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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Secondo me Renzi commissiona gli articoli contro LeU #votoutile -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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manco il tempo di una sveltina... Pier Luigi Bersani, Pippo Civati e Nicola Fratoianni, i tre leader delle formazioni che compongono LeU, hanno già avuto parecchi contrasti durante la stesura delle liste dei candidati tanto che c'è chi mormora che, una volta in Parlamento, ognuno rifarà la propria componente. Sono almeno quattro i principali dissidi politici che dividono gli esponenti di LeU. Il primo vede Fratoianni e Civati contrapporsi ai fuoriusciti dem per la loro contrarietà a un governo del Presidente cui, invece, si è espresso favorevolmente Massimo D'Alema. Un'ipotesi che potrebbe rafforzare il consenso che si sta creando attorno alla neonata lista 'Potere al Popolo'. Il secondo problema riguarda la leadership di Piero Grasso che "non funziona" nonostante gli evidenti sforzi per piacere al popolo di sinistra. Incontro con Jeremy Corbin compreso. Con questo sistema elettorale, inoltre, spiega la giornalista Elisa Calessi, nessuno sa chi passerà, ad eccezione dei capilista della parte proporzionale. Pare difficile eleggere qualcuno nei collegi. I sondaggi, infatti, parlano di un consenso attorno al 5%, cioè la metà di quanto pronosticato da D'Alema. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Roberto Fiore e l'istigazione all'odio targata Forza Nuova Dopo l'aggressione di Palermo, lui accusa l'Espresso di aver «risvegliato la violenza comunista». Eppure tra bangla tour, indottrinamento dei minori e raid contro i media i cattivi maestri sono altri. L'aggressione a Palermo del responsabile provinciale di Forza Nuova Massimo Ursino ha avuto un effetto collaterale e prevedibilissimo: l'ennesima vittimizzazione dei neofascisti, per di più in campagna elettorale. E l'invito del loro leader Roberto Fiore - condannato, va ricordato, per banda armata e associazione sovversiva e fuggito a Londra invece di scontare la pena per rientrare nel 1999 da uomo libero - nel salotto di Porta a Porta. I SEMINATORI DI ODIO. Non solo: Fiore ha già individuato i "mandanti morali" del pestaggio. «Il Gruppo Espresso Repubblica ha seminato odio fino al punto da risvegliare la violenza comunista in stile Br», ha twittato. «Questo sabato sarò a Palermo, violenza e poteri forti non metteranno a tacere Italia agli italiani», e cioè Fn e Fiamma Tricolore che si presentano al voto di marzo. Tutta colpa dei giornali del gruppo, insomma, i nuovi «cattivi maestri». Quanto alla condanna di "seminare odio" forse però Roberto Fiore, prima di puntare il dito contro una certa stampa, dovrebbe guardare un poco tra i suoi "balilla". L'AGGRESSIONE NEL 2006. A partire dallo stesso Ursino che venne arrestato nel luglio 2006 per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro di Palermo, di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro di Forza Nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. Ursino venne condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere. Il che non giustifica certo l'aggressione di martedì sera, sia chiaro. Ma forse aiuta a tratteggiare i metodi in uso ai neofascisti. Perché quello contro i venditori ambulanti non è stato l'unico episodio violento e a sfondo razzista a cui Ursino avrebbe partecipato. Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a «motivi razziali». Il dirigente di Forza Nuova nel 2008 partecipò inoltre al confezionamento e alla spedizione dei pacchi choc, inviati a varie redazioni giornalistiche, contenenti una bambola sporcata con sangue e interiora di animale per la campagna di Forza Nuova contro la legge 194. L'IRRUZIONE A LA7. Giornali, giornalisti e media in genere sono tra gli obiettivi prediletti dai militanti del partito di Fiore. Solo il 20 febbraio alcuni forzanovisti hanno cercato di bloccare la messa in onda di DiMartedì di Giovanni Floris. A denunciare l'irruzione condannandola è stato con un tweet il direttore di La7 Andrea Salerno. Un modus operandi già sperimentato in passato. Nel 2003 una ventina di militanti entrarono nella sede di Telenuovo a Verona picchiando Adel Smith, allora presidente dell'Unione dei Musulmani d'Italia, e il suo segretario. L'irruzione a Telenuovo nel 2013. Dalla tivù alla carta stampata il passo è breve. Lo scorso 6 dicembre un gruppetto (meglio dire manipolo?) di militanti col volto accuratamente coperto armati di fumogeni e un cartello con la scritta: «Boicotta Repubblica e L'Espresso» organizzò