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  1. Stando ai sondaggi, Lega sale e M5S scende. In caso di Allenza potrebbero sfondare lo stesso.
  2. Nel 2020 Savona prenderà il posto di Mattarella. A sfregio.
  3. “L’ipotetica alleanza tra M5s e Lega – ammesso, lo ripetiamo, che gli elettori si comportino nelle nuove elezioni come nelle precedenti del 4 marzo – consentirebbe ai due partiti di conquistare all’incirca il 90% dei seggi nelle due camere”, afferma l’analisi dell’Istituto Cattaneo. Il cartello giallo-verde, scrivono i ricercatori, risulterebbe il più votato in 219 collegi su 232 (94,4%) alla Camera dei deputati e in 104 collegi su 116 (89,7%) al Senato”. Un risultato che consentirebbe, sottolinea l’istituto di ricerca bolognese, di superare il “dualismo geografico” che si è manifestato nelle ultime elezioni. “Aggiungendo i voti derivanti dalla parte proporzionale nell’assegnazione dei seggi questa alleanza – che oggi può contare alla Camera su 343 parlamentari (55%) e al Senato su 167 (54%) – precisano i ricercare “potrebbe reggersi in entrambe le aule su una maggioranza parlamentare pari ai due terzi dei componenti: 425 a Montecitorio (68,8%) e 209 a Palazzo Madama (67,6%)”. La premessa, chiarisce l’Istituto Cattaneo, è che lo scenario è “ipotetico” perché “i due partiti provengono da storie politiche ed elettorali molto diverse” ma, “la collaborazione per la stesura del ‘Contratto per il governo del cambiamento’ e il successivo accordo trovato dai leader delle due formazioni politiche potrebbe rappresentare la base per una successiva alleanza di natura puramente tattica o elettorale”. Un’alleanza che al momento non viene esclusa né dalla Lega – che rinfaccia a Forza Italia troppo filo-europeismo – né da alcuni esponenti dei Cinque Stelle. La simulazione, precisano ancora Cattaneo, vive anche di altre due incognite fondamentali: l’effettiva scomposizione delle coalizioni che si sono confrontate il 4 marzo, in particolare quella di centrodestra che, nel suo insieme, è risultata la prima nelle urne e la compattezza degli elettorati se dovessero trovarsi all’orizzonte una profonda ricomposizione dell’offerta partitica. “Di fronte a proposte politiche differenti – spiega l’Istituto – che ridisegnano il quadro delle alleanze e delle linee di divisione tra i partiti, le risposte degli elettori potrebbero risultare significativamente diverse rispetto a quelle registrate nel voto del 4 marzo”. Tuttavia, conclude lo studio “la differenza nel comportamento elettorale non è ancora quantificabile e molto dipenderà dalla capacità dei partiti, soprattutto di quelli che attualmente aspirano al governo, nel presentare ai propri elettori fronti piuttosto omogenei, magari compattati davanti a uno o più avversari comuni, chiaramente identificabili”.
  4. Stando ai sondaggi Salvini 27-28% e Meloni 3-4%, non proprio un governo europeista e rassicurante. Se non ci saranno miracoli, cdx da solo o col M5S ci ritroveremo nella stessa situazione. Mattarella cosa farà, si dimetterà?
  5. Gli occhiali di Toninelli a Propaganda live.
  6. Rocco è l'unico italiano che da 20 anni si fa rispettare in Europa. Potrebbe andare a trattare con la Merkel.
  7. una sorta di Mario Monti senza maggioranza, passerà per brutto, zozzo e cattivo
  8. Pure Classius Renzi andava in Europa a battere i pugni, non abbiamo mai saputo /capito niente.
  9. Cottarelli è un traghettatore, si beccherà gli insulti dei politici e del popolo fino alle prossime elezioni che vedranno Matteo Salvini unico vincitore.
  10. Cottarelli "sbeffeggiato" dal pd renzianico sai che novità. Ieri ha provato a mettere una pezza al discorso suicida di Mattarella per rassicurare i mercati e niente... Mandato allo sbaraglio.
