego pubblici destinandoli a centri per l’impiego ed i diritti in cui potersi rivolgere anche per l’erogazione del Reddito Minimo o di Cittadinanza. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Mélenchon incontra Potere al popolo: «Sono qui per imparare» Napoli. Il leader di France Insoumise all'ex Opg Je so' pazzo. «Insieme potremo cambiare l'Europa» Adriana Pollice «Sono venuto a Napoli a imparare, qui fate la lotta per la rivoluzione in Europa»: Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise, esordisce così dal palco del teatro popolare dell’Ex Opg Je so’ pazzo. Mélenchon a gennaio ha ospitato a Parigi Potere al Popolo, ieri è arrivato con una delegazione di medici di Marsiglia per far coincidere il racconto con la prassi, per verificare cioè come a Napoli si coniuga politica e impegno sociale. Un’esperienza che La France Insoumise vorrebbe replicare proprio a Marsiglia. Ieri era di turno lo sportello legale e Mélenchon si è fermato ad ascoltare le storie dei migranti e la loro condizione in Italia, è stata poi la volta dei ragazzi al doposcuola, infine spazio ai medici: in due anni l’ambulatorio ha assicurato più di 1.500 visite gratuite in una città dove la Sanità sta scivolando fuori dall’universalismo e le prestazioni pubbliche sono gravate dai ticket più alti d’Italia. In platea ad ascoltare il leader di France Insoumise, Sabina Guzzanti e Alberto Lucarelli, il docente di diritto ex assessore comunale che curò la trasformazione della Spa che si occupava della distribuzione dell’acqua in azienda speciale. «Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno dell’Italia per cambiare l’Europa verso una società più uguale – attacca Mélenchon -. Le forme tradizionali della socialdemocrazia, del comunismo e del neoliberismo non sanno più dare risposte. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito la distruzione di ogni struttura solidaristica. I governi hanno messo lavoratori contro lavoratori, autoctoni contro migranti, hanno alimentato la violenza tra i popoli lasciando spazio alla destra, che si è inserita nei conflitti. Dobbiamo mandare a casa i governi europei che difendono il capitale contro il popolo». La France Insoumise alle presidenziali francesi ha sfiorato il 20%, contro il 6% del partito socialista. Mélenchon invita la sinistra ad aver coraggio: «In Spagna ci hanno messo circa sette mesi per fare un governo, sei mesi in Germania per fare le larghe intese quando la Spd aveva giurato che non le avrebbe più fatte. Anche in Italia si rischia di andare in quella direzione. Basta scegliere ’il male minore’. La nostra storia è racchiusa in ’potere al popolo’, riempiamo questa frase di significato. L’Europa ci vuole imporre i pesticidi, il governo francese vuole sviluppare il nucleare, sono politiche contro l’ecosistema. L’Europa si fa guidare dagli Stati uniti e decide che il nemico è la Russia, allineandosi alle politiche Nato che preparano le prossime guerre. Diciamo no alla Nato, difendiamo la pace». Viola Carofalo, capo politico di Pap, riassume il terreno comune con France Insoumise: «Equità sociale, diritto a un lavoro degno, accesso ai servizi per tutti: la nostra lotta nasce sui territori, vogliamo portarla a un livello nazionale ma molti attacchi arrivano da Bruxelles, è necessario un piano di lotta comune in Europa». A Mélenchon le conclusioni: «In Francia esiste il mito della coppia franco tedesca, ma la Germania sta portando avanti una politica per una popolazione vecchia, ricca e capitalista. La ricetta è aumentare la rendita e abbassare i salari. Il modello tedesco non è stato capace di abolire la povertà: è fatto per quelli che hanno ricchezze». E sui migranti: «Stiamo producendo immigrati perché produciamo guerre. C’è anche un’emigrazione europea più silenziosa che parte dalla Grecia, dalla Spagna per ragioni molto simili, la ricerca di una vita migliore. Con Potere al Popolo, Podemos, Unità popolare in Grecia e Die Linke potremo cambiare l’Europa». -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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bagnare? stanno imbiancando casa -