un raid sotto la redazione del quotidiano. TORCE PER LA VERITÀ. L'azione fu rivendicata da Forza Nuova Roma su Facebook. «Torce accese per 'illuminare' la verità contro le menzogne dei pennivendoli di regime e maschere sul volto. Ci siamo presentati così perché oggi rappresentiamo ogni italiano tradito da chi con la penna favorisce Ius soli, invasione e sostituzione etnica». E quindi la minaccia: «Oggi è stato solo il 'primo attacco' contro chi diffonde il verbo immigrazionista, serve gli interessi di Ong, coop e mafie varie. Da oggi inizia il boicottaggio sistematico e militante contro chi diffonde la sostituzione etnica e l'invasione (...). Questi infami sappiano che non gli daremo tregua, li contesteremo ovunque. Boicotta De Benedetti, il Gruppo L'Espresso, La Repubblica, combatti il sistema». «UNA GUERRA POLITICA». E Fiore? «È il primo atto di una guerra politica contro il gruppo Espresso e contro il Pd», commentò. «Stanno portando avanti un'opera di mistificazione e di criminalizzazione che vuole mettere fuori gioco Forza Nuova». Del resto, «il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime: è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione». No, questa non l'ha detta Fiore ma Mussolini (che giornalista lo era) il 10 ottobre del 1928. Una dichiarazione di guerra seguita, ma questa volta su Twitter, dal solito avvertimento: «Azioni forti oggi per evitare funerali domani. Se un anarchico legge quel che #Repubblica e #Espresso hanno scritto su @ForzaNuova può essere portato alla violenza più estrema. È già avvenuto a Benevento, Trento e Rimini. Basta con la campagna di odio del gruppo #Espresso». Forza Nuova non solo semina odio. Ma, e va riconosciuta in questo una certa coerenza, difende anche chi dell'odio si è nutrito fino ad arrivare a sparare all'impazzata in un centro città. Potevano i neofascisti non difendere il mancato stragista Luca Traini che ha ferito sei persone di colore innocenti a Macerata per vendicare l'omicidio di Pamela Mastropietro? No, certo. IN DIFESA DI TRAINI. «Sarà politicamente scorretto, sarà sconveniente, in campagna elettorale nessuno farà un passo avanti, ma oggi noi ci schieriamo con Luca Traini», recita un loro comunicato. «Questo succede quando i cittadini si sentono soli e traditi, quando il popolo vive nel terrore e lo Stato pensa solo a reprimere i patrioti e a difendere gli interessi dell’immigrazione. Mettiamo a disposizione i nostri riferimenti per pagare le spese legali di Luca, a non farlo sentire solo e a non abbandonarlo. Già ci immaginiamo le condanne dell’Anpi, degli antifascisti vari e di chi serve la causa della sostituzione etnica. Già sentiamo lo sdegno dei palazzi e dei salotti tivù. Noi invece abbiamo nelle orecchie il pianto straziato della famiglia di Pamela e il grido di rabbia di un’Italia che vuole reagire e non morire d’immigrazione». Luca Traini. Anche la paura dell'"uomo nero" è un leitmotiv del partito. Lo scorso settembre, Forza Nuova mise infatti in guardia circa la pericolosità degli immigrati prendendo a prestito un manifesto della Rsi firmato da Gino Boccasile, noto per le sua propaganda "artistica" del regime e dell'alleanza con i nazisti. Lo slogan scritto sotto al disegno di un uomo di colore che afferra una donna bianca era quasi scontato: «Difendila dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia». Il manifesto choc di Forza Nuova. Su una cosa però Fiore ha ragione: la scia di violenza vera effettivamente c'è stata. Il fatto che a metterla in atto siano stati "suoi" supporter evidentemente è un dettaglio. Due anni fa il Viminale diffuse le cifre riguardanti le violenze a opera di Forza Nuova: tra il 2011 e il 2016, 240 denunce e 10 arresti. IL BANGLA TOUR. L'obiettivo preferito? L'immigrato, ça va sans dire. Un ex militante raccontò per esempio delle ronde anti-immigrati, il cosiddetto "bangla tour". «È quando finisci in bellezza una serata con gli amici “facendoti un bengalino”, nel senso che ne sceglievamo uno e lo pestavamo», raccontò il ragazzo a Repubblica. Questi coraggiosi patrioti sceglievano i bengalesi come bersaglio perché «sono tranquilli, prendono le botte e non rompono». L'obiettivo dichiarato? «Per divertimento e per scoraggiare gli stranieri a venire in Italia. Ci rifacevamo a ideologie di estrema destra». Un «divertimento» costato caro a una sessantina di cittadini bengalesi che dal 2011 al 2013 sono stati medicati per percosse all'ospedale Vannini, a Roma, non lontano dalla sede di Fn di via Amulio. L'INDOTTRINAMENTO DEI GIOVANISSIMI. Nell'informativa dei Ros dello scorso novembre che ha portato al rinvio a giudizio per incitamento