  11. E' la considerazione che si ha dell'elettore del Sud in genere. Addirittura l'altro giorno, grazie a questo forum, ho scoperto che a Napoli lavora 1 su 100, con la terza media. Detto ciò a prescindere dai lestofanti, quelli che hanno votato nella speranza di cambiare il sistema che al sud è collassato o quelli che hanno votato perchè sono davvero in difficoltà e non trovano lavoro, di cosa dovrebbero vergognarsi di preciso? Per me hanno più dignità di chi ha votato per la flat-tax sapendo che il Paese sarebbe esploso.
  12. I 5 stelle si son suicidati dietro ai leghisti. Che fessi. Non li ho votati però è un peccato, avevo bisogno del RdC per levarmi il riporto e le sgommate lasciatemi in eredità da mio nonno. A te non serve il RdC?
  13. La soluzione è semplice, non ammettere alle elezioni 5stelle, Lega, FI, FDI e la sinistra che strizza l'occhio al Venezuela (cit.). Chi più chi meno hanno tutti idee malsane. Governa il PD, al massimo scegliamo la corrente che più ci aggrada.
  14. Una grave sconfitta della democrazia - Comunicato sul veto del Presidente Mattarella Redazione 28 maggio 2018 21:50 Comunicato stampa sul veto opposto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla nomina del Ministro per l'Economia La scelta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di porre un veto sulla nomina del Ministro per l’Economia proposto dal Presidente del Consiglio incaricato, con la conseguenza di impedire la nascita di un Governo sostenuto dalla maggioranza dei parlamentari usciti dalle urne del 4 marzo, non è condivisibile, così come non è condivisibile l’irrigidimento sul nome del Prof. Savona, che appare strumentale, come prova di forza nei confronti del Quirinale, se non addirittura spregiudicato, per arrivare a nuove elezioni. Non cambia, però, il merito giuridico della questione. E’ ben vero che l’art. 92 della Costituzione assegna al Presidente della Repubblica potere di nomina dei Ministri. Tuttavia spetta al Presidente del Consiglio incaricato, la proposta dei nomi. In tali casi la responsabilità politica dell’atto ricade sul Presidente del Consiglio incaricato, ed il controllo che su tale atto può essere esercitato dal Presidente della Repubblica non può mai assumere i contorni di una verifica sulle opinioni espresse dal ministro proposto. Ed insomma, il rifiuto alla nomina non può mai fondarsi su un giudizio politico sul soggetto, ma solo su una sua inidoneità giuridica a ricoprire l’incarico. Questo perché, di fronte alla maggioranza parlamentare che indica un possibile governo, il Presidente della Repubblica svolge un attività politicamente neutra, e non può sovrapporre il proprio indirizzo politico a quello del Parlamento. Va ricordato che il Presidente della Repubblica ha altre forme di controllo sulle possibili violazioni della Carta Costituzionale. Egli può, infatti, rifiutare di firmare eventuali atti che violassero palesemente la Costituzione. Il sistema è poi ulteriormente garantito dalla previsione di una Corte Costituzionale. Nel suo ruolo di nomina dei ministri, quindi, il Presidente della Repubblica rappresenta lo Stato, e non una opinione politica di parte. E’ chiaro che le forze della maggioranza, onde impostare fin dall’inizio un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione istituzionale, avrebbero potuto indicare un altro nome per portare avanti il medesimo programma/contratto di governo. Tuttavia il Presidente della Repubblica non può intervenire, se non con una moral suasion. Nell’esercizio della sua funzione di garanzia deve impedire abusi, per esempio rifiutando la nomina di persone che non diano affidamento di adempiere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore, come richiede l’art. 54 della Costituzione, ma non può imporre correzioni dell’orientamento politico espresso dalla maggioranza. La motivazioni addotte dal Presidente Mattarella per giustificare il suo veto alla nomina di Paolo Savona, al contrario, tendono ad affermare che il potere di scelta dei ministri, sotto il profilo dell’opportunità e delle opinioni politiche, spetti al Presidente della Repubblica. Non convincono poi le ragioni addotte. Quando il Presidente dichiara che: “la designazione del ministro dell'Economia costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per