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Senz'altro ma tira parecchio anche tra gli imprenditori e i professionisti. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Nell'elettorato di Berlusconi ci sono fior fior di imprenditori e professionisti. Rappresentano lo zoccolo duro di FI. Certo ci sono pure i pensionati di ritorno dal PDR. http://www.corriere.it/video-articoli/2018/02/15/berlusconi-vespa-firma-nuovo-contratto-gli-italiani-patto-san-valentino/54c8c5c8-121c-11e8-a023-7bfc9b2e7eeb.shtml -
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in realtà siamo tutti convinti che vincerà l'ottantenne con la protesi peniena idraulica -
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figura di ..... sulla raccolta delle firme, ma che radicali sono? -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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I radicali, da un lato liberali dall'altro egualitari. -
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grazie mi stai finanziando la campagna elettorale #risorsesalviniane la presa in giro della Boldrini nei confronti di Salvini -
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Giorgia Meloni: “Se vinciamo le elezioni via l’arabica dal nostro caffè” Appe (So) – Nuova battaglia contro gli invasori stranieri per Giorgia Meloni, che ha trovato un altro nemico da epurare. Stavolta gli strali della leader di Fratelli d’Italia si sono abbattuti contro un altro pericolo per la nostra civiltà: il caffè di qualità arabica. La giornata non era iniziata bene per l’ex Ministra della gioventù: appena arrivata per una manifestazione elettorale ad Appe, paesino della Valtellina, aveva protestato vivacemente per la presenza, a suo dire provocatoria, di una mummia sul palco. L’incidente diplomatico si era poi risolto quando gli organizzatori le avevano fatto notare che si trattava di Silvio Berlusconi, intervenuto per dare manforte all’alleata. Poi la deputata romana era entrata per un caffè nel locale principale del paese, il Bar Collo. Lo sguardo della Meloni era stato catturato da un cartello affisso dietro il bancone: 100% arabica. “Ma come? Questo è un affronto! Con tutto il caffè che abbiamo in Italia! Volete che beva il caffè col burqa??”. E ancora: “Questo è razzismo al contrario! Cosa credete? Che nei paesi arabi si beva il caffè 100% italico? Faremo uno spoil system automatico di tutti i bar”. E infine: “Bisogna pretendere il caffè senza neanche un chicco di questa arabica! Per noi solo robusta, di acciaio temprato come la fede nei nostri cuori!”. La Meloni si è quindi messa alla testa di un drappello di manifestanti intonando slogan come “Via l’arabica dal nostro caffè!”, “Italia sovrana!”, “Chicchi e buoi dei paesi tuoi!”, “Se sei arabico devi arabicare!”. La leader di Fratelli d’Italia già pregustava un aumento di consenso elettorale paragonabile a una nuova release di Photoshop, quando a sorpresa è stata affrontata da Sebastian Turco, direttore del vicino Museo del Caffè di Campodolcino, che ha replicato brillantemente ai suoi slogan: “Il caffè è di tutti, è un rito che deve unire e non dividere, a partire dalla nobile tradizione del caffè sospeso” e infine le ha assestato un colpo mortale, forse destinato a metter fine alla sua promettente carriera politica: “E per sua informazione, i meloni sono stati importati nel bacino del Mediterraneo dagli antichi egizi!” lercio.it -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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“Je so pazzo” è il nome che abbiamo scelto, perché in un mondo dove la normalità è fatta da disoccupazione, precarietà, discriminazioni razziali e di genere e chi più ne ha più ne metta, vogliamo dichiararci pazzi anche noi come Pino Daniele, e osare organizzarci per riprendere parola e costruire dal basso un’alternativa al mondo grigio e disperato che vediamo quotidianamente.