all'odio razziale di diversi esponenti del movimento neofascista, si mette in guardia circa l'indottrinamento nei confronti dei minori. Nella sezione di via Amulio, si legge nelle carte, i capi insegnano ai ragazzini «l'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi, nonché il ricorso alla violenza come mezzo di risoluzione delle controversie». Nelle carte, inoltre, come scrive La Repubblica, si legge come «tale capacità di trasportare i minori in un contesto caratterizzato da dettami rigidi e intriso di odio e razzismo evidenzia la portata reale della pericolosità di un gruppo che riesce così a radicarsi negli aderenti sia da un punto di vista ideologico che comportamentale». -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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i colpevoli pagheranno ma sostanzialmente hanno menato ed umiliato un delinquente/picchiatore/fascista/razzista la stessa umiliazione a cui vengono sottoposti i necri, i gay e tutti quelli che non sono in linea con i puzzoni neri -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Niente tappa a Napoli per Salvini, che dispiacere. Salvini torna in Campania: «Il Sud mi piace. Si dice le elezioni si vinceranno al Sud. È per questo che ha scoperto il Mezzogiorno? «È stato un viaggio emozionante. A Reggio Calabria c'erano seicento persone, tanta gente anche a Catania, Lecce, Campobasso. Abbiamo recuperato una distanza di venti anni di mancata conoscenza. Non verrà a Napoli, è una rinuncia dopo gli incidenti di un anno fa? «Ho avuto tanti inviti per incontri a Napoli, ma ho scelto Caserta perché non ci sono mai stato e perché la provincia di Caserta soffre la presenza incontrollata di immigrati. E vado a Calvizzano per incontrare i tanti amministratori della provincia di Napoli che hanno aderito alla Lega». -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Pd, in Alto Adige dem spaccati sulla candidatura della Boschi: 14 esponenti della minoranza lasciano il partito Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale. "Il Pd è diventato luogo preposto alla gestione del potere invece che alla discussione politica". Deve ancora decidere il presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo di F. Q. | 21 febbraio 2018 A 10 giorni dal voto il Pd altoatesino si spacca. Quattordici esponenti della minoranza che fa riferimento al presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo hanno annunciato la loro uscita dal partito in polemica contro la “candidatura impostadall’alto” di Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale. “Lascio il partito – ha detto Randi – per coerenza. Nonostante l’impegno del segretario provinciale Alessandro Huber ci siamo trovati due candidature paracadutate“. A partire da quella della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, attivissima nella campagna elettorale a Bolzano e dintorni. “E’ una questione di metodo. Sono venuti meno i principi del confronto e del cambiamento per i quali all’epoca ho aderito al Pd”. La minoranza ormai ex Pd ha contestato inoltre l’esclusione della deputata uscente Luisa Gnecchi dalle recenti decisioni. I dissidenti formeranno un nuovo gruppo consiliare, confermando comunque il sostegno al sindaco Renzo Caramaschi che “è espressione del centrosinistra”, ha detto Randi. Per quanto riguarda invece le elezioni politiche del 4 marzo Randi ha rivolto un invito ai suoi elettori a “votare nell’area del centrosinistra”. L’ex assessore ha contestato che “Liberi e Uguali sono riusciti a trovare candidati locali, mentre il Pd non ha nessuna espressione del territorio in lista”. L’assessora Franch ha detto che i dissidenti ora attendono la decisione del presidente del consiglio Bizzo, che non ha ancora sciolto le riserve ma che da sempre è vicino alla minoranza del Pd altoatesino. “Il Pd – ha aggiunto – è diventato un luogo preposto alla gestione del potere, un pezzo per volta ha smesso di essere il luogo della discussione politica e della pianificazione e della ricerca del bene comune. Lascio il partito democratico non per smettere di fare politica ma per iniziare davvero a farla”. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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il fascista legato e malmenato adesso sa cosa significa, gli han reso pan per focaccia non provo alcuna pietà -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Cantone ha detto anche che sulla s.m.a erano emerse opacità magari con più poteri, più strumenti, non avremmo dovuto aspettare fanpage la magistratura e le forze dell'ordine se vogliono agire per fini politici non hanno bisogno dell'agente infiltrato -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Vive e prospera un sistema che io stesso ingenuamente ritenevo superato. Dopo l'emergenza della Terra dei Fuochi, abbiamo creduto che certi meccanismi di smaltimento illegale appartenessero al passato. Intanto FanPage ha scoperto un sistema che Cantone credeva morto, il problema reale è questo. Bisogna scegliere se salvaguardare politici e dirigenti deviati oppure la salute e i soldi degli italiani. Anno solare 2018 la Campania e tante altre regioni italiane sono fogne a cielo aperto, nella lotta contro la corruzione siamo sotto 10000 a 1. -