gli operatori economici e finanziari”, facendone da ciò discendere il rifiuto della nomina di Paolo Savona, attribuisce agli “operatori economici e finanziari” un potere di interferenza nei meccanismi della democrazia costituzionale che non ha ragione di essere. Secondo il nostro ordinamento sono le scelte degli elettori che determinano la nascita del Governi, non le reazioni dei mercati finanziari. Nel contempo, appaiono preoccupanti le prime reazioni che la scelta del Presidente della Repubblica ha generato. In particolare le dichiarazioni scomposte da parte di taluni esponenti e le ipotesi di richiesta di messa in stato di accusa, che oltre che infondata, apparirebbe una ulteriore rottura del sistema costituzionale. La crisi va risolta con pazienza, buon senso, cercando una via all’interno delle istituzioni democratiche repubblicane, attraverso un dibattito parlamentare ampio e corretto. Tutte le forze politiche ed i partiti debbono, in un frangente così difficile, fare ogni sforzo per evitare una irrimediabile lesione ai principi democratici parlamentari, anche evitando di irrigidire le posizioni assunte. Nel contempo i giuristi ed i democratici, oggi più che mai, hanno il dovere di difendere la Costituzione, l’equilibrio, il sistema parlamentare e la democrazia, valori superiori, da ogni possibile lesione, da qualunque parte essa provenga e di continuare a battersi, al di là delle polemiche in corso, per il soddisfacimento dei bisogni delle persone, tema purtroppo estraneo al dibattito in corso. 28 maggio 2018 ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI
  15. mi sa che dovrà accontentarsi della Severino
  16. Cottarelli dopo la presa in giro dei renzianici dovrà subire pure questa. Piena solidarietà a quest'uomo.
  17. Una breve capatina e poi scompaio. Pessimi tutti e tre. Le due forze politiche o sono affidabili o non lo sono. La loro politica sull'euro non sarebbe cambiata con un altro ministro. Luigino col doppio dei voti s'è fatto imporre Savona e molti punti del contratto. Secondo me, fatti quei 2-3 cavalli di battaglia leghisti, Salvini lo avrebbe mollato per provare a governare da solo. Comunque nel contratto c'era la mitica flat-tax che ci avrebbe mandato gambe all'aria prima dell'uscita di notte dall'euro. Ovviamente l'immondizia dei social, dall'uno e dall'altro lato, ha subito diviso il mondo in due. http://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/26/vogliamo-paolo-savona-ministro-delleconomia-e-lo-vogliamo-da-europeist/38233/ http://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/29/salvate-il-soldato-mattarella-da-chi-vuole-difenderlo-a-tutti-i-costi/38265/
  18. Messi 46 milioni all'anno Neymar 36 Ronaldo 21 Real, Man. Utd o Psg non accetta di gudagnare meno degli altri due.
  19. Dopo la Colombia metto Argentina e Croazia. Germania, Francia e Brasile mai.
  20. DEFICIT E CONTROLLI — Una delle critiche più forti (e sensate) al fair play riguardava il fatto che le eventuali irregolarità fossero sanzionate almeno un anno dopo. Non dovrebbe essere più così. Se in una finestra di mercato lo «sbilancio» tra acquisti e vendite è di almeno 100 milioni, l’Uefa può fare controlli subito, aprire un’indagine con la commissione investigativa e, in caso, chiedere garanzie sul rispetto del fair play anche per l’anno dopo. Esempio pratico: quando il Psg ha comprato Neymar, con evidente deficit, il 1° settembre 2017, alla fine del mercato avrebbe dovuto dare garanzie sul rispetto dei parametri del fair play per la stagione in corso e poi fino al giugno 2018. In teoria, se ci sono irregolarità, potrebbero essere applicate sanzioni subito e non la stagione successiva. Psg, City e Milan, l’anno scorso, avrebbero dovuto dare nuove informazioni dopo il loro mercato. Chiariamo: il mercato non può essere bloccato, Neymar sarebbe passato al Psg ma poi chissà con le sanzioni...
  21. Ho scritto la stessa cosa, 4 coppe senza CR le vincevano cor cà.
  22. Per andarsene deve trovare un club disposto a pagare la clausola di 1 miliardo.
  23. Perez ha sempre ceduto davanti alle richieste di Ronaldo.
  24. Ronaldo avrebbe fatto quelle dichiarazioni anche in caso di tripletta. Sta trattando il rinnovo e pretende l'ingaggio di Messi.
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