BonnyJuve

Io li vedo più forti dal punto di vista mentale. In CL soprattutto, giocano con lo spirito che dovremmo metterci noi.

Rinnovo

Ronaldinho in Angola: dal richiamo di Dio per Rivaldo alla maglia di Coca-Cola 13.02.2015 08.00 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio articolo letto 4314 volte © foto di Alberto Lingria/PhotoViews Faustino Jorge Goncalves ha due occhi profondi, un sogno d'Europa che difficilmente si realizzerà ed un animo frizzante. Non si spiegherebbe in altro modo il perché si faccia chiamare Coca Cola. Già. E la storia parte da qua, dall'attaccante destro, fisico scultoreo e pelle d'ebano. E' nato in Angola, e gioca nella Girabola, il massimo campionato nazionale, con il Kabuscorp. Non vuol'esser questo un mero esercizio di rime, ma è così particolare, e così africano, che lì, nella terra rossonera, tutte le parole finiscano così. Come finiscono le carriere, di due che coi loro nomi hanno segnato un'era. Due che il loro soprannome l'hanno regalato al Mondo, più che prenderlo da una lattina. La storia, da Coca Cola, torna indietro a Rivaldo. Che nel 2012 scelse Cazenga, 424mila anime nella provincia di Luanda, per il suo canto del Cigno. Al Kabuscorp, appunto, che così balzò improvvisamente all'onore delle cronache, visto che là di campioni così non se n'eran mai visti passare. Mai nessun fulmine s'era abbattuto sulla terra rossa, mai i difensori della Girabola avevan dovuto mangiare polvere dorata. In molti pensarono fosse scelta per denaro, ma c'era dell'altro. In fondo, per il portafogli, meglio il più sicuro Qatar, meglio i più certi Emirati Arabi Uniti. C'erano altri lidi, platinati, pronti a prendere Rivaldo, già Pallone d'Oro, già icona del Brasile, del Barcellona e pure stella cometa del Milan. Scelse l'Angola, e lo dirà successivamente, perché gli piacquero le idee del club e perché "qui si parla portoghese", disse. Non tutto. "Dio ha dei piani per me in Angola: cinque mesi fa ho investito su un terreno senza immaginare che avrei giocato a Luanda. La mia guida spirituale, Victor Adewole, sta aprendo col sottoscritto una chiesa qui. La mia vita in Angola va al di là del calcio. Qui c'è Dio". E se venne scongiurata l'ipotesi del Dio Denaro, c'è da chiedersi se al centro del villaggio abbia intenzione di costruire la sua chiesa anche Ronaldinho, adesso. Che di scelte bizzarre in vita sua ne ha fatte, compresa quella di farsi costruire un tunnel da casa a una discoteca al di là del ciglio, per non esser visto da fotografi e passanti. Ora è andato in Messico, al Queretaro, terra sì danarosa e pronta a coprir d'oro i giocatori ma non certo nobiliare del calcio che conta. Meglio il Messico dell'Angola, però, in quanto a lignaggio del pallone. A meno che anche qui non ci sia dell'ultraterreno a segnar la via. A meno che non ci sia la voglia matta di giocare con Coca Cola...

Comincia così: "Caro signor Mourinho. Mi chiamo Jude, ho sei anni e tifo Aston Villa". Semplice, diretto, spontaneo, arriva subito al desiderio: "Sei il mio allenatore preferito, potresti guidare il Villa e portare con te Costa? Abbiamo bisogno di aiuto". Un bambino tifosissimo di sei anni scrive una lettera al manager del Chelsea e in poche ore la notizia fa il giro dell'isola: questo bambino super tifoso dell'Aston Villa ha già intenerito l'Inghilterra FOTO CON DEDICA — La richiesta del bimbo è naturalmente destinata a rimanere vana, ma il tecnico portoghese del Chelsea non è rimasto indifferente e ha mandato al piccolo Jude una sua foto con dedica. "Ha avuto una bella sorpresa quando è tornato a casa da scuola - racconta al Birmingham Mail il padre Phil -. L'unica cosa che voleva era che Mourinho diventasse l'allenatore dell'Aston Villa, non c'è riuscito ma almeno sa che la sua lettera è stata letta". MAGARI UN GIORNO... — E la foto di Mourinho è già appesa sulla parete della stanzetta di Jude. "Magari gli ha messo in testa l'idea di allenare il Villa un giorno", sorride ancora il papà del giovane tifoso.

Ah ok, adesso ho capito

Faccio supposizioni

Viste le anticipazioni delle maglie di Milan e Bayern, entrambe made in Adidas, anche le loro seconde presentano la fascia pettorale sotto lo sponsor. Solo che con le loro maglie può anche avere senso, con la nostra no

Dipende Questa era bella secondo me

Il City è più vicino allo United che al Chelsea.

Perché ecumenico?

A me piacerebbe

Dipende come viene integrata. Facesse parte del tessuto ci starebbe pure bene imho, il problema della toppa Nike è che ha una superficie plasticosa che fa proprio toppa appiccicata sopra.

Che figata che sarebbe

Chissà, magari proprio per quell'errore si è diffusa la moda della divisa strisciata. In Italia sono più le divise bicolori che quelle monocolore, in particolare quelle a strisce, mentre invece in Inghilterra sono più frequenti le divise monocolore.

Quello con la cravatta bianca era in prestito con diritto di riscatto

Vincere in casa e parcheggiare il pullman a Dortmund.

Va beh ma per le divise di calcio non valgono gli stessi canoni che valgono per l'abbigliamento. Altrimenti la Ternana dovrebbe essere radiata

E il rosso sarebbe gay perché.......?

Ma tutta rosa con la scritta Jeep in nero è vietata dalla costituzione?

Orribile

Eh grazie, sono tonalità del rosso. Cmq quello non è magenta vero e proprio, è più verso il rosa.

In quale universo il magenta è simil- granata simil- viola?

Sembra uno di quei bulli che nella compagnia di amici va dappertutto fanno miliardi di cose, ma sembra non si diverta mai, non mostra mai un'emozione che non sia rabbia o indifferenza o superbia, di quelli che vanno a ballare ma non ballano e stanno sui divani a bere e guardare la pista con aria a metà tra lo schifato e il compiaciuto di non essere lì in mezzo.È emotivamente stitico e ha la maturità di un tredicenne che ha il cervello traslato nel basso-ventre ad altezza inguine.

Secondo me è il suo principale limite. Se giocasse per divertirsi, divertire e con della grinta avrebbe fatto tutt'altra carriera. Probabilmente non sarebbe stato la reincarnazione di Rombo-di-Tuono-Gigi Riva come molti dicevano, però più degno di essere ricordato di quello che è adesso.