SCI ALPINO - #PyeongChang2018
Pressing ha risposto al topic di Morpheus © in Giochi della XXIII Olimpiade - PyeongChang 2018
Ho visto la replica, grande Sofia! Era da podio anche in super-G.- 224 risposte
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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Boldrini attacca Renzi: "Quello per il Pd e i suoi alleati è un voto utile a riabilitare Berlusconi" Grasso incontra Corbyn: "Disuguaglianze intollerabili, a rischio democrazia". La presidente della Camera ed esponente di Leu critica anche le liste che sostengono i dem ROMA - Laura Boldrini su Twitter va all'attacco del Pd e delle liste alleate(+Europa di Emma Bonino e Civica popolare della ministra Beatrice Lorenzin), mentre Pietro Grasso, ha incontrato questa mattina il capo dei laburisti, Jeremy Corbyn: "la grande questione dei nostri tempi - ricorda il leader di Leu - sono le disuguaglianze che, ormai intollerabili, mettono a rischio le fondamenta della democrazia e permettono alle peggiori destre di farsi spazio nella società". Attacca la presidente della Camera: "Bonino e Lorenzin, alleate del Partito Democratico, vogliono le larghe intese. E Renzi tace. Quello al Pd e ai suoi alleati è il voto utile per riabilitare Berlusconi". Commenta Grasso dopo aver lasciato gli uffici del Parlamento a Westminster: "Il leader del partito laburista sta raccogliendo grandi consensi tra i giovani in Gran Bretagna perché ricorda a tutti quale sia la grande questione dei nostri tempi: le disuguaglianze che, ormai intollerabili, mettono a rischio le fondamenta della democrazia e permettono alle peggiori destre di farsi spazio nella società". Boldrini ribalta dunque la propaganda renziana del "voto utile". Per Matteo Renzi, infatti, ogni voto dato a Liberi e uguali fa "avvicinare Salvini a Palazzo Chigi". Ma per la presidente della Camera è l'esatto contrario: ogni voto dato al Pd facilita l'inciucio con Forza Italia. La polemica nasce dopo il forum alla Stampa pubblicato oggi dal quotidiano torinese in cui Emma Bonino guarda a Paolo Gentiloni, oggi presidente del Consiglio, anche per il futuro che nascerà dalle urne del 4 marzo e apre alle larghe intese, senza però populisti e sovranisti. "Penso che dopo tre anni in cui abbiamo rottamato, a parole o nei fatti quasi tutto, l'Italia abbia bisogno di essere rassicurata. E Gentiloni è un premier che potrebbe restare", dice Bonino. Larghe intese? Ok per la leader di +Europa, ma senza "i populisti, i violenti e il blocco sovranista, da Fratelli d'Italia alla Lega". Alle sue parole arriva a stretto giro la replica di Roberto Speranza: "È ormai chiaro a tutti che Renzi e Berlusconi preparano un governo insieme. Le loro agende si somigliano. Noi non ci stiamo. Siamo alternativi. Ogni voto dato al Pd e ai suoi alleati porta a questa prospettiva che Emma Bonino ammette candidamente", osserva il coordinatore nazionale di Leu Sulla stessa lunghezza d'onda il leader di Possibile,Pippo Civati, anch'egli esponente di Liberi e Uguali: "I vertici del Pd - aggiunge Civati - ripetono la colossale sciocchezza che il voto a Leu è un voto alla Lega. Un ragionamento singolare da parte di chi ha favorito la resurrezione politica dell'asse Forza Italia-Lega, facendo maldestre politiche di destra". Ma per Grasso sono le "diseguaglianze intollerabile" il vero "rischio per la democrazia". "C'è un tema- spiega il presidente del Senato - tra quelli affrontati nell'incontro con Corbyn, di cui in Italia nessuno parla: la casa. Sono 50 mila le persone senza casa e 700 mila quelle che non riescono più a sostenere un mutuo. Dobbiamo affrontare l'emergenza abitativa senza aumentare il consumo di suolo". -
BIATHLON - #PyeongChang2018
Pressing ha risposto al topic di Morpheus © in Giochi della XXIII Olimpiade - PyeongChang 2018
Gran frazione della Vittozzi. Medaglia meritata.- 220 risposte
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Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Ecco la terza, attesissima, puntata dell'inchiesta Bloody Money. Dopo il primo filmato, in cui è tirato in ballo il nome di Luciano Passariello, candidato in Campania nelle prossime elezioni politiche, e il secondo, in cui dialoga con Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione Vincenzo, oltre che assessore al Comune di Salerno, Nunzio Perrella, l'ex boss della Camorra infiltrato per Fanpage.it, incontra Biagio Iacolare, presidente del Cda di SMA Campania, e il suo mediatore, Mario “Rory” Oliviero, ex presidente del Consiglio comunale di Ercolano. In attesa che l’appalto per lo smaltimento dei fanghi tossici venga assegnato all’azienda amica, senza gara pubblica ma con un affidamento diretto, trattandosi di un’emergenza, si parla di percentuali da spartirsi, affari e soldi con tanto di consegna di una valigetta con le tangenti da pagare. Nel video si vede Perrella consegnare al mediatore la borsa con 50mila euro di mazzetta. Ma al suo interno non vi è nulla. https://youmedia.fanpage.it/video/al/WowvBeSwZYWPsB8c -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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De Luca voleva il duello televisivo, Grasso gli ha detto in maniera educata di attaccarsi ar cà. Rimbalzato come un Renzi qualunque. -
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Forza Nuova: “No al Gay Pride nella città della Madonna” Forza Nuova sul Gay Pride a Pompei: «Non comprendiamo il perché questa manifestazione debba essere svolta proprio a Pompei, città della Madonna del Rosario» “Atteso che, in ossequio alle vigenti norme sul comune senso della decenza e del pudore, a nostro avviso nessuna città meriterebbe il Gay Pride, non comprendiamo il perché questa manifestazione debba essere svolta proprio a Pompei, città della Madonna del Rosario”. Così Forza Nuova in una nota su Facebook. “L’associazione Rainbow – prosegue la nota di Forza Nuova – ha inteso provocare e offendere i tantissimi fedeli che nella Madonna di Pompei hanno e vedono un faro di vita e uno dei cardini della propria fede. Forza Nuova si opporrà con ogni mezzo a che questo evento offensivo dei valori cristiani non venga tenuto nella città Mariana. È singolare come i signori esponenti LGBT sempre attenti e pronti a lottare per i loro diritti non tengono conto di quelli altrui”. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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L'ombra dei casalesi su Passariello (Fdi) imbarazza la Meloni Accuse di legami con la camorra: finisce sotto indagine il braccio destro di Giorgia, già coinvolto nel 2014 in un'inchiesta sul riciclaggio di denaro dei clan in Sardegna. Il profilo. GIOVANNA PREDONI Ci mancavano solo la camorra e il clan dei casalesi in questa campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 2018. Perché l'indagine su Luciano Passariello, candidato di Fratelli d'Italia alla Camera, getta ombre pesanti sulla gestione del partito di Giorgia Meloni in Campania. ACCUSE DI CORRUZIONE E NON SOLO. Passariello non è un nome qualunque per la politica campana: è considerato il braccio destro della leader di Fdi. Da quel che filtra i magistrati della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Napoli lo hanno indagato per episodi di corruzione, voto di scambio, traffico di rifiuti ma anche finanziamento illecito ai partiti. DOVEVA INDAGARE LUI SULLE SOCIETÀ... Si parla di irregolarità presso la Sma, l'azienda della Regione che si occupa di "risanamento ambientale e contrasto degli incendi nelle aree boschive", in cambio di un appalto per un imprenditore legato a un clan della camorra. Passariello è anche consigliere regionale campano, presidente della commissione d'inchiesta sulle società partecipate della Regione. In pratica è quello che dovrebbe indagare sulle società su cui adesso indaga la procura. MOGLIE ASSUNTA IN UN'AZIENDA REGIONALE. Già nel 2014 l'ex Forza Italia, poi passato con la Meloni, fu oggetto di una polemica perché si scoprì che la moglie Francesca Schettini era stata assunta in una società regionale, Campania Ambiente. I due si sposarono lo stesso anno e lei si presentò al matrimonio con un vestito uguale a quello usato anni prima dalla regina Rania di Giordania. GESTIONE APPALTI E SPESE POCO TRASPARENTE. Sulla Sma la procura di Napoli ha acceso da anni i riflettori, in particolare per la gestione di appalti e rimborsi spese, poco trasparenti. Come anche su Passariello lavora da diverso tempo la Dda. Sempre nel 2014 il rappresentante del partito erede di Giorgio Almirante fu indagato a Cagliari insieme con l'europarlamentare di Forza Italia Salvatore Cicu in un'inchiesta sul denaro riciclato dei clan camorristici casalesi e D'Alessando. La vicenda era legata alla vendita di un terreno in Sardegna dove è stato costruito un villaggio turistico, a Villasimus, poi sequestrato in via cautelare dalla Dda. Dopo il rinvio a giudizio alla fine del 2016 il processo è ancora in corso. I magistrati cagliaritani accusarono Passariello di aver contattato la società sarda Tu.ri.cost, poi rilevata dai clan camorristici, per farne parte dopo che uno dei soci aveva deciso di uscire dal sodalizio. PRESUNTO RIMBORSO DA PARTE DEI CLAN. L'accusa sosteneva che Passariello avesse pagato una prima tranche per l'ingresso, decidendo poi di non completare l'operazione. Al passaggio societario nelle mani dei casalesi, il consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così come avvenuto per gli altri tre soci sardi, Cicu (Fi), l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori (Fi) e il consigliere comunale Paolo Cau (Fi). Cicu ha sempre sostenuto la sua innocenza, di non essere mai stato un socio occulto e di essere estraneo ai fatti contestati, di essersi limitato all'acquisto e alla vendita. LIBERI E UGUALI VA ALL'ATTACCO. Il senatore di Liberi e uguali Peppe De Cristofaro, candidato al Senato e capolista a Napoli, commentando l'inchiesta napoletana ha detto: «Non scopriamo certo dalle notizie di oggi l'intreccio storico che esiste in Campania tra le forze della peggiore destra e i fenomeni di corruzione, di traffici di rifiuti e di voto di scambio. Se dovessero essere confermate leaccuse della procura della Repubblica al candidato di Fdi alla Camera, Luciano Passariello, sarebbero soltanto l'ennesima pagina di un libro ben conosciuto». «FORSE PENSAVA ALLE MUMMIE EGIZIE». Quindi l'affondo finale: «La Meloni farebbe bene a scegliere meglio i propri referenti territoriali e i candidati del suo partito. Evidentemente era troppo impegnata a occuparsi delle mummie egizie invece che degli italiani che la rappresentano». -
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Rosaria Capacchione A proposito di FanPage, di rifiuti e di camorra Riavvolgiamo il nastro e torniamo ai blocchi di partenza, depurando la storia da influenze (e violenze) della campagna elettorale, da eccessi caratteriali, da gelosie professionali, da timori per le conseguenze dell’inchiesta. Anzi, delle inchieste: quella giornalistica e quella giudiziaria. Torniamo indietro e stiamo ai fatti, che sono molto più semplici e brutali di quanto appaia. Quella narrata dai filmati di FanPage e dai decreti di perquisizione della Procura di Napoli è storia di camorra, di camorra che non spara ma potrebbe farlo ma che innanzitutto pensa agli affari. Camorra di nuova generazione? Niente affatto, è la stessa che si agita sul campo da quando ha scoperto, grazie al terremoto del 1980, che l’impresa e gli appalti pagano più delle normali estorsioni: è sufficiente la corruzione E’ la stessa che scoprì, come scriveva il sociologo Amato Lamberti dopo il sequestro di Ciro Cirillo (1981), che molto più redditizio del crimine tradizionale è gestire “un vero e proprio sistema di imprese economiche finalizzate all’accumulazione in termini capitalistici […] nello stesso momento in cui si insedia su un territorio, tende ad occupare contemporaneamente mercato criminale e mercato legale. Solo che, mentre sul mercato (criminale) ci si muove con la logica del monopolio e dell’allargamento continuo, su quello legale tende a privilegiare solo quei settori di attività che o consentono un’elevatissima redditività o consentono l’acquisizione e il drenaggio del denaro pubblico”. A quel tempo erano soprattutto i fondi della ricostruzione post-terremoto, un’emergenza durata trent’anni. Ma già s’intravedeva quella successiva, tutta legata all’ambiente e allo smaltimento dei rifiuti. Nunzio Perrella, camorrista napoletano e imprenditore del settore, veniva arrestato nel 1991, mentre lo storico Nicola Tranfaglia dava alle stampe il saggio “La mafia come metodo” che citava, a proposito della camorra, proprio le parole di Lamberti. E raccontava, Perrella, che l’oro della camorra era l’immondizia che lui stesso aveva portato a spasso per l’Italia, su e giù dal Nord al Sud. Al Sud, ha raccontato nel libro “Oltre Gomorra” scritto assieme al giornalista Paolo Coltro e pubblicato tredici mesi fa, quando al Nord avevano riempito tutti i fossi e le discariche disponibili. Nunzio Perrella, dunque, dopo il pentimento - datato 1992 - e la lunga detenzione, ricampare sulla scena più di un anno fa, esattamente il 19 gennaio 2017, alla presentazione del libro. Dice subito che ha ancora molto da raccontare e far scoprire e che vorrebbe collaborare ancora con la magistratura. Per ritrovato senso civico? Per calcolo? Per riguadagnarsi lo stipendio da pentito? Non lo sappiamo e non ha neppure molta importanza: prima di lui lo hanno fatto in tanti, e da sempre. La pubblicistica sulla mafia è ricchissima di testi scritti a quattro mani con collaboratori di giustizia, a partire dalle confessioni di Tommaso Buscetta affidate alla penna di Enzo Biagi (Il boss è solo, 1987). Documenti preziosissimi che hanno contribuito, e non poco, alla nascita di una diffusa coscienza antimafia. Ritroviamo Perrella in un video di FanPage diffuso ad agosto dello scorso anno, sei mesi fa. Accompagna Sacha Biazzo, il giornalista che ha firmato anche “Bloody Money”, in alcune vecchie discariche di Ferrara e fa ritrovare immondizia e amianto sepolti sotto campi di grano. E ora eccolo di nuovo, nella veste del se stesso di un tempo: cioè, di un imprenditore dei rifiuti, senza scrupoli e disponibile a pagare per arrivare agli appalti. Che in giro per l’Italia si fa accompagnare da un giornalista, però, perché è con lui che sta collaborando. L’appalto più ghiotto riguarda lo smaltimento delle ecoballe, oltre mezzo miliardo di euro disponile per svuotare il sito di Taverna del Re. Sacha Biazzo lo accompagna perché vuole ricostruire e documentare il sistema che fa girare la macchina delle bonifiche e che sovrintende alla sempiterna emergenza dei rifiuti. I protagonisti sono quelli di sempre: mediatori, faccendieri, funzionari pubblici, politici. E’ lo stesso schema dell’operazione Adelphi (1993), l’indagine ispirata da Nunzio Perrella, che individuò verticinque anni fa la catena di montaggio delle collusioni, sopravvissuta però ai processi e rimasta in funzione fino alle due grandi emergenze del 2003 e del 2008. Fino a un nuovo pentimento: quello di Gaetano Vassallo, pure lui imprenditore dei rifiuti e pure lui vicino alla famiglia Bidognetti: “Sono stato sempre assolto - disse - ma ero sempre colpevole”. FanPage e Perrella girano i video che la testata web sta pubblicando a puntate; la Procura di Napoli indaga sullo stesso segmento che porta alla Sma, la società regionale che si occupa di rifiuti. Ed ecco che, leggendo i decreti di perquisizione, si definisce meglio il quadro d’insieme: gli uomini di Sma che compaiono nei filmati di FanPage sono solo alcuni di quelli monitorati dai magistrati napoletani. Ci sono, tra gli altri, Luciano Passariello e Roberto De Luca, ma anche il dirigente della Regione Campania Lucio Varriale, il dipendente della Sma distaccato alla segreteria di Passariello Agostino Chiatto; Andrea Basile, ritenuto l’attuale reggente del clan Cimmino; gli imprenditori Salvatore Porro, Abramo Maione, Vincenzo Riccio, Antonio Cristofaro e Giovanni Caruson interessati a un appalto per lo smaltimento di fanghi. Nella geografia criminale campana Caruson è collocato dalle parti del clan Cimmino del Vomero; Cristofaro da quelle del gruppo casalese della famiglia Bidognetti. E’ lo stesso Bidognetti, ergastolano e detenuto al 41 bis, condannato anche per disastro ambientale nel processo per la discarica Resit di Giugliano e storico alleato dei Cimmino: coinvolti in un duplice omicidio (per il quale è stato condannato all’ergastolo lo zio dell’imprenditore Cristofaro) e in un processo per una perizia “aggiustata”. Questo filone d’indagine non ha niente a che vedere con l’inchiesta giornalistica di FanPage: Luciano Passariello, è, infatti, destinatario di due distinti decreti di perquisizione, l’altro assieme al direttore generale di Sma, Lorenzo Di Domenico, che si è dimesso dall’incarico. Incrociando tutto il materiale disponibile emerge con evidenza un dato: il sistema criminale dei rifiuti è rimasto uguale a se stesso, ed è gestito dagli uomini di sempre. La ricostruzione giornalistica ha documentato in presa diretta il metodo; la Procura sta autonomamente verificando l’esistenza di reati gravissimi. Due piani differenti e che s’incrociano solo parzialmente. Il primo filmato messo in rete, e il cui impatto devastante è stato assorbito dalla polemica politica successiva al coinvolgimento di Roberto De Luca, riguarda invece lo smaltimento di rifiuti industriali nelle condotte dei depuratori: trentamila euro per far sparire in mare e nelle fogne il contenuto di un’autobotte di veleno. Accordo in presa diretta, rischio elevatissimo per i giornalisti che hanno documentato la trattativa. Rischio che il disvelamento della stessa non ha ridotto, anzi ha aumentato. In un passaggio, l’uomo che ha fatto i prezzi parla anche di tecniche per ripulire le acque. E scopre un altro nervo scoperto: l’inchiesta incompiuta sull’accaparramento, da parte di uomini del clan dei Casalesi, di brevetti per la depurazione dei rifiuti industriali. Fatti raccontati marginalmente nel processo per le misure di prevenzione a carico dell’avvocato Michele Santonastaso, recentemente condannato anche in appello per associazione camorristica, difensore storico di Francesco Bidognetti e dell’altro capo casalese, Antonio Iovine, da quattro anni collaboratore di giustizia. In quel procedimento, la ricostruzione della nascita di Eco.Art, una società che all’epoca dei fatti (2013) era in fase di accreditamento alla Regione Campania, attraverso una costellazione di imprese e di uomini vicini al clan: Pasquale Pirolo, che fu l’uomo di fiducia di Antonio Bardellino; Cipriano Caterino, Gaetano Del Vecchio, Giovanni Ricciardi. L’indagine su Eco.Art e sulle bonifiche si arenò a causa del quasi contestuale trasferimento di investigatori e magistrati ma avrebbe meritato ben altri approfondimenti. Al momento si ignora, per esempio, se le stesse persone siano ancora sulla piazza, magari sotto lo schermo di una nuova società. O se l’affare sia passato di mano. E’ certo, comunque, che i lavori dell’ultima commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti si siano conclusi segnalando numerose criticità in Campania. Alcune riguardano l’incendio dei siti di stoccaggio (come l’Ilside di Bellona) di rifiuti pericolosi. Un altro comparto nel quale è ben visibile la manina dei soliti noti. E che meriterebbe un’altra inchiesta. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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sono già un problema.. Le uniche cifre ufficiali su Forza Nuova nel suo insieme sono state fornite due anni fa dal ministero dell’Interno: in 65 mesi, tra il 2011 e il 2016, ben 240 denunce e dieci arresti. Quattro raid al mese. Un attacco neofascista alla settimana. -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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se la magistratura e le fdo avessero gli strumenti non ci sarebbe bisogno di fanpage ma questo è il paese degli orfinelli... alla fine fanpage lo prenderà in quel posto, garantito al limone -
[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Juventus F.C. - Atalanta Bergamasca Calcio
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Buffon De Sciglio - Benatia - Chiellini - Asamoah Sturaro - Pjanic - Khedira Douglas Costa - Mandzukic - Alex Sandro- 815 risposte
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Elezioni, Meloni sottoscrive il patto anti-inciucio: “Io non tradisco”. Ma Salvini e Berlusconi lasciano la poltrona vuota https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/18/elezioni-meloni-sottoscrive-il-patto-anti-inciucio-io-non-tradisco-ma-salvini-e-berlusconi-lasciano-la-poltrona-vuota/4168672/ -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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Convegno "Stiamo meglio o peggio di cinque anni fa? Un bilancio di fine legislatura", L'evento è stato organizzato da Sbilanciamoci!. Sono intervenuti: Duccio Zola (ricercatore della Campagna Sbilanciamoci!), Luigi Ferrajoli (professore), Grazia Naletto (portavoce della Campagna Sbilanciamoci! e presidente dell'Associazione Lunaria), Bruno Montesano (rappresentante della Campagna Sbilanciamoci!), Alfio Nicotra (membro dell'Associazione Un Ponte Per... Costruiamo Ponti. Non Muri.), Stefano Lenzi (responsabile dell'Ufficio Legislativo del World Wildlife Fund Italia), Lorenzo Fioramonti (professore, MoVimento 5 Stelle), Rossella Muroni (coordinatrice della Campagna Elettorale di Liberi e Uguali), Francesca Fornario (giornalista, scrittrice e attrice), Andrea Baranes (portavoce della Campagna Sbilanciamoci!), Leopoldo Nascia (ricercatore dell'Istituto Nazionale di Statistica), Mario Pianta (professore), Lucrezia Fanti (rappresentante della Campagna Sbilanciamoci!), Monica Di Sisto (giornalista). https://www.radioradicale.it/scheda/533385/stiamo-meglio-o-peggio-di-cinque-anni-fa-un-bilancio-di-fine-legislatura http://www.sbilanciamoci.org/wp-content/uploads/proposte_finelegislatura.pdf -
Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?
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[ Serie A TIM "6° G. Rit." ] Torino F.C. - Juventus F.C. 0-1
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Abbiamo fatto la nostra partita, Dybala ha avuto un paio di occasioni per chiuderla ma vabbe... Nota di merito per De Sciglio, Rugani e Sturaro che hanno lottato su ogni pallone. Ancora decisivo Bernardino, il migliore insieme a Sandro. Pjanic vabbe... solo i morti di sonno possono criticarlo- 450 risposte